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Capitolo Extra III - Legame Diverso

La mattina del terzo giorno arrivò con il canto degli uccelli, Alita era arrivata in una piccola pianura coperta da alcune betulle e querce. La giovane si era appena seduta dopo un'estenuante battuta di caccia. La ragazza aveva percorso quasi cinque chilometri da sola ed era lontana dal suo villaggio.

Alita continuò il suo camminò finché non arrivò ad un piccolo ruscello, si avvicinò alla riva e prese dalla borsa di pelle la borraccia. Tolse il tappo di sughero e la riempì, bevve qualche sorso e sentì un rumore di zoccoli. Lentamente alzò lo sguardo e vide dall'altra parte del ruscello, a qualche metro di distanza, un giovane cervo. Alita lentamente si abbassò appoggiando la borraccia e la borsa sul terreno, prese il suo arco appoggiato sulla spalla e all'ultimo estrasse una freccia dalla faretra per incoccarla. La giovane mirò alla testa, ma il cervo alzò il muso e alla fine scappò via. Alita sospirò e si alzò, prendendo le sue cose. La giovane attraversò il piccolo ruscello e seguì la bestia, l'animale era distante e all'ultimo si fermò mangiando un po' d'erba. Alita si nascose dietro ad un cespuglio, sorrise con orgoglio e puntò la freccia contro la bestia.

Alita - Fermo - sussurrò.

Il cervo alzò di nuovo il suo muso e Alita scoccò la freccia, mancandolo. La bestia emise il suo rauco verso e corse via, allontanandosi dalla cacciatrice.

Alita si alzò e tentò di corrergli dietro, ma si fermò in mezzo a quella pianura, perdendo la sua preda. La fanciulla si sedette su una pietra e si toccò la fronte bagnata dal sudore, osservò i rami degli alberi. Chiuse gli occhi e cercò di alzarsi, ma qualcuno la chiamò.

"Alita... Alita... su vieni."

La giovane si alzò e fece qualche passo, avvicinandosi all'entrata di una grotta. Quella strana voce rimbombava nell'entrata della grotta, la giovane diede le spalle all'ingresso e si grattò il capo.

"Alita, vieni... torna da noi. Sì, da noi."

La giovane deglutì un po' di saliva e sentì dei sassolini scendere su quelle rocce, restò ferma finché il suo corpo non venne coperto da una gigantesca ombra. L'essere sembrava un enorme cane, grande come un orso e con il pelo lungo. La ragazza si voltò lentamente annusando una terribile puzza, Alita mise gli occhi su quell'essere e rimase stupita. Il muso della bestia era orrendo, i piccoli occhi verdi scrutavano la giovane, mentre le lunghe zanne affilate erano sporche di una strana bava verde. Sul dorso del cane c'era una creatura che viveva in simbiosi con esso, come se fosse un cavaliere incollato a quel corpo animalesco. L'essere era calvo e il suo corpo raggrinzito era coperto da alcune scaglie marroni, sul capo c'erano delle lunghe corna nere. L'essere non aveva la bocca ma tra le mani aveva una lancia. La giovane fece qualche passo all'indietro e sentì la bestia con il pelo nero ruggire.

Alita - Un Demone Minore delle belve... - sussurrò.

La ragazza strinse il suo arco e partì per una fuga immediata, la bestia ruggì e balzando da una pietra all'altra la inseguì. Alita attraversò il ruscello e continuò a correre, la bestia era molto veloce, la creatura raggrinzita indicò al cane di prenderla. L'animale tentò di morderla con i suoi denti affilati, ma Alita corse di lato ed evitò l'attaccò. La giovane saltò un tronco abbattuto e continuò la sua corsa, finché non trovò davanti a se un vicolo cieco fatto di rocce alte sei metri. La ragazza ansimò per la fatica, la bestia scivolò leggermente dietro di lei e lentamente si avvicinò. Il cane mostrò i denti affilati, Alita prese l'arco e incoccò una freccia, la mirò ad una zampa, quando scoccò la freccia colpì la zampa della bestia. L'essere con le corna nere indicò con la lancia di attaccare la sua preda, il cane deforme ruggì e cercò con tutte le sue forze di sbranarla viva. Alita chiuse gli occhi e s'inginocchiò tremando per la paura.

Ma in quel preciso momento un grido di rabbia riecheggiò vicino alla giovane e un poderoso corpo colpì il cane, facendolo rotolare di qualche metro. La bestia guaì per un paio di secondi ma poi si rialzò, mostrando i suoi denti, l'essere senza bocca strinse la lancia e incitò ad attaccare quella figura misteriosa. Il cane deforme corse contro il nemico e l'attaccò con le sue poderose zanne, la figura misteriosa era molto agile, saltò su qualche roccia e cercò di colpirlo. Alita aprì gli occhi e sentì ringhio dell'animale, prese il suo arco e si avvicinò a quello scontro. I due Demoni Minori stavano combattendo in mezzo agli alberi e ai cespugli, Alita deglutì un po' di saliva quando notò che il cane deforme stava attaccando il suo rivale con la pelle color vermiglio e le scaglie color avorio. L'essere che la stava difendendo aveva le corna ad ariete e i capelli gialli, il volto era dipinto con dei piccoli tribali verdi. Le braccia muscolose del demone erano ricoperte da alcune piccole corna. L'essere con i capelli gialli cercò di trafiggere il cane in un fianco, ma la bestia lo colpì con una zampa posteriore e lo fece rotolare di lato. Il demone giallo ansimò per l'ira, si fermò e si alzò immediatamente correndo contro la bestia. Le sue mani stringevano le due asce, il demone lanciò un'ascia, la quale roteò su se stessa e trafisse con violenza la spalla del demone con le corna nere. Il demone giallo saltò e andò contro al nemico, strinse l'altra ascia e decapitò la testa del suo avversario. Il sangue fuoriuscì come una fontana dal collo dell'essere, il cane deforme ruggì per il dolore, mentre la testa del suo padrone rotolò sull'erba. Il demone dai capelli gialli estrasse l'ascia dal cadavere e scese dalla schiena del cane deforme. Alita guardò la scena con incredulità, il demone dagli occhi gialli indietreggiò, facendo roteare le due asce. Il cane che era ancora vivo ruggì e colpì con la zampa il suo nemico, facendolo volare per qualche metro. Il demone giallo sbatté con violenza su un tronco di un albero. La giovane spalancò gli occhi e urlò dalla disperazione.

Alita - No, Bardus!

Alita estrasse un'altra freccia e la incoccò, respirò a fatica e mirò ad un fianco del demone nemico. Quando la scagliò mirando perfettamente al fianco, l'animale ruggì e si voltò verso di lei. Il demone giallo agitò la testa e si alzò prendendo le asce cadute accanto a lui, i suoi occhi gialli notarono la bestia avvicinarsi ad Alita. Bardus digrignò i denti appuntiti e corse contro l'animale che gli dava la schiena, si posizionò e lanciò una delle sue asce. L'ascia lanciata roteò su se stessa e colpì una spalla dell'animale, facendolo cadere a terra. Un guaito terrificante uscì dalle fauci del cane, Bardus si avvicinò ed estrasse dalla spalla l'ascia, saltò e si posò sulle spalle del cane deforme. Il demone alzò le due asce verso l'alto e lo trafisse più e più volte, mostrando rabbia e piacere allo stesso tempo. Bardus mise un piede sulla sua nuca e continuò il suo lavoro, il sangue sgorgò a fiotti sporcando le gambe e il petto del demone. La bestia vacillò e con un terribile tonfo cadde a terra, i suoi occhi erano aperti e opachi, la lingua violacea sporca di sangue e bava, uscì dalle sue fauci. Bardus diede un'ultima asciata e restò fermo, mettendo i piedi sul capo enorme del cane. Il demone giallo respirò con affanno mentre sorrideva di gusto per la sua vittoria, Alita lo guardò con timore. Il Demone Minore estrasse le asce dal cranio della bestia e scese da quel corpo, agitò leggermente le asce cercando di pulirle. La ragazza si avvicinò al muso del cane e con voce tremante parlò, era disgustata da quel cadavere.

Alita - È m- morto?

Bardus sospirò pesantemente e mise via le asce nei foderi che aveva legato sulla schiena.

Bardus - Sì.

Alita guardò il volto del demone, i piccoli tribali verdi che aveva sugli zigomi erano intensi. Bardus strinse un pugno e fissò la giovane, si avvicinò leggermente e calciò con rabbia il muso del cane ormai morto.

Bardus - Che ti dice quel cervello?! Sei un'incosciente, un'ingrata, una stupida! Se volevi morire per mano di un Demone Minore, potevi chiamarmi!!

Alita posò il suo arco sulla spalla e socchiuse gli occhi colmi di lacrime. La giovane abbassò il capo e si spostò, facendosi seguire dal demone, Bardus continuò a imprecare mentre si puliva le mani.

Alita - Non è colpa mia se tu non hai mantenuto la promessa!!

La giovane calciò alcune foglie e strinse i pugni, il demone sbatté le braccia sulle gambe e alzò la voce.

Bardus - Colpa mia?! Ma ti rendi conto di cosa stai dicendo?!

Alita - Oh, adesso dai a me la colpa?! Che ti costava venir con me? Avevi promesso di venire! Ma ovviamente una donna non è degna di cacciare con un Demone Minore!

Il demone era dietro di lei e pestò con il piede il terreno.

Bardus - Stai zitta! Sono stanco delle tue parole!

Alita strinse i pugni e si voltò avvicinandosi a lui, i due erano l'uno di fronte all'altro.

Alita - Allora perché sei venuto?! Ah?! Potevi lasciarmi morire, invece sei qui! Nessun ti ha chiesto di salvarmi! A te non cambierebbe nulla se ti parlassi ogni giorno, alla fine rimarresti zitto come al tuo solito. E non noteresti nemmeno i miei sguardi, per questo sei un idiota!

Il demone chiuse gli occhi e sospirò, Alita gli diede le spalle e incrociò le braccia.

Alita - Tutti ti temono, ma continui a venire quasi ogni giorno - si toccò la fronte - dici di non voler nessuno, ma quando vengo da te non mi mandi via. Stai zitto e attendi qualcosa che io non so. Fa male tutto questo.

La giovane si coprì la bocca e iniziò a piangere, si voltò e puntò un dito contro di lui, il demone socchiuse gli occhi con dolore. La sua espressione sembrava vacillare dal tono della ragazza, la sua mente percorse ogni piccolo istante del loro legame che era nato da alcuni mesi. Le sue mani tremarono, mentre osservava il volto della fanciulla. La giovane aveva le guance rosse sia per l'emozione d'amore che provava per lui che per il dolore del suo silenzio.

Alita - Che scopo ha tutto questo? Ah, Bardus?! Duemilacinquecento anni e non sai quello che vuoi! Ti odio! Hai capito?! Ti odio! - Urlò.

La giovane prese un po' di terra e gliela lanciò contro, lui stette fermo, fece qualche passo e lentamente si ritrasformò prendendo le sembianze di un umano. La ragazza aveva gli occhi chiusi e singhiozzava per il dolore. Il demone notò ciò e con passo deciso prese con le mani i polsi di Alita per fermarla, si piegò in avanti e la baciò, facendola indietreggiare. Il demone era nudo, poiché aveva gettato i suoi abiti sul terreno per trasformarsi. Alita continuò a maledirlo ad ogni pausa di quei baci, ma lui non ascoltò, la spinse con forza sul tronco di un salice piangente e le prese il volto con la mano. Alita avvinghiò il braccio sul suo collo e sfiorò i suoi capelli biondi, Bardus la baciò.

Bardus - Vorrei odiarti e rifiutarti, Alita... - sussurrò.

Il demone tolse tutti gli attrezzi che la giovane portava sulle spalle, per poi posarli sul terreno. Bardus deglutì e con la mano tolse le cinture delle sue asce, le sue armi si posarono accanto all'arco di Alita. Il demone sfiorò la guancia della giovane e parlò piano, vicinissimo alle sue labbra. Un sorriso lieve dipinse le labbra sottili, mentre i suoi occhi ambrati si muovevano per l'emozione.

Bardus - ... ma non ci riesco. Vengo da te per sentire la tua voce, i tuoi racconti, la tua quotidianità che per me non è concessa. - Deglutì - Non volevo giacere con te perché non era la carne a soddisfarmi ...

Lui piegò il viso e sentì il profumo della giovane.

Bardus - ... ma era la tua Essenza. Hai lo spirito di un guerriero e la calma di un capo. Ed io... maledico me stesso per questa voglia che ho su di te.

Alita sospirò e posò la fronte sulla sua.

Alita - Anche se le tue parole sono vere, i Demoni Minori non amano.

Bardus posò una mano sul tronco vicino al volto di Alita, strusciò il naso sulla sua guancia e prese il suo fianco sinistro, stringendolo. I loro corpi erano in contatto e vogliosi di quel sentimento che tanto temevano.

Bardus - Ti sbagli... se un demone prova amore. - Le sfiorò una guancia - difficilmente si fermerà a baciare e a unirsi alla sua compagna.

Alita - Sei un idiota!

Il demone rise leggermente e la baciò. I due continuarono a baciarsi finché il demone la voltò, posando il petto di Alita sul tronco dell'albero. La giovane alzò il mento, la mano destra di Bardus sfiorò una sua coscia, mentre le alzava la gonna. L'altra mano sfiorò l'addome e salendo sempre di più, le toccò un seno. Alita aprì la bocca per l'eccitazione, il demone bloccò con le gambe muscolose quelle di Alita e si inginocchiò leggermente. La sua mano destra sfiorò l'intimità della giovane, mentre le baciava il collo. Le mani di Alita si posarono sul tronco, vicino al volto. Bardus spostò la mano sinistra dal seno e prese la mano sinistra della giovane, poi posò la fronte sulla sua scapola. Dopo qualche secondo spostò la mano sinistra sulla coscia destra di Alita. Il suo petto era a contato diretto con la schiena di Alita, il demone si piegò e deglutì. La giovane spalancò gli occhi quando il suo amato, si unì a lei. Bardus respirò con fatica, mentre ondeggiava con lei, tirandole con quei gesti la gonna del vestito. Alita chiuse gli occhi e ansimò. Il demone lasciò la presa da lei, mentendo le mani sul bacino della fanciulla. La gonna del vestito arrivano sulla vita. Le mani del demone presero i bordi del vestito e lo tolsero dal corpo di Alita, per poi gettarlo sull'erba. Lui indietreggiò abbracciandola, finché i due caddero sull'erba e rotolarono.

Quando il sole era alto nel cielo la foresta si riempì della sua calma, tra i piaceri e i baci dei due, passò qualche minuto finché le voglie dei due amanti continuarono. Un picchio si posò su un ramo e continuò il suo lavoro, ma si spaventò quando sentì le voci delle due creature.

Alita era distesa a pancia in su, la sua mano sinistra stringeva con forza un ciuffo d'erba. I suoi occhi erano chiusi e il suo mento era rivolto verso l'alto, la schiena incurvata era bagnata dal sudore e la sua gamba destra era distesa sull'erba. Bardus l'aveva provocata per qualche minuto sfiorando i suoi delicati piaceri, l'uomo deglutì mentre i suoi capelli biondi si muovevano sul un lato del capo. Il demone era di fronte a lei e in ginocchio, il fisico muscoloso era teso, un rossore sulle guance dipinse il suo volto. La sua mano destra accarezzò con desiderio la coscia sinistra di Alita, poi si spostò, piegando la gamba per aver un po' di comodità. Al contrario la mano sinistra era appoggiata sull'addome della fanciulla, mentre i suoi occhi ambrati fissavano il suo ombelico. Il demone si morse le labbra e ansimò con piacere, mentre continuò l'unione con forza.

La giovane deglutì e seguì i movimenti del suo compagno, i capelli scivolarono sul suo corpo, mentre lo sentiva gemere. Alita aprì la bocca e fece un piccolo verso di dolore per quell'atto che non aveva mai fatto in vita sua. Il demone prese la gamba destra della giovane e l'avvinghiò al suo bacino, Alita sentì il suo corpo muscoloso fremere dalla voglia. Bardus guardò il cielo e posò una mano sul mento della giovane, Alita chiuse gli occhi e gemette con forza. Il demone tossì e si staccò da lei, sedendosi sul terreno. Lui aprì le mani e la invitò a prenderle, lei lo fissò tossendo e si spostò, prendendo le sue mani. La ragazza sorrise e lo baciò, il demone le sussurrò "un ti amo", sfiorò i fianchi della sua compagna e la posò a cavalcioni su di lui, unendosi ancora una volta.

Le sue ruvide mani sfiorarono la pelle morbida della ragazza, i capelli castani scivolarono sulla schiena. Alita posò le mani sulle sue spalle e alzò il mento chiudendo gli occhi, Bardus aumentò l'intensità dell'atto e guardò il suo petto, mentre lei urlava dal piacere.

Bardus - D-dimmi che mi ami!

Alita prese il suo volto e lo baciò ridendo, avvinghiò le sue braccia sul suo collo e morse le sue labbra.

Alita - T-ti amo, vecchio.

Lui rise un po' e le baciò il petto, mentre lei continuava a gemere. I due continuarono il loro atto e si fermarono dopo qualche ora.

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Poco dopo quando la sera arrivò i due amanti erano distrutti, i corpi accasciati a terra erano coperti dall'erba. Alita era appoggiata sul corpo di Bardus, mentre lui era a pancia in su. Il demone le stava parlando da un'ora, raccontandole che l'aveva sempre ascoltata e guardata di nascosto, la strinse in un abbraccio e le accarezzò i capelli. Alita sorrise e gli sfiorò il petto con le dita, ma un turbine di pensieri negativi cambiò il suo umore. Lui se ne accorse e la guardò con preoccupazione.

Bardus - Ti sento agitata... cos'hai?

La ragazza posò una mano sulle labbra e socchiuse gli occhi, le sue guance arrossivano.

Alita - Mi stavo chiedendo, perché non sei venuto a caccia con me?

Lui sospirò e sfiorò il viso della giovane, aprì la mano di fronte a lei e la fanciulla posò la sua.

Bardus - Sono stato invocato da dei Cavalieri. Mi volevano per sfruttare le mie doti. - Sospirò - Essendo un demone guerriero vengo invocato per questo. Non posso farci niente.

Alita - Capisco.

Bardus - Aspettami qui... ho una cosa per te.

Lui la spostò e si alzò andando a prende, a qualche metro di distanza, i suoi abiti. Quando tornò aveva in mano dei vestiti e un borsellino in pelle. Il demone si sedette accanto a lei e aprì il borsellino.

Bardus - Girati.

La giovane lo guardò male ma alla fine si voltò dandogli le spalle. Bardus spostò i suoi capelli castani su una spalla. Alita sentì un tintinnio e restò ferma, osservò le mani di Bardus avvicinarsi al suo petto e capì che le stava legando qualcosa attorno al collo, una collana.

Bardus - Di solito i Demoni Minori non regalano mai oggetti preziosi. Conosco un mio allievo che morirebbe pur di non dare una moneta ad un umano, un demone alquanto fastidioso e subdolo. - Rise un po' - Ma beh... per le nostre compagne si può fare un'eccezione.

Alita guardò la catenina d'argento e la pietra turchese, le sue mani tremarono.

Bardus - Sei sempre stata una chiacchierona Alita e anche se non mostravo le mie risposte, io ti ascoltavo. So bene che ami le preziosità del continente Aglaia, soprattutto i cristalli che si trovano lì. Volevo dartelo da un po' di tempo...

Alita prese la pietra e lo guardò, posò una mano sul suo volto. Bardus chiuse gli occhi e sospirò.

Bardus - Sono stanco di passare la mia eternità con la mia solitudine. - Aprì gli occhi - Stanco di rifiutare i tuoi occhi e la tua voce, promisi a me stesso di non accettarti, di rinnegare tutto ciò... ma non ci sono riuscito. Ho visto in questi secoli molte: persone, guerrieri, Cavalieri e i miei stessi simili. Ma mai... credevo di trovare una donna come te. So bene che per noi non è possibile amare e molti morirono per questo peccato.

Lui le accarezzò il volto e le sussurrò.

Bardus - Ma... mi sbagliavo. Forse il mio allievo e amico aveva ragione sull'amore.

Il demone sfiorò le labbra della sua compagna e sorrise.

Bardus - Sei l'arma e l'Essenza che ogni guerriero vorrebbe avere, Alita. E per quanto ti possa amare - accarezzò il volto di Alita - il mio cuore sarà sempre tuo. Ti prometto una cosa. Se un giorno la morte giungerà per te, io ti raggiungerò in qualsiasi modo. Un'eternità senza di te, non avrebbe senso.

Lei iniziò a piangere e lo baciò, i due rimasero in quel posto per alcuni giorni finché non tornarono al villaggio.

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