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capitolo 29

- capitolo 29.

Punto di vista di Kelsey:

L’aria era pesante appena ci sedemmo tutti nel soggiorno, nessuno di noi disse e non fece nulla. John era con Carly che gli stava controllando la ferita sulla spalla facendo attenzione a non farla sanguinare. Con il nostro aiuto Crly era riuscita a rimuovere il proiettile e stava combattendo con le mlacrime che minacciavano di scendere.

Bruce stava seduto con la testa fra le mani, si rifiutò di guardarci negli occhi. Marcus e Marco stavano fissando fuori dalla finestra, guardavano il disastro che c’era sul prato e il pasticcio di vetro sul pavimento.

Justin, d’altra parte, si sedette su una sedia con me in braccio anche se credo che non si fosse nemmeno della mia presenza su di lui. I suoi occhi erano vuoti. La vena del suo collo pulsava.

Hanno dichiarato guerra, Justin disse.

In effetti, gli Snipers hanno dichiarato guerra e questo significava che volevano il sangue e non si sarebbero fermati fin quando non vinceranno.

Mi morsi il labbro e sentì il mio stomaco girare come se fosse una lavatrice. 

“Quello che è successo stasera…” Bruce cominciò spaventando tutti con la sua improvvisa voglia di parlare “è la ragione per cui non volevo che accadesse. Il combattimento, le armi, tutto diventerà una vasca di sangue e diventerà una zona di guerra”

“Volevano una guerra dal primo giorno che sono arrivati qui” Justin parlò “se pensavi il contrario sbagliavi” lasciò una risatina sarcastica, Justin scosse la testa “sbagli ancora” si corresse, guardò verso Bruce e i suoi occhi bruciavano “hai voluto pensare positivo e abbiamo visto il risultato finale. Ci hanno sempre voluto sconfiggere, è ovvio che non si fermeranno fin quando non ci distruggeranno”

La faccia era stravolta dalla rabbia “non pensi che io ci abbia pensato? Cosa vuoi sentirti dire? Vuoi sentirti dire che hai ragione? Vuoi sentirti dire che ci sconfiggeranno alla fine?” scosse la testa, si appoggiò allo schienale.

“no” mormorò Justin “voglio che ti prendi la responsabilità di ciò che è successo stanotte. Volevi aspettare, volevi prendertela con calma. Io sapevo…io sapevo che questo sarebbe accaduto”

"Congratulazioni Justin," Bruce sibilò, battendo le mani "Vuoi una medaglia del cazzo per questo?"

“no, quello che voglio è che tu la smetti di cercare di risparmiare vite umane e che mantenerli in vita non ci farà del bene. Dobbiamo ucciderli, di punto in bianco, senza scuse, senza ma e se. Non mi frega un cazzo del passato e so che è quello che ti trattiene è questo, ma ora sono passati tre anni”

“hai ragione” Bruce ammise tranquillamente scioccando tutti noi “Sono trattenuto da quello, sono trattenuto da quello che è successo con Luke., non possiamo più farlo. Non con gli Snipers. Mi rifiuto di far girare la città a loro piacimento”

“non si fermeranno fin quando non distruggeranno ogni cosa” John constatò ignorando il dolore della ferita “questo era solo l’inizio. Non vogliono parlare. Parlare è facile e le azioni parlano più delle parole. Questo è quello che stanno facendo. Ci stanno mostrando la loro forza. Hanno toccato Crly, hanno fatto saltare in aria la spedizione. La sparatoria non era destinata ad uccidere” John scosse la testa “ci stavano inviando un messaggio”

Annuendo con la testa Bruce dice “allora se è cosi, dobbiamo lasciare la città per un po”

Scattai “lasciare?” misi in discussione “dove stiamo andando?”

“Andremo in una casa sicura che abbiamo e che si trova a Toronto. E’ a poche ore da qui, non è lontano.”

"Perché?" Sussurrai a Justin a bassa voce. 

Bruce sospirò “non è sicuro per voi. I vetri sono in frantumi, questo posto è un casino. Vado a chiamare Zack per fargli sapere che deve risolvere il danno”

"Per quanto tempo?"

"Kelsey" Justin mi avvertì che dovevo smetterla di parlare.

“va tutto bene” disse Bruce guardandomi. Sorrise dolcemente “staremo li finche non saremo sicuri di poter tornare qui”

"Okay," mormorai, annuendo con la testa. 

Aprì la bocca perché mi venne un dubbio in mente ma evitai lo sguardo di Justin prima di parlare “staremo li a lungo?” 

“basta” abbaiò Justin improvvisamente facendomi sobbalzare “smettila Kelsey, smettila con queste domande del cazzo” 

"Justin-"

“no” sputò “vai di sopra con Carly e imballa le tue cose” fece un gesto verso le scale “ora”

Volevo urlargli contro ma mi sono contenuta vista la quantità di parolacce che ero pronta a dirgli. Girai i piedi e mi allontanai.

Con Carly entrammo nella mia camera, afferrai la mia valigia da sotto al letto e con frustrazione presi i miei vestiti e li buttai nella valigia.

Carly restò senza parlare vicino alla porta, gli occhi erano spalancati. I suoi occhi erano annebbiati, le sue braccia erano abbandonate lungo i suoi fianchi. Le sue spalle erano curve.

Presi tutti i vestiti che pensai fossero necessari. Incrociando le braccia fissai con diffidenza la mia migliore amica non sapendo cosa dire o fare “stai bene?” midi in discussione stupidamente.

Vidi i suoi occhi che erano pieni di lacrime “Carly..” dissi addolorata.

“quando finirà?” chiese “quando finirà questo incubo?” gemette “io nonn voglio questo, io non voglio avere paura di ciò che accadrà dopo” scuotendo la testa, Carly avvolse le braccia intorno al petto “io non so come si fa…non posso”

Chiudendo gli occhi, le lacrime scivolavano lungo le guance che causò la rottua del mio cuore.

“lo so” cominciai camminando verso lei “ma devi essere forte. Non puoi lasciare. Questo è quello che vogliono, vogliono farti cadere, vogliono vedere i ragazzi vulnerabili. Questa è una prova, un test per vedere se siamo in grado di farlo” tenendola per le spalle “sei forte” sorrisi “più forte di chiunque altro lo so. Io so che puoi farlo.”

Sorridendola dolcemente Carly tirò su con il naso, annuendo con la testa in accordo “hai ragione” sospirò si asciugò il viso prima di abbracciarmi stretta “non so cosa farei senza di te” ammisi stringendola intorno a me.

Appoggiai la mia testa sulla sua spalla “sarò sempre con te”

"Lo so." Sussurrò.

“che succede qui?” mi allontanai da Carly e vidi Justin in piedi sulla soglia, le mani erano ficcate nelle tasche dei suoi pantaloni e lo sguardo fisso su di noi.

"Oh, che schifo," Carly si morse il labbro, "Niente. Stavamo solo parlando ... ".

“si? Beh,perché non vi muovete?” Justin sibilò “potete parlare in seguito, John ha bisogno di una nuova fascia, il sangue sta penetrando”

Carly sottovoce mi dice che ci vedremo più tardi e passò Justin, ringhiò e sbattè la porta dietro di lei.

"puttana" mormorò umile.

“sei uno stronzo” sbottai “non c’è bisogno di essere cosi scortese con lei! Sai cosa sta passando”

“non mi frega un cazzo” disse bruscamente “stiamo passando tutti la stessa merda. Hai finito di imballare?” fece un cenno verso la mia borsa.

“cosa ti è preso?” chiesi completamente intontita dal suo cambiamento d’umore improvviso “un secondo stau bene e il secondo dopo ti comporti come—“

“come cosa?” Justin mi sfidò piegando la testa di lato.

“come un coglione” sputai.

Justin roteò gli occhi “sei una fottuta bambina” sibilò “chiudi quella cazzo di bocca e porta la tua borsa al piano di sotto se hai finito. Ho delle cose da fare prima di andare e partiremo in un’ora.”

