Cap. 4.4.2 Festeggiamenti -quello che riesci a donarmi
Una volta rimasti soli non proferirono parola per tutto il cammino. Quando uscirono dal negozio però, Mondo ruppe il silenzio. Non riusciva a sopportare un secondo di più di quella opprimente ed imbarazzante atmosfera. Lo rendeva troppo nervoso. E poi voleva assolutamente capire se era lui ad essere troppo cosciente della presenza, degli atteggiamenti e delle parole di Taka, tormentando costantemente la sua psiche con pensieri non necessari, oppure se Taka si stava davvero comportando in modo diverso.
Mondo:" Fa freschetto, eh?" -chiese senza però ottenere nessuna risposta. "E' strano, l'estate si sta avvicinando, le serate avrebbero già dovuto riscaldarsi e invece..." - aggiunse poi, sperando stavolta di riuscire a richiamare un po' di attenzioni su di sé.
Taka: "Già" - gli rispose. Il tono con cui lo disse non fece trasparire neanche l'ombra dell'odissea di cui era vittima. Ancora non era riuscito a trovare il giusto modo per affrontare la presenza della persona di cui si era scoperto innamorato. E stare da solo con lui, così vicini, non lo aiutava affatto: si chiedeva, dunque, perché Makoto lo avesse spinto a consegnargli il regalo proprio adesso, nonostante fosse ben consapevole di tutte quelle sue paure e delle insicurezze. -" Forse stavolta non avrei dovuto ascoltare i consigli di Makoto-sensei. Sono così teso, così nervoso che la mia bocca sembra diventata un deserto. La gola mi pizzica e ogni parola che compare nella mia testa sembra essere sempre troppo o troppo poco. Chissà se lo ha notato, se ha capito quello che ho dentro. Mi auguro di no. Non saprei come affrontare una sua sfuriata, un suo rifiuto. Non adesso. E' troppo presto" -pensò chiedendosi come avrebbe fatto a sopportare minuti e minuti di silenzi troppo carichi, pieni di imbarazzo, di tensione, di paura. O di chiacchierate troppo vuote per rasserenarlo, per farlo gioire della sua compagnia.
Mondo: "Sai questa sorpresa mi ha fatto veramente piacere, non me l'aspettavo..." -affermò sorridendo. In realtà, per quanto le sue parole fossero sincere, in quel momento non aspettava altro che poterlo mettere all'angolo. Taka si stava comportando esattamente come si era immaginato: era troppo scostante. -"Non vorrei esagerare, sembrare pesante. Vorrei soltanto togliermi ogni dubbio: se lo avessi considerato come un semplice amico non avrei avuto tutti questi problemi. Purtroppo so che lui per me è molto di più, tanto che riesco a notare cose che non avrei mai notato in nessuno. Ho solo paura di perderlo e lui forse non lo capisce, non lo sa. Questi suoi silenzi non mi confortano affatto" -pensò augurandosi che stavolta il ragazzo lo degnasse di una risposta. Avrebbe preferito tutto piuttosto che un altro silenzio. Purtroppo però Taka si limitò ad annuire, mandando completamente in frantumi le sue speranze.
Mondo: "Posso dirti una cosa? Il modo in cui ti comporti mi sta irritando. Ho per caso fatto qualcosa che ti ha innervosito?". Non avrebbe mai voluto metterla a quel modo ma davvero il comportamento di Taka gli risultava snervante. Le sue paure si stavano materializzando, stavano pian piano plasmandosi lentamente di fronte ai suoi occhi e non lo poteva sopportare.
Il ragazzo scrollò la testa e insieme a quella scosse anche tutta la calma che Mondo stava pazientemente cercando di portare.
Mondo: "Sei arrabbiato con me per caso? E' ancora per la storia di Makoto? Gli ho chiesto scusa umiliandomi davanti a tutti. Ho chiesto mille volte scusa anche a te. Pensavo ti fosse passata, ma evidentemente non è così" - disse con un tono aggressivo. Non gli importava in quel momento se le sue parole potessero farlo passare da vittima o ferire Taka. L'importante era capire il perché quel ragazzo, solitamente così tenero ed espansivo, ora lo stesse respingendo in quel modo così freddo e distaccato, pur non avendo nessun motivo apparente per farlo.
Taka: "No! Non è per Makoto-sensei..." -si affrettò a negare. Non voleva che Mondo se la prendesse di nuovo con una persona 'innocente', che poco c'entrava con la situazione. L'unico ad aver colpa, la radice del problema, era lui stesso.
Mondo: "Se non sei arrabbiato e non è per la storia di Makoto dimmi perché cazzo fai così!" -ribatté adirato.
Taka: "C-così come?" -domandò confuso. Sapeva bene che quei giorni non erano stati il massimo visto che non riusciva a stargli vicino senza incolparsi di aver rovinato la loro amicizia; senza provare imbarazzo o esser spaventato pensando al futuro del loro rapporto. Ma in quel momento non capiva affatto il perché Mondo si fosse arrabbiato così tanto. D'altra parte, da quando si era reso conto dei suoi reali sentimenti, aveva provato in ogni modo a preservare la loro amicizia. Nonostante tutto. Nonostante avesse pianto, ci avesse sofferto e avesse anche pensato di rinunciare completamente a lui, alla fine aveva capito di non riuscirci. E poi era ingiusto non solo per Mondo, che lo credeva suo amico, ma anche per sé stesso. Per non perderlo aveva provato ad allontanarlo, sì, ma mai ignorandolo del tutto. Che avesse capito i suoi sentimenti e volesse troncare tutto? Questi pensieri si fecero largo nella sua mente incupendolo, preoccupandolo.
Quella domanda posta con tanta innocenza, però, fu la goccia che fece traboccare il vaso. Un altro "silenzio", un altro "non detto". Un'altra spinta, un altro rifiuto spacciato per incomprensione. Fu troppo per Mondo: scoppiò come una mina di guerra inesplosa, nascosta sotto un velo di terra e calpestata all'improvviso.
Mondo: "Così come?! Hai il coraggio di chiedermelo?! Mi ignori, sei distante. Ogni volta che mi avvicino sei scostante sia nelle tue parole che nei gesti. E la cosa che mi fa incazzare di più è che un tipo come me, il capo di una famosa gang di motociclisti che dovrebbe essere un duro, si fa mandare il cervello in pappa da questi pensieri da femminuccia. Stasera, poi, sei stato in un angolo tutto da solo. Se non volevi venire alla mia festa potevi benissimo restartene a casa, io non ti ho chiesto nulla! Anche quando i ragazzi hanno spinto per farci uscire insieme a prendere queste maledette birre, te ne stavi lì, tutto contrariato. Non mi hai detto 'a' per tutto il tempo, non mi hai neppure fatto gli auguri! Non che mi importi così tanto del mio compleanno ma potevi almeno sforzarti un po'... fingere, che cazzo ne so! Se non vuoi esser più un mio amico posso capire eh, non importa. Sono abituato alla gente che mi abbandona o mi giudica solo per l'aspetto e l'impulsività. Siamo troppo diversi. Avrei dovuto capirlo fin dall'inizio che questa amicizia non sarebbe durata. Però, cazzo, ammettilo! Perché devi tenermi così, appeso ad un filo?! E' divertente? Per caso ti diverti a vedermi arrovellare, a vedermi soffrire?! " -tuonò con una rabbia, con un tono di voce indescrivibile.
Taka: "C-cosa stai dicendo? Sei impazzito per caso?! Chi ha mai detto che voglio che la nostra amicizia si concluda?!" -replicò innervosito dalla reazione esagerata del ragazzo.
Ecco. Mondo aveva davvero pensato a chiudere il loro rapporto. Le sue paranoie gli si erano letteralmente materializzate davanti. E' vero che se n'era stato zitto ma non voleva evitarlo o ignorarlo. Non voleva affatto farlo soffrire, anzi, era stato lui stesso a farsi del male a causa di quei sentimenti scoppiati troppo all'improvviso. No, in realtà non erano i sentimenti ad esser nati da un giorno all'altro, era stato lui ad essersene accorto forse troppo tardi, imbranato com'era. Ma come poteva spiegargli tutto questo? -"Troppo diversi ha detto. Ma se è uno dei nostri punti di forza! Mi piace la sua energia, il suo tenermi testa quando crede che sia giusto ciò che fa. Mi piace la sua impulsività così diversa dalla mia compostezza e mi piace come sa essere dolce. E' tenero anche se il suo aspetto grida il contrario. E poi non siamo totalmente diversi! Siamo entrambi forti, testardi, orgogliosi. All'inizio avevamo detto che andavamo d'accordo come il bianco col nero, che ci completavamo a vicenda. Adesso cosa? Ha cambiato idea così facilmente?! Vuole chiudere tutto, così, per nulla?! Mi dispiace se l'ho fatto soffrire: avevo messo in conto che potesse succedere. Ma lui sa quanto abbia sofferto anche io? Lui sa cosa significa non sentirsi più sé stessi? Non accettarsi, perdersi con la paura di non ritrovarsi mai più. Estraniarsi e rifiutare i propri sentimenti da un giorno all'altro; combattere contro sé stessi per evitare di star male o di causare dolore; aver paura per il proprio futuro che fino al giorno prima sembrava così ben disegnato, quasi perfetto. Se solo potesse entrare un attimo nella mia testa e passare un momento di quelli che ho patito io in questi giorni così duri, vorrei vedere se direbbe lo stesso queste cose!"- pensò addolorato.
Voleva rifiutarsi di credere al fatto che rischiava di perdere il suo primo amore. Specie dopo una così tremenda battaglia per accettarlo e senza neanche averglielo confessato.
Mondo: "E allora cosa diamine ti prende?! Dimmelo, ti prego, perché non la reggo più questa situazione!" -ribatté esasperato, sull'orlo del pianto. Lacrime che però trattenne per orgoglio.
Taka: "E' che i-io, io ho avuto delle cose su cui riflettere! Cose che mi hanno fatto vacillare e soffrire come non mai ma tu cosa ne puoi sapere, pensi solo a te stesso!"
Mondo: "Già! Io cosa ne posso sapere se tu te ne stai con la bocca chiusa e mi ignori! Chi è l'egoista tra i due, eh?"
Taka: "M-mi dispiace, credimi! Ma tu eri l'unico a cui non potevo parlarne!"
Mondo: "E perché proprio io sentiamo! Non sono forse 'tuo fratello'? O lo sono solamente quando ti conviene? Se preferisci la compagnia di Makoto alla mia, stattene con lui. Ma ti prego di non mentirmi e di lasciarmi fuori da queste stronzate perché io davvero non riesco a sopportarlo!"
Taka: "Non posso lasciarti fuori dalla mia vita, non dire assurdità! Tu non puoi essere sostituito da nessuno! Neppure da Makoto-sensei..."
Mondo: "E allora perché non mi dici nulla? Spiegami il motivo di questi tuoi comportamenti. Come posso starti accanto quando il primo ad allontanarsi sei proprio tu?"
Fu un botta e risposta pieno di rancore ma anche molto sofferto. I due ne uscirono stremati, quasi distrutti. Fu Taka però a cedere un pochino: capì che prima o poi avrebbe dovuto palesare i suoi sentimenti oppure quei malintesi avrebbero continuato a scalfire il loro rapporto, torturando entrambi come fa una goccia cinese.
Taka: "Non potresti aspettarmi un pochino? Ti chiedo solo un po' di tempo. Un giorno avrò il coraggio di dirti tutto, ora non riesco. Te lo chiedo per favore!" -esclamò esausto, scoppiando a piangere e mordendosi il labbro per smettere.
Vedere quella reazione così addolorata colpì Mondo profondamente. Dovette cedere anche lui. Di tutto pur di vederlo felice, anche calpestare il suo stupido orgoglio. -"V-va bene. Non avevo intenzione di farti piangere. Vederti così mi fa soffrire ancora di più di quanto abbia sofferto per i tuoi comportamenti ambigui. Ti prometto che ti aspetterò ma per favore non allontanarti da me, non fingere indifferenza sbattendomi di qua e di là come se fossi un tappetino da pulire! Non lo sopporterei" -mormorò mentre si avvicinava a lui. Con una mano nella tasca e con il viso che non riusciva a nascondere l'imbarazzo e il velo di tristezza che quella conversazione e gli occhi gonfi di lacrime del suo Taka gli avevano causato, gli poggiò una mano sulla testa.
