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Dangerous Night

Entrai nel locale e subito l'odore di alcool e sudore investì le mie narici, facendomi pensare di girare i tacchi e andare via.

Non che avessi di meglio da fare in ogni caso.

Sospirai e mi andai a sedere al bancone, dando le spalle al tizio alla mia destra e un po’ ai baristi, rivolgendo lo sguardo verso la zona con le cubiste e le ballerine.

Di nuovo dubutai della mia scelta e mi chiesi come fossi finito in un posto del genere ma ancora una volta ignorai quei pensieri e mi girai totalmente verso il bancone, tenendo lo sguardo basso e la testa poggiata pigramente su un braccio

«Posso portarti qualcosa?» la voce era chiaramente quella di un ragazzo

Sbuffai internamente
“Non potevo almeno essere servito da una bella cameriera?”

«Per ora una birra ghiacciata grazie» feci senza sollevare lo sguardo «Tennen's o Heineken se possibile»

Il cameriere prontamente si girò verso il distributore che si trovava accanto a lui e me la porse, aprendomela davanti, con un “ecco a lei” mentre si spostava a servire il tizio seduto accanto a me

Iniziai a sorseggiare la birra tenendo sempre lo sguardo basso, immerso in pensieri vuoti. Nei momenti in cui ritornavo alla realtà, notai che il cliente non stava ordinando nulla ma stava flirtando, ed in modo neanche così nascosto, con il cameriere, il quale però era probabilmente abituato a situazioni del genere e per quello riusciva a rispondere in modo non brusco alle sue avance nonostante lo stesse rifiutando.

Dopo un po’ che i due erano incatenati in quella conversazione senza fine, decisi, non so neanche io perché, di “salvare” il cameriere richiamando la sua attenzione per farmi portare un cocktail

«Potresti portarmi un cocktail? Lascio scegliere a te cosa, ma nulla con un tasso alcolico troppo alto»

«Arriva subito»

Si girò e iniziò ad armeggiare con diverse bottiglie, ma solo quando mi presentò il bicchiere pieno, finalmente sollevai lo sguardo.

E cazzo non so ancora se avrei dovuto farlo prima o dopo.

Come avevo intuito dalla voce, il cameriere era un ragazzo che aveva circa la mia età, estremamente bello, con i capelli corvini legati in un codino basso e degli occhi grandi ed espressivi, di un colore indefinito per via della luce fioca del locale

«Grazie» accennai, ancora sbalordito per la vista del ragazzo

“Ora capisco perché il tizio ci stesse provando e perché lui ci è abituato”

«Grazie a te per avermi allontanato da quel tipo. Lo hai fatto di proposito o non te ne eri accorto?»

“Beccato”

«A dire il vero sì, l'ho fatto apposta. Ho sentito parte della conversazione nonostante la musica e stava andando avanti da un po’. So quanto possono essere fastidiose alcune situazioni»

«Beh grazie ancora. Tu come mai sei da queste parti? Non ti ho mai visto qui? Ti hanno appena mollato?»

Senza volerlo mi irriggidii un po’
«Immagino ti capitino diverse persone con ‘motivazioni’ del genere. La mia è diciamo simile. Non sono stato mollato, ma la ragazza con cui ci provavo da diverso tempo si è messa con uno, un tipo che non sopporto tra l'altro. Ecco perché sono qui. Non sono solito frequentare certi locali»

Il cameriere rise leggermente, troppo piano per poterla sentire chiaramente ma abbastanza forte da capire che stesse effettivamente ridendo
«Che beffa! Ignorare un ragazzo come te poi! Immagino che tu sia qui per una storia da una notte e via allora?»

“Aspetta è cio che penso che sia?”

«In realtà non ho un “piano” in mente. Ho diverse possibilità. Bere un po’, fino a diventare brillo, fino ad ubriacarmi o fino a star male. Potrei accontentarmi di osservare le stripper. Potrei provarci con qualcuno. Sperare in una storia da una notte o in qualcosa di un po’ più duraturo —non per forza in senso romantico. Probabilmente anche altro ma non mi viene in mente nulla. Hai suggerimenti?»

«Non sei il primo in una situazione del genere ma sicuramente sei uno dei pochi, se non l'unico, che non sa cosa farà della serata» Fece, incatenando il suo sguardo con il mio

«Penso che mi farò trascinare dai fatti, dall'atmosfera… o qualcosa del genere»

Stavolta la sua risata fu un po’ più forte e la sentii chiaramente, il che mi fece morire e risorgere poco dopo.

«Sei simpatico… Mi piace» nel pronunciare la seconda parte la sua voce divenne più bassa e sentii una scossa elettrica per tutta la schiena

Ammiccai malizioso
«Definisci “simpatico”»

«Innanzitutto divertente, ma nel tuo caso anche altro»

“Sta decisamente rispondendo ai miei flirt vero? Non sono solo io che sto entrando nel mio BI panic vero?”

«E pensare che inizialmente avrei preferito essere servito da una bella cameriera con un bel seno e curve mozzafiato…» mi fermai un attimo,da un lato valutando se proseguire o meno, dall'altro per osservare la sua reazione. Reazione che si definì in un sorriso da parte sua, e fui certo di notare della malizia mal nascosta in quel sorriso «… Ma non mi dispiace affatto essere in compagnia del cameriere samurai affascinante»

«Aw pensi che io sia affascinante, che carino» fece in un tono che non riuscii a decifrare.

Distolse un attimo lo sguardo e guardò l'orologio
«Il mio turno dovrebbe finire tra 5 minuti… Non penso sarà un problema finire un poco prima»
I suoi occhi mi guardano dritto nei miei e le sue labbra ora erano decisamente in un'espressione tutt'altro che pura.

Lo guardai incredulo mentre fece il giro del bancone, venne verso di me, mi prese il braccio e facendomi alzare mi trascinò in ciò che scoprii essere il bagno.

Appena chiuse la porta alle spalle ritornai alla realtà giusto il momento prima di ritrovarmi le sue labbra sulle mie.

Il bacio diventò subito passionale e iniziai di nuovo a non capire molto.
Le nostre lingue si incontravano, si univano per poi allontanarsi di nuovo, in uno scambio di pieni e vuoti, lasciandomi completamente senza fiato.
Ci allontananmo, uniti ancora da un rivolo di saliva. Ci guardammo negli occhi, lucidi di passione, eccitazione e lussuria e un istante dopo eravamo di nuovo l'uno nella bocca dell'altro. Le mie mani si spostarono lungo le sue braccia per finire sul suo viso mentre lui le mise sul mio collo, accarezzandomi i capelli con le dita. Senza accorgermene mi ritrovai schiacciato contro la porta mentre quello scambio di baci diventava sempre più intenso e fui grato di avere la porta a supportare le ginocchia che iniziavano a rammollirsi.

Quando di nuovo ci separammo, le ginocchia cedettero sul serio senza il barista a spingermi con forza contro la superficie dietro di me. Sfruttai però l'occasione per fare una cosa decisamente non nel mio stile, ma volevo sperimentare.

O forse era solo l'alcool in circolo ma non voglio dare la colpa solo a lui.

Mi sistema meglio sulle ginocchia e sollevai lo sguardo verso il mio obiettivo.
Con le mani quasi tremanti per chissà quale motivo, slacciai la cintura del corvino, sbottonai l'unico bottone dei pantaloni e abbassai la zip e l'indumento stesso.
Mi chiesi mentalmente per l'ennesima volta come fossi finito lì ma di nuovo non potevo dire di essermene pentito.

Iniziai a stimolare il suo sesso attraverso la stoffa dei boxer, succhiando leggermente in più punti e sentendolo gemere sotto di me continuai per un po’.

«P-Pianta-ah. Piantala con questi gi-giochetti» tremò al che lo liberai dell'ultima barriera mentre sospirava.

Lasciai un bacio sulla cappella e poi iniziai a leccare il suo sesso partendo dalla base fino alla punta, con calma, prendendomi tutto il tempo del mondo.
Lasciai anche qualche bacio qua e là per la sua lunghezza.
Lo sentivo gemere e ansimare, anche se ero pienamente consapevole di quanto fosse estenuante il mio ritmo, ma era tutto parte del “piano”.
Quando fece per aprire bocca, probabilmente per dirmi di velocizzare, senza preavviso lo presi tutto in bocca e iniziai a succhiare.
Ritornavo verso la punta, quasi staccandomi, per poi riprenderlo tutto, con le labbra che quasi toccavano il suo inguine.
Sentii la sua mano stringermi i capelli e poco dopo quella stessa mano mi stava spingendo ancora di più, forzandomi ad aumentare il ritmo.

Sentii il ragazzo quasi grugnire, stavolta la sua voce era più bassa che mai e cazzo quanto era eccitante. Una scossa elettrica mi percosse la schiena per scaricarsi sulla mia erezione che già da tempo — troppo tempo — era difficile da ignorare.
Mi venne in bocca con un suono a metà tra un grugnito e non-so-cosa e anche le sue gambe tremanti in modo frenetico minnacviavano di cedere, ma lui si tenne con le braccia alla porta dietro di me.

Mi alzai e con la lingua leccai il resto del suo seme che mi era rimasto sulle labbra.

L'altro ragazzo divenne rosso, senza però distogliere lo sguardo, e capii di essere riuscito nel mio intento. Allo stesso tempo però sul suo viso c'era un sorriso indecifrabile.

Mi avvicinai di nuovo a lui e gli presi il mento con la mano destra, costringendolo a guardarmi.

«Ora? Cosa vuoi fare per sistemare la mia situazione?»

Il corvino invece di rispondere, spostò le mie dita dal suo mento alla sua bocca e fece ciò che poco prima stavo facendo con il suo sesso.

Iniziò a leccarmi due dita, lentamente, incatenando il suo sguardo con il mio, dalla base fino alla punta, falange per falange e quasi venni solo a quella vista.
Quando ebbe finito spostò la mia mano verso il basso, verso i suoi fianchi, per poi appoggiarla sul suo didietro, facendomi capire cosa fare.

Con la mano destra, prima gli strinsi la chiappa e poi mossi lentamente le dita verso la sua apertura, mentre la sinistra si infilava sotto la sua maglietta nera. Fui non poco sorpreso di trovare un fisico asciutto che tremava ad ogni contatto con le mie falangi mentre lui respirava affannosamente sotto di me.
Con le dita arrivai ad un capezzolo e sorrisi malizioso

«E questo piercing qua nascosto? Ti piace proprio farti toccare e stare sotto eh?»

«P-Piantala. Non sono ah… n-non sono affari tuoi»

Spostai la mano verso l'orlo della maglietta e lo sollevai più che potevo.
Mi leccai le labbra a quella vista.

I capelli scombinati.
Gli occhi lucidi.
Le labbra arrossate e semi aperte.
La pelle candida, anche se ancora per poco.
I capezzoli rosei di cui uno ornato dal piercing.
Il fisico asciutto, con gli addominali ben definiti.
E il suo sesso che ancora chiedeva attenzioni.

A quella vista provai anche qualcos'altro ma non riuscii a capire cosa.

Mi fiondai sulle sue labbra e contemporaneamente iniziai a massaggiare la sua apertura con movimenti circolari. Poi inserii il primo dito e lo sentii genere nella mia bocca, una scossa elettrica sulla mia schiena.

Lo mossi lentamente dentro di lui, andando più in profondità, cercando il suo punto di massimo piacere, piegando ogni tanto le dita.

Appena vidi che si era abituato a quella intrusione, lasciai la sua bocca, ora ancora più rossa, verso il basso, verso il suo capezzolo ornato dal piercing, con il quale volevo giocare sin dall'inizio. Iniziai a leccarlo, lentamente, il sapore del metallo sulla mia lingua non era affatto fastidioso, anzi, era quasi piacevole e decisamente eccitante.
Il barista cercava di controllare e reprimere ogni suo suono mordendo la maglietta ma riuscii a farlo staccare iniziando ad alternare lingua, labbra e denti. Infilai quindi anche il secondo dito e continuai con i movimenti precedenti, piccole rotazioni, e qualche sforbiciata. Sentendo i suoi muscoli che si chiudevano intorno alle mie dita, non riuscii a non pensare a cosa avrebbero fatto intorno al mio sesso.
Mi morsi il labbro.

“Lance mantieni il controllo come hai fatto finora o lo farai male”

“Secondo me però gli piace il dolore. O non avrebbe senso il piecing in quel punto specifico”

“No. Noi non gli faremo male.”

“Piantatela entrambi”

Mentre l'angelo e il diavolo della mia coscienza litigavano, il corvino si abituò all'intrusione.
A quel punto tolsi entrambe le dita e un sospiro lasciò le sue labbra

«Babe, non è che hai un condom con te?»

Senza rispondere, mise una mano in tasca e prese il pacchetto colorato porgendomelo.
Per ringraziarlo gli lasciai un bacio con succhiotto nell'incavo tra la spalla e il collo.
Aprii il pacchetto e lo misi

«Voltati, appoggiati alla porta» solo allora notai quanto la voce fosse di diverse ottave più bassa e quasi non la riconobbi.

Mentre faceva come gli avevo detto, finalmente slacciai i miei pantaloni e abbassai i boxer. L'aria fredda del bagno contro la mia erezione mi fece sospirare dal sollievo.

Misi una mano sul fianco del ragazzo e una alla base del mio sesso.
Quando infilai solo la cappella già il ragazzo stava gemendo sotto di me e mi ci volle tutta la mia forza di volontà per non entrare dentro di lui subito e sbatterlo violentemente contro la porta.
Riuscii ad entrare lentamente, facendolo abituare man mano e iniziai a muovermi solo quando il corvino mi disse di farlo.

«Se ti faccio male dimmelo»
Dentro di lui era tutto caldo e il cerchio di muscoli mi avvolgeva proprio come pensavo quando alle dita non avevo ancora sostituito il mio sesso.
Iniziai con le spinte, lente, calibrate ma profonde, per trovare la prostata e dargli quanto più piacere. Dopo diverse spinte capii di averla trovata quando le sue labbra lasciano uscire un gemito molto vicino ad un urlo.
Iniziai quindi ad aumentare il ritmo delle spinte mentre sistemavo una mano sul suo sesso per masturbarlo.
Ogni tanto facevo aderire il mio petto con la sua schiena per leccargli il lobo dell'orecchio, o baciargli il collo o lasciare succhiotti sulla spalla.
Le spinte diventarono sempre più veloci così come i suoi gemiti incontrollati e i miei grugniti,e allo stesso tempo diventarono anche più disirdinate e spesso non riuscii a colpire la prostata.
Nonostante ciò raggiungemmo il climax insieme, lui nella mia mano ed io nel condom.

Rimanemmo fermi qualche istante per riprenderci, i respiri ancura affannati e quando ci staccammo entrambi quasi cademmo a terra.
Leccai il resto del suo seme dalla mia mano e poi la lavai nel lavandino, poi tolsi il condom e lo gettai in uno dei secchi mentre mi sistemavo i pantaloni.

Quando mi voltai verso il barista anche lui si era già sistemato

«Comunque io sono Lance»

«Comunque eh… » borbottò abbassando lo sguardo, probabilmente pensando di non essere sentito «Io sono Keith»

Stavolta riuscii a vedere bene i suoi occhi, ma continuavano ad essere per me di un  colore indefinito, tra il blu, il viola e il nero.

Non so perché sorrisi e gli lasciai un bacio a stampo sulle labbra.
Arrossì
«P-perché questo bacio?»

«Sinceramente? Non lo so neanche io» sorrisi «Non è un bacio passionale come i tanti che ci siamo scambiati per tutta la serata, ne avevo secondi fini… pensavo che fossi carino e avessi dei begl'occhi e mi è venuto spontaneo baciarti» feci arrossendo un po’ anche io «scusa se ti ho messo a disagio» distolsi lo sguardo

«No, al contrario. Mi è piaciuto molto»

Lo guardai e vidi sul suo viso un'espessione nuova. Un sorriso genuino, semplice e puro che non nascondeva nessuna seconda emozione o fine. E di nuovo provai una sensazione che mi era sembrato di provare nel corso della serata, ma stavolta sapevo cosa era: una freccia di cupido mi aveva trapassato il cuore.

Risposi al suo sorriso

«Allora non ti dispiacerà se ti bacio di nuovo…?»

«Affatto»

What a dangerous night to fall in lo-o-ove
Don't know why we still hide what we've beco-o-ome (oh, oh)

Do you wanna cross the line?
We're runnin' out of time
A dangerous night to fall in lo-o-ove”

Angolo me ⛡
ACE POPOLO DI WATTPAD. EBBENE SI. NON SONO MORTO E HO FINALMENTE SCRITTO SULLA KLANCE DOPO ANNI DALL'INIZIO DI VOLTRON (E SI STO URLANDO QUINDI BECCATEVI IL CAPS LOCK)
Doveva essere una PWP molto easy e corta e mi sono ritrovato nelle mani 2500+ parole di fan fiction. Però se devo scrivere una storia profonda a stento me ne vengono 500 ma vabbee
Per una volta ho revisionato la storia grazie anche alla bae che mi ha fatto da beta (love u)
Spero vi piaccia ✨

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