Capitolo 31
Cole's pov
Inutile dire che ritrovarmele tutte e due davanti mi aveva fatto girare la testa.
Rivedere la mia Dalila e fare l'amore con lei dopo tutto quel tempo passato ad odiarla e ad odiarmi mi aveva fatto sentire vivo, rinascere.
Poi c'era Diana, quei suoi grandi occhi azzurri che sembravano aumentare di bellezza ed intensità quando mi guardava, il suo essere così incredibilmente testarda e fragile dietro la sua forza.
Le guardavo e non sapevo che fare, desideravo portarle entrambe a casa con me. A me non sarebbe per nulla dispiaciuto, ma a loro?
E io poi che cazzo avrei fatto...?
Non sono un mago nelle situazioni amorose, è risaputo, così come sono consapevole che non posso amarle entrambe. Le farei soffrire...
Ma cos'altro posso fare se io per primo sono confuso?
Sospiro ed apro gli occhi, siamo ancora tutti e tre in quella stanza nella torre gialla. Non vedo l'ora di andarmene da questo posto, ma prima devo fare una cosa: devo riprendermi Dalila, costi quel che costi!
Mi alzo e loro mi guardano sorridendo «Torniamo in sala, per noi è tardi e bisogna recuperare Sharon.»
«Va bene.» risponde Diana tenendo la sorella sottobraccio, come se avesse paura a lasciarla andare e pensasse che se lo avesse fatto lei le sarebbe sparita da sotto gli occhi.
Riflettendoci però non sono così convinto di volerla comprare... lei avrebbe solo contribuito ad incasinare ulteriormente la mia già disastrata vita, accidenti!
Forse era meglio lasciare al passato ciò che eravamo stati e ci era appartenuto...
Dalila mi guarda con gli occhi lucidi, tentando di reprimere quelle lacrime che invece premevano per uscire fuori, quasi avesse intuito i miei pensieri.
Cosa dovevo fare, accidenti?!
Mi ritrovo a maledire il giorno in cui mi sono lasciato fregare... da entrambe!
Mi alzo dal letto ed apro la porta della stanza uscendo senza fiatare.
Cosa avrei dovuto dire?
Anch'io stavo cuocendo da solo nel mio inferno personale...
Percepisco i loro sguardi seguirmi ansiosi ed un'istante dopo sento le sue braccia stringermi la vita mentre lei piange con la faccia premuta sulla mia schiena «Non lasciarmi andare Cole... ti prego!»
Rimango impietrito e totalmente spiazzato ma poi il mio cuore si stringe in una dolorosa morsa.
Accidenti ad entrambe!
Diana mi guarda e sembra che anche lei mi implori con quei suoi occhi da cucciola.
«Ti prego... farò la brava stavolta!»
La guardo sospirando per poi accarezzarle le mani «Ora vedrò...»
Lei mi stringe di più «Grazie...» sussurra in modo che solo io possa sentirla.
Quando si stacca la sorella la raggiunge e le stringe una mano di nuovo. Dalila le sorride e cerca di essere forte per la più piccola, lo vedo.
So già che scoppierà il finimondo.
Torno in sala e vedo Sharon nel suo angolo. Mi avvicino, sta quasi piangendo e ha il viso rosso come se avesse ricevuto uno schiaffo.
Mi abbasso su di lei e la guardo per poi accarezzarle capelli e viso «Ma che ti ha fatto Sharon...»
Lei a quella mia carezza trema leggermente e mi guarda con i suoi occhi scuri pieni di paura «I-io non volevo...»
«Shh... Ora andiamo a casa.» non si toccano le mie schiave.
Non si toccano le mie ragazze.
Mi alzo incazzato nero e vado verso il padrone di casa con gli occhi di un rosso acceso, estremamente macabro, sotto gli sguardi preoccupati di Diana e Dalila, che mi avevano raggiunto in quel momento.
Elias stava lì, circondato da demoni con cui parlava affabilmente, come se nulla fosse successo.
Lo tiro appena indietro e lo guardo male «Che le hai fatto?»
Lui mi guarda visibilmente confuso «Cosa?» cade completamente dalle nuvole, come se volesse farmi credere di non sapere a cosa mi riferisca.
«La mia schiava è in lacrime Elias, voglio un risarcimento. Era la più bella e obbediente che avevo ed ora è sfregiata!»
