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capitolo 30

Justin’s Point of View:

Chiudendo la porta di camera di Kayla, ridacchiai a me stesso mentre la sentii ancora discutere su quello che avevo appena fatto. 

Non era colpa mia. Quella stronza lo meritava. 

“Te la farò pagare Bieber!” Urlò. “Giuro su Dio che lo farò!”

La ignorai scuotendo la testa mentre scesi le scale raggiungendo i ragazzi, i quali smisero di parlare nel momento in cui arrivai. Mi guardarono. 

“Quindi?” Bruce si alzò in piedi. “Ce l’hai fatta? L’hai preso?”

Annuii prima di tirare fuori il bacco e lanciarlo in aria per farlo afferrare al volo da Bruce. 

“Ben fatto, Bieber.” Annuì fiero. “Come ce l’hai fatta?”

Sorrisi ricordando gli eventi successi qualche minuto prima. 

“Come potrei rifiutare una ragazza così attraente come te?” Le mie dita afferrarono i suoi fianchi spingendola più vicino, la mia faccia si strusciò contro i suoi capelli mentre la spinsi indietro verso il letto. 

Si morse il labbro afferrando la mia maglietta per poi lasciare dei baci umidi sulla mia mascella. “Non so … ma se ne vale la pena, ti prometto che ti darò il pacchetto.” Disse prima di avvicinarsi alle mie labbra. Rapidamente schivai il suo bacio e scontrai le mie labbra contro il suo collo. 

I ragazzi mi erano debitori. 

Il momento in cui la parte posteriore delle sue ginocchia toccò il bordo del letto, si lasciò cadere al’indietro trascinandomi con lei. Ora stavo sopra di lei. Mi posizionai e mi allungai verso il suo collo iniziando a baciarla mentre il mio petto spingeva contro il suo. 

Gemette toccandomi i capelli e spingendomi più vicino al suo corpo.

Gemetti per soddisfare i suoi desideri. Dovevo farle pensare che mi stavo eccitando. Quella troia non doveva sospettare niente. 

“Justin …” Prese aria nel momento che sentì i miei denti stuzzicare la sua pelle. “Oh mio Dio …” Gemette più forte. 

Pregai Dio che Kelsey non potesse sentirla. L’ultima cosa di cui avevo bisogno era che la mia ragazza si svegliasse sentendo dei gemiti provenire dal corridoio. 

Mi allontanai dal suo collo e posizionai la testa sopra la sua. “Mi è mancato tutto questo.” Mi morsi il labbro fissandola. 

Prese aria. “Pure a me.” Afferrandomi il collo, mi spinse verso le sue labbra ma come feci precedentemente … mi schivai. 

Non l’avrei mai baciata.

Avevo finito di stare ai suoi giochetti e questa era l’ultima volta che sarebbe successo. 

Kelsey significava tutto per me in quel momento e non ero il tipo che metteva le corna. Specialmente quando avevo una ragazza come Kelsey al mio fianco. 

Potevo sentire che il mio cuore si stava sciogliendo per lei ed era una cosa che pensavo non sarebbe mai successa.

Da quando Jen mi aveva fottuto, non credevo più nella popolazione femminile ma poi era arrivata lei e mi aveva fatto capire che se facevo attenzione, c’erano delle persone che meritavano la mia fiducia e anche se avevo incontrato Kelsey nella peggior situazione, ero felice che si trovava nella foresta e che mi aveva visto uccidere Parker.

Per quanto malato e contorto possa sembra, ci aveva fatto incontrare e ne sarei stato per sempre grato. Non sapevo davvero cosa sarebbe successo se non l’avessi incontrata ma sicuramente -- la mia vita non sarebbe stata così movimentata. 

Notai che Kayla si stava innervosendo dal mio schivare ma non potevo farlo succedere, perciò feci la miglior mossa in programma: iniziai a togliere l’accappatoio che indossava. L’avrebbe fatta andare fuori di testa per qualche secondo. 

