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Capitolo 59 - Essenza Tradita

PRIMA PARTE del Capitolo

Vent'anni prima.

Un fresco venticello sfiorò le cime degli alberi nella Dimensione Sirona. Gli animali dal manto bianco vivevano con tranquillità all'interno di quelle isole galleggiante. Il liquido dorato che sgorgava alla base delle isole creò le nuvole del cielo. Gli Angeli non osavano disturbare gli animali né cibarsi della loro carne, poiché farlo avrebbe portato ad un peccato spirituale. Soltanto i Nefilim, essendo metà umani, potevano mangiare la carne degli animali. Le dimore splendevano con meraviglia. All'interno di un palazzo, precisamente in una Sala di Meditazione, un profumo d'incenso si propagò rilassando l'Angelo che stava meditando. Le pareti bianche erano decorate con alcuni affreschi in oro e smeraldo. Nella Sala c'erano dei lunghi tappeti oro, dove gli Angeli potevano sedersi a meditare. La luce entrava nelle lunghe vetrate, mentre si avvertiva lo scrosciare dell'acqua nelle piccole fontane a muro.

Erastos era seduto con le gambe incrociate su un tappetto rosso, le mani erano appoggiate sulle ginocchia. Il suo volto esprimeva serenità e pace, gli occhi chiusi erano coperti dalle ciocche ondulate e castane. Le labbra carnose accennarono un sereno sorriso, mentre respirava lentamente. Le ali era semiaperte, le piume bianche all'esterno erano morbide mentre l'interno grigio era dipinto dalle macchie azzurre. L'Angelo alzò il mento, il suo corpo atletico era coperto da una tunica turchese. La Chiave del Tempo che aveva al collo sbrilluccicava. Erastos aprì leggermente la bocca e sentì un formicolio sulle braccia, i tribali bianchi comparvero sulla pelle. L'Angelo sfiorò la chiave con le mani e mugugnò, le sue ali si aprirono completamente e iniziò a parlare lentamente nella sua lingua. Un eco di passi s'inoltrò nella Sala di Meditazione, una voce maschile lo chiamò interrompendo la sua concentrazione.

Varsos - Mi dispiace interrompere la tua meditazione, Erastos. Ma...

Il Generale si avvicinò all'amico con preoccupazione, Erastos chiuse le ali e aprì gli occhi indicando con la mano un posto per Varsos. L'amico dalla tunica blu si sedette alla sua sinistra e incrociò le gambe. Erastos sospirò e guardò il soffitto impreziosito di diamanti e smeraldi.

Erastos - Se sei venuto qui, amico mio. C'è qualcosa che ti turba.

Varsos annuì, il viso severo e freddo mostrò una tremenda espressione. Le ali dell'Angelo erano chiuse, le piume dal verde muschio erano piccole rispetto a quelle di Erastos. Gli occhi verdi del Generale si socchiusero, mentre si toccava con ansia il suo dread decorato con delle perline in oro.

Varsos - Molti pensieri mi turbano, amico mio. Di solito non chiedo un aiuto poiché amo cavarmela con le mie mani - deglutì - ma se vengo da te è per aver un confronto, un consiglio e un pensiero diverso dal mio. - Fissò il volto tranquillo dell'amico - Ieri ho parlato con alcuni Comandanti, su ciò che mio nonno mi disse e della sua idea. - Sussurrò - Secondo lui la nostra eterna razza, poteva vivere in eterno e questo pensiero è stato ben accettato da molti Comandanti. Ormai non è più un segreto che alcune idee del nostro mondo... scartino l'utilizzo dei Nefilim.

Gli occhi marroni di Erastos fissarono il volto quadrato dell'Angelo, la sua espressione mostrava preoccupazione e timore.

Erastos - Pensi che non utilizzando i Nefilim, possiamo gestire l'interno universo? Le cose che disse tuo nonno non sono così semplici, amico mio. Per quanto mio padre rispettasse le sue gesta non riteneva giuste le sue idee.

Varsos - Posso comprendere il suo punto di vista, ma pensi che sia stato facile per mio nonno vedere nella quattrocentesima guerra tra i Demoni Minori la morte di così tanti Nefilim? - Sospirò - Se potessimo vivere senza di loro, la nostra razza diverrebbe più forte, più saggia e meno... peccatrice. Potremmo dar loro la libertà, sarebbe un'ottima idea.

Erastos accennò un sorriso e posò una mano sulla spalla di Varsos.

Erastos - Non ho mai dimenticato sui testi sacri le gesta di tuo nonno e di ciò che vide in quella guerra. Essendo suo nipote mi rende onore essere tuo amico e se decidessi d'affidare la mia Essenza, lo farei. Ma... ciò che chiedi - sospirò - non può essere attuato. Ciò che vorresti cambierebbe le leggi naturali del creato. Noi abbiamo bisogno dei Nefilim tanto quanto loro hanno bisogno di noi. Come ti disse Melite in una Riunione Celeste.

Varsos appoggiò la mano sinistra sulla mano dell'amico e incurvò la schiena.

Varsos - Ma cerca di ragionare, amico mio. Se rendiamo liberi i Nefilim, nessuno di loro verrebbe sfruttato e potremmo rovesciare la nostra Dimensione contro quella dei Demoni Minori e Maggiori. Sovranità, gloria, onore - sorrise.

Erastos tolse la mano dalla spalla dell'amico e guardò le pareti.

Erastos - Non è onore né gloria ciò che citi. Andrebbe contro l'intero universo. - Deglutì -Dopotutto anche noi moriamo. - Socchiuse gli occhi - In fondo dopo questa vita possiamo prendere due forme che i più piccoli Angeli sanno. Lo sai bene che se compiamo gesta onorevoli, possiamo diventare delle costellazioni, al contrario diverremmo degli eterni buchi neri. - Guardò le vetrate - Fa parte della vita, fa parte del Tempo.

Varsos guardò il tappetto con rabbia.

Varsos - Non la vedo come te, amico mio.

Erastos - Ed è giusto vederla diversamente, anche se non sono d'accordo.

I due uomini si alzarono dal loro posto e osservarono la Sala. Varsos posò le mani sui fianchi e accennò un sorriso, Erastos mise le mani dietro alla schiena e guardò le piante rampicanti sulle pareti.

I due si conoscevano da alcuni secoli e non si separavano mai da una battaglia, una riunione. Varsos non mostrava mai le sue debolezze con gli altri Angeli, tranne che con Erastos. Il padre di Clizia non aveva molti amici e gli unici ad ascoltare le sue parole erano gli Angeli Dei Sacri Doni e Varsos. Erastos e Varsos durante i pomeriggi si ritrovavano nelle Sale D'Allenamento per allenarsi e gestire meglio i conflitti interni degli Angeli più giovani. L'uno non poteva fare a meno dell'altro, Erastos non lo vedeva mai come un semplice soldato, ma come un eterno fratello.

Erastos - Se non avessimo più eredi non potremmo raccontare la nostra amicizia, le battaglie, gli studi nei libri antichi, gli infiniti aiuti posti al pianeta Terra e al pianeta Astrea. - Deglutì - Non potrei dire a mia figlia di come ti ho conosciuto - rise piano - dove mi salvasti in una battaglia contro tre demoni.

Varsos incrociò le braccia e sorrise.

Varsos - Non ti tradirei mai. Sei come un fratello per me. A proposito...

I due camminarono uscendo dalla sala e percorrendo in un lungo corridoio con le pareti bianche.

Varsos - ...la piccola erede come sta?

Erastos si diresse con l'amico in un'altra Sala. I due si fermarono vicino all'arcata d'entrata e osservarono i Nefilim che si occupavano dei piccoli Angeli. Molti palazzi avevano delle Sale che ospitavano i Nefilim. Dove gestivano la propria prole e si aiutavano a vicenda. I Nefilim indossavano solitamente una veste blu. Al contrario i piccoli Angeli avevano dei vestiari bianchi, d'avorio o azzurri. I due Angeli entrarono nella Sala, i Nefilim li osservarono e abbassarono il capo. I bambini Angeli continuarono a giocare.

Erastos - Te la presento.

Una giovane Nefilim con i capelli biondi era seduta su un tappeto blu, tra le braccia aveva Clizia. Erastos e Varsos si fermarono di fronte alla Nefilim, i quali osservarono quel fagottino che continuava ad emettere dei vocalizzi. La giovane Nefilim abbassò lo sguardo e dondolò la neonata. Erastos si piegò per prendere sua figlia tra le braccia. Varsos osservò la creaturina e deglutì, non accettava che il suo amico si unisse ad un'umana. Erastos sistemò la veste blu di sua figlia e le sfiorò il naso, la piccola prese il dito del padre e rise. Varsos mugugnò sfiorandosi le labbra con le dita.

Varsos - Ricordo quando mi hai detto di quell'umana.

Erastos guardò l'amico con gioia, non nascondeva nulla a Varsos. Il Generale alzò un sopracciglio con dubbio e severità.

Varsos - Mi chiedo come hai potuto unirti ad una donna che non è una Nefilim.

Erastos sospirò e il suo volto cambiò espressione, sembrava molto irritato.

Erastos - Ho potuto perché lei ha visto ciò che tu hai sempre conosciuto in me. Lo sai perfettamente che sono molto riservato e silenzioso. Tu hai un carattere espansivo, Varsos. Tu sei il primo a mostrare le tue opinioni, le idee, le gioie verso gli Angeli. Io non sono così...

Varsos accennò un sorriso e guardò la piccola.

Varsos - ... espansivo. È vero sei molto abile con la spada, ma sei sempre stato un Angelo riservato. Perfino le donne ti scartavano per la tua timidezza. Invece con quell'umana è diverso?

Erastos al pensiero di Arabella si illuminò, le guance presero un colore roseo, Clizia mosse le manine e sbadigliò.

Erastos - Arabella è diversa dalle Nefilim che ci sono qui. Non mi giudica se balbetto, non mi dice malignità se me ne sto per conto mio a leggere un libro. Rispetta il mio silenzio, rispetta ciò che non mostro agli altri ma ama ciò che mostro a lei. È bella... eternamente bella - rise agitando una mano - dovresti conoscerla! Ha gli occhi identici a Clizia ed è testarda come una guerriera. Ama ricamare, leggere le poesie e...

Varsos - ... è umana. - Appoggiò le mani sulle braccia dell'amico - È una donna sposata! Lo sai che il matrimonio è sacro e tradire è un peccato. È vero... siamo Angeli ma non per questo possiamo disubbidire ai Dogmi de La Bianca.

Varsos socchiuse gli occhi e si toccò la fronte come se non riuscisse a capire i pensieri dell'amico.

Varsos - Mi hai detto che non sei d'accordo con il mio progetto, ed io non lo sono su questa "Arabella". Ma non ci pensi?

Varsos indicò Clizia e i Nefilim, i due parlarono piano per non farsi sentire.

Varsos - Non si parla di amore, si parla di un'eredità eterna, Erastos! Tu dovresti capire ciò che tuo padre ti diede! Possiedi uno dei doni dell'universo. Lo sai che tua figlia non potrà toccare quel potere, il tuo gesto non porterà nessun beneficio. Non voglio vedere il mio amico soffrire per un peccato del genere.

Varsos posò le mani sul petto, il suo viso era colmo di dolore e preoccupazione.

Varsos - I nostri genitori ci hanno insegnato a rispettare le leggi. Ma...

Erastos - Non ho ucciso o disubbidito a nessuno, Varsos. Ho sempre obbedito alle leggi dei nostri antenati e lo stesso farà Clizia. Non si può tornare indietro nel tempo e giustificare le mie azioni, perché io amo Arabella e tutto ciò non può cambiare.

L'Angelo dagli occhi verdi aprì leggermente la bocca, una piccola e malsana illuminazione percorse la sua mente.

Varsos - Indietro nel tempo - sussurrò.

Varsos sorrise i suoi occhi brillavano di una stupenda idea, una pazzia, un sogno che nessun Angelo poteva creare.

Varsos - Erastos! Hai risolto ogni dubbio, ogni problema!!

Erastos lo guardò con dubbio, diede un bacio a sua figlia e la consegnò alla Nefilim con i capelli biondi. I due uomini uscirono dalla Sala Della Prole e camminarono nel lungo corridoio. Varsos agitò le mani e spiegò la sua folle idea.

Varsos - La tua famiglia ha il compito di tutelare la Meridiana e la Chiave Del Tempo, giusto? Ed ogni Angelo nella tua famiglia può richiedere un desiderio a quegli oggetti.

Erastos si fermò e alzò un sopracciglio, sembrava non capire le sue parole.

Erastos - Dove vuoi arrivare?

Varsos camminò intorno all'amico, spiegando il suo piano. Era talmente esaltato che fece impaurire l'amico.

Varsos - Ascolta... è un'idea straordinaria! Potresti utilizzare quella chiave per tornare indietro nel tempo e convincere i nostri antenati a utilizzare altri metodi, altre conoscenze per renderci immuni e immortali. Sì!

Il Generale appoggiò le mani sulle braccia dell'amico. Erastos spalancò gli occhi e aprì la bocca.

Erastos - Un simile... gesto porterebbe scompiglio all'intero universo.

Varsos - No! Ascolta!

L'Angelo dai capelli castani mosse la mano.

Varsos - Se andassi indietro nel tempo, potresti dar le informazioni scientifiche e magiche di cui loro hanno bisogno. Troverebbero una cura e ci renderebbero immuni agli attacchi dei Demoni Minori. Non avremmo più bisogno dei Nefilim e sconfiggeremo le malattie. Inoltre potremmo... - lo guardò con superbia - distruggere la Dimensione Deio...

Erastos staccò l'amico dal suo corpo e allargò le braccia, alzò la voce e lo guardò con ira.

Erastos - Basta! Questa è una pazzia Varsos e tu lo sai! Non si può tornare indietro nel tempo così a lungo da cambiare il destino! Le regole dell'universo non vanno cambiate, la natura se pur crudele non può essere violentata da un simile pensiero!

Varsos fece qualche passo all'indietro e strinse i pugni.

Varsos - Lo sai che molti Angeli farebbero questo gesto! - Incurvò la schiena - Se lo farai potresti essere elogiato! Onore, gloria e...

Erastos - ...distruzione! La Chiave del Tempo non è un giocatolo. Posso capire la tua idea di contattare i nostri avi... ma... sfiorare l'altra Dimensione porterebbe uno squilibrio ben peggiore.

Varsos - Non porterebbe nessun squilibrio! Porterebbe supremazia alla nostra gloriosa razza!

Erastos alzò di nuovo la voce e mosse le stupende ali, Varsos indietreggiò di nuovo osservandolo con severità.

Erastos - Non è la supremazia a renderci migliori dei Demoni Minori, Varsos! Non osare sfruttare questa idea per i tuoi piani! Non ti è concesso! Siamo Angeli perché dobbiamo tutelare le leggi della nostra Dimensione, non sfruttarle!

Erastos respirò con affanno per colpa della rabbia, chiuse gli occhi e si toccò la fronte. Varsos si toccò il mento e diede le spalle all'amico. Il Generale parlò con ira.

Varsos - Le tue parole sono onorevoli, amico mio. Ma il tuo pensiero è infantile! Se non rimedieremo in questi anni la colpa sarà solo tua!

Il Generale strinse i pugni e se ne andò dando le spalle all'amico, Erastos aprì gli occhi e sospirò. L'Angelo abbassò lo sguardò e si avviò verso un'altra Sala, dove avrebbe trovato gli altri Angeli dei Sacri Doni.

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