1.L'inizio
Arya
Mi alzo dal letto svogliata, è stata una pessima idea ritornare a casa alle 4:00 del mattino il giorno prima dell'inizio della scuola. Ma vabbè, le feste hanno la precedenza. Mi alzo dal letto e mi guardo allo specchio. Ho la faccia di uno zombie, perfetto direi. Per fortuna che oggi sarà il mio primo-ultimo giorno di scuola.
È il mio ultimo anno di liceo, dopo il diploma potrò finalmente raggiungere il mio unico obbiettivo:
Andarmene da questo schifo di posto.
Ma non prima che mi sia assicurata che le mie sorelle abbiamo finito tutti gli studi, abbiano un lavoro stabile e una casa tutta loro.
Vivere nel Mott Haven, in parole semplici una parte del Bronx di New York, non mi dispiace, vendono dell'ottima droga e la vendiamo anche noi, però non è il posto adatto alle mie sorelle. Farò di tutto affinché loro se ne vadano e si costruiscano una vita migliore.
Prendo i miei vestiti, rigorosamente neri, dall'armadio e li lancio sul letto per poi andare in bagno a farmi una doccia, in ritardo sì ma puzzolente mai. Nella mia classe c'è quel tizio che puzza, basta e avanza.
Mi tolgo il pigiama mezza addormentata e mi butto sotto il getto d'acqua calda per tempo indeterminato, ogni volta me la prendo comoda, che fretta c'è? Al massimo mi prenderò l'ennesimo ritardo.
Solo quando sento mia sorella Daisy urlare perché non ha nulla da mettere esco fuori e iniziò ad asciugarmi, dedicandomi di più ai miei capelli.
Infilo la biancheria intima e mi vado a lavare i denti prima di vestirmi.
Mi metto un jeans di pelle nero, era di mia madre quando aveva la mia età. Infilo un top nero che giustamente mi lascia un bel po' di pancia scoperta e mi guardo allo specchio. Ho voglia di fare un piercing all'ombelico.
Heather lo ha fatto a mia insaputa, crede che io non lo sappia.
Prendo i miei trucchi e inizio a truccarmi, visto che è già tardi me la prendo comoda, inizio con il primer, per poi passare al fondotinta rubato in qualche negozio, correttore, fisso tutto con la cipria di Heather.
«Arya! Brutta puttana che non sei altro!» Heather entra in camera mia come una furia in camera mia. «Prima di tutto puttana lo sono ma brutta no, seconda cosa che minchia vuoi?» «La mia cipria» gliela lancio. «Tieni e ora porta il tuo culo fuori da camera mia, e sveglia Ruby starà ancora dormendo»
«Consideralo fatto, stronza» finalmente lascia camera mia e finisco di truccarmi. «Dove cazzo è il mio rossetto? Ruby!»
Prendo il telefono, le 7:40, come sempre arriveremo in ritardo.
«Arya! Vieni ad aiutarmi, Ruby vuole fottermi il mascara!» urla mia sorella Heather da dietro la porta.
Il buongiorno si vede dal mattino.
«Sempre la stessa storia con voi due, una mattina senza queste cazzo di urla si può avere?!» urlo, spruzzandomi almeno un litro di profumo.
Esco da camera mia e mi dirigo in salotto dove trova Daisy fare colazione, mi avvicino a lei lasciandole un bacio tra tra i capelli.
«Come cazzo fai a fare serata fino alle quattro del mattino e ad essere così perfetta? Non hai dormito nemmeno due ore»
«Il trucco fa miracoli» le rispondo prendendo del succo per poi versarmelo in un bicchiere.
Ruby corre da noi e ruba una cucchiaiata di cereali da Daisy. «Arya, oggi io non vado a scuola» alzo un sopracciglio mentre bevo e la guardo.
«E sentiamo un po', perché non dovresti andare?»
Heather sospira, scendendo le scale. «Perché è una fottuta fifona. Loro sono tornati e Ruby ha paura della reazione del suo fidanzatino» Ruby le lancia una mela che Heather prende al volo.
«Sta zitta rompipalle e lascia stare Nolan» inizia a fare la finta offesa.
Appoggio il bicchiere. «Chi è tornato?»
«Se ieri non fosse andata ad ubriacarti insieme a Catherine lo sapressi» fulmino Heather con lo sguardo e lei alza gli occhi al cielo. «I Bloods. I Bloods sono tornati»
Cazzo...
«E da quando ci fanno paura i Bloods?» chiedo guardando tutte le mie sorelle.
«Arya non so se ti ricordi, ma siamo state noi quattro a mandarli in prigione cinque anni fa» mi ricorda Daisy. Mi giro verso di lei che sta mettendo la ciotola nel lavandino. «Si sono meritati quello che abbiamo fatto. Cinque anni non sono paragonabili alla vita di nostra madre» le rispondo.
«Arya ha ragione, quei pezzi di merda ci hanno portato via nostra madre, lasciandoci a patire le pene dell'inferno con Richard, mandarli in prigione è stato il minimo» mi sostiene Heather.
«Basta parlare di quei quattro, una -indico Daisy- e due -indico Ruby- vi do tempo finché non finisco la mia sigaretta mattutina per togliervi il pigiama e mettervi dei vestiti dopodiché prendo Heather e me ne vado senza di voi» dico, prendendomi una sigaretta.
«Ora andiamo ma tu non fumare di prima mattina, tutto questo fumo ti farà male» mi dice Daisy.
Mi accendo la sigaretta e faccio un tiro. «Fatti i cazzi tuoi e andatevi entrambe a cambiare» le due alzano gli occhi al cielo e vanno di sopra a cambiarsi.
Noto che Heather fissa con troppa insistenza la mia sigaretta perciò gliela passo, mi sorride in segno di gratitudine e fa un tiro. «Davvero non ti preoccupa che quei quattro siano tornati?»
«Dovrebbe?»
«Vorranno vendetta contro di noi»
«Se per questo anch'io voglio vendetta contro di loro» fa un altro tiro e mi da la sigaretta. «Ruby! Daisy! Muovete il culo!»
«Non urlare cazzo, siamo qui» dice Ruby mentre scendono le scale.
Ho delle sorelle davvero fighe.
«Andiamo, non ci vorremo mica perdere l'entrata dei Bloods» le prendo in giro mentre esco di casa.
«Io sto accanto ad Arya!» dice Ruby, iniziando a litigare con Daisy come quando erano bambine. Salgo in auto, mettendomi al posto del guidatore e dopo una lunga discussione tra le mie sorelle, quella che si siede accanto a me è Heather, e le altre due si mettono dentro.
«Guiderai di nuovo come una pazza, vero?» mi chiede Heather allacciandosi la cintura.
Sorrido. «Vuoi arrivare in tempo? Mettete la cintura anche dietro»
Daisy si fa il segno della croce mentre allaccia la cintura.
Esagerata, non guido così male, va bene che quando avevo appena preso la patente abbiamo fatto un incidente andando ad una festa ma non era stata colpa mia, ma del guidatore davanti a me. Se non sai guidare prendi un taxi.
Metto in moto la macchina e sfreccio in mezzo alla strada come una pazza, avrò infranto almeno cinque regole stradali, ma sti cazzi. Chi se ne fotte.
Arriviamo dinanzi a scuola e tutti i ragazzi e le ragazze si girano a guardarci.
Più i ragazzi che le ragazze, diciamo che discutiamo molto successo tra di loro e le ragazze ci odiano per questo. Ma noi ce ne sbattiamo altamente i coglioni. Sarà perché siamo le più belle della scuola. Tutte e tre bionde io con gli occhi azzurri, le gemelle con gli occhi scuri, e Daisy con gli occhi verdi come la mamma.
Arriviamo dai nostri amici che conosciamo da quando eravamo bambine.
Ivy Wesley, alta 1,70 con dei lunghi capelli rossi e un sorriso meraviglioso.
Catherine Ryder, ama fare festa esattamente come me, non peraltro è la mia migliore amica. Non riesce a formulare una frase senza metterci una parolaccia di mezzo. È leale come poche ragazze al mondo, alla fine dei conti c'è sempre stata per me.
Andrew Kirsch è quello che ama Lana Del Rey, non c'è molto da dire su di lui, è quello divertente del gruppo, senza di lui sarebbe una noia mortale.
Alyssa O'Connell, in questo gruppo è la studiosa e anche la più intelligente. Non dico che non è festaiola, perché lo è, e anche molto. Però è anche molto studiosa, è un po' la mamma del gruppo. Ti basta guardarla negli occhi e ti convince a fare tutto quello che vuole. Ma non bisogna farsi ingannare dai suoi occhi da cerbiatta, a volte può essere una vera puttana e mi piace per questo.
Zed Martin, una vera e propria testa calda, se si mette qualcosa in testa nessuno lo smuove. Ama l'adrenalina, ogni anno rischia di essere bocciato e si fa le professoresse per prendere i voti alti e passare all'anno successivo.
«Buongiorno» Ruby li saluta per tutte noi. Alyssa è la prima a ricambiare il suo saluto con un sorriso dolce e gentile.
Di prima mattina nessuno di noi è molto amichevole.
«Fanculo tu e il buongiorno. Mi devo ancora riprendere dalla sbronza di ieri sera» le risponde Catherine, accendendosi una sigaretta. Fa un tiro in me la passa, non importa se cinque minuti fa me ne sono fumata una non dico mai di no al fumo.
«Concordo» dico facendo un tiro, butto fuori il fumo e Cath si riprende la sigaretta.
All'improvviso tutti iniziano a vociferare più forte del solito, ci giriamo per vedere cosa sta succedendo alle nostre spalle e i miei occhi si sposano sulla sua figura.
Lui e i suoi amici scortati da quattro agenti di polizia, percorrono il corridoio con un ghigno sul volto.
«Sapevate che fossero usciti di prigione?» ci domanda Ivy.
«Lo abbiamo saputo questa mattina» le risponde Daisy mentre ci giriamo verso di loro.
«Dite che ve la faranno pagare?» ci chiede Andrew.
«Aspetto solo questo»
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