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Capitolo 52 - L'Autunno del futuro

Erano passati ormai tre mesi da quando i viaggiatori erano arrivati al nuovo Castello Della Roccia. L'autunno era alle porte, gli alberi erano spogli, l'erba era secca e il cielo sempre nuvoloso preannunciava delle pesanti piogge. Il castello era tornato alla sua antica gloria, i Signori e le Signore più nobili del feudo avevano riconosciuto il ruolo della Regina Clizia e del Generale Varsos. Il quale aveva nascosto come nei piani di Electre, la sua vera natura. Ripopolare i villaggi e controllare i contadini non era stato facile per la giovane, ma con l'aiuto di quell'Angelo aveva superato ogni difficoltà.

Tarasios non si era presentato e la fanciulla aspettava con gioia l'arrivo di Electre, poiché l'aveva avvisata, grazie ad un messaggio dell'accoglienza al castello. Galene era rimasta con il mezzo-angelo per alcune settimane, prima di partire ed aiutare Macaone con gli ultimi dipinti. Tutto stava andando per il verso giusto, sebbene Clizia era presa con le solite cene e cerimonie, non aveva mai dimenticato ciò che sentiva per Rubellius.

Il demone rosso non sembrava sereno in quella maledetta situazione. Il suo umore era diventato sempre più chiuso e freddo. I balli, le cene e le varie cerimonie venivano evitate dalla sua presenza, poiché non sopportava di vedere quella marea di Angeli pronti a presentarsi alla giovane. L'unica soluzione che poteva attuare era andarsene per alcuni giorni e trovare in vari villaggi dei Demoni Minori. Il loro inquietate aspetto era nascosto nelle boscaglie che costeggiavano quei villaggi, la gente del posto non osava avventurarsi di notte quando i demoni si cimentavano in lotte all'ultimo sangue. 

Nel boschetto vicino al Villaggio dei Sandali gli scontri tra i Demoni Minori erano sempre più cruenti. I giovani Demoni Minori erano i primi a darsi battaglia per sfidare la loro forza.  Al contrario i più Anziani, erano seduti sulle pietre che delineavano l'arena.  Molto spesso non sfidavano mai i più giovani, poiché il tempo per le lotte era diventato noioso.

Due demoni maschili di appena cent'anni con caratteristiche ben diverse tra di loro, stavano lottando con ira. Uno dei due aveva il fisico minuto e le corna ad ariete, mentre l'altro era molto robusto e lento. I loro capelli erano corti e le scaglie coprivano la loro schiena. Gli altri Demoni Minori che assistettero allo scontro incitarono quella spregevole violenza, finché uno dei due combattenti vinse. Un urlo di gioia e d'imprechi coprì l'arena, mentre i più Anziani commentavano le doti dei cuccioli. Un'altra sfida continuò senza esclusioni di colpi.

I Demoni Minori Anziani superavano di molto l'età dei piccoli. Gaius un demone dell'ombra stava discutendo con un suo amico, mentre si toccava la barba nera. La pelle grigia era in contrasto con le squame blu, le corna nere erano lunghe. Gaius guardò i Demoni Minori che coprivano la battaglia, le sue orecchie a punta si mossero e alzò lo sguardo verso un ramo di una quercia. Il demone dell'ombra diede una gomitata all'amico che era seduto alla sua destra e indicò una figura. Furius alzò lo sguardo e brontolò, grattandosi il capo e spostando i capelli viola. La creatura che era posta sul ramo scese a terra, piegò le ali e si avvicinò ai demoni. I suoi occhi fissarono l'arena illuminata da alcune torce. L'amico di Gaius guardò la figura e imprecò, posò le mani sulla pancia e calpestò il terreno con gli zoccoli.

Furius – Cosa vedono i miei occhi? Una meretrice, uno zoppo, un mendicante o il demone dei Patti? – Rise.

Gaius fissò la figura con i capelli rossi e inarcò la schiena, posando i gomiti sulle ginocchia magre.

Gaius – Non ti vediamo da due settimane, Rubellius.

Il demone rosso camminò guardando alla sua sinistra il combattimento, la pelle blu notte e le scaglie nere presero un vivace colore con la luce delle torce. I capelli rossi erano appoggiati sulla schiena e le ali nere si chiusero, formando il solito mantello squamato. Rubellius si avvicinò ai due demoni e si sedette con loro, accennò un sorriso.

Rubellius – Gli impegni di quella ragazzina mi tengono occupato.

Il demone diede una pacca sulla spalla di Gaius, Rubellius rise mostrando i piccoli denti appuntiti.

Rubellius – Voi come ve la passate? Gaius, ti vedo in forma. Dimmi un po' quella stupida sgualdrina di Lucolla ti ha concesso i suoi doni?

Gaius fece un verso di disgusto e spostò la mano del demone rosso, Rubellius  appoggiò gli avambracci sulle ginocchia.

Gaius – Quel demone femminile ha la maledetta abitudine di rubarmi i miei averi dopo che finiamo ogni dannata unione. – Alzò le sopracciglia – Per avere tremila anni ha un seno ancora prosperoso, ma non per questo deve rubarmi ogni singolo denaro.

Furius guardò i due demoni con gli occhi neri e con la sclera viola.

Furius – Le vecchie meretrici sono delle bestie! Ah! Bardus sapeva come fare con loro. Le faceva tacere in molti modi e non solo con le armi.

Rubellius alzò il mento e sorrise, socchiudendo gli occhi.

Rubellius – Non ci sono più Demoni Minori come lui.

Furius prese dal terreno un pugnale e lo mosse, sulle guance aveva due corna nere.

Furius – A proposito, come sta il suo cucciolo bastardo?

Gaius rise e spostò il mantello che usava per nascondere il suo corpo, sembrava una membrana olivastra.

Gaius – Quel mezzo-demone è identico a suo padre. Mi ricordo quando vi ho trovato vicino al portarle. Mi ha lanciato un'ascia contro, che bastardo – rise.

Rubellius guardò i due demoni Anziani e sorrise, entrambi superavano i mille anni.

Rubellius – Fulke sta magnificamente.

Gli Anziani stettero in silenzio mentre i giovani che erano al centro dell'arena continuarono la loro lotta. Rubellius li guardò con serietà, Gaius spostò i capelli neri e sputò per terra.

Gaius – Ti vedo deperito, Rubellius.

Il demone rosso guardò l'amico, uno dei due cuccioli ferì il suo avversario e urlò di gioia. Rubellius socchiuse gli occhi viola e inarcò la schiena, era dimagrito poiché non vedeva Clizia da tre settimane.

Rubellius – Deperito? Bah! Sei diventato cieco oltre che sordo?

Il demone rosso si diede dei pugni sul petto, Gaius fece un verso di disapprovazione e lo indicò.

Gaius – Bah! Sono sordo ma certe cose le capisco meglio di te. Solo perché sei diventato Anziano non vuol dire che sei più furbo e scaltro di noi.

Rubellius – Siamo brontoloni stasera. Non sei vecchio amico mio, sei solo turbato dai pensieri. Hai ancora tutta l'eternità davanti.

Gaius socchiuse gli occhi e si toccò il collo con la mano, accennò un sorriso ricordando i bei momenti che aveva passato con Bardus.

Gaius – Tutta l'eternità? Ti voglio dire una cosa Rubellius – lo indicò con un artiglio – sono stufo di vivere in questo mondo, ho tremila anni e mi sono rotto di sentire voi giovani, "hai tutta la vita davanti". Ho visto ogni genere di creatura e ho provato molte Magie Nere, ma sono stanco.

I due demoni si fissarono per alcuni minuti, Gaius sospirò e chiuse gli occhi, la sua voce era rauca.

Gaius – Non ho più la forza e la vitalità di un tempo. I demoni che conoscevano sono morti per opera degli Angeli o per i sucidi. Bardus ha capito il significato di vivere da quando ha perso quella disgustosa umana, ma forse... aveva ragione – sbuffò.

Rubellius – Beh... potresti diventare un Demone Maggiore, c'è sempre una scelta.

Gaius –Diventare un Demone Maggiore? Assolutamente no. Chi sarebbe tanto sciocco da diveltarlo per evitare la morte. Dà retta a me Rubellius, la morte porterà pace e non disprezzo. Alla fine diventeremo pietre gialle sulla nostra Dimensione o di nuovo degli Umbras.

Il demone rosso sospirò e guardò di nuovo i due cuccioli, uno dei due sottomise il suo rivale amputandogli con il pugnale una mano per poi colpirlo al cuore. I Demoni Minori esultarono e imprecarono per le varie scommesse. Il demone con il pugnale aveva il volto sporco di sangue e gli occhi erano in preda da un'altra battaglia, si avvicinò ai più Anziani e li fissò uno per uno.

Seius – Voglio sfidarvi, anziani! Chi si fa avanti?!

Gli Anziani si guardarono tra di loro alla richiesta del cucciolo. Rubellius si grattò la guancia con gli artigli neri e guardò Gaius, mentre imprecava. Furius indicò il giovane con un artiglio e alzò la voce.

