Capitolo 46 - Sotto attacco
https://youtu.be/pAQx4VPwwGs
Una piccola colonna sonora su ciò che vedrete in questo capitolo.
------------------------------------------------------
SECONDA PARTE del Capitolo
Il fuoco che divorava le capanne si stava spegnendo, distruggendo i tetti di legno. La Tribù dei Buii stava continuando la sua lotta, le spade si scontravano con le lance e le urla disumane degli uomini affrontavano i loro avversari, molti Cacciatori Bianchi trafissero e uccisero senza scrupoli molti loro.
Fulke aiutò i più giovani dell'età di venticinque, il capotribù fronteggiava con loro alcuni Cacciatori Bianchi, ma un nemico gli saltò addosso e lo spostò dai suoi compagni. Un Cacciatore Bianco con una tunica viola e con una lunga barba nera lo fissò, mosse la spada verso l'alto e attaccò il mezzo-demone con dei *fendenti, Fulke li parò tutti e indietreggiò. Il suo volto ovale era sudato e la barba castana era sporca di cenere. Gli occhi gialli fissarono il Cacciatore, Fulke strinse con le mani il manico delle asce e respirò con fatica, gli alberi intorno al villaggio si mossero a causa del vento. Il Cacciatore Bianco attaccò di nuovo con dei *ridoppi, ferendo Fulke ad un fianco. Il mezzo-demone diede un'asciata all'uomo ma questo la evitò, facendo uscire la lama della sua spada nella carne. La macchia sporcò un pantalone del capotribù, il Cacciatore rise e gli puntò l'arma.
Giulio – I miei compagni mi hanno raccontato che in questo luogo di perdizione avrei trovato un mezzo-demone. Chissà quanto può valere la testa del figlio di quel demone giallo. – Rise – La userò come soprammobile.
Il nemico attaccò di nuovo, muovendo la spada e creando un colpo diagonale dall'alto verso il basso. Fulke si spostò di lato, ma venne ferito ad una spalla, una scia di sangue fuoriuscì ma il mezzo-demone non si arrese. L'uomo indietreggiò lievemente verso destra e cercò di dar due asciate opposte. L'ascia nella mano sinistra scendeva dall'alto verso il basso, mentre la sua gemella nell'altra mano, si alzava dal basso verso l'alto, Giulio cercò di schivare il colpo, ma i movimenti di Fulke erano troppo veloci e alla fine venne trafitto dalle asce. Il Cacciatore cadde a terra mentre il sangue uscì a fiotti dai tagli. Fulke si voltò verso il pozzo e guardò la battaglia, i suoi occhi gialli cercarono il suo mentore e amico. Il mezzo-demone cercò di avanzare ma le ferite non gli permettevano di correre. Un Cacciatore uscì da un'altra vittoria e lo attaccò, Fulke si piegò di lato e lo trafisse con l'ascia nella mano sinistra, tagliandoli la testa di netto. I suoi occhi cercarono ancora l'amico, finché non sentì i suoi vocalizzi di fatica, il demone stava combattendo con due Cacciatori vicino ad un recinto di legno. Fulke e Rubellius erano distanti parecchi metri, il mezzo-demone prese la mira e lanciò un'ascia, trafiggendo il capo di uno dei due Cacciatori. Rubellius guardò il suo avversario cadere a terra, il demone prese l'ascia e muovendola con agilità si inginocchiò davanti al suo avversario. Il demone rosso lo trafisse all'addome con violenza, facendolo cadere a pancia in su, Rubellius gli saltò addosso e con un colpo deciso lo sgozzò. Il Demone Minore guardò l'amico e gli lanciò l'ascia, Fulke la riprese piegandosi di lato e sentì in lontananza un urlo di donna, Clizia e Tarasios stavano combattendo.
Fulke – Rubellius – indicò la battaglia della ragazza.
Il Demone Minore guardò l'indicazione e iniziò a correre verso di lei, ma tre Cacciatori Bianchi lo videro e gli saltarono addosso, stoppando la sua corsa. Il demone rotolò a terra e venne bloccato sia alle mani che ai piedi, i tre uomini risero e cercarono di legarlo con delle corde d'oro che avevano attorno alla vita. Il demone si divincolò, ma quegli uomini erano forti. Fulke tentò di avvicinarsi per salvarlo, ma venne bloccato da altri due Cacciatori Bianchi. Il Demone Minore mosse i piedi e mostrò i denti appunti, uno dei tre Cacciatori posò il suo peso sulla sua testa, schiacciandolo e facendogli guardar la battaglia tra Clizia e Tarasios.
Mirco – Stai buono! Finalmente – rise di gusto – ti abbiamo preso.
Il Cacciatore tarchiato e con i capelli ricci cercò di legargli i polsi con la corda d'oro. I Cacciatori non cercarono di ucciderlo poiché lo volevano come trofeo ai loro ritrovi. Il viso del demone strusciò sul terreno fangoso, i suoi occhi viola erano colmi di disperazione per Clizia.
----
In quell'istante Clizia affrontò il suo rivale con rabbia e orgoglio, Tarasios aveva trovato una degna avversaria. La ragazza aveva dato con la spada dei fendenti e dei tondi, i tribali e le striature bianche la rendevano bella ma letale. Entrambi erano sudati e stanchi, l'Angelo digrignò i denti e si difese, finché non distrusse con ira le difese del Nefilim, ferendola ad un braccio. Clizia urlò di dolore sfiorandosi la ferita, Tarasios diede un calcio alla mano destra della ragazza, facendo cadere a terra la spada di suo padre. La giovane lo fissò per un secondo, gli occhi color miele temevano la sua ira. Tarasios sorrise di gioia e senza pensarci troppo, colpì con il pomolo della spada la nuca della fanciulla. Clizia cadde a terra e sbatté il capo su un masso, una striscia di sangue dipinse il macigno, mentre il suo volto si mosse e i suoi occhi si chiusero. I tribali bianchi scomparvero e i capelli si bagnarono di sangue.
Rubellius guardò la scena, i suoi occhi si spalancarono mentre il suo cuore aumentò i battiti. Il demone aveva la bocca aperta e una marea di ricordi colpì la sua mente, le urla, le lacrime e il sorriso beffardo di Tarasios lo portò a Tulia, a Nepius e ai sentimenti per una donna con gli occhi color miele.
Il demone abbassò lo sguardo e iniziò a parlare nella sua lingua, un sibilo fece distrae i Cacciatori che lo stavano tenendo fermo. Improvvisamente il suo braccio sinistro si liberò e graffiò il terreno, la pelle e gli artigli neri si mostrarono nella loro natura. Un urlo di rabbia uscì dalla bocca del demone.
Fulke e Tarasios si voltarono verso di lui, entrambi erano esterrefatti da ciò che vedevano in quegli istanti. Un Cacciatore Bianco fu letteralmente lanciato contro ad un albero, facendo liberare quella che sembrava un ala nera di un drago. La corda non era stata ancora annodata, il demone ne approfittò e si liberò, prendendo con l'altra mano il collo del secondo Cacciatore. La sua schiena si incurvò all'indietro e fissò l'uomo, strinse il collo fino a trafiggerlo con gli artigli. Il sangue uscì prepotentemente dal tessuto e Rubellius gettò l'uomo a terra. L'ultimo uomo che stava tenendo le gambe del demone lo fissò, Rubellius si liberò e prese il suo busto con gli artigli dei piedi, per poi trafiggere il suo costato con gli artigli delle mani. Il demone lo morse al collo muovendo le ali di due metri e mezzo. Rubellius fissò il cielo e lasciò la sua vittima ormai morta, il demone si pulì la bocca e strisciò per alzarsi. Il Demone Minore si svestì mostrando la sua vera natura. Rubellius si alzò lentamente facendo dondolare le braccia sui fianchi, quando si mise dritto con la schiena alzò il mento verso l'alto e fissò il nemico con ira. Il demone respirò intensamente, mentre stringeva i pugni, la pelle era di un intenso blu notte e copriva tutto il corpo tranne gli avambracci e le mani. Il suo volto triangolare era dipinto della stessa tonalità, il demone si leccò le labbra ancora sporche di sangue e deglutì. Sopra agli occhi viola non c'erano le sopracciglia rosse, le guance e il collo erano coperti dai dei minuscoli tribali neri, mentre le scaglie dello stesso colore coprivano dal suo bacino fino ai piedi. Rubellius fece qualche passo muovendo le ali, i capelli rossi ondeggiarono seguendo i suoi movimenti, le ciocche sottili e dritte arrivavano fino all'addome, erano molto più lunghi rispetto al suo aspetto umano. Fulke deglutì e guardò la sua schiena dilaniata dalle lunghe cicatrici azzurre. Le corna blu sembravano ruvide al tatto e i piccoli denti appunti, identici come quelli di un piragna, erano sporchi di sangue.
Tarasios sorrise e spalancò le braccia con orgoglio, Rubellius aprì le ali e lo fissò con odio.
Tarasios – Lo sterco come te non si consuma mai. Vero?!
L'Angelo gli puntò la lama davanti per sfidarlo, Rubellius digrignò i denti e immediatamente spiccò il volo, andandogli addosso con il suo atletico corpo. L'Angelo aprì le ali e i due volarono nel cielo, zizzagando e affrontandosi con ira. Idis alzò lo sguardo con paura e spostò il figlio, poiché alcuni rami caddero al suolo.
I due continuarono lo scontro e si spostarono dal villaggio, arrivando con calci e pugni in una piccola pianura. Tarasios cercò di trafiggere il demone con la spada, la quale sfiorò il suo fianco blu. Al contrario Rubellius bloccò l'Angelo e dando delle testate sulla sua fronte lo stordì. L'Angelo cercò di riprendersi e di attaccare con dei fendenti, ma Rubellius bloccò la sua mano destra e girò il braccio, facendo cader a terra la spada. Tarasios urlò di dolore e fissò il demone, Rubellius prese l'occasione e trafisse con gli artigli della mano sinistra il petto dell'Angelo. Il demone salì verso l'alto e prendendo Tarasios lo voltò, gli artigli del piede destro presero l'ala della creatura celeste. L'Angelo urlò di dolore e si divincolò. Il demone prese con la mano destra l'ala destra di Tarasios e la fermò, i due scesero in picchiata. Rubellius aprì la bocca e morse l'osso dell'ala, facendo urlare di dolore l'Angelo. I due zigzagarono nel cielo, finché il demone avvicinandosi al terreno, lo scagliò facendolo cadere sull'erba e i macigni. Tarasios tossì faticosamente ansimando per il dolore, si trascinò a pancia in giù vicino ad un enorme masso bianco. Rubellius atterrò a pochi metri dal suo corpo, le ali nere si socchiusero mentre i capelli rossi si spostarono con un po' di vento. La voce di Rubellius era molto più profonda, le sue labbra mostrarono un ghigno di rabbia.
Rubellius – Mio figlio e la mia compagna non meritavano la morte, tu... hai ucciso tutto ciò che avevo. Tutto ciò che bramavo.
L'Angelo si voltò cercando di alzarsi, guardò il demone e sorrise con malignità.
Tarasios – Quella stupida sgualdrina e quell'abominio?! – Rise – Povero demone, mi fai pena. Ma fidati di me, Rubellius, non è questo il giorno che morirò.
L'Angelo rise ed estrasse dalla manica della sua tunica, un cubetto di Macaone. Rubellius urlò e spiccò il volo contro di lui cercando di ucciderlo. Ma l'Angelo rise e schiacciò il cubetto, facendolo scomparire con un fumo e con un lampo d'energia. Rubellius cadde a terra, si guardò attorno e si mise in ginocchio. Il demone urlò di rabbia e chiuse gli occhi alzando il mento, le ali si mossero mentre Rubellius graffiò il masso bianco davanti a sé.
----
Quando la battaglia finì i Cacciatori Bianchi si ritirarono, le fiamme vennero spente grazie all'aiuto dei sopravvissuti e finalmente il silenzio tornò in quel luogo. Gli uomini della Tribù dei Buii posarono i loro compagni morti vicino ad un pino e pregarono, Idis e suo figlio vennero posti da Darius vicino ad un masso. La ragazza dai capelli neri coccolò suo figlio mentre si sfiorava la pancia che ospitava l'altro bambino, Darius era accanto a sua sorella.
I tre osservarono Fulke che era accanto a sua nonna Dasha, l'uomo si era in ginocchiato a terra, lasciando le asce sul terreno. Il suo volto era sporco di fango e sudore, ma i suoi occhi gialli erano colmi di lacrime. Le sue mani presero il volto della nonna e lo posarono sulle ginocchia, la donna era ancora cosciente ma non avrebbe resistito a lungo. L'abito viola di Dasha era sporco di sangue e fango, le sue mani erano posate sull'addome, Fulke le accarezzò il volto e l'abbracciò.
Fulke – Mi dispiace... - sussurrò con dolore.
Dasha socchiuse gli occhi e gli diede una carezza, la sua voce era lieve e i suoi occhi osservarono il cielo azzurro. Fulke posò le labbra sulla sua fronte rugosa e inarcò la schiena, la donna parlò piano.
Dasha – T-ti ho cresciuto b-bene. A-Alita... sarebbe... - tossì sputando sangue – s-stata fiera d-di te. L-lei – tossì – t-ti saluta.
L'uomo sapeva cosa voleva dire, i suoi occhi si chiusero e le sue spalle tremarono, Fulke prese la sua mano sinistra e respirò con affanno. Dasha lo guardò per l'ultima volta e gli accarezzò la guancia.
Dasha – N-noi... t-ti vogliamo bene. I-io... ti voglio bene.
La donna deglutì a fatica e alzando gli occhi verso l'alto, emise l'ultimo e faticoso respiro. Fulke la guardò non sentendo più il suo cuore, digrignò i denti e la strinse in quel silenzio. Gli uomini di quella tribù si avvicinarono attorno a lui, mostrando il rispetto a Dasha. Fulke si stropicciò gli occhi e indicò a due ragazzi di vent'anni di controllare se Clizia stesse bene, i due parlarono velocemente di come la ragazza era ancora viva. L'uomo ordinò ai due di prenderla di peso e di posarla in un posto più asciutto. Quando i giovani stanchi e sporchi dalla battaglia presero i polsi della giovane, gli altri uomini accanto al loro capo, si voltarono verso il pozzo del villaggio e sentirono un battito d'ali. Rubellius atterrò e guardò gli umani, si avvicinò con fierezza a loro osservando i due ragazzi, un ghignò di rabbia mostrò i suoi denti appuntiti. Fulke mosse una mano indicando di spostarsi da lui e di lasciare la ragazza a terra.
Fulke – Allontanatevi tutti, lentamente.
I suoi guerrieri obbedirono e fecero passare il demone, lasciando stare la giovane. Rubellius guardò gli umani con disprezzo, le sue ali si chiusero mentre i suoi passi si avvicinarono a Clizia. Il demone si posizionò accanto a lei e accorciò gli artigli neri, lentamente si inginocchiò facendo scivolare i capelli rossi sulle ginocchia. Le sue mani presero di peso Clizia e con calma si alzò, lasciando cadere verso il basso, le sue gambe, le braccia e i capelli castani. Il demone si guardò attorno e respirò con affanno, era agitato come una bestia. Fulke gli mostrò una mano e cercò di calmarlo.
Fulke – Rubellius... calmo – sussurrò- Fidati, la cureremo noi. È ancora viva, dacci solo...
Il demone posò il volto di Clizia sul suo petto e guardò l'amico, scosse la testa e spiccò il volo, portando con se il mezzo-angelo. Fulke fissò la sua direzione e imprecò, poi guardò Darius e alzò la voce.
Fulke – Darius ho bisogno del tuo aiuto! Segui il Sentiero delle Bacche Viola e aspettami vicino alla Pietra Grigia di Med. Rubellius la vuole portare lì per curarla, ma non mi fido delle Magie che userà.
Darius annuì e si avvicinò, stringendo la lancia che aveva in mano. Fulke diede altri ordini ai suoi uomini e alla fine guardò Idis. La donna si avvicinò con il figlio, saltellando sul piede sano.
Idis – Le farà del male?
Fulke – No, ma non mi fido di lasciarlo solo in quello stato.
Idis si inginocchiò accanto al marito e sfiorò il volto di Dasha. La moglie di Fulke era ancora turbata.
Idis – Ci penso io a lei.
Fulke – Non affaticarti molto, va bene? Non voglio che Götz e suo fratello ne soffrano - deglutì.
La donna annuì e lo baciò, Fulke posò Dasha a terra e si alzò prendendo le sue asce.
----
Dopo pochi minuti Rubellius superò alcuni pini e atterrò su una riva di un lago. Il lago era circondato dai pini, dalle querce e dai poderosi massi bianchi. Il demone si avvicinò ad un masso e posò la ragazza, mettendola a pancia in su. Il Demone Minore che dava le spalle al lago osservò la testa ferita. Lui si spostò e andò a prendere delle radici, le quali vennero masticate e sputate sulla sua mano. Rubellius si avvicinò alla giovane e posò il composto sulla ferita, la sua voce uscì pronunciando delle parole magiche, le quali la curarono con un fascio violaceo. Quando finì la sua opera osservò il sole nel cielo, faceva veramente caldo in quella zona della Foresta Nera. Il demone sfiorò una guancia di Clizia ed estese l'ala destra per coprir il suo volto con l'ombra, la giovane respirò piano mentre mugugnava. Rubellius fece un sorriso e socchiuse gli occhi, i capelli rossi scivolarono sulla spalla di Clizia. Le sue orecchie a punta si mossero quando sentì dei passi provenire dal sentiero che portava in quel lago, il demone alzò lo sguardo davanti a se e vide Darius. Il demone rosso allungò gli artigli neri e coprì con il petto Clizia, estendendo le ali e parlando velocemente. L'uomo dai capelli neri respirò a fatica, mentre il volto era sporco di cenere. Rubellius posò gli artigli sul masso senza ferire la sua protetta, sembrava una bestia pronta ad attaccare.
Rubellius – Vattene!
Darius deglutì e sbiancò, gli artigli neri graffiarono la superficie del masso.
Rubellius – Non ti avvicinare se non vuoi morire!
Darius mostrò la mano e si avvicinò lentamente, dietro di lui si sentirono dei passi.
Darius – Calmo, mi ha mandato Fulke. Non voglio toccare te o lei.
Rubellius – Taci! Se ti avvicini ancora, ti taglio la testa e poi me la mangio, stupido umano! Hai capito?! Clizia è mia, solo mia!
Il demone era teso, Darius non si spostò finché Fulke con una corsa arrivò. Il mezzo-demone posò una mano sulla spalla del cognato e parlò piano nella lingua del suo mentore.
Alla fine Fulke convinse Rubellius a lasciar Clizia nelle cure delle donne del villaggio, ma lui pattuì che non sarebbe tornato se lei non veniva a cercarlo dopo un paio di giorni.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro