Cap. 4.4.2 Festeggiamenti (seconda parte)
Kuwata:"Ei, avete sentito?" -bisbigliò voltandosi a destra e a sinistra per incontrare gli occhi di tutti i presenti.
I ragazzi annuirono in coro. Fujisaki si precipitò alla porta in tutta fretta: bisognava spegnere l'interruttore della luce o la sorpresa sarebbe potuta saltare. Fortuna che il soggiorno in casa Owada non era visibile dall'ingresso.
Makoto: "Avete tutti il vostro spara coriandoli?" -chiese con un filo di voce, controllando con un rapido sguardo le mani dei suoi compagni.
"Sì" - mormorarono contemporaneamente questi ultimi.
Hakagure:"Pensate siano arrivati?" -domandò provando ad assottigliare il più possibile la sua voce.
Kuwata:"Abbassa il volume, stupido!" -bisbigliò allungando una mano verso il suo braccio. Il pizzicotto che gli diede lo fece sobbalzare. Il ragazzo provò di tutto pur di trattenere i gemiti di dolore che si fecero strada lungo le sue corde vocali.
Hakagure:" Ai!" -mormorò strofinandosi la parte lesa. "Scusami, non l'ho fatto a posta..." -aggiunse poi, dispiaciuto.
Kuwata:"Come è possibile che anche i tuoi sussurri siano incredibilmente rumorosi?" - replicò irritato. "Quel rumore non poteva essere altro che quello dell'uscio di casa, quindi, a meno che non abbiamo a che fare con dei ladri, sono loro di sicuro. Che domande!" -affermò poi ironizzando.
Fujisaki:"Non preoccupatevi, qualsiasi cosa dovesse succedere Owada-san mi avviserà con un messaggio. A proposito, avete i cellulari in tasca con modalità silenzioso o vibrazione attivata?" - chiese un po' preoccupato.
Anche Fujisaki ottenne come risposta un silenzioso coro di cenni di testa.
Makoto:"Allora appena si aprirà la porta, giusto Fujisaki-san?"
Fujisaki:"Sì, non appena si aprirà questa porta, al tre. Contate nella vostra testa e poi gridate 'sorpresa!' "
Kuwata:"Sì, va bene ma ora zittitevi o verremo scoperti prima del tempo" - sussurrò portandosi l'indice alla bocca per dar forza anche visiva alle sue parole.
Fujisaki:"Oh ragazzi, credo di aver ricevuto un messaggio, il mio cellulare sul tavolo ha la spia luminosa lampeggiante. Mi sa che erano davvero loro. Pronti?" -si assicurò guardandosi rapidamente attorno.
Notando le mani tremanti di Taka, Makoto gliene afferrò una, la strinse forte e sorrise per rassicurarlo. Lasciò lentamente andare la presa soltanto quando si accorse che l'amico aveva riacquisito una certa sicurezza nella sua postura.
_____
Mondo insistette per tornare a casa: voleva riposarsi e passare un po' di tempo da solo col fratello come facevano da bambini. Non poteva stare con Taka ma almeno aveva trascorso una meravigliosa giornata con la sua gang e ora poteva passare un'altrettanto meravigliosa serata con Daya.
I due fratelli parcheggiarono le moto davanti al giardino di casa e non appena scesero Daya tirò fuori dalla tasca dei suoi pantaloni il cellulare. Mondo lo notò subito: per tutta la giornata il suo aniki non aveva fatto altro che armeggiare con quell'affare scrivendo messaggi. E quella distanza, quella continua distrazione da parte sua, non la poteva affatto sopportare, non in quel giorno. Non esitò a prenderlo in giro mettendo in chiaro, con un pizzico di acida ironia, tutto il suo dispiacere.
Mondo: "Oi Aniki! Ma si può sapere perché oggi sei attaccato a quel cellulare? Non pensavo fossi così 'social' hahaha!" -ridacchiò ironizzando ancora una volta sull'età di suo fratello. "Ti sei trovato una fidanzata per caso?" aggiunse poi con un tono che celava in sé un misto di curiosità e di sarcasmo.
Daya:"Continui a prendermi in giro, vedo. Insomma la lezione di stamattina non ti è bastata, eh?" - lo ripagò degli insulti con uno dei suoi soliti 'amichevoli' calci negli stinchi a cui Mondo rispose lanciando un gridolino di dolore.
Mondo: "Sei sempre il solito, non si può mai scherzare con te!"-esclamò con una smorfia di disappunto. "Ma davvero, sei strano. L'ultima volta in cui ti sei comportato in questo modo è stata quella in cui i miei compagni di scuola mi hanno teso l'imboscata del gruppo di studio. Che tipi...si sono comportati come se io non avessi partecipato se non mi avessero costretto. Ma aspetta, non mi dire che-" -si bloccò guardandolo con sospetto.
Daya iniziò a sudare freddo. "Ma ti pare? Le sorprese sono efficaci solo quando le organizzi una volta soltanto. Sarebbe troppo scontato!" - gli rispose con tono sicuro nonostante sapesse benissimo che l'espressione sul suo volto poteva tradirlo. Mondo inaspettatamente però la bevve.
Mondo: "Va bene, ho capito. Ma almeno nel giorno del mio compleanno potremmo passare più tempo assieme? Metti via quel cellulare! Ci guardiamo un film d'azione sulla Yakuza come ai vecchi tempi. Dai Aniki!" -lo incitò con un occhiolino.
Daya:"Nel giorno del tuo compleanno, ogni tuo desiderio è un ordine, caro fratellino" -affermò dandogli una calorosa pacca sulla spalla.
Mondo: "Grazie hehehe"
A quel punto il maggiore dei due tirò fuori le chiavi di casa e, mentre si apprestava ad aprire la porta, chiese al minore di andare a cambiarsi specificando che lui invece sarebbe andato in cucina a preparare la cena e i popcorn per il film. Mondo annuì, corse in camera sua e si tolse la lunga giacca da bosozoku gettandola con disattenzione sul letto. Andò in bagno per darsi una veloce rinfrescata e poi raggiunse il fratello in cucina. Daya teneva tra le mani una bellissima torta di compleanno di quelle ricoperte di panna e fragole.
Mondo:"Mi hai davvero preso una torta di compleanno? Da quanto tempo non me ne compravi una, eh?" -disse guardando sbalordito la torta per poi incrociare gli occhi del fratello.
Daya:"Di tutto per il mio fratellino ormai diciassettenne!" -esclamò pimpante.
Mondo:"Aniki non mi dire che è per via di questa torta che ti comportavi in modo strano!" -gli disse scuotendo la testa, sopraffatto da quello che riteneva un comportamento assolutamente assurdo.
Daya:"G-già mi hai scoperto hahaha!" -gli rispose sorridendo nervosamente e portandosi una mano dietro alla nuca.
Mondo:"Ma è enorme! Perché l'hai presa così grande se dobbiamo mangiarla solo noi due? E poi perché non l'hai portata al ritrovo? L'avremmo offerta ai ragazzi!" -replicò.
Daya:" Credi che avremmo potuto portare con noi una torta di compleanno?! Sulle moto? Viaggiando a quella velocità? Senza un mini frigo portatile? Davvero fratellino?! A volte sei proprio stupido!" -affermò scuotendo la testa.
Mondo:"Può darsi che io sia stupido ma chi è il più stupido di noi, eh? Hai comprato una torta enorme per due persone! Qual è la causa di questa esagerazione, sentiamo! E' un cazzo di spreco..."
Daya:"Non essere stupido. Puoi sempre invitare qualche amico a casa domani per offrirgliela. Magari Fujisaki-chan o il tuo caro Taka, no? Oppure dopodomani porti qualche fetta al resto dei tuoi compagni di classe. Le torte si possono tenere per tre giorni circa se le conservi in frigo, non preoccuparti" -rispose fiducioso che il fratello avrebbe smesso di rimbrottare.
Mondo:"Bah! Lo trovo comunque uno spreco..." -si lasciò sfuggire un grosso sospiro.
