» missing-moment: Aaron Palmer
GUEST STAR:
Agata Rubio
interpretata da María Pedraza
* * *
Aaron accartocciò il biglietto di carta, lo stritolò fino a quando le nocche non gli diventarono bianche e poi le gettò sul tappetino della sua macchina rossa fuoco. Appoggiò la testa contro il volante e trattenne un verso di rabbia, sentiva il sangue ribollirgli nelle vene. L'invito a nozze stracciato lo fissava con una smorfia macabra, un ghigno malefico abbellito dalle lettere scritte in corsivo dorato.
Bruce Wayne e Brandy Knight, oggi sposi.
Alzò gli occhi al cielo ed appoggiò la nuca contro lo schienale della sua Volvo. Sentiva un leggero pizzicore all'angolo delle sue iridi ambrate, ma non versò una singola lacrima. Brandy non poteva fargli questo, non poteva sposare Wayne... Palmer la amava così tanto e lei non meritava nemmeno un briciolo di tutto quel sentimento puro che lui le riservava. Girò le chiavi nella toppa e partì sgommando.
*
"È tutto pronto per domani. Verrai trasferito lontano da qui, avrai una nuova identità e ti potrai costruire una vita completamente da capo, figliolo." La voce di Gordon gli giunse alle orecchie ovattata, Palmer si sentiva come se fosse sott'acqua e ogni rumore gli giungeva lontano, quasi ad una distanza di anni luce. "C'è qualcosa che non va, Aaron?"
James notò subito gli occhi lucidi del ragazzo e la sua espressione avvilita sul volto. Doveva essere felice in quel momento, ma tutto di lui diceva il contrario: gli angoli della bocca piegati all'ingiù, le spalle molli e le mani che gli tremavano leggermente.
"È tutto okay." Sussurrò il giovane e poi si passò una mano tra i capelli. Erano cresciuti in quei mesi, così come la barba folta, donandogli un aspetto trasandato e stanco. "Ora vado, domani mattina mi aspetterà un lungo viaggio."
Si congedò dal sergente Gordon con un cenno del capo, un segno di ringraziamento muto, e percorse a grandi falcate il corridoio che lo avrebbe portato fuori dalla centrale. Voleva scappare da lì al più presto, ma una mano gli arpionò il braccio. Nemmeno se ne accorse in un primo momento, fu solo la voce incrinata di Brandy a destarlo dalla bolla che si era creato intorno come autodifesa.
"Hey." Sussurrò la ragazza, abbassando subito gli occhi. Neppure lei riusciva a sostenere lo sguardo freddo e distante di Aaron, la stava fissando con una punta di odio mescolato all'ambra lucida. "Come stai?"
Palmer assottigliò le labbra in una linea rigida e si voltò, raggiungendo la porta girevole che lo avrebbe condotto fuori dal commissariato. La ragazza lo tallonò fino a quando non fu vicino alla sua auto rossa, si interpose tra il corpo massiccio del giovane uomo e la portiera, poi cercò di far uscire dalla bocca tutte le scuse che doveva nei suoi confronti: "So che molto probabilmente mi starai odiando in questo momento, ne hai il diritto visto come mi sono comportata con te. Però era destino che io e lui ci incontrassimo. Avrei dovuto chiudere la relazione con te prima che mi accorgessi che tu non sei la mia anima gemella, ho sbagliato e ti chiedo perdono di questo. Ma ero così insicura su tutto quello che stava accadendo sia con te che con Bruce, poi è morta mia mamma e c'è stata tutta la storia di Batgirl. Sappi che quello che c'è stato tra di noi era vero, tu mi piacevi un sacco e ti reputo un ragazzo fantastico... Ma con Wayne è tutta un'altra cosa. Io lo amo davvero, sono innamorata pazza di lui e so che un giorno anche tu troverai la donna che ti farà battere il cuore come nessun'altra."
Palmer rimase in silenzio per lunghi istanti, si sentiva solo il rumore del traffico gothamita in sottofondo; poi fece un respiro profondo e si passò una mano tra i capelli incolti. "Io ti perdono."
La ragazza gli sorrise riconoscente e si scansò dalla vettura dal colore fiammante. Aaron le accarezzò con dolcezza una guancia e poi le baciò la fronte. "Addio, Brandy." La voce gli tremò leggermente ed il cuore gli palpitò nel petto, ma sapeva che era la cosa più giusta da fare. La bionda si gettò tra le sue braccia, respirò a fondo il suo profumo che era un misto di acqua di colonia e tabacco. Strinse tra le mani la sua maglietta nera, fino a quando le nocche non le diventarono bianche.
"Nel mio cuore ci sarà sempre uno spazio per te. Addio, Aaron." Si sollevò sulle punte e gli schioccò un bacio sulla bocca. Sfiorò leggermente le sue labbra carnose - più con affetto che amore - e poi si allontanò da lui con le gambe che le tremavano come gelatina. Si voltò a guardarlo un paio di volte, trovandolo sempre a fissarla con gli occhi lucidi ed un'espressione affranta dipinta sul suo bel volto. Era difficile per Palmer. Stava per abbandonare per sempre la città in cui era nato e cresciuto, gli amici di una vita, la ragazza che amava... Stava per voltare per sempre pagina a quella che era stata la sua storia.
* * *
Qualche Mese Dopo
La vita nei panni di Leo Smith non era così male come se la era immaginata. Gli mancava tutto di casa, di Gotham, ma Aaron si era ben presto abituato al ritmo della caotica e frenetica New York. Grazie al programma protezione testimoni aveva trovato lavoro in una caffetteria vicino a Central Park ed aveva persino conosciuto una ragazza, Agata Rubio, una giovane studentessa di Letteratura Anglo-Americana che si era trasferita da qualche anno nella Grande Mela direttamente da Madrid.
La bella spagnola, dai capelli ricci castani e gli occhi azzurri come due pozze d'acqua cristallina, si era presa una cotta per Aaron nel momento stesso in cui aveva messo piede da Starbucks per la prima volta. Da allora aveva trascorso tutti i suoi pomeriggi a studiare nella famosa catena di ristorazione, sbirciando il bel barista dagli occhi ambrati e lo sguardo malinconico da sopra lo schermo del suo computer. Si faceva sempre servire da lui e cercava di scambiarci due chiacchiere - aveva letto sul cartellino che aveva appiccicato sopra alla maglia verde che si chiamava Leo.
Palmer all'inizio aveva ignorato con garbo gli apprezzamenti che gli faceva la spumeggiante studentessa, era ancora troppo scosso da ciò che era successo nella sua città natia per cedere alle avance di una ragazzina. Poi però, con il passare delle settimane si era addolcito un po' ed aveva scoperto che Agata era una persona davvero affascinante.
Ogni sera, dopo aver staccato dal lavoro facevano la strada per tornare a casa insieme ed avevano avuto modo di conoscersi meglio.
Piano piano, il ricordo di Brandy Knight aveva iniziato ad affievolirsi e ad essere meno doloroso. La bella e giovane Rubio aveva riacceso in lui quel torpore tipico dell'innamoramento, alla mattina si svegliava pensando a lei e alla sera si addormentava con il suo volto sorridente stampato nella mente. Brandy era completamente sparita dai suoi pensieri, lasciandogli solo il dolce segno di ciò che avevano passato insieme.
Un giorno al calar del sole, lui ed Agata si erano scambiati un lungo e profondo bacio davanti al portone dell'appartamento della spagnola. Poi avevano deciso entrambi di iniziarsi a frequentare in modo più serio, ma Aaron non aveva ancora avuto il coraggio di rivelarle la sua vera identità; per la giovane donna lui era Leo Smith. Si fidava di lei, semplicemente non era ancora pronto a raccontarle quel segreto scomodo che si portava come un macigno pesante sulle spalle.
Quella sera Palmer e Agata si sarebbero visti a casa del giovane uomo. Aveva preparato per la sua nuova fidanzata i suoi piatti preferiti: le Linguine Alfredo e costolette di maiale alla madrilena. Era rimasto ai fornelli per tutto il pomeriggio, ma alla fine era soddisfatto del risultato.
Si fece una doccia veloce, si cambiò indossando una camicia azzurra e dei jeans. La Rubio suonò al campanello, nell'istante stesso in cui si spruzzo sul collo la sua acqua di colonia.
Le aprì la porta e le sorrise dolcemente, era più bella che mai. Si era truccata leggermente, accentuando gli occhi azzurrissimi e le labbra carnose con del rossetto rosso, aveva un tubino blu con le spalline sottili ed ai piedi le sue immancabili All Star bianche. L'uomo le stampò un delicato bacio sulle labbra e le sussurrò all'orecchio con un forte accento americano: "Eres maravillosa, mi nena." *
Agata gli sorrise contro il collo e sentì una scarica d'eccitazione percorrerle la schiena. Leo era il ragazzo più bello e sensuale che avesse mai conosciuto in tutta la sua vita, la faceva sentire sicura e protetta tra le sue braccia forti ed adorava sentirlo parlare in spagnolo con quell'accento statunitense che tanto adorava.
"Eres hermoso, mi amor." **
Aaron la baciò ancora, accarezzandole in modo sensuale la schiena ed i fianchi.
Desiderava perdersi in quel corpo e dimenticare tutto il resto.
Agata era la sua occasione per ricominciare davvero una nuova vita. La riccia si aggrappò alle sue spalle muscolose, assaporando a fondo il sapore di tabacco e menta di Leo, la mandava in estasi quel miscuglio.
"Baby, forse è meglio se entriamo." Il giovane si staccò da lei con il fiatone e gli occhi lucidi. I suoi capelli - tornati corti - erano tutti scompigliati. Anche la barba era sparita da quando si era trasferito a New York. Fece accomodare la ragazza al tavolo della piccola cucina del suo appartamento che aveva apparecchiato in modo elegante.
La sua casa era minuscola, ma era riuscito ad arredarla in modo carino. C'erano una cucina con annesso un salottino, una camera da letto ed un bagno. La riccia si guardò attorno estasiata: la stanza era stata riempita di piccole lucine colorate e candele che rendevano l'ambiente caldo e luminoso.
"È proprio bella casa tua, Leo." Gli fece notare e posò lo sguardo sulla sua figura possente intenta a impiattare le pietanze che aveva preparato con maestria. "E tu sei davvero stupendo."
Aaron si voltò e guardò Agata negli occhi. Sentì uno strano calore irradiarsi dal suo petto fino al resto del corpo, gli formicolarono gli arti e sul suo volto si dipinse un sorriso dolce.
Si avvicinò a lei, che era seduta su una delle sedie, e si mise in ginocchio. Le prese le mani tra le sue e le strinse, portandole poi al suo petto. "Ti amo." Sussurrò lievemente, con le pozze ambrate che aveva al posto delle iridi lucide e luccicanti.
Aaron Palmer non si era mai sentito così in tutta la sua vita. Agata Rubio aveva sconvolto la sua esistenza ed aveva capito che era la sua anima gemella nel momento stesso in cui le loro labbra di erano unite per la prima volta quasi tre mesi addietro.
Aveva deciso di andarci piano con lei, per paura di essere deluso dall'ennesima donna. Gli facevano più male le ferite al cuore, che quelle fatte da botte e pugni.
"Mi nena, io ti devo dire una cosa importante. So che di te mi posso fidare e penso che sia arrivato il momento di confessarti la verità. Il mio nome non è Leo Smith, ma Aaron Palmer e sono nel programma protezione testimoni di Gotham City. Lavoravo al servizio di un boss mafioso,
ero costretto sotto minaccia. Ma grazie alla mia ex fidanzata poliziotta sono riuscito ad uscire da quel losco giro."
Agata sussultò, metabolizzando pian piano la notizia: "Non mi importa se ti chiami Leo o Aaron, se sei un testimone sotto protezione. L'importante è che ti amo." Gli sorrise dolcemente e gli stampò un bacio leggero sulle labbra. "Voglio fare l'amore con te stanotte, per la prima volta in vita mia sento di amare qualcuno profondamente e quel qualcuno sei tu Aaron."
Palmer si alzò in piedi e la trascinò con sé. Le accarezzò le braccia con lentezza, sentendo sotto ai polpastrelli la pelle della ragazza ricoprirsi di brividi.
La Rubio gli strinse il colletto della camicia tra le dita tremanti e lo baciò con passione, gli lambì le labbra con bramosia. Lentamente si spostarono in camera da letto, con i cuori palpitanti e frementi per l'eccitazione.
Si spogliarono, assaporando la consistenza delle loro carni calde e fecero l'amore per tutta la notte.
Aaron si sentiva in paradiso tra le braccia di Agata, si sentiva veramente felice ed era sicuro di aver lasciato alle spalle tutto il suo passato burrascoso. Quella giovane ragazza era un nuovo inizio per lui, una nuova vita ed un nuovo amore puro e travolgente. Si sentiva completo.
"So let us melt, and make no noise,
No tear-floods, nor sigh-tempests move;
'Twere profanation of our joys
To tell the laity our love." ***
* * *
NOTA:
* Eres maravillosa, mi nena = Sei meravigliosa, piccola mia
** Eres hermoso, mi amor = Sei bellissimo, amore mio
*** "So let us melt, and make no noise, no tear-floods, nor sigh-tempests move; 'twere profanation of our joys to tell the laity our love." SIGNIFICA: "Così sciogliamoci senza far rumore, né inondazioni di lacrime, né tempeste di singhiozzi; sarebbe profanare le nostre gioie rivelare ai laici il nostro amore."
(Estratto dalla poesia "A Valediction: Forbidding Mourning" di John Donne, 1572 - 1631)
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