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L'investigatore Nassor Obasi

Fu Munillipo, quindi tutto il Partito, a voler mantenere il sistema della riproduzione sessuata come principale metodo per tenere vivo l'insediamento. Anche se lo spazio vitale era ridotto al minimo, il Consorzio non poté che accettare: per gli abitanti, il diritto al sesso era inalienabile e più volte si rischiarono forti instabilità interne, forse persino peggiori a quelle scatenate dalla prima epidemia di Idroxite. 
Per non consumare troppe risorse e troppo spazio vitale, il sistema che venne adottato fu quello del permesso riproduttivo, le nascite infatti non dovevano mai superare le morti, così per ogni persona che moriva veniva rilasciato un nuovo permesso di riproduzione, con questo sistema l'intera colonia si assestava sempre sui duemilacinquecento abitanti, cifra che poteva variare fino a cinquecento unità in caso di mancanza di maschi o femmine (eventualità che però non si era mai verificata). 
Capitava spesso che i cittadini venissero esortati a prendere moglie o marito, spesso con diretta indicazione dei ceppi genetici necessari alla continuazione della specie. 
Io facevo parte di uno di quei ceppi.
Era già la quinta o la sesta volta che venivo richiamato dagli agenti del bigoverno, per questo motivo, quel lunedì mattina, non mi sorpresi più di tanto di essere richiamato da uno degli ispettori durante il mio orario di lavoro.

Fui condotto in uno stanzino interno al Depuratore, uno di quelli utilizzati per le riunioni interne dello staff. Era una stanza dalle mura sporche, rigate dal tempo, arredato alla meglio, con un tavolo, una dozzina di sedie, un proiettore e qualche scaffale ingombro di faldoni ripieni di scartoffie. 
All'interno mi aspettava un uomo di mezz'età dagli occhi grigi come i capelli, la barba incolta ed un vecchio impermeabile scuro, stropicciato, su una camicia aperta al collo, senza cravatta.
Mi si presentò come Nassor Obasi, ispettore Bigovernativo di quarta classe, distintivo argento.  
- E' la prima volta che la vedo - esordii, stringendogli la mano, - è nuovo del mestiere?
L'uomo mi guardò con aria interrogativa.
- Sì, insomma, non è la prima volta che vengo chiamato per questioni del genere.
- Lei è già stato coinvolto in un omicidio prima d'ora?
Ammutolii.
- Omicidio? - domandai.
L'ispettore fece cenno di sì con la testa.
- No, ci deve essere stato un errore, io in realtà credevo fosse qui per le pratiche di riproduzione. 
- Riproduzione? - domandò. - No, non sono qui per cercarle una compagna, tanto più che neppure io ne ho una, sono qui per un discorso molto più delicato. Ma prego, si accomodi.
Mi fece sedere di fronte a se ricapitolando le mie generalità, leggendole da un plico di fogli che teneva di fronte agli occhi.
- Lei conosceva il signor Amir Malaeva, vero?
- Sì, certo, lo conosco, solo che...
- Abbiamo trovato il suo corpo stamattina alle 5 - disse l'investigatore, - ma pare che sia morto sabato sera. 
- Sta scherzando?
- Il bigoverno non addestra comici - rispose lui. - Ed io non penso di avere la faccia di un comico.
- No, non mi permetterei mai. 
- Lei quindi conosceva questo signor Amir Malaeva?
- Sì, da sette anni oramai, è stata la prima amicizia che ho stretto qui nel depuratore, la prima ed unica in realtà - corressi. - Vede, io non sono un grande chiacchierone. 
- I suoi superiori me lo hanno detto - rispose, scarabocchiando qualcosa su un foglio. - Cosa ne sa' dell'incidente di sabato mattina al Reparto 7. 
- Niente. 
Scrisse di nuovo qualcosa sul foglio. 
- Eppure dovrebbe averne parlato con il suo amico.
- Il problema è che non l'ho visto - risposi, - al termine del turno non l'ho più trovato e dal terminale risultava licenziato.
- Licenziato? - domandò l'investigatore. - Strano, a me risulta che fosse in servizio attivo.
Rimasi interdetto, ero più che sicuro di ciò che avevo letto sul terminale delle turnazioni. 
- Quindi dopo aver scoperto che il suo amico era stato licenziato che ha fatto? Si è diretto a casa sua? Ha parlato con la sua famiglia?
Fui preso in contropiede da questa domanda. Casa? Famiglia?
- Io... io in realtà non ho idea di dove abitasse né che avesse una famiglia.
- In sette anni non è mai stato a casa sua? Non ha mai conosciuto la moglie? Non le ha neanche detto di avere una figlia di quattro anni?
- Veramente... no, in realtà no. Parlavamo per lo più del Partito e del Depuratore. 
Scrisse di nuovo. 
- Quindi immagino non saprà neppure di altre sue eventuali frequentazioni extra lavorative.
- Credevo di essere l'unico, in realtà, anche se penso avesse molti amici all'interno dei circoli del Partito visto che li frequentava così assiduamente. 
- In verità non ci risulta neppure che fosse tesserato - rispose l'investigatore.
- Non è possibile, era sicuramente tesserato, non si perdeva un solo comizio di Munillipo, cascasse il cielo. Me ne parlava per intere mattinate. 
Stavolta l'investigatore scrisse un periodo più lungo, poi abbassò la penna e mi guardò dritto negli occhi. 
- Per caso le ha parlato di qualcosa in particolare il mattino di sabato?
Ripensai a quelle poche battute che avevamo scambiato prima di iniziare il turno, quel vago riferimento a qualcosa accaduto durante la riunione della sera prima.
- No - mentii. - In realtà quel mattino non venimmo insieme come al solito, lo trovai che era già qui che si cambiava per il turno. Mi risulta che la sera prima avesse partecipato alla consueta riunione dei circoli del Partito come tutti i venerdì sera ma non so' di più. 
Stavolta l'investigatore non disse nulla, si limitò a rigirarsi la penna tra le mani guardandola con aria contrariata. 
- C'è altro? - domandai. 
- No, non mi sembra - rispose l'uomo, tornando in se. 
- Allora posso farle io un paio di domande adesso?
- Che tipo di domande?
- Vorrei sapere come è morto Munillipo, cioè come è stato ucciso.
- è stato scaraventato giù da una delle torri nella zona dei Pontili. 
- Scaraventato? 
- Sembra che l'assassino abbia tentato di simulare un suicidio, ma con scarso successo. Ad un Obasi non la si può fare. 
- Capisco, se posso sapere come ha fatto a capire che si trattava di un suicidio simulato.
- Non posso divulgare informazioni riguardo alle indagini, comunque, se non ha altro da dire posso lasciarla andare. 
- Prima volevo sapere un'ultima cosa, riguarda la famiglia di Malaeva, vorrei sapere il suo indirizzo sa, per andare a portare le mie condoglianze. 
- Sì, questo posso rivelarglielo - disse, scrivendo qualcosa su un pezzo di carta che poi fece scorrere nella mia direzione.
Lessi: Vot, area 31. 
- La ringrazio infinitamente - risposi, congedandomi per tornare al mio lavoro.


 

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