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capitolo 4

Kelsey’s Point of View:

" scusami?" dissi guardando il ragazzo davanti a me, un certo Tanner Evans, ed ero confusa dal fatto che sapeva chi ero.

Le sue sopracciglia si aggrottarono, i suoi occhi fissi sui miei " mi sbaglio?" 

" beh, no-si-io non-" scossi la testa " come cazzo fai a sapere cose del genere?" ringhiai, cercando di mantenere calma la mia voce e anche me stessa per non uscire fuori di testa. Non mento, ero un pò spaventata da tutto questo.

Una smorfia prese piede sul suo viso " dovresti sapere che i giocatori migliori vincono sempre il loro gioco, giusto?" 

Lo guardai incredula, la mia faccia era confusa e non riuscivo davvero più a pensare " che gioco? Di che cosa stai parlando?" 

Leccandosi le labbra, scrollò le spalle, guardando qualcosa dietro di me prima di riportare i suoi occhi blu sui miei marroni " non hai ancora risposto alla mia domanda"

"che domanda?" quasi mi caddero i libri dalle mani dalla massa di nervi che cercavo di reprimere dentro di me, senza dare segno di niente, volendo solo allontanarmi da lui.

" quella che ti ho chiesto quando ci siamo scontrati" 

Aprii la bocca per rispondere, la mia testa girava per le troppe domande che mi stava rivolgendo.

" i tuoi capelli sono marroni?" chiese casualmente. Le sue mani ora erano dietro di lui mentre mi guardava attraverso le ciglia.

Annuii, troppo confusa da quello che stava dicendo per parlare.

" hai gli occhi marroni?" 

Mi mossi " si" 

" frequenti la Campton University?" 

" si"

" Justin Bieber é il tuo ragazzo?" 

"si" scuotendo la testa, stavo per domandargli perché mi avesse chiesto una cosa ovvia quando mi resi conto che glielo avevo appena rivelato. Il punto della nostra conversazione ora era stato trovato senza che potessi esitare.

Il bastardo mi aveva fregato.

Ridacchiando, stava per dire qualcosa quando venimmo interrotti da Carly.

" l'ho trovato" disse urlando dietro di me, probabilmente tenendo il suo telefono in mano e mostrandomelo, ma io ero troppo concentrata su Tanner per girarmi verso di lei " Kels-, Carly cominciò a parlare, mentre camminava verso di me i suoi occhi caddero sul ragazzo che stava di fronte a me, e senza pensarci due volte chiese " tu chi sei?" 

" sono Tanner" sorrise e il mio stomaco si contorse " Tanner Evans" disse facendo l'occhiolino prendendo la mano di Carly e baciandola " e tu sei?" 

" Carly" disse mentre arrossiva " Carly Risi"

La presi mentalmente a schiaffi per essere così aperta con un ragazzo che non ha mai visto e che ha appena conosciuto. Io non riuscivo neanche a parlare.

" Carly...hm." disse fermandosi e prendendo mentalmente nota del suo nome " un nome bellissima per una ragazza bellissima" disse con gli occhi che brillavano, lasciando la mano di Carly facendola cadere lungo il fianco.

Gli occhi di Carly si allargarono leggermente al complimento, era completamente affascinata " grazie" disse ridacchiando, le sue guance risse come il fuoco.

Le diedi un colpo con il gomito, portandola di nuovo alla realtà mentre respirava a fatica, mentre la guardavo come per dire " ma che cazzo hai?" ma la ignorai quando girai la mia faccia verso Tanner ancora una volta " lei ha un ragazzo" dissi, togliendo l'attenzione di Tanner da carlybe riportandola su di me " solo per farti sapere" 

" oh" Tanner fece un passo indietro, mettendosi le mani nelle tasche dei pantaloni " non lo sapevo. Comunque é stato un piacere conoscerti, non c'era nessuna intenzione dietro tutto questo" i suoi occhi blu si alternavano tra me e Carly " mi dispiace" disse scusandosi.

Alzai un sopracciglio, chiaramente non gli credevo " Uh...huh..."

" non ti preoccupare" Carly mosse una mano, sorridendogli.

Rendendomi conto che le cose stavano davvero diventando imbarazzanti, mi schiarii la gola " be'...é stato...un piacere conoscerti?" feci una smorfia alle mie parole " ma dobbiamo andare, ciao" . Prendendo il polso di Carly la presi e la tirai mentre camminavamo verso al sua macchina prima di lasciarla andare.

" oh?.ma che cazzo Kelsey?" sputò Carly, girandosi verso di me mentre si massaggiava il punto in cui l'avevo stretta.

" sei idiota o sei idiota!" alzai le mani dopo che avevo sistemato i miei libri nei sedili posteriori della machina.

" cosa ho fatto?" 

" oh non lo so..." dissi sarcasticamente, piazzando le mie dita alla base del mio mento come se stessi facendo finta di pensare " forse il fatto che stavi flirtando con un ragazzo che non hai mai visto prima e che magari é pericoloso!!"

"come caspita fai la sapere se é pericoloso o no?" 

" forse perché la prima cosa che mi ha chiesto é stata se Justin é il mio ragazzo? O il fatto che sapevo già chi fossi prima che glielo dicessi?" dissi sussurrando e forse anche urlando, non essendo capace di credere che Carly stesse difendendo il ragazzo che avevamo di fonte invece che me.

" aspetta un secondo" Carly mi venne più vicino, la sua voce divenne un sussurrai " cosa vuoi dire che già ti conosceva? Non l'ho mai visto qui al campus prima" 

" esattamente dove volevo farti arrivare" sospirai, leccandomi le labbra " andiamo a casa, te lo dico mentre guidi" dissi, cercando di evitare una discussione su un argomento del genere nel mezzo del parcheggi scolastico. Aprendo la portiera, mi sedetti e aspettai che Carly facesse lo stesso.

Quando lo fece e accese la macchina, mi girai verso di lei " ok" dissi portandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio, ripetendo tutto quello che era successo nella mia mente " stavo camminando verso la tua macchina e ovviamente non stavo guardando dato che mi sono scontrata con lui. I miei libri sono caduti per terra e quando mi sono abbassata per raccoglierla, ho visto che lui mi stava aiutando. Mi alzai e feci un passo indietro.." alzai il mio viso, pensando a quello che era successo dopo " e ho cominciato a ringraziarlo per avermi aiutato, e quando lui si é presentato io ovviamente ho fatto lo stesso, e poi mi ha chiesto se ero la fidanzata di Justin e ho pensato che fosse una domanda strana. Come poteva saperlo?" 

" Bà, Justin non é esattamente una persona che non si conosce qui intorno,Kelsey..." 

" ma io non sono stata vista in giro con Justin per anni, come diamine poteva sapere una cosa del genere senza avermi mai vista! Non l'ho mai, mai visto a Stratford prima" 

Carly si morse l'interno della guancia, mentre sospirava " non lo so Kelsey, non lo so davvero. M a me é sembrato normale quando mi sono avvicinata" 

" si ma quando eravamo solo noi, mi stava chiedendo tutte quelle domande, di cui lui sapeva già le risposte, per esempio il colore dei miei occhi. Mi ha fatto dire che ero la ragazza di Justin tramite una trappola" 

Carly stava pesando ad una risposta, ma non riuscì a dire niente. Tutto quello che riuscì a fare fu scuotere la testa " lo dirai a Justin?" 

Sospirai, mordendomi il labbro " per quanto non voglia, devo Carly. Nn posso lasciare che tutto questo passi liscio senza consultarlo...forse lui lo conosce. Forse é un suo amico" 

Carly annuì, d'accordo con quello che avevo detto " vedremo a casa, giusto?" disse guardandomi.

Il mio sguardo faceva capire che non stavo bene, faceva capire che Justin non l'avrebbe presa bene quando glielo avessi detto e pregai dio che lui non perdesse il controllo perché l'ultima cosa che mi serviva in questo momento era che lui spendesse altri tre anni in prigione per aver di nuovo ucciso qualcuno.

Justin’s Point of View:

" gli Snipers?" enfatizzai, interessante mentre l'adrenalina che non sentivo da tempo cominciava di muovo a scorrere nelle mie vene.

" i gangster americani" Bruce mise di nuovo il suo cellulare in tasca mentre mi guardava " un gruppo di quattro, due più grandi, gli altri due della tua età e per quello che ho capito sono abbastanza conosciuti. Hanno messo apposto un paio di lavoretti pericolosi e per quello che si sente dire, sono letali" 

" letali, un cazzo" dissi " se i bastardi sanno quello che é meglio per loro, non si sarebbero mai intromessi nel nostro territorio. Non ha senso" dissi facendo una smorfia " anche se forse sanno quello che stanno facendo..." 

" vogliono che noi attacchiamo" John parlò per me, capendo quello che volevo dire.

Annuii con la testa, d'accordo " esattamente. Ha senso che loro siano venuto qui adesso quando io sono appena uscito di prigione"

"quello che non sanno" Bruce mosse un dito nella nostra direzione mentre si sedeva sul divano " é che noi non negoziamo" 

" ovviamente" dissi ridendo " questa é la nostra città, il nostro paese, noi abbiamo da fare qui e non c'è modo che noi lo dividiamo con un'altra squadrerà che crede di essere potente solo perché ha concluso qualche cosa di pericoloso in passato, assolutamente no" 

" sono d'accordo con Justin" disse Marcus intromettendosi, sedendosi vicino a Bruce " abbiamo lavorato un sacco per sistemare le cose qui. Nessuno qui intorno ha mai cercato di mettersi davvero contro di noi" 

" ed ecco perché loro sono qui" Marco si sedette sul divano davanti a Bruce e Marcus , vogliono provare che questa terra gli appartiene e che possono fare le cose meglio di quanto le facciamo noi" 

Feci una smorfia, scuotendo la testa " vogliono giocare con il fuoco. Si credono i migliori e magari lo sono anche da dove vengono, ma qui a Stratford noi siamo i migliori e nessuno ci metterà i piedi in testa" 

" loro vogliono quello che possono avere ragazzi" Bruce si mosse contro il divano, aprendo le braccia e poggiandole sullo schienale " é compito nostro mostrare loro che non c'è modo che possano fare qualcosa qui, almeno non finché noi siamo vivi" 

" mi ricorda vagamente qualcuno che ha cercato di mettersi contro di noi" dissi fermandomi " ma guardate dov'é ora" mi riferivo ovviamente al mio incontro con Delgado, possa il bastardo bruciare all'inferno dopo tutto quello che ha fatto a me e alla mia ragazza.

" ed ecco quello che non succederà questa volta" disse Bruce avvertendomi, indicandomi con la testa " se non é strettamente necessario, non si ucciderà nessuno" 

Scrollai le spalle " é il mio lavoro" dissi.

Bruce scosse la testa, guardandomi prima di parlare di nuovo " voltolino incontrarci stanotte" 

Alzai un sopracciglio incuriosito " dove e quando?" 

" a mezzanotte al rifugio di Huffington" 

" perché non sono sorpreso?" dissi ridacchiando, sapendo esattamente come stavano giocando " vogliono solo sembrare potenti così che possano credere di sapere esattamente come colpirci" 

" ecco perché noi andremo al vecchio di rifugio di Delgado, giù a River Bay" Bruce disse quasi ridendo " ora che é morto, nessuno frequenta quel posto, quindi possiamo dirlo come nostro" 

Mi mossi, la rabbia che saliva solo al suo pensiero " pensavo che avessimo bombardato quel posto" 

" abbiamo bombardato una sola casa" Bruce mi fece notare " ho scoperto che Luke ne aveva un'altra" 

Aggrottai le sopracciglia " da quando ne aveva un'altra?" 

Quando Bruce aprì la bocca per -presumo per rispondermi- la porta d'ingresso si aprì, facendolo stare zitto.

Girandomi per vedere chi fosse, il mio corpo si rilassò vedendo la mia ragazza e l'altra riluttante presenza, Carly. Camminavano verso di noi con i libri in mano.

" hey" Kelsey ci salutò, con un sospiro. Le sue guance erano rosse e i suoi occhi distanti. Qualcosa non andava, potevo sentirlo.

Carly era al suo fianco mentre camminavano; la guardò prima di correre verso John, e i due si abbracciarono e baciarono appassionatamente, quasi mi veniva da vomitare.

" come é andata a scuola piccolina?" chiesi il secondo che lei si mosse verso di me. Abbassandomi, le diedi un bacio casto sulle labbra.

" noiosa" Kelsey sospirò Nonappena ci staccammo. Guardando i suoi occhi, potevo vedere che era preoccupata mentre le sue iridi color cioccolato mi scrutavano. Tirando fuori la mano destra dalla tasca dei pantaloni, poggiai le mie dita sulla sua guancia, il mio pollice le accarezzava la pelle morbida " cosa succede?" 

I suoi occhi si allargarono alla mia domanda, prima di tornare normali. Schiarendosi la gola, scosse la testa " io..." Kelsey chiuse gli occhi prima di riaprirli e guardarmi " io non sto bene" confessò, muovendosi sui piedi.

Dentro di me si attivò qualcosa, forse ma specie di protezione verso di lei " cosa é successo?" la mia mascella serrata mentre i miei occhi erano diventati una fessura " qualcuno ha cercato di farti del male?" 

" no" scosse la testa " nessuno ha cercato di farmi del male...almeno, non credo" bloccandosi, Kelsey sospirò " possiamo parlare di sopra?" sussurrò, cercando di non mostrare che era ovvio che non voleva parlare di fronte ai ragazzi.

Senza esitare, annuii " si, andamo" prendendole la mano, feci un segno di saluto verso i ragazzi prima di portare Kelsey di sopra nella mia stanza.

Quando chiusi la porta, la seguii verso il letto dove lei si era seduta a gambe incrociate, facendomi segno di sedersi davanti a me.

Sedendomi dove lei mi aveva indicato, poggiai una mano sul suo ginocchio " ok, dimmi cosa é successo" 

" non ti arrabbiare" sussurrò, guardandosi le mani, evitando il mio sguardo e fu allora che capii che era preoccupata che io mi arrabbiassi con lei. Era davvero spaventata per tutto quello che stava succedendo e sapevo che forse quello che mi avrebbe detto mi avrebbe fatto arrabbiare.

" non lo farò" la rassicurai baciandole la fronte

" ok" mormorò, portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio " quando Carly e io abbiamo finito le lezioni, lei ha dimenticato il suo cellulare in classe quindi mi ha detto di aspetterà in macchina mentre lei andava a cercarlo" 

Annuì facendomi segno di continuare.

" e allora ho fatto così, e mentre camminavo,non stavo guardando dove stano andando e mi sono scontrata con qualcuno. Quando mi sono abbassata per prendere i miei libri da terra, ho visto un'altra mano aiutarmi e quando ho alzato la testa, ho visto un ragazzo che non avevo mai incontrato prima" 

Il mio corpo si ghiacciò, lo stesso fece il sangue nelle mie vene, ma aspettai che Kelsey finisse di parlare, cercando disperatamente di non perdere il controllo.

" ho preso i libri dalle sue mani e lo stavo per ringraziare quando ho realizzato che non lo conoscevo, quando si é presentato con me io ho fatto lo stesso e mentre stavo perdite il mio nome...beh...lui lo ha fatto per me" 

" aspetta in attimo" dissi, alzando una mano e scuotendo la testa cercando di rimettere insieme i pezzi di quello che mi aveva appena detto " cosa stai cercando di dire?" lasciò la mia mano " che lui sapeva già il tuo nome?" 

Kelsey prese il bordo della sua maglia tra le mani e guardava tutto, tranne me " si" mormorò.

Il mio cuore perse un colpo mentre Kelsey rifiutava ancora il mio sguardo, e fu allora che capii che la mia reazione non era l'unica cosa che la preoccupava. Era davvero spaventata e questo fu abbastanza per farmi davvero incazzare. Feci un respiro profondo, volendo rimanere calmo per rassicurare e confortare la mia ragazza.

Kelsey si guardò lo smalto, cercava di non dirmi più niente perché sapeva che ero arrabbiato. " perché ho il presentimento che ti mi stia nascondendo altro?" 

Alzò la testa, guardandomi come se avesse visto in fantasma " cosa?" 

" non giocare con me" ringhiai, stanco di tutte quelle cazzate " dimmi cos'altro é successo Kelsey e non mentirmi" le feci pressione: la mia voce era davvero un sibilo. La sua salvezza era la cosa più importante per me e chiunque fosse questo figlio di puttana che cercava di minacciarla, non c'era modo che l'avrei lasciata stare fino a che non mi avesse detto tutti i dettagli.

Sapendo che non ne sarebbe uscita facilmente, Kelsey sospirò cercando di non farmi vedere che era nervosa, e mi guardò " sapeva che ero la tua ragazza" 

Chiusi gli occhi un paio di volte, cercando di riprendermi e capire quello che aveva detto " fammi capire bene" dissi ridacchiando umoristicamente " questo ragazzo, che tu non hai mai visto, conosce il tuo nome e il fatto che sei la mia ragazza?" 

Kelsey pressò le sue labbra insieme formando una linea dura prima di annuire.

Senza pensare due volte, mi alzai dal letto e andai veloce verso la porta.

" aspetta! Cosa stai facendo?" Kelsey urlò dietro di me mentre scendeva di corsa dal letto per seguirmi " dove stai andando?" 

Mi girai verso di lei mentre facevo le scale, il corpo di Kelsey vicino al mio " qual' é il suo nome?" 

" chi?" chiese in maniera stupida.

" dio Cristo Kelsey! Non é ora di giocare in questo momento! Se il bastardo é in giro sta cercando di minacciarti, non posso lasciarti" ringhiai, facendola sussultare dopo la mia reazione, ma non me ne importava " come cazzo si chiama?" 

" non farlo per favore" mi pregò, scuotendo la testa " non lo conosciamo! Non puoi essere sicuro che mi farà del male" disse, voleva disperatamente che la ascoltassi, ma la mia mete era troppo infusa da tutto quello che stava accadendo e l'ultima cosa ne volevo era che lei stesse male ancora.

" se non fossi stata preoccupata non me lo avresti mai detto Kelsey quindi non prendermi per il culo dicendo che non sappiamo niente. Lui conosce il tuo nome e il fatto che stai con me senza che tu sappia chi sia lui! Se questo non é inquietante allora non so che cazzo dirti"

"Justin, ti prego ascoltami" la sua voce sembrava un sussurro, come quella di una madre a suo figlio.

" no parlarmi come se fossi un fottuto bimbo" urlai, muovendo le mie braccia in aria per la frustrazione " ho sentito abbastanza. Devo trovare quel bastardo e assicurarmi che non si avvicini più a te" girandomi verso la porta,presi la maniglia, pronto a uscire quando sentii la mano di Kelsey prendermi il braccio. Togliendomi dalla sua presa, mi girai appena in tempo prima che la vedessi cadere a terra " merda' mormorai, facendo scorrere una mano sul mio viso prima di farla scorrere tra i miei capelli e tirare le punte " mi dispiace " mormorai, mi avvicinai a lei una volta in piedi ma tutto quello che ricevetti fu uno passo indietro da parte sua.

" non voglio le tue fottute scuse!" sputò, i suoi occhi arrabbiati e pieni di lacrime " quello che voglio é che tu ti rilassi e che cominci a ragionare razionalmente " si mise per bene in piedi, puntando il piede per terra, il suono risuonò tra le pareti.

" cosa c'é da pensare?" dissi irritato " lo hai detto tu stessa, lui ti conosce e l'ultima volta che ho controllato, nessuno incontra una ragazza qualunque conoscendola di già!" 

Kelsey scosse la testa " ecco perché non volevo dirtelo!" disse indicandomi con le dita " tu perdi il controllo troppo velocemente e non capisci più niente!" 

" pensavi veramente che ci sarei passato sopra?" la guardai come se avesse cinque teste " nessuno che ragioni correttamente lo avrebbe fatto Kelsey!" 

" non sto dicendo di prenderla alla leggera. Tutto quello che ti sto chiedendo é di rilassarti prima di fare qualcosa di cui potresti pentirti, so come sei quando sei arrabbiato e tu lo sei ora, stai letteralmente fumando e devi sederti" disse indicando i divani dove erano seduti i ragazzi, che ci guardavano, senza dire una sola parola.

" di che cosa hai paura?" gridai, non essendo capace di contenere la mia rabbia ancora. Lei faceva sembrare tutto questo come un piccolo problemino di cui io non dovessi occuparmi, ma non era esattamente quello che volevo fare, non volevo un'altro Luke tra le palle.

" che tu mi lasci ancora!!" disse urlando, le lacrime che scorrevano lungo le sue guance mentre scuoteva la testa realizzando quello che aveva detto.

Il mio stomaco cadde, come il mio viso. L'aria attorno a noi era spessissima, neanche un coltello sarebbe stato capace di tagliarla.

" sei felice ora?" Kelsey sospirò, asciugandosi le lacrime che le cadevano sul volto " ecco perché non voglio che fai o che ti inventi qualcosa di stupido!" respirando a fondo, singhiozzò.

" Gesù Cristo Kelsey..." mormorai, mentre il senso di colpa mi invadeva " quante volte devo ripeterti ancora che non ti lascerò mai-"

"non é questo" disse, stronfiando il pollice nel palmo della sua mano " é il fatto che ora tu sei davvero arrabbiato, non sai quello che fai e pensi con il culo invece che con la testa. Io ti conosco e so che alla prima occasione ucciderai questo ragazzo e io non posso saperti in prigione di muovo perchè sinceramente, non so se riuscirò a resistere altri tre anni senza di te" 

Tutto attorno a me cadde, il mio stomaco si contorse in maniera dolorosa, tutto dentro di me era in subbuglio " cazzo" dissi con voce rotta, tutte le frustrazioni che avevo dentro se ne andarono lentamente davanti alla vista della mia piccola, completamente distrutta davanti a me mentre mi tornavano in mente quei mento in cui ho realizzato che non l'avrei più rivista per molto tempo.

***

Qualcuno bussò alla porta, facendomi alzare la testa incuriosito per osservare chi fosse. Strinsi le dita quando realizzai che era che era il vecchio coglione che mi aveva rinchiuso in questa maledettissima cella " Bieber, hai visite" solo la sua voce mi faceva incazzare.

Feci roteare gli occhi, facendo segno a chiunque fosse di entrare.

Chiudendo la porta, la lasciò appoggiata perché potesse aprirsi di nuovo. Mi sentii sollevato quando vidi Bruce entrare seguito da altri due poliziotti, i quali si assicuravano che io non facessi niente contro le regole.

" hey" disse tirando fuori la mano dalla tasca e salutandomi, evidentemente scosso da quello che stava succedono negli ultimi giorno " come te la cavi?"

" dimmelo tu Bruce" dissi sarcastico scuotendo la testa " sono in prigione accusato di omicidio. Non potrebbe andare meglio di così direi" 

" sai quanto ti terranno dentro?" mormorò Bruce dopo alcuni minuti di silenzio.

" volevano darmi l'ergastolo Bruce, ma a quanto pare Jean ha qualcosa che può farmi uscire da qui molto prima" sopsirai, mentre mi appoggiavo allo schienale della sedia che mi avevano dato in cella " non era un omicidio così, a sangue freddo. Avevo le mie ragioni per uccidere il bastardo" dissi a denti stretti, mentre l'immagine del viso del bastardo mentre moriva mi tornò in mente.

" lo so benissimo ma questi coglioni hanno sempre voluto vederti dietro le sbarre e ti faranno passare anche quello che non ti meriti" disse Bruce, disgustato da come la prigione mi stava trattando. Non potevamo dire niente perché eravamo agli occhi di tutti i cattivi ragazzi.

" lo so ma Jean troverà una soluzione" dissi, cercando di far intendere che la cosa non mi toccava, anche se Bruce mi conosceva troppo bene e sapeva che era esattamente il contrario. I poliziotti mi erano stati attaccati fin dal mio primo attacco e cercavano in tutti i modi di tirarmi giù, e ora avevo dato loro davvero il via libera.

" andrà tutto bene amico" Bruce distrusse il muro che si era formato tra di noi " non ti chiamano Danger per niente vero?" disse ridendo leggermente, sollevando di poco il mio umore a terra.

Sorrisi alzando leggermente l'angolo della bocca " si...." risposi, non avendo cosa altro dire " Voi starete bene senza di me"

" justin-"

" sono serio" dissi zittendolo " voi sapete quello che fate, lo sapere benissimo. No preoccupatevi per me ok? Starò bene"

" non sarà lo stesso senza di te...per quanto sdolcinato possa sembrare, so che mi mancheranno il tuo sarcasmo, la tua durezza, la tua idiozia, il tuo...."

" ho capito" Risi per la prima volta da quando era chiuso in cella, scuotendo la testa.

" scusa" disse con una smorfia " ma é la verità. La casa sarà vuota"

" sono sicuro che sopravviverete senza di me per un po' di anni"

Bruce mantenne il suo sardo su di me per davvero molto tempo, nessuno di noi diceva niente. Fino a che, Bruce non tirò in ballo l'argomento di cui mi ero completamente dimenticato.

" e con Kelsey?" aggrottò le sopracciglia, salendo che questo argomento era delicato per me " sai che sarà devastata da tutto questo?" 

" merda" dissi, la realtà stava venendo a galla " la cena" Alzanodmi in piedi, cominciai a camminare, respirando a fondo." me ne sono completamente dimenticato" passandomi entrambi le mani tra i capelli, mentre poggiavo i gomiti al muro, sentivo le spalle pesanti " non posso perderla" dissi mentre mi stringevo il collo " mi odierà...lei..." scossi la testa, strizzando gli occhi " porca Troia"

" no farlo amico" Beuce cercava di incoraggiamo con le sue parole ma la mia mente era da un'altra parte.

" le parlerò, capirà. Deve farlo" mormorai forse più a me stesso che a lui, ma riportai subito la mia attenzione su Bruce " dammi il cellulare"

" non credo che-"

" dammi quel cazzo di telefono Bruce" sputai, allungando la a mano verso di lui.

Prendendolo tra le mani, cominciai a digitare sullo schermo il numero della mia Kelsey, prima di portarlo all'orecchio. Mi morsi l'interno della guancia, aspettando che rispondere. Dopo vari minuti, si udì una pausa dall'altro capo " Kelsey...."

" hey! Sono Kelsey, ora non posso rispondere..." Togliendo il cellulare dall'orecchio, termini la chiamata prima di ricominciarla. Lo rifeci almeno cinque volte e ogni volta mi rispondeva sempre lo stesso nastro " hey! Sono Kelsey...ora non posso rispondere ma lascia un messaggio dopo il bip e ti richiamerò il prima possibile! Ciao!"

Grugnendo, spensi il telefono, la mia pazienza stava finendo. Stavo quasi per gettare il telefono a terra ma mi fermai quando realizzai che non era il mio. Ridandolo a Bruce, sbattei la mano sul tavolo che stava di fronte a nome.

" cosa é successo?" 

" non risponde" sputai, il senso di colpa mi stava divorando.

Interrompendoci, la porta della cella si aprì " l'ora delle visite é terminata, ho paura che lei debba uscire signore" lo stesso coglione che prima aveva fatto entrare Bruce ora lo stava cacciando.

Bruce annuì prima di girarsi verso di me " parliamo domani ok?" 

" ho paura che questo non possa accadere" una smorfia disgustosa prese piede sul viso del poliziotto " il signor Bieber qui presente domani avrà il suo verdetto al tribunale"

***

Dopo che Bruce se ne era andato dalla cella, avevo distrutto tutto: la sedia attraverso la stanza, il tavolo capovolto e quasi mi ero rotto la mano per i troppi pugni dati contro il muro.

Da quel giorno, giurai a me stesso che quando fossi uscito dal carcere, avrei girato in lungo e in largo per riuscire a parlarle e a scusarmi. Dovevo rassicurarla dicendole che tutto questo non sarebbe successo di nuovo.

Rilassandomi abbastanza per poterla consolare, la presi tra le braccia " mi dispiace" Sussurrai, dandole un bacio sulla testa " solo non voglio rischiare di perderti o che tu ti faccia male di nuovo"

" ti perdono" disse mormorando contro il mio petto " ti dico come si chiama, non mi interessa. Solo non voglio che tu lo affronti"

" non lo farò" mi staccai da lei, togliendole i capelli dal viso " te lo giuro"

Annuendo con la testa, sospirò " si chiama Tanner Evans"

" Tanner Evans?" chiesi per assicurarmi di aver sentito bene.

" si, almeno é quello che mi ha detto" 

Ci pensai su un secondo, forse il nome mi ricordava qualcosa " torno subito" mi mossi vicino a Kelsey, diretto al piano di sotto. Correndo giù per le scale, guardai la stanza cercando qualcosa che in questo momento mi sarebbe di enorme aiuto. Quando lo trovi in mezzo a molte altre cose, presi il mio computer portatile PRMA di tornare in salotto e sedermi vicino a Bruce sul divano.

" cosa fai?" Kelsey camminò verso di me, picchiettandomi la spalla.

" lo cerco" dissi tranquillo come se fossi una cosa che facevo tutti i giorni.

"oh" la cosa sembrava interessarla, dato che avvolse le sue braccia attorno al mio collo e poggiò il mento sulla mia spalla.

Scrivendo il suo nome sulla tastiera, aspettai alcuni secondi prima che i vari siti mi apparvero davanti.

In un attimo, mi si aprì una pagina con una foto e un sacco di informazioni scritte di fianco.

" é lui" disse Kelsey indicando lo schermo " é lui il ragazzo"

Girando il collo per guardarla, alzai un sopracciglio " sei sicura?"

" mm" lasciò un bacio sul mio collo " si é lui"

" ok" dissi, zoomando sulla data " allora qui dice che viveva in Colorado ma che si é trasferito qui circa un mese fa. Si é scritto alla Campton Universitu circa una settimana fa. Era il più bravo in classe sua e si é diplomato con il massimo dei voti. É stato anche presidente del consiglio studentesco..."

" mi sembra troppo buono per me" obiettò John mentre scrollava le spalle.

" si, troppo buono e bravo per finire nei guai" Ridacchiò Marco " voglio dire, quando io ero alle superiori, cercavo ogni possibilità per venire espulso"

un sospiro uscì dalle labbra di Carly, che guardava Marco con gli occhi spalancati " ehi attenzione" mosse le sue braccia " abbiamo un gradasso qui" Disse, annuendo nella sua direzione.

Risi mentre tutti mi guardavano come se avessi commesso un crimine " che cosa?"

" niente" disse.

Feci roteare gli occhi, leccandomi le labbra " ok" riportai la mia attenzione sulla schermo " tutto questo non ha senso per me. Perché ha dato fastidio alla mia Kelsey?"

Bruce sospirò " il gossip, forse per quello sapeva"

Pensai a quello che aveva detto prima di chiudere il computer " non mi fido comunque di lui" mormorai.

" non mentirò, anche io sarei un po' arrabbiato e in allerta se un ragazzo qualunque incontrasse la mia ragazza e sapesse già tutto su di lei senza averla mai vista" confesso Bruce " comunque, il ragazzo non mi sembra colpevole di niente, abbiamo altre cose di cui preoccuparci" Mi guardò, fecondi capite che si stava riferendo al nostro incontro con gli Snipers la notte.

" che cose?" Kelsey mi guardò.

" affari tranquilli con i ragazzi, ecco tutto" dissi rassicurandola prima di prenderle una mano e baciarla " vieni qui" dissi indicando la mia gamba.

Sciogliendo la presa attorno al mio collo, Kelsey camminò verso di me prima di sedersi sulle mie gambe e affondare il suo viso nel mio collo.

Avvolgendola con un braccio, la avvicinai mentre muovevo la mia mano per la lunghezza del suo braccio, cercando di rassicurarla " ti amo" le sussurrai all'orecchio, per poi baciarlo.

" ti amo anche io" 

Kelsey’s Point of View:

Il tempo che ci rimaneva lo trascorremmo non facendo niente. Mangiammo sacchetti di patatine, vari pacchetti di caramelle e guardammo un paio di film. Per la prima volta dopo anni, mi sentivo davvero come se fossi una coppia normale.

Mi sentivo come se niente fosse cambiato.

A circa metà del terzo film che avevamo cominciato a guardare, Crazy Stupid Love-grazie a Carly perché se fosse stato per i ragazzi avremo continuato a guardare film su omicidi o film d'azione ancora una volta- sentii i miei occ diventare sempre più pesanti ogni secondo che passava.

" sei stanca piccola?" Justin fece scorrere il naso sulla mia guancia.

Annuii, troppo esausta per parlare.

" ok ragazzi, credo che sia ora che vada a dormire" mettendomi un braccio sotto le ginocchia e uno sulla schiena, Justin si alzò con me in braccio " ci vediamo dopo-domani" si corresse veloce,ente ma ero davvero troppo stanca per riuscire a restargli attenzione.

" si, ci vediamo Bieber. Buonanotte Kelsey" disse Bruce salutandomi.

Mostrandogli il pollice, mi sorrise, scuotano la testa.

Facendo due scalini alla volta, Justin arrivò velocemente in camera. Aprì la porta e la chiuse dietro di se con un piede prima di poggiammo sul suo letto.

Sbadigliando, mi rannicchia contro il mio cuscino, non volendo altro che dormire.

Tirandosi via la maglietta che stava indossando e gettandola sul pavimento, Justin camminò verso il letto. Poggiando un ginocchio sopra il materasso, mi avvicinò a me, le sue dita sui bottoni dei miei jeans.

Spalancai gli occhi, allarmata " cosa stai facendo?" 

" rilassati" rise Justin " te li sto solo togliendo così sei più comoda nel dormire. So che sei esausta. Ne hai passate tante in questi due giorni"

"oh" arrossii " va bene" 

Fece una smorfia, mentre sbottonava i miei jeans e tirava giù la zip prima di farli scivolare lungo le mie gambe, fino a togliermeli del tutto. Mettendo le mani da entrambi i lati della mia testa, mi sorrise prima di abbassarsi e baciarmi.

Togliendosi da sopra il mio corpo, si tolse anche lui i jeans, stando così solo in boxer. Circondando mi la vita con un braccio, Justin mi tenne mentre alzava il lenzuolo abbastanza per distendersi accanto a me. Coprendoci, Justin mi tenne vicina a lui mentre mi baciava la fronte " buonanotte piccola" 

Sorrisi, affondando il mio viso sul suo petto, amando la sensazione di averlo vicino a me e che il suo corpo fosse così vicino al mio " buonanotte"

Potei sentire il suo sorriso formarsi sulla mia testa mentre mi baciava. Fece scorrere le sue mani tra i miei capelli.

Mi rilassai tra le sue braccia, l'alzarsi e l'abbassarsi del suo petto insieme al battito del suo cuore fu abbastanza per farmi chiudere gli occhi.

" ti proteggerò" Justin sussurrò mentre io mi addormentavo " non lascierò mai più che qualcuno ti faccia ancora del male" baciandomi tra i capelli, mi prese la mano " te lo prometto" 

Justin’s Point of View:

Infilandomi una maglietta nera con lo scollo a v, mi passai le dita tra i capelli. Sentii dei rumori e mi girai verso Kelsey vedendola stringersi, quasi in posizione fetale, la sua faccia non era rilassata.

Guardando l'ora, lessi 11.45 di notte. Sapendo che avevano circa dieci minuti prima di arrivare puntuali all'incontro, presi velocemente la giacca di pelle che era piegata sulla mia sedia, e la infilai prima di girarmi verso Kelsey. Sfiorandole i capelli, mi abbassai accanto a lei. Sembrava così tranquilla mentre dormiva, era stupenda e calma e non avrei permesso a nessuno di rovinare questo tra di noi.

Baciandole la tempia, mi staccai prima di alzarmi in piedi. Camminando verso la porta, la aprii prima di girare nuovamente il collo verso Kelsey, per guardarla un'ultima volta mentre i ricordi di quella ultima notte mi tornavano in mente e mi colpivano come dei mattoni.

***

" quindi" Kelsey mi guardò sorridendo " riuscirai a venire stasera?" 

Guarndandola, mi passai le dita tra i capelli, massaggiandomi la nuca " non vedo perché no" 

Ridendo, mi abbracciò tenendomi stretto " sarà divertente!" 

" oh, posso immaginarmelo piccola, l'allegria negli occhi dei tuoi genitori mentre entro dalla porta principale" dissi con una smorfia.

" che negativo" disse, scuotendo la testa " pensa positivo!" disse ridendo, strizzano di le guance con le mani mentre mi stanava baci a caso sulle labbra, non volendo che questo momento finisse. " ti amo" disse canticchiando, era davvero contenta, non l'avevo mai vista così.

Ridacchiando divertito da quello che stava facendo, feci una smorfia " ti amo anche io" avvolgendo un braccio attorno a lei, sorrisi " ora vieni qua" portandola vicino a me, le baciai le labbra.

" non ti stancherai mai di questo vero?" mormorò contro di me.

" cosa? Baciarti?" 

Annuì.

Feci una smorfia " no-bacio-non-bacio-mi-bacio-stancherò"

" sei pazzo" disse ridacchiando, poggiando il suo mento sul mio petto mentre mi guardava adorante, non volendo dhe questo momento tra di noi finisse.

" e tu sei sexy" alzai un sopracciglio, sorridendole.

Sospirando soddisfatta, prese in respiro profondo " perché tutti i giorni non possono essere come questo: pieni d'amore, calmi e divertenti?" 

" perché questi tre aggettivi non vanno d'accordo con la vita che vivo io piccola" 

Sospirò " possiamo provvedere" 

" certo che possiamo" baciandola ancora una volta, mi staccai " devo tornare a casa" 

" no" disse, abbracciandomi e tenendomi stretto " no ti prego" 

" devo piccola, ho delle cose da sistemare" la guardai triste, non volendo davvero andarmene.

" cosa tipo?" 

" non ti preoccupare, concentrati sull cena di stasera. Scegli un vestito sexy e fatti bella, cosa che per te non é difficile dato che sei sempre stupenda per me" 

" Justin..." 

" sono serio Kelsey" prendendole una mano, la strinsi per rassicurarla " ce la farò a venire. Forse un po' tardi ma ce la farò" 

" so che ce la farai Justin, ma non é questo il problema. Non voglio che tu te ne vada..." 

" Kelsey..." chiusi gli occhi, respirando profondamente " non rendere tutto difficile" 

" non la sto facendo difficile...é solo che ci stavamo divertendo e non voglio che tutto questo finisca così in fretta" 

" pensa ad un'altra cosa, pensa che stasera saremo di nuovo insieme. Dopo stasera sarò capace di vederti ogni volta che volglio senza intrufolarmi di nascosto" 

Pensò a quello che avevo detto prima di capire " va bene" annuì, sorridendo debolmente. " hai ragione" 

" certo che ho ragione piccola, quando non ce l'ho?" alzai un sopracciglio scherzando.

" mai" enfatizzò sarcastica facendo roteare gli occhi e ridendo.

" esattamente" ridacchiai, staccandomi da lei " ci vediamo più tardi ok?" 

Prendendole il viso tra le mani, la baciai dolcemente sulle labbra, determinato a trasferire tutto la passione e tutto l'amore che provavo verso di lei prima si staccarmi, i miei occhi ancora chiusi. Respirando profondamente, feci un passo indietro.

" ti amo" 

" ti amo anche io" rivolgendole un'ultimo sguardo, le scoccai un sorriso prima di uscire dalla sua finestra.

***

Scuorando la testa, mi morsi il labbro, mandando via i ricordi. Non era il momento di ricordare a mes tesso quanti errori avevo commesso in passato, e tutti che riguardavano in qualche modo la ragazza che ora dorme nel mio letto.

Guardando da un'altra parte, chiusi la porta dietro di me, stando attento a non fare troppo rumore prima di scendere le scale.

" finalmente ti sei degnato di farti vedere" disse Bruce.

Risi " meglio tardi che mai no?" 

Scegliendo di ignorarmi, Bruce si rivolse agli altri " dobbiamo tenere la mente fresca. Quello che fanno o dicono non deve toccarci. Dobbiamo farli solo capire chi é che comanda e che se scelgono di disobbedirci, beh, saremo ben contenti di mostrare loro di che pasta siamo fatti"

Feci una smorfia, sapendo già che mi sarei divertito con questi ragazzi che non cercavano altro che guai da quando si erano messi in contatto con noi " devo portare la videocamera per filmare? Vorrei solo vedere le loro facce quando li faremo capire che con noi non si scherza" 

" ti ho detto che non ci sarà violenza se non strettamente necessaria. Questo non é un incontro dove si uccide. Questo é solo per chiarire per bene le cose e farli venire a conoscenza delle conseguenze, se dovessero per caso mettersi contro di noi" 

" vuoi rovinare il divertimento Bruce" 

" vuoi che ti ripeta quello che é successo l'ultima volta?" Bruce mi guardava, i suoi occhi avrebbero potuto formare buchi su di me per quanta rabbia gli stava ribollendo dentro.

Tenere ferme le mani, serrai la mascella " no" risposi, calcando sulla sillaba ammutolendo tutti attorno a me, ricordando a tutti loro che non mi piaceva quando mi ricordavano quello che era uscendo tre anni prima. 

Bruce si schiarì la gola " bene " si mise le mani in tasca " siamo pronti ad andare?" 

" si, andiamo" john si mosse verso la porta mentre tutti noi lo seguivamo, ma io avevo altre cose per la mente. 

" torno subito" allontanandomi da loro, camminai verso la taverna e. Assicurai che nessuno di loro mi seguisse. Aprendo la porta, presi una scarola sopra ad uno scaffale, facendo scorrere la cerniera tutto intorno prima di rivelare le pistole all'interno. Presi la mia e, infilandomela nel retro dei miei pantaloni, la coprii con la mia maglia.

Rimettendo apposto la scatola, chiusi la porta, uscii di casa e mi avvicinai alla macchina dove tutti erano seduti.

Sedendomi anche io sul posto del passeggero davanti, mi misi comodo, la mia faccia non trasmetteva niente, l'adrenalina nelle mie vene.

" dove sei andato?" mi chiese Bruce accendendo il motore della macchina.

" non sono affari tuoi" ringhiai " ora guida" 

Sapendo che non ero dell'umore adatto per farmi altre domande, Bruce uscì dal parcheggio e si immise in strada, correndo e accelerando.

Guardavo il mondo esterno correre veloce, le persone e gli oggetti si muovevano sotto la velocità con cui Bruce stava guidando. Rimanendo controllato, mi ricordai che non potevo perdere la testa solo ed poco e che dovevo controllare la mia rabbia.

Dopo pochi secondi, Bruce arrivò in un posto abbandonato, si vedevano pochi capannoni. Finalmente Bruce cominciò a parcheggiare la macchina vicino ad un capannone cavante, uno che non avevo mai visto prima.

" é qui?" chiesi guardando fuori dal finestrino, le mie sopracciglia si aggrottarono in segno di confusione " come mai non ho mai visto questo posto?" 

" ti ho detto che Delgado aveva un'altro rifugio. Nessuno di noi lo sapeva. É una sorpresa per me tanto quanto lo e per te" spegnendo il motore della macchina, Bruce tolse le chiavi dal cruscotto prima di riparcheggiare meglio la macchina, in modo che nessuno la vedesse " forza, é meglios e andiamo" 

Uscendo dalla macchina, camminammo tutti in gruppo verso il capannone prima di aprire la porta ed entrare. Tutto era chiuso e abbandonato, non c'erano segni di vita.

" che ora é?" chiese Marcus guardandosi intorno. 

Bruce controllò l'ora sul suo orologio " é esattamente mezzanotte. Noi siamo-" 

"- davvero puntuali" udimmo una voce, una voce che mi fece accapponare la pelle. Una voce che forse avevo già sentito. Girandomi, incrociai i miei occhi con il ragazzo che non avrei mai più ora sto di rivedere.

" ci rivediamo Bieber" disse con una smorfia.

Oh, porca Troia.

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