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Lorenzo con il cappuccio blu arrivò davanti al portone della casa di Lucrezia Donati, bussò e lei aprì, una gentildonna Fiorentina, discendeva da una delle più antiche famiglie di Firenze, bella e virtuosa, la sua famiglia era decaduta, ma lei all'età di sedici anni si innamorò del bel Lorenzo, il loro era un grande amore, Lorenzo dedicava a lei poesie e sonetti, ma presto lui avrebbe lasciato quel grand amore per restare fedele alla moglie.
"Credevo che non saresti venuto" lei con il sorriso di una bambina lo guardava innamorata " tuo marito c'è?" Chiese il Magnifico " è via per affari" lui entrò e lei chiuse la porta, "mi dispiace per ieri" disse lui " ne ho sentite di scuse mediocri per trascurare un amante ma salvare la vita di un padre,dovrai inventarti qualcosa di meglio di un "mi dispiace" Lorenzo, come sta" chiese la bella donna dai capelli scuri " sta bene"
"Ti hanno ferito?" Lucrezia si avvicinò a lui, "no"
"Neanche un piccolo graffio" Lucrezia li baciò il petto "no" la spinse sul letto e lei sorrise.
Erano sdraiati, lei sopra di lui, tra le sue braccia, si unirono in un passionale bacio, e ancora una volta passarono la notte insieme.
"Cosa passa per la tua straordinaria testa?" Lucrezia che stava abbracciata al suo Lorenzo si fece questa domanda "a volte mi chiedo se sia necessario fare del male per fare del bene" il giovane Lorenzo era tormentato da questo quesito " che cosa vuoi dire?"
"Mio padre ha stretto un accordo con il Duca di Milano,Sforza, i termini però sembrano più ambigui di quanto ha detto, mi tratta come un bambino, e ora Sforza sta marciando verso la città con un'enorme esercito"
"Cosa? Ma saccheggieranno la città...cosa pensi di fare"
Le campane fuori incominciarono a suonare e Lorenzo si alzò e cominciò a rivestirsi "dove vai?"
"dobbiamo presentare il caso di Jacopo Pazzi ai priori" Lucrezia lo guardò con la testa storta e Lorenzo si buttò su di lei e la baciò. Uscì dalla casa velocemente e si diresse dai priori.
Giuliano era seduto in manette con di fianco Cosimo e Lorenzo, Pazzi era in piedi, vicino a loro c'era Lucrezia, Bianca e c'era pure Beatrice "i Medici mi accusano di aver assoldato assassini...pagandoli con questo medaglione d'oro, ma posso provare che questo medaglione non appartiene agli assassini, ditemi Messer Fanti riconoscete questo?"
"Si Messer Pazzi, ho detto a vostro nipote che ci sono le mie iniziali A. F." Espose il Messer Fanti ma Giuliano non ci credette.
"Ci saranno un centinaio di A. F. In Toscana" replicò Giuliano aprendo leggermente le braccia
"Ma questo medaglione è curvato, su una superficie traballa" rispose Fanti, il priore appoggiò il medaglione sul tavolo e quello traballava.
"Sarete stato così felice di riceverla ma l'avete venduta, perché rovinata?" Chiese Jacopo
"Perché d'oro e Piero de'Medici mi ha revocato il prestito" Giuliano guardò Lorenzo, e sottovoce li chiese se era vero, Lorenzo non sapeva nulla, aveva fatto tutto il padre.
"La teoria dei medici sarebbe questa: io o mio nipote avremmo pagato degli assassini con una medaglia di seconda mano, presa al mercato invece di attingere alla nostra banca per non essere scoperti" Dopo le parole di Pazzi, Giuliano arrabbiato si alzò in piedi "soltanto i Pazzi odiano mio padre al punto di tentare di ucciderlo" Lorenzo tirò Giuliano per il braccio e lo fece sedere.
"È naturale per un figlio essere cieco dinanzi alle colpe del padre...per questa ragione se Giuliano de' Medici farà le sue scuse...sono pronto a perdonare e a dimenticare la sua accusa e l'aggressione" Pazzi si girò verso i nipoti, Lorenzo guardò il fratello, pure Cosimo lo fece, ma Giuliano guardava dritto davanti a sé, Beatrice, Lucrezia, Bianca guardavano Giuliano aspettando la sua risposta. Lorenzo si alzò.
"Signore, nel nome della famiglia Medici chiedo perdono alla nobile famiglia Pazzi per il comportamento intemperante di mio fratello dovuto all'agguato teso a mio padre, è evidente che ci eravamo sbagliati" Francesco Pazzi difronte a loro guardava Giuliano con le mani unite sotto il mento, si fissarono, l'odio che il Medici provava verso di lui non era descrivibile.
"Speravo che vostro fratello parlasse per sé" Pazzi non chiedeva tanto, ma Giuliano proprio non riusciva a chiedere scusa per una cosa di cui non aveva colpe, Cosimo si avvicinò al suo orecchio "di che ti dispiace...anche se è il falso" nella stanza calò il silenzio, tutti aspettavano le sue scuse, Giuliano guardò Pazzi "ma non importa...il suo silenzio vale come scusa" I Pazzi si ritrovarono a ridere di Giuliano.
"Vorrei proprio sapere come il medaglione sia finito in quella stanza" concluse Jacopo mentre se ne andava.
Giuliano uscì dal Palazzo seguito da Lorenzo, Cosimo, Lucrezia e Beatrice.
"Dove vai?" Beatrice cercò di fermare Giuliano ma lui non si voltò neanche "ho bisogno d'aria" Giuliano sparì tra la gente del mercato e Lorenzo venne chiamato da Soderini e da suo figlio.
"Messer Soderini" esclamò Lorenzo
"Digli cosa hai sentito dire figliolo"
Il figlio di Soderini guardò Lorenzo "i Pazzi stanno dicendo in giro che i Medici sono dei falliti, con una mano danno un colpo alla vostra banca con l'altra offrono ai mercanti di accollarsi i loro debiti con un'interesse minore, hanno rilevato i conti dei mercanti a un prezzo inferiore, arricchendo la loro banca e danneggiando la vostra"
"Se continua così, la banca fallirà in pochi giorni" disse Soderini, Lorenzo preoccupato non sapeva che dire.
Mentre Giuliano passeggiava tra la folla inferocita, si ritrovò in un vicolo, e ad un certo punto qualcuno dietro di lui fischiò, lui non li diede importanza poi quel fischio si trasformò in una voce.
"Medici" Giuliano si fermò e si girò "non hai trovato il medaglione di famiglia nella stanza degli assassini...o se era lì sei stato tu a mettercelo?" Chiese Francesco Pazzi.
"Non so come abbia fatto...ma gli ha assoldati tuo zio" Giuliano si avvicinò, ma qualcuno dietro di lui lo aggredì, li diede un forte colpo sulla schiena.
Giuliano di mise a ridere "questo prova che avevo ragione" disse da per terra dolorante "se ora mi uccidi, sarai il primo che i priori verranno a cercare" Giuliano alzandosi colpì l'uomo che era con Francesco, e poi si buttò sul Pazzi, ma non riuscì a picchiarlo che l'uomo li si gettò addosso e lo sbatté contro il muro.
Giuliano venne picchiato con calci e pugni.
"Le strade pullulano di gente che chiede il sangue dei Medici, vediamo cosa ti inventerai per provare che io centro con questo" Francesco andò via, ma due uomini continuarono a picchiare Giuliano, aveva ragione, erano persone violente, cattive, e poteva solo immaginare la vita di Beatrice con Pazzi.
Poco dopo
Beatrice era a Palazzo Medici con Cosimo, voleva vedere Giuliano e lo aveva aspettato, solo che quando le porte del Palazzo si aprirono, Giuliano era pieno di sangue e zoppicava, Beatrice che stava parlando con Bianca, lo vide entrare, sollevò il vestito e li corse incontro.
"Giuliano!" Lorenzo uscì dall'ufficio con Lucrezia e Cosimo, prese tra le braccia Giuliano e lo fece sedere.
"Chi ti ha fatto questo?" Chiese Lorenzo mentre slacciava il fiocco della camicia del fratello.
"Pazzi...Francesco Pazzi" Giuliano dolorante parlava a malapena "non la passerà liscia, Lorenzo convoca i priori, dobbiamo esigere giustizia" Beatrice teneva una mano sulla spalla di Giuliano, aveva gli occhi lucidi.
"Sforza sta per saccheggiare la città, sta per marciare su Firenze con un esercito" tutti guardarono Lorenzo, Beatrice doveva tornare a casa, doveva avvisare i suoi genitori.
"Io devo andare...devo avvisare i miei genitori" ma prima che lei uscisse della porta Lorenzo la fermò.
"Beatrice non puoi uscire ora, è pericoloso, non so quando verremo attaccati, devi restare qui, manderò qualcuno ad avvisarli"
"Lorenzo...come lo sai?" Chiese la madre
"È l'accordo che nostro padre e Sforza hanno firmato, a noi non faranno niente"
In quel momento fuori dalla mura di Firenze, Sforza e il suo esercito marciavano verso la città.
Giuliano era nella sua camera, nel suo letto e Beatrice era affianco a lui.
"Dovevate tornare subito a casa Giuliano" le disse lei mentre con un panno li puliva il corpo dal sangue.
"Smettetela di darmi del voi, sei come una sorella per me" Beatrice sorrise "allora anche tu dovrai darmi del tu" i due risero ma finirono subito perché Giuliano anche solo a respirare stava male.
"Meglio non ridere, ti farai del male"
"Grazie Beatrice"
"Figurati...farei questo e altro per te e la tua famiglia"
Poi entrò Lucrezia "Come stai?"
"Io vi lascio soli" Beatrice si diresse verso la cappella privata della famiglia Medici, e li trovò Lorenzo in ginocchio e con le mani giunte.
Si avvicinò e si inginocchiò con lui.
"Tua nonna disse che tu ci avresti guidato *Lorenzo la guardò* come avevano fatto tuo padre, tuo nonno e suo padre ancora, tu eri spaventato, non ti sentivi all'altezza, e tua nonna disse che era un bene perché quella paura ti avrebbe spronato, ti avrebbe fatto lavorare duro e ti avrebbe preparato, ora sei pronto e devi guidarci, devi guidare la tua Firenze, Lorenzo...io so che tu sarai un grande uomo, tua nonna diceva sempre che se oggi avreste perso, dovevate avere la speranza di vincere domani"
Lui sorrise fece il segno della croce, si alzò e lasciò dalla ragazza che iniziò a pregare.
Lorenzo mandò qualcuno a convocare i Priori lì, a Palazzo Medici, Sforza era sempre più vicino alle mura.
"Cosa cerchi giovane Medici dai Priori questa volta, non avrai altre accuse infondate spero" Lorenzo con le mani appoggiate al tavolo guardava Pazzi e i Priori.
"Vi ho convocati qui per salvare Firenze"
"Non sapevamo andasse salvata" rispose Pazzi
"Sapete bene che mio padre ha revocato prestiti per coprire un debito dal padre del Duca di Milano, e adesso i cittadini stanno soffrendo e sono giustamente in collera, ora Sforza intende ripagare il suo debito scatenando la sua armata contro il nostro popolo"
"Perché ci dite questo Medici"
"Perché mio padre è un uomo buono ed è un uomo d'onore, ma non è più a capo di questa banca, ora ci sono io" tutti sconvolti da quello che il Medici aveva detto lo guardarono.
"Cosa state dicendo? Chi l'ha spodestato?" Chiese uno dei Priori
"Io!Adesso! Ma solo a condizione che il consiglio accetti di darmi il suo seggio nella Signoria" Rispose il Magnifico Lorenzo
"Il duca e la sua armata si prenderanno la città, Ho detto bene?" chiese uno dei tanti uomini vestiti di Rosso.
"Revocherò le richieste di restituzione dei prestiti e rimanderò il Duca in persona a Milano"
"State pugnalato vostro padre alle spalle non è una cosa da Medici...come fidarci di voi"
"Fidatevi di me perché vostro nipote ha aggredito mio fratello in strada oggi"
"Ahhh...questa lo già sentita mi pare"
"Fidatevi di me, perché io lo perdono, perché forse mio fratello vi ha accusati ingiustamente di aver tramato di uccidere mio padre, e magari Francesco ha creduto di doversi vendicare, ma io lo perdono, perché questo modo di sistemare le cose, non ha sistemato un bel niente, dobbiamo lasciare le rivalità alle nostre spalle signori miei, per fare del bene deve esserci del bene in noi, per il futuro di Firenze e per il futuro di tutti noi"
"Al voto" disse la guida dei Priori.
Beatrice era nella camera di Giuliano, erano sdraiati insieme nel letto, era una cosa che una donna non poteva permettersi, ma aveva bisogno di lui e lui di lei.
"Di sotto ci sono i Priori, li ha chiamati tuo fratello"
Giuliano la guardò "perché?"
"Non lo so"
Fuori dalla citta
"Aprite i cancelli, apriteli o li sfonderemo e infilzeremo le vostre teste sulle picche" er tutto pronto, stavano per sfondare le porte della città, Lorenzo non avrebbe fatto in tempo a salvarla.
"Chi è a favore?" Uno ad uno alcuni Priori alzarono la mano, Lorenzo aspettava solo il voto di Pazzi, che finalmente alzò la mano e se ne andò.
Lorenzo mentre si dirigeva verso le porte della città, venne fermato da Soderini.
"Lorenzo, i debiti non spariranno, devono essere saldati in qualche modo, ho un'offerta da farti...un'alleanza, tra le due banche delle nostre famiglie, un matrimonio, tra tua sorella Bianca e mio figlio Bastiano, lui ha sempre provato grande affetto per Bianca" Lorenzo sorrise
"Offerta accettata"
Gli uomini di Sforza spingevano l'ariete verso le porte.
Lorenzo le fece aprire, era con Cosimo e Sandro.
"Fermate gli uomini...Duca"
"Fatevi da parte Lorenzo...ho firmato un'accordo con vostro padre"
"Sono io a capo della banca e la vostra presenza è contro la legge"
"Mi date del criminale e vi aspettate che mi ritiri"
"Se lo fate scriverò una lettera, dirò che vi ho implorato di proteggere la città e che voi avete accettato la richiesta, sarete considerato un eroe, non un criminale"
"però il debito di mio padre non verrà ripagato, mentre viene meno il vostro potere sulla città"
"Troverò un'altro modo per salvare questa banca e questa città" Sforza guardò Lorenzo "peccato...questa impresa era molto invitante, ma la scelta è vostra Medici, buona fortuna" Sforza diede comando ai suoi uomini di tornare indietro.
"Ce l'hai fatta Lorenzo, hai salvato Firenze" Cosimo li disse
"Senza neanche tirare fuori la spada" continuò Botticelli
"Ho distrutto mio padre...obbligato i Priori ad agire paura, arriveranno nemici da ogni parte adesso" il Medici si girò e tornò a casa.
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