C a p i t o l o N o v e - Occhi di Ghiaccio
Se qualcuno nota degli errori grammaticali nella storia, avvertitemi tramite messaggio privato!Essi verranno aggiustati
e revisionati a dovere!
~♥~
«Voltatevi. Questo è il mio ultimo avvertimento, ragazzina.»
Annunciò con tono minaccioso il misterioso ragazzo che mi aveva puntato la lama appuntita della sua spada alla mia schiena.
Impietrita e con la testa che cercava di elaborare ciò che stava accadendo, repressi dalle mie labbra un sussulto di sorpresa.
Perchè?
Perchè tutte quelle persone all'improvviso erano contro di me?
Con sguardo indagatorio riosservai i loro pregiati ed eleganti abiti dell'Ottocento.
Di colpo un'illuminazione trapassò i pensieri dubbiosi della mia mente.
«Aspetta...Possibile mai che questa potrebbe non essere la mia epoca?»
Affermai titubante sotto il mio respiro sgranando le palpebre dalla realizzazione dei fatti.
«Cos'avete appena detto, prego?»
Oh, no.
Gold mi aveva avvertita di tutto ciò.
Dopo essermi dimenticata ingenuamente del suo avviso, ero entrata in un complesso abisso di non lucidità.
Evitavo di credere di esser potuta entrare nella sua dimensione temporale.
Ma com'era potuto accadere?
Forse si trattava invece di un'illusione scaturita proprio dalle sue arti magiche per mostrarmi com'era fatto il suo mondo.
Altra spiegazione che però nei miei riguardi non soddisfava le mie curiosità oramai insaziabili di conoscere la sua identità.
Se ero finita nel suo mondo, in un'altra epoca... Come avrei mai potuto far ritorno a casa?
«Sto parlando con voi. Non ditemi che siete diventata sorda apposta per non rispondermi. Se è così lo trovo poco consono e immaturo da parte vostra.»
Continuò parlando in un linguaggio freddo avvicinando leggermente la punta della spada sulla mia spalla.
Ok, ora sta esagerando.
«Immaturo?.. E secondo te puntarmi quell'affare addosso non è abbastanza ridicolo? Io la chiamerai esagerazione! Non ho fatto niente che potesse nuocere la tua e l'incolumità degli altri. L'immaturo qui tra noi due sei tu, concludendo la questione senza aspettare delle decenti spiegazioni.»
Contrabattei incrociando le braccia al petto, facendo esplodere così tutti i nervi che si erano accumulati nel mio stomaco.
Dei sospiri di stupore vennero espresse dalle bocce dei spettatori che osservavano con intrattenimento la scena che stavamo mettendo.
«Voltatevi. Fatemi vedere il vostro volto arrogante e cercate di non farmi sprecare altro inutile tempo.»
Sentenziò mantenendo il tono distaccato con cui mi aveva 'gentilmente' accolta, anche se potevo ben intuire un pizzico di disprezzo nel suo ordine.
Deglutì il groppo in gola e diedi un'occhiata dietro la mia spalla, fissando con evidente fastidio la lama della sua spada premere sul tessuto della mia giacchetta senza causarci troppo danno.
Notando la mia occhiataccia l'individuo allontanò di poco l'oggetto affilato dal mio corpo, dandomi così la possibilità di girare il mio corpo verso al suo cospetto.
«Lo sa che lei è davvero un-!»
Voltandomi con prontezza, le parole però da quel momento in poi mi morirono in gola.
Un ragazzino della mia stessa età dai capelli corvini di un nero bluastro attaccati ad un piccolo codino, mi scrutava da cima a fondo con i suoi glaciali occhi di un cristallino azzurro.
Due lame di ghiaccio pronte a trapassarti l'animo con il loro gelido odio.
I suoi occhi erano di tutt'altro mondo.
Continuando ad osservare ammaliata la bellezza delle sue taglienti iridi, studiai anche i particolari del suo elegante abbigliamento.
Un gillet di un profondo blu scuro gli copriva il busto mentre sul proprio corpo indossava una lunga giacca azzurra. Ma non era una giacca qualsiasi della mia epoca! Essa era invece finemente ricamata da una stoffa di velluto molto pregiata , mentre delle decorazioni vorticose color panna coprivano la maggior parte dello spazio sulle sue maniche e sul suo colletto.
«Un? Finisca pure la frase.»
Continuò lui tenendo la punta della sua fine spada a distanza dal mio petto, mentre si dipinse sul proprio volto di porcellana un' espressione cupa e minacciosa.
Le mie guance d'improvviso divennero infuocate dall'imbarazzo.
«Un...Un...»
Mormorai sotto il mio respiro inquieta, mordicchiandomi il labbro inferiore dal nervoso.
'Che mi prende?!'
Improvvisamente un leggero pizzicore colpì di nuovo i miei occhi, portandomi così a stringere le palpebre dal dolore.
' Digli che è un nanerottolo! '
Una voce maschile dal timbro profondo rimbombò all'interno della mia mente, spingendomi a spalancare e a esclamare dalla mia bocca l'incontenibile stupore.
«Un nanerottolo?!»
Esclamò inaspettamente la signora col cappello dalle piume colorate.
Un brusio di voci colme di disapprovazione riempirono la nostra discussione rendendo l'atmosfera abbastanza tesa e soffocante.
«Cosa?!»
Domandai confusa con voce alta, guardandoli uno per uno strofinando il palmo della mia mano sui miei brucianti occhi.
«Mi avete appena chiamato nanerottolo.»
Disse in tutta risposta senza alcuna esitazione il damerino che avevo pochi in anzi con impassibilità.
«N- Non è vero! Io non te l'ho detto!»
Come avrei potuto dirglielo se non avevo nemmeno fiatato!
Oppure forse...che l'avesse fatto qualcun'altro al mio posto?
Quella voce che mi parve familiare e sentita da qualcun'altro che conoscevo.
Era stato lui a commandare per un secondo i miei istinti?
«Lo avete detto in questo istante... e la prego di non darmi del "tu" con così tanta leggerezza. Chi siete voi per rivolgervi in questo modo? Prendere in giro la mia altezza non vi aiuterà di certo a scacciarvi dai vostri problemi. Alla fine si sta risultando che l'immaturo non sono io, ma voi.»
Affermò abbassando la lama della spada levando un sospiro seccante dalle sue labbra.
«Io non vi ho chiamato...nanerottolo.»
Lo rimproverai aggrottando le sopracciglia.
Nanerottolo.
D'altronde era vero. Ci levavamo pochi centimetri di altezza, e questo non fece che farmi scappare un sorrisetto.
Ricevetti dall'antipatico damerino un'occhiataccia, minacciandomi col il suo solito glaciale sguardo di rimangiarmi le parole appena dette.
Con pochi passi si avvicinò al mio viso per incutermi ancora più timore, e un piccolo sorriso di scherno si fece largo tra le sue rosee labbra.
«Come dite voi. Ma le orecchie qui di molti non sono state così abbastanza sorde da non sertivi. Quindi continui pure a mentire, continui pure a scavarsi di più la fossa che sta' creando intorno a sè. Ora comunque è arrivato il momento delle scelte sui ruoli. O fa la codarda scappando dalle sue responsabilità o affronta da buona cittadina le sue conseguenze.»
Sussurrò con tono fievole e irritante alla mia faccia oramai infuriata.
«Tanto l'uno o l'altra il suo destino con me è segnato.»
Mormorò serio concludendo il suo detto distaccandosi dalla mia figura , la quale era fremente di lanciargli una sberla su quel volto dai contorni perfetti.
Lo detesto. Li destesto. Detesto tutta la sua razza!
Le mie spalle erano rigide come le corde di un violino, mentre il mio respiro continuava ad accellerare simultaneamente con i battiti del mio cuore di minuto in minuto.
Abassai il capo e udì il silenzio farsi spazio pian piano tra i vociferi del gruppo di signori che mi circondava.
Tutti attendevano impazientemente la mia sentenza.
Qualcuno mi dica cosa devo fare.
Altrimenti qui finisco per far scoppiare l'ira che invade il mio animo.
Il bruciore dei miei occhi invece di migliorare, peggiorava e per poco non sentì il mondo intorno a me dissolversi nel buio.
Che cosa devo fare?
Fortunatamente qualcun'altro continuò a parlare per prolungare il mio tempo sulle mie decisioni.
«I tuoi occhi..?»
Disse il ragazzino Damon che si trovava a fissare i miei occhi con indescrivibile incredulità.
Le sue iridi azzurre erano spalancate e la mano che agguantava con forza il manico della sua arma sembrava sul punto di alzarsi per colpirmi.
' Scappa. '
Risvegliandomi dallo stato in cui ero, presi le poche forze di coraggio che avevo ritrovato e in uno scatto veloce gli voltai le spalle per iniziare la mia corsa di fuga.
«Spostatevi!»
Urlai fogacemente contro gli inutili spettatori che non avevano contribuito ad aiutarmi a testimoniare la mia innocenza.
Purtroppo ognuno di loro cercò di sbarrarmi la strada, ma nello stesso attimo che avevo detto il mio commando una strana forza invisibile li spinse di lato liberandomi il passaggio.
Ma come diamine avevo fatto?
«Tsk. Pensate davvero di potermi riuscire a scappare Dream Eater?»
Cosa?
Non ascoltando l'avvertimento che mi aveva appena lanciato, compresi che quelle strane parole avevano fatto scattare qualcosa dentro di me.
Le avevo già sentite da qualche parte. Ma non sembravano esser dette in modo giusto.
Dream Eater o..?
D̰͕̗̫̲ͦ̏̋̎͝ ̪̭͖͕̺̈͋̑̏ͯ̿́r̡̮̬͙̝̯̺̱͔̆̀͠ͅ ̪̜̮̬́̉ͩ̄e̢̼̜̫̺̾̈ͪ͗̈̚͝ ̷̴̗̦͕̞̺͖ͭ͋̑ͬ͋ͬ̿͡ă͈͉̟͔̗̪̻ͯ̃̐̔ͮ̋ͧ͜͞ͅ ̸͚̤̝̻̯̝͔̜ͪ̊͌̃ͤͬ̏̆m̛̐ͩͬͩͭ͌̄ͬ̚҉̣̪̬̼͇̺ ͩ̌̅̌͛ͥ̆͏̯̤͍̠̟͕̠̕͢ ̨̝̼̪̣͔̱ͧ͋̂ͬͩ̔ͬ́́H̛̬̗̩͔̄ͪ ̾̽̏̄͋͆̃̑̉͏̻̮̲e̶̻͇̗̰̫̰̙̳͒̋̈̀͞ͅ ̷̲̦͑͆͛̈́ͥͪ̓ͣͅa̙̰̓̿̽ͨ̚͟͟͡ ̦̺̹̙̺̾̔́̔ͫ͛r̠̺̹̻͓̜̥̹̍̊̏ͨͦͅ ̠̮̊͊͂ͪ̑͋ͭ̒ͭt̺̯̙͓̱̯͋ͨ̇͠ ̈ͧ̒͗̓ͧ͒ͥ҉̸͖̪e̙̺͍͕̺̥͓̹͙͆̋̑ͧ̀ ͇̹̝̫̈r̸̜̺͉͍̹̹̻͉̓̋͂ͩ̇̎ͣͩ͌ ̶̷̧͕̹̺̦̮̥̫̮ͣ͒̔̃̅̈́ ̵̶̜̞͚̽ ̴̦͖̙͓̟̹͉̆͆̔͗̉ͫ̽̄?̳̜̳̩̳͖̤͔̏͒̔ͮ̄̋̈́͐͋͜
In quel poco tempo dove tutto cominciò ad andare a rallentatore, le mie gambe non avevano alcuna intenzione di arrestare il loro sfrenato movimento e senza alcuna esitazione diedi un'ultima occhiata dietro la mia spalla.
Da lì in poi il mio fugace sguardo fu pervaso dal timore.
Prima che il giovane inseguitore potesse toccarmi con le sue dita il mio capuccio per acciuffarmi, improvvisamente in un secondo lo vidi dissolsersi nell'aria insieme agli altri come briciole di polvere spazzate via dal vento.
Scioccata e con gli occhi spalancati dalla paura inciampai sui miei stessi piedi, perdendo così il controllo dell'equilibrio sul mio corpo.
«Roylay!?»
Fortunatamente però la mia caduta venne scampata grazie a delle braccia di qualcuno che mi accolsero in tempo nella loro scattante e sicura presa.
«Ughh-! Ma-Ma che cavolo?..»
Esclamai tremante spingendo con poco riguardo il mio soccorritore dal mio corpo.
Alzando lentamente il capo impaurita di ritrovarmi di fronte una di quelle strambe persone, notai due familiari occhi color nocciola guardarmi con confusione e preoccupazione.
Gettai un sospiro di sollievo nel riconoscere l'estraneo e un mezzo sorriso di gratitudine comparì sul mio volto segnato dalla stanchezza.
«A-Alex!»
Scusatemi molto per il ritardo! Davvero in questi giorni non riuscivo più a scrivere o a disegnare xD, non mi venivano più idee ultimamente.
Spero che il capitolo e il nuovo personaggio vi siano piaciuti!
Domanda:
Secondo voi chi era la voce che le sussurrava nella mente? ewe
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