“che cosa” sputai.

“delle cose” sbottò “ora muoviti”

Incredula vidi come Justin prese la mia borsa e la mise accanto ai miei piedi prima di prendere i suoi vestiti dall’armadio.

“sei serio?” mormorai “cosa c’è di sbagliato in te?”

“ci deve essere essere sempre qualcosa di sbagliato in me?” Replicò mentre andava in bagno, afferrò la sua lacca per capelli, lo spazzolino da denti, la spazzola per capelli e qualsiasi cosa riusciva a prendere all’ultimo minuto.

“si solito faccio qualcosa per farti incazzarti, ma questa volta non ho fatto nulla”

“non sai mai come chiudere quella cazzo di bocca” sibilò mentre buttava le sue cose nelle borse “quando ti dico di stare zitta e smettere di fare domande devi farlo. Non dovevi andare contro di me. Non stasera”

“non sapevo dove cavolo dovevamo andare, non pensavo fosse sbagliato” ringhiai.

Infastidito Justin mi afferrò per le spalle e mi sbattè contro al comò “vuoi restare qui? Vuoi rimanere qui dove non sei al sicuro? Vuoi dare a Cole un motivo per portarti via da me?” Justin serrò la mascella “eh?” abbaiò sorprendendomi “si, perché se è cosi puoin stare anche qui ma sappi che ti costringerò ad uscire da questa casa, se devo”

Fissandolo negli occhi chiesi risposte “e di questo che si tratta?” sussurrai “hai paura che mi vengano a prendere?”

Justin si guardò i piedi, il suo petto si muoveva a ritmo irregolare, prese un rwspiro profondo “penso che dovresti andare” fece un cenno verso le borse “prendi le tue cose e aspetta di sotto con Bruce. Scenderò tra un po”

"Justin-"

“Ora, Kelsey” sospirò sconfitto “non te lo ripeto ancora” presi le mie cose ed uscì dalla stanza.

Combattei contro la voglia di allungare una mano e accarezzarlo, mi morsi il labbro inferiore sentendo la familiare fitta di dolore dentro il mio petto. "Va bene." Sussurrai, senza fiato. Scivolai oltre di lui e sparì dietro la porta.

Raggiunsi il fondo delle scale, sentivo tutti gli occhi che si posarono su di me, li ignorai e camminai verso il divano. Misi la borsa a terra e raccolsi i capelli in uno chignon. Tirai le ginocchia al petto, posai il mento su di loro.

“Dov’è Justin?” Bruce disse,lo sentì come se parlasse da lontano quando in realtà era slo a pochi metri da me.

Scrollando le spalle trovai interesse sul tappeto.

Sentì qualcuno che si sedeva vicino a me, mi voltai per vedere Marcus con un piccolo sorriso “te la passi bene?” mi diede una gomitata al fianco.

“bene” scherzai.

Alzò le sopracciglia Marcus sorrise. Scuotendo la testa “non mentirmi, che succede? Perché sei giù?”

“io, non lo so” sospirai “Justin è arrabbiato con me, e solo Dio sa perché”

“non c’è niente che non va” Marcus sorrise “è solo che… siamo al limite, lo siamo tutti. Non devi preoccuparti. Gestiremo gli Snipers, si spera, e torneremo a vivere come prima” mi accarezzò l gamba dolcemente, si alzò “siamo qui per te, trutti noi. Non sei sola, ok?”

Sorridendo mi alzai, avvolsi le braccia intorno a lui “grazie” sussurrai.

"Nessun problema ragazza” 

Mi rivolse un sorriso e mi fece l’occhiolino prima di allontanarsi.

Percepì un’altra presenza, mi voltai e vidi Justin in piedi vicino alle scale, i suoi occhi bruciavano sulla mia carne..

Stavo per aprire bocca quando lasciò cadere la borsa vicino all’ultimo gradino e il suo corpo sparì in cucina lasciandomi da sola.

Lo seguì e osservai che tutti parlavano tra loro, indossavano le giacche, le chiavi penzolavano dalla mano di Bruce e Carly stava stretta a John.

“le prendo” Justin rubò le chiavi dalla mano di Bruce, indicando che avrebbe guidato lui. 

Il rimbombare della macchina ci fece segno che dovevamo andare. Presi tutto e trascinai la borsa dietro di me e chiusi la port.

“la prendo io” Marco sorrise mentre prendeva la mia borsa.

“grazie Marzo” sospirai. Una volta che posammo tutto nel portabagagli vidi che Carly era seduta nella parte posteriore con John e Marcus, Bruce e Marco presero i posti rimanenti di fronte a loro ed io andai a sedermi nel sedile del passeggero.

“Bruce” Justin parlò “siediti sul sedile del passeggero”

Bruce in confusione “perché?”

“perché lo dico io” Justin ribattè bruscamente “quindi fallo.”

“pensavo che Kelsey—“

“pensavi male” Justin sputò “vai a sederti nella parte posteriore con Marco, Kelsey”

A pochi minuti di auto i miei occhi cominciarono a chiudersi, era notte.

Un braccio scivolò intorno alle mie spalle e vidi che Marco mi stava invitando a riposare sulle sue spalle. Mi misi in posozione fetale e caddi in un sonno tranquillo prima di incontrare gli occhi di Justin che ci guardava dallo specchio retrovisore.

“Kelsey” la voce di Marzo suonava nel mio orecchio “Kels, svegliati, siamo qui”

“hmm?” mormorai e vidi Marco in bilico su di me.

“siamo arrivati” ripeté e rimosse il suo braccio che era intorno a me. Aprì la porta della macchina ormai parcheggiata.

John uscì prima per arrivare da me “ti porto dentro principessa addormentata” sorrise.

Ridacchiando, stesi le braccia in attesa che mi prendesse.

“no” Justin ci sorprese.

"Mi scusi?"

Ignorandomi “la porterò io dentro”

“sei sicuro amico? Non è un problema”

“sono sicuro”

Gli altri entrarono dentro e Justin sbattè la porta prima di camminare tutto intorno fino ad arrivare a me. Mi raggiunse dentro e mi cullò tra le braccia come un bambino, chiuse poi la portiera.

Presi questa come una mia occasione, respirai il profumo dalla sua camicia e premetti le mie labbra sulla sua pelle.

“non” avvertì scuotendo la testa.

Ignorai tutti nella stanza e Justin camminò su per le scale portandoci in quella che pensai fosse la nostra stanza. Camminando verso il letto, mi fissò. Prima che potesse allontanarsi afferrai la sua mano.

“per favore” soffocai sentendomi vulnerabile per la sua mancanza di affetto “non lasciarmi”

“Kelsey” mi guardò

“non ho fatto niente, non puoi essere arrabbiato con me. Non me lo merito”

Justin prese il mio viso tra le mani, sfiorò le labbra contro la mia fronte ma non lasciò un bacio “vado a fare una doccia”m ormorò “resta qui”

Lasciò la mia mano e si voltò di spalle sparendo dietro la porta del bagno.

Rifutando di credere a tutto questo fissai la porta sperando che l’aprisse, che mi dicesse che era dispiaciuto ma quando si udì il rumore dell’acqua corrente capì che non sarebbe tornato.

Volevo capire cosa stava succedendo. Mi alzai dal letto e mi diressi verso il bagno, aprì la porta notando che il vapore era tanto, chiusi la porta più silenziosamente possibile.

Mi spogliai e scivolai dentro la doccia dietro Justin e vidi che aveva la testa bassa ed cchi chiusi, rivelando la sua schiena definita.

Mi sentì come se stessi invadendo il suo spazio personale ma qualcosa dentro di me diceva di restare.

“Non dovresti essere qui” Justin mormorò con calma “pensavo di averti detto di stare in camera”

“tu ed io sappiamo che non seguo le regole”

Ridacchiai e Justin si girò verso di me e i suoi occhi trovarono i miei.

“cosa devo fare con te?” disse abbracciandomi.

Strinsi il suo corpo.

Un comodo silenzio scese su di noi.

“sei mia” mormorò con calma, la sua mano scese sulla dimensione del mio corpo.

“tua” confermai prendendogli la mano e posandola sul petto dove si trovava il cuore “per sempre”

Lasciai che la sua mano cadesse lungo la valle tra i miei senti, il mio respiro accelerava.

Justin mi diede un morso sul lobo del lorecchio, poi scese verso le mie labbra. Catturò le mie labbra in un bacio, la sua lingua scivolò dentro la mia bocca senza preavviso.

Approfondendo il bacio Justin spinse il mio corpo contro il muro mentre mi mordicchiava la ma mascella. Ansimando appoggiai la testa all’indietro.

Aprendo gli occhi notai del lividi sul suo petto “cosa è successo?” sussurrai

Justin fece un passo all’indietro cercando di mascherare la preoccupazione dagli occhi. “andiamo” mormorò “laviamoci”afferrò lo shampoo dagli scaffali e lo mise in mano.

Mi girai, le sue mani scavarono nel mio cuoio capelluto, insaponò i miei capelli con lo shampoo, le sue mani poi viaggiarono lungo il mio corpo insaponandomi.

Justin iniziò a sciacquarmi e mi tolse il resto del sapone.

Una volta fatto fermammo l’acqua e aprimmo la porta della doccia prendendo degli asciugamani e l’avvolgemmo intorno al corpo.

Ci dirigemmo verso la nostra camera da letto.

Notai la mia borsa in un angolo della stanza, aggrottai le sopracciglia in confusione sapendo che non avevo portato io la borsa in stanza ma capì che era stato uno dei ragazzi.

Presi una maglia bianca a scollo a V che probabilmente apparteneva a Justin.

Lasciai cadere l’asciugamano a terra e lo sguardo di Justin mi seguiva in ogni movimento.

Girandomi rimasi sopresa nel vedere Justin già a letto, sotto le coperte.

In confusione contemplai cosa era successo nelle ore precedenti.

"Che cosa c'è che non va?"

“eri arrabbiato con te”

"lo sono ancora".

“lo sei ancora?” Justin si sedettte sul letto “ero” si corresse “vieni qui” mormorò.

"Non finché non mi dici il perché."

"Kelsey-"

“No, Justin. Mi rifiuto di continuare questa storia finchè non mi dici cosa diavolo ti sta succedendo” sibilai con i piedi per terra “per una volta nella vita ho accettato il fatto che è questo quello che fai. Ero paziente,ma ho bisiogno di sapere cosa succede. Non è giusto Justin, non per me. Mi merito una spiegazione”

“questo è il tuo problema, vuoi sapere tutto, fai troppe domande. Quando ti dico di non fare una cosa non devi farla”

“io non v-“

“non” scosse la testa “quando ti si dice di fare una cosa, falla e basta. Senza fare domande. Perché quello che si fa è, per la maggior parte del tempo, per la vostra sicurezza. Pensi che volessi venire qui? Non sopporto il fatto che ce ne siamo dovuti andare ma era la cosa migliore”

“mi dispiace” mormorai.

“io non so perché tu n—aspetta cosa?”

“ho detto che mi dispiace” sosprai prima di farmi strada verso di lui. Strisciai sopra al letto e tirai la coperta sopra al mio corpo rivolgendomi a Justin.

“va bene” sospirò cullando il mio corpo tra le sue braccia mentre baciava la mia fronte “la prossima volta ascoltami, ok?”

“ok” iniziai a disegnare figure sul petto nudo di Justin.

“justin?”

"Hm?"

“Questa..cosa..con gli Snipers” mi interruppi per vedere la sua faccia “finirà male?”

Strinse la braccia intorno a me “dormi Kelsey” mormorò dandomi la conferma di cui avevo bisogno “non devi preoccuparti di questo”

Ma ero preoccupata ed ero spaventata sapendo cosa stava succedendo. Eravamo tutti nello stesso territorio e solo uno sarebbe sopravvissuto.

E non avevo idea di chi sarebbe sopravvissuto.

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