dieci
I loro respiri si scontrarono, i loro profumi si mischiarono formandone solo uno e Luke non sopportava la distanza che c'era fra di loro. Guardò le sue labbra e aspettò la sua approvazione.
—Chiudi gli occhi, per favore —gli chiuse e la ragazza gli tolse gli occhiali.
Luke accarezzò le sue guance dolcemente, Brooklyn passò le sue mani intorno al suo collo ed entrambi si avvicinarono. Le loro labbra si trovarono a metà strada e cominciarono a baciarsi lentamente, cercando di trasmettersi tutto l'affetto che sentivano per l'altro, cercando di imitare un bacio sobrio, qualcosa si magico e tenero. Non era il primo bacio di nessuno dei due, ma lo sentirono così speciale come se lo fosse. Le loro lingue appena si toccavano, come se si stessero chiedendo il permesso, come se si stessero conoscendo. Si separarono per la mancanza di ossigeno e lui dovette lottare contro la necessità di aprire gli occhi. Lei cominciò ad accarezzare con i polpastrelli delle sua dita la sua fronte, le sue palpebre, le sue guance, il suo naso e le sue labbra. La sua bocca andò direttamente verso il collo del biondo e cominciò a salire, lasciando dei baci per strada, fino ad arrivare al suo orecchio, dove incominciò a sussurrargli.
—Sei bellissimo, lo sai? —Luke arrossì.
—Gra... grazie, Brooke —ingoiò la saliva —anche tu sei bella.
Lei si mise gli occhiali da sola e rimasero lì per un altro po', abbracciati, Luke le baciava il collo e rideva sentendo i dolci brividi che causava su di lei facendolo. La ragazza davvero gli piaceva e voleva che lei potesse vedere i suoi occhi prima possibile per dichiararsi. Aveva qualcosa in chiaro ed era che non le avrebbe detto nulla prima che lei potesse vedere il suo volto completo, nello stesso modo che aveva chiaro che questo non sarebbe successo subito.
—Non voglio dire questo, ma devo andarmene —disse lei e fece una smorfia. Luke rise, le diede un bacio fugace sulle labbra e quando si alzò, l'aiutò a scendere dall'albero.
Tardarono molto a salutarsi, nessuno dei due voleva farlo, preferivano rimanere insieme in quella casetta sull'albero tutto il giorno.
—Scrivimi dopo —disse Brooklyn dopo aver abbracciato Luke per la quinta volta.
—Lo farò, piccola—rispose mentre le baciava la fronte.
Non chiuse la porta fino a quando Brooke sparì dal suo campo visivo e dopo corse fino alla sua camera e chiamò Calum.
—Non mi dire nulla—fu la prima cosa che disse il suo amico —le hai toccato un'unghia questa volta?
Luke rotò gli occhi pensando che non parlava da molto con lui sulla sua ragazza, perché era la sua ragazza, no?
—Ci siamo baciati, Cal —disse e desiderò vedere l'espressione di Calum —Sei lì? —chiese più serio quando non rispose.
—Aspetta, credo di non aver capito molto bene. Vi siete baciati? Tu sai baciare?
—Idiota!
—Tranquillo —rise dall'altra parte del telefono —ne sono seriamente felice. Si nota quanto ti piace.
—Sì, troppo —sospirò —credo che anche a lei piaccio.
—Credi?
—Me l'ha detto abbastanza chiaramente, ma non volevo suonare molto credulone.
—Oh Dio, sei uno stupido. Perché sei il mio migliore amico? —disse fra le risate—tornando al tema di Brooklyn, siete già fidanzati?
—No, non voglio spingere molto le cose, lei ancora non può vedere i miei...—si morse la lingua, quasi ruppe la promessa di non dire nulla.
—I tuoi che? Luke, mi sembra che sto mal interpretando le cose.
—Zitto —rise —devo andare, dopo parliamo.
Trascorse tutto il pomeriggio annoiato nella sala d'aspetto dell'ospedale e il consultorio. Quando il medico gli disse che era tutto in ordine e che poteva andarsene a casa, erano passate le otto di sera e l'unica cosa che aveva nella sua mente era il suo bacio con Brooklyn. Erano passate molte ore dalla mattinata e ancora sentiva un dolce formicolio sulla sua bocca che lo faceva sorridere ampliamente. Si sedette nell'auto di sua madre e incominciarono a parlare su cose banali fino a quanto arrivarono a casa loro. Le aveva parlato di Brooke prima, ma solo le cose necessarie ed evase tutte le domande che lei gli fece sulla mora.
Dopo aver cenato andò in stanza sua, prese il suo cellulare e le inviò un messaggio.
Tutto bene con il medico, com'è andata dallo psicologo?
Lei tardò qualche minuto per rispondere.
Bene, sono riuscita a vedere foto del mare per qualche secondo. Penso di continuare ad attribuirti il merito per cui io ora possa farlo. Mi manchi.
Luke sorrise come uno stupido.
È fantastico, bella. Sono molto contento per te. E smettila di mentire, sei tu da sola che stai andando avanti. Anche tu mi manchi.
Lasciò il suo telefono da una parte e si coricò. Quella notte non dormì molto perché le emozioni si manifestarono come farfalle nel suo stomaco e il cervello gli funzionava a tutta velocità pensando a molte cose nello stesso momento. Era felice. Felice per lei e per come stava migliorando con il suo problema, per come la sua relazione si stava evolvendo, per averla baciata e soprattutto, per aver scelto di innamorarsi di una ragazza così meravigliosa come era per lui Brooklyn.
BRUKE OK.
CAL TI AMO, CIAO AHAHHAHAHAHAHHAHAH
QUESTI DUE MI FANNO EMOZIONARE, SPERO DI NON ESSERE L'UNICA
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