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Cap 4.3 Capire di...

Per quanto curioso possa sembrare, il periodo degli esami passò in un battito di ciglia, e sebbene non tutti gli ultimate ottennero risultati fruttuosi, potettero far finalmente ritorno a giornate più spensierate.

L'impegno costante riversato nei gruppi di studio distrasse ogni ragazzo dalle proprie preoccupazioni: tutti ad eccezione di Taka, occupato più a pensare alle sue nuove inspiegabili emozioni che alle pagine dei libri. Nessuno poteva negare che non ci fosse stato un giorno in cui non aveva adempito ai suoi compiti da studente modello, né uno in cui non aveva aiutato i suoi amici a studiare, ma non lo aveva fatto con la stessa concentrazione di sempre. Fortuna che la costanza lo aveva ripagato, altrimenti avrebbe fallito in ogni singolo test.

Con l'agenda così fitta non era riuscito a trovare un attimo per parlare con Makoto dei suoi dubbi ma quella sembrava essere l'occasione adatta. Il ragazzo, infatti, gli si era avvicinato con un'espressione che era un misto tra curiosità e preoccupazione. 

Makoto:" Ishimaru-kun! Va tutto bene? Sembri distratto e anche un po' giù di morale" -gli disse provando a catturare la sua attenzione. 

Taka:"O-oh sì, va tutto bene hahaha" - affermò con una fragorosa risata che non suonava di spontaneità. 

Makoto:"È per gli esami? Sono forse andati male?" - insistette preoccupato. 

Taka:"N-no davvero! Gli esami sono andati bene. C-certo, mi sarei aspettato qualche punto in più ma per gli inizi va benissimo così. Giuro sto b-" -si affrettò a tranquillizzare il suo amico che però non se la bevve e lo bloccò prima che riuscisse a finire la frase. 

Makoto:"Non me la conti giusta, non vorrei insistere o forzarti a parlare ma lo sai, io e gli altri siamo qui per te, per qualsiasi problema..." -affermò con un sorriso. 

Taka si fermò per un attimo. Aveva aspettato tanto per potergli parlare di persona ma ora era spaventato da una miriade di dubbi che gli attraversavano la mente come piccoli lampi. Doveva proprio dirglielo, eh? Sarebbe stato davvero in grado di capirlo e di aiutarlo a capire? Ma soprattutto, lo avrebbe fatto senza giudicare? Scosse la testa. Era inutile ormai rimuginarci troppo anche perché da solo non aveva cavato un ragno dal buco: internet e i libri non erano serviti a nulla, parlarne coi genitori era fuori questione e la sua inesperienza gli impediva di realizzare la realtà delle cose rendendolo solo più frustrato di quanto già non fosse. 

Taka:"Non ti si può nascondere proprio nulla, eh, Makoto-sensei?" - disse con un sospiro arrendevole.

Makoto:"Non se si tratta dei miei amici!" - esclamò ridacchiando poi aggiunse con tono serio "Quando sei pronto". 

Taka:"Allora va bene adesso, tanto siamo in pausa pranzo e non ci sono lezioni da seguire. Spero solo non ci voglia troppo..." -sospirò di nuovo.

Makoto:"Ti ascolto"

Taka:"Il fatto è un po' complicato. Per favore non ridere di me. Parlarne è più difficile di quanto mi aspettassi ma da solo non riesco ad uscirne fuori... quindi ok. E' anche questa l'amicizia, no?" -chiese cercando un qualsiasi sguardo o cenno di supporto.

Makoto:"Certo! E tranquillo, non riderei mai di una persona turbata che sta trovando il coraggio di sbrogliare i suoi dubbi" -rispose con un sorriso amichevole.

Taka:"Il fatto è che, ecco, come dire... E' da un bel po' di tempo che provo delle strane sensazioni e non me le so spiegare. Non avere il controllo su questa situazione mi manda fuori di testa, capito come?" -domandò scrutando bene il viso dell'amico per coglierne ogni accenno di dubbio come se volesse trovare un motivo per chiudere lì la conversazione.

Makoto:"Uhm sì capisco bene. Quando non conosci il nome di un'emozione senti come se la realtà si stesse allontanando da te. Senti come se nessuno ti possa capire, anche perché, se non ti capisci tu, chi altro può farlo? Quindi ti vien voglia di chiuderti ancora di più in te stesso ma quando lo fai però la mente ti si annebbia ancora di più e vorresti soltanto zittire tutto e tutti" -replicò sicuro di sé come se avesse provato anche lui quelle cose almeno una volta nella vita.

Taka:"E-esatto. Per quanto mi piacerebbe, non posso aver il controllo delle altre persone o del tempo ma vorrei almeno avere il controllo su me stesso e ora sento di averlo perso" -affermò avvilito.

Makoto:"Capisco benissimo ma ti assicuro che passerà e che capirai. Io ti ascolterò. A volte basta anche solo parlarne con qualcuno e il peso del tuo problema sarà diviso in due!" -esclamò sorridendo.

Taka:"G-già g-grazie Makoto-sensei! A-allora dicevo, queste nuove sensazioni sono così insolite, strambe, inspiegabili" -disse corrucciando la fronte.

Makoto:"Del tipo?" -domandò incoraggiando l'amico a confessare tutto.

Taka:"Divento strano: la mia mente comincia a far mille viaggi e si riempie di tantissime cose che vorrei dire e fare. Sono talmente tante che non riesco neppure a ricordarle tutte. La confusione mi annebbia la vista e mi fa salire l'ansia. I-io non so. Non so davvero cos'altro dire. E' così difficile per me capire che non riesco neanche a parlarne" -si sfogò con una voce tremante, quasi fosse sull'orlo del pianto.

Makoto:"Aspetta Ishimaru-kun" - gli carezzò la schiena per tranquillizzarlo un po' poi esclamò:"So io cosa ti ci vuole!". Tirò fuori dalle tasche dei suoi Jeans un piccolo lettore musicale con degli auricolari ancora inseriti nell'apposita interfaccia d'attacco. -"Questo è il momento giusto per mettere alla prova i consigli musicali di Kuwata-kun. Beh la canzone è molto bella e fa proprio al caso suo. Spero solo lo aiuti a calmarsi un pochino e a far chiarezza dentro di sé cosicché possa anche sfogarsi a parole. Gli servirebbe proprio riuscire a cacciar fuori ogni cosa che lo turbi" -pensò mentre cercava con cura la canzone da far ascoltare al suo amico. 

-"Ecco!" -affermò poi con un sorriso incoraggiante, inserendo ben bene le cuffie nelle sue orecchie.

Taka:"Makoto-sensei! Non essere irragionevole! Siamo nell'ambiente scolastico e questo tipo di tecnologia non andrebbe neanche portata all'interno dell'aula. Non poss-" -venne interrotto dall'intro stressa della canzone accompagnata dall'occhiolino complice di Makoto che si portò l'indice sulle labbra come per dirgli di far silenzio per un po' e di ascoltare. E Taka per qualche strana ragione si quietò davvero: lo avvolse una melodia completamente diversa da quelle a cui era abituato. Il suono preponderante e molto delicato di una chitarra accompagnato da una gradevole voce maschile non troppo acuta. Una canzone dolce che nel ritornello diventava più ritmica e decisa come se volesse ben marcare un concetto. Restò come imbambolato con la bocca semiaperta e uno sguardo perso nel vuoto fin quando le dita di Makoto non gli indicarono lo schermo di un cellulare con un muro di testo da leggere: era il testo tradotto della canzone che stava ascoltando.  

Se ci sarò se ci sarai /   saremo come gli occhi tuoi

La musica alzerà i toni /   e forte in alto brillerà

Accenderà luci e colori /   e nel mio cuore esploderà

Solo per te 


Se non ci sei o non ci sarai /   la nebbia fitta scenderà

La pioggia spegnerà i colori

La notte buia calerà /   oscurerà luci e colori /   e nel mio cuore esploderà

Solo per te


Sei come un onda che ribatte e sbatte dentro di me

Mi hai già portato al largo dove un appiglio non c'è

Non posso più tornare indietro, non conosco la via

Non voglio più tornare indietro e stare

Senza di te, io non potrei     ["Se ci sarai" - Lunapop]


Taka scoppiò in lacrime. 

-"I-io è ungh... Così. Sì, è-è proprio così che  mfp m-mi sento" - biascicò singhiozzando. 

Makoto gli afferrò una mano e lo portò fuori dall'aula. Lo fece sedere a terra accompagnando i suoi movimenti e non lasciandogli mai la mano. Poi gli si sedette accanto. Il suo cellulare sembrava impazzito, vibrava in continuazione e, per quanto potesse essere fastidioso, quello non era certo il momento di badare a certe cose. Aspettò pazientemente che il ragazzo smettesse di piangere provando a consolarlo con delle leggere carezze sulle spalle. 

Taka:"Makoto-sensei..." 

Makoto:"Farò finta di non aver sentito la parola sensei " -rispose con tono scherzoso per alleviare quel clima opprimente e troppo serioso. 

Taka:"G-grazie" -disse con voce sommessa. Il suono delle sue parole arrivò confuso ed ovattato: aveva ancora la testa annegata fra le gambe. 

Makoto:"E per cosa?" 

Taka:"Siamo amici ma alla fine sei sempre e solo tu a starmi vicino e a supportarmi" -disse sollevando leggermente il capo. "Piango sempre in questo modo così esagerato. Penso di non aver mai visto nessuno piangere così, ad eccezione dei bambini. Non credo sia normale alla mia età ma è un vizio. Non riesco a far altrimenti... Forse è la mia inesperienza su queste cose" 

Makoto:"Che male c'è a piangere un po'? È uno sfogo, è normalissimo. Fa nulla se pensi di farlo in modo 'esagerato', l'importante è che tu non trattenga mai le tue emozioni. Devi solo imparare a gestirle meglio, non di certo a trattenerle. Hai appena dato un nome alle tue sensazioni quelle che tenevi sigillate e che ti facevano impazzire. La tua reazione è più che comprensibile, lo dico davvero" -gli rispose con un sorriso confortante. -"Quando sei pront-" -fu bloccato dall'improvviso sfogo di Taka.

Taka:" E' proprio come nella canzone! Mi sento sbattuto di qua e di là. Non capisco, davvero. A volte accade che il cuore mi batta all'impazzata al punto di temere per un infarto. Quando il cuore mi va in subbuglio spesso anche lo stomaco ne risente: mi si chiude, lo sento come vuoto e leggero. Ho dei brividi caldi che mi attraversano tutto il corpo e si fermano sul viso, sulle orecchie che mi vanno a fuoco. In queste occasioni non sento più il controllo su di me, sui miei pensieri, sul mio corpo, sulle mie azioni. Direi cose che non avrei mai sognato di dire e farei cose che non fanno parte di me, cose che solitamente odierei. Mi sento abbandonato su uno scoglio nel pieno dell'alta marea: potrei essere scaraventato nelle profondità buie dei miei pensieri e non c'è nessuno che mi tenda la mano salvandomi dal mio affogare. Ho paura, ho tanta paura di perdere me stesso. Anzi temo di essermi già perso da tempo capisci?!" -

Makoto gli carezzò la schiena poi gli chiese se gli andasse di continuare a spiegare in quali circostanze provasse determinate cose.

Taka:"Solo quando guardo una persona. No, non proprio. Quando la guardo e quando lei mi guarda. Quando ci sto insieme, quando la tocco o quando mi sfiora. Quando penso a lei e quando mi manca. Vorrei poter star sempre con questa persona, abbracciarla, accarezzarla, proteggerla sempre, guardarla dormire. E' proprio questa persona che mi ha scaraventato in questo oceano di confusione dove ho smarrito me stesso. Esattamente come dice la canzone 'non posso più tornare indietro e stare senza di lei' , perché senza di lei sarei ancora più perso e il mondo non sarebbe più così bello. Da quando l'ho incontrato il mio intero universo è cambiato: prima le mie giornate erano tutte uguali, così monotone e grigie. Io non ci facevo neppure caso, per me era la normalità delle cose. Ma da quando è entrato nella mia vita ogni giorno mi chiedo cosa accadrà. Accolgo il sole con gioia ed eccitazione, mi sento elettrizzato. Se le mie giornate sono belle, brutte o semplicemente 'colorate' , non prevedibili, lo devo soltanto a questa persona. Grazie a lui ho anche trovato degli amici sinceri come te e Fujisaki-san. Ma ecco, quando sto con voi non provo tutte queste strane emozioni. Anche adesso che mi stai accarezzando, per quanto sia piacevole, non ho nessun brivido. Non ho voglia di ba-" -si bloccò prima di tradirsi troppo con le parole. -"Forse ho già parlato abbastanza, a momenti gli dicevo anche del bacio e di quell'altra cosa . Mi ero ripromesso di non farlo, mi prenderebbe per pazzo" -pensò serrando gli occhi impaurito.

Makoto:"Quindi è tutto dovuto a una persona?"

Taka:"S-sì" -ammise arrossendo.

Makoto:"Non vorrei sembrasse che stia 'forzando' la mia opinione sostituendola ai tuoi reali sentimenti ma, personalmente, tutte queste cose si possono chiamare in un solo modo"

Taka:"Q-quale?" -domandò con voce tremante, tra un misto di eccitazione e di paura.

Makoto:"Amore. Sì, mi sembra proprio che tu ti sia innamorato" -rispose sorridendo teneramente.

Taka:"I-io? Innamorato? Follia. Non può essere. Anche t-tu Makoto-sensei. Anche tu mi dici che sono innamorato?! Impossibile!" -tuonò in completo stato di negazione, con uno sguardo sconvolto.

Makoto:"A-anche io?" -mormorò confuso poi riprese: "Perché dici che è impossibile? Tutti si innamorano..." -replicò perplesso.

Taka:" No è impossibile. Io dovrei innamorarmi di una ragazza, no?" -chiese tremando.

Makoto:"Beh di solito sì ma non è detto" -gli rispose sempre più confuso dalla reazione esagerata dell'amico.

Taka:"C-come non è detto? Uomini e donne devono stare insieme, no?"

Makoto:" Uhm non funziona proprio così l'amore. Si ci innamora delle persone non del loro sesso"

Taka:"Quindi per te è normale che uomini e uomini o donne e donne si sposino?" -chiese sbigottito.

Makoto:"Assolutamente. Anche in natura ci sono animali che si... uhm hahaha è un po' imbarazzante da dire, insomma hai capito, no?" -disse grattandosi le tempie, evidentemente a disagio.

Taka:"No! Io non posso. Gli uomini non si innamorano di altri uomini. E' immorale, la società non lo accetterebbe mai!"

Makoto:"Ti sorprenderesti di quante persone effettivamente si innamorino di persone dello stesso sesso. E' vero che la società non è ancora pronta ma ciò non significa che tutto questo sia sbagliato o immorale".

Taka:"M-ma io...Chi lo direbbe ai miei genitori? Come potrei mai diventare un politico di tutto rispetto se al mio fianco ho un fidanzato e non una moglie? Nessuno mi prenderebbe più sul serio. Riderebbero di me. Mi -" - si bloccò scuotendo la testa. "Anzi, ci troverebbero rivoltanti" -rispose avvilito con le lacrime che gli offuscavano la vista.

Makoto:"Non sarà così. Ascolta, un politico non può essere giudicato in base alla sua sessualità. Che ce ne dovrebbe importare se il primo ministro sta con un uomo o con una donna? L'importante è che riesca a prendere decisioni giuste che portino allo sviluppo del paese! Ma dimmi, vuoi diventare un politico?" -domandò un po' perplesso.

Taka:"Sì è il mio sogno, un giorno ti racconterò tutto. Comunque secondo me non funziona così le persone mi giudicheranno male lo stesso e io non posso sopportare più di quanto non stia già facendo. Poi sarà un peso anche per i miei genitori" -replicò, stavolta cedendo alle lacrime.

Makoto:" Se dovessero davvero giudicarti ricorda che le persone lo farebbero a prescindere dalla tua sessualità. Se vogliono ferirti o provare a loro stessi di essere 'migliori' di te, lo faranno in tutti i modi, anche i più subdoli e cattivi. O magari giudicheranno senza neanche rendersi conto di farlo. Fa parte anche questo dei rapporti sociali. Ma non devi sentirti ingabbiato dal giudizio altrui. Tu devi sempre essere sicuro di quello che sei. Una persona si giudica dal suo operato, da come si comporta con gli altri, non da chi sceglie di amare" 

Taka:"E i miei genitori? Come faccio con loro?" -disse spaventato.

Makoto:"Beh non tutti i genitori accettano una cosa del genere, ma sai, io penso che continueranno a volerti bene. Anzi, dimentica quello che ho appena detto. A giudicare da come ti hanno cresciuto sono più che convinto che non importi che tu sia innamorato di un altro uomo, ti ameranno lo stesso. Vedi, per me vai benissimo così come sei e sono sicuro che tutti i nostri amici la pensino allo stesso modo. Fujisaki-san, Owada-kun, Kuwata-kun, perfino Hakagure-san e le ragazze in classe. A tutti vai bene così come sei. Poi ad esser sinceri, un po' si capiva"

Taka:"C-cosa?"

Makoto:"N-no nulla non farci caso" -rispose grattandosi la nuca. -"In realtà neanche io avevo capito ... ma le ragazze, soprattutto Fujisaki-san, avevano intuito bene" -pensò lasciandosi sfuggire un sospiro di sollievo.

Taka:"Davvero vado bene così?" -chiese timoroso.

Makoto:"Certamente" -lo rassicurò con un gran sorriso.

Taka:"Andrò bene anche a lui? Mi accetterà?"

Makoto:"Questo non posso saperlo. Non tutti gli amori sono corrisposti purtroppo. Ma siamo positivi! Secondo me andrà tutto bene e poi non puoi saperlo fin quando non ci provi, no?" -gli rispose rincuorandolo con una pacca sulla spalla.

Taka:"G-grazie Makoto-sensei! Non sono ancora convinto di come affrontare questa 'notizia' ma sono contento di aver fatto chiarezza. Da solo non ci sarei mai riuscito, grazie davvero" -gli disse cercando di sorridere anche se aveva il viso ancora zuppo di lacrime.

...

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