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Capitolo 19

Non ho mai amato andare a scuola.

Non sono di quei liceali che temono il bulletto della scuola o il professore stronzo, no, quel lato della scuola non mi fa paura visto che il bulletto sono io, quello stronzo che tormenta gli sfigati é il sottoscritto e i prof non hanno mai voluto litigare con me.

Io odio andare a scuola perché lí mi danno un numero, posso anche fare il grande e fingermi intelligente ma quando vedi sul foglio bianco quel numero che indicala tua intelligenza allora ogni tuo castello di sabbia viene spazzato via con un solo soffio.

I miei genitori mi hanno mandato in uno dei migliori licei per farmi diventare uno studente modello, pretendono sempre l'eccellenza da me, vogliono che io sia una specie di trofeo da esporre alla cene di affari, ma questa soddisfazione io non gliela ho mai data.

"Ashton davvero? Un'altro quattro? In storia? Come puoi non capire storia?" Ascolto annoiato mia madre mentre continua gesticolare in piedi di fronte a me, tra le mani tiene quel maledetto foglio, altra conferma della mia stupiditá.

"Non fai niente per tutto il giorno e non riesci a trovare neanche il tempo per studiare? Io non ti vedo mai per piú di due ore sui libri..." e bla bla, i miei occhi si posano sul piatto davanti a me, il solito pasto riscaldato, questo perché nessuno ha mai tempo per prepararmi qualcosa di differente, mia madre continua ad urlarmi contro ma ormai questo fa parte della quotidianitá.

Ogni giorno mi alzo, nessuno viene ad aprirmi la finestra dandomi il buongiorno, vado in cucina dove se sono fortunato trovo mia madre che si sta bevendo il suo caffe amaro prima di andare in ospedale, mio papá non c'é mai quando mi sveglio, i suoi turni iniziano presto e finiscono tardi, al massimo lo devo sopportare un paio di ore al giorno.
Poi vado a scuola luogo dove tutti mi conoscono ed hanno una precisa impressione di me, vado in classe dove il professore regolarmente mi umila con domande e voti bassi, torno a casa stanco e nervoso per questa merda di liceo e invece di trovare parole di conforto come "Dai Ashton, la prossima volta andrá meglio" trovo questo.

"Sai quanto paghiamo per quella scuola ogni anno? Ti rendi conto di quel che ci pesi? Ti diamo tutto, una buona istruzione, la macchina le feste e tu con cosa ci ripaghi con un quattro in storia? Ashton ma mi stai ascoltando?" Sbraita mia madre ed io alzo gli occhi al cielo, la fame ormai mi é passata, mia mamma incazzata nera sbuffa prima di dirigersi verso camera mia infuriata.

Ecco ci risiamo.

"Tu non vuoi studiare? Perfetto allora io ti tolgo ogni distrazione, il computer, il wi-fi, la playstation e chiudo a chiave il garage con la batteria, voglio proprio vedere cosa ti inventi per non studiare" dice lei buttando tutte le mie cose nel garage fregandosene del valore.

"Mamma, io studio cazzo" dico esasperato e lei scoppia a ridere ironicamente prima di guardarmi un altra volta.
"Tu studi? Allora spiegami come hai fatto a prendere questo quattro?" Chiede lei sbattendomi in faccia di nuovo quel voto, non é solo uno stupido segno rosso ormai, é la mia vergogna.
"Non lo so, io mi impegno davvero é che non ce la faccio a prendere sei, ti giuro che ce la metto tutta ma ogni volta che guardo il compito le lettere si invertono e io non so piú cosa fare, il cervello si resetta ed ogni ora di studio si annulla" dico per una volta con sinceritá sperando che mia mamma capisca ma ovviamente lei non lo fa.

"Ah davvero? Allora ho un figlio stupido, spiegami come é possibile allora che Luke, il tuo migliore amico prenda sempre dieci? Non ti senti stupido in confronto a lui eh?"

Ecco cosa altro odio, quando mi mette a paragone con i miei amici, mi umilia ricordandomi i loro successi e mi racconta l'orgoglio delle loro madri mentre io a loro do solo delusioni e dispiaceri, perché io non sono intelligente come loro, io non riesco a fare quello che fanno loro e rendere orgogliosi i miei genitori.

Mia mamma alza gli occhi ancora una volta vedendo che rispondo con il silenzio, prova a rimproverarmi ancora una volta ma la porta di casa si apre e mio padre ancora vestito con il camice entra e ci guarda prima confuso ma non appena guarda negli occhi mia madre capisce il tutto.

"Eccolo, l'uomo dell'anno quello del: si penso io all'istruzione di mio figlio, ecco guarda cosa ha fatto tuo figlio" dice mia mamma lanciando il foglio a mio padre il quale osserva il voto prima di guardarmi negli occhi e stavolta sprofondo nella paura.

Paura perché se mia mamma urla mio papá diventa violento e stronzo.

"Mi spieghi come cazzo hai fatto a rendere questo voto di merda? Cosa hai nella testa? Dio santo quanto sei stupido ed io che speravo in un figlio degno di poter continuare il mio lavoro ma con il cazzo che ti fanno entrare a medicina con questi voti" dice sbraitando ed io chiudo gli occhi per un'attimo mentre lui comincia ad accusare mia madre perché é colpa sua se io non studio mai, perché non mi tiene mai controllato, ma nessuno lo fa mai.

"Sei una tale delusione Ashton" Dice mio padre guardandomi negli occhi quasi schifato ed io afferro la mia cazzo di verifica strappandogliela dalle mani e lo guardo negli occhi.
"Io arriveró al diploma ma non perché voglio rendervi orgogliosi o stronzate varie, io arriveró al diploma per potermene andare da questa casa, per poter andarmene da voi due" dico freddamente e pochi secondi dopo le dita fredde di mio padre si stampano sulla mia guancia con una forza che mi fa voltare il volto.

Chiudo gli occhi per un'attimo prima di guardarlo negli occhi con le lacrime che spingono per uscire, mio padre mi guarda con rabbia mentre mia mamma ha entrambi le mani sulle labbra mentre guarda la scena scioccata, inaspettatamente sulle mie labbra spunta un sorriso amaro mentre sento la mia pelle bruciare per lo schiaffo.

"Complimenti, picchiami pure, tanto non cambieró idea" dico prima di girarmi ed andare in camera mia e afferrare il mio giacchetto e infilarmi le scarpe, sono stanco di sentirmi dare dello stupido continuamente e sentirmi dire che sono una fottuta delusione per loro perché non riesco ad eccellere come vorrebbero loro.

"É tutta colpa tua se ora vuole andarsene"
"Stai zitta, del resto ha imparato da te a scappare dalle situazioni no?" Urla mio padre mia madre, ecco cosa succede ogni volta che faccio qualcosa di sbagliato, prima si arrabbiano con me per poi urlarsi addosso.

Una volta forse tra loro c'era amore, una volta, ma la vita e le loro differenze li ha portati quasi ad odiarsi, si ignorano tutto il tempo e alle spalle si parlano male, in casa non parlano mai, non si baciano mai, non si abbracciano mai e neanche si guardano a momenti, sono quasi forzati a cena a stare nella stessa stanza ma questo dura finché mia mamma irritata dai discorsi di mio padre si alza e se ne va nella sua stanza.

L'unico motivo per cui stanno ancora insieme é perché non vogliono farmi affrontare il divorzio perché sarebbe scioccante, considerano una soluzione migliore mangiarsi la faccia ogni giorno e odiarsi sempre di piú finendo con il scoppiare il litigi pieni di urla ed insulti come questo.

La parte brutta é mi sento terribilmente in colpa per questo, mia mamma mi dice sempre che le stiamo facendo vivere una vita di merda perché nessuno le vuole bene, ma ogni volta che parla con mio padre finisce per litigare ed io non ho mai nulla da dirle per consolarla, non riesco a vederla mentre piange dunque mi faccio gli affari miei mentre lei affronta i suoi demoni da sola.
Mio padre invece non la ama piú, lo vedo da come la guarda, non piú come se fosse sua moglie ma come se fosse semplicemente una conoscente, non prova mai a chiederle come sta e mai si interessa di lei, non le fa mai regali, non vanno mai a cena insieme, mai.

"Non fai un cazzo per questa famiglia per te il lavoro é tutto, non ti importa se nel frattempo tuo figlio si fa le canne o viene bocciato perché sei troppo occupato a sbatterti le tue luride infermierine" urla mia madre mentre io mi fermo nel corridoio con lo zaino in spalle.
"Io cosa? Ma come ti permetti di dirmi queste cose stronza? Sono cattiverie, sei solo una merda, non vedi altro che te, io pulisco, io cucino, brava complimenti vuoi un premio come casalinga dell'anno? Visto che sei sempre a casa a non fare un cazzo potresti provare a crescere quel disgraziato di tuo figlio e non farlo diventare un drogato come é ora" dice mio padre e mia mamma ad ogni aggettivo sprofonda sempre di piú.

"Io non ce la faccio piú, tu mi tratti di merda e lui ancora di piú" dice mia madre scoppiando a piangere e come al solito mio padre non tenta in alcun modo di consolarla, basta.


"Tu dove pensi di andare?" Mi urla mio padre non appena passo accanto a loro per andare verso la porta ed uscire da questo fottuto inferno.
"Me ne vado, sono stufo di voi, dite sempre che l'unic motivo per cui sete ancora sposati sono io , bene la delusione umana se ne sta andando per sempre da qui, finiró gli ultimi mesi di liceo a casa di qualche mio amico, vi auguro una buona vita piena di soddisfazioni date dal lavoro liberi da questo peso, addio" dico guardandoli negli occhi e mio padre mi ferma con la sua voce severa e alta.

"Se uscirai da quella porta ora sappi che non potrai piú tornare qui, non potrai piú chiedermi aiuto quando ti bocceranno e non saprai cosa fare della tua inutile vita, non venire a cercarmi quando ti renderai conto che sei troppo stupido per il college perché io appena varcherai quella porta cancellerò per sempre il tuo nome dalla mia memoria" mi avverte ed io mi volto ancora una volta fissandolo negli occhi verdi come i miei prima di sorridermi.

"Goditi la tua vita da stronzo allora, addio" dico prima di sbattermi la porta alle spalle ed andarmene, stavolta per sempre, stavolta libero da quel inferno.


"Ashton,ashton" Mi sveglio di soprassalto da quel sogno orribile che ormai mi tormenta ogni notte, i miei occhi vagano nel buio assonnati in cerca di quella voce che é riuscita a svegliarmi da quell'incubo del passato.
Mentre ancora cerco di individuare la persona il mio letto si piega leggermente sotto il peso della piccoletta che appare davanti a me con il suo pigiamino rosa e i suoi due ciuffetti biondi in testa mentre mi osserva preoccupata.

"Hey, piccoletta che ci fai ancora sveglia, é tardi per te" dico guardando l'orario sulla sveglia che segna le tre passate, la bambina alza le spalle prima di stringere il suo Daniel.
"Ti ho sentito mentre parlavi nel sonno e mi sono preoccupata" dice guardandomi con i suoi occhi nocciola, io sorrido leggermente.
"Ti sei preoccupata per me?" Chiedo sorridendo e lei annuisce vigorosamente.
"Daniel protegge dagli incubi se vuoi posso prestartelo per stanotte" dice lei porgendomi il delfino rosa ed io scuoto la testa.
"Che ne dici se rimani tu invece? Cosí nessuno dei due avrá incubi" dico io e lei sorride a trentadue denti da latte per poi stendersi accanto a me appropriandosi del mio cuscino.

Una volta mi sarei lamentato con lei ma dopo il sogno di stanotte, dopo essermi ricordato quanto i miei genitori mi considerassero e quanto poco gli importasse di me l'unica cosa che voglio fare e dormire ed accertarmi che anche lei lo faccia senza sognare niente di brutto.

Mi sdraio accanto a lei e la copro fino a sotto il mento assicurandomi che non prenda freddo e le sposto una ciocca di capelli dalle labbra per farla dormire meglio, appoggio la mia testa sul cuscino rimanendo in silenzio ad ascoltare il suo leggero respiro coordinarsi con il mio, lentamente la avvolgo e porto il suo corpicino stretto al mio, lei invece di ribellarsi si accoccola sul mio petto sorridendo mentre lascia Daniel sul bordo del letto per poter stringere meglio la mia maglietta.

La guardo mentre lentamente cade nel sonno ancora e tranquillamente anche senza il suo amato Daniel tra le braccia, lentamente porto le mie labbra sui suoi capelli lasciandole un leggero bacio prima di sorridere.

"Grazie piccoletta"


Hey Everybody

Non so se vi sia piaciuto questo capitolo ma spiega il passato di Ashton e la sua relazione con i suoi genitori, spero abbiate apprezzato.

Allora volevo informarvi che é uscita una nuova mia ff sui 5sos chiamata The Second, piú comica rispetto a questa e piena di cliché, sarei davvero la bambinapiú felice del mondo se passaste a leggerla.

Detto ció domani se riesco aggiorno di nuovo con capitolo potente.

BYEEEEEE

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