"Non puoi regalarmi un sorriso? E' l'unica cosa che ti chiedo. E' il mio compleanno, non dovresti dire di no al festeggiato..." -aggiunse poi con un filo di voce mentre gli accarezzava i capelli.
Taka: "Io ngh m-mi dispiace-ugh, a- a proposito d-di mhn regalo" -biascicò provando ad asciugarsi le lacrime e tirando fuori dalla sua tracolla un pacchettino. Mondo lo guardò confuso. "E' il t-tuo r-regalo-ungh. S-spero ti piaccia..." -disse poi con voce tremante, tirando su col naso.
Mondo: "M-mi hai davvero preso un regalo?!" -esclamò esterrefatto, sbarrando gli occhi.
Taka: "C-certo, perché?" -chiese ingenuamente.
Mondo: "Beh per un po' ho davvero pensato che mi odiassi o qualcosa di simile, q-quindi, e-ecco, non me lo aspettavo. Insomma ti ho già detto che ti sei comportato in modo molto strano e quindi davvero, i-io ero spaventato. Avevo paura per il nostro rapporto...non mi aspettavo certamente un regalo da parte tua, soprattutto dopo la tua indifferenza alla festa. E non guardarmi così dannazione!" -borbottò arrossendo.
Taka: "Ti ho detto che non ti odio, anzi. Tu sei insostituibile per me! Non avrei mai potuto venire alla tua festa a mani vuote..." -affermò con il viso bagnato da lacrime ormai fredde. Aveva smesso di piangere. Sperò con tutto il suo cuore che quelle parole e il regalo avrebbero potuto riversare tutto l'affetto che provava per lui senza però esporre troppo i suoi veri sentimenti. Per dire ciò che provava davvero c'era tempo e non credeva che quello fosse il momento giusto: insomma erano finalmente riusciti a parlare apertamente dopo quel lungo periodo di tira e molla! Certo, non si erano esattamente chiariti, ma sperava proprio che il regalo potesse aiutare Mondo a capire quanto fosse importante nella sua vita. La discussione appena passata gli aveva davvero lasciato una brutta sensazione e sapeva che sarebbe dovuto correre ben presto ai ripari, prima che il tempo e i fattori esterni avessero rovinato per sempre la loro relazione.
Quel regalo era l'effige dei suoi sentimenti: portava con sé i segni della sua lotta, del suo dolore, dell'aurora del suo cambiamento. Per questo Taka glielo consegnò con un'inquietudine nel cuore che gli raggelò il sangue. Le sue dita, immobili e fiacche, quasi lo lasciarono scivolare via, nelle mani tremanti di Mondo.
Era teso mentre lo guardava scartare il pacchetto. Anche Mondo, per quanto provasse a nasconderlo, lo era e la sua mente viaggiava velocemente ipotizzando di volta in volta cosa potesse esserci in quella scatola così carina.
-"Dei guanti bellissimi, dal design semplice ma anche un po' aggressivo. Da 'duri' " -pensò il ragazzo mentre sul suo viso nasceva un sorriso.
Ma il pacchetto conteneva anche quello che aveva tutto l'aspetto di essere un blocchetto di coupon.
-"Un blocchetto di coupon? Mhm che siano dei buoni mensa? Forse si sarà preoccupato per l'alimentazione poco sana che ho a scuola. Beh se è davvero così, è stato un pensiero dolcissimo. Come posso resistergli quando fa queste cose?" -disse tra sé e sé accarezzando quegli oggetti.
Taka: "T-ti piace?" -chiese nervosamente.
Mondo: "Scherzi?! E' bellissimo! Mi piace molto di più dei caschi!" -esclamò radioso.
Taka: "D-davvero?" - lo guardò dubbioso cercando di assicurarsi che non gli stesse mentendo.
Mondo: "Perché mai dovrei prenderti in giro?! Lo adoro! Anche i coupon per la mensa, grazie mille!" -replicò felice.
Taka: "N-non sono coupon per la mensa..." - lo corresse aspettando che il ragazzo decidesse di aprirlo da solo.
Mondo: "Eh?!" -rispose sorpreso. "Se non sono coupon per la mensa, allora che diamine è questo blocchetto di coupon?" -aggiunse poi confuso.
Taka: "A-aprilo" -lo incitò con voce tremante. Pregò con tutte le sue forze che quel regalo non lo disgustasse e non palesasse il fatto che si fosse innamorato di lui.
Mondo non se lo fece ripetere due volte: quando ne lesse il contenuto rimase piacevolmente colpito. Arrossì e il cuore quasi gli uscì dal petto. Per lo shock non disse una parola facendo preoccupare il povero Taka che era in trepidante attesa di un suo riscontro.
Taka: "A-allora ti è piaciuto?" -chiese con un filo di voce.
Mondo non resistette e gli si buttò fra le braccia. Fortuna che era tardi, era già buio e le strade che portavano a casa sua erano praticamente deserte. Entrambi sentirono il cuore scoppiare. Uno degli abbracci più calorosi e spontanei che Mondo avesse mai dato. Tutti gli abbracci dati a Taka avevano le stesse peculiarità ma questo era ancora più spontaneo. Prima di attorcigliarsi su di lui non aveva praticamente pensato a nulla: lo voleva tra le sue braccia e lo strinse immediatamente.
-"Non ho mai ricevuto niente di più bello in tutta la mia esistenza. Ma ad oggi penso che tu, la tua presenza, il tuo calore siano i regali migliori che la vita mi abbia offerto" -gli sussurrò in un orecchio facendolo arrossire.
Taka ne rimase sconvolto. Quelle erano esattamente le sue stesse sensazioni. Magari Mondo non era innamorato come lo era lui ma non poteva crederci: aveva detto ciò che lui stesso pensava da giorni ormai. Eppure pochi minuti prima aveva auto seriamente paura per l'evoluzione della loro relazione, pensando che stesse per finire tutto. E ora invece aveva scoperto che Mondo provava le sue stesse sensazioni. Certo, riferite alla loro amicizia non ad un qualcosa in più, ma questo bastava a rasserenarlo dissolvendo la nera nube che gli aveva attanagliato la mente.
La vita aveva regalato loro quell'incontro-scontro speciale che aveva completamente rivoluzionato la loro quotidianità e i due non potevano chiedere nulla di meglio.
Taka: " A-anche per me è così. Tu sei un regalo, il più dolce, il più bel regalo che la vita mi potesse offrire" -gli rispose tremando.
Mondo: "Hai freddo?" -gli chiese leggermente in ansia.
Taka: "N-no, sto benissimo" -rispose sorridendo imbarazzato.
Mondo: "Non ti credo. Non vorrei farti ammalare" -disse cedendogli la sua giacchetta leggera e poggiandogli una mano intorno alla spalla. "Sarà meglio rientrare prima che gli altri si preoccupino per noi e soprattutto prima che tu ti prenda un raffreddore" -aggiunse poi sorridendo.
Per tutto il tempo impiegato per tornare a casa, Taka si sentì bruciare, ma la giacca che gli aveva poggiato Mondo sulle spalle non ne era il motivo. O meglio, era soltanto uno dei motivi. Tutta quella situazione, quel nervosismo, la tensione accumulata nei giorni precedenti sembrò sciogliersi tra le sue braccia. Ora esistevano soltanto loro: lui e quel ragazzo che tanto lo aveva sconvolto. Lui e le sue braccia, il suo calore. E diamine quanto può far caldo quando a stringerti è la persona di cui ti sei innamorato.
Anche Mondo, nonostante fosse avvolto da un unico, singolo, sottile pezzo di stoffa, si sentì bruciare. E anche lui riuscì, in quei pochi istanti, a rasserenare la sua mente, accantonando le paure che aveva avuto sul comportamento del ragazzo. Abbracciare Taka gli faceva sempre lo stesso effetto: pensò di stare sul punto di sciogliersi. Avrebbe voluto che quel momento durasse per sempre.
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