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capitolo 43-seconda parte

Punto di vista di Justin:

rimasi un po’ ansioso nell’attesa che aprissero le porte del tribunale. Era strano stare qui dopo tutto quello che era successo. Io, per esempio, non mi sarei mai aspettato di ritrovarmi qui. Sono stato intelligente, ho fatto le cose per bene e mi sono assicurato che non ci fosse nulla che mi potesse tradire.

Ma, questa volta ho fatto un casino e ora mi stavo prendendo la colpa del bastardo che ha iniziatro tutto questo.

Dopo quella che mi era sembrata un eternità, un uomo aprì la porta e fece un cenno alla guardia accanto a me, avvertendo che era giunto il momento di portarmi dentro. Stavo per affrontare tutti e nessuno di loro era disposto a sentire la mia versione dei fatti. 

Afferrò il mio bicipite, mi guidò nella stanza molto luminosa. Mi sono imbattuto in un po’ di persone prima di riacquistare il mio equilibrio. Le mie mani erano ancora legate alle strette manette legate ad una catena che terminava alle manette che teneva strette le mie caviglie.

Una volta che gli occhi si abituarono lla luce, mi guardai attorno sentendomi perso. Qualcosa dentro di me mi diceva che io non appartenevo a questo posto, nonostante le cose che avessi fatto. Ogni singola persona nella stanza si voltò per guardarmi, e mi sentì come un cervo abbagliato dai fari.

Calò altro silenzio se fosse stato possibile. Questa cosa mi innervosì, visto che tutti in quella stanza erano seduti a scrutare ogni mia mossa. Individuai il giudice che era seduto di fronte a me, poi guardai la giuria. La maggior parte mi guardò con un espressione vuota, senza emozioni, tranne una ragazza che sembrava completamente annoiata, e un uomo che sedeva con un sorriso stampato sul volto.

Scuotendo la testa, guardai il pubblico, i miei occhi si posarono su di lei.

Sembrava cosi fuori luogo e spaventata. Odiavo il fatto che lei era lì, e odiavo ancora di più il fatto che lei era qui per causa mia.

Kelsey catturò i miei occhi, mi sorrise leggermente, ma sparì cosi rapidamente proprio come era comparso, e subito dopo distolse lo sguardo, evitando i miei occhi.

Aprii la bocca, volendo dire qualcosa, qualsiasi cosa che poteva rendere quella situazione migliore, ero disperato, volevo dirle qualcosa, quanto mi dispiaceva ma la guardia mi portò alla realtà spingendomi in avanti.

“muoviti, Bieber” ordinò severamente.

Aggrottai le sopracciglia, camminando lentamente verso il tavolo dove sedeva la mia avvocatessa con diversi pezzi di carta sparsi davanti a lei. Lei mi guardò e fece un piccolo sorriso rassicurante.

Ero ansioso, ovvio, ma mi sentivo anche arrabbiato. Ero arrabbiato con ogni singola persona che era seduta lì, mi giudicavano come se sapessero la metà delle cose che ho passato, ero arrabiato con il coglione che mi ha spinto a fare l’errore che ho commesso, e soprattutto, ero arrabbiato con me stesso per essere entrato in questo pasticcio.

Ci sono voluti un paio di minuti per sistemare il tutto prima che il pubblico ministero mi chiamasse. In piedi, camminai verso la parte anteriore, tenendo la testa alta ad ogni passo che facevo. La chiave è la fiducia, se eviti il contatto visivo puoi essere sospetto, devi guardarli come se non avessi niente da nascondere.

Presi il mio posto accanto al giudice, aspettai il procuratore che iniziava a fare domante che sapevo aveva preparato. Jean, la mia avvocatessa, cercò di prepararmi con il tipo di domande che mi avessero chiesto. Una mossa sbagliata e poteva essere la fine per me.

Questo lo sapevo.

Giocherellando con le dita, trattenni il respiro in attesa di quello che stava per chiedermi e l’attesa non fu molto lunga poiché subito iniziò

"Quali erano le vostre intenzioni la notte che avete ucciso Lucas Delgado?" Ringhiò con quei occhi duri fissi su di me, con le labbra serrate saldamente unite. 

Stancamente guardandolo, mi leccai le labbra, "Le mie intenzioni erano semplicemente quelle di parlare " ho risposto senza problemi. "Questo è tutto."

Ghignando come se sapesse qualcosa, cominciò a camminare verso di me: "Avevate intenzione di ucciderlo tutti insieme?"

Scossi la testa, "Come ho detto volevo solo parlare" risposi appoggiandomi allo schienale. "Non ho mai pensato che sarebbe finito in quel modo."

La voce del procuratore assunse un tono molto più beffardo chiedendomi: "Hai pensato che non si sarebbe fatto prendere?" Lui inclinò la testa di lato, "È per questo che lo hai fatto?"

Digrignando i denti, mi morsi la lingua, attento a non scatenarmi. "Non avevo intenzione di ucciderlo," sibilai, cominciando a irritarmi poiché continuava a riformulare la stessa domanda più e più volte. Era il loro modo di cercare di confondere per vedere se la risposta era sempre la stessa e lui era così stupido da credere che avrebbe funzionato con me. "Quale parte di ciò che dico non capisci?"

Il procuratore alzò la voce, indicandomi: "Che cosa ti ha fatto pensare che fosse un bene prendere la pistola e sparare Lucas Delgado nel petto?"

La mia mascella i serrò inevitabilmente dopo quella domanda, la mia mente si offuscò. "Perché se non lo avessi fatto, sarei stato io al suo posto e lui al mio in questo momento" ringhiai stringendo i pugni sotto il tavolo, "ma sono sicuro che vi sarebbe piaciuto, non è vero? "

Ignorandomi, alzò il mento, "Perché hai una pistola, in primo luogo?" mi chiese, il suo tono tagliente, spezzò la tensione che ci circondava.

Presi un respiro profondo e alzai il sopracciglio, "Con la vita che faccio e con le persone che ci sono in giro, sarei un idiota a non avere un qualche tipo di protezione con me, non dovrei?" Scuotendo la testa, come se fosse la cosa più ovvia del mondo, bloccando la mascella stretta.

Sbattendo le mani di fronte a me, il procuratore sembrava averne abbastanza. "Se dovessi incontrare qualcuno per parlare non avrei bisogno di nessun tipo di arma con me, giusto?" rivolgendosi a me praticamente urlando, disperato.

"Sapete, mai…" iniziai a rispondere, ma lui subito proruppe nel mio discorso.

"E 'un peccato che Lucas non è potuto essere qui con noi oggi per giustificare se stesso di fronte a tutte queste persone, quindi possiamo basarci solo su ciò che ci dice” Si rivolse alla giuria, "Il mostro che ha ucciso più persone di quanto potessi contare. " Sentii il mio sangue iniziare a bollire a queste sue parole, combattendo l'impulso di saltare e strangolarlo a morte. “è un criminale e merita di marcire in galera per il dolore che ha causato." Mi guardò negli occhi, e allo stesso tempo non potei fare a meno di sentire il pungere di quelle parole dure.

"Obiezione!" Jean urlò, "opinioni personali non hanno alcuna rilevanza in questo caso. E 'chiaro il procuratore distrettuale vorrebbe il mio cliente in galera ma in nessun modo si deve affermare apertamente i proprio giudizi davanti alla giuria. "

"Andate avanti signor Sanchez," Il giudice Patterson parlò con severità: "Questo caso deve andare avanti."

"Bene," Lui fece qualche passo indietro, le mani levate in segno di finta resa, tranquillamente disse prima di guardarmi per l'ultima volta e tornando al suo posto "Non ho altre domande vostro onore"..

Dopo Sanchez si sedette, il giudice chiamò il mio avvocato per il suo turno.

Ero ancora fottutamene adirato per come era andato fino ad ora , a malapena mi avevano dato la possibilità di parlare. 

Sono riuscito a rilassarmi un pò ma il secondo dopo Jean cominciò ad avvicinarsi a me, con le mani intrecciate dietro la schiena mentre calorosamente mi guardava. Conosceva la storia, sapeva che cosa fosse successo e capii nel profondo che era abbastanza sicura di farmi uscire.

Ha iniziato, "Allora, cosa è successo quella notte, Justin?" prima di avere la possibilità di dire qualcosa, il procuratore distrettuale si alzò"Obiezione! Tale questione è già stata chiarita."

Alzai gli occhi, ma mantenni la calma, Jean guardò il giudice, "Ho il diritto di interrogare il mio cliente a mio modo."

Fermandosi a riflettere un attimo su questo, lui annuì, "obiezione respinta” ribattè, Sanchez borbottando qualcosa in fretta fra sé e sè con rabbia mentre si sedeva ancora una volta, il suo odio per me bruciava all'interno dei suoi occhi.

Guardandomi, lei si limitò ad annuire per farmi continuare .

"Pensai di incontrarmi con Luca per trovare un accordo in modo che nessun altro potesse farsi del male. Sapevo che non sarebbe finita bene se avessimo continuato con questa guerra. "

Guardando alla giuria, sospirai, sentendo il mio stomaco precipitare al suolo. "So cosa vuol dire perdere qualcuno. Ho perso mia sorella pochi anni fa a causa di qualche stupida rivalità e io non avevo intenzione di lasciare che ciò accadesse di nuovo. "

Un silenzio cadde tra la folla: "E cosa è successo quando sei arrivato nel posto in cui vi dovevate incontrare?" Jean continuato professionalmente anche se trapelava tristezza sul suo viso.

"La prima cosa che fece fu di dirmi come aveva guardato la mia ragazza vestirsi quella sera e in quel momento che io capii, lui non voleva parlare. Voleva guai e prima che io lo capissi, un pugnò mi fece cadere a terra. Nessuno di noi aveva intenzione di fare marcia indietro, ma ne avevo abbastanza. Così mi alzai e, quando l'ho visto cacciare fuori dalla tasca la pistola gli sparai, prima che avesse la possibilità di colpirmi . "

Annuendo, Jean tornò al tavolo prima di prendere un sacchetto di plastica e tenendolo in bella vista. "Questa è la pistola di Luca che aveva con lui quella notte." Mostrandola in modo che tutta la giuria avesse la possibilità di vederla prima di consegnarla al giudice, lei fece un passo indietro. "I risultati dimostrano che le impronte digitali sono le sue, c’è tutto nella cartella che vi avevo posto davanti, signore." disse prima di girarsi per affrontare tutti.

"Il mio cliente aveva tutto il diritto di difendersi, quella notte. Fu torturato abbastanza da Lucas Delgado e aveva anche intenzione di porre fine alla , ma Lucas aveva altri piani. "

"In che modo Lukas sarebbe il colpevole, quando è stato lui trattato come un animale la notte della sua morte?" Il procuratore ruggì mentre si alzava, il suo corpo tremante di rabbia.

" le persone ci trattano per come ci percepiscono, signor Sanchez." La sua voce era tagliente, "Il suo cliente, che riposi in pace, non è il partito innocente. Nessuno dei due lo è, entrambi lo avrebbero potuto gestire in modo diverso, il mio cliente ha fatto quello che era necessario per garantire la propria vita, e sono sicuro che lei avrebbe fatto lo stesso, date le circostanze. "

"Non vorrei mai uccidere una persona, questo è poco ma sicuro."

Ignorandolo, Jean si girò verso di me, "Justin, perché non va avanti e racconta a tutti noi quello che Lucas ti aveva fatto precedentemente a quella fatidica notte."

Alzando le sopracciglia, lei annuì, mi rassicurò che questo avrebbe giovato alla mia posizione. 

La stessa deglutizione mi risultava difficile, guardai oltre Jean e verso la giuria infine, i miei occhi si posarono su di lei. "Lucas mi voleva fuori dal quadro dal momento in cui abbiamo attraversato percorsi difficili. Ha cercato di togliermi di mezzo ogni volta che ha potuto ".

Kelsey aprì le labbra mentre i suoi occhi pieni di lacrime, sapevano dove stavo andando a parare. Si morse l'angolo del labbro, scosse la testa, la mano coprì la bocca.

Sentii il mio cuore battere con violenza "ha rapito la mia ragazza, l'ha torturata, picchiata e quasi ..." Scuotendo la testa, mi sentivo bruciare la gola alle parole che stavo per pronunciare, " violentata." Sussurrai. "Se io non fossi arrivato in tempo, lui avrebbe preso tutto di lei, solo per farmi del male."

"Questo è tutto:" beffandomi di me stesso: "Voleva arrivare a me attraverso lei. Volevo che finisse, non l'ha fatto. Voleva vincere. "

"Un motivo in più per volerlo morto!" Il procuratore ha urlato dal suo posto, con le mani sollevate al cielo.

Scossi la testa tristemente, i miei occhi rimasero fissi senza mai allontanarsi da Kelsey , continuai "So quali sono le conseguenze per aver ucciso qualcuno, e se sapevo che questo era ciò che lui avrebbe patito, avrei semplicemente lasciato che mi uccidesse. "

Kelsey rimase senza fiato alle mie parole, le lacrima cominciarono a gorgogliare lungo le guance.

"è stato fatto del male alle persone che amo e finisco sempre per farmi del male. E 'una battaglia che volevo finire ".

"Se posso," mi interruppe Jean tranquillamente, con le sue parole forti “ vorrei mostrare a tutti voi un video. Vi avverto non è bello, ma dimostra che l'altra parte coinvolta in tutto ciò, non è così innocente come sembra. " 

Mentre diceva questo, un televisore fu portato nella stanza. Prendendo un DVD da dentro la sua cartella, Jean lo mise nel lettore prima di premere play e attendere che il video partisse.

Trattenni il respiro quando vidi il volto di Kelsey in quella registrazione.

"Justin ti ucciderà," Lei sputò con veleno.

Luke rise forte, così come gli altri due ragazzi nel video. "Sì, beh, dov'è ora piccola? Perché l'ultima volta che l’ho visto, durante una lite piuttosto furiosa non ti è nemmeno corso dietro ".

"Pensi che lui non verrà a prendermi?” Lei sorrise, ridacchiando leggermente. "Devi essere più stupido di quanto pensassi." Anche se lei sembrava fiduciosa all’esterno, sapevo che era tutto tranne che sicura del mio arrivo.

Il viso di Luke si indurì sensibilmente. "Se tu fossi così intelligente , non avresti detto la metà delle cose che hai detto ora," Lui sogghignò, "Se fossi in te, mi terrei la bocca chiusa. L'ultima cosa che vuoi veramente è lanciare insulti contro di me. "

Kelsey socchiuse gli occhi. "Oh e cosa mi farai, tu mi darai uno schiaffo di nuovo? "Lei sbuffò, guardando lontano. 

Mi fece ribollire il sangue nelle vene e rizzare tutti i peli delle braccia,avrei quasi voluto uccidere quando mi resi conto che era già morto.

Luke chiuse la sua mano in un pugno, colpendo in volto Kelsey, senza un attimo di esitazione facendola tossire improvvisamente, il suo corpo cadde in avanti.

Luke le afferrò il viso, costringendo Kelsey a guardarlo. "Hai un inferno in bocca, cagna, " disse con disgusto, affondando le dita nella sua pelle facendola gridare di dolore.

Prese tutta la forza che aveva, Kelsey lo guardò dritto negli occhi, racchiudendo nel suo sguardo tutto l’odio che provava per quel ragazzo per poi sputargli in faccia.

"Tu cagna!" abbaiò, asciugandosi la saliva dalla faccia con il dorso della mano prima di afferrare Kelsey per il collo, cominciando a soffocarla.

Senza fiato, gli occhi di Kelsey si spalancarono mentre lei cercava disperatamente di respirare di nuovo. "fermati," Lei soffocò.

"la pagherai per questo." Lui sogghignò mentre dà la sua ultima stretta prima di spingere Kelsey con la schiena contro il letto. Il suo petto si sollevava su e giù, il suo viso rosso di rabbia. "Voi ragazzi potete andare fuori ora," Luke allungò il collo "Sembra che a questa cagna deve essere insegnata una lezione."

Andrea e l'altro ragazzo annuirono prima di uscire, chiudendo la porta dietro di loro.

Luca continuava a fissare diabolicamente Kelsey mentre afferrava l'orlo della camicia e tirandola sopra la sua testa, portandosi sopra il corpo tremante di Kelsey. "Non c'è nessun a combattere con me adesso cagna." la guardò in cagnesco, muovendo la testa in giù per il collo, dove ha iniziato a baciare e succhiare sulla pelle.

Sentivo il mio corpo ribollire, il disgusto che provavo in quel momento era insopportabile come vidi gli occhi di Kelsey costretti a dover ricordare tutto di nuovo.

"No, ferma," mormorò, spostando, cercando di muoversi sotto di lui, "per favore", implorava.

Luke non diceva nulla mentre lui tirava su i suoi vestiti, segnando la sua pelle.

Kelsey scosse, le sue piccole mani facevano del loro meglio per spingere il suo peso di dosso, ma la paura trapelava dai suoi occhi, "Per favore, non farlo. Mi dispiace, "sussurrò.

“Troppo tardi per questo ora, piccola," sibilò prima di forzare le sue labbra sulle sue, la sua lingua scivolare tra le labbra socchiuse, degustando ciò che era mio.

Kelsey lo spinse, scuotendo la testa, le lacrime cadevano dai suoi occhi.

Quando finalmente lo spinse via, Luke gli strappo la camicia.

“fermati!” urlò “non farlo, ti prego. Farò qualsiasi cosa!” gridò “per favore..”

“non puoi fare niente piccola” mormorò contro la sua pelle.

Tremavo per la sua voce, e le grida provenienti da Kelsey mi fermarono il cuore. Chiusi gli occhi, presi un respiro per rilassarmi. 

"proprio come vedete, Luke ha opposto più di una semplice minaccia. lui non era migliore di altri criminali che avete già incontrato.si, nessuno dovrebbe morire, la colpa però deve essere attribuito ad uno e non all'altro. lui ha fatto una serie di sbagli. lui ha costretto una ragazza che ha ripetuto in diverse occasioni che non voleva fare quello che lui aveva intenzione di fare a lei. eppure, lui ha continuato comunque e che in se ciò è punibile dalla legge"

Girò la testa verso la folla, che teneva il mento alto “justin ha fatto ciò che doveva fare per proteggere se stesso. Ed era disposto a fare ciò” indicò la televisione “voleva dimenticare il dolore causatogli da Luke per iniziare una nuova vita con la sua ragazza. Luke poteva mandar via il suo ego, avrebbe potuto ingoiare l’orgoglio come ha fatto il mio cliente, ma invece voleva finire ciò che aveva iniziato e in cambio ha ottenuto la morte”

“ora potete fare quante scuse volete signor Sanchez” Jean si rivolse al procuratore “ma niente cambierà gli eventi per cui abbiamo studiato fino ad oggi” guardò il giudice “ho concluso, vostro onore”

Il giudice lo guardò da dove si trovava, facendo la sua strada verso il pubblico.

“Luke ha causato danni, cose che non possono essere cancellate, e per questo mi scuso a suo nome, ma lasciare un criminale come Justin Bieber a piede libero per le strade si Stratford sarebbe un errore. Merita di essere rinchiuso non solo per la giustizia di Luke, ma per tutte le altre vite che ha preso”

“obiezione! Non vi è alcuna prova di queste affermazioni” Jean si alzò in piedi.

“sono d’accordo” il giudice sputò severamente, stringendo gli occhi nella sua direzione.

“Justin Bieber ha preso delle vite di esseri umani. Dovrebbe essere preso in considerazione. Solo che nessuno di voi ha l’intelligenza di capire quale dovrebbe essere il suo vero castigo” chinò il capo e si voltò.

“questo tribunale è sospeso fino a domani mattina” sbattendo il martello, un forte eco si espanse nella stanza e il giudice si alzò e sparì nel suo ufficio.

Camminai oltre la stanza, verso la porta che mi separava dalle altre persone, guardai Kelsey “ti amo” dissi prima di essere strappato via.

Dormi solo poche ore, due o tre, quando fui in grado di riuscire a chiudere gli occhi, ma non riuscivo a dormire senza sentire il bisogno di vomitare.

Non ero abituato a dormire su quel letto, o abituato all’odore di sudore e di sconfitta che circolava nell’aria.

Ero abituato a svegliarmi accanto a lei, con il suo sorriso nella testa, e le sue labbra sulle mie. Ero abituato a trascorrere ogni momento con lei ed ora sono qui senza lei.

Mi sentivo vuoti dentro, perso e confuso senza lei. Era come se una parte di me mancava e non riuscivo a trovare il pezzo di puzzle.

“bieber” la guardia che era nel mio corridoio parlò “è ora di andare”

Camminai verso di lui, tenni le mani davanti mentre lui mi stringeva le manette ai polsi, legava le catene intorno alla vita fino ad arrivare alle caviglie.

Tirandomi per il gomito, mi condusse per il lungo corridoio, e gli altri detenuti iniziarono ad urlare, e a sbattersi contro le sbarre che li tratteneva dalla fuga.

Quando fui portato finalmente in aula era come se tutto dentro di me si fosse bloccato, non potevo muovermi o pensare. Stavano per decidere tra la mia vita in prigione o essere un uomo libero, e a quel pensiero impallidì-

Camminai verso Jean, che con orgoglio mi sorrise facendo del suo meglio per rassicurarmi.

Trovai Kelsey tra la folla vicino ai ragazzi, tenni il suo sguardo per tutto il tempo prima di dovermi allontanare verso la parte anteriore.

In attesa che il giudice faceva il suo arrivo, si fermò per permettere a tutti di sederci mentre lui faceva lo stesso, mentre il martelletto colpiva il cavalletto.

Incrociando le mani davanti a se, il giudice Patterson guardò la stanza “come vedete, la giuria non è con noi oggi..” fece una pausa “perché ho di prendere questo caso da solo, e perché c’è stata molta polemica su come gestire la situazione”

“il sistema non tollera l’atto di uccidere, ne possiamo incoraggiare la gente a farlo” mi guardò negli occhi “Justin Bieber è stato arrestato per aver ucciso Luke Delgrado, ha commesso un delitto e sei stato accusato di omicidio colposo e la pena per questo è dai cinque ai venti anni di carcere. Hai capito?”

“si, vostro onore”

“ma date le circostanze e le prove che sono state mostrate in aula, Justin Bieber, è condannato a tre anni di carcere—“

Dopo nemmeno due secondi, l’intera aula scoppiò in un urlo isterico. I ragazzi litigavano su come tutto questo fosse ingiusto, e Jean su come aveva cercato di negoziare un accordo migliore.

Tutto quello che potevo fare era stare lì fermo in stato di shock. Non solo stavo per andare in galera, ma per tre anni mentre Luke ne era uscito pulito dopo aver torturato me e la mia ragazza. Lui starà marcendo all’inferno, mentre io lo farò in prigione. 

Iniziai ad avere freddo.

“silenzio!” il giudice gridò con rabbia “non tollerò questo comportamento nella mia corte!” abbaiò “ora sedetevi tutti” 

Dopo che tutti si sedettero scosse la testa “voglio essere indulgente sulla decisione di questo caso” mi guardò “Justin Bieber merita tutti i venti anni di prigione per aver ucciso una persona,ma visto il suo stato mentale e come sono andati gli eventi, io gli sto dando la possibilità di rivalutare le sue scelte di vita.”

“spero lo faccia” martellò ancora, e si alzò “guardie, portate il prigioniero fuori dalla mia stanza del tribunale..”

Punto di vista di nessuno:

Riaprì gli occhi, e pensava di vedere rosso. Stava per succedere tutto di nuovo, Justin ha ottenuto tre anni di carcere.

Justin si guardò in giro per capire cosa stava succedendo.

“anche se Lyndon Matthews salta fuori morto, vai lo stesso in prigione” la voce dell’ufficiale Bentley squillò nelle orecchie di Justin.

Tirando cose fuori dai cassetti, Justin l lanciò attraverso la stanza senza nemmeno battere ciglio. Gli abiti che una volta erano ben piegati ora erano in disordine sul pavimento.

Gettò anche la lampada a terra, accrescendo il disordine nella stanza “cazzo, figlio di puttana”.

Prese le coperte dal letto e le gettò via sapendo che non aveva senso avere un letto se non ci avrebbe dormito su.

Justin non perse tempo a buttare a terra le boccette di profumo.

Un forte boato si sentì causando un guaito di sorpresa provenire dalla bocca di Kelsey. Prima di tutti, Kelsey iniziò a spingere tutti, e sfrecciò su per le scale ed entrare nella stanza aperta, il respirò le si blocco in gola.

Non poteva credere ai suoi occhi “Justin..” soffocò, avvistato Justin in un angolo a tenersi la testa tra le mani e con il sangue che gli usciva dalle nocche. Osservo sulla parte sinistra, dove vi era Kelsey.

“Justin..” Kelsey cominciò di nuovo, disperata alla ricerca di poterlo calmare. 

Voltandosi verso di lei, Kelsey rimase a bocca aperta quando i loro occhi si incontrarono. I suoi occhi erano scuro-nero come se qualcuno avesse preso la sua volontà di respirare.

Titubante Kelsey si avvicinò.

“non” espresse con calma.

"C-cosa è successo?" Lei soffocò "Che cosa c'è che non va?"

“tutto” Justin sussurrò “sono un mostro” lui scosse la testa con un sorriso sarcastico “distruggo tutto quello che tocco” 

Kelsey rimase congelata sul posto “non dirlo, non-“

“avrei dovuto ascoltare tutti quando ne avevo la possibilità. Tu sei il diavolo sotto mentite spoglie piccola, e sono caduto nella tua trappola, maledizione” sibilò, stringendo la mascella.

“tu non lo pensi davver—“ Kelsey soffocò, iniziando a piangere

“perché sei ancora qui?” ringhiò.

“smettila” Kelsey pregò, alla disperata ricerca di calmarsi. 

“perché non mi odi?” Justin bisbigliò “sarebbe tutto più facile”

“sarebbe più facile? non credo che le cose cambieranno” Kelsey sibilò, nonostante le parole le morissero in bocca.

“vattene” Justin disse a denti stretti

“no”

“cazzo Kelsey” Justin prese in mano una delle foto e la buttò a terra “perché stai facendo tutto questo?”

“perché ti amo” Kelsey allungò una mano verso il volto di Justin

“non dovresti..” scosse la testa “non lo merito. Non lo sono mai stato” 

“ora vai via”

“no” Kelsey rimase in quella stanza, prendendo la mano di Justin “non vado da nessuna parte”

Vide la determinazione nei suoi occhi. 

Senza pensarci troppo Justin prese il viso di Kelsey tra le mani e posò le sue labbra sulle sue.

Non ci volle molto prima che Kelsey cominciò a muovere le labbra contro le sue. Prese la sua camicia tra le mani, e si alzò in punta di piedi.

Justin sbatté contro il muro prima di staccare le sue labbra e lasciando dei baci sul collo e sulla spalla prima di allontanarsi lasciando entrambi senza fiato.

Facendo un passo indietro, scosse la testa “dovresti andare” Justin indicò la porta.

Aprendo la bocca per dire qualcosa e con gli occhi spalancati Kelsey prese un respiro mentre si allungò verso di lui ancora una volta, ma lui l’afferrò cogliendola di sorpresa.

“ho detto che devi andare!” urlò facendola sobbalzare

"Justin-"

“vattene Kelsey” John parlò dalla soglia con le mani nei jeans. 

“ora” annuì “prenderò tutto io qui”

Kelsey combatteva con la voglia di rimanere, nonostante le fosse stato ripetuto di andare.

"Ti amo." Lei sussurrò prima di scivolare dietro la porta scomparendo.

Quando la via era libera, John guardò Justin. "che ti succede?"

“si merita di meglio…” si guardò i piedi.

"Lei non vuole di più, lei vuole te. Quante volte vuoi respingerla prima di capire che lei non andrà da nessuna parte?” 

“stai seriamente pensando di farla rimanere con me e farle credere che è al sicuro?”

“non è mai stata al sicuro, ma credo che lei abbia scelto. Andiamo amico, è di Kelsey che parliamo. Ha passato l’inferno ed è ancora qui. Allora perché non mi dici cosa succedere veramente?

“ti ricordi quando ho ucciso Luke, quando quella notte siamo stati tutti presi in custodia?” Justin girò la testa verso John

“si” John annuì “e allora?”

“Kelsey è venuta dopo quella notte…” si spense lentamente “ e credo di non averla vista mai cosi arrabbiata con me” 

"Beh, sì, sei stato arrestato Justin, che accade quando-"

“no” Justin scosse la testa “questo è stato diverso” sussurrò e non ci volle molto tempo prima che i flashback tornarono in mente.

"Bieber, hai una visita."

Justin ringhiò in fastidio “chi potrebbe-“ quando i suoi occhi si posarono su Kelsey lui non poteva più respirare.

"Kelsey-"

“no” lei parlò severa “non hai diritto di dirmi niente” sottolineò “lascia parlare me per prima” 

Con tranquillità la fece parlare “avevi promesso..” disse “mi hai promesso che questo non sarebbe accaduto, che era tutto sotto controllo” 

“lo so-"

“zitto!” Kelsey urlò mettendolo a tacere “non ho finito.” Era arrabbiata.

“mi hai detto che mi amavi e che non mi avresti mai fatto del male. Me lo hai detto Justin! E cosa fai dopo aver fatto l’amore con me? Scappi e uccidi qualcuno! Ti ho chiesto più volte se qualcosa non andasse perché ti conoscevo, sapevo che qualcosa non andava. E sai cosa mi hai risposto?” fece una pausa “mi hai detto che andava tutto bene”

"Non volevo farti preoccupare."

“Sono grande Justin! Non ho bisogno che tu mi nasconda le cose. Non riuscire a trovare il mio ragazzo perché lui è rinchiuso in una cella non è la mia idea di essere onesti!” teneva la mano sul petto.

“mi dispiace” sussurrò “non volevo farti del male”

“beh, peccato che lo hai fatto” gemette, il dolore era troppo da gestire “dovrei odiarti” sussurrò dopo minuti di silenzio “dovrei odiarti tantissimo” Kelsey si morse il labbro “ ma non riesco a farlo e non so perché”

“perché tu mi ami” disse monotonamente, avendo voglia di camminare verso di lei e tenerla tra le braccia ma le manette non glielo permettevano.

“è questo il punto!” Kelsey strillò “non dovrei amarti. Non dopo quello che hai fatto. non è giusto, non è giusto..” guardò altrove “ero cosi eccitata che potevamo ricominciare da capo. Tu hai dato un nuovo motivo ai miei genitori su cui non dovremmo stare insieme”

"Non dire che cazzate."

“è vero! Non hanno mai voluto che stessimo insieme. Mia madre ha capito, ma mio padre? Non tanto.. e ora hai rovinato tutto”

"Kelsey-"

“niente di quello che dirò o farò rimedierà al danno” parlò con disprezzo “hai detto che mi amavi..”

"Io ti amo."

“no, se mi avessi amato, non avresti mai fatto quello che hai fatto” e con questo Kelsey si allontanò da lui.

“Kelsey” Justin urlò dietro di lei, ma lei non si girò. “non mi dai nemmeno la possibilità di spiegare! Mi merito di spiegare”

“io meritavo di conoscere la verità” Kelsey mormorò tranquillamente.

"L'ho fatto per il tuo bene."

“pensi che sia per il mio bene?” si girò “stai seriamente cercando di farmi credere che hai fatto la cosa giusta?”

“diciamo che se dovessi farlo di nuovo, lo farei. Farei qualsiasi cosa per tenerti lontano dal mio lavoro”

“puoi ingannare tutti, ma non la tua ragazza” sottolineò le parole “io sarò sempre una parte del tuo lavoro” aprì la porta e girò l’angolo senza mai voltarsi indietro.

“lei aveva un motivo per essersene andata”

John sospirò “hai avuto modo di rimediare, amico. Non è sano rivivere tutto ciò. È fatto, finito e sepolto”

“questo è il punto, John, il passato si ripete” Justin si girò lentamente catturando lo sguardo di John “questo è il passato” disse “non importa ciò che facciamo o diciamo, non possiamo salvarci. Non questa volta.”

John scosse la testa “di cosa parli, Justin?”

“noi, questo, io e te, i ragazzi, il lavoro..è tutto finito” Justin annuì come se parlasse con se stesso “tutto quello che abbiamo costruito per noi si sta per sgretolarsi”

“cosa ti hanno detto?” John chiese mentre tratteneva il respiro per paura della risposta.

"Non importa" Lui scosse la testa.

“come non importa?” John gridò “siamo tornati e tutto ad un tratto parli di questo schifo! Dimmi che cazzo sta succedendo!” chiese.

Leccandosi le labbra, Justin si morse l’interno della guancia.

Guardando verso il soffitto come se potesse rivelargli cosa fare, Justin incontrò gli occhi di John.

“Questa è la fine.” Disse.

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