Daya:"Ero nostalgico. Mi mancavano i tempi in cui festeggiavamo in grande, quando c'era anche la mamma, così quest'anno ho preso una torta più grande. Che male ci sarà? Di sicuro non la butteremo! Non arriveremo mai a questo quindi tranquillo." -cercò di rassicurarlo.
Mondo:"E va bene, mi fido di te!"
Daya:"Era ora! Dovresti riconoscere ormai la mia grande esperienza, farne tesoro e venerarla" -riprese a parlare sviando l'argomento della discussione su qualcosa di più scherzoso.
Mondo:"Sì, sì sarai il mio nuovo Dio. Aspetta che me lo segno sull'agenda..." -disse facendo finta di tirar qualcosa fuori dalla tasca dei pantaloni.
Daya:"Non fare lo stupido adesso!" -esclamò dandogli uno schiaffo dietro la nuca. "Prendi questa torta e portala in soggiorno. Se vuoi accendi il televisore. Io ti raggiungo a breve, dammi solo il tempo di preparare da bere" -aggiunse poi avvicinandosi al frigo.
Mondo:"Ma non è presto per mangiare la torta? Pensavo l'avremmo mangiata dopo la cena" - domandò perplesso.
Daya:"Oggi voglio farti ritornare bambino. La mangeremo adesso, proprio come facevamo tanti anni fa. Ricordi?" -gli chiese voltandosi verso di lui e lanciandogli un occhiolino.
Mondo:"Quando sgattaiolavi in cucina per prendermi una minuscola fetta di torta sperando che la mamma non se ne accorgesse?"
Daya:"Esatto! Eri un bambino insopportabile. Non facevi altro che lamentarti di continuo 'Aniki, quando mangiamo la torta?' oppure 'Perché devo aspettare prima di poterla mangiare? Non avevi detto che il giorno del mio compleanno è un giorno speciale e che io posso fare tutto quello che voglio?' Quando ricevevi l'ennesimo 'no', non importa quante spiegazioni sensate potessi darti, scoppiavi a piangere e mi davi del cattivo. Facevi la voce grossa, urlavi arrabbiato di odiarmi. Mi dicevi che non mi avresti rivolto mai più la parola" -disse portandosi una mano alla fronte, come se ricordare tutte quelle cose gli facesse venire il mal di testa.
Era estremamente dispiaciuto per il sé stesso ragazzino che avrebbe fatto di tutto pur di accontentare il piccolo, dolce Mondo, senza sapere che i suoi comportamenti a quel tempo lo avrebbero reso un bambino un po' viziato. Fortunatamente crescendo il fratellino era maturato parecchio, forse anche perché con la perdita dell'unico genitore rimasto era praticamente inevitabile maturare prima del previsto.
Mondo:"E a quel punto tu provavi a tranquillizzarmi ma io sbattevo i piedi a terra e scappavo via da te rinchiudendomi nella mia cameretta. In quei momenti credevo davvero di odiarti. Ma tu alla fine tornavi sempre da me sorridendo, con un pezzettino di torta tra le mani e mi scongiuravi di mantenere il segreto altrimenti la mamma ci avrebbe sgridati" -ricordò sorridendo.
Daya:"Sì, ma la mamma se ne accorgeva sempre e ci sgridava. Tu te la cavavi soltanto con un rimprovero mentre io che avrei dovuto darti l'esempio venivo messo in punizione per una settimana. Mi hai fatto passere un inferno!" -esclamò sospirando.
Mondo:"Su su non esagerare adesso! Se non avessi voluto farlo non l'avresti fatto, non dare la colpa a me hahaha" -ridacchiò divertito.
Daya:"Probabilmente hai ragione. Eri carino quando ti viziavo. Così affettuoso...guardati adesso invece" -disse indicandolo con il palmo della mano rivolto all'insù.
Mondo:"Oi, cosa vorresti dire esattamente?!" -replicò con fare irritato.
Daya:"Niente, niente...ora vai prima che la torta si squagli!" -gli rispose poggiandogli delicatamente il vassoio tra le mani e spingendolo fuori. Avrebbe voluto calciarlo via ma aveva troppa paura di far cadere la torta.
_____
-"Sorpresa!". Un coro di allegre voci risuonò per tutta la stanza, accompagnato dal rapido susseguirsi di piccoli scoppi. E una pioggia di colori gli riempì gli occhi, offuscandogli la vista.
Per lo shock improvviso le gambe gli divennero molli, rischiò di cadere e di rovinare la sua bellissima torta di compleanno. Si chiese meravigliato tra sé e sé cosa diamine stesse succedendo. Il senso di smarrimento lo avvolse e la sua confusione era tale che rimase lì, imbambolato con gli occhi sbarrati per interi minuti. I ragazzi gli si avvicinarono ma lui non li riconobbe subito: uno di loro gli prese la torta dalle mani e gliela poggiò sul tavolo. Si sentì spingere e trascinare ma era tutto ancora così strano, le immagini erano sfocate e i suoni confusi ed ovattati, praticamente indistinguibili. C'era un'unica sagoma, la figura di una persona che spiccava tra le altre. Si convinse che lo aveva riconosciuto perché era l'unico a non essersi avvicinato nonostante lo stesse guardando e gli stesse sorridendo.
"C-cosa cazzo?!" -esclamò quando riuscì a ritornare in sé.
Daya:"E' una festa a sorpresa fratellino, penso sia facile da capire, no?" -disse poggiandogli una mano sulla spalla.
Mondo:"M-ma tu non eri in c-cucina?" -chiese confuso girandosi per seguire quella voce.
Daya:"Wow. La sorpresa deve esser proprio riuscita bene se ancora non riesci a ritornare in te. Tutto ok? Sono entrato in salotto poco fa, volevo esserci quando i ragazzi avrebbero gridato 'sorpresa!'. Suppongo però che tu non te ne sia proprio reso conto..."
Mondo:"S-sorpresa?! P-per me?" -domandò confuso guardandosi attorno spaesato.
I ragazzi annuirono contemporaneamente ma Mondo era ancora stordito come se fosse in uno stato di shock. Poi lì, in quella stanza, c'era anche Taka. Aveva passato un'intera giornata a pensare di volerlo vedere ed ora era lì, proprio di fronte ai suoi occhi. La situazione era strana. Erano giorni, a dire il vero, che lui era strano, ma se aveva deciso di partecipare a questa specie di festa un motivo doveva pur esserci. Questo pensiero in qualche modo placò, seppur in parte, le sue fantasie ossessive. -"Proverò a pensare che è solo un momento passeggero. Tra di noi va ancora tutto alla grande. Forse era scostante perché il mio comportamento nei confronti di Makoto non è sempre 'amichevole', ecco. Di sicuro però non vuole abbandonarmi, mettere fine alla nostra amicizia. Almeno spero" -provò a rincuorarsi mentre i suoi occhi cercavano quelli di Taka.
I due posarono i loro sguardi l'uno sull'altro come se in quella stanza non ci fosse nessuno oltre che loro stessi. Si guardarono distrattamente mentre le loro menti volavano altrove. Poi si osservarono più intensamente, col desiderio di corrersi incontro ma Taka non resse all'imbarazzo ed abbassò il capo, irrigidendo la sua postura ancora più del normale. Mondo invece fu trascinato violentemente alla realtà dal resto dei ragazzi che provarono a parlargli e ad offrirgli i loro regali.
Hakagure:"Ei Owada-cchi! Perché non apri i nostri regali?" -gli chiese sorridendo, prendendolo sotto braccio.
Mondo:"Ragazzi ma siete folli?! Avete davvero preparato tutto questo per me?" -disse indicando il tavolo imbandito e le decorazioni graziosamente posizionate in tutta la stanza. "T-tu. Tu sapevi tutto vero?!"- si rivolse poi al fratello con voce tremante.
Daya:"E' stata una bella sorpresa vero? Considerando il tuo caratteraccio, non avrei mai immaginato che potessi farti degli amici così carini da organizzarti una festa a sorpresa. Ho dovuto aiutarli per forza, non credi?" -gli rispose sogghignando, quasi a farsi beffe di lui ma sempre bonariamente.
Mondo:"E da chi pensi abbia ereditato il mio caratteraccio, sentiamo?!" -esclamò irritato ad un Daya che lo ignorava fischiettando. Poi si rivolse ai ragazzi dicendo che non c'era assolutamente bisogno di organizzare tutte quelle cose, mostrandosi leggermente dispiaciuto per il disturbo che era sicuro gli avesse arrecato.
Fujisaki:"Non fare cerimonie Owada-kun! Se lo abbiamo fatto è perché avevamo piacere a farlo" -affermò sorridendo.
-"Già. Volevamo renderti felice" -aggiunse Makoto.
Kuwata:"I compleanni degli amici vanno sempre festeggiati, non è vero ragazzi?"
Hakagure:"Eh già, se stiamo tutti insieme il divertimento è assicurato!" -esclamò ridacchiando con leggerezza.
Mondo:"R-ragazzi, s-smettetela o p-potrei c-commuovermi" -mugugnò imbarazzato.
A quel punto Yasuhiro e Leon gli si piazzarono ai lati dandogli delle pacche sulle spalle, Makoto e Fujisaki gli offrirono i regali impacchettati mentre il fratello osservava da lontano con le braccia conserte e un sorriso stampato in faccia. Anche Taka era ancora in un angolo, lontano dal festeggiato. Non riusciva a prendere il coraggio per consegnargli il suo pacchetto. Cominciò a pensare a quanto stupido potesse risultare il suo regalo nonostante gli sembrasse perfetto appena qualche attimo prima. -"C-cosa faccio se non gli piace?" -pensò vergognandosi delle sue scelte.
Quando Mondo aprì i due regali, impacchettati singolarmente, ne rimase piacevolmente colpito: non poteva immaginare che i suoi amici avessero pensato così tanto ai suoi gusti da regalargli qualcosa di così azzeccato alla sua passione. Quello che non riusciva a capire era il perché di due caschi. Uno di quelli poi, non sembrava neppure essere nel suo stile: troppo semplice per i suoi gusti ma i colori stranamente gli ricordavano qualcuno. Un bel casco nero con una striscia centrale colorata di bianco e rosso con un motivo a scacchiera. -"Sarebbe carino se T-Taka lo in-indossasse. Magari così potremmo andare in giro con la mia moto. Potrei portarlo al mare o non so, ovunque purché insieme" -pensò arrossendo, perdendosi nelle sue dolci fantasie.
Il festeggiato era ancora intrappolato nel suo mondo dei sogni quando gli altri iniziarono a mangiare. Soltanto Makoto e Fujisaki si accorsero però di quanto Taka non riuscisse ad inserirsi bene in quel contesto. Da quando aveva messo piede a casa di Mondo sembrava come paralizzato. Riusciva a tranquillizzarsi per poco tempo ma poi sembrava ritornare al suo stato di catalessi, irrigidendosi e chiudendosi nei suoi stessi pensieri, nelle sue preoccupazioni.
Era ora di attuare parte del loro piano. Non proferirono parola, si guardarono soltanto negli occhi scambiandosi un cenno d'intesa. Fujisaki si avvicinò nervosamente a Daya e arrossendo gli afferrò un lembo di stoffa della manica. Anche lui non ebbe bisogno di nessuna parola per capire.
Daya:" Beh ragazzi, sono finite le bibite. Non pensavo aveste così tanta sete! A saperlo prima avrei comprato molto di più..." -disse fingendo un tono costernato.
Fujisaki:"Oh, la prego, cioè volevo dire, ti prego Owada-san! Non dire così, non c'era assolutamente bisogno di comprare troppe cose" -rispose con gentilezza.
Daya:"No, insisto. Tutto per il diciassettesimo compleanno del mio caro fratellino! Deve essere una festa memorabile" -esclamò facendo un sorrisetto.
Makoto:"Ma Owada-san, davvero lo dico siamo a posto così" -aggiunse scuotendo le mani.
Daya:"Voi magari sarete anche a posto così ma io no di certo! Fratellino caro! Alza quel tuo meraviglioso culo da festa, porta con te uno dei tuoi amichetti e andate a comprare delle birre per me e qualcosa di analcolico per voi"
Mondo:"Cosa?! Ma non avevi appena detto 'tutto per il compleanno del mio fratellino' e adesso mi vuoi mandare a fare compere con uno degli invitati?!" -esclamò irritato.
Daya:"Da solo di sicuro non ci puoi andare! Come faresti a portare tutta quella roba così pesante?"
Mondo:"E perché non ci vai tu allora?" -replicò con tono ancora più nervoso.
Daya:"Sei pazzo?! Non mi fido a lasciarti solo in casa con una banda di marmocchi! Poi Chi-chan è l'unica ragazza, chissà voi bestie cosa potreste farle, ho le lacrime al solo pensiero!" -rispose fingendo di asciugarsi gli occhi.
Mondo:"M-ma s-se sai benissimo c-che non mi p-p-piace Fujisaki! E poi anche se fosse con chi pensi di aver a che fare?! Siamo tutti gentiluomini qui. Forse stai confondendo la tua natura perversa con la nostra!" -esclamò imbarazzato accusando il fratello.
Daya:"Oi oi oi... Da quando in qua pensi queste cose del tuo caro fratellone. Mi ferisci. Ma poi come ti salta in mente di prenderti così apertamente gioco di me?! Avevo ragione stamattina quando ho detto che alla maggiore età non vuoi proprio arrivarci, non illeso almeno" -disse avvicinandoglisi minacciosamente e dandogli un pugno sulla spalla.
Mondo:"Ai! O-ok ho capito mi dispiace! Non è vero che sei un pervertito...ma non lo siamo neppure noi! Poi Fujisaki è-" -si bloccò prima di rivelare troppo. C'erano molte persone in quella stanza che non sapevano assolutamente nulla del sofferto segreto che Fujisaki si stava portando sulle spalle.
Daya:"Fujisaki è? Perché non continui? Vorresti dirmi che non è una ragazza carina soltanto perché tu-" -non fece in tempo a concludere che fu zittito dal fratello.
Mondo:"Shhh, ti prego non farti sentire! Sei impazzito per caso?! Cosa volevi dire adesso?" -lo guardò con occhi disperati.
Daya:"Ad ogni modo smetti di fare il bambino capriccioso e fatti accompagnare al negozio più vicino!" -insistette spazientito.
Mondo:"Devo davvero scomodare uno dei presenti per andare a prendere delle cazzo di birre per te?! Non ti sembra un po' troppo maleducato?!" -gli rispose sbuffando, stufo anche lui del comportamento e delle pretese del fratello.
Daya:"Questo è perché sei un testone e anche un pochino stupido. Se solo ti fidassi di me! Ho detto che ci andrai e lo farai, punto. Non fare più storie e non sfidare mai più la mia autorità o sai come potrebbe andare a finire" -sentenziò davvero irritato
Mondo:"E va bene, ok. Vado cazzo!" -si arrese borbottando, un po' impaurito dall'espressione di Daya.
Daya:"Mi ringrazierai, fidati..." - gli sussurrò in un orecchio dopo aver riacquisito un'espressione più serena.
Mondo:"Sì certo come no, anche adesso eh! G-r-a-z-i-e ma davvero..."- rispose con tono sarcastico. "Idiota"- mugugnò poi stando attento a non farsi sentire.
Daya:"Hai detto qualcosa forse?"
Mondo: "Non avere la coda di paglia! Non ho detto assolutamente niente!" -rispose acidamente.
I presenti pensarono che non importasse quanto i due fratelli provassero ad allontanarsi da loro per non farsi sentire, erano talmente tanto rumorosi che le loro voci raggiungevano le mura dell'intera abitazione. Potevano sembrare spaventosi d'aspetto o per alcuni modi di fare ma in realtà erano entrambi due ragazzi dal cuore d'oro. Certo, per capirlo bisognava passarci del tempo e non era sempre facile: richiedeva una certa dose di coraggio e di pazienza. Più si stava in loro compagnia e più si poteva capire da cosa, o meglio, da 'chi' derivassero il temperamento e la personalità di Mondo. Il loro rapporto era un esempio lampante di come il ragazzo viveva qualsiasi tipo di dialogo o di relazione con il prossimo. Questo equilibrio tra 'sfida', 'ironia', 'impulsività' e 'aggressività nel linguaggio' in Mondo era sicuramente frutto della vicinanza di suo fratello, della sua presenza nella sua vita.
Daya:"Bene, ora che abbiamo convinto quel carciofo, chi di voi vuole accompagnarlo?" -domandò guardandosi intorno. "Non siate timidi eh! Non vi sarete mica spaventati per la nostra discussione?! Noi scherziamo ogni giorno così, né io né lui prendiamo sul serio le nostre parole in questi momenti. È solo il nostro modo di volerci bene, mettiamola così. Forse è un po' colpa mia se il mio caro fratellino non sa bene come comportarsi con gli altri, mi dispiace per questo. Anche se nei momenti di serietà glielo spiego sempre, forse è anche un po' stupido, scusateci hehehe..." - aggiunse portandosi una mano dietro alla nuca, leggermente in imbarazzo.
Fujisaki:" Non p-preoccuparti Owada-san, ormai lo abbiamo c-capito benissimo come funziona qui e anche c-come siete f-fatti. Siete simpatici anche per questo e sappiamo bene quanto in realtà siate dei b-bravi e g-gentili ragazzi" -balbettò provando a tranquillizzare l'uomo rendendo chiaro che nessuno in quel momento aveva avuto paura di loro. "C-comunque! E-ecco i-io, a-anzi noi ragazzi siamo un po' stanchi dopo aver riordinato e addobbato la stanza" -aggiunse poi incrociando lo sguardo dei suoi complici.
Daya:"Beh capisco, sì. Ci sta. Che mi dite voi due invece?" -domandò a Makoto e a Taka.
Makoto:"A dire il vero sono molto stanco anche io...Ishimaru-kun, non potresti accompagnare tu il nostro amico?" -si rivolse verso il ragazzo che era ancora in un'angolo tutto solo e irrigidito.
Taka:"I-io..." -borbottò insicuro.
Makoto gli si avvicinò e gli sussurrò che accompagnando l'amico avrebbe trovato un'occasione perfetta per dargli il regalo senza esser disturbato da nessuno.
Daya:"Taka-chan ti prego, ho davvero, davvero bisogno di birra!" -insistette afferrandogli le mani.
Mondo avrebbe voluto intervenire a sostegno del suo caro Taka ma la discussione col fratello e la situazione attuale lo avevano lasciato confuso e senza forze.
Leon e Yasuhiro non riuscirono a trattenersi nel vedere il comportamento titubante del loro amico, comportamento che, tra le altre cose, non gli si addiceva affatto. Lo spinsero quindi verso il festeggiato, lasciando sia lui che Mondo interdetti, senza parole. Taka si voltò verso Makoto quasi a cercare un po' di sicurezza, una spinta: l'amico lo incoraggiò con un occhiolino. A quel punto il ragazzo si voltò con esitazione verso Mondo. Lo guardò negli occhi senza aprir bocca e senza muovere un passo. Fu il padrone di casa, il maggiore dei due, a dover spingere via Taka e il minore.
La presenza ingombrante di Daya, che accompagnò i ragazzi fino all'uscio di casa, suonava più come una sorta di minaccia piuttosto che come un incoraggiamento. Tutto questo però ebbe una sua utilità: i ragazzi sarebbero rimasti imbambolati a fissarsi, confusi e timorosi di compiere il passo decisivo, se non fosse stato per le spinte provenienti dall'esterno.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro