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C a p i t o l o S e t t e - Cross my Heart!

Se qualcuno nota degli errori grammaticali nella storia, avvertitemi tramite messaggio privato!Essi verranno aggiustati
e revisionati a dovere!

Attenzione!:

Come avrete ben visto ho deciso di colorare le vignette e di renderle più accesse usando il pc, se vi piacciono e volete che continui a colorarle in futuro scrivetemi le vostre opinioni qui nei commenti.

Oltre a questo ho aggiunto anche un video musicale, il quale grazie al suo magnifico suono sono riuscita ad imedesimarmi nelle scene tra Gold e Roylay!

Decidete voi in quale scena di questo capitolo ritenete opportuno azionarlo.
Buono ascolto e buona lettura!

                                ~♥~

« Avrei voluto tanto non arrivare fino a questo punto. Beh, almeno sono riuscito a stringere il patto! Questo sì che è sicuramente confortante~»
Disse Gold stiracchiandosi le braccia.

«Ehi! Guarda che sono ancora qui!Finiscila subito di parlare da solo e spiegami una volta per tutte le motivazioni di questo patto. Perchè diamine l'hai fatto? »
Domandai con tono di voce alto al ragazzo sdraiato sul bordo della fontana.

«...»

«A- Allora?...No! Ti prego, non ti addormentare di nuovo! Vedi che ti ho dovuto trascinarti di peso senza alcun aiuto per farti distendere su questa stupida lastra di pietra! Come ricompensa per la mia gentilezza espressa nei tuoi confronti esigo delle spiegazioni!»
Esclamai irritata sbattendo furiosamente il piede sul pavimento.

Con il profilo rivolto verso l'alto e le palpebre dischiuse ad osservare seriamente il soffitto, Gold seccato dalle mie lamentele girò il viso per guardarmi con espressione corrucciata. Le sue iridi studiavano ogni caratteristica della mia figura, e finendo di esaminare per benino il mio volto, fece uscire dalla sua bocca viceversa delle domande.

«Perchè sei ancora qui? Non dovevi andare a casa a vedere la tua cara zietta?»
Domandò sbadigliando assonnato.

«Eh?! Non cambiare discorso. Io non rimetterò piede nella mia dimensione, finchè tu non mi dirai cos'è successo esattamente durante lo sblocco dell'apertura della porta! »
Sbottai furiosa approcciandomi contro la sua figura ed osservandolo dall'alto con aria di sfida.

«Ahww~ Non ci credo! Tu vuoi rimanere nella mia dimora in mia compagnia! Sono riuscito davvero ad affascinare il cuore puro ed innocente di questa bambina? Allora la mia bellezza deve essere qualcosa di veramente eccezionale~»
Si vantò facendomi un'occhiolino seducente.

Aveva una faccia da schiaffi in quel momento, ma evitai di farmi travolgere troppo dalle emozioni e decisi di rilassarmi e di sbollire i nervi per il bene della mia incolumità.

Mi avvicinai imperturbabile al suo corpo e con le mani iniziai a scuoterlo dal suo posto di riposo incessantemente.

«Senti, tanto lo so che tu non vuoi minimamente prendere in considerazione le mie richieste! Io vorrei soltanto capire i motivi delle tue azioni! Perchè hai usato i tuoi 'speciali poteri' su di me? Perchè la collana dovrebbe essere la tua dolce e cara chiavetta? Perchè hai-!»

«Uugh, basta! Ho capito, ho capito!Guarda che non posso assimilare così tante domande in una sola volta, piccoletta! Ora, frena la lingua e mettiti accucciata accanto a me nella fontana.»
Rispose digrignando i denti mentre si dimenava dalla mia oscillante presa.

«Ma-!»
Protestai per interromperlo, alzando il tono di voce.
Purtroppo però il ragazzo fu più veloce di me a tagliare la mia sentenza, scontrando il dito della sua mano sulle mie labbra per zittirmi.

«Shh! Bocca chiusa e fai ciò che ti ho detto.»
Replicò infastidito mostrandomi un inquietante e largo sorriso.

Annuì sconfitta al suo commando e intimorita dalla sua attitudine mi sedetti nel bordo della fontana, cercando di tenermi a una certa distanza dal suo corpo disteso.

