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Capitolo 4

Lo vedo girare l'angolo, la ragazza davanti e lui che le stringe le spalle dietro.

Corro in loro direzione, chiedendomi se mi stia sbagliando.

Entrano in un bagno.

Metto il cappuccio della felpa e entro poco dopo di loro, conosco il rischio che sto correndo ma non permetterò di farle qualcosa contro la sua volontà.

Conosco il suo sguardo impaurito, è lo stesso che avevo io quella sera, la prima sera...

Il suo alito sul mio collo è spaventoso, il suo petto si alza e abbassa troppo velocemente, non vede l'ora.

Mi spinge ancora di più contro il muro.

Mi gira e comincia baciarmi, mi morde il labbro e io sussulto.

Cerco di liberarmi dalla sua presa ma mi tiene troppo stretto, mi fa male.

-Ehi

-Perché mi hai portato qui? Che vuoi.

Torno in me quando senti le loro voci.

-Tranquilla non voglio farti niente.

-Lasciami Travis.

-Come?

Dalla sua voce si capisce che è stupito.

-Trav lasciami andare.

-Sasha che cazzo dici? Non ti piaccio più?

-Non capisci mai, sei così infantile.

La ragazza esce.

Lui no, rimane in silenzio.

Sento il ticchettio del telefono.

-Oh via libera, non gliene frega più niente di me...Hahah sono felice che il mio lavoro sia finito...non ce la faccio più.... Sì ciao.

Probabilmente mi sbagliavo, eppure il suo sguardo era così chiaro, come è possibile?

La sua non era rabbia o tristezza, era paura.

Senza far rumore cerco di uscire dal bagno, che tra l'altro è anche quello dei maschi...Ma mentre sto per aprire la porta questa si spalanca sbattendomi violentemente in faccia.

Cazzo che male, mi porto una mano sul naso che inizia velocemente a sanguinare.

Entra un ragazzo con l'aria preoccupata, dopo aver sentito il tonfo della porta.

Come mi vede la sua preoccupazione sparisce e sul suo volto si disegna un sorriso divertito:

-Hey bellezza, come mai qui?Cerchi guai?

Si avvicina verso di me, io come un'imbecille rimango li immobile.

-Emm...no no.

Gli passo affianco per uscire, ma lui mi afferra un braccio"

-Dove pensi di andare? Ora sei dentro.

Mi stringe il braccio troppo forte, mi spinge a se.

Cerco invano di liberarmi da lui ma mi sta tenedno stretta tra le sue braccia.

Nello stesso istante Travis esce dalla "cabina" del bagno in un'entrata ad effetto spaventosamente hollywoodiana.

 -Che cazzo fai?

Afferra per le spalle il ragazzo, che molo subito la presa.

-Travis che cazzo vuoi? 

Il ragazzo da uno spintone a Travis.

Wow, nonostante non c'è niente da ridere, soffoco una risata, è così ridicolo che due che neanche conosco si stiano per prendere a botte per me.

Travis ristabilisce l'equilibrio e passa un pugno in faccia all'altro ragazzo che si asciuga il naso sanguinante con il palmo della mano, l'atmosfera si sta riscaldando un po' troppo:

-Figlio di puttana.

Io rimango a cercare di fermare il sangue che mi sgocciola dal naso.


Anche se la scena risulta alquanto divertente non posso permettere che si prendano a botte, intervengo...se così si può dire...

-Ehy basta!

Mi metto tra i due ragazzi, rivolta verso il biondo, cerca di spostarmi con uno spintone ma ho i piedi ben saldi a terra.

-E togliti.

-No.

Incrocio le braccia al petto cercando di risultare arrabbiata, il mio tentativo fallisce miseramente quando sento Travis ridere alle mie spalle.

Mi prende per i fianchi e mi alza di qualche centimetro da terra, spostandomi a destra di loro, mi dice:

-Ti fa male?

Io rimasi immobile per l'ennesima volta, le mie gambe si erano già paralizzate al suo primo tocco.

-No...cioè si un pochino.

Mi prende il mento tra le dita e mi alza il volto per vedermi meglio.

La sua mano calda sul mio collo mi lancia un scossa elettrica lungo tutta la schiena.

Aggrotta le sopracciglia e i suoi occhi brillanti mi scrutano con attenzione.

Il biondo coglie il momento per svigniarsela ed uscire dal bagno:

-Che troia.

A quelle parole a momenti non lancio un calcio nelle palle a Travis, d'istinto. 

Mi volto verso la porta, per evitare che Travis legga l'imbarazzo nei miei occhi.

Mi stacco da lui:

-Grazie, non serviva.

-Oh si che serviva, lui è Trenton, stagli alla larga.

-Ok.

Vado verso il lavandino e per sciacquarmi il naso...cosa molto imbarazzante.

Mi asciugo e penso al fatto che nel frattempo Travis sia stato li a guardarmi.

Spero che non mi chieda come mai ero li, la sua voce rauca rompe quel momento imbarazzante:

-Allora, per stasera? 

Aspetto un po' prima di rispondere per non far vedere la mia eccitazione.

È vero che la notte porta consiglio, mi ero convinta (MOOLTO CONVINTA) di andare all'appuntamento.  

-Dove andiamo?

Sorride soddisfatto.

-Avevo in mente un pub, per te va bene?

-Benissimo.

Da quanto sono entrata ho perso la concezione del tempo,  e Paul?

Merda l'ho dimenticato all'ora di poesia!

Mentre velocizzo il passo verso la porta chiedo:

-Che ore sono?

Travis mi raggiunge e cammina (corre) affianco a me verso l'aula di poesia.

Sfila il telefono dalla tasca:

- Le nove e venti. 

-Merda sono in ritardo.

-Per andare...? 

-Il corso di poesia.

-Ti accompagno.

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