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Nine.

"È stato..."

"EPICO! GENIALE! MEGLIO DI QUANTO POTESSI ASPETTARMI!"

"In realtà sotto certi aspet-"

"Lascia perdere, è stato leggendario. E hai notato come rendeva il 3D?"

"Okay, è stato piuttosto spettacolare è vero. E gli attori sono fan-tas-ti-ci!"

Zayn era del tutto impazzito per il film. Totalmente. Quando si erano accese le luci, era stato il primo a balzare in piedi e a far partire l'applauso, sotto lo guardo stupito e divertito mio e di Harry. Dopo di che, aveva iniziato a tartassarmi su quanto fosse stato fantastico-meraviglioso-stellare ed eravamo ormai impegnati da più o meno un quarto d'ora ad analizzare ogni fotogramma del film quando Alex mi tirò la gonna per farmi intendere che era stanco e voleva tornare a casa.

"Harry, Alex è stanco, lo porto a casa" mi avvicinai al ragazzo che stava parlottando con un signore.

"April! Lui è mio zio Jeff"

Il famoso zio. Avrei dovuto inchinarmi a baciargli i piedi per l'opportunità che ci aveva offerto. Ricambiai la stretta di mano.

"Signore, non posso esprimere a parole quanto io le sia grata per averci invitati a questo evento. È stato probabilmente il giorno più bello della mia vita! Oh il film, il film è stato spettacolare, lo aspettavo da un'eternità e..."
April, ferma. Stai iniziando a blaterare. Lo zio Jeff mi guardava confuso, sorridendo.

"Per me è sempre un piacere. Poi per una volta che mio nipote mi presenta una ragazza... direi che è un affare di Stato!" mi rispose sogghignando.

Zac. Fitta di senso di colpa.
Avevo praticamente ignorato Harry tutto il giorno, prima perché avevo ansia per il film, dopo perché mi ero persa nel commentare lo spettacolo assieme a Zayn, mentre lui ci faceva compagnia, muto e sorridente.
Avrei voluto poterlo ringraziare a modo, avrei voluto fargli capire davvero quanto avevo apprezzato quel gesto, ma mi sentivo così inutile, in confronto a quello che lui faceva per me.
Harry mi prese per mano, accompagnandomi all'uscita, dove Zayn ed Alex ci aspettavano.
Mi accarezzò poi il viso, stampandomi un leggero bacio sulle labbra.

"Dopo passo a trovarti a casa, se ci sei. Ti va?" sussurrò. Annuii con la testa.

La realtà era che non mi andava affatto, sarei solo voluta tornare a casa, infilarmi nel mio pigiamone ed attaccarmi al telefono con mio fratello Joe per raccontargli ogni dettaglio di quella giornata. Ma lui aveva sopportato tre ore di film su nani, draghi, stregoni e hobbit, quando non ne sapeva nulla (e sospetto non avrebbe mai voluto saperne nulla), quindi io potevo anche stringere i denti e accettare di passare una serata con lui.
Presi quindi per mano Al, e mi incamminai verso la fermata della metropolitana, lanciando un veloce saluto a Zayn.

"Dove andate?"

"...a prendere la metro?"

Zayn rise. Doveva-piantarla-di-ridere.

"Ma sei scema? Dai, vi accompagno io, tanto i Tomlinson sono di strada. Non lo vedi che questo hobbit dorme in piedi?"

"Non sono uno hobbit! Sono uno stregone!" replicò Alex, assonnato.

Sia Zayn che io scoppiammo a ridere.

"Non vedo barbe bianche, grigie o marroni sul tuo facciotto, caro mio - dissi, mentre attraversavamo la strada - magari tra qualche anno".

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"Si è addormentato" sussurrò Zayn, dando un'occhiata allo specchietto retrovisore.

Mi voltai, trovandomi davanti un mini angioletto Tomlinson tra le braccia di Morfeo. In quei momenti mi veniva voglia di mangiarlo, da quanto era carino.
Le otto del sabato sera erano un inferno di traffico, per le vie di Londra. E noi ci eravamo chiaramente imbottigliati.

"Sarà meglio che avverta sua madre" sospirai, guardando le auto in coda fuori dal finestrino, scrivendo un sms a Johannah.

Quella situazione cominciava a rendermi irrequieta. Un conto era aver abbassato l'ascia di guerra con Zayn, un conto era doverci passare un tempo indefinito, chiusa in auto, da sola. Onestamente, ancora titubavo nel credere che "fosse cambiato" e tutte quelle storie là. Avevo accettato di buon grado le sue scuse perché non volevo rovinarmi il film e sembrava sincero, ma mi chiedevo come fosse possibile che fino a tre giorni prima mi avesse trattato peggio di un elfo domestico in Harry Potter, e adesso fosse tutto tranquillo e beato.
Mi girai leggermente per guardarlo. Fissava la strada accigliato e visibilmente irritato da quel traffico, tamburellando nervosamente le dita sul manubrio. La mascella, contratta per lo stress, seguiva un angolo pressoché perfetto, ed era ombreggiata da un filo di barba. Il naso dritto e le labbra increspate delineavano un profilo sinuoso e...
Basta April, cazzo. Basta.
Mi voltai di scatto verso il finestrino.

"Sai, apprezzo che tu abbia alzato bandiera bianca e mi abbia chiesto scusa, anche se sei un po' sospetto..." sbottai, rompendo il silenzio.

Lui si girò verso di me, con aria interrogativa.

"Sì dai. Guarda un po' mi chiedi scusa proprio il giorno dell'anteprima de 'Lo Hobbit'. Te l'ho detto, non mi lamento, però insomma. Ammettiamo che l'hai fatto per tornaconto personale, altrimenti Harry col cazzo che ti dava il biglietto?" iniziai ad alzare il tono della voce.

Zayn tornò a guardare la strada, mentre procedevamo a passo di lumaca.

"Quindi pensi che Harry mi abbia chiesto di scusarmi con te" affermò lapidario.

Alzai le spalle "Non è così? Dai, sii sincero".

"Ti ho chiesto scusa perché sono stato intrattabile, antipatico, e maleducato. E me ne rendo conto. Pensavo che dalle e-mail tu avessi capito di che pasta sono fatto, ma evidentemente ho dato un'impressione sbagliata".

"Davvero pensavi che potessi basarmi solo su un paio di mail? Okay, sì, via internet sei simpatico eccetera eccetera, e poi dal vivo mi tratti come se ti avessi ucciso il gatto. Permettimi di dubitare un attimo sulla sincerità delle tue scuse".

Frenò per l'ennesima volta, sbuffando. Poi abbassò lo sguardo, come se su quel volante rivestito in ecopelle ci fosse la risposta a ogni suo problema.

"D'accordo. Lo capisco. Però davvero mi dispiace - disse, alzando la voce - non mi comporto così di solito, okay? Chiedilo ad Harry, chiedilo a Tommo, chiedilo a chi ti pare. E voglio davvero esserti amico".

"E allora si può sapere, di grazia, cosa ho fatto per meritarmi un trattamento di tale riguardo, se adesso vuoi pure essermi amico?" replicai, sarcastica ed acida.

Non rispose. Riprese a fissare la sua sfera di vetro magica, che poi era il volante. Ma stavolta non sembrava avergli dato la risposta che cercava, perché continuò a stare zitto. Sospirai, ignorando il fatto che non mi avesse ancora risposto, e mi voltai a fissare le luci della città che si rifrangevano sulle auto in coda.

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Cercai di svegliare dolcemente Alex, che continuava a ronfare beato nonostante fossimo arrivati a destinazione. Il sonno pesante doveva essere una cosa di famiglia, considerato che anche Louis non era da meno.

"Aspetta, non svegliarlo. Lo prendo in braccio e lo porto su" disse Zayn, posandomi una mano sul fianco, facendomi sussultare.

Dopo quella sotto specie di discussione, che si era conclusa con una mia domanda lasciata senza risposta dal suo silenzio, nessuno dei due aveva più aperto bocca. Lui aveva acceso la radio, tenendola a basso volume, e ci eravamo limitati ad ascoltare un fastidiosissimo speaker che mandava in onda canzoni hip hop.
Zayn prese in collo Alex delicatamente, chiuse l'auto e ci dirigemmo verso l'ascensore. Ancora entrambi muti come pesci.

"Zayn Malik! Ma che sorpresa! Non ti vedo da quanto? Un anno, quasi? Dammi qua questo campione di dormite, vai."

"Salve Mark - rispose lui, lasciando che prendesse in braccio il bambino - eh già, sarà quasi un annetto che non ci vediamo, da Capodanno scorso!"

"Hai proprio ragione. I tuoi, tutto bene? Ho saputo che tuo padre ha vinto la causa..." bla, bla, bla. Le solite chiacchiere inutili di circostanza.

Staccai la spina del cervello, sorridendo al signor Tomlinson di tanto in tanto, per fargli credere di star ascoltando la conversazione tra lui e Zayn, quando in realtà rimuginavo su quello strano viaggio in auto. Non mi pareva di aver fatto una domanda tanto complicata. Insomma, volevo solo sapere perché diavolo mi aveva preso di mira, visto che, a detta sua, non era solito comportarsi così e soprattutto "voleva essermi amico" (cito testualmente).
Salutammo quindi i signori Tomlinson, per poi ritornare nel freddo pungente.

Mi sistemai la sciarpa al collo "Beh, è stato un piacere. Buona serata" dissi, rompendo il silenzio, non appena mettemmo piede fuori dal portone. Mi guardò confuso per un secondo.

"Dai, ti accompagno a casa. Si congela qua fuori."

"No davvero, non importa. Tanto prendo la metro e in poco ci sono".

Lui, ignorandomi completamente, mi aprì la portiera della macchina inchinandosi, mimando uno chauffeur "Prego, signorina, da questa parte" disse scherzando.

Ah, adesso era tornato di buon umore? Non ci capivo più un fico secco, quel ragazzo non ci stava dentro con la testa.
Sbuffai, per andarmi a rintanare nell'auto. In effetti quell'Alfa Romeo dai sedili riscaldati era una prospettiva migliore alla metro gelida.
Spiegai l'indirizzo al mio nuovo autista personale, e partì, diretto verso casa, iniziando a chiacchierare del più e del meno: dei Tomlinson, di Louis ed Oxford, di Jess. Insomma, chiacchiere per passare il tempo. Come se quella discussione di nemmeno un'ora prima non fosse mai avvenuta. Peccato che ancora io aspettassi una risposta.

"Vedi, alla fine non sono male, no? Puoi parlarmi tranquillamente senza darmi implicitamente della puttana" dissi ad un certo punto, interrompendo un suo sproloquio su True Blood, e facendolo sbiancare in viso.

"April, non so più come dirti che mi dispiace. E no, non so perché ti ho trattato male, l'ho fatto e basta. E sì, lo so, non è una risposta convincente e sì, potrai continuare a dubitare di me, ma per lo meno dammi la possibilità di dimostrarti che non sono un essere disgustoso come ti ho fatto credere nelle scorse settimane - sospirò, per riprendere fiato e raccogliere i pensieri - forse ero solo shoccato dal fatto che tu, ragazza della festa, fossi anche la ragazza delle mail e la casualità di tutto questo mi ha spiazzato, okay? Boh. Però sei una delle poche persone che conosco che se dico "Beda il Bardo" non pensano che stia parlando del barbone del quartiere..." concluse, quasi sfinito, mentre io scoppiavo a ridere.

Forse potevo fidarmi di lui. Cioè, gli avrei almeno dato una chance. E poi, aveva proprio centrato il punto: dopotutto lui era anche il ragazzo delle mail, e il ragazzo delle mail amava i miei stessi fumetti, i miei stessi telefilm, i miei stessi libri, i miei stessi film.

Il ragazzo delle mail è il tuo principe nerd-zurro.

Una vocina fastidiosa si insinuò. No. Questa idea del "principe nerd-zurro" doveva morire sul nascere. Non esistono principi azzurri, non esistono principi nerd, e soprattutto non esistono principi nerd-zurri. Quindi Zayn non è nessuno. E' solo un nuovo, potenziale, buon amico.

"Posso farti una domanda?" chiesi ad un certo punto, dopo essermi liberata di quel flusso di pensieri deliranti su principi e compagnia bella.

Zayn annuì sorridendo, canticchiando una canzone tamarra non meglio identificata. Sapeva anche cantare. Cioè, sapeva cantare bene. Avrei voluto strappargli le corde vocali in quel momento, da quanto era intonato.

"Ti ricordi alla festa di Liam, sul divanetto?"

Il suo sorriso mutò in una smorfia non meglio identificata, seguita da un mugugno di assenso.

"Bene, io non mi ricordo un piffero. Okay, mi ricordo che ci siamo seduti, mi ricordo vagamente qualche discorso su Star Wars e poi black-out totale. Jess però mi ha detto che abbiamo tipo... litigato? Ecco, ad essere sincera, ho sempre pensato che tu ce l'avessi con me per qualcosa che ho detto o fatto a quella festa" confessai.

Il suo viso contratto si sciolse in un'espressione sollevata.

"Nah, ricordo poco anche io. Comunque non credo che avessimo litigato. Magari abbiamo avuto un battibecco su Star Wars, chi se lo ricorda!" buttò là, non curante.

Non me la stava raccontando giusta. Com'è che prima era tutto sulle spine e contrito e poi, sbem, tranquillo e placido come un bradipo in letargo?

"Sei sicuro di non ricordare? Sicuro, sicuro?" incalzai, sporgendomi verso di lui.

Emise un risolino imbarazzato e nervoso, annuendo.
C'era qualcosa sotto, ed il ragazzo non sapeva minimamente mascherare la cosa. Che pessimo, pessimo attore. O forse ero io ad essere una grandissima detective, dopo anni di Sherlock Holmes.

Sospirai "Prima o poi scoprirò cosa è successo, a costo di torturare te e tutta la tua famiglia" risposi scherzando, stampandomi un sorriso sadico-inquietante in volto, suscitando l'ilarità di Zayn.

Che poi doveva smetterla di ridere, non lo avevo già detto?

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