capitolo 2
Sento la testa scoppiarmi.
ah sarà uno schifo di giornata.....
Lentamente apro gli occhio la vista ancora sfocata non mi facilita nel mio vano tentativo di riconoscere anche solo il soffitto dell'ambiente in cui mi trovo. Sento gocce di acqua scivolarmi ai lati della fronte e istintivamente porto la mano ad asciugarmela e sento un tessuto contro la punta delle mie dita e mi rendo conto che è il panno poggiato sulla mia fronte che mi rende la testa pesante.
Riesco a mettere a fuoco l'ambiente circostante mentre mi siedo sul bordo dello scomodo letto in cui mi sono svegliato. Mi levo lo straccio dalla fronte e lo poso sul comodino vicino al letto per poi alzarmi sentendomi ancora dolorante.
Un suono, un rumore di leggeri colpi contro il legno così mi sembra di sentire mi giunge all'orecchio, e pian piano mi avvicino alla porta e con cautela la apro. Una figura femminile mi da le spalle, è rivolta verso la cucina ed intenta a tagliare qualcosa, forse ortaggi. Nonostante l'abito bianco che le arriva a coprire i piedi, è veloce ed abile per come si muova da una parte all'altra del piano della cucina.
Poi posa il coltello e si gira per prendere lo straccio poggiato sul tavolo lì vicino, si immobilizza a osservarmi eccetto per la mano che lentamente raggiunge il manico del coltello. Senza rifletterci la mia mano giunge alla cintura per afferrare la spada e solo allora mi accorgo della sua assenza e mi rendo conto di non star indossando i miei abiti.
<<Ve la ho tolta.... vi ho tolto la spada... e il pugnale... li ho nascosti per sicurezza.>> La voce morbida mi giunge alle orecchie.
<<Siediti e non sprecherei tempo a cercare le sua cose se fossi in lei, sir. Non le trovereste comunque.>>
Annuisco sommessamente e lentamente raggiungo il tavolo, ma le gambe mi cedono quando ci sono vicino e mi aggrappo alla sedia che cade con me. La giovane si avvicina in fretta abbandonando il coltello che cade sul ripiano mentre mi afferra per un braccio per rialzarmi.
<<Riesce a reggersi per solo, solo un secondo?>>
Annuisco e mi molla il braccio per rialzare la sedia così che io mi ci possa seder sopra.
Mi poggia in fronte il dorso della mano, o per lo meno tenta, ma mi scosto.
<<Bene... per lo meno non avete la febbre... come vi sentite?>> La guardo sedersi sulla sedia vino alla mia.
<<Chi sei?>> Chiedo senza esitar.
<<Bene... duque sapete parlare la mia lingua. Comunque vi sto curando ed ospitando in casa mia, dopo avervi trovato svenuto e mezzo moribondo, potreste orbene ringraziarmi e smettere di guardarmi con così tanto astio.>>
<<Hai ragione.... grazie>> mormoro con tono basso
<<E tu? Chi sei?>>
Non sai se puoi fidarti... Menti
<<Sono Philippe... sono-ero un consigliere del re del regno di Gorgas... sai dove c'è il Blue Lakes... ecco il principe con pochi fidati e alcuni cavalieri, il minimo per non destar sospetti nel mentre che cercavam di raggiungere il regno di Vea->>
<<Hai detto Vea?>>
Annuisco fissando la sua espressione sconvolta e turbata.
<<Il principe? E gli altri cavalieri? Sono vivi? Potrebbero aver bisogno di aiuto, di cure... Eri messo male dunque non ti sarai allontanato molto, magari ti stanno cercando...>> Con frenesia si alza nel tentativo di preparare una sacca.
<<Sono morti!... Si sono battuti.... e son morti per colpa di un imboscata>> Affermo e lei smette di sbrigarsi e lascia la sacca a terra.
<<Oh... beh scommetto che il principe è ancora vivo e che è fuggito appena ne ha avuto l'occasione...>>
<<Glielo abbiamo ordinato.>>
<<Ordinato?! A un principe? Sarà corso via ancor prima che voi iniziaste a combattere per salvargli la pelle... È solo un principe, non diverso da tutti gli altri reali."
<<Perché conoscete dei reali? Non mi pare o almeno così non sembra visto la sua casetta>> Tento di difendere la mia reputazione.
<<So più cose di quanto lei crede, sir.>>
<<Allora mi dica chi è la fanciulla che sta parlando male del principe che io servo?>>
<<Cassandra... Cassandra è il mio nome>> Afferma abbassando lo sguardo.
<<Allora lady Cassandra perché parla così male di un principe che neanche conosce?>>
<<Non sono una lady. E poi perché tutti i reali sono uguali... Non gli interessa niente di più se non il sangue nobile.>>
<<Come può afferm->>
<<Mi dica per caso il suo principe stava andado a Vea per parlare con il popolo affamato o per parlare con il re?>> Afferma interrompendomi e non posso che abbassar il capo.
<<Mi dica il suo principe stava andando a Vea per passar del tempo per le strade dei mercanti o nei campi di contadini o per passeggiare nei corridoi in pietra del castello accanto a cortigiani e consiglieri? Scommetto che il viaggio a Vea era per pur fine politico dunque un alleanza e se non sono in torto la principessa di Vea oramai ha l'età minima per maritarsi... mi sbaglio?>>
<<È sempre così cinica e insolente?>>
<<Solo quando si tratta di parlare realmente di una cosa che merita sfrontatezza>>
<<Lei è una persona diffidente milady, se non sono in torto, ovviamente>> Ripeto con altrettanta impertinenza
<<E lei è una persona superba e saccente>>
<<No qui è lei la saccente, milady>> affermo con un sorriso beffardo
<<Quindi è così che le persone di corte si rivolgono a chi le ha aiutate?>>
<<Se parla male del mio signore allora sì>>
<<Bene... almeno ha dei principi anche se non molto originali>> Sorride leggermente prima di alzarsi <<Io ho i miei principi, saranno anche diversi, ma non si permetta di dire che sono sbagliati, magari io "non so niente di nobili" ma lei non sa niente di ciò che il popolo pensa>>
Va verso la cucina lasciandomi solo per un po' di tempo prima di tornare con un piatto caldo.
<<Mangi... ne ha bisogno>>
<<È lei che mi ha tolto i vesti?... E di chi sono quelli che indosso?>> Affermo dopo aver iniziato a mangiar la zuppa
<<Quando la ho trovata dal ruscello, mi ero allontanata da un gruppo con cui ero e quando la ho vista perdere i sensi sono andata a chiamarli la mia casa era la più vicina e con lei ferito non sapevamo se avrebbe retto fino al villaggio più vicino, e così dopo esser stato portato qui ho chiesto se una donna con del gruppo, che fa l'infermiera poteva aiutarmi a medicarla e quindi le hanno tolto la maglia poi i signori le hanno prestato dei vestiti che pensavano sarebbero stati più comodi della maglia in ferro.>>
<<Beh li ringrazi da parte mia... e grazie per le cure ma devo partire e trovare il principe.>>
Finito di mangiare, faccio per alzarmi ma le gambe mi cedono ancora una volta e prima che le mie ginocchia toccassero terra la ragazza mi afferra e mi aiuta a rimettermi in piedi.
<<Prima deve riprendersi poi la lascerò andare... nessuno merita di morire in un bosco che non si conosce... Neanche per un principe.... almeno riposa e quando ti reggerai sulle tue gambe ti ridarò la tua spada>>
Mi accompagna in camera e mi fa sedere sul letto, prima di allontanarsi e prendere delle coperte.
<<Dorma ancora un poco, sir Philippe. La prego. Se ha freddo ha coperte e so che il letto non è molto comodo, ma ho solo questo.>>
Afferma mentre mi spinge dalle spalle e mi fa coricare e mi copre con una coperta e si allontana verso la porta.
<<Grazie, milady>> Affermo prima che esca.
<<Solo Cassandra>>
Afferma girandosi a guardarmi, e mi preoccupo solo di ricordarmi il suo dolce viso dalla pelle chiara e gli occhioni scuri da cucciolo, al il lieve sorriso dipinto sulle labbra rosee come le guance che le aggiungono un po' di colore al color perla della pelle, assieme alla punta piccola e leggermente rosa del nasino. Le sorrido di rimando, prima che esca e chiuda la porta dietro di sé.
Torno a fissare il soffitto e chiudo gli occhi e lentamente cado tra le braccia di Morfeo, continuando a sognare il viso della fanciulla nel mio sonno, riposando per la prima volta senza preoccuparmi di non essere un uomo comune.
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Ciao spero che vi piaccia questo nuovo capitolo.
(p.s. Se notate errori riferitemeli che me li segno)
Ci vediamo al prossimo capitolo
-Nobody
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