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E i g h t y - t w o

Questo capitolo contiene menzioni ad abusi, stupro, e traumi emotivi. Per favore, leggere con cautela.

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"Sai che lo farei. Farei qualsiasi cosa per te."

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Amelie era combattuta.

Non sapeva bene cosa fare con tutto intorno a lei mentre si sgretolava. Tutto cadeva a pezzi davanti a lei, e non sapeva cosa fare.

Sua madre l'aveva abbandonata, infatti. Aveva lasciato Amelie a combattere le sue proprie battaglie, vivere negli abusi di Adrian e suo padre, mentre lei si prendeva cura di qualcun altro - mentre aveva un altro figlio.

Le spezzava il cuore. Saperlo glielo frantumava, eppure non avrebbe mai potuto contrastarli.

Suo fratello era il figlio di Voldemort. Suo fratello era un Horcrux e qualcuno che sarebbe stato perseguitato per il resto della sua vita se si venisse a conoscenza la sua esistenza. Perciò non importa quanto Amelie si sentisse distrutta, non poteva essere emotiva su questo.

"Sei sicura?" la voce di Draco la staccò dalla sua mente, sentendo le sue braccia stringersi intorno alla sua vita, "Che vuoi già tornare lì? Non devi farlo. Possiamo solo stare qui per un po'-"

Con un piccolo sbuffo, lo interruppe, "Voglio tornare..." sussurrò, ansimando mentre Draco spingeva le labbra nella sua spalla, "Ho bisogno che stiano al sicuro, Draco e io - Oh dio-"

Si stava premendo contro di lei, affondando dentro di lei mentre le baciava il collo, le spalle, quel punto morbido proprio sotto il suo orecchio, "Mhm, e tu...?" ghignò contro la sua pelle.

"E io-" Amelie chiuse gli occhi, cercando di concentrarsi sulle parola che voleva formare, "E non voglio vivano là fuori, tutti soli senza una protezione. Appena lo abbiamo scoperto, loro erano solo-"

La mano di Draco sgattaiolò sotto le coperte, scivolando intorno alla sua vita, e la afferrò per il fianco, "E loro erano solo-?" ringhiò alla sensazione della sua pelle, che strofinava dolcemente contro la sua, "Poi cosa, Amelie?"

Amelie si spostò, senza dire nulla di più mentre incontrava il suo sguardo morbido nella stanza leggermente buia. Aveva quella piccola adorabile curva al lato della sua bocca, e lui non riusciva a non guardarla.

Gli mancava il suo sorriso.

Prendendo a coppa la sua mascella, la trascinò più vicino nelle coperte  finché non sentì la sua pelle nuda sulla sua, e la baciò di nuovo gentilmente. Memorizzando esattamente com'era, avere le sue labbra premute sulle sue.

"Non ti convincerò a restare qui oggi allora?" mormorò, respirando caldamente nella sua bocca, e lei scosse leggermente la testa, sentendo le sue ciocche ondulate che gli solleticavano il braccio.

"Ho paura di no," sorrise totalmente prima di separare il loro tocco e appoggiò di nuovo sul cuscino, "Non sei costretto a venire. Posso andarci da sola se hai oltre cose da-"

Amelie squittì, il suo respiro si bloccò in fondo alla sua gola mentre si sedeva contro testiera del letto, le sue mani avvolte intorno a lei, e la portò facilmente sulle sue gambe. Non sbatté nemmeno le palpebre.

"Cos'era quello?" piegò la schiena, tenendo il suo corpo ancora più vicino al suo, "Ti stavi di nuovo comportando come una sciocca, Amelie?"

"No-" cercò di soffocare, leccandosi il labbro inferiore e guardandolo.

I suoi capelli spettinati, arruffati mentre alzava spavaldamente un sopracciglio, "No?" le sue labbra si strofinarono contro le sue, "Allora perché lo diresti? Perché proporresti-"

"Perché ho visto quanto ti metteva a disagio, stare lì con mia madre, e so che l'hai fatto per me, ma non voglio che rinunci costantemente a quello che tu vuoi-"

"Sì?" il suo petto si strinse a quello mentre cercava di nasconderlo, "Ma se quello che voglio è renderti felice, e possiamo preoccuparci di me più tardi-"

"Ma io non voglio questo," sussurrò, le sue mani si mossero per prendere a coppa la sua mascella, "E se anche io voglio sacrificare le cose per te, Draco? E se voglio farti stare bene e renderti felice? Tu non avresti dovuto-"

I suoi occhi quasi rotearono all'indietro alla fusione di lei che si avvicina a lui sulle sue gambe e dei suoi respiri mentre raggiungevano le sue labbra.

"Fanculo-" ringhiò, le sue braccia intorno a lei mentre la piegava all'indietro, guadagnando un gemito che scappò dalle sue labbra mentre lo faceva, e prima che lei sapesse cosa stava succedendo, lui era sopra di lei.

Malfoy spinse le gambe tra le sue, e la guardò, scannerizzando il piccolo luccichio nei suoi occhi e le ciglia spesse che palpitavano, "Non dire quelle cose, Amelie. Non dire che vuoi farmi stare bene e rendermi felice come se non lo fossi."

Il suo sorriso svanì, i suoi capelli sparsi disordinatamente intorno a lei.

"Io sono felice, tu mi rendi felice," Draco vide la sua espressione cambiare, "Mi sento bene, ogni volta che sei vicino, sto bene. Non voglio quella merda del per sempre felici e contenti dove tu  mi dai tutte le cose che ti do io. Non voglio questo-"

Ci fu una breve pausa mentre parlava, la sua fronte contro la sua spalla, "Io voglio te. Voglio la nostra storia. Voglio quello che abbiamo - come lo abbiamo. Non voglio che paragoni o neghi. Io voglio solo te, con tutto il tuo pacchetto. Ti voglio anche se hai una-" schiarendosi la gola, tornò a guardarla, "Anche se tua madre non è la mia persona preferita, io ti voglio. Ti voglio, Amelie, e tutto ciò che viene con questo."

Amelie era senza parole.

"Non voglio libri o film. Diavolo nemmeno un fottuto finale felice se significa che posso averti così. Noi e nient'altro."

Sentendo le lacrime negli occhi, lei annuì, strofinando la nuca contro il materasso, "Anche io ti voglio così..." tenne il tono basso, "Tutto te, tutto questo."

"Ecco cosa ci rende noi, Amelie. Ecco cosa ci differenzia da tutto e da tutti gli altri, che io ti ho in questo modo. Che posso amarti attraverso tutto questo, perché se non fosse per quello-"

Draco sentì un nodo in fondo alla sua gola, "Se non fosse stato per te che mi ami, e io che amo te in tutto questo - me ne sarei andato, tanto tempo fa."

Affondando di nuovo la testa in avanti, lei gli prese le guance, tenendole fermo sopra di lei, le sue cosce si tesero intorno ai suoi fianchi, "Non dire così, Draco."

"Non sono un bugiardo, Amelie," affermò, e si sentì sconfitto. Nel mezzo delle sue parole, aveva realizzato che la sua vita non era semplice come cercava di renderla.

Draco combatteva i demoni di Amelie, infatti, ma lui portava ancora il suo - un numeroso mucchio di essi.

Rotolando via da lei, cadde al suo fianco, sdraiandosi invece accanto alla ragazza, e lei poteva sentire come il suo corpo faceva male a ciò. La perdita del suo tocco quando sapeva che lui ne avesse bisogno.

"Draco, non dire così..." mormorò Amelie, voltandosi così che si mettesse sulla pancia, le sue gambe in aria e il suo petto sopra il suo, "Non dire che non saresti qui, perché lo saresti."

Lui non la guardava.

"Certo che lo saresti. Mai, Draco, non ho mai incontrato nessuno come te," il suo mento seppellito nel suo petto, e le sue dita tracciavano dei cerchi sulla sua pelle, "Non penso che tu capisca da solo, e so che non è una cosa facile da fare, ma tu hai un valore Draco.

Guardandolo attraverso le ciglia, poteva sentire il suo petto alzarsi e abbassarsi sotto di lei, "So che è difficile accettare il tuo proprio valore, ma tu mi hai insegnato a farlo, quindi tocca a me insegnare a te."

Anche se non incontrava i suoi occhi da bambola, Draco sorrise timidamente - una curva discreta sulle sue labbra.

"Non sarò mai valido," sussurrò, quasi a bassa voce, esitante di volere che lei lo sentisse.

Amelie sbuffò, inclinando la testa e tirandosi completamente sopra di lui. Il suo naso strofinò contro il suo collo e la sua clavicola, nascondendosi dal mondo, proprio lì.

"Non credo che nessuno è completamente valido..." i suoi respiri caldi gli fecero venire i brividi sotto l'orecchio, "Non credo che nessuno possa essere valido. Penso che tutti noi facciamo qualcosa di male, almeno una volta, ma solo perché lo facciamo - non significa che siamo persone brutte."

Lui sbatté le palpebre a quello, guardando l'orlo del suo viso.

"Penso che viviamo, impariamo, e insegniamo... Insegniamo alle persone che feriamo a fare meglio, di essere migliori, e di mai ferire qualcun altro nei modi in cui noi abbiamo fatto, se ha senso?"

Draco non pensava di poterla amare più di quanto faceva già, ma si sbagliava. In qualche modo, ogni volta che le sue labbra mozzafiato si aprivano, sembrava sempre che la amasse un po' di più.

Avvolgendo di nuovo le braccia intorno a lei, premette le labbra sulla sua testa, "Ha tutto il senso del mondo, Amelie." sussurrò Draco.

"Ecco perché so che ce la faresti da solo, Draco perché non sei una brutta persona. Non hai un'anima nera," chiuse gli occhi, solo per sentire il suo profumo, "Sei la persona più amorevole che abbia mai conosciuto, fai di tutto per le persone che ami, e poi ti odi per questo."

Un'onda gelida lo colpì.

"Non credo che non meriti felicità e amore. Credo tu abbia costantemente qualcosa da dimostrare, perciò invece, fai cose orribili perché pensi che ti rende una persona orribile, ma non lo sei Draco..."

Il suo petto era così pesante.

"Non sei una brutta persona, e non mi convincerai mai a pensarlo, quindi se smetto di pensare che non ti rendo felice - tu smetti di credere di essere una brutta persona, d'accordo?" Amelie si sentiva di nuovo stanca, i suoi occhi si appesantivano.

"Ti amo, lo sai, vero?" mormorò nella sua testa, stringendola forte.

Lei sorrise, le sue guance contro la sua pelle, "Lo so. Ti incontrerò sempre a metà strada."

"Allora hai fatto un patto," disse Draco a bassa voce e tirò le coperte su di loro, sentendo il suo corpo che allentava nella sua stretta, "Ci occuperemo di tutto più tardi, va bene?"

Amelie era ancora tanto stanca, e sbadigliò,  mugugnando in risposta prima che lui sentisse i suoi respiri rallentare e il suo cuore battere piano sopra il suo.

Amelie si addormentò di nuovo. Il suo corpo cedette nel suo, ma lui no - non permetteva alla sua mente di riposare come lei.

Draco rimase sveglio, tenendo la ragazza a cui il suo cuore apparteneva mentre giacevano sul materasso. Sapeva che non ci sarebbe stato molto di questo - molto di loro due insieme.

Capendo che il mondo stava cambiando come le loro vite, la strinse di più. Assaporandola al meglio. Anche se era distesa sopra di lui, tutto il suo corpo su di lui, era un tocco leggerissimo.

Non era pesante e non lo disturbava nemmeno. Era più facile, sapere che aveva ancora il suo corpo premuto sul suo e che lei era sua per amarla e apprezzarla.

Non fu finché alcune ore dopo quando lei aprì gli occhi, e i piccoli, soffici, quasi inaudibili suoni che faceva scapparono dalla sua gola, lui tornò alla realtà. Sembrava essere sempre perso in lei.

Anche quando si alzò, vestendosi e preparandosi - anche ancora una volta, cercò di convincerla a stare un altro giorno prima di tornare alla capanna, e lei disse di no, lui era ancora perso in lei, soffocando nella ragazza davanti a lui, il suo vestito svolazzava intorno alle sue gambe nel sole della sera.

Si ritrovarono ancora una volta fuori da quella piccola casa in cui una volta avevano trovato riparo. Ora, Draco non l'avrebbe nemmeno guardata senza sentirsi disgustato mentre ribolliva dentro di lui.

Aveva avuto un momento difficile a stare intorno a sua madre. Capiva che la donna aveva le sue ragioni per aver fatto quello che ha fatto, per aver lasciato Amelie, ma non poteva sopportarlo. In nessuna realtà poteva sopportarla.

"Amelie!" gridò il bambino, aprendo la porta mentre correva verso di loro. Non esitò nemmeno una volta prima che Amelie si mettesse in ginocchio, e allargò le braccia perché Atlas la abbracciasse.

Abbracciando sua sorella, sorrise, "Sei tornata." ci fu una piccola risata nella sua voce.

"Ho detto che sarei tornata, no?" Amelie strinse le braccia intorno al suo corpo, portandolo più vicino mentre lui alzava lo sguardo sul ragazza alto biondo dietro di lei.

Malfoy abbassò lo sguardo sul bambino dagli occhi da cerbiatto, alzando un sopracciglio divertito e arricciò il labbro superiore, "La signorina Amelie qui mantiene le promesse." posò una mano sulla sua spalla mentre lei si alzava, "Di solito."

Amelie spalleggiò Draco, roteando gli occhi mentre scuoteva la testa, "Mantengo sempre le promesse," mormorò, sentendo Atlas mentre allungava la mano verso Draco, prendendogli la mano.

"Ciao di nuovo, piccolo," Draco ora si mise su un ginocchio, posando il braccio sulla rotula e allungando le dita perché Atlas gli scuotesse la mano, e lo fece, "Hai una forte stretta."

Gli occhi di Atlas brillarono felicemente, quasi arrossendo timidamente a ciò che ha detto Draco, "Non sono forte..." piegò il corpo, il suo sguardo perforarono tra i due ospiti, "Ma sono veloce, forza!"

Atlas si voltò, scattando di nuovo verso la capanna e sia Amelie che Draco si guardarono con confusione. Incrociando le spalle con una delle sue braccia, la attaccò a lui mentre camminavano sull'erba.

"Perciò lo lascia correre qui fuori da solo così? E se fosse stato qualcun altro? Poteva venire preso facilmente da-" si zittì, guardando la ragazza mentre ridacchiava leggermente, "Cosa? Perché ridi?"

Amelie si fermò sui suoi passi, girandosi nelle sue braccia e le sue lo intrappolarono per la vita, "Attento, Draco," le sue labbra arricciate, "Stai mostrando un po' troppo le tue emozioni, no? Per qualcuno così freddo e senza cuore-"

"Per l'amor del cazzo-" ringhiò Draco, gettando la testa all'indietro prima di ghignare, chinarsi e afferrarla per le cosce. La sollevò in aria. Il suo corpo piegato sulla sua spalla, "Credi che sia divertente, eh?"

"Draco!" Amelie scoppiò a ridere, cercando di togliersi dalla sua presa, "Non puoi farlo qui, per favore, mia madre-"

"Non mi importa," ringhiò per la sua presa in giro, "Avresti dovuto pensarci prima di prenderti gioco di me, inoltre-" perdendo la stretta, lei scivolò giù dalle sue braccia mentre lui la guardava.

Le sue guance colorate, e i suoi occhi brillanti. Adorava vederla così, "Tu sei mia, e posso fare quello che voglio con te-" era sul punto di posare la fronte sulla sua, le sue labbra avevano sete di sentire le labbra premute contro le sue.

"Beh, ciao," gridò la madre di Amelie dall'entrata d'ingresso, facendo quasi spingere via Amelie dalla presa che lui aveva su di lei mentre la metteva giù, "Sono felice che abbiate deciso di tornare."

Athena fece dei passi in avanti mentre Draco si allontanava. Amelie cercò di restare ferma, per far avvicinare sua madre, ma era difficile per lei. Ogni nervo nel suo corpo pungeva, e sentiva il suo petto stringersi.

"Non siamo-" sbirciando nervosamente oltre la sua spalla, lanciò a Draco uno sguardo ansioso, "Non siamo tornati, volevamo solo controllare tu e Atlas... e io-"

"No va tutto bene," Athena annuì gentilmente, "Questa è la tua capanna. Io sono tecnicamente morta, quindi è tua. Sono felice che ci permettiate di stare qui."

Amelie si accigliò leggermente, "Certo che ti ho lasciato stare qui, perché non dovrei?" Suonando quasi offesa, sua madre si ritirò, bilanciando la linea sottile che doveva tenere quando si trattava di sua figlia.

"No, non intendevo-" sospirò, i suoi capelli danzavano nel vento, "Stavamo per sederci a cenare, vi va di unirvi a noi?"

Calmando la tensione, il suo sguardo guizzava tra i due, e notò quanto Malfoy diventò teso a quella domanda, "Beh, noi siamo dentro se volete unirvi."

Athena tornò alla capanna mentre Amelie si voltava per guardare Draco. Lui si accigliò a quello che aveva offerto sua madre, "Amelie," mormorò, turbato nella situazione, "Forse dovremmo andare a casa?"

Sentendosi in colpa per il modo in cui voleva chiedergli di restare - camminò in avanti, posando la testa sul suo petto, e sbuffò dubbiosamente.

"So che non vuoi, ma mi piacerebbe davvero passare del tempo con Atlas," disse a bassa voce, rabbrividendo nell'aria che si era raffreddata, il sole che cadeva dietro le montagne, "So che non ti piace mia madre, ma io-"

"Allora portalo al maniero," disse, tenendo le braccia lungo i fianchi, "Possiamo passare del tempo con lui lì-"

"E lasciare mia madre qui?" Amelie piegò il collo, guardandolo, "Non è così che funziona, Draco. Inoltre, il maniero non è sicuro per loro."

Sapeva che avesse ragione. Prendere sua madre e suo fratello al maniero avrebbe solo migliorato le possibilità che venissero scoperti, e non potevano farlo. Sapeva che fosse un rischio, che Amelie non voleva prendere.

"Una notte," cedette. Non avrebbe mai potuto contrastarla, "Una notte e poi andiamo a casa, d'accordo?"

Sorridendo alle sue parole, Amelie annuì, "Una notte."

Spesero tutta la sera con sua madre e Atlas. Conoscendoli un po' di più, imparando cosa avevano passato e dove erano stati negli ultimi due anni.

Amelie era impressionata, come sua madre era riuscita a mantenere la sua identità nascosta e oscura. Non aveva mai visto niente del genere. Avevano viaggiato in posto a posto, stabilendosi solo per strappare le radici che avevano creato e andare avanti, così che nessuno li trovasse.

Quando sua madre aveva sentito dell'ospedale e dell'ufficio del dottore che aveva portato alla luce Atlas anni fa - che erano compromessi, aveva realizzato che tutti quei posti in cui lo aveva portato, tutti gli indirizzi che aveva messo su carta, erano a rischio.

Bruciò la casa, insieme a tutte le prove di loro che erano stati lì, e ricominciarono nella capanna.

Vivere con i pensieri e la speranza che sua figlia un giorno avrebbe trovato quella casa, quella casa che aveva lasciato in rovina, e andare alla capanna per quella piccola cornice che aveva lasciato.

E Amelie lo fece, e adesso - Amelie non sapeva cosa fare.

Portare Atlas a letto, leggergli una parte del suo libro preferito prima che lui si addormentasse tra le sue braccia era tutto quello che poteva gestire oggi. Amelie era così stanca di pensare.

Pigramente, si distese accanto a Draco sul divano nel salotto, ancora una volta senza le capacità di dormire. La sua mente stava lavorando, la sua testa guizzava in tutte le teorie e idee che cercava di respingere.

Pensava veramente di trovare un po' di pace là fuori, ma non lo faceva. Tutto si faceva peggiore per lei, tanto più difficile.

Era come se la sua pelle accapponasse, vedendo il chiaro di luna che illuminava il braccio di Draco intorno a lei, i suoi muscoli delineati e i suoi respiri caldi sulla spalla.

Sorrise.

Non importa dov'erano, lui l'avrebbe sempre stretta così quando dormiva. Proteggendola anche quando non era cosciente.

"Draco..." sussurrò Amelie a bassa voce così che non svegliasse nessun'altro. Girandosi nelle sue braccia, strofinò il naso contro il suo, "Draco, svegliati."

All'inizio, non si muoveva mentre lei sussurrava il suo nome, ancora e ancora. Le punte delle sue dita che viaggiavano sulla sua spalla non fecero nulla. Non fu finché non cercò di scivolare via dalla sua presa che il biondo diede un segno di vita.

"Che stai facendo?" raspò, con gli occhi ancora chiusi, il suo tono rauco, "È notte fonda, perché sei-"

"Vieni con me," sussurrò, le sue labbra accarezzarono le sue, e gli baciò il labbro superiore, facendo stringere la stretta di Draco intorno a lei, "Voglio mostrarti una cosa."

Amelie lo portò fuori dalla capanna, le sue dita intrecciate con le sue mentre lo guidava nella foresta, fino al sentiero stretto quasi ricoperto di vegetazione.

Non era stata lì da molto.

Ma questa volta - questa volta, Draco non si lamentò. Non pronunciò una parola nella camminata dell'ultima ora. Ora non lo disturbava affatto.

"Ricordi questo posto?" sussurrò Amelie, sentendo la brezza pungerle la pelle, ma non era troppo fresco, "Non siamo stati qui da-"

"Da quanto tutto è andato al diavolo, già, mi ricordo," mormorò, la sua mascella stretta.

Lei rimase in silenzio a quello, non volendo spingerlo oltre mentre camminavano nella linea degli alberi, fino alla spiaggia libera.

"Volevo chiederti una cosa," disse lei gentilmente mentre i suoi piedi affondavano leggermente nella sabbia, i suoi occhi guizzarono per guardarlo, "E non voglio che ti arrabbi con me."

Roteando gli occhi, lui sbuffò, sapendo cosa ne sarebbe probabilmente uscito, in cosa avrebbe dovuto cedere questa volta, e cosa avrebbe dovuto darle perché lei fosse felice.

"Va avanti," Draco si fermò, la sua mano che teneva la sua dal camminare più avanti senza di lui, "Chiedi pure."

Esitando, lei osservò il lago. Le piccole onde facevano brillare l'acqua. Amelie amava quel posto - specialmente in estate.

"Ricordi di come abbiamo parlato prima di portarli al maniero?" la sua voce sottile, inghiottita dall'aria intorno a loro, "E che non possiamo farlo perché è troppo rischioso?"

"Sì..." non sapeva bene dove voleva parare, "Ne abbiamo parlato poche ore fa, Amelie?"

Si accigliò, un'espressione dubbiosa su di lui, "Di che si tratta?"

Contorcendo i piedi nella sabbia, si voltò con entusiasmo verso di lui, "E se..." spaventata di dire veramente quello che pensava, nel ricordo di come era andata l'ultima volta.

"E se compriamo un'altra casa-"

Le sue sopracciglia si unirono subito, sospirando fortemente.

"Insieme? Se io e te compriamo una casa, o io posso comprarla, ma può essere nostra? Qualche posto in cui possiamo ricominciare con loro, e saranno al sicuro insieme a noi?"

Inclinando la testa, distolse lo sguardo, "Quindi vuoi che viva con mia madre?" chiese Draco, la pura antipatia gli rompeva la voce, "Vuoi che viva veramente sotto il suo stesso tetto?"

Malfoy portò una mano ricoperta di anelli tra i capelli, tirandoli indietro mentre i suoi occhi di perla luccicavano nella luce ghiacciata del chiaro di luna che brillava sull'acqua.

Amelie fu veloce a prendergli la mano, tenendola tra di loro, le sue dita che gli accarezzavano il dorso, "No, voglio che vivi con me," un sorriso timido si arrampicò su di lei, "Voglio che vivi con me, Draco e voglio anche Atlas, Teddy, tua madre e sì, mia madre a vivere con noi."

Stringendo i denti, ancora non la guardava. Non voleva renderla delusa da lui, "Amelie, sono completamente a favore di comprare una casa con te. Non voglio nient'altro che vivere con te in qualcosa che è nostro, ma tua madre, non lo so-"

Amelie aspettò che dicesse altro. Lasciare che il suo conflitto interiore venisse fuori e che i suoi pensieri arrivassero a lei per capirlo.

"Non la sopporto. Ti ha lasciato con quel dannato mostro, e io non-" chiuse gli occhi, prendendo un respiro profondo, "Non posso sopportare ciò che ha fatto. Cacciata dal Signore Oscuro o no, tu sei la sola cosa che mi tiene unito, e che persona sarei se la perdonassi per averti fatto del male?"

Un pizzico di dolore nei suoi occhi, "Draco..."

"No, ci penserò, ma non posso promettere che sarò d'accordo con questo," il suo tono rude più alto, "Ci penserò, okay?"

Annuì mentre anche lei distoglieva lo sguardo, guardando le rovina di una casa sul bordo della spiaggia e sorrise, anche se la feriva che Draco non sarebbe stato bene con sua madre. Che avrebbe avuto un problema a vivere con lei, al tempo stesso - sapeva che non poteva arrabbiarsi.

Draco aveva tutte le ragioni del mondo per odiare sua madre.

I suoi piedi inciamparono mentre si toglieva le scarpe, facendo dei passi lontano dal biondo, e lui la guardò confuso, "Amelie, che diavolo stai-"

Lei non rispose, continuò semplicemente a camminare, quasi correndo verso l'acqua mentre si toglieva il vestito, facendolo atterrare sulla sabbia, e, senza preavviso, slacciandosi il reggiseno, lasciando che la guardasse da lontano.

"Amelie, per l'amor del cazzo, è notte fonda!" gridò dietro di lei, roteando il collo mentre guardava la sua figura nuda alla riva, i suoi piedi spinti nell'acqua.

"È sempre notte fonda da qualche parte!" gridò anche lei, una risata la interruppe, lasciando che la sua pelle cambiasse col freddo mentre faceva un passo dopo l'altro.

Draco ringhiò tra sé e sé, ma al tempo stesso, non riuscì a non sorridere per il modo in cui si stava comportando - Amelie, senza eccezione, riusciva a trovare un modo per divertirsi nei momenti dolorosi. Per non lasciare che affondasse più di quanto avesse già fatto.

Era una cosa che adorava di lei, "Porca puttana-" mormorò Draco, sfilandosi le scarpe, e mentre correva verso di lei, si slacciò i pantaloni, portandoli fino alle gambe e uscendo da essi.

Sfilandosi la camicia sbottonata a metà dalla testa, lanciandola accanto al suo vestito, corse dietro di lei. Le sue braccia inglobarono le sue cosce e la schiena mentre lei scoppiava a ridere.

"Draco, ti prego-" i suoi muscoli si flettevano, respirandosi pesantemente, "No, no, no, Draco!"

Sollevandola tra le sue braccia, marciò dentro l'acqua, "Deve smetterla di correre via da me, signorina," parlò nella sua testa, e prima che lei avesse la possibilità di rispondere - la gettò interamente in acqua.

Tutto il suo corpo si bagnò mentre ansimava, asciugando le gocce dal suo viso nello stesso secondo in cui tornò in superficie, "Non è giusto-" Amelie ridacchiò, i suoi capelli sparsi selvaggiamente intorno a lei.

"Non è mai giusto, vero?" la prese in giro, roteando la lingua nell'interno guancia, scrutandola, "Sei scappata, di nuovo, quindi ho fatto quello che dovevo-"

Amelie mise le mani a coppa nell'acqua prima di lanciarla su di lui, e lui inciampò quasi all'indietro, "Amelie, ferma-"

Lo fece di nuovo, scoppiano in una risata, "Cos'era quello, Draco?" un altro palmo d'acqua ghiacciata bruciò sulla sua pelle grigiastra, "Pregami," ghignò fieramente.

Le braccia di Draco si avvolsero intorno a lui, e si accigliò, contrariato della situazione in cui lei lo teneva in ostaggio, "Pregami?" sbuffò con divertimento, "Vuoi che io ti preghi?"

Amelie inclinò coraggiosamente la testa, l'acqua le arrivava alle clavicole mentre lui era lontano, "Sì, pregami, e mi fermerò."

Lanciò più acqua al ragazzo, "Posso andarmene," alzò un sopracciglio, le sue pupille scure, "Posso risalire e lasciarti qui tutta sola."

Amelie non lasciò svanire il sorriso sulle sue labbra questa volta, lanciando un altro pugno di acqua contro di lui.

"Basta-"

"Allora pregami-" facendo un passo in avanti, rivelò di più del suo petto, e gli occhi di Draco caddero per guardarlo, stringendo la mascella alla vista della sua pelle nuda, "Pregami, o vattene."

Malfoy si morse il labbro inferiore, sapendo che la ragazza testarda davanti a lui non si sarebbe arresa, e, sapendo che se ne sarebbe pentito, tuonò verso di lei tra le onde.

"Draco-" Amelie gridò, allontanandosi da lui nel tentativo di salvarsi dall'inferno che avrebbe portato su di lei per averlo fatto pregare, "Draco, per favore-"

"No," disse a voce alta e nuotò più vicino, afferrando la sua vita sotto l'acqua, attaccando il suo corpo al suo, "Non scapperai da questo."

Draco la tenne vicino. I suoi respiri calmi come i suoi. Stringendosi semplicemente l'un l'altra nell'acqua, lei avvolse le braccia intorno al suo collo, posando il mento sulla sua spalla.

Diventò fermo, sereno intorno a loro, si sentivano solo i loro respiri mentre il vento danzava. Amelie fece giocare le dita con le punte dei suoi capelli bagnati, abbracciandolo. Le sue gambe avvolte intorno alla vita.

Questo piccolo momento, loro nell'acqua, a notte fonda, il chiaro di luna mentre accendeva i loro corpi intrecciati, le loro anime unite. Erano solo loro, trovando una carezza tranquilla nell'ambiente pesante.

La mano di Draco si mosse sul suo collo, afferrandolo gentilmente e la sua testa cadde all'indietro, guardando il suo sguardo morbido, e la guardò per dei minuti.

Guadò mentre il suo labbro inferiore tremava, perle di gocce che ricoprivano la sua pelle di porcellana, in silenzio.

Le sue labbra si schiusero, gli scappò un respiro tremante, "Io-" non riusciva a formare una parola adeguata con lei, che lo guardava in quel modo, le sue ciglia bagnate, i capelli spettinati.

Amelie era tutto il suo mondo. La scena che li incorniciava era sorprendente, infatti, ma niente avrebbe mai potuto paragonare lei e la curva, che si tirava all'angolo della sua bocca.

Sapeva che non sarebbe mai stato in grado di darle tutto ciò che lei si meritava in questa vita perché non ci sarebbero state abbastanza cose. Niente sarebbe mai stato abbastanza prezioso essere all'altezza della ragazza aggrappata a lui.

Ma Draco desiderava provare. Si sforzò almeno di darle un pezzo del mondo mentre lei era sua. L'avrebbe sempre incontrata a metà strada.

Prese un respiro profondo, inspirando profondamente, "Mi trasferirò con te," disse, i suoi occhi intrappolarono i suoi, in nessuna realtà avrebbe mai potuto toglierle gli occhi di dosso, "Mi trasferirò con te, Teddy, Atlas, tua madre, diavolo convincerò anche mia madre a venire, ma-"

Amelie voleva baciarlo, lui lo sapeva da come sollevava le sopracciglia e dal suo viso vicino al suo.

"Ma...?" sussurrò. Il suo corpo teso.

Sentendo i suoi muscoli scolati nell'intimità, Draco ansimò, "Ma devi lasciare che la compri io per te."

"Draco-"

"No," ondeggiò lentamente la testa, "Puoi scegliere qualsiasi casa, castello, villa. Non m'importa quale scegli, ma voglio comprarla per te, e voglio che sia nostra."

I suoi occhi si inumidirono, sentendo le lacrime pizzicare gli angoli, e premette le labbra sulle sue, baciandolo, "Davvero?" sussurrò, le sue dita passarono tra i suoi capelli, "Lo faresti davvero per me?"

Draco mosse le labbra insieme alle sue, irrigidendo la presa del suo collo mentre i suoi capelli bagnati gli solleticavano il braccio, "Sai che lo farei. Farei qualsiasi cosa per te."

"Anche comprarmi un castello?" le sue ciglia sbatterono con sorpresa.

Annuì, l'acqua tingeva i loro corpi, "Anche comprarti un castello, te ne comprerei cinque se lo desiderassi."

"Posso comprarlo da sola, sai che posso-" Draco premette un dito sulle sue labbra, scuotendo la testa.

"Non era questo l'accordo. Io la compro per te, e mi trasferisco con te," studiò la sua espressione, le lacrime mentre le bagnavano gli occhi, combinate con l'acqua del lago, e il suo labbro non tremava più.

La scaldava sempre abbastanza.

"Allora comprala per me," Amelie ansimò, il suo viso illuminato per l'immenso calore che sentiva dentro, il suo cuore martellava, "Non mi importa, io voglio te."

Draco non riusciva a resisterle, baciandola di nuovo. Sentendo le mani mentre si muovevano sulle sue spalle e il suo corpo premuto leggermente contro il suo.

Entrambi trovarono un paradiso sicuro, un rifugio nell'altro, nella tempesta più forte mentre si alzava su di loro.

____

"Tè?" Athena chiese gentilmente mentre si allungava sul tavolo, raccogliendo i piatti, "Posso farne un po' di più se volete?"

Amelie lanciò uno sguardo veloce sul biondo che sedeva accanto a lei mentre lui premeva le labbra insieme, cercando con tutto se stesso di non far uscire un commento rude per ciò che chiese sua madre, e Amelie sorrise timidamente tra sé e sé per il modo in cui cercava di calmarsi.

"No, grazie," disse lei, la sua mano che cercava la sua da sotto il tavolo, e nell'istante in cui lui sentì le punte delle sue dita accarezzargli il polso, sembrò alleggerito. Amelie lo calmava sempre.

"Draco-" una risatina provenne inaspettatamente da dietro di loro mentre sia Amelie che Draco si voltavano, guardando il bambino, con gli occhi che brillavano di speranza.

Annuendo, appoggiò il gomito sullo schienale della sedia, "Atlas?" mormorò Draco, alzando un sopracciglio, "Cosa posso fare per te?"

Draco non poteva negare il fatto di apprezzare che Atlas fosse già così attaccato a lui. Capì che c'era una mancanza di ragazzi nella sua vita dato che aveva sempre vissuto con sua madre. Era adorabile per Malfoy, avere un bambino che non era intimidito da lui.

Atlas non disse una parola. Allungò semplicemente la mano, prendendo il braccio di Draco, "Voglio farti vedere una cosa, vieni," ridacchiò, tirando e scuotendo la camicia del biondo, "È fuori!"

Draco piegò la testa, guardando Amelie mentre lei annuiva, "Vai, io verrò fuori tra un attimo." sorrise sfacciatamente a entrambi.

Malfoy si alzò dal posto, premendo le labbra sulla testa di Amelie prima che venisse trascinato fuori da Atlas.

Lei li seguì con lo sguardo mentre andavano, e il suo sguardo si soffermò sulla finestra della cucina, guardando mentre i due ragazzi scivolavano a terra dove si trovavano i giocattoli.

"Sei sicura che non vuoi un po' di tè?" chiese Athena di nuovo, posando una tazza di tè davanti a lei sul tavolo mentre scivolava di nuovo sulla sedia, guardando curiosamente sua figlia.

Contorcendo un po' la bocca, spostandosi nella sedia, lei sbuffò, "Una tazza in più allora," Amelie cercò di essere civile come sapeva fare con sua madre, "Bevi ancora molto, vedo."

"Sì-" Athena sorrise, versando il liquido bollente nella tazza, "È la mia cosa preferita."

Amelie abbassò lo sguardo sul fumo caldo, "Ricordo," disse a bassa voce, prima che il suo sguardo si alzasse di nuovo e Draco, che correva in tondo con Atlas, catturò la sua attenzione.

"Amelie..." sua madre riconobbe quella piccola crepa nella voce di Amelie, "Possiamo parlare, io e te? Sento che ci sono un po' di cose che dobbiamo risolvere prima di andare avanti."

Strinse i denti alle parole che disse sua madre come se i sette anni in cui sua madre l'aveva abbandonata potessero essere risolti con una tazza di tè, ma col cuore che aveva Amelie, annuì.

"Vorrei-" sua madre sospirò, portandosi la tazza alle labbra e fare un sorso di tè, "Vorrei scusarmi, Amelie. Per quello che ti ho fatto e quello in cui ti ho lasciato, so che è stato difficile per te-"

"Tu credi?" Amelie non riuscì a controllarlo. In nessuna verità sua madre poteva sapere cosa aveva passato, "Credi davvero di sapere quello che ho passato? Credi di sapere come mi ha trattata mio padre quando te ne sei andata-"

"Amelie-"

"Sapevi che mi ha promessa? Che mi ha obbligata a fare il voto infrangibile e a legare la mia vita a un mostro? Sapevi che Adrian mi picchiava più di quanto faceva mio padre? Che mi ha violentata così tante volte che ho perso il conto? Che mi ha tenuta rinchiusa in una piccola stanza buia per mesi e che mi ha fatto del male in modi che non leggi nemmeno nei libri, lo sapevi, madre?"

Gli occhi di Athena si allargarono, ma non disse una parola.

"Sapevi che mio padre mi faceva pulire i corpi che uccideva? Che dovevo chiudere le palpebre delle persone morte solo per imparare una lezione? Che mi puniva con la fine delle sigarette se non lo facevo? Che mi hanno fatto del male, madre, che sono stata ferita così tanto per anni mentre tu ti nascondevi?"

Faceva male parlare. Faceva male ammettere tutto ciò di cui non ha mai parlato ad alta voce.

"Amelie, per favore-"

"Avevo dodici anni!" la sua voce più alta adesso, "Avevo dodici anni quando mi hai lasciata, e per sette anni, ho dovuto vivere così. Mio padre mi odiava perché tu eri morta. Mi faceva male solo perché non poteva più fare male a te e Adrian-"

Era sull'orlo delle lacrime. Il suo petto si stringeva così nitidamente.

"Mi sono uccisa, madre. Mi sono messa un coltello nel petto dopo essere stata rinchiusa per mesi per colpa tua. Avevi un bambino con quell'uomo, e noi non siamo riusciti a trovarti in tempo, così il Signore Oscuro lo ha rilasciato, e lui mi ha trovata, ha ucciso-"

Le lacrime non esitarono, e singhiozzò al pensiero di Pansy e Aimee.

"Ha ucciso una ragazza che era incinta della sua bambina perché mi odiava. Tutto perché non riuscivamo a trovarti e Teddy-" il suo petto si alzava senza controllo, "Teddy ha passato l'inferno per quello. Ha dovuto tenersi unito mentre affogava dentro. L'hanno trasformato in un mangiamorte, e lui sta ancora-"

"Amelie, cara, per favore, ascoltami-"

"Ha diciotto anni, madre e le cose che ha dovuto fare. Le cose che ha dovuto vedere perché tutto questo fosse messo insieme, non erano umane. Per non parlare di Draco-"

Le lacrime scivolavano sulle sue guance mentre guardava direttamente sua madre.

Questa era una delle parti più difficili per lei, pensare a ciò che Draco aveva fatto.

"Lui è morto con me. Un pezzo di lui è morto con me, madre. Ha fatto tutto quello che poteva, ha cercato nella mia mente, ha ucciso mio padre, e ha sacrificato così tanto per farmi stare al sicuro, solo perché io fossi portata via da lui, ancora e ancora. Le cose che ha dovuto fare, le cose che ha dovuto fare per me, per Teddy, per te! Non hai idea di cosa ha passato - che errore hai fatto a tutti noi."

Gli occhi di sua madre brillavano di lacrime.

"La mia vita non è stata mia per sette anni, tutto perché tu hai tradito e te ne sei andata per salvare un altro figlio. Me lo hai anche detto prima che te ne andassi, e poi - poi l'hai portato via. La vita di Teddy è rovinata, e Draco-"

Amelie chiuse gli occhi, escludendo il mondo intorno a lei mentre pensava a Malfoy.

"Draco è morto dentro, non sarà mai più lo stesso e eppure-"

Questa era pura tortura per lei, Amelie non si era mai aperta come ha fatto adesso.

"Eppure, non andrei mai contro di te o di Atlas. Non potrei mai essere quella persona perché non importa quanto mi hai tradita - quanto hai tradito tutto noi, non potrei mai fare ciò che tu hai fatto a me. Non vi lascerei mai."

Ora anche Athena stava piangendo, ma Amelie non cedette. Per un anno che aveva saputo che sua madre era viva, e per quasi un anno, aveva pensato a come lo avrebbe detto.

Anche se le frantumava le ossa e le contorceva le interiora - Amelie aveva bisogno di farlo uscire.

"Mi hanno insegnato meglio, Teddy, Draco, Narcissa, Pansy - tutti mi hanno insegnato molto più di quanto tu abbia mai fatto. Portavo il tuo lutto, piangevo alla tua tomba ogni maledetto sabato, e ho preso ogni botta che era indirizzata a te. Perciò no, madre. Non lo sai. Non sai niente di ciò che io o loro due hanno passato. Puoi pensare di saperlo, ma non è così."

Amelie si zittì, scuotendo la testa e asciugandosi le lacrime che cadevano dai suoi occhi. Non voleva che Draco o Atlas la vedessero piangere se tornassero dentro.

"Mi dispiace," sussurrò la ragazza, "Mi dispiace per quello che hai dovuto passare. Davvero, mi dispiace che tu e Atlas non potete vivere liberamente, nessuno merita di vivere come voi, ma non osare venire da me e chiedere il mio perdono prima di sapere cosa ci hai fatto."

Athena non era sorpresa che Amelie stesse parlando in quel modo. Aveva ragione su tutto. Sua madre aveva sempre visto la ragazza forte e potente che era. Nemmeno una volta aveva dubitato che quando se n'era andata - Amelie era l'unica che si sarebbe rivelata.

Athena lo ha sempre saputo, che questo non l'avrebbe rotta. Avrebbe preso pezzi di sua figlia, infatti, ma sapeva da sempre che Amelie sarebbe sopravvissuta. Anche nei dodici anni che aveva prima che scappasse, Amelie non era come gli altri.

Da bambina, era l'umano più brillante che Athena avesse mai visto, così calda e di cuore gentile. Anche quando suo padre era il più spietato possibile con lei, lei gli dava comunque il bacio della buonanotte o metteva una coperta su di lui quando sveniva sul divano dopo aver bevuto troppo.

Amelie era tutto quello che Athena desiderava che fosse, se non di più.

Non c'erano scuse per ciò che aveva fatto a sua figlia. Lo sapeva. Capiva che Amelie non l'avrebbe probabilmente perdonata per i peccati che aveva commesso. Nessuno dovrebbe farlo. Athena era ben a conoscenza che, un giorno, avrebbe pagato per tutto ciò che aveva fatto.

Giustamente, aveva guadagnato la punizione su questa terra per i misfatti che aveva fatto.

"Lo so," disse Athena, annuendo e asciugando le lacrime che scivolavano sulla sua pelle, "So che tutto quello che ho fatto a te e a tutti i tuoi amici è imperdonabile. Lo è veramente, Amelie. È qualcosa per cui sono responsabile, e mi prendo la responsabilità di tutto ciò che ho fatto..."

Amelie distolse lo sguardo.

"So che con te ho sbagliato, e mi dispiace per averlo fatto, non hai idea di quanto mi ferisce sapere cosa avete passato tutti per colpa mia, ma voglio che tu sappia-" sua madre allungò la mano, afferrando la sua, "Voglio che tu sappia che sistemerò tutto, lo prometto. Non posso cancellare il passato, ma posso tutto quello che posso per migliorare il futuro."

Ora stava pregando sua figlia.

"Hai tutto il diritto del mondo per essere arrabbiata con me, e non ti biasimerei per questo, Amelie. Io lo sarei, se mia madre mi facesse quello che io ho fatto a te - sarei furiosa, ma tu non sei mai stata come me. Io ero debole. Non poteva contrastare tuo padre, e non potevo contrastare Voldemort."

Gli occhi di Amelie guizzarono, guardando di nuovo sua madre.

"Mi dispiace per questo, per essere stata debole e per non averti dato la vita che meritavi. Mi tormenterà per il resto della mia vita... Tu e Atlas siete la mia redenzione, entrambi siete usciti da qualcosa di così crudele, e siete diventati qualcosa di così bello, e desideravo poterlo fare, ma non ero come voi due, e sono felice che ci hai trovato, Amelie, sono felice che Atlas impari tutto questo da qualcuno di degno-"

Le lacrime minacciarono di nuovo gli occhi di Athena, "Perciò non mi scuserò - ti ringrazierò. Grazie, Amelie, per essere tutto quello che io non sono mai stata. Grazie per averci trovato e per aver dato ad Atlas un tentativo per il futuro che merita veramente. Grazie, per essere-"

Sua madre venne interrotta dalle braccia di Amelie che le avvolgevano il collo, e la abbracciò, "Grazie..." sussurrò Athena nel tocco di sua figlia, "Grazie per essere tornata da noi."

Amelie strinse sua madre con tutta se stessa, e fu come se annegasse nell'abbraccio, le braccia di sua madre intorno a lei e le parole vicine al suo orecchio.

"Grazie per averlo tenuto al sicuro," sussurrò Amelie, sentendo le lacrime pizzicarle di nuovo gli occhi per il pensiero del bambino, per aver trovato finalmente qualcuno con cui condividere tutto, "Grazie per aver salvato Atlas e per essere stata al sicuro..."

Nessuna anima è mai stata indulgente come la sua.

Rimasero lì, stringendosi l'un l'altra nella tranquillità per dei momenti, solo loro.

Un leggero sospiro scappò dalla gola di Amelie mentre si staccava e guardava fuori, guardando il biondo a cui il suo cuore apparteneva, che sollevava suo fratello in aria - posandolo sulle spalle.

"È veramente bravo con lui..." disse Athena, tenendo una mano sulla spalla di sua figlia, "È davvero bravo con i bambini. Si vede. Spero che facciate visita più spesso, così Atlas può stare intorno a voi due-"

Amelie si ritirò dalla stretta di sua madre, scivolando di nuovo sulla sedia, e fece accigliare sua madre mentre copiava l'azione di sua figlia. Sedendosi sulla sua propria sedia.

"È tutto-"

Amelie si schiarì la gola, abbassando lo sguardo sulle sue gambe dove le sue dita erano intrecciate, "Volevo parlarti di una cosa se ti va bene?"

Sua madre annuì, sorpresa di quella domanda, "Certo, cara, qualsiasi cosa."

"Noi..." guardò ancora la finestra, e il suo cuore perse un battito per il modo in cui Draco sorrideva, "So che è improvviso e forse non una buona idea, ma abbiamo vissuto al Malfoy Manor per quasi un anno, e volevo che voi due veniste a vivere con noi, ma non è sicuro..."

Athena unì le sopracciglia, non molto sicura di dove sua figlia voglia andare a parare.

"Draco e io compreremo una casa, e vorremmo che vi trasferiste con noi."

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