Se le davi qualcosa su cui concentrarsi, avrebbe messo tutta se stessa scordandosi del resto. Mi tolse la maglia e iniziò a tracciare linee sul mio petto con le sue dita. Solitamente, avrei emesso un gemito trovandolo attraente ma in quel momento tutto quello a cui potevo pensare era che le sue dita non erano come quelle di Kelsey.

Quelle di Kayla erano esigenti mentre quelle di Kelsey erano gentili. Kayla strattonava mentre Kelsey tirava. Erano gli opposti. 

Alzai le mani lungo i suoi bracci fino a che non trovai le sue mani. Le strinsi. “Kayla?” Sussurrai. 

“Hm?” Mormorò con gli occhi chiusi mentre faceva respiri profondi. 

Si stava eccitando e questo significava che era il momento di colpire. 

“Dov’è il pacchetto?” Mormorai nel suo orecchio prima di lasciare un bacio sul lobo. 

Scosse la testa. 

Iniziai a baciarla desiderando solo di farla impazzire così che potesse darmi informazioni su dove si trovasse. “Dov’è, Kayla? Devo saperlo in modo da accettarmi che non stai mentendo.” 

“Non sto mentendo,” Disse in un sussurro. 

“Allora,” Succhiai. “Dimmi,” Morsi. “Dov’è.” Leccai e immediatamente cedette.

“E’ sotto il letto.” Disse in un respiro. 

Sorrisi contro la sua pelle. “Grazie piccola.” Continuai a baciare il suo collo prima di lasciare la sua mano, per poi allungarla verso la fine del letto. Toccai sotto il letto in cerca del pacchetto. 

Non aveva idea di cosa stava succedendo. Ritornando al suo collo, succhiai il giusto, facendole inarcare la schiena. Iniziai a far girovagare la mano sotto il letto nel vuoto. Stavo per arrendermi quando sentii un pacchetto e immediatamente capii che era quello che stavo cercando. Portandolo fuori da sotto il letto, mi tolsi da Kayla. “E’ stato un piacere lavorare con te, tesoro. Spero di rifarlo un’altra volta.” Mi alzai, camminando verso la maglia sul pavimento prima di rindossarla. 

“Di che cosa stai parlando?” Disse tra respiri irregolari. 

“Hai appena perso.” Feci un mezzo sorriso guardandola. “E io ho vinto.” 

“Di che cazzo stai parlando, Bieber?” Sbottò sedendosi sul letto completamente ignara. 

Ridacchiai, alzando in aria il pacchetto. “Dovresti imparare a controllarti. Non hai imparato niente?” 

“Stronzo!” Urlò. 

Risi. “Niente che non abbia già sentito.” Aprii la porta ma prima di uscire, mi voltai verso di lei. “La prossima volta che provi a fare una bravata come questa, non ti sedurrò. Ti ucciderò.” E con quello, uscii.

“Ti ucciderà fratello!” Rise Marco mentre mi fissava con occhi sgranati. 

“E’ meglio che dormi con gli occhi aperti.” Dean rise bevendo una lattina di birra. 

Ridacchiai. “Credetemi, non mi darà noia. Sa bene che è meglio non mettersi contro di me.”

“Non sono così sicuro Bieber,” John si allungò in avanti. “Era molto appassionata stanotte.” 

Risi. “E’ solo grazie al fascino. Funziona tutte le volte.” Feci l’occhiolino scherzando prima di guardare verso l’orologio. “Beh, sono un quarto alle due e io sono distrutto.”

“Già, io dico di andare tutti a letto. Abbiamo un giorno impegnativo di fronte a noi e tu devi andare a scuola, Bieber.” Bruce mi indicò. 

“Merda,” Mormorai. Mi ero completamente dimenticato.

“Dormi e fine.” Marco disse. 

“Già, facile a dirsi. Non sei tu quello che si deve svegliare fra poche ore.” Mormorai alzandomi in piedi. 

“Hey,” Alzò le mani in aria in segno di difesa. “Dicevo tanto per dire!”

Sospirai, strofinandomi la nuca. “Si, lo so.” Mi inumidii le labbra. “Ci vediamo domani?”

Annuirono. 

