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capitolo 33

- capitolo 33.

Punto di vista di Justin:

Il sangue nelle mie vene gelò mentre stavo privo di emozioni in cucina. Stavo lentamente soffocando, guidando me stesso alla pazzia chiedendomi dove era e cosa le stavano facendo. Solo il pensiero che qualcuno la toccasse mi faceva contorcere lo stomaco.

Ho cercato di ottendere qualche tipo di compostezza per capire cosa stesse succedendo, ma la verità era che non riuscivo perchè i miei pensieri portavano sempre a Kelsey.

Il silenzio cresceva con ogni pesante respiro che facevo e capivo sempre più che Lyndon non era mai stato così tanto entusiasta da quando erano arrivati, lui aveva finalmente vinto su di me e non c'era assolutamente niente che io potessi fare a questo punto, ma solamente fare qualunque cosa lui volesse, perchè aveva Kelsey e, se non ascoltavo, solo Dio sa cosa quel figlio di puttana aveva pianificato di farle.

"Dove è?" dissi mentre la disperazioni ribolliva nelle mie parole

"Ho paura che non posso ancora dirtelo adesso."

"Che cosa cazzo significa che non puoi dirmelo?" urlai perdendo tutta la mia pazienza. "Stavo per ucciderti, mi hai mandato quì per trovare la mia ragazza sparita e non puoi dirmi dove è?" sibilai, i miei occhi ardevano. "Mi sto rivolgendo a te." (non sono sicura di queste ultime cinque parole perchè call on significa rivolgersi a, e bluff tipo scogliera/promontorio perciò non capisco cosa significa :c)

Lyndon sembrava essere pensieroso mentre se ne stava in silenzio per quelle che sembravano ore anche se in realtà erano passati solamente qualche secondi. "Sei sicuro di voler fare ciò Bieber?"

Chiusi gli occhi e presi un respiro prima di sfogarmi "Dove diavolo è la mia ragazza Lyndon?" dissi scandendo ogni sillaba.

"Come sta la tua famiglia Justin?" canticchiò Lyndon con voce manipolatoria.

Le mie sopracciglie formarono una smorfia, la confusione appannò la mia mente "Di che diavolo stai parlando? Che cosa centrano loro con--?

"Come sta tua mamma?" continuò, ignorandomi completamente. "Tuo papà? Tuo fratello? Stanno bene?"

Stringendo la mascella, premetti il mio telefono così forte all'orecchio che avevo paura che si sarebbe ridotto a pezzi. "Dove stai parando con questo Lyndon?" (letteralmente sarebbe 'Dove stai andando con questo Lyndon?') ringiai.

"Che dire della tua piccola sorella, Jazzy?" disse sottolineando il suo nome facendo precipitare il mio stomaco per terra "E'..? Oh.." sbuffò senza umorismo, "Lei è morta."

Sentii la rabbia pulsarmi nelle vene mentre le grida di mia sorella risuonavano nelle mie orecchie. "Chiudi quella cazzo di bocca."

"Aw, è un argomento delicato per il piccolo Justin Bieber?" Lyndon ridacchiò minacciosamente. "Povero ragazzo, ha perso la sua sorellina in una attacco rivolto a lui. E' una cosa in corso con te? Chiunque tu ami muore a spese tue?"

"Tu non sai di che cazzo stai parlando."

"Jazzy ti seguì nel magazzino dove tu hai avuto un incontro con McCann quella notte." Lyndon continuò, "Ciò che era destinato a farti morire, ha fatto perdere la vita a lei. La tua ragazza viene rapita da Delgrado e viene quasi violentata. Tu lo uccidi e finisci per andare in prigione e ora eccoti qui.. Tornato al punto di partenza con la tua ragazza introvabile" (ciò he tipo non riesce a trovarla, letteralmente è introvabile/in nessun posto)

Scossi la testa, nonostante non potesse vedermi, il mio torace i contrasse violentemente mentre la mia testa batteva incessantemente come se un martello batteva contro di essa. 

"Il pensiero della tua ragazza nelle mani di un altro uomo, soprattutto un nemico, è sufficiente per guidare chiunque pazzo, anche te. Probabilmente stai in piedi lì a guardare come un cervo nei fari. Hai paura, sei pietrificato chiedendotui cosa sta accadendo proprio questo preciso istante, mentre stai sprecando tempo e la tua ragazza è.." Si fermò lasciando che le sue parole non dette si soffermarono nell'aria. "Che cosa succede se ti dico che.. lei non è l'unica persona che ho?" Si fermo. "Hm? Che cosa succede se ti dico che ho qualcun altro che ami? Cosa faresti allora?"

Mi sentii come se tutto intorno a me si bloccò e le pareti si strinsero attorno a me, mantenni la mia compostezza, rifiutando di credere a tutto ciò che stava dicendo. "A che tipo di gioco stai giocando?"

"Si chiama realtà. Sono sempre un passo avanti a te, Bieber. Conosco i tuoi punti di forza e le tue debolezze, so in cosa sei bravo e in cosa non lo sei, e ho anche capito che oltre alla tua fidanzata, anche tua madre significa molto per te.. non è vero?" Lyndon rise come se aveva appena condiviso una barzelletta. "Chi sapeva che lei era anche una bella donna? Mi supplica di non farti del male.. come ogni madre farebbe, è stato molto divertente in realtà."

"Che cosa cazzo le hai fatto?" Urlai, sentendo la mia frequenza cardiaca aumentare mentre le immagini di mia madre giravano nella mia testa sotto il loro controllo come un album. Ho fatto sempre in modo che lei fosse tenuta lontano, protetta dal pericolo che circonda la mia vita.

"Niente.. Per ora, tutto dipende da te questa notte."

"Lei non ha niente a che fare con ciò Lyndon." dissi, sentendo il sudore sotto l'attaccatura dei miei capelli.

"Ma è qui che ti sbagli. Ha tutto a che fare con questo, con te. Lei è quella persona nella tua vita che non puoi sopportare di perdere oltre a Kelsey e sai cosa?" Si fermò, aspettando la mia reazione.

"Che cosa?" Borbottai.

"Penso che sarà divertente vedere solo quanto ami questa ragazza di tuo.."

Strinsi la mascella, tutto il mio corpo tremava. "Che cosa cazzo stai facendo Lyndon? Che cosa vuoi da me?" urlai, tutte le frustazioni dentro di me esposero, come se buttassi un bicchiere affianco a me dall'altra parte della stanza.

"Non ci arrivi?" espresse minacciosamente Lyndon, la sua voce risuonava nelle mie orecchie come se fossero ai lati opposti di un tunnel. "Voglio che tu scelga."

Passandosi una mano tra i capelli, tirai le estremità per la frustrazione, i miei occhi sul vetro rotto sotto i miei piedi e prima di avere la possibilità di interrogarlo nuovamente, la la chiamata terminò.

Punto di vista di Kelsey:

Gemendo ad alta voce, ho sentii un enorme dolore nella parte posteriore della mia testa, mentre lentamente mi svegliavo. Guardandomi intorno mentre mi mettevo a sedere, i miei occhi si spalancarono per l'atmosfera chiusa nel momento mi resi conto che non ero a casa.

Ansimando, provai ad alzarmi in piedi , per poi ricadere giù. Notando che avevo le mani incatenate al letto, sentii il battito cardiaco accelerare. "Ciao?" gridai, il mio respiro usciva frastagliato come ho lottato per controllarlo durante il tentativo di rimettermi libera. "C'è qualcuno qui?"

"Oh, guarda chi è sveglio." Una voce parlò da lontano, facendomi trasalire.

Senza fiato, mi voltai. Strizzai gli occhi, riuscivo a malapena a distinguere il corpo di un uomo dall'altra parte della stanza.

"Chi sei?" chiesi nonostante il groppo in gola. "Che cosa vuoi?"

"Temo che non posso dirtelo amore." Potevo sentire il sorriso sul loro volto che lentamente si fecero strada fuori dal loro nascondiglio. Ansimai quasi alla sua vista, ricordando come Carly aveva descritto quello che sembrava uno degli Snipers.

"Ora, so che sono bello tesoro, ma non devi essere così sorpresa." Loro sorrisero mentre stavano dall'altra parte della 'stanza', le sue mani giocavano con un accendino mentre si accendeva una sigaretta.

"Dove sono?" Respirai tremante mentre mi guardavo attorno. Ero intrappolato in una scatola di vetro nel mezzo di quello che sembrava un magazzino vuoto con sedie sparse tutto intorno e fili agli angoli.

"Non ha importanza." Scrollò le spalle, la sigaretta appesa all'angolo delle sue labbra.

"La fa, dato che sono bloccata qui." Sibilai in risposta nonostante la voce nella parte posteriore della mia testa che mi diceva di stare zitta.

Strascicando goffamente, guardai fuori, facendo tornare indietro le lacrime che minacciavano di uscire. "Perché sono qui?" Sussurrai anche se mi avevano sentito forte e chiaro, come se avessi gridato.

"Basta con le domande." Sbottò, con gli occhi oscurati di rabbia. "O ti batterò in stato di incoscienza in modo che non devo più sentirti ."

"Non ci sarà alcun bisogno di questo, Cole."

La mia testa scattò immediatamente, guardando intorno alla voce familiare, saltai in piedi. "Spencer!" Piansi per la sorpresa, felice di vederlo, sapendo che mi avrebbe protetto. "Devi aiutarmi a uscire di qui."

Trovò i miei occhi e rimasi sorpesa dalla freddezza all'interno dei suoi. "E perchè dovrei farlo?" Mi domandò stordito.

"Non è per questo che sei qui..?" Domandai, mentre i miei occhi passarono tra lui e Cole iniziando a realizzare.

"Sono qui per un sacco di cose, ma salvataggio non è uno di questi". Spencer alzò le spalle mentre prendeva fumo da Cole.

Leccai le mie labbra, deglutii duramente, per paura di quella che sarebbe stata la sua risposta: "Tu.. lo conosci..?"

"Mi conosci?" Cole derise, sfogliando le ceneri in aria mentre egli soffiò fuori il fumo. "Lavora per noi."

Chiudendo gli occhi, scossi la testa, non riuscivo a credere alle mie orecchie. "N-no ... no, questo è impossibile. Spencer lavora per Justin. Lui, lui è la mia.."

"Che cosa?" Cole ridacchiò, "cane da guardia?"

Pressando le labbra, sentii le mie guance riscaldarsi all' imbarazzo della situazione. "Questo deve essere uno scherzo ... _ tu non puoi..-. Questo non sta accadendo proprio ora. Spencer, tirami fuori di qui! "

"No." Rispose monotonamente. "Ora chiudi quella cazzo di stupida troia." Ringhiò , la sua espressione di pietra mentre mi fissava senza vita .

"Spencer ..." Mi sentivo leggera , mentre lentamente venivo a conoscenza con quello che stava succedendo.

"Ora, questo non è toccante?" Cole finse entusiasmo mentre metteva una mano al petto. Deve far schifo sapere che qualcuno che ha la tua fiducia in realtà si rivela qualcun altro."

"Perché stai facendo questo?.. Tu... Tu, "Scossi la testa," tutto questo tempo, è stato tutto solo una recita?"

"Ma che diavolo altro pensavi che fosse? Che a me in realtà interessava di te o del tuo cazzo di fidanzato? "Sputò quest'espressione con disgusto. "E 'stato tutto parte del piano per ottenere che ti fidassi di me e ha funzionato. Sei caduta in esso."

"Vaffanculo." Sputai con rabbia.

"Sei disgustoso." Mormorai con riluttanza.

Tirando le ginocchia al petto, appoggiai la testa contro la parete di vetro che mi circonda. Rifiutarsi di guardare verso il rumore della porta che si apriva, trattenni il respiro ascoltando i rumori che si avvicinavano.

Accovacciato di fronte a me, Spencer mi guardava mentre io guardai le ginocchia, facendo tornare indietro le lacrime mentre la paura strisciò la paura attraverso tutto il mio corpo.

"Guardami". Spencer ordinò e per la prima volta da quando mi ero svegliata, mi veniva da vomitare.

Stringendo i denti alzai gli occhi pieni di odio su di lui.

"Fottuta troia." Sputò. Arrabbiato, mi si sporse in avanti, afferrò i miei capelli nella parte posteriore della mia testa e mi tirò verso di lui.

Mi morsi la lingua rifiutando di fargli vedere il dolore che sentivo.

"Io non voglio farti del male." Mi avvertì.

"Troppo tardi." Sussurrai, i miei occhi audaci contro i suoi mentre tenevo il suo sguardo, facendogli sapere solo quanto lo disprezzavo.

"Il tuo fidanzato si merita tutto quello che gli sta accadendo." Disse minacciosamente Spenser.

"No." Gemetti, scuotendo la testa. "Lui non lo merita, nessuno di noi lo merita. Abbiamo fatto tutto per te..." Nonostante la sua presa sui miei capelli, guardai fuori verso la stanza ormai vuota. «Ti abbiamo trattato come un amico, eri una parte di noi..."

"Voi ragazzi non siete mai stati miei amici". Sputò Spenser. Guardando davanti a lui, annuì a chi c'era prima di rivolgersi a me, "Penso che sia arrivato il momento di accettarlo." Usci, Lasciando la porta aperta, mentre qualcun altro entrò facendomi sobbalzare.

"Kelsey Jones, mi fa piacere conoscerti, finalmente."

Punto di vista di John:

feci da scudo a Carly, aspettai che l’esplosione si fosse calmata. Mi levai per guardarla “stai bene?” sussurrai.

Carly tirò su col naso con le lacrime agli occhi. Senza nemmeno una parola mi gettò le braccia al collo, si nascose nel mio petto e singhiozzava in modo incontrollabile.

Mi strinsi a lei, le mie dita accarezzavano i suoi capelli “va tutto bene”.

Ci alzammo in piedi e le avvolsi il mio braccio intorno e camminammo verso la macchina.

La posai sul posto del passeggero e andai dal lato del conducente causando a Carly un sobbalzo, presi la sua mano nella mia “va tutto bene ora, sono qui!”

Mordendosi il labbro inferiore tremante Carly annuì guardandomi negli occhi.

Il silenzio cadde tra noi e l’unica cosa che si poteva sentire era il rombo dell’auto.

Girando sulla strada, guidai verso il vialetto notai che anche gli altri ragazzi erano arrivati. Parcheggiai e scesi, andai dal lato di Carly e la tenni stretta. Aprimmo la porta ma notai che già era aperta.

Entrando un brivido mi percorse la schiena notando che qualcosa non andava. Portai Carly nella stanza di sopra.

"Vuoi fare un bagno?" Sussurrai.

“si” sussurrò timidamente

L’aiutai a svestirsi prima di entrare nella vasca che era stata riempita a metà.

Diedi un bacio sulla fronte a Carly prima di uscire dal bagno.

“no” Carly ansimò “non mi lasciare ti prego”

“torno subito, lo prometto. Devo vedere cosa stanno facendo i ragazzi”

Carly annuì dolcemente

“andrà tutto bene, ok?”

"Va bene."

Uscendo dal bagno mi diedi mentalmente a calci per averla lasciata in un momento come questo, mi incamminai giù per le scale prima di entrare in cucina. Mi resi conto che non c’era nessuno in soggiorno.

Vidi Justin con la testa tra le mani e con il telefono al lato. Vidi anche il vetro rotto.

“dove sono i ragazzi?”

"Non lo so."

"Cosa vuoi dire che non lo sai?"

“li ho lasciati al magazzino”

Perché li hai lasciati lì?”

“lui l’ha presa” Justin mi interruppe con occhi fissi nel vuoto.

“di cosa parli?” il mio stomaco ribolliva nella colpevolezza.

“Kelsey, l'hanno presa.” Sospirò “l’hanno presa Spencer e Matt”

"Che cosa? Lavorano per noi Justin-"

“no, lavorano per Lyndon” Justin sibilò rivolgendosi a me per la prima volta “hanno lavorato per lui fin dall’inizio. Eravamo stupidi a non vederlo.”

“porca puttana” sospirai “cosa hai intenzione di fare?”

“non lo so…mi ha detto di scegliere” Justin si spense

“di scegliere?”

“tra mia madre e Kelsey” Justin scosse la testa “vuole che io scelga”

"Gesù Cristo," I miei occhi si spalancarono alle informazioni che mi erano state dette "Ha preso Pattie?"

Justin si guardò le mani “cosa farò adesso? Mia madre come poteva anch—“ si fermò “non mi sarei mai aspettato che l’avrebbe presa. Kelsey..lei è la mia. Lei è la mia ragazza. Ora è una situazione diversa, mia mamma John…”

“le salveremo amico, faremo in modo che stiano bene. Dobbiamo capire cosa vuoleLyndon”

“e com cazzo facciamo? quel figlio di puttana mi ha detto di scegliere”

“parleremo” sputai “vuole vederci nel panico, questo è quello che vuole.devi pensare con razionalità”

“come cazzo vuoi che pensi razionalmente qundo lui ha sia mia madre sia Kelsey? Urlò “eh facile per te. È facile parlare visto che hai già la tua ragazza al sicuro, a casa. Mia madre sta combattendo per la sua vita adesso.”

“ascoltami” cominciai “devi trovare un modo all’interno per bloccare i sentimenti,l’amore, la paura, il pensiero di ciò che potrebbe accadere e concentrati sulla tua rabbia. Se lasci che quel bastardo entri nella tua testa lui controllerà tutto. Non fare la marionetta”

Justin emise un urlo passandosi le mani tra i capelli “questo non sta accadendo davver! Kelsey, mia madre, Carly, dovrebbero essere tutti al sicuro. Abbiamo promesso che sarebbero stati al sicuro” diede un pugno al tavolo.

“conserva la rabbia”

“non vedi che cazzata? Non doveva succedere. Non dovevamo portarle qui”

“tu ami Kelsey e faresti di tutto per proteggerla!”

“ma questo non basta” replicò “adesso lei è” diede un pugno ora al muro “e ora anche mia madre è coinvolta in queste stronzate” prese il telefono e compose un numero.

"Cosa stai facendo?"

“chiamando quel figlio di puttana,cosa pensi stia facendo?”

Punto di vista di Pattie:

una luce fioca mi lampeggiava sulla testa, diedi un’ occhiata in giro per vedere che non ero più al supermercato, ma mi trovavo in una stanza chiusa. 

Sforzandomi di mantenere la calma, mi mancò il fiato appena mi accorsi di essere stata ammanettata ad un palo. In preda al panico mi alzai, mi alzai, ignorando il dolore alle gambe.

Sentendo le lacrime scorrere agli angoli degli occhi, mi coprii la bocca con la mano, singhiozzando silenziosamente. Nulla sembrava familiare, non avevo idea di dove fossi e del perché mi avessero preso.

Sobbalzai, sentendo che quacuno stava aprendo la porta della stanza, il mio cuore iniziò a battere più spedito all’aprirsi della porta. Non essendo in grado di vedere nessuno, ho mantenuto la mia compostezza anche se mi salì la pelle d’oca. 

"La signora Bieber, "Una voce roca disse:" Che bello spettacolo da vedere. Sono contento di vedere che ti sei svegliata. Come ti senti? "

"Chi sei?" risposi ad alta voce.

"Io non credo che sia molto importante, in questo momento." Ringhiò , l'illuminazione fioca mi mostrava i tratti del viso, ma soprattutto risaltavano i suoi occhi azzurri brillanti nonostante la mancanza di luce.

«Che cosa vuoi?" ribattei di nuovo, questa volta facendo una domanda diversa.

"voi e le vostre stupide domande, Sei qui perché voglio che tu sia qui. "Sputò irritato.

Premendo le labbra, mi ritrasse prese tra le dita la pelle della mia guancia. "Non mi toccare".

Stringendo il mio viso in mano, mi ha costretto a guardarlo, il volto tirato in una smorfia. "Io ti tocco quanto mi pare, mi hai capito?"

guardando lontano, mi fece una smorfia scavando le sue dita nella mia pelle.

"Ho detto, hai capito?" Lui urlava.

Annuì, espirando profondamente. Mi lasciò andare spingendomi all'indietro tirando le manette che avevo procurandomi un dolore infernale.

"ti suggerisco di collaborare o le cose si metteranno davvero male per te."

"Io non so nemmeno chi sei o che cosa vuoi da me!"

Uno schiaffo echeggiò per la stanza stampando la sua mano sinistra sulla mia guancia. "La prossima volta, sarà un ginocchio, se non inizi a rispettarmi. Capito? "

Rendendosi conto che non avrei risposto, mi strinse intorno al collo, sollevandomi leggermente . "Capito?" Ripeté più forte questa volta.

"S-sì," risposi soffocata, chiedendo di lasciarmi .

"bene". Mi lasciò cadere sul pavimento, si aggiustò lisciandosi la giacca di pelle. "riferirò a tuo figlio che hai detto ciao."

Guardai a bocca aperta l'uomo di fronte a me, il mio stomaco ribolliva dentro dolorosamente. "M-mio figlio?"

"Ah, sì, Justin. Non credo che pensa che ti abbia preso per il mio gradimento, o perché mi sia innamorato anche perché non mi piacciono le donne più vecchie. Anche se sei un bel spettacolo da vedere, non mi interessi. "

"Lasci stare mio figlio fuori tutto ciò!" Ho guaito come ogni vera madre avrebbe fatto. 

Con la morte di sua sorella più giovane che lo tormentava ancora, sapevo che Justin non sarebbe stato in grado di sopportare l'idea di perdere la madre.

«Troppo tardi» Si strinse nelle spalle, " è stato già scelto come l'attrazione principale della partita di stasera e tu, mia cara, sei il premio se gioca bene le sue carte”.

"E se non lo facesse?"

"Oh, è facile." Avvicinandosi alla mia faccia in modo che sentissi il suo alito fumoso sulla mia pelle, prese la mi afaccia tra le dita per farmi vedere una bomba collocata a meno di un piede di distanza da me. "Si muore".

Punto di vista di Kelsey:

"Kelsey Jones, che piacere conoscerti, finalmente."

Rotolando i miei occhi, incrociando le caviglie e le braccia al petto risposi ostinatamente. “purtroppo non posso dire lo stesso per me”

Ridacchiando, lui sorrise. “è questo il modo di trattare il ragazzo che ha la tua vita tra le mani?” facendomi ovviamente una domanda retorica “io non credo proprio”

«Che cosa vuoi?" ribattei, tagliando dritto al punto, guardando dritto nei suoi occhi color nocciola.

"continui a chiedere" Lui scosse la testa con un sospiro giocoso. "Pensavo di essere stato abbastanza chiaro. Il tuo ragazzo deve pagare e ci è capitato di catturarti nella confusione. "

"Non ho niente a che fare con Justin." Sogghignai amaramente: "Io non so quello che volete, ma vi posso assicurare che non ce l’ho."

"Non è quello che hai che io voglio, ma quello che sei per lui che ci da il comando su quel ragazzo.

Risi malinconicamente. "Bastardo".

"Eh, guarda il lato positivo ... almeno hai il cinquanta per cento di possibilità di sopravvivere". Lyndon si strinse nelle spalle. "Ora dobbiamo solo aspettare Justin."

Alla menzione del suo nome,sentii il mio cuore tirare violentemente con confusione ,offuscando la mia mente. "di cosa stai parlando? Cosa deve fare Justin? "

Mettendo le mani sui miei fianchi pendendo su di me, Lyndon mi scostò una ciocca di capelli dal viso, avvicinandosi al mio orecchio prima di sfogliare il mento delicatamente. "Per scegliere." Sussurrò.

Punto di vista di Justin:

Imprecando al quinto tentativo di chiamare Lyndon, ed essere ripetutamente rimandato alla segreteria,salivo ripetutamente le scale , cercando di controllare il mio temperamento che saliva.

“ho appena parlato a telefono con Bruce, è sulle sue tracce in questo momento” si avvicinò a me “le troveremo” mi rassicurò “andrà tutto bene, vedrai”

Guardando oltre john, m i trovavo in prossimità della porta che conduceva sula patio. “le promesse sono fatte per essere infrante” 

"andrà tutto per il verso giusto-"

“come fai a saperlo? Stai con loro? Tel lo hanno detto loro? No, quindi chiudi quella cazzo di bocca John” mormorai esasperatamente mentre mi strappavo i capelli, cercando di capire che cosa avessi dovuto fare per salvare entrambe.

Il suono martellante dei passi che entravano in casa attirò la mia attenzione, mi girai di scatto in tempo per vedere Bruce in cucina “dov’è?”

“l’hanno presa, quel figlio di una cagna non stava bluffando. È intelligente, sapeva esattamente cosa stava facendo stasera” scossi la testa. “sto solo cercando di capire come la pensa Lyndon e lui vuole che tu-“

“non mi interessa quello che vuole Lyndon. ”

Bruce scattò irritato mentre se ne stava con le mani sui fianchi, la rabbia evidente nei suoi occhi.”ecco cosa faremo.ti incontrerai con lui, lo prenderemo vivo e lo costringerai a dirti dov’è Kelsey e poi, quando lei sarà al sicuro-” 

"Bruce-"

"Basta ascoltami-"

"Non è solo Kelsey!" Ho abbaiato con impazienza gettando le mani in aria.

Chiudendo gli occhi, Bruce cercò di dare un senso a ciò che avevo appena detto prima di guardare di nuovo. "Aspetta ... cosa?"

"Ha anche mia madre, Bruce. Ha entrambe e l'unico modo che ho per salvarle e fare quello che mi dice di fare. " ringhiai . "John mi ha detto che hai detto che ti ha detto qualcosa. Che cosa ti ha detto Bruce? "

Gettando indietro la testa, esasperato, Bruce fece un respiro forte. "Vuole un altro incontro. Ha intenzione di contattarti. Non vuole che portiamo nessun backup , nessuna pistola, niente, ma ", sottolineò puntando verso di me:" so che hai intenzione di fare l'esatto contrario. "

"Lyndon ha avuta l’idea di piazzare due due bombe per Kelsey e mia mamma." Lo informai a denti stretti.

"ascolta-" Bruce ha cominciato: "Se non si può fare questo, lo farò.", mi avvertii, "Prendi Marco e Marcus, e tutti gli uomini di cui hai bisogno perché dobbiamo prendere questo bastardo, ma tenendolo in vita così da fargli capire che ormai ha perso la partita”.

“questo è esattamente ciò che non dobbiamo fare. Lyndon sa tutto di me, Ha mia madre e Kelsey. Ora non è il momento di giocare. Devo muovermi nel modo giusto, e nel momento giusto o ucciderà tutte e due”

Bruce infilò la mano nel petto, "Se continui a giocare la partita di Lyndon, ti farà credere che stai vincendo tutto il tempo”

Spingendolo via “a questo punto non mi frega più un cazzo. Tutta questa situazione è una situazione del cazzo che lui ha voluto: è stato così fin dall’inizio e noi non lo abbiamo capito. Tutto questo è stato solo un avvertimento. Dobbiamo giocare secondo le regole o Lyn don alzerà la posta. Da quando lui è arrivato siamo diventati come dei topi che corrono in cerchio…delle marionette. Stasera ha preso Carly come leva da usare contro di noi in modo che noi facessimo tutto ciò che lui ci avrebbe detto. Sapeva anche che noi avremmo provato ad ucciderlo, non aveva nessun dubbio e così ha pianificato tutto questo prima del tempo”

“ha capito dall’inizio che avremmo fatto qualcosa per ucciderlo e così ha chiamato Spencer e Matt e ha fatto in modo che avessero un retroscena sul perché non erano vicino a Carly e ha ordinato Connie di diventarle amica in modo che Carly le desse piena fiducia, così da uscire con lei è diventare un esca per Lyndon. Lasciando Spencer e Matt con Kelsey e ordinando loro di rapirla in modo che se uno di noi avesse fatto un passo falso o avesse provato ad ucciderla lui lo avrebbe usato contro di noi. Non si tratta di vincere o perdere per lui, si tratta solo di fare del male.”

Improvvisamente una musica ci fece sobbalzare, era il mio cellulare che squillava. Trattenni il fiato, afferrai nel palmo della mano il telefono per vedere chi era, un numero sconosciuto: “pronto” risposi a telefono, segnalando ai ragazzi di tacere. 

"Sei solo?" mi disse la voce dall’altro lato.

Non riconobbi la voce, le mie sopracciglia tirarono una smorfia. "Chi sei?"

“non ha importanza” mi rispose bruscamente, “ho detto, sei solo?”

Guardando verso Bruce, feci un gesto con il mento per dire a tutti loro di andare via. Fatto ciò che voleva senza aggiungere altro “ora lo sono” dissi sinceramente.

"Bene, adesso ascoltami attentamente ..."

Punto di vista di Kelsey:

camminavo avanti e indietro per cercare di mantenere il controllo ma mi lasciai cadere sul letto, spingendo il mento sul palmo aperto mentre fissavo il vuoto. 

Ripensavo e ripensavo a ciò che mi aveva detto. Justin doveva scegliere ed io ero un’esca. Ma se io ero un’esca, chi era l’altra?

Non aveva alcun senso per me e più ero costretta a restare lì, più mi sentivo impazzire.

Cosa volevano da me esattamente, cosa avevano intenzione di fare? Mi avrebbero ucciso?

Sentendo le lacrime sgorgare dai miei occhi, emisi un respiro tremante prima di alzarmi di nuovo. Mi sedetti ad aspettare ciò che sarebbe successo. Ma ci doveva essere un modo per uscire da lì, e avrei dovuto capirlo. 

Camminando verso la porta che era sigillata, ho affondato le unghie cercando di aprirla in qualche modo. Sussultando per il dolore, mi morsi il labbro per il sangue che colava dalle punte. Colpii il vetro con le mani lanciando fuori una disperata richiesta di aiuto finché non mi sono resa conto che nessuno sarebbe venuto.

Appoggiai la testa contro il muro mentre fissavo il soffitto, il cuore mi batteva nelle orecchie come un tamburo e combattevo contro me stessa per controlla re il respiro. Mi sentivo troppo stanca, e la stanchezza era difficile da gestire. Mi sentivo come se non avessi dormito per giorni, non riuscivo a tenere gli occhi aperti anche perché le lacrime sgorgavano a goccioloni cadendo dal mio grembo.

Guardandomi intorno cercavo disperatamente aiuto, nonostante nessuno potesse sentirmi. Scorsi una piccola scatola attaccata sotto una sezione nascosta, mi arrampicai, sentendomi una luce diretta in faccia.

Strizzai gli occhi, premendo il naso contro il vetro, sbattendo le palpebre un paio di volte vidi questa scatola con numeri rossi luminosi che contavano i secondi di un’ora e tredici minuti.

Strabuzzai gli occhi, sentii il mio respiro farsi pesante appena mi resi conto che era una bomba. Emisi un grido di terrore, pestando i pugni contro il vetro urlando di farmi uscire da lì. “aiuto!” strillai “per favore qualcuno mi aiuti!”

Stanca dopo aver urlato così tanto, soffocai nei singhiozzi mentre cadevo a terra, la fronte premuta contro la superficie fredda, piangendo silenziosamente mentre tra me e me riuscii a sussurrare “Justin…” scuotendo le spalle mentre piangevo.

"Puoi piangere quanto vuoi," Alzai gli occhi, tirando su col naso, pulendomi il viso per vedere Spencer venire dentro con Cole. «Ma non cambia il fatto che nessuno può sentire."

Restringendo i miei occhi, ho arricciato il labbro con disgusto. "Taci." Sibilai, sforzandomi di alzarmi e camminare di nuovo verso il letto in modo che non potessero vedermi. In tutti gli anni che ero stata con Justin, sapevo che più gli si mostrava, più potevano usarlo a loro vantaggio così mi rifiutai di mostrare loro qualsiasi tipo di debolezza. Non avevo intenzione di diventare una bambolina nelle mani di quei stronzi.

Vidi Cole in piedi di fronte a me, con i suoi occhi fissi nei miei. Mi provocò un brivido lungo tutta la schiena, i suoi occhi viaggiarono lungo tutto il mio corpo per poi rincontrare di nuovo i miei occhi ancora una volta, un sorriso malato spuntò sul suo viso:”sei così sexy”

Mordendomi le labbra,guardai lontano da lui 

“non c’è da stupirsi se Justin ti tiene stretta” fischiò odiosamente “e sono sicurissimo,diamine, che sei anche brava a letto” la sua presenza incombeva su di me mentre procedeva avanti sempre più vicino

Chiusi gli occhi, al contatto delle sue nocche con la mia guancia, e affondai i denti nel mio labbro inferiore

"Sei mai stata segnata, Kelsey?" mi chiede così facilmente come se stessimo parlando del tempo.

Alzai lo sguardo su di lui, ingoiai: “c-cosa?” 

“sei mai stata segnata” levò le dita sul mio collo, premendo il pollice, “sai, lividi in modo che l’altro sappia a chi appartieni”

Mi accigliai, non abbastanza sicura su dove volesse andare a parare.

"Sai, quando ho incontrato il tuo fidanzato un paio di giorni fa, gli avevo detto che stavo andando a prendere tutto quello che sapevo essere suo,. I suoi soldi, la sua casa, la sua attività ... la sua ragazza" in modo compiaciuto verso di me, Cole improvvisamente mi afferrò per il collo, mi tirò su.

"Ho detto che stavo per scoparti proprio di fronte ai suoi occhi ..." si chinò verso il basso in modo che le sue labbra erano proprio accanto al mio orecchio, "E perché amo mantenere le promesse, ho intenzione di fare proprio quello che avevo programmato per tutto questo tempo. "spingendomi indietro sul letto, Cole mi intrappolò tra le sue gambe.

"No, ti prego!" urlavo mentre le lacrime sgorgavano dai miei occhi. Spingevo le gambe ovunque, colpendolo con tutta la forza di cui ero capace, scuotendo la testa. "Non farlo!"

Afferrando le mie braccia, Cole le sollevò sopra la testa con una mano, tirò fuori un coltello da tasca, lo teneva sul mio collo, il metallo freddo contro la mia carne, la lama stuzzicava la mia pelle. "O la pianti o ti taglio la gola cazzo, mi hai capito?"

Piagnucolai “per favore…” sussurrai, “tu non vuoi fare questo!”

“non dirmi cosa voglio o non voglio fare” sputò, mi strinse ancora di più portando il coltello verso il basso, sulla mia camicia, facendo saltare via i bottoni e la parte superiore della mia canottiera.

continuo punto di vista di Kelsey:

“ora” mise via il coltello, mi guardò così avidamente con quei suoi occhi azzurri pieni di oscuro desiderio si chinò su di me e le sue labbra entrarono in contatto con il mio collo. “non ti preoccupare amore” sussurrò, il suo respiro pesante sulla mia pelle, “non ho intenzione di fare nulla. Ma che uomo sarei se non mantenessi la mia parola” lo sentii fare un sorrisetto. “mi dispiacerebbe per il tuo fidanzato, non voglio che si perda questo evento” ridacchiò sinistramente. “ma voglio lasciare comunque un ricordo” prendendo il mio lobo dell’orecchio, “poiché ora sei mia”. Iniziò a mordere sul collo, lanciai un grido di dolore come iniziò a mordere e a succhiare, le sue dita tra i miei capelli attorcigliati mentre teneva la mia testa col braccio.

Quando ebbe finito, diede un ultimo bacio sulla pelle, prima di ammirare ciò che aveva appena fatto. “perfetto” ronzava di gioia prima di togliersi di dosso. “ti vengo a controllarti dopo tesoro” mi fece un occhiolino, “e la prossima volta sarò sicuro di avere il tuo ragazzo con me in modo da poter finire il lavoro”

Punto di vista di Justin:

“dannazione Lyndon” gridai sbattendo il pugno contro il muro di cemento, raschiando la pelle delle mie nocche. Guardandomi intorno in quel lotto vuoto, poggiai la testa tra le mani, imprecando a dirotto.

" Hai intenzione di aspettare un’altra chiamata di Lyndon per ricavare ulteriori informazioni? "

«È una specie di scherzo di cattivo gusto o cosa?" Ho spezzato, "non ho tempo di aspettare!"

"Sto solo facendo il mio lavoro Bieber, proprio come te."

Dopo aver sentito queste ultime parole, iniziai a correre fuori dalla cucina, dalla porta principale

"Dove vai?" John mi chiamò, Bruce alle calcagna.

"Devo andare a salvarle." Risposi senza neanche guardarli. “voi restate qui. Ha detto che non vuole nessun backup, allora non ci sarà alcun backup” mi girai afferrando la mia pistola dalla cintura dei miei jeans, “prendi questo” la gettai a john che la afferrò facilmente tra le mani

“e se fosse una trappola? E se lui fosse armato e ha persone che aspettano solo te per catturarti?” Bruce urlò, la sua voce echeggiò nelle strade vuote.

Mi strinsi nelle spalle “ho fatto più danni coi pugni che con una pistola, e poi ne ho una nascosta in auto per ogni evenienza. Se qualcosa va storto sarai il primo a saperlo”. Mi gettai nell’auto.

Pochi secondi dopo, il mio telefono squillò. Risposi alla chiamata. 

"23 Jefferson Place” disse, “e non essere in ritardo”

Misi la retromarcia, mi immisi sulla strada principale, il ticchettio dei secondi nelle orecchie mi fece trattenere il respiro, gli occhi fissi sullo specchietto retrovisore per essere sicuro di non essere seguito.

Iniziai a mordermi l’interno della guancia così forte da farlo sanguinare, girai un angolo prima di girare a sinistra e poi ancora a sinistra finché non raggiunsi l’indirizzo stabilito.

Aggrottai le sopracciglia e scesi lasciando il motore acceso. Presi a calci la porta ed entrai, il posto sembrava vecchio come se nessuno ci fosse entrato da anni, era vuoto

“merda” sputai, riguardandomi attorno, il telefono squillò nuovamente. Uscendo fuori,avvicinai il telefono all’orecchio. 

"Sembra che ti ho dato l'indirizzo sbagliato Bieber, avrebbe dovuto essere 215 Koltz Avenue."

Questo era il secondo vicolo cieco e stavo iniziando a perdere le speranze, Lyndon non aveva intenzione di mantenere la sua parola.

Aveva sia Kelsey che mia madre e non c’era via d’uscita se non fare tutto ciò che mi dicesse di fare come un cane che impara nuovi trucchi e riceve un premio in cambio dei suoi sforzi.

Questo non sarebbe mai dovuto succedere, avrebbero dovuto essere al sicuro. Ho promesso loro che sarebbero state sempre al sicuro…

“respira” mi persuasi “basta cazzo respirare…” appoggiai la mia testa tra le mani, risentii il telefono squillare per la quinta volta questa sera, risposi alla chiamate “allora??” sputai.

“ti stai ancora divertendo??”

“ti giuro su Dio, cazzo” tuonai nel ricevitore “se questo è un qualche tipo di scherzo del cazzo, ti strappo la pelle da dosso, non so se mi capisci?dimmi solo dove cazzo sei!”urlai a gran voce, le vene del mio collo iniziarono ad ingrossarsi.

Una risatina sadica gli sfuggì dalle labbra. “ah le minacce non smettono mai di stupirmi Bieber. Ti voglio vedere saltare attraverso i cerchi di fuoco per la tua ragazza e tua madre. Voglio vedere fino a che punto sei disposto ad arrivare pur di proteggerle anche se ti chiedo un lavoro di merda.” 

"Non ti ho chiesto." Sbottai, "Che tipo di gioco malato e contorto stai giocando? Io sono qui, io sono solo e disarmato proprio come volevi! "Sibilai," Ho fatto ogni maledetta cosa hai chiesto di fare"

“che bravo ragazzo, vuoi un regalo per il nobile spirito sportivo?”

“fanculo!” abbaiai, la mia voce non sembrava più essere la mia, come se fosse di qualcun altro , era come se mi si fosse stato privato della mia stessa vita.”tu mi volevi solo, e solo sono! Ora mi hai, cosa cazzo vuoi ancora?”

“te l’ho già detto” sospirò, come se si annoiasse “voglio vederti soffrire e fino ad allora,inizia a pregare Bieber, perché se non lo farai entro la prossima ora non posso dirti molto sulla tua ragazza o su tua madre”

"Fottuto bastardo," ribattei.

“divertente, la tua ragazza mi ha chiamato proprio così. Ora so da chi ha preso” Lyndon rise cinicamente “Berklin Alley ci sarà un messaggio”.

Senza nemmeno preoccuparmi per un secondo, lasciai la mia auto sul lato della strada e mi incamminai su per il sentiero che portava proprio lì. C’ero stato già un paio di volte. Calpestai le macerie sul pavimento, prestando attenzione ai dettagli, cercando di cogliere qualche particolare quando un odore acre mi entrò nel naso. Tossii e coprii la mia bocca, assottigliai gli occhi e vidi una striscia di residuo rosso lungo il percorso dei miei piedi.

“cazzo” mormorai una volta che avevo capito che era sangue, mi fermai alla fine del vicolo dove vidi un corpo a terra con tre ferite di proiettile al petto e uno alla testa. Osservando il corpo da vicino, riuscii a riconoscerlo, era Dean. Scossi la testa, sforzandomi di allontanare lo sguardo fino alla parete opposta al punto in cui mi trovavo. Mi accorsi che su di esso c’era una scritta, una scritta fatta col sangue

"In primo luogo e conosciuto ..." spremei la mia mente disperatamente per capire cosa diavolo potesse significare.

Diversi minuti erano passati dalla lettura di quella frase, ma nulla, camminavo e ripetevo quelle parole più volte e più volte nella mia testa. "Prima di met ... incontrati la prima volta." Allargai gli occhi, non volevo sprecare un secondo di più, allontanandomi dal vicolo. Rientrai in macchina e mi incamminai lontano da lì, poiché era questione di tempo prima che l’odore peggiorasse e che la polizia venisse ad indagare fino al vecchio magazzino di Luke. 

Una volta arrivato, parcheggiai prima di sbattere le porte del magazzino aperto, aspettandomi di vedere Lyndon lì col suo sorrisetto sul viso. “so che sei qui” sputai.

Scorsi in lontananza una figura che camminava verso di me “devi ammettere” sogghignò Lyndon “sono abbastanza furbo” 

“cosa?” cercai di metterlo in ridicolo “in primo luogo e conosciuto??” 

“dove ci siamo conosciuti” Lyndon si strinse nelle spalle e infilò le mani in tasca “ti sei rifiutato di giocare,se non ti fossi rifiutato,tutto questo forse non sarebbe successo”

“forse…” ribattei con rabbia, osservando ogni sua mossa e ogni suo passo sempre più vicino a me.

“già” Lyndon inclinò la testa di lato, “ma dove sarebbe stato tutto il divertimento?” 

Accigliato mi morsi la lingua, sapendo di non poter rischiare ancora, “dove sono loro?”

“non così in fretta, prima devo vedere se hai collaborato, e visto i precedenti, suppongo sia altamente improbabile”

“sono disarmato,non ho nessuna pistola con me” toccai ogni mia tasca in modo da fargli capire che non stavo mentendo.

“quindi se ti dicessi che sono andato dalla tua ragazza e l’ho costretta a fare sesso con me, non prenderai nessuna pistola per spararmi?”

Stringendo i denti,tenni stretta la mascella, “no, ma giuro su Dio cazzo Lyndon che se-”

“rilassati” ribatté Lyndon con noncuranza, roteando gli occhi. “non ho toccato la tua preziosa ragazza” 

Premendo le labbra, ho aspettato che continuasse.

"Sei solo?"

"Sì".

"mi stai mentendo?"

"No."

"Bravo ragazzo, segui le regole e sarai ricompensato." Mostrandomi i denti in un sorriso cinico.

"Dimmi dove le hai portate" sputai.

"Posso fare di meglio, ti faccio vedere." Prese un pezzo di carta e me lo gettò a terra.

Aprendolo, trattenni il fiato guardando una foto di mia madre seduta sul terreno persa e confusa. Esaminai la foto per captare eventuali indizi utili a capire dove fosse esattamente. 

“il tuo amico John ha la stessa immagine ma di Kelsey”

“ma che cazzo stai dicendo?”

“non te l’ha detto?” Lyndon sorrise “quella carta che gli ho dato! Eh tutti commettiamo errori e io sono sorpreso che non ve l’abbia mostrata”.

Strappai l’immagine e la gettai a terra. “”dov’è?” gli urlai contro. 

“vedi questa lettura digitale qui?” mi chiese Lyndon, sporgendosi verso di me e mostrandomi un lato dell’immagine. “tua madre ha molto meno tempo rispetto a quando questa foto e stata scattata”

Lo raggiunsi per afferrarlo, Lyndon mi schivò ponendosi dietro di me. Come mi voltai verso di lui, la mia faccia si iniziò a surriscaldare per la rabbia.

Lyndon sorrise, “penso che siamo partiti col piede sbagliato stasera, cosa ne dici se ricominciamo da capo?”

“come vuoi. Cosa hai bisogno di sentire da me? Che cosa vuoi?”

"Tutto", Lyndon si strinse nelle spalle.

"Non so come dirtelo”, 

“Bé, puoi iniziare col dirmi della tua attività. Si riceve una chiamata,si fa la spedizione e poi? Chiaramente farai di più rispetto a quanto non si mostri. Loro non lo chiamano pericolo per niente, giusto? Ci deve essere una ragione” 

“uccido, io non so che altro dirti, cazzo”.

“tutto qui?” rispose Lyndon, “non funziona così sai, non devi mentirmi”

"Dimmi dove sono mia madre e Kelsey e ti dirò tutto quello che dovete sapere!" negoziai in modo disperato.

“no!” Lyndon gridò dilatando i suoi occhi, “questo è il mio gioco, queste le mie regole.quanto vale la tua ragazza per te?” sputò “per non parlare di tua madre. Tu così le ucciderai e sono sicuro che i poliziotti arriveranno a te. Quindi parla ora che ne hai ancora la possibilità”

Sospirando tra me e me, tenni lo sguardo fisso su Lyndon “uccidere è stata la prima cosa in cui sia stato bravo” rivelai

Lyndon sorrise, dicendomi di andare avanti.

“certo, ero bravo anche negli sport e in tutte quelle stronzate, finché non ebbi il mio primo incontro a scuola” sospirai “ho quasi picchiato il ragazzo a morte, sono stato immediatamente espulso e dopo vari litigi e risse e Bruce una notte mi ha trovato e mi ha detto che potevo usare la mia rabbia per qualcosa di meglio. Mi ha portato con lui ed entrai nella gang. Mi mise una pistola in mano e capì che era l’unica cosa che sapevo davvero fare. Faccio solo il mio lavoro, io non penso, reagisco. Ho imparato molto da Bruce e altre cose mi vengono naturale”

“questa è la differenza tra me e te” ringhiò “uccido solo quelli chje lo meritano, e quelli che mi vanno contro. Dobbiamo scovare le loro debolezze. Sei patetico e una perdita di tempo”

Lyndon ridacchiò. Scosse la testa “sei esattamente come me. Togli la vita ad altre persone proprio come me.”

“hai ragione, ma a differenza di te io non ho bisogno di minacciare o violentare le persone che si amano per ucciderne altre” Lyndon cominciò a camminare verso di me”ti lascerò con niente. Lascerò che tutto brucerà all’inferno”

Afferrain un pugno sulla faccia di Lyndon che sbattè la testa al muro “vuoi sapere chi sono io?” misi in discussione stringendo il suo collo “mh?” abbaia forte “sono l’idiota che ti romperà il collo se non mi dici dove sono Kelsey e mia madre”

Lyndon sorrise tra i denti insanguinanti “io vinco”

“che cosa?”

“siamo uguali”

“noi non siamo uguali “ urlai afferrandolo per il colletto

“a due miglia da qui. Direzioni opposte. Due magazzini. Powell a destra e tua madre è li. 256 adams e c’è Kelsey. Entrambe sono sedute su due bombe” fece una pausa ad effetto “entrambi i timer si spegneranno in otto minuti”

"Non puoi salvare entrambi," Lyndon scosse la testa, "Devi scegliere."

Tirai i miei capelli e Lyndon mi fermò.

"Justin," lo guardai. "Quando tutto questo sarà finito, verrai a cercarmi."

Composi il numero di Bruce uscendo dal magazzino e andai nell’autyo “andiamo” incoraggiandolo a rispondere

Lo fece.

"Justin, hai trovato qualcosa?"

"256 Bristol Street, Kelsey è lì! Hai sei minuti. "respirai fuori

"Kelsey? E tua madre? "

“ci penso io a ma madre devi solo prendere Kelsey”

La chiamata finì.

Punto di nessuno di Vista:

Kelsey iniziò ad urlare a qualcuno che venisse a salvarla. La sua mano diede un pugno al vetro ma ebbe solo dolori.

Vide qualcuno entrare “Bruce” Kelsey gridò

“spostati” urlò mentre prendeva la pistola. La punto al vetro e ruppe la serratura ed entrò dentro afferrando Kelsey al tempo di meno venti secondi.

Intanto Pattie piangeva. La porta si aprì ed entrò Justin.

Allargò lo sguardo alla vista del suo bambino, pattie si lasciò uscire un urlo di gioia “Justin” rimase a bocca aperta.

“guarda oltre” orddinò prima di prendere la pistola. Sparò dei colpi alla catena delle manette prima di abbracciarsi e correre fujori dall’edificio.

Caddero a terra e Justin le faceva da scudo per l’esposione della bomba.

Ma la bomba non esplose. Tttavia sul lato opposto della città si udì un’esplosione.

Guardando verso il suono Justin riusciva a pensare solo ad una persona.

“Kelsey!”

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