Furius – Ti pare che abbiamo la voglia e i testicoli di venire lì a combattere?! Vattene! Che mi stai già rompendo le corna!

Il cucciolo non si arrese e imprecando continuò a sfidarli, finché un suo amico lo portò via ricordandogli che anche se non esisteva una gerarchia nei demoni, il rispetto ai più Anziani era doveroso. Rubellius rise e si toccò il mento, Gaius gli diede una gomitata e parlò velocemente.

Gaius – Non ridere, rosso! Quando avevi duecento anni sfidavi chiunque! Tu ammazzavi e taglivi le teste per scherzo. Io e Bardus imprecavamo per le tue azioni sadiche.

Rubellius alzò gli occhi al cielo, mostrando un largo sorriso.

Rubellius – Bei tempi, amico mio. A proposito...

Il demone rosso si alzò dando la schiena ad altri due cuccioli che si stavano sfidando. Schioccò le dita e fece comparire con la magia un foglio giallastro, lo mostrò a Gaius e parlò con calma, il demone fissò la pergamena e sputò di nuovo.

Rubellius – ...Al Castello Della Roccia c'è un Sacerdote Benedetto che...

Gaius imprecò di nuovo e sputò, maledicendo le parole che indicavano la seconda classe degli Angeli.

Rubellius - ... ha questo anello. L'ho già visto ma nei miei libri non ho trovato nulla. Tu sai per caso cos'è?

Gaius prese il foglio ed esaminò il disegno che raffigurava l'anello di Ticone, il rubino era a forma di goccia.

Gaius – Quello è l'Anello Eterno. Lo usavano i Demoni Minori della mia generazione per aumentare i poteri e renderli più sani che mai. Se un umano lo usa può vivere cent'anni senza invecchiare. Un Sacerdote Benedetto ha quell'anello?

Rubellius annuì e schioccò di nuovo le dita facendo scomparire il foglio. I tasselli si stavano avvicinando nella sua mente riguardo a Ticone.

Rubellius – Capisco.

Il demone rosso diede una pacca a Gaius, slacciò il mantello e aprì le ali.

Rubellius – Grazie dell'informazione.

Rubellius si allontanò salutandoli. Furius imprecò mentre un cucciolo tagliò un braccio al suo nemico, Gaius alzò la mano e indicò il demone rosso.

Gaius – Rubellius! Stanne fuori da quegli infami!

Rubellius diede le spalle ai due Anziani, li salutò con un cenno della mano e spiccò il volo. Il demone rosso volò per un paio di minuti, sentendo sulla pelle il vento leggero della notte. Amava volare ed alcune volte gli mancava quella stupenda sensazione che invigoriva il suo corpo. I capelli rossi svolazzarono e gli occhi guardarono in lontananza il Castello Della roccia. La sua sagoma si nascose nell'ombra delle torri, evitando le guardie che controllavano le mura. Il demone atterrò su un tetto e fissò i balconi in pietra che indicavano le stanze dei Signori. Rubellius spiccò di nuovo il volo nascondendosi con maestria, sapeva perfettamente dove atterrare. 

La notte stava trascorrendo tranquillamente nella stanza di Clizia, la fanciulla era appena rientrata da una cerimonia. La giovane indossava un vestito verde con le maniche svasate sull'azzurro tenue, sul capo aveva un diadema d'argento che indicava la sua natura. La sua stanza era illuminata dalle piccole candele, la giovane prese dall'armadio una spazzola e la vestaglia da notte. Posò gli oggetti sul letto a baldacchino e si svestì, rimanendo nuda. Prese la vestaglia e se la mise, la scollatura a V faceva vedere il petto. La fanciulla si pettinò i capelli e guardò il finestrone con i vetri gialli, alzò un sopracciglio e si stupì quando notò l'ombra di due ali nere. Appoggiò la spazzola sul letto e con passo spedito si avvicinò al finestrone, lo aprì e trovò sul parapetto il demone in ginocchio. Le ali di Rubellius erano chiuse e i capelli rossi scivolarono sull'addome. Clizia si morse un labbro e si avvicinò, allargò le braccia e si avvinghiò al suo collo.

Clizia – Te l'ho detto mille volte di non venire qui di nascosto.

Il demone posò una mano sul suo capo e accorciò gli artigli, le baciò la fronte e chiuse gli occhi.

Rubellius – Non ce l'ho fatta. Mi sei mancata.

Clizia accennò un sorriso e si spostò prendendo una sua mano. Il demone scese dal parapetto, seguendola nella stanza per poi chiudere il finestrone del balcone. Le ali formarono il solito mantello, la giovane rise e si avvicinò al tavolo, il demone era serio.

Clizia – Anche tu mi sei mancato. Ho compilato altre carte per tenermi lontana dai pretendenti e... poi ti ho preso questo.

Il demone camminò lentamente e guardò la sua compagna, la giovane si voltò e porse a Rubellius una spilla di ferro.

Clizia – L'ho presa per te. È un portafortuna.

Il demone la guardò e accettò il dono, si sedette sul letto notando alcuni vestiti in un baule sotto alla scrivania.

Rubellius – I pretendenti ti hanno regalato altri doni?

Clizia si voltò osservando gli abiti pregiati.

Clizia – Sì.

Rubellius socchiuse gli occhi viola e abbassò lo sguardo.

Rubellius – Sono venuto per avvertirti di tener d'occhio quel Sacerdote Benedetto che sta sempre insieme a Galene e a Varsos. Non è una persona affidabile.

Clizia – Perché?

Rubellius la guardò e spiegò ogni cosa dell'anello, la giovane si stupì leggermente ma gli credette. Quando finì di parlare, Clizia prese le sue mani e parlò piano.

Clizia – Se ciò che dici è vero, pensi che sia collegato con Tarasios?

Rubellius – Forse.

La giovane socchiuse gli occhi e fece scivolare i capelli castani sul petto, Rubellius le sfiorò le ciocche e le accarezzò il volto, accennando un sorriso malinconico.

Rubellius – Stai... diventando sempre più bella, lo sai? Posso immaginare perchè quegli Angeli gracili e bassi ti vogliano. 

Clizia lo fissò e sorrise, la sua mano prese quella nera del demone.

Clizia – Lo sai che non m'interessa di loro.

Rubellius – Lo so.

Clizia – Sono tre settimane che non ci vediamo, ma io...

Rubellius – Tranquilla, so bene cosa provi.

La giovane fissò il viso del demone e sospirò pesantemente, chiuse gli occhi dal dolore.

Clizia – Domani arriverà Electre. Ha detto che ha un piano per i pretendenti. Ha notato che nessuno di loro voglia sposarmi.

Rubellius – Forse sono solo dei codardi. Sono talmente vanitosi che potrebbero sposare se stessi – rise.

Il demone diventò serio e socchiuse gli occhi, Clizia era di fronte a lui. La mano destra della creatura sfiorò prima il mento della giovane e per ultimo il suo petto.

Rubellius – Vorrei che nessuno ti toccasse. Nemmeno a quel Generale che ti sta sempre addosso.

Clizia – Dici di Varsos? Non è così opprimente. Non si permetterebbe mai di offendermi... in fondo sono la figlia del suo migliore amico.

Rubellius – Per questo mi preoccupa il suo comportamento anche se è abbastanza giovane rispetto a tuo padre.

La giovane prese una ciocca rossa dei suoi lunghi capelli e sorrise.

Clizia – Sei sempre il solito burbero, malfidato e geloso.

Il demone l'avvicinò e l'abbracciò con un braccio, posando il viso sull'addome della giovane. Lei gli accarezzò i capelli e sfiorò le corna blu, Rubellius respirò con fatica mentre con la mano sinistra sfiorava il bacino della fanciulla.

Rubellius – Anche se mi duole vederti con un Angelo non c'è altra soluzione. Te lo dissi tempo fa che se mostriamo ciò che sentiamo davanti a loro, la specie di tuo padre potrebbe ucciderti. Vorrei tanto che fossi felice, vorrei...

Il demone digrignò i denti e l'abbracciò stringendo il tessuto della veste.

Rubellius – ...Ucciderli. Ucciderli e schiacciare le loro teste pur di vivere con te!

Lei lo guardò e gli prese il volto con le mani, lui sospirò e la osservò notando alcune lacrime scendere sul viso di Clizia. La mano nera asciugò la guancia della sua compagna e chiudendo gli occhi si ritrasformò in umano. La giovane lo baciò con impeto mentre lui si alzava, le mani callose sfiorarono le cosce della fanciulla. Il demone tolse con frenesia la vestaglia della ragazza e la prese a cavalcioni, Clizia si avvinghiò al suo collo e continuò a baciarlo. Il demone era nudo poiché nella sua vera forma non indossava mai dei vestiti. Lui si staccò dalle labbra di Clizia e con un gesto la posò a pancia in su sul materasso. Il giovane andò sopra di lei e le baciò il collo mentre la chiamava per nome. 




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Piccola chicca che ho fatto alcuni giorni fa. Nuova FanArt. Ecco come m'immagino Rubellius da Demone. *^*/

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