°•○●□■ capitolo dodici ■□●○•°
"Buongiorno a tutti gli ascoltatori. Notizia che ci è appena arrivata: sono stati selezionati i componenti del torneo di danza, rugby e tennis. Come avete già sentito da giorni su questo telegiornale gli atleti di ogni disciplina sono completamente cambiati.
Gli atleti si sposteranno tra tre giorni in Canada per partecipare alle gare negli stadi. Sono stati nominati anche gli arbitri, per tennis e rugby, e i giudici per danza. Voltiamo pagina e andiamo a parlare di politica-..."
Spensi la tv, non potevo sopportare altro.
Stamattina alle 5 il direttore mi ha chiamato dicendo che ero stata nominata per rappresentare l'Inghilterra insieme a James. Avevano deciso di fare un torneo misto e complicato per quanto riguarda i punteggi e roba varia che quando mi hanno spiegato avrò capito sì e no le prime tre parole di quello che mi avevano detto.
'State tranquilli' ha detto 'quando saremo in Canada vi spiegheranno meglio tutto quanto'... quindi devo ascoltare sta roba per la seconda volta sperando di capire qualcosa.
Decisi finalmente di alzarmi dal letto e andai a cambiarmi per andare alla riunione. Mi misi un completo perché non hanno parlato per nulla di allenamenti oggi però portai lo stesso i vestiti se per emergenza ne avessi avuto bisogno.
Non ero assolutamente d'accordo con l'idea di partecipare dopo tutto quello che avevano fatto, ma non posso farci nulla
Arrivai davanti alla porta dell'immensa struttura quando la porta si aprì automaticamente e mi fecero analisi e controlli.... peggio del tagliando
Appena finì tutto riuscii ad entrare e a prelevare la tessera. Sentii dei rumori provenire da dove ero io prima e girandomi vidi un ragazzo stupito, ma spaventato da tutto quello.
Vidi che usciva la tessera e lessi il nome velocemente: James Arthmut
"Finalmente, erano due minuti ma non ce la facevo più a fare tutti quei controlli. Ah, sono scorretto... mi chiamo James, tu devi essere la ragazza del torneo di danza della nazionale inglese giusto?"
"Sì, sono io. Piacere t/n...tu sei il ragazzo della squadra se non erro" dissi
Annuì e chiedemmo ad una segretaria la strada per andare dal direttore e lei ci accompagnò fino alla porta. Ringraziamo ed entriamo dopo aver sentito un 'avanti' provenire dalla stanza.
"Siete arrivati, bene bene. Oggi farete un giro per l'agenzia e domani inizierete ad allenarvi tutti e due...." disse il direttore
"Aspetti, aspetti... tutti e due? Veramente crede che io, dopo tutto quello che ha fatto, mi metta ad allenarmi per l'Inghilterra?"
"Certo"
"Ma direttore-"
"Ma niente, ora andate!" Ordinò facendoci uscire "...e signorina t/c, si alleni oppure qualcuno pagherà le conseguenze del suo No"
Uscii insieme a James frastornata dall'ultima frase che mi aveva sussurrato e ci avviammo verso la palestra. Andiamo negli spogliatoi per poi cominciare gli allenamenti. Fortunatamente i vecchi partecipanti del torneo avevano pazienza ed erano gentili e in cinque ore ripassai tutti i movimenti.
"Perché il direttore ti ha scelto? Sempre se puoi rispondere" chiesero
"Da piccola ballavo ed ero anche brava, credo che il direttore si ricordi di me oppure si sia informato per battere tutte le altre nazionali" spiegai velocemente
"Sinceramente possiamo solo fare supposizioni, neanche noi lo conosciamo e non sappiamo dirti quali sono le sue intenzioni..." disse la ragazza
"Vorrà solo vincere e non gli interessa con che mezzi. Contando che lui è il direttore supremo mentre quello che vediamo sempre è un subordinato... sfrutta un pò la gente" disse James
"Non mi dispiacerebbe se perdessimo, così ce lo leviamo dai piedi. Però dovremmo subire conseguenze delle nostre sconfitte" dissi bevendo un sorso per poi andare a cambiarmi
¤ Da un parte di una città sconosciuta. Coordinate: non rintracciabili¤
"Entra e non fare storie mocciosa"
Alzai la testa vedendo la porta aprirsi e una figura venir lanciata dentro la stanza. Dedussi dalla lunghezza dei capelli che era una ragazza; non emise nessun suono, ma dopo tre settimane rinchiuso qui dentro imparai ad ascoltare tutto, anche una foglia quando viene pestata o dei passi lontani.... la sentii singhiozzare.
Mi mossi fecendo la cosa più idiota della mia vita. Avevano finito due ore fa di torturarmi, ma non ci erano andati piano e trattenni un gemito di dolore che però lei sentì
"Chi s-sei?"
"Stai tranquilla, non sono dalla loro parte.... porco cane che male...." risposi, fianco non permettendo
"Tutto okay?" Chiese fissandomi
"Credo di sì, tu?" Chiesi a mia volta
"Tranquillo sto bene grazie.... vuoi una mano?" Disse titubante
"No, non è una scena che ti voglio far vedere-"
"Cosa ti hanno fatto?"
"Il solito, mi torturano per non so quale motivo, ma oggi ci hanno dato giù pesantemente.... direi"
"Da quanto tempo?" Chiese senza distogliere lo sguardo dalla mia figura e credo che non veda molto perché è presto
"Quasi tre settimane...."
"A-ah.... credi che lo faranno anche a me?"
"Dipende dal perché ti hanno portato qui, sempre se lo sai"
"Sinceramente no, stavo guardando la tv quando venirono in casa a prendermi. Stavo ascoltando il telegiornale che parlava del torneo"
"Quello delle tre discipline?"
"Sì, proprio quello-" rispose
"Mocciosi questi sono per voi... e questo per te carota"
Entrò una donna, lasciò a terra i vassoi e mi lanciò bende e disinfettante. Ringraziai silenziosamente e la vidi uscire mentre tolsero da davanti alla piccola finestra il cartone per non far entrare luce.
Iniziai a togliermi la maglia facendo una fatica enorme e tutti i muscoli dovevano ad ogni singolo movimento. Appena la tolsi cominciai a disfare le vecchie bende per disinfettarmi e metterne delle nuove.
"Se sei sensibile girati ragazzina"
"Tranquillo sono abituata, vuoi una mano?" Chiese sorridendomi
"Se non ti dispiace. Non riesco a disinfettarmi dietro.... puoi?"
"Certo, dimmi se ti fa male così smetto" disse iniziando a tamponare
Non bruciava, ma faceva male quando mi toccava anche col cotone. Ero un ammasso di lividi, cicatrici, tagli e ferite. Emisi un gemito di dolore e mi tappai velocemente la bocca, ma lei sentì comunque.
"Finalmente... ti sentivo tremare ed irrigidirti, ma non emettevi nemmeno un suono. Pensavo che non avessi la voce in questo momento"
"Finisci pure, resisterò"
"Guarda che ho finito, ti stavo mettendo le bende"
"Ah, non me ne ero reso conto.... grazie"
"Certo che ci hanno dato dentro, guarda quanti lividi e ferite.... tu non li vedi e non puoi manco sentirli tutti. Tieni questo" disse porgendomi uno pezzo di specchio rotto
Lo puntati verso quello che aveva in mano lei e mi fece fare una specie di tour della schiena. Avevo moltissimi lividi, cicatrici e croste da tutte le parti. Appoggiai lo specchio a terra e presi la maglia mettendola.
"Tieni, è meglio che non ti muovi tanto in queste condizioni. Rischi che molte ferite si riaprano"
Mi passa il vassoio ed io, ringraziando, lo presi cominciando a mangiare lentamente. Finii appena la porta si aprì e vennero a prendere i vassoi... tra poco vengono a prendermi
Decisi di riposarmi il più possibile prima che venissero a prendermi per portarmi all'interrogatorio giornaliero. Infatti dopo poco la porta si riaprì e una persona muscolosa e gigante mi venne incontro obbligandomi ad alzarmi. Ma missione fallita oggi non riuscivo ad alzarmi per nulla. Stava per tirarmi una frustata quando questa non arrivò.
"Vedi che non si alza? Sì? Bene, oggi salti il tuo lavoro"
Aprii di scatto gli occhi vedendo la ragazzina tra me e l'uomo. Non si muoveva e lo guardava negli occhi, credo. Feci per alzarmi, ma lei me lo impedì e fece andare via l'uomo.
"Non dovevi proteggermi, ti sei messa nei guai. Se non volevano picchiarti ora lo faranno..."
Ciao a tutti,
Sono tornata più attiva di prima e scusate immensamente. Mi sto dando da fare per scrivere TUTTE le storie che ho da fare e sto mettendo anche a posto quelle vecchie.
Come avete visto da qualche capitolo sto mettendo delle parti che non c'entrano molto con la storia e spero di non complicarvi la comprensione.
Se vi è difficile capire vi spiegherò tutto nel prossimo capitolo.
Ritorno a scrivere e fare fisica. Bye,bye
-beth
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