“Sono fiero di te, Bieber.” Bruce si alzò, tirandomi una pacca sulla schiena in modo riconoscente. “Hai fatto un ottimo lavoro stasera. Non solo sei riuscito a menare Luke --”

“Anche una fottuta scimmia riuscirebbe a battere Luke, Bruce. Quel bambino è un debole.” Alzai gli occhi al cielo. 

Ridacchiò. “Okay, okay. Un punto per te.” Sorrise prima di continuare. “Ma oltre a quello, hai salvato la tua ragazza e sei riuscito ad ottenere l’attrezzatura; tutto nello stesso giorno.”

“Se questo non è essere la definizione di swag, allora non so cosa sia!” Dean urlò dalla sedia. 

“Grazie, lo apprezzo.”

Anche se io e Bruce avevamo i nostri momenti di discussione, per me lui era come un fratello. 

“Quando vuoi. Adesso vai su dalla tua ragazza. Sono sicuro che sta sentendo la tua mancanza.” Ridacchiò prima di ritornare a sedersi. 

Sorrisi. “Certo, ci vediamo.” Salii le scale prima di raggiungere la mia stanza. Aprii la porta e la richiusi alle mie spalle il più silenziosamente possibile. 

Guardai verso Kelsey che dormiva sul mio letto, le coperte avvolgevano il suo piccolo corpo mentre il cuscino era avvolto dalle sue braccia. Risi silenziosamente a quanto adorabile fosse.

Qualcosa dentro di me sperava che potesse rimanere in quel modo per sempre. 

Voltandomi, chiusi la porta a chiave. Non volevo che Kayla entrasse durante la notte cercando di vendicarsi.

Anche se l’avevo avvertita di starmi lontano, non avrei rischiato di trovarmela nella mia stanza. Soprattutto con Kelsey qui.

Camminando verso il letto, controllai che stesse bene accarezzandole la guancia. I tagli si stava cicatrizzando. 

Sospirando, mi chinai e premetti le mie labbra contro la sua fronte prima di rialzarmi. Aprii la bocca per dire qualcosa ma decisi di non farlo. 

Non ero pronto e neanche lei. 

Ricomponendomi, iniziai a cercare delle coperte da mettere sul pavimento fino a che non sentii una mano afferrare la mia. 

Aggrottando la fronte, mi voltai per vedere Kelsey che mi guardava con occhi ancora assonati. 

“Non andartene.” Sussurrò.

Continuai a fissarla aspettando che realizzasse cosa aveva appena detto.

“Stai con me.” Scivolò alla fine del letto. “Ti prego.” Mormorò.

Mi morsi il labbro domandandomi se dovevo o meno. Poi mi ricordai di cosa era successo e capii che aveva bisogno di me. 

Le avevo promesso che l’avrei protetta. 

Alzando la coperta, mi infilai sotto per poi tirarla sopra di noi. Avvolsi un braccio intorno al suo corpo e la spinsi più vicino a me. 

“Stai bene?” Sussurrai. 

Annuì con la testa contro il mio petto. 

“Dormi un po’, piccola.” 

Sbadigliò, sprofondando la testa dentro il mio petto prima di addormentarsi. 

Mentre l’orologio ticchettava non riuscii a non fare altro che fissarla per tutta la notte. Dovevo assicurarmi che stesse bene e che niente la potesse infastidire. 

Guardai come il suo petto si sollevava e abbassava in modo naturale, il suo volto e corpo rilassato e tutto quello a cui potevo pensare era come non fare più succedere quello che era successo il giorno precedente. Doveva rimanere al sicuro a tutti i costi. Sentivo il bisogno di stare accanto a lei 24 su 24. 

Il pensiero di perderla mi faceva andare di matto e il pensiero che qualcuno potesse ferirla, mi faceva aumentare la voglia di commettere un omicidio. 

Pensavo di impazzire ma durante la notte, mi ritrovai ad ammirare la sua bellezza. Non ero pazzo.

No. 

Ero qualcosa di più pericoloso. 

Mi ero innamorato di lei. 

E questo mi spaventava da morire. 

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