«Mia piccola e dolce Roylay, sappi che io sono rimasto molto grato del tuo aiuto espressosi pochi attimi fa. Se tu non mi avessi preso in tempo, sarei caduto a terra rovinando il mio povero bel visino. Per questo vorrei che tu accettassi le mie più sentite scuse per il mio sgarbato comportamento. Mi perdoni~?»

I suoi occhi dorati mi osservavano imperscrutabili mentre gli angoli della sua bocca formavano un infantile e falso broncio.

«...S-Scuse accettate. Adesso comincia pure a spiegarmi cos'è veramente accaduto, Gold.»
Dissi rivolgendomi seria e distaccata dai suoi scherzi.

«Aah, e va bene! Come hai ben visto la porta è scesa finalmente a toccare il pavimento di questa sala grazie al patto creatosi all'interno della stessa collana. Una volta sigillato non si puo' più tornare indietro, ma ciò non significa che questo ti porterà a subire delle conseguenze a causa di questo inevitabile fatto. In realtà il patto è stato realizzato solamente per far avverare i nostri più prelibati desideri nascosti nelle profondità del nostro cuore.»
Spiegò portandosi la mano al centro del petto ghignando silenziosamente.

«Desideri? Aspetta un secondo! Io non ti ho mai chiesto di realizzare un mio desidero!»

«Ah, no~? Nnh, credo di essermi espresso male. Certo, non è stata la tua cara boccuccia a dirmelo ma la volontà dell'animo del tuo avido cuore. Non è stato poi così difficile a leggerlo, i tuoi pensieri sono così ben incentrati sullo stesso obiettivo che l'aura sprigionata da essi mi hanno permesso di poter tirare fuori il sogno dal tuo cuore facilmente. Oltre a questo, penso che sia molto simile al mio, quindi dopo tutto essendo uguali tra di loro hanno facilitato la creazione del nostro patto.»

Sgranai gli occhi dall'incredulità per la spiegazione così insensata datami da Gold. Aveva uno strano effetto sentirsi dire da qualcuno spiegazioni basati sulla magia e sui sogni.
Non era una cosa che ti capitava tutti giorni, ma la curiosità mi permise con coraggio di proferire altre parole al ragazzo.

«Tu sai qual'è il mio sogno?...»
Chiesi mormorando quasi dubbiosa.

Se era a conoscenza del mio sogno, vuol dire che sapeva il mio scopo di ritrovare i miei genitori!
Ma era nettamente impossibile far avverare una cosa simile, lui ed io eravamo dei completi estranei conosciuti a causa di un portale dimensionale.

Lui non sapeva niente di me e della mia vita, perciò mi pareva alquanto strano poter credere alle sue affermazioni.
Anche se...

« Hai letto i desideri all'interno del mio cuore, giusto? Se è così, vorrei che tu me lo dimostrassi, rivelandomi il mio più grande sogno.»
Dissi con fermezza deglutendo la pila di biglie che sentivo in gola.

Le sue pupille simili a quelle di un gatto si strinsero mandandomi dei brividi lungo il perimetro della mia schiena.
La risposta si era già insinuata nella sua mente.

«Oh-oh~. Qualcosa di più difficile me lo avresti potuto chiedere. Dunque, il tuo sogno più grande? Ah, sì! Il quale stai cercando ogni giorno di scovarlo in qualunque maniera possibile, seppur la tua cara zietta ti abbia avvisato innumerevoli volte che era irragiungibile e senza speranza. Beh, lei ha paura che tu possa trovare delle devastanti delusioni alla fine di questo tuo percorso oramai deciso. Non la posso biasimare, ma come puoi mettere a tacere la ricerca della tua nipotina sui propri genitori? Un sogno anche se ha delle prospettive scarse deve essere coltivato, non distrutto senza alcun ritegno verso le sue fragilità. Distrutto il sogno, distruggi anche l'identità iniziale della persona che ami.»
Conclusse sospirando profondamente.

Aveva interpellato alla perfezione ogni cosa. Nessun errore.

«Sì, hai perfettamente ragione...»

La voce che mi tremava e l'amaro che avevo in bocca furono prove inconfutabili che ogni particolare pronunciato da lui non era infondato.
Sarei riuscita a ritrovare i miei genitori, avrei potuto abbracciarli ancora una volta fra le mie braccia?

Sorridendo amaramente sentì delle dita accarezzarmi il capo con dolcezza.

«Che ti succede? Non ti metterai per caso a piangere spero.»

Mi stava consolando?
Ero così presa dai miei pensieri che non mi ero accorta della sua presenza seduta accanto al mio lato a darmi conforto.

In quell'attimo di puro silenzio dove ad accompagnarci c'era il rumore dello scrosciare dell'acqua della fontana, mi lasciai sfiorare dolcemente dalle carezze del suo delicato tocco, le quali mi spinsero a pensare di essere diventata un cucciolo smarrito e indifeso.

Con il suo aiuto potrò riacquistare una via sicura e stabile che mi ricongiungerà finalmente a mia madre e a mio padre. Fremevo dalla gioia!

Ma prima di girarmi e di fargli altre domande avrei voluto ringraziarlo della sua gentilezza e del suo caloroso conforto.

«Uff... Ma perchè proprio a me?Come partner per il mio patto avrei preferito che ci fosse stata una donna dalle forme abbastanza prosperose ed invitati ad accarezzarmi la testa, e invece guarda cosa mi tocca fare. Il babysitter~»
Sussurrò Gold a se stesso ridendo maliziosamente.

'B-Brutto...?!'

Gli schiaffeggiai il palmo della mano furibonda mentre gli avevo schioccato un'occhiataccia irritata e fulminante.
Lui però  reagì in tutt'altro modo al mio furente schiaffo dedicandomi un sorriso sollevato.

«Depravato.»
Sussurai sotto il mio respiro posando lo sguardo sul pavimento.

«Pfh, che caratterino! Mi piace quando metti il muso in volto. Volevo sollevarti su il morale con qualche battuta divertente! E dai non prendertela sul serio, piccoletta.»

<< Io non sono giù di corda. È che dopo tanto tempo vedrò i volti dei miei genitori. Non c'è gioia più grande che questa a darmi allegria però... non riesco a smettere di immaginarmi che qualcosa possa andare storto. È davvero possibile raggiungere un sogno del genere? Non c'è nessun ostacolo da dover affrontare? Mi sembra troppo facile.»
Dichiarai gettando un sospiro mentre prendevo tra le mani il ciondolo della collana, studiando a fondo i suoi particolari.

«I-In realtà, un ostacolo ci sarebbe.»
Disse con voce insicura grattandosi la nuca del collo nervosamente.

Mi girai a guardarlo seccata dalla sua dichiarazione e poggiai il mento sul palmo della mia mano a fissarlo intensamente.

«Oh... E quale sarebbe? Spara.»

«E-Ecco, tu lo sai che cos'è un patto, no?»
Domandò sviando il discorso distogliendo il suo sguardo dal mio.

Di solito quella che si trovava in difficoltà a parlare ero sempre io. Invece dal mio punto di vista i ruoli si erano sorprendemente invertiti.
La sicurezza del suo carattere si era trasformata in insicurezza e paura.
Paura?
La cosa mi divertiva e parecchio.

Annuì vigorosamente alla sua domanda  e aspettai con pazienza che lui si organizzasse al meglio per formulare altre informazioni importanti da darmi.

«Devo essere sincero con te, visto che  la sincerità deve essere la base principale per creare un perfetto rapporto di fiducia. I-Io... non posso al momento... non mi trovo nelle circostanze adatte per poterti aiutare a ritrovare i tuoi genitori.»
Disse mordendosi il labbro inferiore fra i denti, evitando così di aggiungere altro.

Sincerità o no, quella verità suscitò un dolore bruciante all'interno del mio petto.
Lo osservai atterrita e delusa dalle mie stesse aspettative, una parte di me lo sapeva ovviamente di non doversi fidare troppo di queste futili possibilità ma l'altra invece, era desiderosa di voler credere di essere a pochi passi dal suo irrangiugibile e piccolo dolce sogno, il quale essendo custodito gelosamente nel proprio cuore non smetteva di bruciarmi ardemente l'anima.

'Peccato...'

Pensai passandomi le dita tra i capelli mentre sentivo gli occhi dorati di Gold osservare la mia reazione.

«E perchè non puoi? Credevo che tu fossi in grado di utilizzare i tuoi poteri per queste stupide e semplici cose!»
Ipotizzai prendendolo alla sprovvista.

«Giusto, anzi giustissimo mia cara! Però, purtroppo questi non sono di un livello così potente. Poco fa mi hai visto far calare la tua porta senza alcuno sforzo, vero? Ma in realtà essa mi ha causato una gran perdita di energia, e grazie all'aiuto datomi dal legame del nostro patto ho potuto evitare di privarmi di altra.»

«Ma se questo ti ha portato a perdere pure completamente i sensi... Cosa succederebbe se usassi i tuoi poteri per il mio sogno?»

«Mmh...Embè, se dovesse succedere metterei a repentaglio la mia stessa vita.»
Bisbigliò inquieto strofinandosi il braccialetto metallico che aveva al polso nel tessuto dei suoi pantaloni.

«C-come scusa?»
Balbettai squadrandolo dalla testa ai piedi.

«Hai capito bene. Se io usassi la maggior parte dei miei poteri, lo stato del mio corpo entrerebbe in un lungo e profondissimo sonno. È sempre stato così, tra queste quattro mura qualunque cosa io voglia compiere, potrebbe rivoltarmisi contro senza alcun motivo. Oltre al fatto che le gocce  presenti in questa stanza non mi tengono affatto compagnia, loro lo fanno soltanto per sorvegliarmi a dovere e a rimettermi a nanna contro la mia volontà usando ogni volta la loro irritante musichetta da lagna.»
Sibilò delle imprecazioni alle sfere fluttuanti che lo circondavano con palese innocenza.

Le gocce compievano delle piroette su se stesse e oscillavano leggiadri nell'aria con grazia, illuminando il pavimento di quel candido colore bianco. Quei piccoli fari oltre a saper danzare tra di loro sapevano anche emettere delle melodie armoniose per accompagnarsi nel loro incatevole ballo.
Li trovai abbastanza fighi e unici nel loro stile.

Mi staccai dalle loro ipnotizzanti figure e riposai la mia attenzione al mio compagno di chiacchere, il quale invece era infastidito di essere circordato da quelle eleganti e mistiche creature.

«Aspetta, ora che ci penso questa non potrebbe essere una specie di maledizione lanciata da qualcuno per farti rimanere in questo posto? Non ti ricordi di preciso cosa ti è accaduto?»

Gold scosse la testa alle mie domande facendo ricadere alcuni dei suoi ciuffetti rosati sui propri occhi.

«No... Ahah, ma se fosse solamente questo che non riesco a ricordarmi, tutto intorno a me si semplificherebbe in un soffio.»
Rispose sospirando sognante mentre increspava sulle proprie labbra un mezzo sorriso intristito.

Piegai la testa da un lato in confusione e Gold notando la mia espressione cominciò a confidarmi della sua orrenda situazione.

«Io non ho nessun ricordo riguardante la mia vita. Il nulla. Solo il vuoto colma mia mente , la quale non contiene alcun ricordo dei miei amici o dei miei parenti. Il mio nome è l'unico frammento rimasto che ho dei miei ricordi dimenticati. I pezzi della mia identità sono andati in frantumi, gettati via da qualche parte, in qualche dimensione distorta e diversa rispetto alla nostra. Sai, ogni giorno mi mettevo a guardare il riflesso della mia immagine sulla superficie dell'acqua di questa maestosa fontana, e provai ad immaginarmi di essere circondato dalle persone che amavo. Mi immaginai i loro volti, i loro sorrisi, le loro parole e il loro affetto. Patetico, non è vero?»

Il suo profilo era rivolto verso il basso a contemplare con amarezza lo specchio d'acqua. 
I suoi occhi erano avvolti da una tristezza e una malinconia infinita, credetti per un secondo di essere risucchiata insieme ai suo contrastanti sentimenti emotivi.
Ero in pena per lui.
Repressi dentro di me quel desiderio di avvolgerlo in un caldo abbraccio, dandogli in cambio una leggera pacca sulla spalla.

«E adesso? Con il patto non potrai finalmente uscire da questa terribile prigione?»
Lo confortai aggiungendo un tono un po' più allegro per smorzare l'atmosfera.

Una piccola risata uscì dalla sua bocca.

«No, purtroppo non posso. Il patto è la creazione del nostro legame, un legame di condivisione e solamente uno di noi due potrà uscire da qui realizzando il desiderio dell'altro. Ovvero tu, piccoletta. Se riuscirai a realizzare il mio sogno e a riprendere i frammenti dei miei ricordi nell'altra dimensione, tu potrai riavere i tuoi genitori al tuo fianco e io potrei liberarmi dalle catene che mi tengono prigioniero in questo luogo. Un patto è un patto,e questo penso che tu lo dovresti sapere.»
Mormorò entusiasto togliendomi la mano dalla sua spalla.

«Cosa?!»
Sbottai alzandomi di scatto dal mio posto.

Avrei dovuto vagare da sola in un'altra dimensione, in un altro mondo per cercare soltanto i frammenti dei suoi ricordi?

«E me lo dici adesso? Io non posso! Ci metterei una vita a scovarli! Come puoi pretendere che io possa gironzolami in un altro mondo a me completamente ignoto, senza avere nemmeno una guida accanto con cui poter avere dell'indispensabile aiuto! Non posso accettare le condizioni del tuo folle patto!»
Sbraitai infuriata incrociando le braccia al petto.

«Ooh, non dirmi che hai già rinunciato al tuo sogno! Eppure assomiglia così tanto al mio~»
Sogghignò divertito.

«E adesso questo cosa c'entra? Il tuo sogno è molto ma molto diverso dal mio!>>

«Non credo~»
Canticchiò soddisfatto gongolandosi.

Non smetteva di mugugnare le sue stupide canzoncine. Era così testardo e convinto che io mi sarei rassegnata ad accettare la sua stramba decisione!
Il suo sorriso da ebete mi mandava su tutte le furie, però non potei non ripensare alla situazione in cui quel ragazzo dal carattere così pazzerello potesse affrontare con tanta forza.
C'era da ammirarlo per il suo imminente coraggio, io al contrario sarei caduta sulle mie ginocchia dalla disperazione a pregare.

D'un tratto la rabbia che covavo contro di lui si spense e cominciai a ragionare seriamente sulla sua precedente ipotesi.

«Perchè dici che il mio sogno assomiglia al tuo? Dove li vedi queste somiglianze?»
Dissi puntandogli gli occhi addosso con risolutezza.

«Uhm~ Dove dici? Semplice!»
Esclamò euforico incrociando le gambe assumendo una posizione comoda.

Il suo braccio alzandosi lentamente indicò con il dito il lato della sua fronte, e tamburellando contro esso mi dedicò un sorriso carico di furbizia contornargli le labbra.

«Che anche tu come il sottoscritto hai dei ricordi dimenticati.»

Sussultai sconvolta dalla sua rivelazione. Ero immobile come una statua con il respiro bloccato nei polmoni.
Oltre ad aver scoperto il mio sogno, lui aveva scoperto anche il centro dei miei problemi. Il punto d'origine del mio grande scopo.

Mi toccai il lato della mia fronte dubbiosa e provai per un secondo un leggero fastidio pulsare contro la mia tempia.

«È davvero un peccato non ricordarsi i volti dei propri genitori. Persino pensare che i momenti della tua dolce infanzia vissuta con loro sia svanita così nel nulla lasciandoti a mani vuote, aumentando le difficoltà del tuo scopo ... È proprio una brutta amnesia! Ma non ti devi preoccupare, con il patto tu avrai molte più possibilità di recuperarli nell'altra dimensione. Con i miei poteri al completo grazie alle mie memorie riuscirò a farteli avere! Non hai scelta, se ritorni nel tuo mondo dalla tua cara zia annulando tutto, ricominceresti una ricerca da una base inesistente e dai fini incerti. È questo ciò che vuoi veramente~?»
Insistette innarcando un sopracciglio.

«N-No, non è questo ciò che voglio! Io in verità desidero con tutto il mio cuore potermi riavvicinare a loro però... »
Risposi con voce strozzata mentre chiudevo le mani in dei pugni tremanti.

Quel vuoto che sentivo da tanto tempo dentro di me sarebbe stato finalmente colmato?
Fu come un colpo allo stomaco accettare la realtà dei fatti, la quale continuavo ad evitare con insistenza.
Ho sempre voluto evitare questo argomento con mia zia Clarice, il giorno della mia scomparsa a soli 5 anni avevo perso la memoria.
Quel giorno così infausto persi metà della mia vita, della mia identità e non seppi più nulla sul conto dei miei genitori.

Ho chiesto infinte volte a lei il motivo della loro scomparsa, ma le risposte e le spiegazioni venivano sostituite spesso con un insolito e lungo silenzio.
Finchè, nel giorno del mio dodicesimo compleanno finì per scovare una terribile verità...

«Roylay? Stai bene?»

«Mhn?... Ah sì, sto bene. Gold posso chiederti un favore?»

Chissà che faccia avevo quando abbiamo iniziato a chiaccherare su questo discorso.
Un morto vivente?

«Certo! Chiedi pu-!»

«Smettila di leggermi il cuore. I fatti della mia vita privata non sono cose che ti riguardano. Questo fatto non deve essere più portato a galla, chiaro? Se te ne vorrò parlare nei minimi particolari questo dovrà avvenire soltanto quando avrò riposto in te una completa fiducia. Pertanto per il patto vorrei che tu ed io facessimo una promessa.»
Spiegai indirizzandogli uno sguardo decisamente duro.

«Una promessa? Mi piace~!»

Gold era divertito dal mio cambio di comportamento e senza indugi aspettò fremente con un sorriso beffardo, consentendomi di continuare.

«Se accetterò le circostanze del nostro patto, tu mi devi promettere che quando inizierò il mio viaggio verso il tuo mondo dovrai concedermi per ogni mio bisogno il tuo aiuto. Anche se non puoi uscire da qui, io dubito fortemente che tu non possa creare un qualche collegamento con me.»
Dissi mostrandogli la collana d'oro   legata al mio collono.

«Uhuh~ Non credevo che potessi essere così acuta e sveglia, piccoletta. Mi hai stupito! Certo, potrei creare una sorta di collegamento tra me e la collana stessa, ma vedi questo esisteva già da molto tempo, quindi non ho nessun problema di mettermi in contatto con te. Poi più avanti ti mostrerò come fare. C'è altro da promettere?»
Sorrise affascinato dalle mie idee.

«S-Sì! Promettimi che qualunque sarà il prezzo da pagare tu realizzerai il mio sogno! Ti prego!»
Esclamai gettandomi quasi in un urlo implorante.

Di colpo le sue iridi vennero illuminate da un lucicchio fluorescente, rendendoli particolamente splendenti e radiosi.
Era incredibile come quel colore così d'orato potesse risplendere di una rara e vivida bellezza.

Il suo malizioso ghigno poco dopo giunse alle mie orecchie e osservai con attenzione i suoi gesti. Il suo indice tracciò due linee sul lato sinistro del suo petto formando una 'x' invisibile, e aggiungendo con fare misterioso tre paroline in inglese dal suono dolce e delicato.

«Cross my Heart~ »
Mormorò ghignando tenendo la mano guantata nella parte sinistra del suo cuore.

<< C-Cross my Heart? E questo cosa significherebbe?»
Mormorai di rimando stizzita.

« Significa "Croce sul mio Cuore", infatti come puoi ben vedere ho creato una crocetta immaginaria sul mio petto mentre te lo dicevo. Non ho compiuto un gesto infantile, ho compiuto un gesto pieno di rispetto e di umiltà nei tuoi confronti! Quindi ti chiederei di non sottovalutarlo! Piuttosto, ora tocca a te! Fammi anche tu una promessa, ricreando però i miei stessi movimenti e le mie stesse parole~»
Cantonò gesticolando frivolamente.

Sapevo che con la promessa lo avrebbe portato a compiere a buon fine il proprio lavoro. Stavamo elaborando un altro importante legame, il quale per me era innocuo e privo di pericolo. Oh, quanto mi stavo sbagliando...

«E che cosa ti dovrei promettere, sentiamo.»

«Vediamo un po'... Ah, sì! Promettimi che qualunque sarà il prezzo da pagare tu realizzerai il mio sogno! Ti prego!»
Mi imitò mettendosi ad interpretare il tono della mia voce rendendola gracchiante e ridicola.

«Ehi! Io non parlo così! Ok, è questo che vuoi come stupida promessa? Ti accontento subito!»

Feci da lui stabilito le due linee immaginarie sulla parte sinistra del mio petto dov'era posizionato il mio cuore e interpellai con determinazione la sua stupida formula magica.

«Cross my Heart!»
Gli urlai contro innalzando la voce mantenendo il contatto visivo.

D'improvviso con mio grande stupore intravidi due linee nere spuntare sul petto di Gold. Una crocetta dalle sfumature nere tatuata perfettamente sulla sua pelle bianca.
La mandibola della mia bocca si spalancò ancora di più nel vedere queste staccarsi e volatilizzarsi nell'aria per andarsi ad attaccare ai ciuffi ribelli di Gold, trasfrormandosi in dei rigidi fermagli per capelli.

«  Ma-Ma che cosa...?!»
Balbettai con gli occhi che mi uscivano dalle orbite.

«Uh? Cosa? Non ti piacciono? Qualche complimento me lo potresti fare, no? Guarda che questi sono il simbolo della nostra amichevole e bellissima promessa!»
Affermò orgoglioso scuotendosi i capelli rosati rendendosi alquanto impacciato.

«  No-Non accadrà pure a me, vero?! Mia zia mi ucciderebbe se scoprisse che ho un tatuaggio a forma di 'x' sul petto! Mi darebbe anni e anni di punizione, togliendomi per sempre anche la paghetta!»
Piagnucolai presa dal panico per la gravità della situazione.

Controllai frettolosamente sotto il tessuto della mia maglietta se avevo tracce di quel orripilante segno ad inchiostro, e per mia grande fortuna era assente.
Gettai un lungo sospiro di sollievo e ritornai a sbraitare a Gold con estrema fogacia.

«Accidenti a te e ai tuoi stupidi trucchetti da maghetto! Io me ne vado! Non starò un altro minuto di più a soffocare i miei nervi per te! Quando è troppo è troppo! Addio Gol-!»
Prima che potessi chiudere definitivamente il nostro discorso, il ragazzo prese con forza e velocità il mio polso attirandomi al suo corpo.

«A-Aspetta! Scusami per averti stravolta, ma è mio compito informarti che dopo la tua uscita il nostro patto comincerà ad azionare il passaggio tra i nostri due modi! Ricordati che in meno te lo aspetterai ti contatterò per portanti nella mia dimensione e risolvere questa faccenda!»

«H-Ho capito! Adesso, lasciami andare!»
Continuai lamentandomi cercando di strattonare il braccio dalla sua resistente presa.

«Per favore, Roylay. Tu sei... la mia unica speranza.»
Implorò sorridendo amaramente.

È vero. Il nostro sogno si assomiglia molto, tra di loro riesco a vedere la stessa identica disperazione di raggiungere la vetta che tanto desideriamo.
Ricordare i momenti felici passati con le persone che abbiamo amato, risentire le loro voci e le loro carezze avvolgerci ancora una volta nel loro amore.

La sua mano così grande stringeva il mio piccolo polso tra le sue dita, aggrappandosi ad esso come se fosse l'ultima ancora della sua salvezza.

Increspai un sorriso confortante sulle labbra e tesi l'altra mano libera davanti al suo cospetto.

«Ok. Farò in modo che i nostri desideri si avverino, ovviamente dovrai cercare di aiutarmi. Guai a te se mi lasci indietro!»
Dissi scherzosamente porgendogli la mano.

«Sì, ti aiuterò in tutte le maniere possibili.»

Staccandosi dal mio polso, la sua mano toccò ben presto la mia per scuotere insieme i nostri bracci e scambiarci a vicenda un motivante supporto.

Girandomi e avviandomi verso la porta diedi un ultimo sguardo al suo malinconico viso. Mi immaginai per un attimo che i suoi polsi fossero liberi da quelle catene dal composto metallico pesante e arruginito.
Un normale ragazzo che aveva avuto la possibilità d'incontrare una bambina e di raccontare le vicende della sua incredibile storia.

«Roylay!»

«Sì?»
Chiesi confusa fermandomi nel mio intento di aprire la porta.

«Cerca di non dimenticarmi.»
Disse quasi in un sussurro addolcendosi in volto.

«Certo che non ti dimenticherò, idiota! Perchè mai dovrei, scusa?»

Sussultò al mio commento e guardandomi sorpreso abbozzò un tenero sorriso.

«Già...perchè dovresti, piccoletta~»
Esclamò agitando la mano per salutarmi.


Ricambiai il suo saluto con un sorriso a trentadue denti e senza nient'altro da dire abbassai la maniglia permettendomi di uscire dalla sua maestosa sala, il luogo del nostro pazzo e folle incontro.

Ero certa che lo avrei rivisto, e che mi avrebbe portata nel suo mondo per affrontare un'avventura dai mille misteri. Anche se avrei dovuto tenere conto dei pericoli che avrebbe potuto nascondare.
Oltre a quello, riflettei anche sul mio sogno e sulle sue lacune, e sperai che esso non potesse trasformarsi in futuro in un incubo per distruggermi.

Ma purtroppo in quell'istante non capì invece che mi sarei ritrovata infatti faccia a faccia con loro.
Gli incubi di cui tanto temevo e creduti frutti della mia immaginazione sarebbero stati la 'distruzione' della mia stessa vita.

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