CAPITOLO 11

MICHELE

Sono fuggito come un codardo, sono scappato via da me stesso, dai miei sentimenti così forti, così intimi.
Me ne vado in giro senza sapere dove andare, provo a dimenticare , ma il pensiero di  te, Annabelle è costante, fa rumore e non so se ciò faccia bene, non lo posso sopportare, voglio solo dimenticare.
Sei così bella, Annabelle e la tua bellezza mi uccide, mi disorienta.
Ti aspetto in sala prove.
Vado avanti e indietro. Mi siedo per terra e mi dondolo come un folle.
Poi mi alzo a riprendo a passeggiare per tutta l'aula.
All'improvviso la porta si apre ed entri tu mia dolce, selvaggia Annabelle.
Ho la gola secca, abbasso subito lo sguardo ma tu te ne accorgi.
«Si può sapere che problema hai?»
Incrocio le braccia al petto per proteggermi, per proteggere la mia anima dalla delusione, dalla sensazione di smarrimento che provo costantemente ogni volta che ti vedo.
«Ok, ci rinuncio....» Borbotti e il mio cuore si spezza.
So di essere un peso, lavorare con me lo è.
Sono sfigato, silenzioso. Non eccello in bellezza. Mi sento una nullità di fronte a te.
«Sei davvero in grado di lavorare? Continua Annabelle aspra.
Noto sul tuo viso un labile sorriso e credo, ne sono certo, che mi trovi divertente come un fenomeno da baraccone.
«Sì... sì... certo.» Balbetto.
Mi preparo al centro della sala, dobbiamo provare un passo a due e ciò mi rende ancora più nervoso.
Dovrò toccarti, sfiorare la tua pelle.
Non merito Annabelle.
Tu ti avvicini allo stereo e fai partire "Fai rumore" di Diodato.
Chiudo gli occhi e cerco di immaginare il tuo profumo, la delicatezza della tua pelle.
Ci guardiamo, Annabelle, ma in te vedo solo una misera compassione.
La canzone comincia lenta, i nostri passi sono distanti per poi esplodere e crea un vortice clamoroso.
Siamo sempre più vicini, siamo davvero vicini e io ancora non ci credo.
Tu ti lanci su di me  e io, con la mia agilità, ti afferro e ti alzo in una presa intensa ma anche delicata.
Scendi lungo il mio corpo. Ti sento tra le mie mani, Annabelle, ti accarezzo come vuole la coreografia.
Ma non la posso sopportare la tua vicinanza , fa male,  fa davvero male e io non resisto. Ti lascio andare e, di colpo, mi allontano da te.
Sento nella mia mente il caos che esplode, sento che non avrei mai dovuto sentire.
L'amore.