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3. Il Mistero Della Casa

"Tutti i migliori sono pazzi"

Il Mistero della Casa - Koira91 (Alice nel Paese delle Meraviglie - Lewis Carrol)


Quando si tiene una storia per ultima ci possono essere svariati motivi:

1. Non ti è piaciuta

2. Ti è piaciuta troppo (come il gusto del gelato che preferisci e che mangi per ultimo)

3. Ti ha lasciato un po' così... bocca aperta, mal di stomaco, mal di testa, confusione... febbre fredda...

4. Non sai cosa dire

5. L'autore ti sta sulle palle

6. Sei invidioso

7. Sei geloso: non vuoi che gli altri la leggano/sappiano che tu l'hai letta

Potrebbero esserci anche altre motivazioni, a discrezione del lettore, queste sono le prime che mi sono venute in mente.

Non vi dirò qual è la mia – o quali sono le mie -, posso solo darvi una certezza: quanto scriverò di seguito non sarà nemmeno un 20% di quello che vorrei dire, di quello che dovrei dire de Il Mistero della Casa.

Non perdete tempo a cercare di capire dove sia nascosta Koira in questa storia, non chiedetevi se è Melissa, Giacomo, Edoardo, Elena, Davide, Giada, Riccardo, Dorotea etc... non fatelo. La mia intelligenza, il mio acume, la mia perspicacia, come diavolo volete chiamarla, non ci è riuscita, io non ci sono riuscita e, anche se foste un milione di volte più "tutto" di me in queste cose, vi assicuro che non ci riuscireste nemmeno voi. È un elogio all'autrice? Una sonora slinguazzata di lato B? Sì, probabilmente lo è, anche se l'intento principe non era quello.

Koira si è spezzettata, tagliuzzata con una di quelle odiose forbicette della Scuola Materna (punta arrotondata, lama pessima...), male – non è stata precisa per niente – tipo pezzetti tutti sfrangiati che non hanno un perché manco se glielo cucite addosso, e poi ha incollato a casaccio questi frammenti in ogni capitolo, in ogni PoV. Forse incollato è esagerato, diciamo sparso a manciate, come i coriandoli, di quelli che scivolano e non si appiccicano, in modo tale che potesse riprenderli e spostarli come e meglio credeva durante tutta la stesura della storia.

L'aspetto più tedioso, per me, è stato il continuo auto-interrogatorio; uno strazio scoprire come sotto l'apparente scorrevolezza di certi pensieri, descrizioni, dialoghi, ci fossero fondamenta dall'indefinibile miscela. E' un po' come il tormento della ricetta per la Coca-Cola: "Cosa c'è dentro? In che misura? Quanto di quello, quanto di questo? Perché?"

Credo di aver saggiato la "potenza" di questa storia, la prima volta che, cellulare alla mano, ho cercato in famiglia, nella mia vita, intorno a me, un riscontro su ciò che stavo leggendo. Non mi capita mai di aver bisogno di altri pareri, di condividere concetti per avere più punti di vista, ma qui mi è successo. Insulti mentali all'autrice e imprecazioni varie a parte, non riuscivo a capire dove Koira volesse andare a parare.

Ogni profilo, ogni personalità, ogni situazione formalmente scontata, si è a poco a poco ispessito, vestito di inquietante crudezza, in un modo così naturale che mi sono quasi sentita presa in giro... e magari era proprio quello l'intento dell'autrice.

Leggere Il Mistero della Casa equivale a chiuderti in bagno e ascoltare in loop Zombie dei Cranberries per almeno un mese; per quante volte la riascolti, hai sempre voglia che riparta e, a ogni nuovo ascolto, provi sensazioni diverse da quello precedente... una tortura, per l'appunto.

Quello che sto cercando di farvi capire è che il sole è coperto dalle nuvole, la panna della torta è salata, il 10 in pagella è in realtà un 9 e mezzo, nella tana non c'è il Bianconiglio...

Tutto il perfetto, il giusto, ciò che pensate che sia... non c'è. La logica va a farsi benedire, tanto quanto la messa in piega di Melissa sotto la pioggia.

Se nessuno di voi si è accorto dell'inganno, per lo meno fatemi un favore: siate curiosi, andatevi a leggere tutte le opere menzionate dall'autrice, imboscate – a volte no – tra una frase e l'altra, riscoprite – o scoprite per la prima volta – quale bagaglio vi potrebbe permettere di avere una prospettiva a 1000° su quello che volete creare.

Non c'è un personaggio che ho amato più degli altri, a un certo punto me li "sarei fatta" tutti quanti! E non dico questo perché nel cast Edoardo è Ryan Reynolds (che mi perseguita sessualmente dalla scena delle torture in Blade III), lo dico perché è una vera e propria sfida psicologica. L'autrice non è una psichiatra, è bene metterlo in chiaro, ma porca di quella bip se in questa storia non la è.

Generalmente non sono una persona invidiosa, l'invidia è proprio un sentimento che non tollero, addirittura fatico a comprenderlo, ma se riuscissi a esserla, lo sarei nei confronti dei personaggi di questa storia.

Non sarei la spalla adatta per Edoardo. Io, che dal bar non lo trascinerei via, ma ce lo porterei a ogni ora; che non riuscirei a posare nemmeno un piede per terra al mattino sapendo la meta che non sono riuscita a conquistare, sapendo la monotonia e i blocchi che mi aspettano. Io che non potrei giore delle piccole soddisfazioni nate dall'insoddisfazione...

Lo stesso vale per Elena. Non potrei essere amica di Elena, perché sarei falsa: l'odierei per la sua costanza, per la sua cucina, per la sua sanità mentale nonostante abbia seppellito i sogni di sempre. L'odierei per l'apprensione nei confronti dei figli, per la moralità che sfoggia come la più costosa delle pellicce...

Non potrei essere la Giada della situazione: ma siamo matti? Melissa è il terrore di ogni amica del cuore che non riesce a essere una vera amica. E' intelligente, colta, vera, con il giusto equilibrio tra morigeratezza e coraggio nel rischio. In pratica, da uccidere! Ah, non potrei mai essere Melissa!

Forse potrei essere il "pusher" di Davide, giusto per dargli il massimo piacere con il minimo rischio...

Non potrei voler bene a Giacomo perché vorrei essere Giacomo! E questa sicurezza nasce dal fatto che sarei troppo invidiosa delle sue transizioni, del modo in cui le accoglie, di come le sa gestire... io le tratterei in modo completamente diverso, palesando a tutto il circondario la mia brutale insicurezza.

Federico, Dorotea, Mr. Ariosto, Francesco, Riccardo e consorte... per condannarli si dovrebbe essere più candidi dell'Omino Bianco (sì, lo smacchiatore), e non è il mio caso.

Vorrei dirvi che è una storia semplice, che Koira l'ha scritta perché non aveva di meglio da fare nei ritagli di tempo tra studio e vita, che Taylor Lautner si è presentato a casa sua e le ha detto: "Tieni, queste sono le lenti a contatto azzurre, ti prometto che sarò agile e "caldo"come Jacob, ma ti prego fammi diventare un po' Cullen un po' Herondale, stigmatizza la follia come ti pare, riempimi di farmaci, piazzami nella genealogia dei Bates, appioppami una nonna in stile Signora Kersh di IT... ma ti prego, FALLO! Ah, e se mi dai pure la Collins ti assicuro che Bower se lo scorda nelle prime dieci righe della nostra interazione..."... vorrei dirvi che è una letturina da posare sulla lavatrice, da prendere in mano durante "sedute particolari" alla toilette, ma NON posso.

Oltre agli inserti colti, Koira ci fa venir voglia di iscriverci a Medicina (ramo a piacere), ci fa venir voglia di "parlare" come parlano i suoi personaggi e sì, ci fa venir voglia di drogarci, andare dallo psichiatra, imbottirci di farmaci, di giocare a basket e pallavolo, di bere come se non ci fosse un domani, di uccidere... insomma MA CHE NE SANNO JIM CARROL (Jim eh, no il Lewis tanto caro a Koira), FALETTI E FABER? Per citare dei nomi a caso...

Vi sto annoiando? Non me ne frega un BIP!

Grammatica: 5-

Le caporali scritte così non si possono vedere; parliamo di vista però, se poi consideriamo quello che c'è dentro chi se ne frega all'ennesima potenza del disegno.

D eufonica, usata spesso... bella da pronunciare, ma teoricamente non si dovrebbe usare.

Qualche errore di battitura.

Uscire fuorientrare dentro: NO!

Virgole: no a chiudere un avverbio singolo, ogni tanto in più o in meno.

In generale, grammatica PERFETTA. L'autrice conosce l'Italiano, ci esce a cena, ci chiacchiera, lo seduce e se è il caso se lo porta pure a casa (a fare cosa non si sa, è un MISTERO anche questo...)

Stile: 5/5

E' divino, è l'invidia. Sembra semplice ma in realtà è tutto merito della bravura dell'autrice che accoppia termini ricercati a una linearità sconvolgente.

Prima persona al Passato: poetico, l'introspezione saltella tra gli accadimenti e non ha mai una vera e propria fine, ci lascia sempre pieni di domande, curiosi e maledettamente invidiosi delle analisi dei protagonisti.

Ho adorato i diversi PoV (fantastica anche la sorpresa di quello di Davide e dei flashback "Ariostiani"); non sembrano nemmeno scritti dalla stessa persona e quindi l'autrice si guadagna il cappello del Cappellaio Matto solo per questo...

Le proposizioni hanno la giusta lunghezza, così come i capitoli. Amo il modo in cui Koira riesce a condensare pensieri ed eventi, "ingrassando" il poco con il tutto.

Trama: 5/5

C'è 'sta famiglia Martini, che si trasferisce in una casa. Davanti alla casa abita un figo matto con sua nonna, perché il padre è in carcere e la madre è morta (?). C'è una piscina vuota. L'affitto è basso. C'è un padre figo, una madre figa, un fratello tutto tv e adolescenza. C'è una ragazza solo umana. C'è un bagno di cui tutti hanno sempre bisogno. C'è una farmacia – metaforica ma non troppo -. C'è un ospedale che sembra più una Coperativa che un vero ospedale: tutti ci si ritrovano. C'è gente – forse solo uno – tatuata. Ci sono auto. Piove. C'è una scuola, una Notte Prima degli Esami senza Vaporidis. C'è la morte. C'è la vita. C'è la gioia nella tristezza. Ci sono i libri, tanti libri. Manca una cosa: un cane. Per il resto c'è un po' di tutto.

Verso la fine pare di tuffarsi ne Dal Tramonto all'Alba di Tarantino, con pit stop al Bates Motel (con pernottamento e prima colazione inclusa); tutto è sempre e comunque un miscuglio di E.R, L'Attimo Fuggente, Romeo+Giulietta e Otello (ma qualsiasi opera Shakespeariana va bene). Ah, c'è anche il fantasma di Castellitto ne In Treatment...

E' originale, obesa, con brusche virate quando meno te lo aspetti.

I personaggi sono molto complessi, anche se Koira "prova" a spacciarli per semplici, e anche le figure più in disparte – tipo Marta – hanno uno zaino di cose da dire...

Copertina: 5/5

Decisamente meglio della prima e non me ne vogliano Lily e Taylor in tutta la loro "figaggine".

Essenziale potrebbe descriverla, ma non sarebbe abbastanza. Amo il nero, amo le maschere, e la prospettiva è divina.

Complimenti a @AshootingStarISee

È un 5 pieno perché è come una calamita che attira la nostra mano quando ci avviciniamo agli scaffali delle librerie. (by the way: perché non è ancora in libreria?)

Sinossi: 5/5

"Una famiglia.

Una casa.

Un trasloco troppo avventato.

Melissa Martini è un'adolescente qualunque, come molte altre. Sempre giudiziosa, voti alti a scuola, frequenta l'ultimo anno del liceo classico. Sarà l'incontro con un ragazzo "strano", con l'aria da "fuori posto", a cambiarle la vita, e lo farà in un modo e con un'intensità che non avrebbe mai immaginato.

"La saggezza è saper stare con la differenza senza voler eliminare la differenza"."

E' una figata. Non so scrivere sinossi, non potrei mai farlo, quindi mi nutro di queste sintesi come se fossero "la mia qualità preferita di eroina" (grazie Ed).

C'è assolutamente TUTTO ed è assolutamente attraente. Impossibile non dare una sbirciata al primo capitolo dopo averla letta. Le parole chiave (trovatele voi)... no, non serve cercarle: TUTTO è una parola chiave. Il tipico esempio della "riuscita", il tipico esempio di quello che non riuscirei mai a fare: con un solo termine dire mille cose diverse – o lasciarle intendere -.

Voto Complessivo: 5

Non credo che servano altre parole.

Conclusioni:

Koira, please, gioia di mamma... sistema le caporali!!!

Signori, LEGGETELA. So che se avete letto (avete letto? Mah....) quanto sopra vi sembrerà tutto il frutto del delirio di una povera repressa, e forse avete anche ragione; probabilmente vi ho anche rovinato la sorpresa... ma non potevo NON approfittare di questa occasione per dire quello che penso di questa storia... e continuerò a farlo (forse anche qui) su l'Altro Me, il seguito.

DA LEGGERE e... RILEGGERE!

Bite ^,..,^

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