«Sfregiata?» scoppia a ridere «Andiamo Cole, io non le ho fatto assolutamente nulla.»
«Pensi che non sappia di che parli?»
Elias sembra quasi a disagio quando aumento il tono della voce infatti mi guarda serio per poi sospirare e fare un gesto stizzito con la mano. «Ti offro quella Dalila, io non me ne faccio nulla ed è troppo brutta per i miei standard ma voi dovete tacere e andarvene, capito?»
«Certo» dico soddisfatto «Voglio che le sia portato un vestito nero e rosso.»
Mi sto mettendo in un mare di guai, lo so.
«Come volete.» dice per poi fare un cenno ad altre schiave che si avvicinano a Dalila portandola via.
Diana la guarda andarsene con occhi carichi d'apprensione, quasi liquidi.
Mi avvicino a lei e le sorrido «Balliamo?»
«C-cosa?» farfuglia voltandosi verso di me.
«Balli con me?»
«Ma... Dalila...»
«Shh... balliamo.»
Si morde il labbro visibilmente preoccupata «Che le faranno? Non riesco a pensare a ballare quando mia sorella è stata portata chissà dove!» sbotta.
«Okay, come vuoi, allora dai andiamo alla macchina.»
Perché ogni volta deve farmi innervosire?
Lei non mi ascoltava, scrutava tra i demoni nella speranza di scorgere Dalila.
«Vai in macchina!»
Finalmente torna a guardarmi e vedo i suoi occhi lucidi «Non posso perderla di nuovo...» a volte la trovo una bambina adorabile ma quel tono piagnucoloso che sta usando ora non fa altro che irritarmi.
Schiocco le dita e due guardie si avvicinano a noi «Si, signore?»
«Scortate le mie ragazze alla mia auto, per favore.»
«Certo.» dicono prima di dividersi, uno prende Sharon e l'altro Diana che sta iniziando a piangere guardandomi.
Io mi mostro impassibile e faccio cenno di portarle via, le raggiungerò presto con Dalila a palazzo.
Vado verso la macchina e mi siedo mentre osservo lo sguardo impaurito di Dalila «Non ci vuoi venire a casa con me?»
«Si che voglio!» dice con fin troppa enfasi mentre si affretta a saltarmi addosso ed iniziare a riempirmi di baci.
Quanto la posso volere in ogni singolo istante? Quanto posso desiderarla sempre e comunque?
La prendo subito tra le braccia e sorrido leggermente a quel suo assalto «Dobbiamo andare, su.»
Lei annuisce ma rimane stretta a me, come a non volersi staccare mai più.
L'autista parte e io desidero solo spogliarla e così faccio, in pochi attimi ci riduciamo a consumare ancora tutto ciò che ci lega.
Non ne avrò mai abbastanza di lei, solo ora me ne rendo conto.
Siamo due anime destinate a divenire una sola per tutta l'eternità.
Siamo fuoco, bruciamo tutto ciò che ci circonda, e io ora sto bruciando la mia quiete lì con lei.
La rendo ancora mia, i suoi gemiti che riempiono l'abitacolo ed i suoi baci sulla pelle che si infiamma ad ogni nostro minimo contatto, i suoi occhi verdi che sembrano avere luce propria.
Più la guardo e più l'immagine si confonde, ora sotto di me c'è Diana.
Come è possibile? Sono pazzo forse?
Scuoto la testa e cerco di concentrarmi sulla figura di lei ma mi aiuta ben poco vista la loro somiglianza.
Gli occhi verdi diventano azzurri e il suo sorriso si trasforma in una smorfia contrariata come se la stessi prendendo con la forza, senza il suo consenso.
Ed è lì che mi stacco bruscamente, non ce la faccio diamine!
Come può quella ragazza tormentarmi in questo modo?!
Diana's pov
Due uomini mi scortarono a forza nella limousine con la quale eravamo arrivati, lì di fianco a me c'era solo Sharon.
Cole era appena salito in un'altra limousine, a quanto sembrava avremmo viaggiato noi due da sole...
Non aveva fatto il benché minimo cenno a Dalila, mi aveva solo guardato duramente ed ordinato a quegli uomini di portarci via.
Era sempre così sicuro, metodico, attento ad ogni più piccolo dettaglio ma forse non aveva considerato che vedendolo tornare insieme a mia sorella, oltre che ad una felicità smisurata, avrei provato anche una fitta lancinante al cuore nel notare i suoi pantaloni allacciati male. Non ero così idiota, due più due sapevo farlo anch'io!
Nonostante tutto l'aveva lasciata lì, me la stavano portando via di nuovo ed io mi sentivo doppiamente uno schifo.
Sospirai e abbandonai il capo sul sedile, esausta, del resto non avrei potuto fare granché anche se lo desideravo con tutta me stessa.
Forse sarei potuta andare da lui e provare a convincerlo, d'altra parte dubitavo fortemente di poterci riuscire ma... cazzo si trattava dell'unica persona che mi era rimasta al mondo!
Si, ci avrei provato!
Mi avrebbe dato retta? Non lo sapevo ma valeva la pena tentare.
Oltre a ciò poi mi doveva della spiegazioni, se non potevo riavere Dalila almeno quelle le avrei pretese!
Passò una mezz'ora in cui i miei pensieri furono sempre incentrati su Dalila e Cole, poi finalmente arrivammo a palazzo.
Mi affrettai a scendere e cercai di scorgere con lo sguardo la limousine in cui era Cole, volevo parlarci subito.
La limousine se ne era già andata, segno che lui fosse già entrato ed io sapevo alla perfezione dove poteva essere andato quindi mi affrettai ad andare nelle mie stanze.
Passai davanti a Leila e Refedy che, non curandosi della mia presenza, continuarono a parlare.
«Io te lo avevo detto Leila...» le stava dicendo Refedy, le braccia incrociate sotto al seno e un'espressione contrariata in volto.
«Lo so, okay?! Lo so!» sbottò Leila. «Ma tu al posto mio, amandola, non avresti fatto almeno un tentativo?»
«No! Perché avevi chi ti amava!»
«Cazzo, Ref non l'ho fatto di proposito ad innamorarmi di lei!» la voce le tremava e lei si coprì per un attimo il volto con le mani per poi tornare a guardarla.
«Tranquilla...» disse in modo più dolce Refedy «Io sono qua... per te... se tu mi vuoi...»
«Tu... tu mi vuoi ancora?» Leila sembrava sorpresa.
«Io ti vorrò sempre...»
Dopodiché le vidi abbracciarsi strette, Refedy sembrava non volerla più lasciare andare ed io mi sentii un po' più rincuorata. Leila non sarebbe stata sola... ma allo stesso tempo mi resi conto di sentire anche un vuoto dentro, ero gelosa di quello che loro due avevano o avrebbero potuto avere.
Avevo lasciato una persona che mi amava alla follia... per cosa? Lui non mi avrebbe mai amata, ero solo il suo giocattolo sessuale.
Quella prospettiva mi atterrì non poco così, dopo un ultimo sguardo alle due, passai oltre andando nella mia stanza.
La piccola Luna era lì e non appena chiusi la porta alle mie spalle mi guardò con un'enorme sorriso sulle labbra e si buttò subito tra le mie braccia, era diventata come una sorellina più piccola per me e mi aveva insegnato che non contava poi molto avere un legame di sangue per reputarsi sorelle.
Mia sorella, quella che lo era davvero, qualche ora fa era tra le braccia di Cole... l'uomo per il quale il mio cuore bastardo accelerava le sue palpitazioni.
Sospirai stringendo Luna tra le mie braccia e mi sforzai di pensare a lei, l'ultimo appiglio che mi era rimasto prima di cadere giù nel baratro.
Lei aveva bisogno di essere confortata e cresciuta, io le avrei insegnato tutto ciò che sapevo e avrei fatto in modo che non soffrisse.
Ma non l'avrei mai fatta diventare come me: troppo ingenua, troppo fragile, troppo illusa...
Faceva male da morire illudersi ed io l'avevo fatto fino a quel momento; Cole non mi aveva mai guardata come guardava lei. Avevo capito sin dal primo istante che li avevo visti insieme che era lei che amava, che era lei quella per cui si struggeva di continuo quando era convinto che nessuno lo stesse osservando.
Io cos'ero per lui? Solo una puttana. Inutile ed insignificante cenere...
Dalila era la scintilla che accendeva d'amore il suo cuore arido.
Io ero solo la sua ombra, una ragazza così stupida da credere di poter trovare l'amore in un demone che l'aveva sempre e solo usata come rimpiazzo fino a quel momento, una toppa cucita male per il suo cuore strappato.
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