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capitolo 19

prima parte.

PUNTO DI VISTA DI KELSEY:

“Sei tornato per me..” Scuotendo la testa, lo guardai con tutta l’adorazione del mondo. “Sei davvero qui, sei..” Dandogli un bacio sulla guancia, ringraziai Dio. Allontanandomi, mi asciugai le lacrime e uscì dalla camera. “Infermiera!”

Gemendo, Justin chiuse gli occhi, non abituato a quella sensazione nel suo corpo.

“Stai bene? Hai bisogno di qualcosa?” Sussurrai.

Scuotendo la testa mi sorrise. “Ti preoccupi troppo.” Disse mettendosi una mano sul petto.

“Ho ogni diritto per preoccupami, ti sei appena svegliato dall’intervento.” Lo guardai.

“Scusi.” Una voce venne da dietro e l’infermiera andò a controllare i macchinari.

“Signor Bieber, ho bisogno che lei guardi la lucina.” Disse portando una torcia sui suoi occhi. 

Spostando il dito a destra e a sinistra lo controllò. “Sembra che seguo ciò che le dico, cosa che va bene. Sente dolori?”

“Il petto.” Disse mentre i suoi occhi cercavano i miei. 

“Ti sei appena svegliato da un brutto colpo. Ti abbiamo iniettato un antidolorifico, tra poco comincerà a funzionare.”

“Grazie.” Mormorò. 

“Torneremo subito. Cerca di non muoverti troppo o stressarti. Non devi fare sforzi, sei ancora molto fragile.”

Annuendo, Justin la guardò andare via.

“Ho chiamato tua mamma e i ragazzi per fargli sapere che sei sveglio.” Dissi avvicinandomi al suo letto.

“Mia mamma?” Chiese sorpreso.

“L’ho chiamata quando ti hanno portato qui.” Ho pensato che date le poche possibilità che avevi.. doveva sapere che suo figlio era in condizioni critiche.”

“Grazie.” Sussurrò guardandomi

“Farei di tutto per te, lo sai.” Sorrisi prendendogli la mano.

“Tesoro?” Pattie entrò con Jaxon. “Justin, amore sei sveglio?” Pianse andando verso di lui, gli lasciai la mano e indietreggiai. 

“Mamma.” Disse Justin guardandola

Quasi cadendo a terra, lo abbracciò piangendo. “Sei sveglio.. sei..” Si staccò. “Sei tornato.. sei vivo.” Disse “Il mio bimbo”

“Sei qui..” Disse 

“Ovvio che sono qui, sei mio figlio e ti amo tanto.” Disse dandogli bacini sul viso.

“Mamma” gemette Justin non potendo muoversi tanto.

“Va bene, scusa tesoro.” Disse smettendola. “Sono così felice.” Disse spazzando via le lacrime.

Justin la guardò, ancora incredulo del fatto che lei era davanti a lui. Spostò la testa e vide Jaxon. “Jax.” Sussurrò.

“Hey fratellone come stai?” Sorrise mentre lo guardava.

“Sto bene.” Justin ridacchiò, coprendosi poi la bocca gemendo. “Potrei stare meglio.” 

“Ci credo.” Disse. “Oh fanculo.” Andò da lui e lo abbracciò, sotto lo sguardo incredulo della mamma. “Mi sei mancato.”

“Anche tu.” Disse Justin mentre le sue braccia cadevano ai suoi fianchi.

“Sono ancora arrabbiato con te ma ne parliamo in un altro momento.” Disse sorridendo. 

“Non vedo l’ora.” Disse sarcastico.

“Siamo venuti il prima possibile.” Disse una voce da dietro. “Ma Marcus ci ha messo una vita a prepararsi perché sai che diventa una ragazza quando deve farsi i cape—“ Ci girammo tutti per vedere Bruce fermarsi alla porta con dei palloncini in mano e i ragazzi che andavano a sbattergli contro.

Bruce fissò la famiglia di Justin e scosse la testa. “Merda.” Disse grattandosi la testa. “volevo dire, mi dispiace di aver interrotto.” Disse “Non sapevo che avessi compagnia. Kelsey mi ha chiamato e pensavo fossi solo..” Disse sorridendo leggermente a Pattie e guardò Jaxon per poi guardare Justin.

“E’ tutto apposto amico.” Disse Justin. “Mamma, questo è Bruce, Bruce lei è mamma.” Disse Justin.

“Piacere di conoscerla.” Disse Bruce avanzando a stringerle la mano.

