capitolo 32
Kelsey’s Point of View:
Di tutte le cose che erano successe nella mia vita, questa doveva essere la più imbarazzante e credimi: ho un sacco di quei momenti.
Mi inumidii le labbra, ingoiando la palla di saliva che mi si era formata in gola. I miei palmi iniziarono a sudare e potevo sentire il mio cuore accelerare.
Sentii una stretta sulla mia mano, mi voltai per vedere che Justin mi fissava. Sorrise a mala pena prima di distogliere lo sguardo su Carly.
Feci un respiro profondo. Sapere di avere Justin al mio fianco mi faceva sentire meglio. Era più facile di sapere che ero sola. “Carly, hey…”
Il suo volto era confuso, le sue sopracciglia erano aggrottate e le sue labbra erano serrate. “Ciao.”
Strinsi la mano di Justin più forte, non sapendo cosa fare. Mi chiesi se dovessi dirgli la verità o mentirle in faccia.
Decisi che era abbastanza. Mentire era diventata una parte di me e mi stavo stancando. “Ascolta, non è come sembra--”
“Invece mi sa proprio di si.” Sbottò.
Sospirai. “Carly…”
Sollevo una mano interrompendomi. “No, Kelsey.” Scosse la testa. “Mi hai mentito.”
“No, no-”
“Ti ho chiesto se voi parlavate e mi hai detto di no. Praticamente mi hai fatto bere la tua bugia chiedendomi di lasciar perdere l’argomento. Mi hai fatto sentire come un’idiota mentre invece avevo ragione.”
Sentii la tristezza impossessarsi di me e le lacrime arrivare sulla superficie dei miei occhi. “Lo so e mi dispiace. E’ solo che … all’inizio non era compito mio dirlo.”
“Non era compito tuo?” Derise la mia affermazione. “Che diavolo significa?”
“Significa che non sapevo cosa c’era fra di noi! Mi era stato detto di non dire niente.”
“Sono la tua migliore amica!” Sollevò le braccia in aria. “Significa qualcosa questo per te?”
La mia bocca si spalancò. “Certo che significa qualcosa!” Urlai. “Significa tutto per me! Lo so che sei la mia migliore amica e mi dispiace. Non volevo mentirti ma avevo fatto una promessa! Come ti sentiresti se tu mi avessi detto qualcosa aggiungendo di non dirlo a nessuno e io fossi andata a dire a …” Mi guardai intorno cercando qualcuno quando i miei occhi caddero su Justin. “Justin tutto quello che mi avevi detto?”
Rimase in silenzio.
“Ti piacerebbe?”
Serrò le labbra in una linea.
“Uh?” Continuai.
Distolse lo sguardo scuotendo la testa. “No, non mi piacerebbe.”
“Esattamente.” Lasciai un respiro fuoriuscire dalle mie labbra.
“Ma questo ancora non conta per il fatto che tu mi hai mentito.”
“Carly, ascoltami, ti dico tutto e lo sai bene! Sei la mia migliore amica e credimi, se avessi potuto dirti tutto subito, l’avrei fatto. Ti giuro, saresti stata la prima persona a cui l’avrei detto.”
Sospiro, mordendosi il labbro. “Non so più a cosa credere. Come faccio a sapere che non mi stai mentendo?”
Aprii la bocca per dire qualcosa ma Justin mi batté sul tempo.
“Non sta mentendo.”
Fissai Justin in completo shock.
“Come?” Carly si voltò verso di Justin, entrambi lo guardavamo come se avesse due teste.
“Ho detto che non sta mentendo.” Alzò le spalle. “Sono stato io a dire che non doveva dire niente. Stava solo seguendo i miei ordini.”
Carly alzò gli occhi al cielo. “Lei non deve seguire i tuoi ordini. Non è il tuo animale.”
“No, non lo è ma se tu volevi che lei morisse allora …”
I suoi occhi si sgranarono.
“Le ho detto di non dire niente perché non sono affari di nessuno e in ogni caso, era la cosa più giusta da fare per farla rimanere al sicuro. Credimi, voleva dirtelo ma ho detto di non farlo. Non è colpa sua. Se vuoi incolpare qualcuno, incolpa me.” Lo disse con così tanta tranquillità che ero sorpresa.
Carly ci pensò un attimo prima di fare spallucce scuotendo la testa. “Come vuoi.”
“Quindi …” Mi morsi il labbro. “Mi perdoni?”
Carly sospirò, i suoi occhi incontrarono i miei. “Non lo so … mi prometti di non mentirmi mai più?”
Ridacchiai. “Te lo prometto.” Lasciando la mano di Justin, camminai verso Carly prima di avvolgere le mie braccia intorno a lei e stringerla in un abbraccio. “Mi sento così meglio. Era come avere una roccia sopra il mio stomaco.”
Carly rise. “Ci credo.”
“Sono felice che abbiamo chiarito. Odio mentirti.” Mi staccai da lei, portandomi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
Sorrise. “Quindi voi siete tipo … fidanzati adesso?”
Inchinai la testa da un lato non sapendo quale fosse la risposta.
“Sì,” Justin fece un passo avanti, avvolgendo il braccio intorno alla mia spalla. “Sì, stiamo insieme.”
Sentii le mie guance arrossire. “Ecco, quello che ha detto lui.” Risi.
Alzò un sopracciglio. “Beh … è sicuramente … interessante.” Annuì. “Non me lo sarei mai aspettato.”
Risi. “Neanche io, onestamente.”
Justin ridacchiò.
“Anche se penso che sia un idea orribile,” Alzò le mani in aria in segno di difesa. “Senza offesa.”
Justin fece spallucce.
“Tu sei la mia migliore amica e ci tengo a te perciò voglio solo che tu sia felice.” Sospirò. “Anche se stai mettendo a rischio la tua vita.”
Sentii il corpo di Justin irrigidirsi nel momento in cui le parole di Carly uscirono dalla sua bocca.
Toccai il suo fianco con il mio, facendolo ritornare alla realtà.
Fissai Carly. “Beh…”
“Scusa,” Carly fece una smorfia. “Ma era il modo migliore per dirtelo.”
Sospirai, annuendo.
Carly dondolo sui suoi talloni. “Come l’hanno presa la notizia i tuoi genitori?”
Mi morsi il labbro alzando le spalle. “Non so.”
Carly alzò le testa. “Cosa intendi?”
“Ugh,” Risi nervosamente. “Non lo sanno …”
“Non lo sanno?” La sua bocca si spalancò. “Come hai fatto a nasconderglielo?”
Justin ridacchiò. “Ha il talento di un professionista. Può pensare ad una scusa nello stesso momento in cui ne ha bisogno.”
Carly annuì. “Menti tante volta ultimamente …”
Sussultai alle sue parole. “Sì beh, non potevo esattamente raccontarli la verità Carly … sai come sono fatti.”
“Sì e so come reagiranno quando lo scopriranno. Non sarà una cosa piacevole, Kels.”
“Prenderò i miei rischi e in ogni modo, come lo verranno a sapere? Non sanno chi è Justin o che esco con lui.”
“Puoi mentire ma poi la verità verrà a galla, Kelsey.”
“Cosa stai facendo Carly? Un interrogatorio?” Dissi, cercando di mettere fine a questa conversazione.
“No, ti sto solo dicendo la verità. A differenza del tuo ragazzo qui presente, non ho intenzione di sfamarti con delle bugie dicendoti che tutto andrà bene.”
“Carly!”
“No,” Justin scosse la testa. “E’ vero.”
“Ascolta,” Carly sospirò. “Mi dispiace. Io -- hai ragione, so come sono fatti e so che non potrai vedere la luce del giorno una volta che scopriranno che tu gli hai mentito per così tanto tempo.”
“Non lo verranno a sapere Carly.”
“Lo scopriranno e quando succederà, tu sarai fritta.”
“Che ti è preso?” La fissai con occhi sgranati. Un secondo stava bene, il secondo dopo ce l’aveva con tutto il mondo.
Stavo iniziando a pensare che Justin non fosse l’unico bipolare in città.
“Niente …” Sospirò di nuovo. “Dimentica tutto quello che ho detto. Senti, devo andare in classe. Ci vediamo dopo, va bene?”
Aprii la bocca per dire qualcosa ma sapevo che era meglio stare zitti e lasciarla sbollire dalla rabbia prima di continuare questa conversazione. “Va bene, a dopo.”
Mi diede un abbraccio prima di girarsi e scomparire in mezzo ai corridoi.
“E’ stato strano.” Sospirai.
“Sì, sono felice che la conversazione sia finita.” Ridacchiò Justin.
“Già,” Feci una pausa. “Mi scuso da parte sua. Si stava solo preoccupando per me.”
“E fa bene.”
“Sì ma non ti conosce come ti conosco io.”
“Piccola, mi conosci a malapena.”
Aggrottai la fronte. “Cosa dovrebbe significare?”
“Nulla.” Scosse la testa.
Mi inumidii le labbra. “Ascolta, conosco abbastanza per dire che lei non si deve preoccupare.”
“Non ne sarei così sicura Kelsey. Sei quasi stata violentata ieri da un pezzo di merda.” Ringhiò, le sue narici si dilatarono dalla rabbia. “A proposito, come ti senti oggi?”
“Mi hai salvato, okay? Se non fosse stato per te Luke avrebbe fatto più casino e ora sto bene. Sono ancora un po’ dolorante ma oltre a quello, sto bene.”
Annuì. “Bene.”
Mentre camminò lungo i corridoi, non riuscii a non pensare a cosa aveva detto. Cosa significava che non lo conoscevo? Certo che lo conoscevo. Praticamente avevo vissuto con lui per un giorno intero, tralasciando tutte le volte che eravamo usciti insieme. Avevo visto cose che nessun altro era a conoscenza.
“Questo è il mio armadietto, aspetta.” Mi avvicinai, inserii il codice e presi i libri che mi servivano.
“Oggi non ti perderò di vista.”
Sorrisi. “Lo so e ti ringrazio.” Chiusi il mio armadietto prima di voltarmi verso di lui.
“Tutto per la mia piccola.” Fece un mezzo sorriso, avvicinandomi e premendo le sue labbra contro le mie.
Ruppi il bacio mantenendo le mie labbra a pochi centimetri dalle sue. “Sai, per essere un tipo che non vuole che nessuno sappia di noi, stai mostrando un sacco di affetto in pubblico.”
Fece spallucce ridendo. “Parleranno anche solo vedendo che tu sei al mio fianco, perciò.”
Feci il broncio pensandoci su. “Vero.” Risi.
“In ogni modo, se ti chiedono qualcosa, nega. Meno sano, meglio è.”
“D’accordo,” Sorrisi. “Adesso, andiamo in classe.” Presi la sua mano trascinandolo in mezzo al corridoio.
Si lamentò. “Non capisco il cazzo di motivo per cui dobbiamo andare a scuola. E’ uno spreco di tempo. In ogni caso ho già un lavoro che mi paga. Perché ho bisogno di un’educazione? Non ha senso.”
Feci una risata. “E’ una parte della vita, Justin.”
“E’ uno spreco di tempo, Kelsey.” Fece il verso del mio tono di voce prima di ritornare al suo. “Potrei fare altre cose, molto meglio --”
“Tipo cosa? Uccidere qualcuno?” Ridacchiai, aspettandomi una risata anche da parte sua. Mi voltai verso di lui, non stava ne ridendo, ne sorridendo. “Che succede?”
“Non era divertente Kels.” Sbottò.
Le mie sopracciglia si incontrarono nel momento in cui le aggrottai. “Mi dispiace …”
“No,” Scosse la testa. “Non ti dispiace perché se lo fossi stata, non l’avresti detto.”
“Stavo solo scherzando Justin, rilassati.”
“Non dirmi di rilassarmi, cazzo.” Disse serrando i denti allontanandosi da me. I suoi occhi si incupirono mandandomi un ondata di brividi.
Aggrottai la fronte. “Che ti è preso adesso?”
“Cosa sarebbe successo se qualcuno ti avesse sentito? Huh? Cosa avresti fatto?”
“Gli avrei spiegato che stavo solo scherzando?”
“Non lo capisci, vero? Scherzo o no, le persone qui hanno la lingua e sanno cosa faccio. Non hai mai sentito i pettegolezzi, Kelsey?”
“Non ascolto i gossip.”
Derise la mia affermazione. “Beh, forse dovresti farlo qualche volta.”
Mi morsi l’interno della guancia sentendo il mio corpo iniziare a tremare.
“Non è un caso che io detenga il record della persona con più pettegolezzi in città.”
“Certo.” Alzai gli occhi al cielo.
Nel momento in cui vidi i muscoli delle braccia di Justin contrarsi, mi pentii di quello che avevo fatto. Si stata innervosendo sempre di più.
“Mi --”
“Sai, per un secondo, pensavo che forse avevi imparato la lezione ma ovviamente sei sempre la solita vecchia stronza.”
Trasalii alle sue parole. Le sue parole mi ferivano ma la rabbia vinse sull’incredulità. “Quale cazzo è il tuo problema?”
“Tu!” Urlò facendo voltare qualche persone, le quali si rivoltarono di nuovo nel momento in cui videro che era Justin che stava urlando. Scelsero di fare finta di non aver sentito niente e continuare a fare le cose loro.
Una parte di me sperava che sentissero così Justin avrebbe messo fine. Ma tutte le cose che speravo succedessero nella mia vita, non succedevano mai.
“Tu sei il mio problema.” Disse irritato.
“Allora lasciami stare.”
“No.”
“Hai bisogno di imparare a controllare la tua rabbia.”
“E tu hai bisogno di imparare a rispettare le persone.”
Mi controllai dall’alzare gli occhi al cielo un’altra volta. “Arriva al punto Justin!”
“Sei un idiota.”
“E tu un coglione.”
“Preferisco essere un coglione che una puttana buona a nulla.”
Feci una pausa, realizzando cosa aveva detto. Se prima ero ferita, adesso ero distrutta.
“Oh, quindi adesso sono una puttana?”
Il petto di Justin si sollevava e abbassava velocemente.
“E poi tu parli del rispetto.” Risi sarcasticamente scuotendo la testa. “Sei incredibile.”
Justin distolse lo sguardo per un momento prima di ritornare a guardarmi. “Le persone sanno cosa faccio.” Cambiò argomento. “Se ti avessero sentito, sarei stato finito.”
Decisi di continuare il suo discorso, senza cambiare di nuovo argomento. “Non hanno nessuna prova per dire che ciò che ho detto è la verità.”
“Non importa.”
“Ti comporti come se ho commesso un crimine, Justin. Devi calmarti.”
“Non dirmi che cazzo devo faro.” Sbottò. “Sai già quanto cazzo odio quando lo fai.”
Serrai la mascella sapendo che se non l’avessi fatto, avrei detto qualcosa di cui mi sarei pentita.
“Tieni la bocca chiusa, va bene? Perché la prossima volta, non sarai così fortunata.”
“Cosa stai facendo? Mi stai minacciando?” Risposi con il cuore che mi arrivò in gola e il sangue che mi ribolliva dalla rabbia.
“No, ti stò dicendo la verità. Se Bruce fosse stato qui--”
“Ma Bruce non è qui, o mi sbaglio?” Inchinai la testa da un lato indicando lo spazio intorno a me.
Mi afferrò ferocemente il polso spingendomi più vicino. “Non fare la furba con me.”
Sussultai cercando di togliere le sua dita dal mio polso. “Lasciami andare.” Dissi ribollendo di rabbia. “Mi stai facendo male.” Urlai in un sussurro.
Mi ignorò, i suoi occhi pieni di rabbia. “Bruce non è qui ma se ci fosse e ti avesse sentito, mi avrebbe ordinato di ucciderti.”
Le sue parole mi ghiacciarono. Alzando un sopracciglio, decisi di metterlo alla prova. Serrando le labbra, lo guardai negli occhi. “E allora? Lo faresti?”
Non disse niente.
Sentii il mio cuore cascarmi dal petto. “Quindi? Adesso non significo più niente per te?”
“Kelsey …”
“No.” Scossi la testa, finalmente togliendo la sua stretta dal mio polso. “Devo andare.” Stava diventando troppo per me. Voltandomi, iniziai a camminare quando sentii la sua stretta afferrarmi il braccio e spingermi indietro.
“Dove stai andando?”
“In un posto dove tu non ci sia.” Dissi a denti stretti, togliendo la sua mano dal mio braccio. “E non ti azzardare a venirmi dietro.” Mi allontanai. “Dopo tutto, sono solo una puttana buona a nulla.” Scossi la testa prima di voltarmi e camminare.
“Fanculo.” Lo sentii mormorare, i suoi pugni entrarono in collisione con un armadietto.
Sussultai, strofinandomi il polso e abbassando lo sguardo per vedere un segno rosso.
Sospirai scuotendo la testa.
E pensare che ero sicura che fosse cambiato …
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