Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Capitolo 67 - Asce e Sangue

SECONDA PARTE del Capitolo

Le urla di dolore echeggiarono nel Villaggio dei Buii, il fumo che nasceva dalle tende bruciate, si elevò nel cielo. I pini e le betulle coprirono quell'orrore, i cadaveri degli Angeli e degli umani erano ammassati accanto ai loro rifugi e dimore.

Electre ordinò ai suoi Cavalieri alati di mirare con archi e le frecce la schiena della bestia. I cuccioli cercarono di distrare il nemico, ma il Demone Maggiore diede alcune codate e ne ferì alcuni. La bestia camminò lentamente di fronte a Fulke, l'uomo respirò con affanno, gli occhi gialli erano tinti di rabbia. Il tatuaggio sul braccio era di un intenso giallo accesso, Rubellius fissò i due e si diresse verso Electre. La donna si voltò sentendo la sua voce, il Demone Maggiore attaccò di nuovo, ignorando le vittime e scagliandosi contro il mezzo-demone.

Rubellius – Dannazione! Dimmi che c'è un modo per mandarlo via!

Rubellius prese un braccio dell'Angelo della Sapienza, la donna si morse le labbra e si avvicinò ai suoi uomini. Indicando al demone rosso il Demone Maggiore. La donna era sudata e tesa, i suoi Cavalieri urlarono per mirare gli archi verso l'alto.

Electre – Se è stato invocato da Varsos l'unica soluzione è mandarlo via con la Magia Bianca.

Rubellius imprecò mentre il suo amico schivava le zampate della bestia, Fulke rotolò per terra e schivò la coda appuntita. Electre si avvicinò a Enyalius e a Hippokràtes, Rubellius la seguì. I due uomini erano accanto a una tenda azzurra, Hippokràtes stava organizzando i suoi allievi per la cura dei feriti. L'Angelo si pulì le mani strofinandole sulla tunica blu, i suoi occhi indaco erano spalancati ma concentrati sul suo lavoro. Enyalius imprecò e indicò con la lancia i suoi uomini, urlando e dirigendo l'attacco. La donna corse da loro e alzò la voce, strinse l'elsa della sua spada con tensione.

Electre – Fratelli dei Sacri Doni! Dobbiamo spedire quella immonda creatura nella Dimensione Deiouona. Sapete benissimo cosa dobbiamo fare!

I due uomini si voltarono e si avvicinarono alla donna, Hippokràtes era titubate poiché era un incantesimo potente e difficile da gestire. Al contrario Enyalius era pronto.

Enyalius – Non c'è altra soluzione.

Hippokràtes – Ma è da due secoli che non usiamo quell'incantesimo di Magia Bianca.

Electre li guardò con fierezza, il medico sentì ancora le urla di Fulke combattere la belva. Hippokràtes sospirò e alla fine annuì, l'uomo calvo con la treccia nera aprì le ali e spiccò il volo, Electre e Enyalius fecero lo stesso, Rubellius li osservò verso l'alto. I tre si avvicinarono a qualche metro distanza al Demone Maggiore.

Hippokràtes – Spero che l'incantesimo che attueremo possa resistere. Lo sapete benissimo che servirebbe tutti gli Angeli dei Sacri Doni per renderlo potente!

Electre si avvicinò a Hippokràtes e prese la sua mano, lo stesso fece Enyalius. Le ali dei tre erano maestose, Rubellius deglutì e osservò gli Angeli dei Sacri Doni.

Electre – Lo so, ma tentare e fermare questo scempio, è l'unico modo.

Enyalius – Per una volta sono d'accordo con te, Angelo della Sapienza.

I tre chiusero gli occhi e alzarono il mento, rilasciarono un respiro e iniziarono a parlare nella loro lingua. Delle scintille d'oro sfiorarono le braccia e le mani delle creature, un'intensa luce dorata si sprigionò sulla loro pelle. I tribali bianchi coprirono le loro braccia e i loro volti. Le ali erano così lucenti che Rubellius indietreggiò per il timore d'essere colpito da quella magia. I Cavalieri e i feriti osservarono i loro Signori con meraviglia, perfino i cuccioli restarono pietrificati da quella purezza. Rubellius si morse le labbra e corse verso i cuccioli, agitò le mani e li chiamò nella sua lingua.

Rubellius – Cuccioli! Spostatevi o vi uccideranno!

I cuccioli osservarono l'anziano e corsero via, non volevano quella luce, non volevano minimamente quel dannato splendore. Alcuni si nascosero dietro agli alberi e alle tende ancora intatte. Un silenzio placido sfiorò il campo dei piumati, un suono stridulo provenne dalle tre creature, la luce abbagliante aumentò la sua intensità, finché i tre aprirono gli occhi. Le pupille erano d'oro e le loro voci erano basse, il Demone Maggiore si voltò sentendo gli Angeli e fu in quel momento che Fulke lo ferì ad un fianco. Il demone ruggì e diede una codata all'uomo, facendolo sbattere su un tronco di un albero. La gente del villaggio osservò con orrore il capotribù, Idis era a qualche metro di distanza da suo marito, si coprì la bocca con la mano e tentò di correre da lui, urlando disperatamente il suo nome.

Idis – Fulke!

Le donne la fermarono, mentre i suoi figli erano con un'anziana. La magia dei tre Angeli si espanse, finché un raggio bianco si scagliò contro alla bestia. Il Demone Maggiore vacillò e la sua pelle squamata iniziò a sgretolarsi. Fulke scosse la testa e riprese le sue armi, la Magia Bianca che stavano usando gli Angeli riusciva a indebolire il demone ma non a esiliarlo nella sua Dimensione. Fulke si alzò lentamente e deglutì, aprì leggermente la bocca e strinse i manici delle asce. Rubellius si avvicinò ad un Cavaliere alato e urlò, indicando il Demone Maggiore.

Rubellius – Perché non sta scomparendo?! I Demoni Maggiori non possono stare in questa terra per troppo tempo!

Il Cavaliere alato con una ferita al braccio parlò velocemente.

Mirco – Per esiliarlo c'è bisogno degli altri Angeli dei Sacri Doni. Lo stanno rallentando e indebolendo, ma non resisteranno ancora per molto.

Rubellius imprecò spostandosi i capelli dal volto, camminò accanto all'Angelo dai capelli neri e dagli occhi azzurri.

Mirco – L'unica soluzione è ucciderlo. Ma...

Rubellius tentò di andare verso Fulke per dargli umano, ma Mirco lo prese per un braccio e lo fermò.

Mirco – Non andare! Se toccherai quel raggio di Magia Bianca, morirai!

Rubellius strinse i pugni e guardò Fulke schivare un'altra zampata. Il mezzo-demone si spostò di lato, combattendo all'interno della piazza del villaggio. Il Demone Maggiore anche s'era abbastanza debole continuò la sua battaglia, tentò di azzannare un braccio di Fulke, ma egli si spostò, rotolando verso destra. I rami attorno al villaggio si mossero a causa del vento e della magia, la luce bianca coprì il terreno, un tetto di una capanna crollò. Il Demone Maggiore girò attorno a Fulke e l'osservò, mostrando i lunghi denti affilati. Il capo villaggio digrignò i denti e imprecò nella lingua dei demoni. La bestia mosse la coda con il pungiglione e graffiò il terreno fangoso, si piegò in avanti e balzò, Fulke si spostò appena in tempo per evitare l'attacco. L'uomo corse di lato, evitando un'altra zampata. L'essere si voltò e tentò di morderlo, il capotribù scivolò sotto all'addome della belva. Fulke rotolò sporcandosi di fango e si rialzò, mettendosi vicino al fianco della creatura, l'uomo gli colpì la zampa posteriore con un'asciata laterale. La bestia vacillò a causa della ferita e della Magia Bianca, un fiotto di sangue violaceo fuoriuscì, bagnando il terreno. Fulke evitò un'altra zampata alla sua sinistra e scivolò verso destra, avvicinandosi al muso della belva. L'essere cercò di corre contro di lui, e con la coda lo colpì di nuovo facendolo volare due metri. L'uomo cadde a terra e rotolò vicino al recinto degli animali. Fulke tossì e mosse la testa, la belva gli corse incontro, il mezzo-demone si piegò con le gambe e prendendo una delle asce cadute, attese il momento adatto per colpire il muso dell'essere. Quando la belva fu a pochi metri da lui, Fulke piegò le ginocchia di lato e diede un'asciata laterale sul muso della creatura. Trafisse gli occhi del Demone Maggiore. L'essere impennò per il dolore e ruggì, Fulke prese l'altra ascia e corse per colpire di nuovo quella zampa malconcia. L'uomo alzò l'ascia nella sua mano destra e infierì il colpo, i suoi occhi gialli erano spalancati e un ghigno di rabbia dipinse la sua bocca. La lama tagliente tagliò la carne del Demone Maggiore e un fiotto di sangue fuoriuscì. Il demone cadde di lato e ruggì per il dolore, Fulke alzò entrambe le asce verso l'alto e con un taglio deciso, tranciò di netto la zampa ferita. Il Demone Maggiore ruggì dal dolore e tentò d'alzarsi. La creatura si voltò e mostrò i denti al mezzo-demone, cercò di graffiarlo con la zampa anteriore, ma Fulke si spostò appena in tempo. Il mezzo-demone approfittò della debolezza del suo nemico per ferire la zampa che voleva ucciderlo. Fulke saltellò all'indietro e prese le distanze, mosse un ascia sporca di quel sangue e la lanciò con forza verso il muso del demone. La lama roteò su se stessa e si conficcò con precisione sul cranio della belva. L'essere leonino ruggì di nuovo per il dolore, Fulke respirò con affanno e si avvicinò lentamente alla sua vittima. La creatura si sorresse con le zampe ancora sane e lo attaccò di nuovo. Fulke lo evitò, la zampa anteriore, precisamente la sinistra, tentò di graffiarlo, ma quando la posò sul terreno, il mezzo-demone diede due colpi decisi e la tranciò di netto. La belva cadde di nuovo, provocando un terribile tonfo. Il Demone Maggiore mostrò i denti e attacco con la zampa destra. Lui si spostò osservando la sua vittima. Fulke gli girò attorno, era serio e colmo di rabbia. L'ascia che era nel cranio del Demone Maggiore era sporca di sangue, l'animale ruggì e mosse la coda, tentando di colpire l'uomo. Fulke si morse le labbra e corse, saltò verso il muso ed estrasse l'ascia nel cranio, l'uomo posò un piede sulla fronte della belva e si diede una spinta all'indietro per atterrare sul terreno. Il sangue uscì dalle lunghe ferite e bagnò il volto dell'uomo, Fulke rotolò a destra evitando un altro attacco della belva. Il suo corpo animalesco era bagnato dal suo stesso sangue, la pozza di quel liquido violaceo si estese. Fulke osservò per alcuni secondi la sua preda e sorrise con malignità, poi si posizionò di fronte alla testa dell'essere. La belva lo guardò ormai in fin di vita, Fulke deglutì e alzando le asce verso l'alto, lo colpì con delle potenti asciate. Il movimento era deciso e potente, le asce colpirono il Demone Maggiore una ventina di volte, mentre dei spasmi indicarono la sua morte. Gli occhi della creatura erano diventati opachi e la lingua gialla era uscita dalle sue fauci. Il mezzo-demone continuò con ira, sotto agli occhi del suo popolo. Il sangue fuoriuscì ad ogni colpo, sporcandosi il volto dell'uomo. La puzza di quella sostanza violacea era insopportabile.

Gli Angeli dei Sacri Doni conclusero la loro magia e osservarono la scena con orrore. Electre si coprì con la mano libera la bocca, mentre Hippokràtes e Enyalius erano impressionati. L'energia bianca scomparve, permettendo a Rubellius di avvicinarsi al villaggio. Fulke continuò a dare delle asciate, e urlò con ira. Quando finalmente finì, respirò con affanno, alzando e abbassando le spalle con lentezza. Abbassò le lame e inarcò la schiena, il suo volto era sporco dal sangue e gli occhi gialli rappresentavano la sua rabbia. L'uomo diede un calcio sul cranio della belva e imprecò. Fulke si spostò e salì sulla schiena del Demone Maggiore, per poi sedersi alla fine. Guardò con freddezza gli Angeli e mosse lentamente le asce.

I tre Angeli dei Sacri Doni atterrano nel loro accampamento, rimanendo basiti da quella visione. Electre si avvicinò a Rubellius, mentre gli altri due aiutarono e ordinarono i propri Cavalieri a soccorrere i feriti.

Electre – Io... non ho mai visto una creatura uccidere un Demone Maggiore.

Rubellius fissò l'amico e poi Electre.

Rubellus – Io sì. Fulke non è un demone puro, per questo la vostra Magia Bianca non l'ha scalfito. E poi non è il primo ad aver ucciso un Demone Maggiore.

Electre – Chi poteva essere?

L'espressione della donna mostrava incredulità e stanchezza, il sudore bagnava la sua fronte e i tribali bianchi dipingevano ancora la sua pelle. Rubellius controllò con uno sguardo i cuccioli e si avvicinò al villaggio, indicando Fulke.

Rubellius – Suo padre. Per questo era rispettato nella mia gente. Era uno dei pochi anziani ad aver ucciso due Demoni Maggiori.

Electre rimase di sasso da quella risposta, Rubellius corse dall'amico evitando i cadaveri dei suoi compaesani. I suoi passi si avvicinarono al cadavere dell'imponente felino e quando si mise di fronte a Fulke, restò in silenzio. L'uomo guardò il suo mentore senza dir una parola, piegò la gamba mentre era seduto su quella schiena squamata.

Rubellius – Fulke...

Fulke conficcò le lame sulla schiena della belva e posò un braccio sul ginocchio.

Fulke – Questo è l'ultimo affronto, Rubellius.

Rubellius – Lo so, amico mio.

Rubellius appoggiò le mani sui fianchi e restò in silenzio. Fulke si toccò il mento con la mano e guardò i cadaveri della sua gente.

Fulke – Voglio vendetta! Voglio massacrare quei traditori, voglio le loro teste!

La voce dell'uomo era forte e decisa, i capelli erano bagnati dal sangue violacee e gli occhi erano due soli incandescenti. Per un momento Rubellius ebbe l'impressione di parlare con Bardus, ma sapeva perfettamente che non era così.

Rubellius – Ed io non te lo impedirò. Combatti al mio fianco per l'ultima volta.

I due erano seri, il demone rosso mostrò la mano e attese. Fulke estrasse le asce e le infilò nei foderi, posti sulle spalle. Guardò la mano di Rubellius e alla fine la strinse, il demone rosso diede due sberle leggere sul volto dell'amico e sorrise. Rubellius e Fulke si staccarono e guardarono gli Angeli, i cuccioli si avvicinarono lentamente al cadavere del Demone Maggiore.

I due uomini si allontanarono dalla belva e si avvicinarono ai sopravvissuti. I cuccioli risero e squartarono il Demone Maggiore per il loro divertimento. Il popolo dei Buii osservarono con timore il capo villaggio, posizionandosi intorno a lui. Fulke si pulì il volto con la mano sporca di fango, chiuse gli occhi, abbassò il capo. La gente si avvicinò, posando le loro mani tremanti sulle spalle dell'uomo. Rubellius si allontanò osservando il ringraziamento della gente dei Buii verso il loro capo. Fulke aprì gli occhi e tremò per lo stupore di quel gesto. Quando i sopravvissuti si allontanarono leggermente dal suo corpo, Idis si avvicinò a suo marito. I due erano l'uno di fronte all'altro. L'uomo aprì leggermente la bocca e la guardò con tristezza, odiava se stesso per la parte maligna di suo padre, si era promesso che non  avrebbe mai mostrato le sue terribili gesta alla moglie. Idis tentò di prendergli le mani, gli occhi verdi erano lucidi per il  dolore. Fulke fece qualche passo indietro e abbassò lo sguardo, evitando quel tocco.

Fulke – No... ti prego – sussurrò.

Idis si morse le labbra e lo abbracciò, avvinghiandosi al suo collo. La donna iniziò a piangere, Fulke restò stupito.

Idis – Temevo di averti perso, amore mio – singhiozzò con voce tremante.

L'uomo l'abbracciò con un braccio e baciò la nuca della donna. Il mezzo-demone prese il suo volto con la mano e le sfiorò una guancia, posò la fronte sulla sua e deglutì. La donna sfiorò con le dita la guancia di suo marito e lo baciò, sporcandosi leggermente di sangue. Rubellius fissò i due e socchiuse gli occhi, abbassò lo sguardo e toccò con la mano il ciondolo con la boccetta e il portafortuna di Clizia.

Quando la battaglia si concluse e la notte arrivò, gli Angeli e il Villaggio dei Buii posarono i loro amici, famigliari e guerrieri su un campo sacro del villaggio. Le querce e i pini coprirono quel luogo, mentre un vento leggero spostò i rami. Gli Angeli pregarono in silenzio, tendendo in mano delle torce, mentre Fulke, sistematosi dalla battaglia mostrò le mani e diede la benedizione del suo popolo. Due culture diverse con due credenze distinte stavano onorando i loro caduti, Electre si sentì fiera di essere accettata dal capo tribù e provò compassione per il suo dolore. Melite, Macaone e Galene furono chiamati dal rifugio dopo la battaglia e portarono con loro Nepius. Erano stati avertiti di chi aveva fatto la spia, un Angelo di Varsos che si era intrufolato tra di loro per ricavare qualche informazione. Enyalius ordinò ai suoi uomini di imprigionarlo e di ucciderlo la mattina seguente, l'Angelo della Battaglia odiava i traditori in qualsiasi ambito.
Gli Angeli conclusero le preghiere e lasciarono che le donne dei Buii, posassero dei fiori e delle perle sulle tombe dei loro cari. Fulke chiuse gli occhi e finì di dar la benedizione dei loro antenati. Idis si mise di fianco a suo marito, tenendo le mani di Götz e Alida. Nessuno meritava quell'angoscia, nessuno doveva soffrire in quel momento. 

-------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Avviso: Spero di non dire una cavolata... ma dai conti fatti mancheranno, quattro-cinque capitoli alla fine.  ç.ç Mannaggina. 
 


Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro