Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Capitolo 31

"Brooke?" Chiedo riconoscendo la ragazza fuori dalla mia porta con un sorriso stampato in volto e alcune ciocche di capelli leggermente arricciati e mori che le cadono sulla fronte pallida.
"Ciao, disturbo?" Chiede lei gentilmente ed io ancora confuso per la sua visita scuoto la testa lasciandola entrare, la mora si toglie il cappotto appoggiandolo sul'attaccapanni ormai conosce questa casa, ho perso il conto delle volte in cui è venuta qui con Luke o delle volte che sono rimasti a dormire dopo una festa.

"Non ti preoccupare, non sono qui di nuovo per assillarti con qualche mia paranoia ti ho solo portato questa" dice porgendomi una felpa, la afferro confuso e la guardo riconoscendo lo stemma della mia squadra di football preferita.
"Questa è la mia felpa, perchè la avevi tu?" Chiedo e lei sorride dolcemente, come se avessi detto una cosa stupidissima.
"L'hai lasciata in camera da Samantha, viviamo nella stessa sorellanza te l'ho riportata, lei si è rifiutata" dice alzando le spalle ed io annuisco mentre appoggio la felpa sul divano, non appena mi giro vedo Brooke con gli occhi puntati su un peluche di Rebecca lasciato sul tavolino, mi lamentavo di continuo con la piccoletta quando lasciava i giocattoli per casa, ma ora non posso più farlo.

"Emh, ho saputo da Luke quello che è successo" dice lei puntando i suoi occhi azzurri nei miei, sorrido leggermente prima di annuire non sapendo cosa dirle.
"Mi dispiace Ashton" sorrido scuotendo la testa.
"Smettetela di scusarvi tutti, non è colpa di nessuno se non la mia" dico e lei si irrigidisce immediatamente stringendo i pugni.
"Non è colpa tua Ash, tu non eri un genitore orribile come credi, tu sei migliore di così" dice come se si fosse incazzata ed io scoppio in una risata ironica, come Luke crede di sapere quello che sto passando e quello che provo.

"E tu cosa ne sai? Non puoi sapere cosa è un buon genitore, non sei madre, non sai cosa significa crescere qualcuno, probabilmente te, come Luke, sei cresciuta in una bolla di vetro perfetta creata dai tuoi perfetti genitori, tu non puoi sapere niente di tutto ciò Brooke" dico fissandola dritto negli occhi e lei mi guarda con i suoi occhi azzurri come se da un momento all'altro potesse schiaffeggiarmi.
"Io sono cresciuta in una casa famiglia Ashton, nessuno meglio di me sa cosa ci si prova a passare in questa merda, nessuno mi ha mai creato una fottuta bolla di vetro attorno a me e tu brutto coglione non hai neanche idea di cosa sia un vero genitore di merda, uno di quelli che ti prendono a schiaffi ubriachi di notte, uno di quelli che non si ricorda neanche il tuo nome, uno di quelli che non ti guarda neanche in faccia perchè troppo fatto, questo è una merda di genitore" 

La ragazza mi urla contro mentre i suoi occhi diventano lucidi, la guardo in silenzio mentre mi sento sputare addosso questo pezzo del suo passato, Brooke mi guarda per un mezzo secondo prima di sorridermi amaramente e dirigersi verso l'uscita.
"Che cretina, ed io che volevo venire qui a chiederti come stavi per essere gentile visto che tu ti sei subito le mie paranoie su Luke, ma fa niente, non sono ben accetta" dice afferrando la maniglia ma io scuoto la testa prima di oltrepassarla e chiuderle la porta evitando di farla uscire.

"Okay, sono stato uno stronzo di prima categoria e mi dispiace, non dovevo urlarti contro Brooke, ma non andartene ti prego" dico io e lei mi guarda indecisa sul da farsi.
"Sei stato una merda Ashton, non osare mai più dirmi chi sono o la prossima volta ti schiaffeggio" dice lei facendomi sorridere ed io annuisco mentre anche lei inclina le labbra in un sorriso.
"Posso farmi perdonare offrendoti una sigaretta?" Chiedo mostrandole il pacchetto e lei annuisce afferrandone una e seguendomi sul piccolo balconcino dove in genere Calum fa crescere le sue piantine, mi dice sempre che sono piccole piante di edera ma ormai ho smesso di farmi domande su di lui.

"Perchè sei finita là?" Chiedo io riferendomi alla casa famiglia e Brooke mi ascolta mentre si accende la sua sigaretta per poi passarmi l'accendino di un rosa sgargiante, piacerebbe a Rebecca.
"I miei genitori erano molto giovani, avevano solo venti anni quando mi hanno avuta, ero stata uno sbaglio fatto in una notte in cui avevano esagerato con l'alcol, non mi hanno mai davvero voluto ma mia nonna era cristiana e non ha lasciato abortire mia madre, così mi hanno messo al mondo e per loro ero solo uno stupido intralcio alle loro vite composte da droga, alcol e feste. Erano cattivi con me, mi chiudevano in camera per ore mentre loro uscivano, stavano fuori tutta la notte e quando tornavano ubriachi facevano a gara a chi mi dava il calcio più forte, mi prendevano in giro perchè piangevo, mia madre a volte neanche si ricordava il mio nome, mi chiamava cosetta e mio padre era troppo impegnato a provare a farsi altre ragazze per considerarmi, litigavano di continuo e quando osavo intromettermi prendevo altre botte" dice lei ed io la ascolto in silenzio immaginandomi una bambina da sola con quei due stronzi, troppo piccola per potersi difendere e troppo sola per poter chiedere aiuto a qualcuno.

"Un giorno mentre andavo a scuola, avevo più o meno nove anni, un bambino notò un livido sul mio braccio, si avvicinò a me e si preoccupò chiedendomi cosa mi fossi fatta e cosa fosse successo, rimasi in silenzio, ero terrorizzata all'idea che qualcuno lo scoprisse, ma quel fastidioso ed insistente bambino non si è arreso, quel bambino è andato correndo dalla maestra per avvertirla e quella donna dopo avermi controllato i molteplici lividi che avevo sul corpo chiamò i servizi sociali che mi portarono via da quell'inferno" dice lei giocando con un piccolo braccialetto legato al polso.

"Quel bambino da quel giorno in poi ha sempre continuano a controllarmi le braccia, ogni giorno mi portava un cioccolatino e controllava che non avesi ferite, passava intere giornate con me per farmi ridere e farmi stare bene, era diventato per me il mio unico riferimento, ed ha continuato ad essere il mio angelo custode anche alle medie e alle superiori, ed ancora adesso ogni giorno passa a casa mia per rallegrarmi le giornate e farmi stare bene" dice lei sorridendo leggermente ed io inspiro il fumo.
"Fammi indovinare, quel bambino si chiamava per caso Luke?" Chiedo e lei si limita a sorridermi mentre lancia il suo mozzicone sull'asfalto bagnato.

"E poi cosa è successo?" Chiedo io e lei raccoglie le gambe avvicinandole al petto guardando dritta davanti a se la città coperta da un sottile velo di nebbia da dove sbucano solo le punte dei palazzi più alti ed i tetti più vicini.
"Mi hanno portato in casa famiglia, quando entri in questo circolo non ne esci più, inizia un continuo viaggio da famiglia a famiglia come se tu fossi un povero randagio senza casa, attendi che qualche famiglia ti adotti ma quasi mai succede se sei già grande, cercano bambini piccoli non ragazzini problematici con un passato infernale alle spalle, non ho mai trovato una famiglia, certo erano tutti gentili con me ma mai nessuno è diventato un genitore per me, ero una bambina che viveva con loro ma non loro figlia" dice lei mentre gioca con le maniche del suo maglione color verde petrolio.

"Io non ho mai avuto una madre a cui volere bene o un padre a cui fare riferimento, ero sola, niente fratelli o sorelle, non avevo una famiglia, avevo solo Luke, nessuno ha mai chiamato per me, nessuno è mai venuto ai miei saggi di danza e nessuno ha mai deciso di diventare il mio genitore, ero una bambina troppo chiusa, troppo problematica per poter essere adottata, perchè scegliere una come me quando potevano prendere qualche paffuto bambino pronto a vederli come nuovi genitori? Nessuno mi voleva, ero come una peste da evitare, ero sotto la categoria; minori con problemi a socializzare e ambientarsi, chi mai mi avrebbe voluto? Ero troppo disturbata per loro" dice mentre una piccola lacrima le sfugge sulle guance arrossate per il freddo, mi avvicino a lei portando delicatamente il pollice sul suo zigomo raccogliendo la piccola lacrima e asciugandola facendo sorridere leggermente la ragazza che posa i suoi grandi occhi azzurri su di me.

"Non sei disturbata mentalmente Brooke, sei un po' perfettina, hai problemi con le emozioni, fai schifo nelle relazioni peggio di me, ti fai paranoie inutili e quando vuoi sei peggio di uno stalker pagato dalla CIA ma per il resto sei una delle persone più belle che abbia mai incontrato, sei una ragazza dolce, gentile e molto intelligente, sei un talento a ballare, ti ho visto sai? Ho visto come scuoti quelle anche" dico facendola scoppiare a ridere ed io sento un qualcosina accendersi dentro di me, qualcosa che non sentivo da molto.

"Sei carina, hai dei begli occhi e santo cielo ragazza la tua risata è la prima che sento che non mi da fastidio, ed è una settimana che prendo a scarpate in faccia Calum perchè lo sento ridere mentre guarda Dora l'Esploratrice, non ti devi sminuire Brooke, sei una brava ragazza, se degli stupidi genitori non ti hanno voluti perchè hanno preferito dei bambini ciccioni sfornacacchette ad ogni ora sono solo dei cretini, tu non hai niente di sbagliato hai capito? " Dico e la ragazza mi guarda stupita come se le avessi detto per la prima volta che babbo natale non esiste.

"Ashton vai a prenderla" dice decisa ed io la guardo confusa, i suoi occhi azzurri si fanno quasi più luminosi di prima.
"Io non avevo nessuno che avrebbe combattuto per me, ma lei c'è l'ha, lei ha te Ashton, ha solo te, devi andarla prendere, non starà meglio in quelle case famiglia, potranno avere i soldi e belle case ma l'unica cosa di cui Rebecca ha bisogno è un padre, uno che le voglia bene, tu devi andare da lei e riprendertela, fai quello che nessuno ha mai fatto per lei, combatti e dalle quello che si merita" dice ed io sorrido mentre lei afferra la mia mano prima posata sulla sua guancia e la stringe.

"Non sei orribile come credi, hai fatto cose sbagliate nel passato, tutti le abbiamo fatte, ma non per questo sei condannato a non poter essere felice Ashton, quella bambina ti ama, a danza non faceva che parlare con le sue amichette di te, eri il suo eroe, raccontava di come le raccontavi le storie la sera, di come recitavi i testi di Alice nel paese della meraviglia, di come cantavi insieme a lei la mattina, tu Ashton non puoi permettere che le persone ti dicano cosa fare, sei meglio di chiunque altro per crescere quella bambina, tu meriti di essere felice" dice mentre il suo volto si avvicina a me, rimango in silenzio mentre i miei occhi non riescono a distogliersi dai suoi, il suo odore delicato di vaniglia mi inebria mentre comincio a sentire il suo respiro sulle mie labbra.

"Ragazzi... ma che cazzo ci fate sul balcone, ci saranno a malapena tre gradi?" Io e Brooke ci allontaniamo di scatto non appena sentiamo la voce di Calum irrompere all'improvviso, entrambi ci giriamo verso il moro leggermente imbarazzati mentre lui ci guarda confuso.
"Ho interrotto qualcosa?" Chiede con una faccia maliziosa e ammiccandomi come un cretino facendo ridacchiare Brooke ed infuriare me, giuro che lo sbatto fuori di casa prima o poi.
"Cosa vuoi Calum?" Chiedo io arrivando subito al punto per poi tornare a parlare con Brooke.

"Io vi lascerei volentieri parlare o leccarvi la faccia ma si da il caso che ci sia tuo padre seduto tranquillamente sul nostro divano" dice ed io scatto in piedi, Brooke mi guarda confusa mentre oltrepasso Calum diretto a grandi passi verso l'uomo, come si permette di tornare qui? Di solo osare ad entrare in casa mia di nuovo?

"Che cazzo vuoi ora?" Chiedo facendolo sussultare sul divano, lo guardo mentre velocemente appoggia sul tavolino il fumetto porno di Calum e si gira verso di me con ancora una faccia disgustata per quello che ha visto.
"Non sono qui per litigare ancora con te" dice con tono calmo e pacato.
"Ah no? Strano, in genere prendiamo sempre thè e pasticcini quando ci vediamo" dico ironico e lui invece di rispondermi urlando come al solito si avvicina a me allungandomi una busta che io guardo confuso.

"Che cosa è?" Chiedo e lui mi guarda negli occhi per poi guardare alle mie spalle e guardare Calum e Brooke.
"Domani c'è l'appello in tribunale, alle dieci di mattina" dice lasciandomi nelle mani la busta con il timbro del tribunale stampato sopra.
"Aspetta, di che stai parlando?" Chiedo e lui mi guarda per un'attimo indeciso sul da farsi.
"Per l'affido di tua figlia, sono andato ai servizi sociali per chiedere di riportarti Rebecca e mi hanno detto che l'unico modo e presenziare a corte con un avvocato per convincere il giudice a riaffidarti il minore" dice Brooke dietro di me spalanca la bocca mentre Calum si appoggia al muro per non svenire.

"Tu sei andato ai servizi sociali per ridarmi mia figlia? Perchè? Hai detto che non sono un bravo padre" dico incredulo convinto che mi stia prendendo per il culo.
"Sì, sono convinto che tu sia un pessimo esempio e anche un pessimo futuro dottore, ma non ho alcun diritto di decidere che tu sia o meno un buon padre, ho sbagliato a fare quello che ho fatto e quella bambina non merita di stare in case famiglie" dice guardandomi negli occhi senza cambiare neanche per un'attimo il tono della voce.
"Dunque mi stai dicendo che non faccio così schifo?" Chiedo e lui sorride per un minimo istante prima di indicarmi la busta.
"Alle dieci al tribunale, portati un buon avvocato, lotterai per tua figlia Ashton" dice prima di girarsi e andare verso la porta e lasciandoci così.

"Papà" dico fermandolo mentre apre la porta, mi volto verso Brooke che mi sta guardando con un sorriso sulle sue labbra e Calum che invece si sta sventolando in faccia un figlio per farsi aria mentre il colore della sua pelle tende al bianco.
"Grazie, è stato un bel gesto" dico tenendo stretta la busta e lui annuisce come se per una volta avesse fatto la cosa giusta anche se non era scritta nelle sue regole.
"Non deludere tua figlia" 


"Ho bisogno di un avvocato, non riusciremo a riprenderci Rebecca senza qualcuno di bravo " dico andando avanti ed indietro per il salotto mentre Brooke e Calum mi fissano come se fossi pazzo, il moro alza la mano per richiedere parola e io lo faccio parlare.
"Io una volta ho guardato un intero episodio di Law and Order, posso provarci" dice e Brooke lo schiaffeggia dietro la nuca per farlo tacere.

"Siamo nella merda, non la prenderò mai, il giudice la darà in affido per sempre, merda, siamo fottuti" dico in panico e Brooke si alza venendomi incontro.
"In realtà c'è una persona in grado di aiutarci" dice lei come se questa via fosse quella più brutta e difficile.
"Chi?" Chiedo presa da un momento di gioia.
"Samantha" 


Oh.
Ora si che sono nella merda.


Hey Everybody

Volevo rendere questo lunedì migliore per tutti così ho deciso di aggiornare, questo è uno degli ultimissimi capitoli e poi diremo un grande addio a questa infinita storia, ha superato di lunghezza Princess, mi stupisco di me stessa.

Vabbè passiamo alle cose rilevanti, oggi ho dormito tutto il pomeriggio e ho sognato di farmi un tipo della mia scuola mentre due notti fa ho sognato una notte di fuoco con Calum, adoro i miei sogni, peccato che poi nella realtà non mi caghi nessuno, fa niente.

Ho una notiziona per voi, ho in mente una ff, spero che vi piacciano i lupi e Calum perche non appena finirò Daddy pubblicherò il primo capitolo di Girl Talks Wolf, parlerà del mio dolce e amato Calum, quasi mi viene da piangere al pensiero che tornerò a scrivere di lui decentemente e non descrivendolo come un ritardato, sarà una storia ff e no, non ha niente a che fare con Twilight dunque scordatevi lupi mannari e vampiri, ci saranno i lupi, ci sarà Rebecca e ci sarà Calum, ecco tutto quello che posso dirvi per ora.

Ora detto questo vado a pensare a che scusa inventarmi per saltare l'interrogazione di latino, buona vita a tutti.

Twitter\ Snapchat\ Ask\ Spotify; rebeccaneedfood

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro