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» dodici


"Da quando in qua tu e Bruce Wayne siete amici?" Domandò Aaron con un strana espressione corrucciata sul volto e le braccia muscolose incrociate al petto.
Era piedi al centro della camera da letto di Brandy e la stava fissando impaziente da almeno una decina di minuti, mentre lei continuava imperterrita nella scelta dell'abito adatto da indossare quella sera.

"Non siamo amici... Ci conosciamo, tutto qui." La ragazza richiuse con un tonfo il proprio armadio e portò lo sguardo in direzione di quello del suo fidanzato. I lividi sul suo volto mascolino erano ormai scomparsi e rimaneva un piccolo taglio sul labbro, a testimonianza di ciò che era successo solo qualche giorno prima. Brandy ed Aaron avevano ufficializzato la loro relazione in seguito a quello spiacevole evento: Palmer si era presentato all'appartamento della bionda e sembrava sconvolto, come se gli fosse successo qualcosa di davvero devastante. Inoltre il suo viso era ricoperto da ferite ancora sanguinanti. Lo aveva medicato in silenzio, domandagli di tanto in tanto cosa fosse successo, ma il giovane uomo aveva risposto con un serafico niente.

Il bacio che aveva dato alla bionda la mattina successiva sapeva di disperazione e si era aggrappato alle spalle esili della Knight come se fosse la sua àncora di salvezza.
Poi l'aveva guardata negli occhi e in quell'esatto istante lei si era resa conto di quanto fossero lucidi e brillanti come l'oro.

"Vuoi essere la mia fidanzata?" Era andato dritto al punto, la voce gli tremava per l'emozione e forse anche per la paura di perderla che attanagliava Aaron da qualche giorno a quella parte.

Brandy aveva sorriso e lo aveva abbracciato, togliendogli il respiro: "Certo, amore mio."

Ma, successivamente, era arrivata quella lettera che aveva messo in discussione ogni certezza della ragazza. Bruce Wayne la invitava ad un esclusivo ballo che si sarebbe tenuto nella sua villa.
Buttò il vestito che aveva scelto sul letto ed aspettò che Aaron ribattesse alla sua affermazione.
"Okay, farò finta di crederci." Il giovane alzò teatralmente gli occhi al cielo. "Comunque continua a non piacermi quel Wayne."

"Hai già deciso come vestirti per il ballo di stasera? Io indosserò questo abito nero." Brandy sviò volutamente il discorso.
Si ricordava bene le occhiatacce che il suo neo fidanzato aveva rivolto a Bruce la sera che si era presentato al nightclub.

"Metterò uno smoking, anche se sembrerò un fottuto pinguino." Aaron sbuffò, passandosi poi una mano tra i capelli. Se aveva accettato di andare a quello stupido evento era solo per far contenta Brandy e per accertarsi che il miliardario non si avvicinasse troppo alla sua fidanzata. Lo odiava ed era certo che il sentimento fosse ricambiato.

"Amore, sono sicura che starai benissimo vestito da pinguino." Brandy si sedette accanto a lui sul letto e gli stampò un bacio sulle labbra, gli accarezzò poi quello inferiore con l'indice e sentì sotto alla pelle il taglio che si era procurato in mezzo a quella rissa. "Però ti devi tagliare la barba. Adesso vai a casa a cambiarti."

Aaron si alzò in piedi con controvoglia, avrebbe voluto rimanere tra le braccia della sua ragazza per tutta la serata.
"Passo a prenderti tra un'ora, vedi di farti trovare pronta!" La baciò un'ultima volta ed uscì dall'appartamento delle due amiche, salutando Whisky con un buffetto sul muso peloso visto che lo aveva seguito fino alla porta.

Una volta sola, Brandy si distese sul letto e - come era solita fare da una settimana a quella parte - pensò al suo alleato.
Batman era sparito nel nulla: il Batsegnale non si accendeva da sette lunghissime notti ed il telefono satellitare che le aveva dato non aveva squillato una sola misera volta. Lo portava sempre con sé, proprio come le aveva raccomandato lui. Era preoccupata, non era normale che mancasse per così tanto tempo. Ma era sicura che ci fosse una spiegazione dietro all'assenza prolungata del suo compagno.

Scacciò dalla testa tutti quei pensieri e si concentrò solo sulla magnifica serata che l'aspettava.
Lei, Aaron, il ballo, Bruce Wayne... Non aveva avuto più notizie di lui, ma quell'invito l'aveva lasciata piacevolmente sorpresa. Indossò l'abito nero che aveva comprato per l'occasione: un tubino nero con uno spacco vertiginoso e sexy sul fianco destro ed una profonda scollatura sulla schiena. Non aveva le maniche e si allacciava al collo, coprendo completamente il petto.
Mise un paio di scarpe con il tacco nere laccate - le sue preferite - e si truccò per mettere in risalto gli occhi azzurri di cui andava tanto fiera e che aveva ereditato da mamma e papà. Si dipinse le labbra con un leggero strato di rossetto di una tonalità più scura della sua pelle color porcellana.

Il campanello suonò in quel preciso istante, annunciando l'arrivo del suo cavaliere.
Quella sera Aaron era bello più che mai stretto nel completo elegante nero. "Sei stupendo, tesoro." Brandy gli appoggiò entrambi le mani sulle guance lisce e completamente sbarbate e poi lo attirò a sé. Le loro bocche si incontrarono fameliche, le labbra si scontrarono con passione e si assaggiarono con bramosia.

"Piccola, sei tu quella stupenda." La mano di Palmer scese lungo il fianco di Brandy e le strizzò il sedere, ridacchiando contro la guancia della sua ragazza.

*


Brandy si ricordava l'enorme androne di Wayne Manor.
Il marmo bianco ed elegante, le luci che scaldavano l'immenso salone e le dolci note che risuonavano tra le pareti della
villa. Ma quella sera era ancora tutto più magnifico di quanto non lo fosse già: era stato allestito un piccolo palco al centro della sala principale su cui si stava esibendo un trio di musicisti accompagnati dalla voce calda di una signora di mezza età che sembrava Aretha Franklin.

Conoscendo Bruce Wayne, poteva benissimo essere lei in carne ed ossa.

Ai lati del salone erano stati allestiti quattro grossi tavoli, sui cui si trovava ogni ben di Dio.
Caviale, champagne, formaggi francesi, fontane di pregiato cioccolato svizzero, affettati e carni provenienti direttamente dall'Italia. L'androne era già gremito di gente, visto che Aaron e Brandy erano arrivati in ritardo.
Avevano passato mezz'ora a pomiciarsi difronte alla porta d'ingresso della topaia della bionda come due ragazzini alle prime armi. Le signore della Gotham bene sfoggiavano abiti eleganti e riccamente decorati di grandi atelier internazionali, mentre gli uomini avevano scelto completi eleganti dai diversi colori.

"Certo che Wayne non si risparmia quando fa le feste." Fu il commento divertito di Aaron, che si guardò attorno con aria spaesata. Sembrava un pesce fuor d'acqua. "Che ne dici se prendiamo qualcosa da bere?"

"Sì, è un'ottima idea." Brandy gli sorrise ed insieme di diressero verso il ricco buffet. Lo champagne fu come un balsamo per entrambi, che sfoggiarono subito un'aria più rilassata.
Se ne rimasero in disparte fino a quando un signore dai modi cordiali si avvicinò a loro.
Indossava un completo scuro, i capelli bianchi erano perfettamente pettinati ed aveva un sorriso gentile sulle labbra sottili.

"Signorina Knight, signor Palmer benvenuti a Wayne Manor." Brandy si stupì del fatto che l'uomo conoscesse i loro nomi, molto probabilmente era il maggiordomo di Bruce. "Il padrone di casa vorrebbe aprire le danze con lei, signorina."

La ragazza si guardò attorno, fino a quando in mezzo a tutte quelle persone vide la figura severa, ma al tempo stesso elegante, di Bruce Wayne. Non appena i loro occhi si incontrarono, le sorrise in modo ammiccante e con un gesto della mano la invitò a raggiungerlo.
Il vecchio maggiordomo era già sparito tra la folla, quando riportò l'attenzione su Aaron.
Brandy lo guardò negli occhi, era arrabbiato e non si preoccupava neanche di mascherarlo.
"Ti dispiace se vado da lui?"

"Sì, mi dispiace. Brandy, cosa vuole Wayne da te?" Sbottò, attirando l'attenzione di qualche riccone accanto a loro.

"Niente, te l'ho detto: siamo solo conoscenti. L'altro giorno siamo usciti a pranzo insieme ed abbiamo parlato a lungo di quello che ci è capitato quando eravamo piccoli. Ti giuro Aaron che tra me e lui non c'è assolutamente nulla!" Gli occhi della ragazza si velarono di lacrime. La totale mancanza di fiducia da parte del suo fidanzato la mandava fuori di testa.

"Okay, balla con lui." Asserì il giovane uomo, stringendo le labbra carnose in una linea retta e rigida. Poi lanciò un'occhiataccia omicida al diretto interessato, che li stava osservando a debita distanza. Brandy scacciò le lacrime e strinse Aaron tra le sue braccia, dandogli poi un bacio mozzafiato che zittì completamente i suoi dubbi.
"Io voglio solo te, amore mio."

Percorse la distanza che la separava da Bruce a rallentatore.
Si sentiva in mezzo a due fuochi: da una parte c'era Palmer che le faceva ardere il corpo di passione, mentre dall'altra si trovata Wayne con i suoi sguardi malinconici ed i gesti gentili che le riservava.
"Ciao, Bruce." Mormorò quando se lo ritrovò davanti. Il cuore stava martellando nella cassa toracica ed il respiro all'improvviso si era completamente mozzato.

"Buonasera, Brandy." Le sorrise lui, mandandole in tilt il cervello. "Vedo che ti sei portata la guardia del corpo."

La bionda alzò gli angoli della bocca in una smorfia divertita, poi guardò Aaron: "Avevo paura di annoiarmi da sola in mezzo a tutti questi ricconi snob. Ha insistito lui per venire, comunque."

"Non sei completamente da sola, ci sono anch'io in mezzo a tutti questi ricconi snob." Sorrise ancora, mettendo in mostra una fila di denti bianchissimi. "Ti va di ballare?" Brandy annuì e strinse la mano che Bruce le porse. Con l'altro braccio le cinse il fianco ed iniziarono a volteggiare sulle note di I Say A Little Prayer For You.


"Scusami per come mi sono comportato l'ultima volta che ci siamo visti. Non mi aspettavo che ti esponessi così tanto." La voce calda di Bruce si sovrappose alle parole della canzone.

"Forever, forever, you'll stay in my heart and I will love you.
Forever, forever, we never will part.
Oh, how I'll love you.
Together, together, that's how it must be to live without you.
Would only be heartbreak for me." *

"Non preoccuparti, è stata colpa mia." Ammise la ragazza, appoggiando il palmo della mano sul petto di Wayne.

"Il tuo quasi fidanzato mi sta ammazzando con gli occhi. Dovrei forse avere paura di lui? È una montagna di muscoli!"

"Forse... Può essere pericoloso. Però neanche tu sei messo male." Gli sorrise maliziosa, cercando di mascherare quel complimenti.

"Mi stai facendo un apprezzamento, Brandy?" Domandò incredulo Bruce, facendo ridacchiare la ragazza.
"Bello l'anello che hai al dito. Te l'ha dato lui per segnare il territorio e scacciare gli altri maschi."

"Più o meno." Il sorriso sornione dipinto sulle labbra della bionda non accennò a sparire, le piaceva quell'intimità che si era creata fra lei ed il miliardario.

"Brandy, io volevo dirti una cosa importante..." Le parole gli morirono in gola, non appena il suo sguardo incrociò gli occhi infuocati di rabbia di Aaron.
Avrebbe voluto urlare alla ragazza che lui era Batman e che il loro segreto sarebbe stato al sicuro, ma preferì ingoiare il groppone e continuare a far finta di niente.

"Signor Wayne, se non le dispiace vorrei riavere indietro la mia fidanzata." La canzone era finita ed Aaron si era subito fiondato a reclamare la sua donna.

"Certo, signor Palmer. È stato un onore ballare con te, Brandy." Fece un elegante baciamano alla bionda e poi sparì tra i numerosi invitati che accalcavano la sala principale di villa Wayne.

"Stai lontana da lui, non mi piace." Mormorò Aaron assottigliando gli occhi in due fessure, osservando il giovane miliardario che si era mescolato in mezzo alla folla ed aveva iniziato a chiacchierare con importanti uomini d'affari.

"Aaron, non hai niente di cui preoccuparti. Bruce è una brava persona e mi capisce meglio di chiunque altro, sa cosa si prova a perdere la propria famiglia." Incrociò le braccia al petto ed aspetto che il giovane ribattesse.

"È questo il tuo problema, Brandy. Sono passati cinque anni, ma non riesci a fartene una ragione: tuo papà e tua sorella sono morti. Non puoi fare nulla affinché le cose cambino. Devi andare avanti, vivere la tua vita e smetterla di piangerti addosso. Sei giovane, intelligente ed ambiziosa. Avresti mille possibilità in più se tu smettessi di fare la spogliarellista in quello squallido locale e ti cercassi un lavoro vero."

"Aaron, tu non sai niente della mia vita! Non puoi riempirti la bocca di queste inutili cazzate, perché non puoi nemmeno immaginare cosa si prova a perdere tutta la tua famiglia nel giro di un anno. Tu non sai niente di me." Brandy lo fissò con astio e poi si girò, dandogli le spalle. "Vattene, non voglio più vederti."

"Okay." Mormorò Aaron, stringendo la mascella. "Fatti portare a casa dal tuo amichetto Wayne visto che lui ti capisce così tanto." Sparì tra la folla, ribollente di rabbia e maledicendo quel fottuto miliardario che si era messo in mezzo a lui ed alla sua ragazza.

*

Un silenzio carico di tensione invadeva l'abitacolo della Lamborghini grigia di Bruce Wayne, avvolgente e pieno di parole non dette. Brandy fissava il paesaggio collinare attraverso il finestrino scuro dell'auto sportiva. Era un susseguirsi di alberi spogli e dai rami rinsecchiti e distese di campi di grano dalle tonalità più accesse del giallo. Sbuffò per l'ennesima volta, richiamando l'attenzione del suo autista.
Bruce si era gentilmente offerto di accompagnarla a casa, dal momento che Palmer aveva preso sul serio le sue parole e l'aveva abbandonata nel salone principale di Wayne Manor.

La giovane donna si era subito pentita di essersi arrabbiata con lui ed avergli riversato addosso quel fiume in piena che era la sua rabbia, ma le parole di Aaron l'avevano ferita e ci avrebbe impiegato qualche giorno a perdonarlo. Non aveva motivo di essere gelosa del principe di Gotham. Brandy era attratta da lui, ma non aveva in alcun modo compromesso il rapporto con il buttafuori. Aveva pranzato con Bruce ed avevano parlato a lungo del loro dolore, senza spingersi oltre a quel bacio casto che gli aveva stampato sulla guancia.

"Mi dispiace essere la causa del litigio tra te ed il tuo fidanzato." Mormorò Wayne, passandosi una mano tra i capelli e stringendo l'altra sul volante, fino a farsi diventare le nocche bianche.

"Non è colpa tua, Bruce... Aaron è solo geloso ed io non ne vedo il motivo. Non stiamo facendo nulla di male noi due." Lo guardò per qualche istante e poi tornò a concentrarsi sulla strada.
La campagna incontaminata aveva lasciato spazio al cemento e al calcestruzzo grigio e scialbo della città. I grattacieli alti del centro sovrastavano le enormi case popolari ed i quartieri malfamati, ma il palazzo più grande ed imponente era la Wayne Tower.

Le vie erano ricolme di rifiuti, l'asfalto pieno di buchi, gli edifici fatiscenti e devastati dai ragazzacci di strada...
Era chiaro che ormai Gotham fosse una città fantasma e marcia.
Sia Bruce che Brandy osservarono la loro patria cadere in pezzi, devastata dalla criminalità che si era infiltrata in ogni dove.

"Siamo arrivati." L'uomo fermò la macchina accanto al marciapiede difronte al portone del palazzo della ragazza, poi le rivolse un sorriso leggermente imbarazzato.

"Grazie, Bruce. Non so come farei senza di te." Brandy ridacchiò per quell'ultima affermazione, seguita a ruota da Wayne.

"Sopravviveresti lo stesso, sei una ragazza in gamba!"

Calò il silenzio. Si sentivano solo i loro cuori battere ed i respiri leggermente ansanti.

"Prima volevi dirmi qualcosa?" Brandy distolse lo sguardo. Gli occhi di Bruce la fissavano severi e la mettevano in soggezione.
Erano scuri come la notte e nascondevano mille segreti.

"Non era niente di importante..." Liquidò l'argomento in fretta. Forse non si sentiva ancora pronto a rivelarle la sua identità nascosta, infondo lo faceva anche per il suo bene. Sapeva quante persone volessero la testa di Batman su una picca e se Batgirl fosse finita nelle mani di essi, non si sarebbe mai dato pace.
Aveva già perso i suoi genitori, non voleva perdere anche lei.

"Mmh, okay. Allora buonanotte e grazie ancora per il passeggio." Aprì la portiera della Lamborghini, ma Bruce le afferrò il polso con un gesto veloce e disperato. Brandy si voltò, avrebbe voluto fargli molte domande, ma un paio di labbra calde zittirono le sue parole ed i suoi pensieri.

Bruce Wayne la stava baciando.


* * *

NOTA:

* "Forever, forever, you'll stay in my heart and I will love you. Forever, forever, we never will part. Oh, how I'll love you. Together, together, that's how it must be to live without you. Would only be heartbreak for me." SIGNIFICA: "Sempre, per sempre sarai nel mio cuore e ti amerò.
Sempre, mai ci lasceremo. Oh, quanto ti amo. Insieme, insieme. è così che deve essere vivere senza di te. Vorrebbe dire vivere col cuore infranto."

(Estratto dalla canzone "I Say A Little Prayer" di Aretha Franklin, 1967)

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