Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Capitolo 57 - Faccia D'Angelo

La vigilia del matrimonio arrivò con puntualità. Il pomeriggio stava scorrendo lentamente. Il piccolo Tempio di preghiere, all'interno del palazzo era stato addobbato con fiori, nastri colorati, stendardi. Rubellius camminò in quel luogo, l'eco dei suoi passi era l'unico rumore che poteva percepire. Il demone strinse un pugno mentre osservava la statua di un Angelo, le piccole candele poste su un tavolo di ferro illuminavano quella scultura.

Il giovane avrebbe detto la verità a Clizia e alle altre creature, sperava che quelle lettere che aveva prelevato da Ticone sarebbero servite per proteggere la sua protetta. Il demone aveva curato Ticone e lo aveva minacciato personalmente se solo avesse parlato. Rubellius si morse le labbra e schioccò le dita, facendo comparire la sua pergamena blu. La carta scivolò verso il basso, sfiorando il pavimento. Il demone toccò con un dito il nome dell'Angelo e deglutì, il Patto non era concluso. Il demone rosso spostò il suo mantello blu su una spalla e arrotolò la pergamena, si voltò lentamente sentendo dei passi all'interno del Tempio. Electre, Galene e Macaone erano vicini al portone principale del Tempio. Rubellius socchiuse gli occhi e osservò le tre figure mentre parlavano. Il demone mosse la sua tunica marrone e si avvicinò all'uscita, passando di fianco agli Angeli. Avrebbe detto a Electre la verità, la donna di colore si voltò guardando il Demone Minore.

Electre - Rubellius.

Il demone rosso si voltò lentamente e si fermò a pochi metri dagli Angeli, Macaone continuò a parlare con Galene. Electre si avvicinò al demone e guardò la pergamena blu, posò una mano sul suo braccio e l'osservò con sospetto. La donna dai corti capelli ricci indossava una tunica color pesca, le ali erano coperte da un mantello rosso.

Electre - Voglio saperlo, la pergamena che hai tra le mani ha indicato che...

Rubellius si guardò intorno e prese un braccio dell'Angelo, la spostò all'interno del corridoio e la mise dietro a una fila di colonne grigie. Electre non capì quel gesto, la donna staccò la presa e incrociò le braccia.

Rubellius - Ascoltami bene, Electre. La situazione è seria. So la verità sul Patto e su Erastos, ma devo accedere alla stanza di Clizia.

I due sussurrarono per non farsi sentire. Electre mostrò le mani in avanti e cercò di calmarlo.

Electre - Rubellius frena un secondo la tua impulsività. Lo sai benissimo che non ti è concesso vederla alla vigilia del matrimonio. Hai qualche prova? Il Patto...

Rubellius mosse la pergamena e la guardò con serietà.

Rubellius - Il Patto non si è concluso! Se dico a Clizia tutte le informazioni, allora si concluderà. Ho bisogno di vederla e d'informarla. Ho delle prove!

La donna Angelo si toccò il mento con la mano destra, socchiuse gli occhi riflettendo sul Patto. Non poteva credere al Demone Minore, anche s'era una buona opportunità per sciogliere il loro malsano legame.

Electre - Se ti concedessi di vederla e di sciogliere il tuo Patto, tutto questo finirebbe, giusto? Anche perché la situazione non è delle migliori. - Si guardò intorno - Quando mi hai avvisato sull'avvicinamento di Tarasios, la situazione qui a Callisto e al castello è diventata molto tragica. - Sospirò - pensavo che fosse una menzogna, uno scherzo, ma... mi sbagliavo.

Rubellius - Cosa stai farneticando?

Il demone alzò un sopracciglio e la guardò con sospetto. La donna lo fissò con preoccupazione e continuò la sua spiegazione.

Electre - Tarasios sta spargendo la voce del suo scontro con te. Sta raccontando su te e Clizia. - Deglutì - Presto o tardi arriverà alle orecchie di Varsos e lo sai cosa succederà?

Rubellius si agitò e indicò Electre con la pergamena.

Rubellius - Mi stai mentendo! Non può aver sparlato con i tuoi uomini!

