N i n e t y - s e v e n
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"Solo nostro."
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Amelie fissava Draco, con paura e gli occhi spalancati. Non disse una parola per dei minuti, ma per lei, sembravano ore. Sembravano quelle settimane in cui lo aveva tenuto all'oscuro.
Lui non disse niente. La guardava e basta. Dritto negli occhi. Nella sua anima e vide qualcosa lì. Un pezzo di lui. Pace. Aveva messo la sua pace con lei, sperando che sarebbe stato abbastanza per proteggerla. Proteggerli entrambi. Lei. La sua Amelie e il loro bambino. Ma non lo disse. Lo pensava e basta.
Lei poteva sentirlo. Lo avrebbe sempre sentito. Amelie sentiva come dava loro l'ultimo frammento della sua anima, come le concedeva tutto quello che era rimasto di lui. Tutto tranne i peccatori che continuavano a divorarlo.
"Draco..." disse così piano che la catturò a malapena, "Ti prego dì qualcosa."
Non lo fece. Malfoy deglutì a fatica mentre avvolgeva la mano che teneva ancora l'anello intorno al suo collo, e premette le labbra sulla sua fronte, "Ti amo." sussurrò.
"Per favore," lo pregò, "Per favore, non andare."
Chiudendo gli occhi e inspirando la calma che lei portava, prima di lasciarla andare, e uscì. Lasciandola in lacrime.
Draco non poteva vederla così. Non poteva guardarla quando piangeva, quando era lì davanti a lui con loro figlio in grembo. Non poteva sopportare di farle questo. Quanto disprezzava se stesso in quel momento.
Lo aveva fatto. Si era stabilito dentro di lei, e adesso era più vulnerabile di quanto fosse prima. L'aveva messa a rischio. Aveva passato quasi due anni a proteggerla. Facendole da scudo da tutto, solo per essere il suo tracollo.
Credendo di averla rovinata, si odiava. Non poteva farlo, non a lei.
"Draco-" lo chiamò Narcissa mentre lui li sorpassava, dirigendosi alla cella dove era stato rinchiuso per settimane. Poteva sentire quanto fosse furioso dai passi che faceva, "Draco, caro!"
Era già andato, tuonando per le scale, raggiunse il piano inferiore e tirò la porta. Era chiusa. La porta era chiusa, e non aveva la bacchetta. L'aveva lasciata di sopra con lei. L'aveva delusa.
Malfoy era arrabbiato. Così arrabbiato che bastarono tre calci per rompere il ferro.
La aprì con un calciò. Lasciandola rotta mentre entrava. Non perse un secondo. Andò dritto alla sedia, al tavolo, alle catene. Spaccò tutto. Li lanciò mentre si frantumavano sui muri.
Eliminò tutto in quella stanza, ancora e ancora finché non cadde in ginocchio. Il suo petto era irregolare, alzandosi e abbassandosi senza controllo. Di solito Draco aveva controllo. Ora no. Non dominava se stesso, e prima che sapesse cosa stava succedendo, urlò.
Urlò così forte che le pietre delle pareti tremarono. Il pavimento vibrò. Si ruppe. Si ruppe e si ruppe e si ruppe di nuovo.
L'aveva distrutta. L'aveva rovinata.
Ora lei era incastrata con lui per l'eternità. Non che non lo volesse. Lo voleva. Se c'era qualcosa che Malfoy voleva nella sua vita, era una vita con lei. Piena di lei. Affollata di loro. Lui e lei mischiati e fusi insieme. Voleva che lei portasse i loro figli. Voleva che lei li avesse, che li avesse con lei.
Lui non pensava di meritarlo. Non meritava ciò che stava accadendo. Non meritava lei. Non meritava il bambino nel suo grembo. Non meritava nulla del genere. Non meritava di essere padre. Non era nemmeno riuscita a restare quando glielo aveva detto.
Era corso via. Era scappato. L'aveva lasciata di sopra in lacrime. Le aveva chiesto di sposarlo, e lei era incinta. Era incinta. Amelie era incinta. Portava in grembo un bambino. Il loro bambino. Loro. Aveva in grembo una parte di lui e una parte di lei mentre parlavano, ed era andato via. Non la meritava.
"Draco, tesoro..." Narcissa era in lacrime, fissando ciò che suo figlio aveva fatto in quella cella. Tutto era distrutto e fatto a pezzi. Suo figlio stava di nuovo degenerando, e non c'era una cosa che poteva fare per fermarlo, "Dimmi cosa è successo."
Draco non glielo disse. Rimase in ginocchio con le mani che tiravano le radici dei suoi capelli. Intrecciando le dita intorno alle ciocche bionde e tirandole. Voleva il dolore. Meritava il dolore.
"Caro..." Narcissa si inginocchiò accanto a suo figlio, sollevando una mano e accarezzando la sua fronte col dorso, "Qualunque cosa sia, la risolveremo. Ce ne occuperemo e andrà tutto bene."
Lui sbuffò semplicemente. Diede uno scrollo di spalle.
"So che può sembrare inutile adesso, ma siete di nuovo insieme. Hai lei, e con lei al tuo fianco, sarà-"
"Amelie è incinta, madre. È maledettamente incinta." Draco alzò il mento, guardando le lacrime che scivolavano sulle guance di sua madre, "Ha diciannove anni, e l'ho messa incinta cazzo."
Il viso di Narcissa era pieno di preoccupazione per suo figlio. Aveva passato molte cose, "Capisco..." disse con comprensione, "Sapevo ci fosse qualcosa che non andava."
"Che non andava?" sibilò, piegando la testa e guardandola di nuovo, "L'ho messa incinta, madre. Ha in grembo il mio cazzo di figlio a diciannove anni e io non posso-" la sua voce si spezzò di nuovo. Piegò il collo mentre seppelliva il viso nelle mani, "Non posso farle questo."
"Anche tu hai diciannove anni, figliolo," disse Narcissa, posando le mani sulle sue spalle, "Anche tu hai solo diciannove anni."
"Lo so," la voce rotta di Draco, "Ma non si tratta di me. Si tratta di lei. Volevo di più per lei. Desideravo molto di più per lei. Non questo. Non questa vita. Non incastrata con me e con quello che porta."
"Cosa ha detto Amelie?"
"Niente," fu veloce a rispondere, "Non le ho dato la possibilità. Sono andato via e basta."
"Draco..."
"Lo so!" strinse la mascella dalla vergogna. Sapeva quanto fosse sbagliato da parte sua farle questo, "So di aver fatto un casino. Non sarei dovuto andarmene. Sarei dovuto rimanere."
"Avrei dovuto," sua madre mosse le mani verso il suo collo finché non le posò sulle sue guance. Piegandogli il viso per guardarlo bene, "Ma se qualcuno capisce che hai bisogno di un minuto - è lei. Sa che non andrai da nessuna parte. È una cosa grande per entrambi, e presumo che lei abbia avuto alcune settimane per affrontarlo da sola?"
"Ecco cosa fa male, madre," i suoi occhi tremolavano. Si sentiva così in colpa, "Non è venuta subito da me. Credo che non si fidi più di me dopo...quello che le ho fatto. Non credo che volesse che lo sapessi nel caso l'avessi ferita di nuovo."
"Oh, Draco," Narcissa lo abbracciò. Un caldo abbraccio che guariva così tante ferite che lui non sapeva di avere. Non lo facevano più spesso. Parlare. Sua madre aveva abbastanza a cui badare quando si trattava di Atlas, e lui non voleva essere d'ostacolo - mentre desiderava stare con Amelie in tutti i modi che poteva, "Non hai idea di quanto hai torto."
Draco sbuffò, sull'orlo delle lacrime.
"Lei si fida di te più di chiunque, ma scoprire una cosa così, alla sua età, nel suo contesto...non è facile, figliolo. Lei si fida di te. Ha solo bisogno di trovare la forza di fidarsi di se stessa."
"Non voglio farle del male," Draco si stava rompendo di nuovo. Gli sembrava come se tutto stesse crollando su di lui. Tutto ciò che cerava di spingere via. Tutto ciò che aveva rifiutato. Si schiantava. Lui si schiantava, "Non voglio farle questo."
Annuendo, lei sentiva come suo figlio stesse per piangere sulla sua spalla, "Tu lo vuoi, Draco? Vuoi un futuro con lei?"
"Certo che sì," Malfoy non esitò neanche. Rispose ancor prima di sentire tutta la sua domanda, "Non c'è nulla che voglio di più, e specialmente con lei. Io voglio lei, madre. Tutto. Lei è fatta per me. Lo sai."
Narcissa sorrise. Sorrise perché sentiva quanto fosse andato lontano.
Quando Draco era un bambino e crescendo - non era la persona che era oggi. Era tutto ciò che desiderava che lui fosse, e vederlo adesso, vederlo aprirsi e vedere l'uomo che Amelie lo aveva fatto diventare, era tutto per lei.
"Sai..." esitando, dubitò di fare la sua domanda in quel momento, "Sai da quanto?"
"Almeno sei settimane. Dalla notte che sono tornato. Abbiamo avuto...un momento dopo quello," Draco sentì una sensazione di avvolgimento, qualcosa che parlava contro ciò che diceva a sua madre, ma allo stesso tempo, non era strano parlarle. Gli piaceva essere sincero con lei, "O prima di quello. Abbiamo fatto delle cose prima che venissi catturato."
"Non siete stati insieme dopo di quello?" chiese, ma lui si staccò da lei e le diede un'occhiata di sospetto, "Io non...sto solo cercando di capire, Draco. Va bene se non vuoi dirmelo."
La bocca di Malfoy si contorse un po' nell'incertezza, "Sì...un po' di volte."
"Ma sei sicuro che è stato sei settimane fa?"
"Se fosse stato prima, si sarebbe mostrato quando Teddy l'ha guarita dopo che sua madre l'aveva accoltellata. Credo che lo avremmo saputo." Draco si asciugò le lacrime che erano vicine a cadere. Prima che cadessero, non meritava di piangere, "Doveva essere allora. Sembra come se doveva essere quella volta. Ha significato tanto per entrambi."
Annuendo, lei gli accarezzò i capelli, sorridendo, "Posso aiutarla domani, fare un incantesimo, e scopriremo tutto quello che dobbiamo sapere, ma per ora, Draco, per ora, credo che tu debba andare di sopra e stare con lei. Non importa quanto è terrificante pe te - immagina quanto lo è per lei. È stata sola in queste sei settimane. Non è facile."
Il senso di colpa lo inghiottì di nuovo. Il suo sangue gelava al pensiero. Lei tutta sola. Lei che attraversava questo da sola. Scoprendolo da sola. Non poteva nemmeno concepire cosa doveva essere stato per lei.
"Solo..." scuotendo la testa, si ritrasse da sua madre. Cambiando posizione e portandosi le ginocchia al petto, "Non so se sarò bravo. Essere...responsabile per un altro umano. Essere-" non riusciva neanche a dirlo. Non si sentiva degno di parlare così.
"Padre?" Narcissa mantenne quel sorriso grazioso sulle labbra, "Non credi che tu sia bravo ad essere padre? Beh, lascia che ti dica una cosa, Draco. Ero solo due anni più grande di te quando sono diventata tua madre, e non ho mai avuto paura di niente tanto quanto temevo di non essere abbastanza per te a quell'età." respirò a fondo, guardando suo figlio, "Ma credo che l'età non abbia niente a che vedere con questo. Penso che si tratti di te e di come sei come persona, e in questo caso - non riesco a pensare a qualcun altro che sarebbe adatto a essere genitore più di voi due."
Draco era di nuovo così vicino alle lacrime. Voleva crederci. Desiderava farlo. Sapeva che Amelie sarebbe stata fantastica, anche con quelle circostanze - l'avrebbe solo potenziata ad essere una mamma migliore di quanto lui avrebbe mai pensato.
Madre. Amelie sarebbe diventata madre. Sarebbe diventata la madre di suo figlio. Dovrebbe spaventarlo, ma in qualche modo, lo faceva innamorare più profondamente. La amava ancora di più, sapendo che lei in quel momento aveva in grembo il loro figlio.
Il loro bambino. C'era qualcosa di speciale in quelle parole mentre si ripetevano nella sua testa. Colpendo la sua mente e offuscando i suoi pensieri ancora e ancora. Sarebbe stata una mamma. Sarebbe stata una madre, e sarebbe stata la mamma migliore che avesse mai incontrato. Non lo dubitò nemmeno un secondo.
"Quel bambino, Draco. Tuo figlio sarà il bambino più fortunato al mondo."
Lo sperava. Oh, quanto ci sperava. Lo sapeva. Sapeva che suo figlio sarebbe stato il bambino più felice e fortunato che esistesse perché era di Amelie. Suo e di Draco. Era loro. Loro figlio. Lei era incinta.
"Lo credi?" Malfoy alzò lo sguardo su sua madre, passandosi entrambe le mani tra i capelli, "Pensi che possa farlo? Pensi che potrei essere padre?"
"So che puoi," disse dolcemente Narcissa mentre si piegava in avanti, posando un bacio sulla testa di suo figlio, "So che lo sarai. Sarai il padre migliore che abbia mai visto, e lei sarà la madre migliore."
Madre. Amelie stava per diventare madre. Non riusciva ancora ad assimilarlo. La madre di suo figlio. Fortunato. Era così fortunato. Non solo il loro futuro bambino era fortunato, ma lo era anche lui. Era così fortunato a farlo con lei.
Quella sensazione di gioia svanì rapidamente. Andò così veloce che lo sentì a malapena finché non se ne andò. Vide il suo marchio. Il marchio nero scavato nella sua pelle. Si odiava di nuovo. Odio. Odio. Odio.
Narcissa lo notò. Da quando suo figlio aveva ricevuto quel marchio, capiva sempre quanto lo rendesse insicuro, "Quel marchio non cambia niente, Draco. Niente."
"Eccetto che lo fa," mormorò. La sua voce più intensa, con più disappunto, "Cambia tutto. Non voglio che mio figlio abbia un mangiamorte come padre."
"Tu l'hai avuto," disse sua madre, scostandosi i capelli dalla faccia e posandosi le mani sulle gambe, ancora seduta sul pavimento con suo figlio, "Tuo padre è un mangiamorte, Draco, e questo non ha cambiato niente di come si sentiva su di te. Tuo padre ti amava, anche se ha fatto tutte cose sbagliate. Sei diventato meglio di come ho mai pensato con l'ambiente in cui vivi. Quel marchio non cambia niente."
Non era quello ciò che lo spaventava. Draco sapeva di non essere il marchio inciso nella sua pelle. Sapeva di non essere un mangiamorte come gli altri, ma lo spaventava. Gli faceva paura pensare al futuro. Sapendo che il simbolo che portava un giorno sarebbe venuto a tormentare suo figlio. La sua famiglia.
Lei. Lei era la sua famiglia.
"È tutto," Draco sospirò, distogliendo lo sguardo, "È tutto intorno ad esso, madre. È tutto quello che succederà dopo, quello che succederà a lei e a nostro figlio, a quel piccoletto di sopra. Atlas. Il Signore Oscuro li troverà? Metterà la madre contro di loro? Li ucciderà? Li porterà via da me? È quello che non so. Non so un cazzo, e mi fa sentire così fottutamente impotente. Se io non lo so - non posso proteggerla."
"Lei ha un'intera casa di persone a proteggerla, inclusa se stessa. Non è la stessa ragazza che hai portato a casa quasi due anni fa. È più forte adesso. Tanto più forte e con la volontà di proteggere tutti voi, suo fratello, te, Teddy, Adrian, e quel bambino che cresce dentro di lei...è inarrestabile. Non credo tu debba preoccuparti tanto per lei."
"È tutto ciò che faccio. Tutto quello che faccio è preoccuparmi per lei." era così. Lo faceva. Amelie era tutto per lui. La persona degna di cui preoccuparsi. Niente lo avrebbe cambiato. Anche in una vita dove è immortale, si preoccuperebbe, "Io ho...ho paura, madre. Ho paura per lei. Ho paura di cosa farà quando arriverà quel giorno. Quando verranno per lei. Ho tanta paura che si consegnerà per proteggere Atlas e sua madre."
Fece male di nuovo. Faceva così male. Diventò insopportabile su quel pavimento. Si trascinava su di lui.
Si alzò in piedi, camminando intorno, "Ho tanta paura di perderla. Cosa faccio, madre? Se non la perdo per colpa del Signore Oscuro, sono certo che la perderò per ciò che ho fatto. Anche se troviamo un modo per sconfiggerlo - sono ancora colpevole di omicidio. Non solo di mangiamorte. Ho ucciso per lui. Ho massacrato per lui ancora prima che arrivasse lei. Mi faranno un processo, e sarò condannato come colpevole perché lo sono, madre. Sono colpevole. Ho ucciso brave persone. Per l'amor di Dio - ho ucciso dei bambini."
Lei fece come lui. Narcissa si alzò in piedi. Strofinando la sua gonna lunga e aggiustandosi i capelli prima di guardare di nuovo suo figlio, "In questo caso, ce ne occuperemo quando sarà il momento, ma non ti succederà niente. Se devi scontare del tempo per quello che hai fatto - ci sarò io qui. O mi prenderò la colpa al posto tuo. Sai che lo farò. Lei non sarà mai sola, e nemmeno tu."
"Promettimelo, madre," richiese Draco, seriamente. Si bloccò. Non passeggiava più adesso, "Qualsiasi cosa mi succeda. Ti prenderai cura di lei. La proteggerai - li proteggerai. Tutti loro. Scegli lei. Scegli lei sopra a nostro figlio. Possiamo fare un altro figlio. Diavolo, possiamo farne altri dieci, ma c'è solo una Amelie."
"Draco-"
"No," non stava scherzando. Amelie era tutto, "Ho bisogno che mi prometti che sceglierai lei. Che farai scegliere lei a Teddy se dovesse essere necessario. Lei non lo farebbe mai. Sceglierebbe sempre quel bambino, nato o no. Sceglierebbe nostro figlio al posto suo senza esitazione, ma ho bisogno che mi prometti che non lascerai che succeda."
Lo avrebbe fatto anche lui. Avrebbe scelto loro figlio al posto di se stesso senza pensarci due volte, ma non poteva lasciarlo fare a lei. Mai.
Narcissa inclinò la testa, avvicinandosi a suo figlio sul caos che lui aveva fatto, e ancora una volta, avvolse le braccia intorno a lui, "Sai che lo farò. Sai che proteggerò quella ragazza con la mia vita e specialmente adesso che ha in grembo mio nipote. Farò del mio meglio per proteggerli, Draco."
Sentirlo, riscaldò Draco. Lo riscaldò quasi come faceva Amelie. Stava dando a sua madre un nipote. Era qualcosa a cui non aveva mai pensato che avrebbe fatto.
"Ma parlando di lei...credo che sia ora, Draco. Penso tu debba parlare con lei."
"E se lei non lo vuole?" era di nuovo spaventato, "E se non lo vuole come lo voglio io?"
"Certe volte, caro," Narcissa ridacchiò, "Certe volte mi chiedo dove va tutta quella sanità che hai di solito quando dici cose così stupide."
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Amelie era andata a letto. Rimase in piedi a lungo che poteva, ma dall'essere esausta per la sensazione di nausea che la accompagnava costantemente - al piangere per il modo in cui lui l'aveva lasciata, non riusciva a stare sveglia ancora a lungo.
Non volendo corrergli dietro, capì che lui avesse bisogno di tempo. Aveva bisogno di tempo per pensare, per metabolizzare cosa gli aveva fatto. Amelie lo aveva tenuto per sé per tre settimane per raccogliere i suoi pensieri di cosa significava. Anche Draco aveva bisogno di tempo. Lo sapeva.
Così cercò di dormire. Cercò di piangere fino a dormire perché quella era la sola cosa che non riusciva a smettere di fare. Non riusciva a smettere di piangere.
Amelie era felice. Era così felice di avere un bambino che cresceva dentro di lei. Che non importava come sarebbe finita, cosa avrebbe governato il mondo - una parte di entrambi avrebbe vissuto se loro non vivevano.
Una parte dell'amore di Draco per lei, una parte di lui ci sarebbe stata. E un pezzo di lei. Un pezzo del suo amore incondizionato per lui. Il loro amore per l'altro. Niente la calmava più di questo. Se non ce l'avesse fatta, lui avrebbe salvato qualcuno da amare, di cui prendersi cura, qualcuno si sarebbe preso cura di lui. Non sarebbe stato solo.
Ma questo la terrorizzava anche, la spaventava da morire. Amelie aveva paura ad un punto in cui non sapeva più cosa fare perché adesso aveva un'anima in più da proteggere. Qualcosa in più di cui Draco si sarebbe sentito responsabile, e questo la faceva a pezzi. Le frantumava il cuore.
Accarezzando la mano sullo stomaco, cercò di alleviare il dolore. Tutto il dolore che provava. Tutta la pena che poteva venire da questo.
Finché non sentì la porta della loro camera aprirsi e chiudersi. I suoi passi erano silenziosi sul pavimento mentre chiudeva la porta del bagno dietro di lui. Sentendolo farsi la doccia e uscire da lì più tardi. Fino al momento in cui alzò la coperta dalla sua parte del letto e sentì le sue braccia avvolgerle il petto, sentendo di poter respirare di nuovo.
Lui non le toccò la pancia. Il suo tocco atterrò sulle sue costole, e le tirò la schiena nel petto. Il respiro di Draco soffiava contro la sua spalla, tracciando brividi lungo la sua pelle.
"Mi dispiace," sussurrò, baciandole il collo, "Mi dispiace tanto."
Amelie sentì le lacrime agli angoli degli occhi. Bruciavano. Pungevano. Minacciavano di cadere.
"Mi dispiace di essermene andato," continuò Draco, tenendola vicino, "Non meriti niente del genere."
"Non-" ansimò le sue parole in silenzio, "Non scusarti. Questa è una cosa difficile."
"Non è stato comunque giusto per te," ci fu una lacrima nella sua voce. Provava così tanto rimorso per come aveva gestito la situazione, "Non sarei dovuto andarmene."
Amelie afferrò la sua mano, portandosela attentamente alle labbra. Baciò il palmo, "Hai fatto quello che dovevi, Draco. Va bene."
Non andava bene. Per lui, niente di ciò che ha fatto andava bene.
"Avevo solo..." premendo la bocca sul retro della sua testa, mormorò, "Avevo solo bisogno di...un momento. Io ti ho fatto questo. L'ho causato io."
Amelie si girò nelle sue braccia, il suo battito accelerò alle sue parole mentre lo affrontava nel buio, "Non è colpa tua. Questo riguarda me tanto quanto riguarda te. Non l'ho fermato. Ti ho lasciato...stare dentro di me."
"Avrei dovuto fermarlo," disse lui. Non se ne stava pentendo. Amava stare con lei in quel modo. Anche se questo era il risultato, lo avrebbe rifatto, "Non volevo farti questo. È stato imprudente-"
"Io non-" le sue dita gli accarezzarono la mascella mentre lo ammirava. Lo stava guardando così amorevolmente. Lo amava molto. Amelie amava Draco più di quanto pensava fosse possibile. Ha letto un sacco di storie d'amore nella sua vita. Teddy le leggeva i romanzi, ma non aveva mai pensato che avrebbe avuto la propria storia d'amore proprio lì. Davanti a lei. Lui. Draco, "Io non me ne pento..."
Draco sbatté le palpebre con sorpresa. Nemmeno lui se ne pentiva. Pensava solo che lei lo facesse. Non pensava che lei lo volesse. Non pensava che lei lo volesse con lui. Aveva pianto quando se n'era andato. Pensava che quello significava no, qualcosa di brutto. Qualcosa che non sarebbero mai stati e che non avrebbero mai avuto.
"So che tu sì. So che tu te ne penti, e mi dispiace per questo. Non devi avere parte in questo. Posso farlo io, Draco. Penso di poterlo fare per conto mio-"
"Sta zitta," mormorò lui e senza perdere un altro secondo. La baciò. Tirò il suo corpo nel suo, e la baciò. Così intensamente, "Per essere Corvonero, Amelie, sei più che stupida certe volte."
Ci vollero dei minuti. Impiegò così tanti baci che rimase senza respiro prima di avere la forza per staccarsi da lei.
Aveva bisogno di lei. Aveva così tanto bisogno di lei che i suoi polmoni non si riempivano d'aria a meno che lei non respirasse la stessa che respirava lui. Il suo cuore non batteva a meno che non lo faceva col suo. Il suo cuore. Ecco cosa era. Amelie era il suo cuore. Lei era tutto di lui. Tutto il bene e tutto il male. Tutto. Lei era ogni piccola cosa di lui.
"Io non-" si aggrappò a lui con tutta se stessa. Lei era sua. Lui era suo. Erano loro. Lo erano stati. Lo saranno. Lo è. Sono loro, "Non pensavo che-"
"Che cosa?" Draco sorrise timidamente. Non osava ancora toccarle lo stomaco, "Che sarei rimasto? Che ti avrei lasciata? Che mi sarei allontanato dopo tutto? Dopo quello che abbiamo vissuto? Che avrei rinunciato a te?"
Amelie ora stava tremando. Piangendo. Stava piangendo di nuovo. Felice. Ora lui lo sapeva. Stava piangendo perché era felice. Lui la rendeva felice.
"Io sono tuo, e tu sei mia, Amelie..." sussurrò contro le sue labbra, "E questo..." prese le sue mani nelle sue, e le posò tutte e quattro sulla sua pancia. Finalmente la toccò, "E questo è nostro."
Singhiozzando, la fronte di Amelie si appoggiò sulla sua mentre lui continuava. Le stava parlando, stava parlando al suo cuore, stava parlando al piccolo umano che viveva dentro di lei, "Io sono tuo, e tu sei mia, e questo è nostro. Solo nostro." disse, e non aveva mai pensato davvero qualcosa come questa.
"Solo nostro," lei annuì, le lacrime brillavano e bagnavano entrambi, "Solo nostro."
Rimasero lì per un po'. Lui che la baciava. Lei che baciava lui. Le loro dita intrecciate. Le loro mani ferme sul suo stomaco. Il loro stomaco. Loro.
"Non mi hai lasciato farti la mia domanda prima," sbuffò Malfoy, il suo tono basso mentre il suo respiro colpiva il suo petto, "O l'ho fatta, solo che tu non hai risposto."
Amelie chiuse gli occhi, e si seppellì più profondamente in lui, nascondendo il viso, "Non ero certa che volessi che rispondessi," sussurrò con esitazione, "Non sapevo se mi volevi dopo quello che ti ho detto."
"Io ti amo," Draco le baciò dolcemente la fronte, reggendosi su un gomito mentre torreggiava su di lei tra le lenzuola, "Ti amo più di quanto pensavo avrei mai fatto, Amelie. Sono così innamorato di te, e questo...tutto questo mi fa solo amarti di più. Quello che abbiamo creato mi fa solo innamorare più profondamente di te. Niente che mi dici, non importa cos'è, può cambiarlo. È l'unica cosa che non cambierò mai."
Lei stava piangendo di nuovo. Stava piangendo molto. Era tutto ciò che faceva. Lo amava. Li amava. Piangeva. Piangendo. Anche Draco pianse. La amava.
Oh, quanto amava quella testarda e spericolata ragazza. La amava con tutto se stesso. Lei era tutto. La amava con ogni fibra del suo corpo, con ogni strappo che possedeva, con ogni suo respiro, con ogni goccia di pioggia che cadeva in autunno.
Pioggia. Guardò di lato. Vedendo e sentendo il suono di essa mentre colpiva le loro finestre. Stava piovendo.
Autunno. Era autunno. Lo rendeva felice. Gli dava speranza. Era passata un'altra stagione, e ce l'avevano fatta. Avevano superato l'estate. Lo rendeva più che felice. Lo faceva sorridere. Lei era proprio lì. A guardarlo dal basso tra le lacrime, le sue mani ferme sul proprio corpo, proteggendo già quello che avevano creato.
La amava.
La amava. La ama. Draco la ama.
Lei. Lei. Lei.
La sola differenza era che non era più solo lei. Era loro. Lei e quel bellissimo pezzo di entrambi che viveva dentro di lei. Che cresceva. Stava crescendo un umano. Stava crescendo la persona che sarebbe diventato l'amore più grande della sua vita. Stava crescendo la persona che avrebbe cambiato il mondo per lui. Qualcuno a cui avrebbe dato tutto, ed era strano per Malfoy.
Non aveva mai avuto molte persone intorno a lui, ma adesso - adesso ne aveva due. Le sue proprie persone. I suoi propri esseri umani. Un miracolo. Il suo miracolo. Il loro miracolo. Solo loro.
"Lo so," la testa di Amelie era così pesante sul cuscino, era così stanca, eppure non si era mai sentita più sveglia, "So che non lo farà, ma io...non sapevo cosa dire."
Draco si abbassò sotto la coperta ma rimanendo sopra di lei finché non arrivò alle sue gambe. Col mento vicino alla sua pancia. Diede un veloce cenno del capo, e lei annuì, dandogli il permesso di alzare la sua camicia da notte. La tirò fino alle sue costole mentre lei si spingeva un po' su, appoggiandosi alla testiera del letto e guardandolo.
Le sue mani si muovevano su di lei. Le punte delle sue dita le accarezzavano lo stomaco, "Ti amo," sussurrò prima di premere le labbra nel rigonfiamento che non era nemmeno lì. La baciò. Li baciò, "Ti amo, Amelie. E voglio sposarti. Voglio che mi sposi."
La ragazza sorrise. Le sue dita trovarono i suoi capelli biondi, massaggiandoli, "Voglio sposarti." disse. La sua voce era come un'orchestra paradisiaca per le sue orecchie. Si innamorò di nuovo di lei. E di nuovo. E di nuovo. Ancora e ancora.
"La mia bellissima ragazza," avvolgendo le braccia intorno a lei, seppellì il mento nel suo stomaco, guardandola dal basso, "Non ti merito. Non merito questa vita con te, e puoi pensare che sia pazzo. Un fottuto maniaco per volere questo a diciannove anni, ma non lo sono. Sono solo innamorato di te. Lo sarò sempre, e non voglio sprecarlo. Non voglio che nessuno di noi venga sprecato. È dimostrato che non abbiamo alcuna voce in ciò che succede intorno a noi, perciò voglio questo. Voglio te. Voglio noi. Noi tre. Diavolo, potrei sopportare Adrian e Teddy se significa che posso passare il resto della mia dannata vita con voi."
Amelie continuò a toccarlo. Continuò a portare le dita tra i suoi capelli, "Lo meriti, Draco. Tu meriti molto." sorrise. Lo meritava. Lo meritava. Lo meritava. Lo meritava. Solo che non lo sapeva, "Meriti il mondo intero, Draco."
"Allora te," le baciò la pelle, le sue mani la strinsero, "Tu sei il mio mondo."
Il suo cuore perse un battito. La sue pelle arrossì dal calore, "Tu sei il mio mondo, Draco."
"Tutti e due," mormorò, strofinando il naso sulla sua pancia prima di piegarsi di nuovo, guardandola negli occhi. Nella sua anima. Lui la sentiva. Lei sentiva lui, "Mi prenderò cura di te, Amelie. Mi prenderò cura di entrambi. Lo prometto."
Calò il silenzio mentre la guardava. La ammirava. La adorava. I suoi capelli, la sua pelle, le sue labbra, il suo naso, i suoi occhi, tutto di lei. Era il posto perfetto in cui farlo.
Un letto. Era iniziato su un letto.
Il giorno che realizzò di non poter starle lontano - era iniziato sul suo letto ad Hogwarts. L'aveva portata via da Adrian, e l'aveva portata nella sua camera. Ecco quando successe. Si innamorò. Ecco quando non poteva fare più nulla.
Lei apparteneva a lui. Non poteva stare lontano. Lei era fatta per lui. Le sue ossa si curvavano dove lo facevano le sue, ed erano perfette insieme. Le sue mani erano fatte per toccarla. Le sue labbra erano fatte per baciarla. La sua voce era fatta per dire quanto la amava. Lui era fatto per lei, e lei era fatta per lui.
"Sposami," disse di nuovo. Per la terza volta, "Sposami, Amelie."
Ed eccolo di nuovo. L'anello. L'aveva portato a letto. Lo posò sul suo stomaco. Lo guardò prima di guardare lei. Lei. Solo lei.
Iniziò con un piccolo cenno del capo, un gentile cenno mentre ricominciava a piangere, "Ti sposerò," singhiozzò, piegandosi in avanti mentre lui si sedeva, catturando il suo corpo tra le braccia, "Sì. Sì. Sì. Ti sposerò. Ti sposerò, Draco."
Lui la baciò. La sua mano posata di nuovo sul suo stomaco. Voleva solo essere lì, sentirla. Sentire quello che era loro. Le baciò la testa. Fece scivolare l'anello nel suo dito e la strinse. Baciandola. Tenendoli. Baciandoli.
"Posso farti vedere una cosa?" Amelie era distesa sopra di lui adesso, le sue mani nei suoi capelli, le sue labbra sulle sue, "Voglio mostrarti una cosa."
"Mhm," ringhiò lui alla sensazione di lei che rotolava via da lui e che si arrampicava tra le sue gambe per sedersi sul suo grembo. La sua schiena premuta contro il suo petto mentre lui guardava oltre la sua spalla, guardando la sua bacchetta, "Amelie, cosa stai-"
Lei mormorò le stesse parole che aveva detto nel bagno la notte che lo scoprì. La magia che le permise di sentire il cuore della piccola vita battere dentro di lei, "Ascolta," disse, prendendogli una mano e portandosela allo stomaco, "Senti? Il cuore batte con i nostri."
Draco pianse. Non credeva che lo avrebbe fatto, ma lo fece. Più di quanto avesse mai fatto. Più di quanto avesse mai pianto prima. Non riusciva a smettere. Non questa volta. In silenzio, pianse al piccolo suono mentre echeggiava intorno a loro. Riempiendo la stanza.
Il battito del cuore. Il cuore. Il suo cuore. Entrambi. Il suo. Solo il suo.
"Sì..." cercò di mormorare nella sua testa, baciandola mentre la stringeva. Li stringeva. Le sue ragioni. Il suo cuore, "Batte col nostro, Amelie."
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"Una bambina?" Draco era accanto ad Amelie sul suo lato del letto. Una mano intrecciata con la sua, mentre l'altra afferrava la testiera del letto, "Perché pensi sia una bambina? Qualche spiegazione razionale?"
"Perché tu non pensi che sia una bambina?" Narcissa sorrise, piegandosi per sedersi sul bordo del letto, la sua mano accarezzava lo stomaco di Amelie, "Se non l'hai notato, c'è abbastanza testosterone in questa casa, Draco, tutto quello che posso fare è desiderare."
"Beh, è mio figlio, madre, non importa che genere lui è-"
"Ci risiamo, Draco," guardò suo figlio, trovando la mano di Amelie senza guardare, "Lui. Parli sempre come se fosse maschio."
Roteando gli occhi contro sua madre, si portò alle labbra le dita di Amelie che stava ancora stringendo mentre le baciava, "Cosa ne pensi, Amelie?" mormorò, baciandole di nuovo la mano.
Lo faceva un sacco. La baciava tanto adesso. Tutto il tempo. Ovunque. Se prima non poteva stancarsi di lei, non sapeva cos'era questo. Era accanto a lei tutto il tempo.
Era passato un mese da quando glielo aveva detto. Da quando aveva accettato di sposarlo. Da quando si erano avvicinati ancora di più. Più innamorati. Più di tutto. Il mondo intorno a loro si stava oscurando. Il numero di persone perse e di corpi che venivano ritrovati era innumerevoli, ma non lì. Non con loro. Amelie e Draco si impegnavano a non raggiungerlo.
Lei faceva di tutto per nascondere Atlas. Per proteggere il suo fratellino e Adrian. Il Signore Oscuro non poteva sapere di loro due. Dovevano essere nascosti, protetti a qualunque costo. Dovevano nasconderli - tutti.
Draco stesso desiderava uscire e combattere. Cercare di aiutare le persone che non avevano alcuna possibilità, ma non poteva. Non quando lei era lì. Non quando era incinta. L'avrebbe messa in pericolo. Non poteva permetterlo. Così invece, rimase.
Dovevano farlo prima. Il giorno dopo averglielo detto, ma Amelie non voleva. Questo era diventato più profondo di ascoltare un battito del cuore. Questo era tutto. Questo avrebbe esposto tutto su loro figlio. Aveva paura. Amelie non lo diceva a Draco, ma era terrorizzata.
Non sicura se le torture che aveva affrontato da bambina o le ferite che aveva ottenuto da adulta avrebbero pagato una parte. Non sapendo se il suo corpo fosse adatto, se lei fosse pronta.
Amelie non aveva nemmeno rivelato il segreto a Teddy, anche se lui sospettava di loro. Non glielo disse. Non voleva. Non poteva. Non finché non sapeva che stesse bene. Non finché non sapeva che suo figlio fosse al sicuro. Mantenevano il segreto.
Anche se era difficile farlo. Mentire e fingere come niente quando, in realtà, erano felicissimi.
Draco le baciò di nuovo le nocche, strofinando il naso sul dorso della sua mano. C'era qualcosa che non andava in lei. Lo capiva. Lo capiva sempre. Adesso anche di più. La leggeva come un libro aperto.
"Non lo so..." Amelie guardò Narcissa, scuotendo la testa mentre lei, dopo un minuto, fissava il suo stomaco. Si stava mostrando un po' di più ora, specialmente stando distesa sulla schiena, e oh, quanto lo amava Draco. Era la sua cosa preferita, il suo stomaco. Il loro figlio, "Non credo che importi," balbettò, "Voglio solo che il bambino sia sano."
Draco sospirò. Adesso capiva. Realizzò perché stava tremando mentre lo diceva, "Lo sarà," Malfoy cercò di calmarla, i suoi occhi trovarono i suoi, e annuì, "Sai che lo sarà."
Forzando un sorriso. Guardò la sua pancia prima di guardare con occhi spalancati la bacchetta di Narcissa, "Quando sei pronta, cara." disse la madre di Draco, e sorrise calorosamente alla ragazza tremante.
Amelie inclinò la testa all'indietro. Fissando il soffitto e annuendo. Chiuse gli occhi. Non poteva guardare. Non voleva farlo. Non volevo vederlo finché Draco non dicesse che era sicuro farlo. Non voleva sentirlo. Vederlo. Era terrorizzata. Così spaventata.
Anche Malfoy aveva paura, più di questo, ma doveva restare composto per lei. Non poteva impanicarsi come lei.
Il suo petto si gonfiava. Lei afferrò la sua mano così fortemente che se non si fosse trattenuto - avrebbe urlato. Faceva male. Le sue unghie scavavano. Si stava rompendo. Non voleva rompersi. Sentendo come se sarebbe stata la madre peggiore al mondo mentre lo faceva.
Draco la guardò. Per tutto il tempo in cui sua madre mormorava gli incantesimi, la guardò. Piegandosi il secondo che vide le sue lacrime. Le baciò via. Amava baciarla. Amava sentirla.
"Amelie..." sussurrò in silenzio. Non voleva interrompere la magia di Narcissa, "Sei bellissima. Così bella."
Lei sorrise, "Tu sei quello bello." avendo ancora gli occhi chiusi, non osava ancora guardare.
Lui sbuffò una risatina, premendo le labbra sulla sua fronte. La sua mano avvolta intorno alla sua, "Va tutto bene..." ansimò, calmandola, "Sta qui con me."
"Draco-" Narcissa lo interruppe, e lui si staccò immediatamente, fissando sua madre.
"Cosa?" soffocò Amelie, strizzando gli occhi così fermamente che vedeva le lacrime, "Draco? Che c'è?"
Lui non disse una parola. A malapena respirava.
"Draco," disse di nuovo, più forte questa volta, "Draco, dimmi. Dimmi cosa non va-"
Venne presa dal panico. Qualcosa non andava. Lo sapeva. Poteva sentirlo. Non poteva farlo. Lo sapeva.
"Draco, ti prego-"
Quei secondi sembravano ore. Non poteva respirare. Non trovava la forza per respirare. Non poteva muoversi. Tutto quello che sentiva era la sua mano che trovava il suo stomaco, inconsciamente, quasi.
Amelie poteva sentirli parlare. Eppure, nessuna parola era capibile per lei.
Malfoy cadde in ginocchio accanto a lei. Il suo cuore perse un battito mentre si portava le mani in viso. Lacrime. Amelie poteva sentire le lacrime. Draco stava piangendo. Non piangeva mai. Era finita. Ancora. Lo sapeva. Non l'avrebbe mai perdonata per questo. Non l'avrebbe più guardata allo stesso modo. Avrebbe perso entrambi. Ancora. Ancora. Ancora.
Amelie sentiva le sue lacrime scivolare in silenzio lungo le sue guance. Ancora non guardava. Sentiva solo la magia intorno a lei. Il suo battito suonava nelle sue orecchie. Non sentiva altro se non quello. Il suo battito del cuore. Panico. Panico. Panico. Era isterica dentro. Tutto si sgretolava. Il suo cuore spezzato.
"Amelie..." gemette Draco, stringendo la sua mano così forte che diventò pallida, "È una bambina..."
La colpì. Come un temporale. Qualcosa di così potente. Pioggia. Tempesta. Un'onda mareale. Un treno ad alta velocità. La colpì, ancora e ancora. Non era il suo proprio battito del cuore che sentito. Era quello della loro bambina. Era il loro. Non il suo.
"Cosa?" la sua pelle era rossa. Si tirò in avanti. Guardando finalmente la magia mentre volteggiava intorno a lei. Lo vide. Vide quello che vedeva lui. Era una bambina. La sua ragazza. La loro ragazza.
Una figlia. Sarebbe diventata mamma. La sua mamma. Draco sarebbe diventato padre. Suo padre. Una figlia. La loro bambina. Ce l'aveva fatta. Ce l'avevano fatta.
"No-" Amelie scosse la testa. Non poteva essere vero. Non riusciva a crederci, "No..."
Draco fece cadere la fronte sulla sua spalla, e lei avvolse le braccia intorno a lui, "È una bambina, Amelie," singhiozzò, "Una bambina-"
Se pensava che lei si stesse rompendo - Draco era frantumato. Era così felice di non poterlo descrivere a parole. Poteva solo piangere. Non sapeva cosa dire. Cosa fare. Come comportarsi, "Ti amo," sussurrò lei nella sua testa, "Ti amiamo."
"Quasi tre mesi..." Narcissa sorrise ampiamente con le lacrime che le inumidivano gli occhi, "La vostra piccola è forte. È in un buona salute, Amelie."
Quello fece solo singhiozzare Draco più forte. Stava tremando. Non poteva respirare. Cedette e basta. Cedette dentro di lei. Lei. Lei. Lei.
La ragazza che lo aveva privato della sua insanità e l'aveva rimpiazzata con la ragione. Ragione. Li era la sua unica ragione. Entrambe le sue ragazze. Le sue ragazze. Gli amori della sua vita.
"Niente che non va?" chiese Amelie, le sue parole sottili e esitanti, "Sta bene?"
"Amelie," la voce di Narcissa piena di pace e compostezza, "Lei sta bene. Stai per avere una bambina sana."
"Ti amo," Draco alzò la testa dalla sua spalla, tremando ancora, "Vi amo. Entrambe. È perfetta. La nostra bambina è perfetta. Come te. Tu sei perfetta, cazzo - tu sei perfetta."
Gli stringeva il petto. Non si era mai sentito così prima. Mai.
Le sue ragazze. Le sue due ragazze. Loro e solo loro.
Il suo corpo sobbalzò. Volando quasi su due piedi. Guardandola con shock e eccitazione negli occhi. Si era quasi dimenticato, "Devo mostrarti una cosa." si portò la sua mano alle labbra, posando un bacetto sulle sue dita. Lei sorrise.
E da qualche parte, credeva, da qualche parte in tutto il caos. Da qualche parte tra la vita che aveva vissuto. Tra tutte quelle linee affollate di dolore e tortura - l'inferno a cui si era inginocchiata davanti e che aveva sconfitto, forse poteva migliorare. Forse potevano avere il loro finale felice.
Lo meritavano. Tutto questo. Meritavano di vivere liberamente con la loro figlia, anche ad un'età giovane come questa. Diciannove.
Amelie non aveva mai pensato di farlo a diciannove anni. Non aveva mai creduto di invecchiare. Non aveva mai pensato di essere in grado di vedere il mondo come lo vedeva adesso - anche se era oscuro. Orrendo. Pericoloso. Minaccioso. Riusciva a vedere il bene in esso. Sempre.
Draco vedeva il bene attraverso lei. Lei era buona con lui. Lei era buona per lui. Aveva vissuto diciannove anni su questa terra che continuava a deluderlo, ma con lei al suo fianco, la rendeva preziosa. Ogni dannato giorno, lei lo rendeva migliore.
Si asciugò le lacrime, e la tirò in piedi con lui, tenendola vicino, "Vieni qui," mormorò, "Ho una cosa per te."
Faceva male quando lo guardava. Faceva male vederlo felice. Perché lei sapeva. Non era stupida. Lo sapevano tutti.
Sapeva cosa stava arrivando. Poteva sentire il temporale avvicinarsi. Poteva sentire i tuoni rimbombare. Il dolore, il fuoco, le urla.
Sapeva che stava succedendo, intorno a loro, vicino a loro, tra di loro. Questo non era per sempre. Questa tranquillità era semplicemente il paradiso che doveva apprezzare prima che tutto andasse al diavolo.
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