“Anche per me è un piacere.” Disse Pattie sorridendo a Justin. “Beh, forse è meglio se andiamo a casa a darci una rinfrescata. Jaxon e io torneremo dopo con tuo papà.” Baciandolo sulla fronte lo accarezzò. “Non ti sforzare troppo.” Disse abbracciandomi pe poi andare via.

“Ci vediamo fra, uhg, ciao Bruce.” Disse salutando Bruce, Jaxon era intimidito dalla grandezza di Bruce. Mi abbracciò e seguì sua mamma fuori.

“E’ stato imbarazzante.” Disse Marcus. 

“Scusa le buone maniere?” Disse Justin roteando gli occhi. “Forse dovevo pure dirle come facciamo gli affari, sarebbe la ciliegina sulla torta.”

“Dallo sguardo che ci ha dato, secondo me pensava che fossimo tutt’altro.”

“Preferirei farla immaginare piuttosto di dirle la verità.” Disse Justin guardando i palloncini. “Sono per me?” Chiese “Non dovevi farlo Bruce Nathaniel Santos.”

“Sei fortunato che adoro il tuo piccolo culettino perché senno te lo avrei spaccato in due per la cosa che hai detto.”

“Non l’avresti mai fatto, non mentire a te stesso.” Disse Justin divertito.

Bruce alzò un sopracciglio. “Scommettiamo?”

“Forza.” 

Bruce e Justin si guardarono per poi scoppiare a ridere.

“Mi sei mancato amico.” Disse Bruce battendo la mano con quella di Justin, e tutti i ragazzi fecero lo stesso.

“Davvero? O lo dici solo perché sono quasi morto?” Disse guardandoci, ma con quelle parole ci aveva ferito.

“Non dirlo.” Dissi scuotendo la testa. 

Guardandomi, si leccò le labbra deglutendo. “Troppo presto?”

Spostando lo sguardo, Bruce avanzò verso Justin. “Come te la passi?” Chiese cambiando discorso.

“Sto bene.” Disse notando che aveva cambiato argomento.” C’è per qualcuno che si è appena svegliato da un brutto colpo, mi sento meglio di qualcuno che è stato investito.”

“Siamo felici che stai bene.” Disse Marco abbracciando Justin. “eravamo preoccupatissimi per te. Nessuno è riuscito a dormire senza pensare a te e se i dottori avevano fatto un buon lavoro.”

“Non c’è alcun modo in cui me ne sarei andato senza lottare.. “Disse guardando tutti. “Dov’è John?” Chiese stranito.

“E’ andato a prendere Carly da scuola, credici o meno, ha chiesto pure lei di te.”

“Si, ci crederò quando lo sento con le mie orecchie.” Disse ridendo. “Quindi anche tu avevi scuola?” Chiese guardandomi.

“Uhm.. no?” Sorrisi cercando di sembrare il più innocente possibile.

“Perché non sei andata?”

“Non ti avrei lasciato qui da solo..” Dissi spostando lo sguardo.

“Non dovevi saltare scuola a causa mia.” Disse come se fosse mio padre.

“Sei in ospedale perché sei stato sparato, non è che sei qui per qualcosa da niente.” Dissi 

“Non importa.” Disse guardando dall’altra parte. 

“Forse sei stanco..” Disse Bruce “Torneremo a visitarti dopo. Riposati amico, sembri stanco.”

“Lo sono.” Mormorò Justin

“A dopo.” Uscendo dalla camera mi salutarono tutti.

“La prossima volta, non fermare la tua vita per me okay? Hai già fatto abbastanza. Per quanto odio che te ne vada, devi avere un’istruzione dato che te l’ho quasi rovinata da quando stiamo insieme.” Mormorò pigramente guardandomi negli occhi. “Non dovresti buttare la tua vita per me.”

“Justin—“ Prima di poter parlare, Justin si addormentò.

Dopo che Justin si era addormentato, il dottore e le infermiere entrarono ogni ora per controllarlo.

Era mezzanotte e mezza e io ero esausta, ma la presenza di Justin accanto a me mi teneva sveglia così non dovevo rilassarmi in quella sedia per niente confortabile. 

L’infermiera numero tre era dentro la camera e controllava le statistiche di Justin.

Mi guadò sorridendo. “Il signori Bieber è molto più forte di prima, se vuoi prendere una pausa..” Mi suggerì.

Scossi la testa. “No grazie.” Sorrisi “Vorrei stare qui se va bene.”

Appoggiando una mano sulla mia spalla mi sorrise per poi andare via. 

Sembrava tutto irreale. Alcune ore fa non ero sicura che ce la facesse e ora era vivo e stava bene, ma avevo paura che potesse andare via da un momento all’altro. Poggiando una mano sulla sua mano, la accarezzai. “Justin?” Sussurrai. “Justin sveglia..”

Gemendo, aprì gli occhi. 

“Hey.” Sussurrò sorridendo

“Ciao.” Sorrisi “Come ti senti?”

Un altro gemito venne dalle sue labbra. “Meglio.” Disse 

“Bene.” Lo guardai “Ti fa male il petto?”

Annuì, mentre gemeva dolorante. “S-Si.” Sussurrò.

“Mi dispiace amore.” Dissi

Cercò di dire qualcosa ma gemette ancora. “No.” Lo avvertì. “Non farlo.” Dissi sgridandolo. 

Mi guardò negli occhi. “Sembri stanca.”

Sorrisi. “Sono stanca.” Ammisi leccandomi le labbra. “Ma non dovresti pensare a quello ora. Dovresti dire, oh amore sei stupenda oggi e sono tornato per guardarti per il resto della mia vita.” Dissi 

“si.” Sorrise “Anche quello.”

Roteai gli occhi e continuai a spostare lo sguardo. 

“Hey.” Sussurrò prendendomi la mano e stringendomela. Non volevo guardare i suoi occhi, ero impaurita di non poterli più vedere.

Avevo paura. Paura che se il secondo in cui mi giravo, lui tornasse a dormire. 

“Amore..” Disse facendomi volare le farfalle nello stomaco. “Kelsey guardami.”

Scuotendo la testa, guardai le nostre mani unite. “Non voglio.”

“Perché?” Sentivo la confusione dentro di lui. 

“perché..” Mormorai

“Perché?” Sentivo ora la sua frustrazione. “Senti, se è per quello che ho detto prima non volevo—“

“Non è quello.” Dissi sentendo il suo tocco caldo sotto la mia mano. “Io—“

“Bene, bene, bene.” Una voce venne da dietro e ci girammo per vedere John con i ragazzi dietro. “Justin come stai--?”

“John” Sussurrò. “Non penso sia il momento giusto.—“

“No, va bene.” Dissi alzandomi per vedere John che ci guardava stranito.

“Ho interrotto qualcosa?” Chiese guardandoci

“Si” “No”

Chiusi gli occhi, costringendomi a stare calma. “No, torno dopo.” Dissi uscendo.

“Cosa succede?” Chiese John, appena pensò che non sentivo.

“Non lo so.” Scosse la testa Justin. “Un secondo fa andava tutto bene poi si è ammutolita. So che è sconvolta, diamine lo sarei pure io se fosse lei su questo letto ma non voglio il silenzio. Ho bisogno di sentire la sua voce, mi è mancata porca troia.” Disse sospirando

“Dalle tempo.” Disse John. “Ha dovuto affrontare molto e pensava che non ce la facessi. Il fatto che tu sei qui è scioccante dopo il colpo al petto. Alcuni centimetri a sinistra e ti avrebbe preso il cuore in pieno. Non è abituata a queste cose. Sta ancora imparando alcune cose e questa è una di esse.”

“Lo so, lo so.” Disse Justin “Odio il fatto che non posso stringerla a me. Deve sapere che non vado da nessuna parte senza di lei. Ho avuto la possibilità di andare via, di mollare tutto ma sono rimasto. Sono rimasto per lei.”

“Lo capirà. Stiamo parlando di Kelsey. Non può starti un’ora lontana, soprattutto se è stanca, per lei sarebbero anni.” 

Soffocando una risata, Justin si coprì la bocca. “Fanculo amico non mi fare ridere.” Disse

“Scusa.” Disse ridendo

“Non è vero.”

“Lo so.” Disse John. “E’ bello rivederti. Non sai come ci siamo sentiti al pensiero che tu non potevi farcela.”

“Non mente.” Disse Marcus. “Ho dovuto coprirmi le orecchie con un cuscino per riuscire a dormire dato che continuava a sbattere i piedi sul pavimento.”

“Non è colpa mia se il parquet cigola ora.” Disse 

“Potevi scendere le scale. Sarebbe stato più intelligente ma dato che tu non lo sei.” Disse sorridendo

“Woah, rilassatevi.” Disse Bruce. “Non dovete litigare ora. L’unica cosa che vogliamo è che il cuore di Justin acceleri i battiti per voi idioti.” Sorrise. “Comunque come stai?”

“Meglio.” Disse Justin leccandosi le labbra. “Il petto mi sta uccidendo ma capisco.”

Bruce annuì. “Che diavolo è successo amico?” Chiese Bruce. “Ti aspettavo a casa, invece Kelsey non ha sentito più notizie di te e quando ti vengo a cercare ti trovo a terra sparato?”

Justin fissò il muro.”Non lo so.” Mormorò.

“Cosa diavolo vuol dire che non lo sai Justin?”

“Quello che ho detto Bruce.” Gemette Justin. “Stavo andando via dall’incontro con Paul e andavo alla macchina, poi mi sono girato e mi hanno sparato prima di poter rispondere al fuoco.”

“Chi era?”

Aprendo la bocca per dire qualcosa, la quarta infermiera entrò per controllare "scusatemi"

seconda parte.

Prese la cartella clinica di Justin e controllò i macchinari.

Fermandomi alla porta, guardai l’infermiera scrivere diverse cose per poi guardare Justin “Come si sente signor Bieber?”

“Bene.” Disse Justin, mentre i suoi occhi incontravano i miei.

“Stai facendo progressi, vengo dopo con le medicine, non ti sforzare troppo.” Guardò i ragazzi e sorrise. “Non voglio che il tuo battito vada più veloce di così.”

“Starò attento.”

Guardando l’infermiera andare via, Bruce mi guardò per un momento. “Finiremo la conversazione dopo.” Devo andare a prendere Stephanie da lavoro.”

“Ma steph non finisce fino alle due—Ow che cazzo fai?” Marco disse dolorante, dopo la pestata al piede da parte di Bruce.

Guardandolo male, strinse i denti. “Dobbiamo andare.”

Capendo, Marco mi guardò e poi guardò Justin. “Okay.. Sono felice che tu stia bene.”

“E’ bello essere tornato.” Disse Justin. 

Fermandosi davanti a me Bruce mi guardò. “Dagli una pausa Kelsey. Sta soffrendo quanto te, non far sembrare che solo tu stai male.” Disse abbracciandomi. “Chiamami se hai bisogno.” Disse andando via dietro ai ragazzi. 

“Ho visto Jazzy.” Disse Justin. 

Spalancando gli occhi, lo guardai. “Scusami?”

“Ho detto che ho visto Jazzy.” Disse guardandomi negli occhi per la prima volta. Le lacrime invasero i miei occhi. “Le ho parlato e mi ha perdonato per ciò che ho fatto. Voleva che stessi con lei, a controllare tutti ma sai cosa le ho detto?”

“Cosa?” Sussurrai

“Le ho detto di no.” Scosse la testa. “Ho avuto l’occasione di stare con la mia sorellina di nuovo e l’ho delusa perché non potevo lasciarti.”

“justin…”

“No.” Scosse la testa. “Le ho detto tutto di te, di quanto di avrebbe adorata se fosse viva. Le ho detto che anche se le volevo tanto bene, non potevo lasciarti. Sono tornato per te e tu non mi guardi nemmeno negli occhi quando ti parlo? Sai cosa mi ha detto?”

Stando in silenzio, lui continuò. “Che non ti importa nulla.”

Scossi la testa, guardandolo a bocca aperta. “Come puoi anche solo dirlo?”

“Beh cosa vuoi che pensi dato che non mi parli nemmeno? Da quando sono sveglio stai seduta e mi guardi.” Disse 

Mordendomi il labbro, spostai lo sguardo per poi ri incontrare i suoi occhi. “Sai come ci si sente a sapere che il proprio ragazzo è stato sparato?” Chiesi mentre le lacrime invadevano le mie guance. “Sai come ci si sente a vedere il sangue del proprio ragazzo su qualcun altro? Lo sai? Perché non penso che tu lo sappia.” Sussurrai

“Il mio mondo si è fermato. Non respiravo era come se tutto ciò che sapevo stava scivolando via. Non sapevo cosa fare, ho cominciato a picchiare Bruce, dirgli che era un bugiarlo, che non avresti rischiato la vita. Che qualcosa di così stupido non poteva succedere. Non ci credevo. Ti avevo visto ore prima e in un secondo, un solo secondo Justin, sei stato portato via da me. Così senza nemmeno un avvertimento.”

“Mi dispiace.”

“Ti dispiace?” Ripetei. “Non ti dispiace.. tu sei colpevole.” Dissi “Il tuo cuore si è fermato lo sai?” Chiesi guardandolo. 

“No.”

“L’infermiera l’ha detto. Volevano dire che eri morto, volevo dire che eri morto e smetterla.” Chiusi gli occhi. “Ho cominciato a urlare, piangere. Mi sono spinta verso di te e volevo scuoterti se solo potevo.” Spazzando le lacrime lo guardai. “Ma poi ci hanno riprovato e il tuo cuore ha cominciato a ribattere.” 

Prendendomi la mano, accarezzai la sua pelle. “Non credevano in te, ma io invece si.”

Justin incrociò le dita alle mie e mi guardò. “Sei una lottatrice, lo sei sempre stata e questa è una delle cose che amo di te.”

Accarezzandogli i capelli, gli sorrisi. “Io non lo direi.” Sogghignai. “Sono stata una tale rottura mentre aspettavo che ti svegliassi.”

“Ma sei ancora bellissima come sempre.”

“Scusa se sono stata così troia con te.” Dissi “Non volevo esagerare e che.. non sentivo che era vero. Sentivo che se avessi accettato il fatto che eri tornato, sarebbe scomparso tutto e tu mi avresti lasciata.” Dissi sentendo i battiti del mio cuore accelerare. “Sei tutto per me ed è stato nel momento in cui sei stato sparato che ho realizzato quanto davvero ti amo. L’ho sempre saputo ma avevo bisogno di una conferma.”

“Non ti lascio amore, crollasse il mondo.”

“Non dirlo Justin, non farmi questo tipo di promesse. Sei fortunato che stai respirando ora.” Dissi “Chiunque sia stato colui che ti ha sparato, alcuni centimetri a destra e avresti potuto morire sul colpo.”

“Ma non è successo.” Disse guardandomi negli occhi. 

“Lo so.” Mormorai. “E ne sono grato. Ho pregato Dio per ore, chiedendogli di tenerti con me. Non so se ho fatto giusto ma avrei preso accordi con il diavolo pur di riportarti da me.”

“Non l’hai fatto vero?” Chiese ridendo

“No.” Ridacchiai. “Lo sapresi se l’ho fatto vero?”

Sorridendo, Justin annuì. “Già.” Guardandomi dalla testa ai piedi. “Mi sei mancata.”

“Anche tu.” Sorrisi asciugandomi le lacrime. “Mi sei mancato tantissimo. Ero così impaurita che—“ Scuotendo la testa mi passai una mano tra i capelli. 

“Lo so amore, lo so.” Disse 

“Non mi lasciare mai più.” Dissi stringendo la sua mano.

“Non succederà amore. Vieni qui.” Mi tirò per la mano e tirò fuori le labbra, facendomi capire che voleva un bacio. 

Mi abbassai, premendo le labbra alle sue. Sentendo una scossa di elettricità passare da me a lui, gemetti.

Prendendo la sua faccia tra le mani, lo strinsi a me, per poi staccarmi a respirare. “Okay, può bastare.” Dissi ridendo

“No.” Disse protestando. Facendomi tornare da lui, una infermiera sconosciuta entrò.

“Cosa è successo qui?” Chiese preoccupata. “Spostati un secondo.” Disse indicandomi 

“Cosa succede?” 

“C’è stato un segnale strano sui monitor nella sala principale.” Disse cercando di trovare il problema.

Prendendo un tubo, mi guardò. “Come è caduto questo?”

Spalancai gli occhi e mi morsi il labbro guardando Justin. “Ops.”

“Oddio.” Disse scuotendo la testa. 

“Cosa?”

“Guarda qua.” Disse prendendo un lungo foglio di carta in mano. 

Sedendomi sulla sedia accanto a Justin la guardai. “Sono i battiti del cuore di Justin?”

“Si, la linea si è alzata tantissimo.” Disse incredula. “Cosa stavate facendo?”

Nascondendo la risata, guardai Justin ridere sotto i baffi.

“Sta bene?” Chiesi imbarazzata.

“Sto bene.” Rispose Justin volendo mandare via l’infermiera. 

“Ha bisogno di riposo.” Disse 

“E’ ciò che cerco di fare.” Disse Justin

“Intendo, riposo mentre dormi.” Disse guardandoci

“Mi prendo cura io di lui, prometto.” Dissi mettendo la mano sul cuore. Mi guardò male.

“Lo so.” Disse andando via.

Mi coprì la faccia, imbarazzata. Scoppiai a ridere. “E’ stato così imbarazzante.” 

“E’ solo arrabbiata perché non potrà avere nulla di questo.” Disse stringendomi. “Non far si che ci rovini il momento.”

“Scusi se rovino la cosa ma ora penso che debba fare un pisolino signor Bieber.” Dissi alzandomi dalla sedia.

“Rimani.” Disse

“Pensi che dopo tutto questo tempo, me ne vado? Non puoi sbarazzarti di me così facilmente.” Dissi spostandogli i capelli. 

“No, sai cosa intendo. Baciami e rimani accanto a me.” Disse sorridendo.

“Ti sei appena svegliato dall’operazione. Non ti darò un altro attacco di cuore.” Dissi guardandolo.

“Mi sei mancata tu e pure le tue labbra. Sei la mia ragazza, penso che possiamo fare un’eccezione ora.” Disse cercando la mia mano.

“E’ pericoloso Justin, no.” Dissi spostando la mano.

“Forse, ma è ciò di cui ho bisogno…” Disse leccandosi le labbra. 

“No.” Dissi “Non finirò nei casini per colpa tua e poi l’infermiera viene ogni ora e se entrano e—“

“Se chiudi la porta non entrano.” Disse alzando le spalle.

“Oddio.” Dissi mordendomi la guancia. “Non ci credo che sto considerando la tua proposta..”

“Considerando eh?” Facciamo progressi amore.” Disse “Da vieni. Non ti vedo da ore. Mi manca la mia piccola e quindi smettila di essere cocciuta perché ti sono mancato pure io.”

“Ovvio.” Dissi guardando la porta. “Non penso che sia la cosa giusta, considerando il fatto che ti sei appena svegliato dall’operazione.”

Gemendo mi guardò. “Fanculo l’operazione, fanculo le infermiere, ho bisogno di te al mio fianco.” Disse guardandomi. “Ora. Chiudi la porta, spegni le luci e sdraiati accanto a me, è tutto ciò che chiedo.”

“Okay.” Mi alzai. “Dov’è la serratura?” Guardai la maniglia per trovare il piccolo bottoncino che tutte le porte avevano. 

“Non c’è.” 

Oh, ci sono.” Dissi prendendo una sedia e bloccando la porta. Chiusi le finestre.

“Chiudi le tende.” Disse 

“Okay.” Chiusi tutto e lo guardai. “Ne sei sicuro? E se—“

Justin indicò lo spazio accano a lui. “Smettila di pensare e vieni.”

“Non voglio farti male.” Sussurrai accanto al letto.

“Non lo farai, giuro.” Disse guardandomi. Mi sdraiai coprendoci.

Mise un braccio attorno al mio corpo. “Non ho mai pensato di poter sentire le tue braccia attorno a me di nuovo.” Sussurrai. “Sei davvero qui, con me, ora.”

Baciandomi il naso sorrise. “E non vado da nessuna parte, sono qui amore, prometto.” Disse portando la mia mano sul suo cuore. “Non succederà più okay?”

“Okay.”

“Sono qui per restare.” Disse baciandomi la mano.

“Bene, perché non so cosa farei senza di te.” Avvicinandomi, premetti le labbra alle sue mentre Justin infilava la lingua. Gemendo per il bacio, portò le mani ai miei fianchi e si mise sopra di me.

Staccandomi per far tornare il suo battito normale, lo baciai sulla fronte.

“Non ti fermare.” Mormorò ribaciandomi ancora. Mi alzò la maglietta e mi accarezzò la pancia.

“Ho bisogno di questo, ho bisogno di te...”

Scossi la testa. “Non ora Justin.” Mi staccai completamente. “E’ troppo presto.”

Gemette. “Va bene.” Disse guardando il soffitto.

“Non essere arrabbiato.” 

“Non lo sono amore, sono solo incazzato del fatto che non posso fare niente con te senza preoccuparmi di questi cazzo di..” Scosse la testa. “Non voglio perdere nemmeno un altro secondo senza di te.”

“Pensala in questo modo, prima guarisci e prima possiamo stare insieme.” Sorrisi

“Giusto.” Appoggiò la testa sulla mia spalla. “Sto morendo di fame.”

“Cosa vuoi?”

Sorrise. “Una mela.”

“Una mela?” Ridacchiai. “Tra tutte le cose, vuoi che ti porti una mela?”

“Perchè è difficile da credere? Si, voglio una mela, è l’unica cosa di cui ho voglia. Ora smettila di chiedere e alza il tuo piccolo di dietro e portamene una prima che continui a fare ciò che facevo.”

“Non c’è bisogno di essere così cattivi.” Dissi alzandomi. “A dopo”

“Non vedo l’ora.” Disse sarcastico

Roteando gli occhi, andai verso il bar. Dirigendomi verso la cesta piena di frutta, presi una mela verde.

“signorina Jones.” Una signora mi fermò. “Ciao, sono Joanne, un’amica di tua mamma. Mi ha chiesto di dirti che verrà nel pomeriggio per vedere come stai.”

Sorridendo, annuì. “Oh grazie di avermelo detto.”

“Di nulla tesoro, spero che sia tutto apposto.”

“Si lo è.” 

Sorrisi e tornai verso la camera di Justin, solcai le sopracciglia appena notai che la porta era chiusa. Ricordandomi di averla lasciata aperta, mi spaventai.

- capitolo 19/terza parte.

La aprì e vidi un poliziotto, lo stesso che aveva chiesto a Bruce le cose. “Che cosa diavolo pensa di fare?” Chiesi seccata.

“Ho il diritto di essere qui signorina Jones.” Disse 

“Non ha nessun dannato diritto.” Dissi “Sa cosa? Penso sia meglio che vada prima di chiamare qualcuno perché sono sicura che gli piacerebbe sapere che la polizia è nella camera del mio a minacciarlo. Sa che bella storia sarebbe per i giornali?”

Scuotendo la testa mi guardo. “Può dire tutto ma non si comporti come se il suo ragazzo sia innocente. Si è messo lui nei casini.” Sorrise spostandomi per poi andare via.

Una volta uscito, guardai Justin. “Ti ha fatto irritare?” chiesi mettendo la mela sulla cassettiera accanto a lui.

“Devo dire che sei proprio una dannata lottatrice quando vuoi eh.” Disse

“ci provo.” Dissi baciandogli la fronte. “Non dovresti irritarti.

“Quello stronzo non mi irrita.” Disse “Lo odio il bastardo.” Disse scocciato.

“Quello stronzo” Lo imitai “Poteva farti irritare e alzare tutti i contatori sui monitor.”

Sospirando, mi guardò. “Sto bene amore, sono solo un po’ stanco.”

“Okay, perché non dormi? Riposati. Starò qui a leggere qualcosa.” Dissi sorridendo

“Preferisco sentire la tua voce.” Disse

“Dai scherzi vero?” Ridacchiai. Quando mi guadò serio, alzai le spalle. “Okay, ti stancherai di me e ti pentirai dopo però—“

“Non potrei mai stancarmi di te.” Sussurrò. 

Sorridendo, mi spostai i capelli. “Perché non ti racconto una storia di quando ero piccola?”

“Okay.” Sussurrò sorridendo.

“Quando avevo otto anni, c’era questa bambola che volevo da tanto, si chiamava Lucy.. ogni bimba ce l’aveva e ovviamente essendo una bambina la volevo pure io..” Sentì il respiro di Justin più profondo. “Justin?” Sussurrai

Quando non rispose, sapevo che dormiva. Mi alzai e presi il telefono. 

“Hey sono Kelsey, devo vederti subito. E’ importante.”

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Controllavo Justin mentre aspettavo che Bruce arrivasse. Ci mise venti minuti.

Uscendo con lui in corridoio, lo guardai. “Grazie per essere venuto in fretta.”

“Ti ho detto che qualsiasi cosa mi chiedi, la faccio.” Disse guardandomi “Allora? Come sta?”

“Molto meglio di prima, ascolta.” Dissi guadandomi le mani. “Bentley è venuto prima, e Justin si stava per irritare. Dobbiamo avere più sicurezza, così tipi come lui non vengano.”

“Buona idea, ne parlo con Justin e poi—“

“No non gliene parlare. Ha troppe cose di cui occuparsi come non farsi venire un attacco di cuore. E’ compito tuo occuparti della sicurezza vero?”

“Kelsey, sai come lavora Justin, non gli piace essere messo da parte o sentire che non può occuparsi di se stesso—“

“Non è debolezza, è protezione Bruce. Non ho idea di cosa voleva chiedergli e non voglio saperlo.”

Dentro la camera, Justin gemette mentre apriva gli occhi. Guardando nella camera m si spaventò non vedendomi. “cazzo” Disse “Kelsey” Sussurrò cercando di farsi sentire, ma io non l’avevo sentito.

Stringendo i denti, si avvicinò “Kelsey!” Urlò, per poi pentirsene dato che il suo petto cominciava a fargli male.

Correndo in camera, quasi caddi. “Cosa succede? Infermiera!” Urlai per guardare poi Justin “stai bene?” Chiesi cecando di capire cosa succedeva. 

“Sto bene.” Disse calmandosi

“Cosa è successo?” Corse in camera. “Devi spostarti.” Disse mettendosi tra me e Justin.

“Cosa—cosa succede?”

“Oh.” Disse l’infermiera calmandosi. “Una flebo è caduta.” Disse rimettendola. “Signor Bieber sente dolore?”

“Sto bene, ho bisogno di un secondo da solo con la mia ragazza e il mio socio.” Disse guardando me e Bruce.

“Devi evitare lo stress.” Disse l’infermiera

“Mi stresserei se non avessi la mia privacy.” 

“Non tiri i fili.” Disse per poi andare via.

“Stai bene amico?” Chiese Bruce.

“Sto bene ma devo essere chiaro con te.” Disse Justin “Non prendi ordini da Kelsey. Non parla mai per me. Non deve essere immessa negli affari. Sono chiaro?”

Quando Bruce annuì, mi guardò. “Capito Kelsey? Dammi un minuto con Bruce.” 

“Okay, cerca di non ferirti cercando di tenermi fuori dalla tua roba.” Dissi uscendo.

JUSTIN'S POINT OF VIEW:

Una parte di me voleva chiamarla perché l’ultima cosa che volevo era che lei fosse arrabbiata con me, ma la sua sicurezza era molto più importante.

Guardando Bruce, scossi la esta. “L’ultima volta che le hai dato ascolto, si è rovinato tutto. So che vuole il meglio per me ma ora, l’unica cosa che mi tiene in vita è sapere che lei sta bene. Non posso rischiare che lei entri nelle cose che ho sempre cercato di evitare nella mia vita. Il momento in cui lei da gli ordini e tu li fai è il momento in cui lei pensa di poter entrare nella merda che facciamo e noi sappiamo che non può succedere cazzo.”

“Pensi che sia stupido Justin?” Bruce rispose. “E’ qualcosa su cui aggrapparsi. Kelsey era impaurita appena ha visto il tuo corpo sanguinante ma la forza che ha dentro.. è qualcosa che non ho mai visto. Ti ama più di quanto immaginavo amico.”

Guardandomi le mani, sentivo tutto ciò che mi aveva detto prima. “Non importa quanto mi ama, non cambia il fatto che la mia vita e lei non vanno d’accordo. Sta prendendo confidenza con il fatto di darti ordini, non è sicuro per lei e il fatto che la lasci anche solo parlare mi da fastidio.”

“Ha dovuto affrontare tante cose per colpa nostra e lo sguardo che aveva quando le ho detto che mi avevi detto di dirle che la ami prima di svenire, mi ha fatto capire tutto e ho visto quando ci tiene a te. Può sembrare stupido ma è vero. E’ quasi svenuta quando ha saputo che potevi morire nell’operazione. E’ stata nell’inferno.”

“Lo so Bruce, non pensi che sappia in quali cazzate l’ho messa? E che.. Non so cosa farei se le succedesse qualcosa perché stava cercando di proteggermi. Non è compito suo far si che stia bene, è il contrario e mi uccide il fatto di sapere che lei rischia la vita per me.”

“Non farà nulla di stupido.” Disse Bruce “Sei fortunato che lei sia venuta da me prima di fare qualcosa da sola.”

“Già.” Dissi leccandomi le labbra. “Solo.. la prossima vola che prova a fare qualcosa del genere, non ascoltarla fino a che non sai che è urgente okay?”

Annuendo, Bruce lo guardò. “Capito. E’ divertente il modo in cui sei tu quello che deve dare gli ordini, si sono invertiti i ruoli.”

“Eh, solo per stasera, quando torno in piedi potrai darmi ordini quanto vuoi.”

“A sua difesa, voleva che mettessi dei bodyguard alla porta perché aveva paura che i poliziotti ci riprovassero quando lei si allontanava. “

Ripensai a quei bastardi. “Ecco il problema.” Dissi mentre il viso di Tony mi tornava in mente. 

“Cosa è successo?”

“Tony sa che gli Snipers sono venuti e hanno fatto alcune cose qui, e nel momento in cui sono stato sparato sono andati al magazzino di Luke, per vedere le cose che avevano lasciato. Stanno mettendo i pezzi del puzzle insieme Bruce e manca poco perché capiscano tuto.” 

“Ci penso io a Tony e alla sua squadra, possono provare ciò che vogliono ma non troveranno nulla. Tutti gli indizi riportano a Landon e ai suoi uomini.”

“Ecco perché non possiamo farlo.” Dissi 

“Perché? Troveranno indizi e li porteranno via, lasciandoci in pace.” Disse Bruce

“Perché quei bastardi sono la ragione per cui sono su questo letto con una pallottola nel petto e posso anche essere dannato se non gliela faccio pagare.”

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