Electre - Invece è tutto vero. I Cacciatori Bianchi hanno informato di nascosto alcuni miei uomini. Rubellius... se gli Angeli dei Sacri Doni scoprono che queste voci sono vere, sul vostro sentimento... Clizia potrebbe essere condannata e messa al rogo.

Rubellius - No!

Il demone spalancò gli occhi e alzò la voce, alcuni servitori si voltarono verso le due creature, Rubellius si morse le labbra e parlò di nuovo piano.

Rubellius - Non lo devi permettere, hai capito? Se solo osano sfiorarla, io... li ucciderò!

Electre - Non è la soluzione migliore, Rubellius. Ascoltami, se riuscirai a concludere il tuo Patto e eviterai di vederla, lei starebbe al sicuro. Non c'è altra soluzione, fidati.

Rubellius stropicciò la pergamena con le mani e abbassò lo sguardo, Electre socchiuse gli occhi e lo guardò.

Electre - Se fosse stato per il mio ruolo, ti avrei già condannato. Ma non l'ho fatto.

Rubellius - Il tuo ruolo è una stupida menzogna. Cosa vuoi sapere di ciò che ho passato e di cosa prova Clizia? Non sai nulla!

Il demone digrignò i denti e parlò con ira, Electre abbassò lo sguardo.

Electre - So cosa provi... Rubellius. So cosa ha provato mia madre quando la condannarono per aver... amato un Demone Minore.

Rubellius spalancò gli occhi e restò in silenzio, Electre sospirò e guardò la vetrata alla sua destra.

Electre - Mia madre era un Nefilim proprio come Clizia. Dopo che mi mise al mondo si invaghì di un Demone Minore dei veleni. Quando mio padre lo scoprì la picchio e l'accusò di tradimento, venne messa al rogo quando avevo cinque anni. - Deglutì - Il demone dei veleni voleva vendetta, sfidò mio padre ma venne ucciso dalla sua spada. Credi che sia così sciocca? Se Clizia confessasse il suo amore per te... farebbe la stessa fine.

Rubellius abbassò lo sguardo e strinse la sua pergamena, i capelli rossi scivolarono sul suo collo. Gli occhi ametista si chiusero e alla fine annuì. Electre capì che aveva ceduto e fu in quei piccoli minuti che gli spiegò come entrare di nascosto nella camera della fanciulla.

La notte arrivò con il gracchiare dei corvi. Clizia posò le mani sul bordo della finestra della sua stanza e osservò la luna, accompagnata dal pianeta viola. La ragazza si spostò e osservò i dipinti degli animali e dei musicisti. Il suo corpo era coperto dalla vestaglia bianca, i capelli erano sciolti e profumavano di vaniglia. Sulla scrivania aveva il diario di sua madre, una boccetta d'inchiostro e dei libri. Le tende del letto a baldacchino erano blu e le lenzuola bianche era coperte dalla coperta di lana. Vicino all'armadio c'era lo specchio e la spada della sua famiglia, le pareti bianche erano illuminate dalle candele. La giovane non era pronta a sposarsi e ad avere dei figli da un uomo che non amava. Electre l'aveva avvisata delle voci di Tarasios e delle parole che Varsos aveva ricevuto. Electre non nascondeva nulla alla giovane, ma cercava in ogni modo di proteggerla. La fanciulla sentì dei rumori sulla soglia e alzò un sopracciglio, si avvicinò posando la mano sulla maniglia. Clizia non fece in tempo a parlare che il Demone Minore aprì la porta e la richiuse a chiave dietro di se. La Regina fece qualche passo indietro e lo guardò. Rubellius appoggiò la schiena sulla porta e respirò a fatica, aveva il volto sudato. La giovane si avvicinò e lo guardò con incredulità, il corridoio era pieno di guardie.

Clizia - Che ci fai qui?! Lo sai che non ti devono vedere!

Il demone rosso tossì e spiegò in tutta velocità la possessione di un soldato che l'aveva fatto entrare nel cambio della guardia. Clizia si voltò dandogli le spalle.

Rubellius - ... per questo l'ho fatto. Ti devo parlare, ho scoperto chi è il capo di Tarasios, Filippo e Ticone. Ma soprattutto so chi ha ucciso tuo padre!

La ragazza si voltò e spalancò gli occhi, il suo volto era incredulo e sconvolto. Il giovane si avvicinò e agitò le mani, cercando di convincerla sulla verità.

Rubellius - Ascoltami bene, Clizia. Ho interrogato Ticone e ho preso delle lettere che incastrano il suo capo. Ho intenzione di darle a Electre e di convincerla a portarti via. Varsos non deve sapere di queste lettere, hai capito?

Clizia - C-cosa? Ma perché? Io non riesco a capire.

Il demone deglutì e parlò lentamente per farsi capire, le sue mani tremarono mentre il volto della giovane era sconvolto dal dolore.

Rubellius - Tu non lo ricorderai ma quando tuo padre venne da me... non aveva più le ali! Tarasios ti rapì e ti consegnò al suo capo. Il suo padrone voleva te! - Deglutì - Tuo padre lo sfidò e ti salvo! Tarasios era solo una pedina di questo pazzo uomo, Tarasios si è preso carico di tutte queste colpe come il suo fedele braccio destro! Come una marionetta che interpretava un ruolo ben distinto! Quest'uomo ha ingannato tutti: me, te e Electre. Si è nascosto nell'ombra dall'inizio!

Clizia lo guardò non capendo quelle parole, la sua voce tremò.

Clizia - Ma Tarasios era presente in ogni situazione. Ha attaccato il villaggio di Fulke e... ha detto che voleva me.

Rubellius - Voleva te perché aveva il compito di catturarti! Tarasios non voleva il potere di tuo padre, ma il suo padrone, sì!

Gli occhi color miele era colmi di dolore, la voce tremante della giovane uscì.

Clizia - C-chi è?

Rubellius la fissò e sospirò, si morse le labbra e parlò con forza.

Rubellius - Se te lo dicessi, ti prego Angelo mio, ti scongiuro, vieni via con me! Finché Electre non avrà risolto tutto questo casino.

Clizia - Non posso... - sussurrò.

Rubellius - Perché?! So che non possiamo...

Clizia scosse la testa e parlò a balzi, sembrava nascondere un segreto che aveva sentito dal suo futuro marito.

Clizia - Varsos ha sentito le voci e sospetta sulla nostra relazione. Non posso... seguirti, se lo faccio... avrà le ragioni per ucciderti.

Rubellius - Me ne frego delle sue ragioni!

Clizia lo guardò mentre si mordeva le labbra.

Clizia -Io no... n-non voglio che Varsos...

Il demone camminò su e giù nella stanza e si grattò il capo, muovendo i capelli rossi. Il giovane era colmo d'ira e alzò la voce, agitò una mano verso l'alto e si avvicinò a Clizia.

Rubellius - Lo farà comunque, Clizia! Lo farà con me e con te!

Clizia - Lui...

Rubellius strinse i pugni e avanzò con passo deciso verso il mezzo-angelo.

Rubellius - Lui è colpevole tanto quanto noi demoni! È stato lui ha uccidere tuo padre! È stato lui a mandare Tarasios in queste missioni. Lui voleva te, Clizia! Voleva tutto ciò che la tua famiglia possedeva: la chiave, la meridiana, i figli che dovresti dargli! Ha liberato Tarasios dalla condanna dagli Angeli e l'ha usato come un burattino. Se lo sposerai, avrà tutto ciò che ha sempre desiderato!

La giovane spalancò gli occhi e lo guardò con stupore, non poteva crederci, scosse la testa è negò. Un Angelo così buono, tranquillo e dolce non poteva pianificare quel genere di cattiveria.

Clizia - Non è vero! Lui ci ha protetto dalla mente di Tarasios, lui...

Rubellius - Lui l'ha usato per portarci qui! Per mostrare la sua maschera di compassione!

La ragazza deglutì e iniziò a piangere per il dolore, Rubellius socchiudendo gli occhi.

Rubellius - Tuo padre... voleva nasconderti perché sapeva che il suo migliore amico l'aveva tradito. Per questo non chiese aiuto ai suoi simili ma a me, la fiducia per gli Angeli è un gesto sacro... una volta tradita non c'è modo di fargli cambiare idea. Tuo padre voleva proteggerti finché non sapessi la verità.

La ragazza si avvicinò e posò le mani sul petto del demone. Le mani del demone presero il suo volto e la guardarono con tristezza, i due erano l'uno di fronte all'altro.

Rubellius - Tarasios aveva l'ordine di uccidermi per avere te. Te lo dissi tempo fa... non devi fidarti degli Angeli, la t-tua razza pensa sempre a se stessa.

Clizia baciò la sua mano sinistra e chiuse gli occhi, Rubellius posò la fronte sulla sua.

Rubellius - Ti prego, vieni con me. Possiamo fuggire insieme e vivere la nostra vita. N-non posso farcela, non r-riuscirei a vivere per la seconda volta senza una compagna.

Clizia deglutì mentre si mordeva le labbra.

Clizia - Non possiamo f-farlo. Se succedesse... ti accuserebbe e nasconderebbe la verità. D-devo proteggerti - singhiozzò.

Il demone le accarezzò il viso e chiuse gli occhi, Clizia continuò a parlare mentre lui si staccava dal suo corpo.

Clizia - D-domani lo sposerò... c-così avrai il tempo di... consegnare ogni singola l-lettera a Electre.

Rubellius strinse i pugni e abbassò lo sguardo, la giovane si stropicciò una manica e lo guardò.

Clizia - F-farei di tutto per difenderti. Perfino morire al p-posto tuo.

Rubellius la guardò per qualche secondo e si morse le labbra, socchiuse gli occhi e si avvicinò al suo corpo. Il demone piegò leggermente le ginocchia e appoggiò le mani sulle cosce della giovane. Clizia posò una mano sulla sua spalla sinistra e sentì le labbra del suo amato premere sulle sue. La ragazza si staccò leggermente.

Rubellius - A-allora se hai deciso... moriremo insieme - sussurrò con dolore.

La giovane lo baciò con intensità e appoggiò la mano sinistra sulla guancia del demone rosso. Rubellius le morse il labbro inferiore e si issò, sollevando la veste bianca di Clizia. La ragazza sentì le sue mani sulla sua pelle e chiuse gli occhi, Rubellius le sfilò velocemente la vestaglia bianca, lasciandola completamente nuda. Il demone la prese a cavalcioni e la posò a pancia in su sul materasso, il giovane si tolse la tunica arancione e slegò la cintura dei pantaloni, per poi togliere le braghe. Il ragazzo si mise sopra di lei e le prese i polsi, per poi baciarle il collo e lentamente il petto.

Mentre i due amanti erano impegnati qualcuno si avvicinò furtivamente al Tempio del torrione. L'uomo con la tunica blu si era infiltrato di nascosto passando per un cunicolo, indicato dal suo superiore. Quando l'uomo dalla tunica blu entrò nel Tempio, si mise vicino alla statua dell'Angelo. Restò qualche minuto ad osservare la magnificenza del Tempio, illuminato dalle piccole candele poste sul tavolo di ferro. Il portone del Tempio si aprì, facendo entrare il padrone di quel maniero. Varsos camminò con decisione, mise le mani dietro alla schiena e si avvicinò alla figura misteriosa. Quando si mise di fianco all'uomo, lo guardò. Il suo complice sorrise e si tolse il cappuccio dal capo, mostrando i capelli biondi e rasati. I due si guardarono e sorrisero, Tarasios incrociò le braccia e socchiuse gli occhi.

Tarasios - Tutto sta andando come nei vostri piani.

Varsos sorrise con malignità e si toccò il mento, guardò la statua e sospirò.

Varsos - Perfetto. Hai inscenato bene la tua parte, Tarasios. Hai fatto uno splendido lavoro.

Tarasios - Ne sono onorato. Riguardo alla Chiave e alla Meridiana, come pensate di sbloccare il suo potere? Electre potrebbe sospettare qualcosa grazie a quel stupido Sacerdote. Volete che lo elimini?

Varsos - Electre non sospetta nulla. Riguardo a Ticone, fa ciò che devi. - Sospirò - Ogni cosa al suo tempo, amico mio. La Chiave e la Meridiana cadranno prima o poi nelle mie mani, domani Clizia diventerà mia moglie e con lei... l'opportunità di avere un erede del Tempo di avvererà. - Rise - Perfino quel demone non oserà sfidare la mia decisione, è troppo debole ora.

Tarasios - Perfetto.

Varsos guardò il suo aiutante e socchiuse gli occhi.

Varsos - Non appena le difese dei nostri simili saranno abbassate, solo allora attuerò ciò che ho progettato. Gli stessi progetti che tuo padre confidò con me.

Tarasios annuì e cercò di allontanarsi, Varsos lo guardò e posò le mani sui fianchi.

Varsos - Stai al piano Tarasios e controlla con i tuoi uomini. Quando sarà il momento distruggeremo tutto ciò che è impuro in questo mondo.

Tarasios sorrise e annuì, lentamente e furtivamente uscì dal Tempio. Varsos guardò la statua e accennò un sorriso beffardo, si strofinò le dita e rise piano.

Varsos - Tutto ciò che hai fatto, mio buon amico è stato inutile. Tua figlia sarà mia e con lei... le Chiavi del Tempo - rise.

In quel momento i minuti passarono lentamente nella camera di Clizia. La giovane strinse con le mani il lenzuolo bianco del suo letto, i capelli castani scivolarono sulle lenzuola, mentre alzava il mento. Il suo volto era bagnato dal sudore, la bocca era semiaperta e la schiena era incurvata. La giovane era distesa a pancia in su, Rubellius era di fronte a lei, in ginocchio e con la schiena dritta. Il giovane appoggiò una mano sul ginocchio sinistro della giovane e continuò l'atto con decisione. I capelli rossi si mossero, mentre si morse le labbra. La sua mano destra prese la gamba sinistra di Clizia e la piegò, al contrario la mano sinistra scivolò sul seno. La ragazza sentì quella mano provocante e aprì gli occhi, ondeggiando in quell'unione.

Clizia - A-Amore... - ansimò.

Rubellius sorrise e fece scivolare la mano destra sulle labbra carnose della sua amata. Digrignò i denti e continuò senza fermare quella passione, amava sentirla supplicare, amava i suoi gemiti e desiderava ogni bellezza che lei esprimeva. Il demone prese con la mano sinistra il polso destro della giovane e si piegò in avanti. Clizia graffiò la schiena del demone e continuò a gemere, Rubellius spostò le mani e le posò vicino al volto della giovane, stringendo il lenzuolo. Le sue spalle ondeggiarono mentre la schiena sudata mostrava le lunghe cicatrici, il demone ansimò e gemette per lo sforzo. La ragazza sfiorò il suo volto con la mano destra e gemette sempre di più. Il demone rosso chiuse gli occhi, poi la prese con se mettendola seduta, appoggiò le mani sulle natiche della giovane e la guidò in quell'unione. Clizia alzò il mento e sorrise, mentre il naso di Rubellius sfiorò il suo collo. Il giovane spostò la mano destra e prese l'asta del letto a baldacchino, mentre l'altra mano sfiorò una gamba della ragazza.

I due erano l'uno di fronte all'altro, le gambe della giovane erano avvinghiate al bacino del suo amante. Rubellius alzò il mento e urlò per il piacere, Clizia sfiorò le sue spalle e lo incitò con forza. Il demone sorrise e mostrò i piccoli denti appuntiti, le corna blu si stavano allungando.
Clizia prese il suo viso e lo baciò, odiava mentre parlava e si vantava durante l'atto. Il demone si staccò e appoggiò la mano sinistra sulla schiena, la ragazza alzò il mento e continuò a gemere.
Clizia posò le mani dietro alla schiena e ondeggiò con lui, i capelli castani scivolarono verso il basso. Rubellius digrignò i denti e continuò con decisione.

Clizia - A-Amore, t-ti amo!

Lui sorrise e prendendouna sua gamba gemette per l'ultima volta, finendo l'atto. La fanciulla lo seguì e urlò per il piacere, poi si gettò sul letto e respirò a fatica, Rubellius abbassò lo sguardo e posò le mani sul materasso. I due si guardarono con intensità, la ragazza gli sfiorò il volto sudato e sorrise, spostandogli i capelli rossi. Il demone si avvicinò all'orecchio e tossì, lentamente e a voce bassa gli sussurrò una parola nella sua lingua. Clizia non capì ma sorrise, mentre i tribali bianchi dipingevano le sue braccia.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro