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E i g h t y

Questo capitolo contiene scene di autolesionismo, sangue, azioni violente, e traumi emotivi. Per favore, leggere con cautela.

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"Lascia che ti aiuti."

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"Dobbiamo andarcene ora," Narcissa pregò il moro. I suoi occhi brillavano dalle lacrime mentre avvolgeva il pugno intorno alla maniglia della porta, "Non possono saperlo, Theodore. Sai che non possono."

Theo sbuffò un sospiro, stringendo la mascella mentre raddrizzava le spalle, guardando la donna davanti a lui, "Lo so, Narcissa. Non credi che lo so? Mi sento orribile per questo."

Lei annuì verso le scale, mandando un'occhiata veloce al piano superiore, "Allora è meglio che tu vada a dire a loro che devi andare da qualche parte. Draco sa che non sarò a casa questa sera," si fermò, lasciando andare il pomello e girandosi totalmente, "Aspetterò qui, ma se te ne vai senza che Draco lo sappia, lo perderà."

"Lo so-" mormorò Theodore, facendo lunghi passi mentre marciava sulle scale, camminando nel corridoio buio. Imprecando a bassa voce mentre andava, e si fermò, proprio fuori dalla porta che portava alla stanza di Draco e Amelie.

Un veloce colpo di nocche, la aprì, infilando la testa nello spiraglio, e i suoi occhi catturarono subito Amelie, seduta contro la testiera del letto. Un libro nella sua mano e il biondo avvolto intorno al suo petto.

"Teddy?" sussurrò, abbassando il romanzo e premendo il dito sulle labbra, piegando la testa verso il ragazzo che dormiva profondamente su di lei. Il suo tocco riposava sulla schiena di Draco, e continuava ad accarezzare la sua mano su di essa, confortandolo nel mondo dell'immaginazione, "Cosa posso-"

"Devo andare in un posto," mormorò Theodore, distogliendo lo sguardo dai loro corpi intrecciati, e trascinò la mano tra i suoi capelli, scrocchiando il collo dopo, "E tornerò domani mattina."

Amelie inclinò la testa, i suoi capelli la seguirono gentilmente mentre cadevano sulla sua spalla, "Di nuovo?" chiese, unendo le sopracciglia e uno sguardo preoccupato crebbe su di lei, "Siamo appena tornati-"

"Devo, Amelie, per favore," il moro la pregò, a bassa voce, la sua voce rauca, "Lo so, ma per favore, non fare domande."

Guardando il ragazzo, incollato al suo corpo, lei annuì lentamente e strofinò la mano tra le ciocche bionde, guadagnando un lamento da lui mentre lo faceva. Seppellì il suo viso nel suo petto, stringendo le braccia intorno a lei.

"Non lo farò..." sussurrò Amelie, i suoi occhi incontrarono di nuovo i suoi, "L'hai detto a Narcissa? Si preoccupa sempre-"

"Ci ho già pensato," Theodore tagliò corto, nervosamente nel caso lei decidesse di continuare con le domande, "Non è a casa stanotte, se ne è andata-"

"Oh giusto..." scosse leggermente la testa. Una morbida curva si formò sulle sue labbra, "Draco ha detto che sua madre se ne sarebbe andata, ma Teddy-"

La guardò nervosamente, "Sì?" deglutì, le sue dita afferrarono il collare bianco della sua camicia.

"Fa attenzione, per favore?" Amelie emise una mezza supplica, stringendo il dorso del suo libro, "Non so dove vai, ma qualunque posto sia, per favore, devi fare attenzione."

Il calore inondò Theodore mentre spalancava la porta, camminando nella stanza finché non fu accanto a lei. Chinando, posò un bacio sulla sua testa, e il suo viso si nascose nel suo torso.

Theo la tenne stretta per dei minuti, stando solo lì nella loro stanza buia. Non aveva più la possibilità di stringerla così spesso, di sentire la tranquillità che gli portava sempre mentre avvolgeva un braccio intorno a lei.

"Ti voglio bene," disse lei, a bassa voce e piegò il collo, guardandolo, "Fa attenzione, per favore."

"Lo faccio sempre," Theodore posò un altro bacio sulla sua testa, sorridendo mentre lanciava un'occhiata a Draco che dormiva, "Ci vediamo domani mattina."

Theo uscì esitando. Detestava dirle le bugie, ma non poteva essere onesto su questo. Si trattava della sua vita e di quella di Draco, e non era una cosa con cui avrebbe giocato.

Prendeva i compiti con cui il Signore Oscuro lo malediceva con serietà. Non poteva permettersi di mandare tutto all'aria o ingannare Voldemort.

"Com'è andata? Sono svegli?" Narcissa sembrava spaventata, aprendo rapidamente la porta d'ingresso mentre uscivano.

Un cenno del capo cadde dalla sua testa, "Amelie sì, Draco dorme," disse a bassa voce, "Ma lei non è stupida, Narcissa, puoi non averla conosciuta bene, ma lei è intelligente, lo scoprirà-"

"So che lo farà," sospirò Narcissa, tirando fuori la bacchetta e la alzò mentre Theodore avvolgeva le braccia intorno a lei, "Ma non possono saperlo. Non ancora."

La luce li intrappolò per dei brevi minuti prima che atterrassero, davanti allo stesso castello a cui era stato portato Theodore - il maniero dove aveva trascorso la sua notte, curando i mangiamorte.

"Questo tornerà per tormentarci, lo sa." parlò Theodore mentre camminava velocemente sulle scale, schioccando la bacchetta per spalancare magicamente le porte, "Lo scopriranno prima o poi e quando lo faranno..."

"Lo so," i riccioli di Narcissa danzavano vivacemente nel vento della notte. La sua voce rotta, leggermente dal dolore per la realtà che la colpiva, "Mio figlio non mi perdonerà mai."

"Nemmeno Amelie. Mi odierà," sussurrò Theodore a bassa voce, e la sua pelle rabbrividì al pensiero, "E Draco mi picchierà probabilmente fino alla morte per averle fatto del male."

Narcissa ridacchiò, sottovoce mentre i loro passi echeggiavano attraverso i sotterranei, "Non lo farebbe-" si fermò, sbirciando oltre la sua spalla, e catturò i suoi occhi, "Beh, se le fai del male..."

"Grandioso!" Theodore roteò gli occhi, gemendo mentre giravano l'ultimo angolo, fermandosi contemporaneamente fuori due grandi porte, "Beh, prima le signore."

Strofinando le mani lungo la sua scuola, lei camminò tra le porte. Il suo mento tenuto alto, e la sua bacchetta avvolta fermamente intorno al suo pugno. Theodore non fu lento a seguirla mentre camminava proprio dietro di lei.

"Ahhh..." l'uomo, seduto dall'altra parte del tavolo, raspò, alzando un sopracciglio verso di loro, "Ed essere in orario non significa più niente, suppongo?"

Narcisa premette le labbra in una linea sottile e piegò la testa al Signore Oscuro mentre lui stringeva lo sguardo su di lei, "Mio signore," sussurrò, prendendo posto dove era solita sedersi.

Theodore inghiottì il dubbio che sentiva e la consapevolezza che sarebbe stato dannato per aver fatto e star facendo la stessa cosa, inclinando la testa e scivolando in una grande sedia di legno vicino a Narcissa.

"Allora..." il Signore Oscuro alzò la voce, acuta mentre si alzava sui suoi piedi nudi, "Abbiamo delle questioni di cui discutere."

Tutti mantennero il totale silenzio. Nemmeno un respiro interruppe l'uomo mentre le luci si oscuravano.

"Sono venuto a sapere che tuo figlio e la sua patetica piccola amante non si sono arresi a cercare sua madre, è corretto?" Voldemort fissò dritto Narcissa, e lei poteva sentire come le teste intorno a loro scattavano per guardarla.

"Mio Signore-"

"È corretto?" urlò, perdendo la pazienza in pochi secondi, "È corretto che ancora una volta lui ha ucciso una dozzina dei miei uomini senza-"

Narcissa sigillò gli occhi, "Le mie scuse, mio Signore..."

"Non voglio le tue scuse. Voglio la tua confessione. Una volta che ce l'ho, posso prendere quel ragazzino ingrato e buttarlo in una cella, e lui non vedrà mai più la luce del sole!" Voldemort sbatté i pugni sul tavolo, facendo sussultare molti dei mangiamorte intorno.

Narcissa cercò di respirare. Nemmeno un'emozione mostrata sulla sua pelle pallida.

"Non è stato altro che irriconoscente verso il lato oscuro, e non lo permetterò più. Gli è stata data la possibilità di fermare la sua follia, ma ha rifiutato, e ora è il momento di mettere un punto." la sua voce malvagia, e non tolse mai gli occhi da Narcissa.

"Quando è troppo è troppo e se non fosse stato per il nostro caro ragazzo, Theodore, qui," mosse una mano in aria, indicando il moro, "Draco Malfoy sarebbe morto, settimane fa-"

"Loro ci hanno attaccati!" urlò Theodore, sentendo il suo corpo bollire e la sua pelle fumare, "Hanno attaccato me e Amelie due volte. Sono venuti per noi, e se non fosse stato per Draco, entrambi saremmo morti-"

Voldemort sbatté lentamente le palpebre. Senza mostrare un pizzico di paura, "Così ho sentito..." lanciò un'occhiata all'uomo in fondo al tavolo.

"Ho mantenuto la mia parte del nostro accordo," affermò Theodore fermamente, le sue unghie scavavano nel legno, "Ho fatto tutto quello che mi ha chiesto, ma non ha mantenuto la sua  parte. Loro ci hanno attaccati, ci hanno quasi ucciso due volte e come Draco ha reagito - è colpa sua."

Theo sapeva che quella era una mossa folle affrontare il Signore Oscuro come fece lui, ma non poteva non dire nulla. Aveva bisogno che lui capisse perché Draco aveva portato l'inferno sui mangiamorte quella notte perché avevano fatto male ad Amelie il giorno prima.

Quando avevano attaccato il manicomio, avevano cercato - lei era ferita, e non esisteva modo per Malfoy di lasciar correre. Tutto lo sapevano.

Voldemort si infuriò sotto la sua stessa pelle, ma non disse una parola - tutto quello che fece fu scrutare l'uomo alla fine del tavolo.

"Credo..." disse a bassa voce, "Lascerò Draco passare per questa volta, ma una volta, ancora una volta, e non avrò altra scelta che finirlo."

Sia Narcissa che Theo annuirono in sincronia, occhi sgranati e terrorizzati.

"Riguardo l'altra questione..." ringhiò Voldemort, oscillando in avanti e indietro sulla sua sedia mentre il suo mantello lo seguiva, "Ho un piano per il signor..."

Theodore si schiarì forte la gola mentre si accigliava al nome che il Signore Oscuro stava per dire.

"Paziente 012," si corresse Voldemort, irritatamente, "Voglio che partecipi alla serata dei mangiamorte. Se tuo figlio e la ragazza scelgono di farsi vedere, sappiamo che li riconoscerà."

"È davvero-" Narcisa si zittì, abbassando la testa, "È davvero necessario? Mio figlio non parteciperà a quella riunione. Sa che è meglio-"

Voldemort ridacchiò semplicemente, cupamente, "Se credessi alla tua  parola ogni volta che me la dai, Narcissa, sarei morto adesso, non pensare di potermi ingannare. Voglio il paziente 012 a vista e pronto."

Ora fissava Teddy, "È un problema? Sarà pronto per allora?"

Theodore sapeva che questa sarebbe stata la sua fine. Sapeva che non c'era alcun ritorno dopo aver fatto questo a loro, ma doveva farlo. Si trattava di ferirli o ucciderli.

"Lo preparerò."

"Fai bene," Voldemort scivolò di nuovo al suo posto, appoggiandosi in vittoria, "E quello che succede a Draco se sceglie di farsi vedere, è un gioco pulito. È stato avvertito."

Un mangiamorte trascinò la sua sedia indietro, alzandosi sulle sue gambe tremanti, "E riguardo alla ragazza?"

Sorridendo, malvagiamente, Voldemort strinse lo sguardo su Theodore, "Lei è stata promessa a qualcun altro, se Malfoy cessa di esistere, lei sarà consegnata, illesa e intoccata."

"Cosa?" ansimò Theodore, raddrizzando la schiena per sporgersi sul tavolo, guardando il Signore Oscuro, "Non ho mai accordato a-"

Uno sguardo gelido si arrampicò su Voldemort alla mancanza di rispetto di Theodore, e puntò la bacchetta contro il ragazzo, "Forse ricordi la notte in cui hai pregato per la magia nera?" sibilò, "Quando sei caduto in ginocchio per fare ricordare di nuovo la tua preziosa piccola amica?"

Theodore distolse lo sguardo.

"Precisamente, ragazzo," continuò Voldemort, stringendo i denti, "Tutto ha un prezzo in questo mondo, e la vita della ragazza era il prezzo per quello. Perciò quando Draco svanisce da questo mondo e credimi, lo farà-"

Narcissa non poteva più ascoltare. Spinse semplicemente la sedia mentre si alzava, tenendo lo sguardo basso, e marciò verso l'entrata - ma un uomo si alzò velocemente, e con un veloce movimento della bacchetta, le porte si chiusero.

Il Signore Oscuro alzò la sua bacchetta, muovendola leggermente perché l'uomo tornasse seduto, "Lasciala andare, ha sentito tutto ciò che era rilevante per lei e secondo me...ha colto il messaggio."

Narcissa se ne andò, le lacrime esplodevano nei suoi occhi mentre bruciavano, e anche Theodore desiderava andare via, ma sapeva che loro non avevano ancora finito con lui.

"La ragazza è stata promessa," completò, ghignando a se stesso, "Da quello che capisco, la sua vita non è dettata da lei."

"Chi?" chiese Theodore a bassa voce. Le sue spalle sprofondarono, e la sua testa appesa, "A chi l'avete promessa?"

Il silenzio quasi lo soffocò mentre aspettava impazientemente per una risposta, ma non venne nulla. La stanza ombrosa sembrava oscurarsi ogni minuto che passava, e la sua pelle sentiva come se fosse stata colpita da dei pugnali.

"Ho paura che non possa dirti niente, ragazzo,"  schernì Voldemort, e Theo sentì la nausea avvolgerlo.

Non poteva dirlo a lei, niente di ciò. Sapeva che non sarebbe mai stato in grado di farla entrare nei segreti tenuti sopra la sua testa. Persone che negoziavano sulla sua vita e il suo essere venduto.

Lo consumava. Ogni ultimo pezzo di coraggio che teneva ancora dentro svanì.

"Ti consiglio di tenerli sotto controllo, o questo accadrà prima che dopo. Ora, controlla il nostro paziente," minacciò il Signore Oscuro, e si voltò da Theo, guardando la folla di mangiamorte seduti intorno al tavolo.

Inspirò, profondamente mentre stringeva i poggiabraccio della sedia, e la spinse indietro, alzandosi in piedi. Si fermò, solo per un secondo o due, fissando il Signore Oscuro nel desiderio di dire qualcosa, ma non lo fece.

Semplicemente, annuì, e uscì.

Narcissa era appoggiata contro il muro. I suoi capelli cadevano selvaggiamente sulle sue spalle per nascondere la sua figura rotta. Le parole dette su suo figlio la ferivano tremendamente - sapeva che lui fosse nei guai.

Aveva fatto cose imperdonabili, sia per il Signore Oscuro sia per salvare la ragazza per cui abbandonava tutto. Narcissa lo sapeva bene, ma non poteva fermarlo. Suo figlio non era qualcuno che poteva essere fermato.

"Devo..." sussurrò Theodore, abbassando lo sguardo mentre lei sussultava, asciugando velocemente le lacrime e mettendosi dritta davanti a lui, "Devo prendermi cura di un paziente, e poi possiamo andarcene."

I suoi respiri veloci mentre annuiva, dubbiosamente e Theo si voltò, "Sarò veloce, tornerò in un minuto-"

"È..." Narcissa si schiarì la gola, uno sguardo pieno di panico nei suoi occhi scuri, "È-"

"Sì," Theo si fermò, sbirciando oltre la sua spalla, "Lo è."

"Posso-" indugiò sulle sue parole, ricomponendosi mentre faceva dei passi verso il moro, rimanendo vicino mentre entrambi guardavano il corridoio buio, "Posso vedere-"

All'inizio Theodore scosse la testa, non acconsentendo che qualcuno veda il paziente che gli ha portato via molto tempo, il modo in cui la sua voce si rompeva e il suo sguardo incerto, sospirò fortemente.

"Non vedrai molto, il corpo è coperto, e la testa è..." sentì colpirlo la nausea, "Non puoi vedere molto."

"Voglio-" Narcissa spostò gli occhi sul ragazzo accanto a lei, e si aggrappò leggermente al suo braccio, tenendosi dritta, "Voglio solo vederlo con i miei occhi."

Accettando la sua richiesta, Theo annuì, sospettosamente e scesero le scale in questione. Tirò fuori la bacchetta, mormorando qualcosa di inaudibile sottovoce e i lucchetti sull'enorme porta di metallo cominciarono a fare un suono orribile.

Li squarciava entrambi, forzatamente, finché non si spalancò completamente, e lui entrò, lasciando andare il braccio della donna mentre lei esitò all'entrata.

Guardando con le lacrime negli occhi mentre il corpo sul letto di ferro si contorceva e tossiva nelle impugnature ai lati. Furono sentite forti grida mentre lei chiudeva gli occhi.

Theodore non perse un secondo, la sua bacchetta viaggiò sul corpo, e mormorò a bassa voce. Piccoli incantesimi magici strappavano la carne e scorreva leggermente intorno a loro in colori diversi.

"Calmati-" Theodore dovette urlare, fermando la figura dal muoversi mentre leggeva i segnali che uscivano, "Sono semplici incantesimi, so che non ti fanno male."

Eppure, la figura sul letto si muoveva così rudemente che faceva tremare il pavimento di pietra, e Narcissa non poté sopportarlo. Uscì, la sua schiena colpì le rocce, e sentì come se non potesse respirare.

Lo vide con i suoi stessi occhi - qualcosa che credeva che non avrebbe più rivisto.

E se suo figlio la scoprisse, non la perdonerebbe mai.

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Amelie sentì l'alba solleticarle il naso.

I raggi del sole le solleticavano gentilmente la schiena nuda e il vento soffiava leggero intorno a loro mentre sentiva Draco muoversi sotto di lei.

Una curva crebbe sulle sue labbra, diffondendosi in tutta se stessa mentre sorrideva alla sensazione e al ricordo della scorsa notte.

"Giorno..." raspò Draco, la sua voce gutturale e bassa. Afferrò fermamente le lenzuola mentre le tirava via dai loro corpi, "Hai dormito?"

Amelie sentì la sua pelle mentre strofinava gentilmente sulla sua e le sue ossa cedute in lui, sentendosi pesanti su di lui, "Sì," sussurrò, chiuse gli occhi, "E tu?"

Lui mugugnò semplicemente in risposta eppure non aprì le palpebre mentre avvolgeva le braccia strette intorno a lei, tenendola vicina.

Inclinando un po' la testa indietro, lo guardò, vedendo la sua mascella affilata e le sue palpebre vacillarono. Amelie sorrise ancora di più. Non poteva trattenersi.

Era così bello ai suoi occhi, la sua pelle grigiastra baciata dal sole, e i suoi capelli arruffati in testa. Premette le labbra sul lato del suo petto e lui finalmente la guardò, roteando giocosamente gli occhi.

"Torniamo dentro prima che tua madre e Teddy tornano. Non possono trovarci così," Amelie si spinse leggermente indietro. Infilandosi la camicia da notte dalla testa, ma lui non fu lento ad incontrare il suo movimento, e la trascinò di nuovo, chiudendo la stretta intorno a lei.

"Draco, cosa stai-"

"Lascia che guardino," ghignò, piegando la testa per guardarla, e catturò le sue labbra in una mossa veloce, baciandola intensamente, "Non mi importa."

Amelie sentì un respiro tramante lasciarle la gola, sciogliendosi dentro di lui senza fare domande. La mano di Draco viaggiava lungo la sua schiena, fino al fondo. Afferrò la sua coscia, tirandola su di lui.

"Draco-" gemette, il suo corpo si mosse col suo finché non fu a cavalcioni su di lui, i suoi capelli solleticavano il suo petto nudo, "Non possiamo-"

"Sì?" ringhiò nella sua bocca, premendo un palmo nella coperta sotto di loro, e si sedette, con lei incollata a lui, "Guardami, cazzo."

Malfoy afferrò la sua vita, facendola gemere mentre i suoi muscoli flettevano contro i suoi, e lui non riuscì a trattenersi.

Lei era una fusione divina tra paradiso e inferno per lui. Non poteva mai averne abbastanza.

Amelie cedette velocemente, le sue labbra si mossero con le sue mentre la baciava, ancora e ancora. La mano di Draco sulla sua mascella mentre lei iniziava a muovere lentamente i suoi fianchi.

Draco sibilò, "Mia," disse, raucamente, "Tutta mia," la aiutò gentilmente a oscillare contro di lui, ed entrambi persero il fiato, "Dannazione, Amelie-"

Si staccarono mentre lui la guardava, intensamente, le sue dita intrecciate con i suoi capelli, "Non posso fare a meno di te," ansimò Draco, leccandosi il labbro inferiore per assaporare il dolce sapore di lei, "Ti voglio, tutto il cazzo di-"

Amelie collegò ancora una volta le loro labbra, facendolo inclinare verso il basso con la schiena mentre si piegava su di lui, le mani di Draco viaggiavano selvaggiamente sul materiale setoso della sua camicia da notte e le sue dita accarezzavano il suo petto tonificato.

"Ti voglio tutto il cazzo di tempo," si ripeté, ringhiando contro la sua pelle mentre inclinava la testa di lato, lasciando dei baci sulla sua mascella, "Come potrò mai smettere di volere di sentirti-"

"Vi direi di prendervi una stanza, ma ce ne avete già una, eppure, siete qui fuori a comportarvi come due adolescenti ormonati-"

Amelie sussultò, cadendo via da Draco il più velocemente possibile, e trascinò la coperta su di loro. Il suo viso seppellito nel materiale mentre tutto il suo corpo bruciava.

Draco lanciò un'occhiata infastidita oltre la sua spalla, guardando come Theodore si avvicinava. Roteando gli occhi mentre sputava, "Fuori dalle palle, ti dispiace?"

Theodore ridacchiò semplicemente, sorridendo ampiamente mentre incrociava le gambe, sedendosi sull'erba accanto a loro, "No," schernì, guardando Amelie che si nascondeva ancora sotto la coperta, "Stiamo giocando a nascondino, o-"

Draco imprecò a bassa voce mentre si sedeva meglio, discretamente posando la coperta su di lui, "Cosa vuoi?"

Theodore ignorò il biondo, posando una mano sulla testa di Amelie. La sua voce acuta e piena di derisione, "Ci siamo passati tutti, Amelie, va tutto bene, giovani e innamorati-"

"Puoi smetterla?" sospirò lei, togliendosi la coperta di dosso mentre sbuffava, "Basta prendermi in giro, non è divertente-"

"Beh..." Theo ridacchiò, con divertimento, "Sii felice che non era la signora Malfoy-"

"Sta zitto!" urlò Amelie, trascinando di nuovo le coperte fino alla testa mentre Draco distoglieva lo sguardo, unendo le sopracciglia e premendo le labbra per non ridere di lei, "Va via, Teddy."

"Non devi essere scortese, Amelie, è-" Draco ridacchiò, grattandosi la nuca mentre trovava la situazione più divertente di quanto avrebbe dovuto, "Non era così male, vero?"

Amelie gettò le braccia, allungando la schiena mentre si metteva seduta come loro, fissando il biondo con gli occhi spalancati e le labbra separate dall'incredulità, "Proprio tu parli?" ansimò mentre lo spingeva, "Sei letteralmente tu quello che mi ha-"

"Basta!" Theo esplose in una risata, "Non ho bisogno di sentirlo, per favore,"  si toccò lo stomaco, cadendo sulla schiena mentre i suoi capelli si fondevano con l'erba.

"Allora non iniziare?" mormorò Amelie, incrociando le braccia al petto e guardando il moro, "E se io iniziassi a parlare della notte in cui mi sono imbattuta in te e-"

"No!" Theodore scattò seduto, la sua mano premuta sulla sua bocca, e lei ridacchiò, "Non osare andare lì, bene la smetto, solo no-"

Draco sembrava più che perplesso. Eppure, non riuscì a non divertirsi in questo momento. Non ne viveva molti così, e essere vicino all'amicizia dei due gli provocava del calore nel petto.

"No, no-" Draco tolse la mano di Theo da lei mentre annuiva per lei per andare avanti, "Chi? Mi piacerebbe sentire questa-"

"Non ti azzardare, Amelie," avvertì Teddy, il suo viso nel puro panico, "Non parliamone, ricordi, noi non parliamo di questo-"

I suoi occhi guizzavano giocosamente tra i due, e sorrise, sfacciatamente per il potere che aveva, "Beh..."

Theodore brontolò, facendo uno strano suono mentre annoiava il suo sguardo dentro di lei, "O, possiamo parlare di quella volta in cui mi sono imbattuto in Malfoy e un'altra ragazza nella sala comune-"

Le sue vene si congelarono, e il suo respiro si bloccò.

Calò il silenzio, e Draco vide il sorriso di Amelie svanire lentamente, i suoi occhi caddero per guardare le dita sulle sue gambe, e tutta la sua persona si rimpicciolì.

Solo quella piccola vista di lei, che si sentiva insicura e dubitava di lui, fece cadere il suo cuore in profondità, sentendo come se qualcuno lo avesse strappato completamente.

"No, non era-" disse Draco, allungando la mano per prendere il suo braccio, ma lei lo ritrasse velocemente, schiarendosi silenziosamente la gola. Il dolore lo lacerò per il modo in cui lei non voleva che la toccasse, "Amelie, non-"

Si alzò rapidamente in piedi mentre si lisciava il vestito, e non guardò il biondo nemmeno una volta, le sue labbra curvate in un sorriso forzato, "Io-" Amelie scosse la testa, allontanandosi, "Ci vediamo dopo."

"Amelie, cazzo, non-" Draco la chiamò, ma lei stava già camminando verso la porta della cucina. Il vento caldo soffiava intorno a lei mentre apriva la porta ed entrava.

"Cazzo!" gridò Malfoy, afferrando le radici dei suoi capelli mentre li tirava indietro. Faceva violentemente male dentro di lui, "Perché lo avresti detto?" sibilò al moro, sedendo confuso davanti a lui, "Diavolo, Nott! Perché lo-"

Volò in piedi, il suo petto nudo mentre mentre correva dietro di lei. Cercò mentre correva di infilarsi e annodare il filo di pantaloni da notte, e proprio mentre marciava dentro, il suo respiro si bloccò in gola.

"Oh caro, cosa è successo?" Narcissa era dietro il bancone della cucina, guardando sconcertatamente suo figlio mentre era mezzo vestito, "Amelie sta bene? È appena corsa dritta-"

"No, io-" si fermò, gettando la testa all'indietro mentre si malediceva a bassa voce, "Ho fatto un casino, devo-"

Non rimase nella cucina a lungo prima che si precipitasse per le scale. Passi veloci echeggiarono dopo di lui mentre tuonava nel corridoio fino alla loro stanza, e aprì la porta.

Con sua sorpresa, la camera era vuota.

Il suo collo scattò sulla porta del bagno chiusa, sentendo l'acqua che veniva aperta, e Draco non credette che il suo cuore potesse fare più male di adesso.

Sapeva che stava piangendo quando lo faceva. Quando faceva scorrere l'acqua, camuffando i suoni dei suoi singhiozzi. Lo aveva sentito così tante volte prima ma nemmeno una volta era stata lui la causa mentre ora sì.

Draco non era mai stato chiaro con lei su ciò che aveva fatto prima di stare con lei. Glielo aveva chiesto una volta, ma lui non aveva risposto. Aveva semplicemente fatto scivolare la domanda, e non ci pensò più - eppure adesso era venuto a tormentarlo.

Amelie era stata onesta con lui, e lui no.

Le sue nocche sbatterono leggermente contro la porta, e catturò i piccoli, soffici suoni che faceva mentre piangeva nelle sue mani. Avrebbe dato la sua vita se fosse significato che lei non avrebbe pianto mai più.

"Amelie, ti prego," Draco supplicò, appoggiando la fronte contro il legno, "Mi dispiace, non so perché l'ha detto-"

Lei non disse niente.

E questo lo schiacciò.

Aveva detto che non le avrebbe mai fatto del male.

Le sue dita afferrarono il pomello della porta, il suo tono tenuto basso, pregando, "Amelie, ti prego, mi dispiace."

Ancora niente, nemmeno un suono dei suoi lamenti.

"Ti spiegherò, lo prometto, solo apri la porta," sentì un nodo crescere in fondo alla sua gola, ed era così spaventato, "Amelie, apri la porta, per favore."

Malfoy era terrorizzato. Non aveva mai fatto nulla con nessuno nei modi che faceva con lei. Nessuno in questa vita - nessuna vita avrebbe mai potuto essere paragonato con la ragazza dai capelli castani in cui lui aveva versato la sua anima, e solo questo piccolo pensiero di perderla lo distruggeva.

Aveva pensato molto in questi diciotto anni su questa terra, ma niente lo avrebbe ferito di più quanto ferire lei.

Stavano bene insieme, avevano la connessione più paradisiaca tra tutti, e lei si fidava ciecamente di lui - ma Draco sapeva anche quanto lei fosse fragile. Quanto per lei la fiducia fosse fragile e quanto potrebbe essere distrutta e frantumata in mille passi per un passo falso.

Amelie gli aveva dato già troppe possibilità. Malfoy lo sapeva.

"Ti prego, Amelie, solo apri la porta e lasciami spiegare," la stava pregando adesso, la sua voce rauca eppure disperata, "Amelie."

Sussultò, i suoi occhi penetrarono nella porta mentre il suo petto si muoveva rudemente per il colpo che sentì dall'interno, "Amelie-?" urlò di nuovo, sbattendo i palmi sulla porta, "Amelie per l'amor del cazzo, sei caduta?"

Sentendo il suo cuore battere nelle orecchie, fece un passo indietro, dando un calcio alla porta, "Sfonderò questa dannata porta se non-"

Un altro calcio nella porta, "Amelie, giuro-"

Indietreggiò ancora più lontano, scuotendo la testa e liberandosi dei pensieri viziosi che aveva. Ieri gli aveva detto che stava bene - eppure poteva sentire che qualcosa non andava, e non l'aveva spinta.

Anche se Draco capiva che da qualche parte in tutta la forza che Amelie aveva raccolto, era anche spaventato a morte che potesse ferirsi da sola di nuovo. Conosceva le cicatrici che le ricoprivano i polsi. Aveva visto i segni scavati nel suo interno coscia.

Draco sapeva che lei era capace di punirsi da sola se ne sentiva il bisogno, avrebbe anche premuto un coltello nel suo proprio petto, e quel pensiero lo tormentava. Lo seguiva ovunque andava, e ogni momento in cui lei era sola - non riusciva a non preoccuparsi.

Proprio mentre Draco stava per allungare la gamba e sfondare la porta - guardò il piccolo colore rosso diventare verde e la maniglia che veniva gentilmente tirata giù. Amelie aprì la porta mentre indietreggiava.

"Cos'era quello?" domandò Draco, appoggiando la spalla contro lo stipite della porta per recuperare il respiro, "Amelie, cosa hai-"

Guardando il pavimento, incollò lo sguardo sul casino delle bottiglie di shampoo e flaconi di sapone sparsi sulle mattonelle, e lui annuì lentamente alla vista.

"Mi dispiace," Draco deglutì, tornando su di lei, "Non ho realizzato-"

Sbuffando mentre si appoggiava col fondoschiena al lavandino, lei mormorò, "Smettila di scusarti, Draco, non hai niente di cui scusarti. Non hai fatto nulla di male."

Notò come lei si rifiutava di guardarlo. Nemmeno una volta i suoi occhi incontrarono i suoi, e poté sentire come gli stringeva il petto, e diminuire l'aria nei suoi polmoni.

"Invece sì," disse a bassa voce, "Ti ho ferito prima, e ho tutto per cui scusarmi-"

"No, invece. Io non sono..." una delle sue mani afferrò il suo polso mentre lui lo catturava subito, "Non sono arrabbiata o turbata solo-"

Non lo era.

Amelie non era agitata o interessata a quello che Theodore aveva detto di sotto. Era semplicemente diventata insicura, nervosamente incerta al pensiero di Draco che era qualcun'altra invece di lei - non lo aveva mai immaginato così prima.

Non aveva mai conosciuto la gelosia.

Adrian la tradiva costantemente, e lei veniva ferita, infatti, ma non era un'emozione simile a questa. Quando il suo ex ragazzo deceduto era infedele, lo imparava, lo assimilava e andava avanti.

Amelie lo faceva sempre. Lasciava che sentisse il dolore finché non ne restava più.

Svaniva come il tempo.

Ogni volta che lo beccava, che si imbatteva in lui, che lo sentiva, lasciava semplicemente andare lentamente quel pezzo di lei, un po' alla volta, ma questo non era niente del genere - questo era esasperante.

Questo le contorceva le interiora e il coraggio la abbandonava, ma non voleva ammetterlo. Non voleva essere la persona che avrebbe dubitato di lui, che avrebbe interrogato il ragazzo davanti a lei mentre lui avrebbe abbandonato tutto per lei.

"Che è successo?" piegò un sopracciglio, accigliandosi alla vista di lei che nascondeva il suo polso da lui, "Ti sei fatta male?"

Il suo battito aumentò, sentendo la sua pelle fumare.

Lei scosse la testa, negando quello che vedeva, e cercò di ignorare la sua domanda al meglio, "Sarò fuori tra un attimo, Draco."

"No," si accigliò, facendo un passo nel bagno mentre teneva lo sguardo sulla mano che stringeva la sua carne, e notò il sangue che usciva dalle sue dita, "Amelie, cosa ti sei fatta?"

Tenendo la sua voce bassa, leggiadra, cercò di posare una mano sulla sua, ma lei si ritrasse.

"Amelie, per favore-" sussurrò Draco, tutto il suo corpo fece male per il modo in cui lei si stava comportando adesso, "Non tagliarmi fuori."

"Io non-" i suoi occhi vacillarono ansiosamente, "Non stavo - solo,"

"Allora fammi vedere. Stai sanguinando, fammi vedere-" riprovò, il suo viso di pietra e senza emozioni. Si sentiva male, "Per favore, fammi vedere, e andrò... Voglio solo che non ti fai male."

Amelie rimase congelata davanti a lui. I suoi occhi chiusi mentre prendeva un respiro profondo, e lasciò la sua mano scivolare via dal suo polso, rivelando la ferita che le strappava la pelle.

Vedendo come le sue pupille si oscuravano e la sua mascella si stringeva, lo coprì di nuovo velocemente. Ora la fissava disperatamente, "L'hai fatto tu?" chiese severamente, "Amelie, ti sei fatta del male-"

"No. Non lo farei," mormorò, la sua testa inclinata all'indietro per guardarlo, e per la prima volta da quando era entrato nel bagno, incontrò il suo sguardo infelice, "Stavo chiudendo l'acqua, e sono scivolata, così..."

Ruotando la testa, Draco vide di nuovo il disastro di bottiglie e flaconi sul pavimento, e sentì come se un peso si fosse tolto dal suo petto. Poteva respirare.

"Lascia che ti aiuti-" sussurrò, così vicino a lei che lei poteva sentire i suoi ansimi caldi che soffiavano sulla sua spalla.

Scuotendo la testa, i capelli che ondeggiavano intorno a lei, abbassò il mento, guardando il pavimento, "Va tutto bene, chiederò a Teddy-"

"Amelie," disse, più forte questa volta, con più potere nel tono, "Sono proprio qui, e posso aiutarti."

Uno sguardo esitante si posò su di lei ma si spense mentre vedeva quanto fosse disperato di aiutarla. Quanto si sentisse in colpa per questo.

Annuì gentilmente e lui si piegò, spalmando le mani sotto le sue cosce, sollevandola così che si sedesse sul bancone. Si mise tra le sue gambe e indugiò, solo per un secondo, guardando la sua camicia da notte alzata sopra il suo fianco.

Gemette, senza dire una parola nella sua bocca, e prese il suo palmo nella sua grande mano, "Fa male?" mormorò, afferrando un asciugamano mentre lo bagnava, strofinandolo sulla sua pelle per raccogliere il sangue perso, "Devi dirmi se ti fa male."

"Non fa male," Amelie gemette leggermente, "Va tutto bene."

Draco usò lenti, gentili movimenti mentre puliva la sua ferita, stando perfettamente tra le sue gambe, e non riuscì a non alzare lo sguardo su di lei di tanto in tanto.

Analizzando ogni pezzo di lei mentre sedeva lì, la seta color crema strisciava su di lei, le sue ciocche castane ondulate che le incorniciavano il viso.

Le sue ciglia che combattevano l'angolo contorto dei suoi occhi, le labbra schiuse, la sua pelle arrossata. Non poteva smettere di guardarla.

"Riguardo a-" si schiarì la gola con imbarazzo e lei alzò la testa, guardandolo mentre lui stava già osservando, "Prima, fuori in giardino-"

"Draco-" sbuffò un sospiro, scuotendo la testa e le sue gambe si tesero leggermente intorno ai suoi fianchi, "Non dobbiamo parlarne, non mi importa-"

"Se tu-" la interruppe, prendendo il sapone, versandone una goccia sull'asciugamano, "Non era giusto per te, sentirlo in quel modo - Nott non aveva il diritto di dire quello che ha detto."

Malfoy tenne ferma la mano intorno al suo polso. Le bolle fondate dall'asciugamano mentre ricominciava a detergere la sua pelle, "Ma dato che l'ha fatto, potrei spiegartelo..."

Amelie sbatté velocemente le palpebre mentre lo fissava.

"Una volta c'era stata una festa dopo che avevamo vinto la partita di quidditch, ed ero ubriaco. Non riesco nemmeno a ricordare con chi-" le sue guance bruciarono, stringendo i denti per l'imbarazzo per aver trattato male quella ragazza, "Fu la mia prima...volta, e non sono stato con nessuno dopo quello."

Annuendo, con comprensione, Amelie tenne le labbra premute, ansimando in silenzio alla sensazione del sapone mischiato col suo sangue, "Capisco."

"Avrei dovuto dirtelo quando l'hai chiesto. Solo-" fece cadere a terra l'asciugamano, il suo viso pieno di agonia, "Mi vergognavo per come sono stato con lei, eravamo entrambi ubriachi, e non riesco nemmeno a ricordare chi era-"

"Draco-" Amelie mosse leggermente i fianchi per avvicinarsi a lui, e il sollievo che sentì la inondò, "Non devi-"

Posando la mano sulla sua vita invece, la aiutò ad avvicinarsi, premendo il suo corpo nel suo, "Lo so. Mi sento orribile, ecco perché e non volevo che pensassi che ti avrei mi trattata così."

"Dimenticando la nostra volta insieme?" Amelie curvò timidamente il labbro, sentendo un sorriso agli angoli, "L'hai fatto? Sono stata via per molto tempo."

Lasciando che la sua lingua accarezzasse il suo labbro inferiore, si morse l'interno guancia dopo averla studiata, "Sei pazza?" mormorò, "Come potrei mai scordarmi le volte con te? Tu sei indimenticabile."

Il suo cuore batteva furiosamente nel suo petto mentre sorrideva lievemente, "Sei sicuro che non ci sono altre...ragazze?"

Draco alzò un sopracciglio, "Altre ragazze?"

Roteando gli occhi con scherno sbuffò a bassa voce, "Sì, Draco, altre ragazze che puoi aver dimenticato?"

Le ciocche bionde dei suoi capelli erano cadute sulle sue sopracciglia, e lei non poté non notare quanto si fossero già allungate, come quasi si arricciavano dietro il suo collo, eppure erano morbidi come se li ricordava.

Draco grugnì irritantemente mentre tendeva le dita sul suo fianco, "No, non ci sono altre ragazze. Non c'è mai stato nessuno tranne te che vale la pena ricordare."

"Sei..." Amelie esitò di nuovo, dubitando se la domanda meritasse e se voleva davvero una risposta per quello che stava per chiedere, "Sei stato con qualcuno dopo che noi..."

Ora la guardava.

"Dopo che abbiamo avuto la nostra volta insieme prima che andassi via?" sputò fuori schiettamente, spaventata di inciampare nelle sue stesse parole e sembrare dubbiosa, "O dopo che sono tornata, perché so che non ero me stessa quando sono tornata, e non ti biasimerei-"

Amelie parlò semplicemente senza sosta, "Non ti biasimerò se hai visto qualcun altro. Hai dei bisogni, ed erano passati mesi, e non potrei fartene una colpa-"

Draco la baciò, inaspettatamente e le sue ciglia sbatterono con sorpresa.

Lui ridacchiò nella sua bocca, "Sta zitta, d'accordo?" sorridendo mentre si staccava, guardando il suo viso sconcertato, "Amelie, come potresti anche-"

"Perché tutto hanno dei bisogni, giusto? E tu-" venne interrotta di nuovo dalle sue labbra, attaccate alle sue.

"E io ho te," disse sinceramente, "Ho te, e non mi servirà mai qualcun altro, non importa quanto tempo passa."

Unendo le sopracciglia, tristemente, si piegò indietro, "Nemmeno quando ero via?"

"Nemmeno quando eri via," ansimò, catturando di nuovo le sue labbra, "Come potrei mai voler stare con qualcun altro dopo che ho potuto sentirti? Quando ti ho?"

"Draco..." Amelie mosse le labbra insieme alle sue, ricambiando gentilmente il bacio, "Sono seria."

Recuperando il respiro, lui inclinò la testa, fissando delicatamente la ragazza di cui non avrebbe mai avuto abbastanza, "Anche io," disse severamente, "Non sono stato con nessun'altro per due anni. Un anno prima, ero con te. Non è così per me. Non desidero..."

Si fermò, abbassando lo sguardo dove i loro corpi si incontravano, notando le sue dita che si intrecciavano, "Non ho bisogno dell'attenzione di altre persone così.  Non sono stato con qualcun altro come sono stato con te, Amelie. Quella volta era...inutile, e me ne pento-"

"No!" lei scosse la testa, i suoi capelli che danzavano intorno a lei mentre un manto pieno di rimorsi si posava su di lei, "Non volevo che ti spiegassi così, anche io sono stata con qualcun altro, e mi dispiace se ti ho fatto sentire-"

"No," ringhiò Draco, la sua mascella digrignata rudemente, i suoi muscoli tesi contro i suoi, "Non ricordarmi che lui ti ha avuto prima di me."

Piegando la testa mentre imprecava, "Non voglio mai più pensare a lui che stava con te, in qualsiasi modo. Tu sei mia e questo-" la avvicinò, prendendo a coppa la sua mascella. Il suo pollice formò dei cerchi sulla sua guancia mentre lei inclinava la testa sulla sua mano.

"Sei mia, Amelie. Tutto di te è mio."

Un colore roseo roteò sulle sue guance, e avvolse le braccia intorno al suo collo, piegando il petto sul suo, "Lo sono... grazie per avermelo detto," Amelie strofinò il naso contro il suo, "E grazie per aver pulito..."

Ritirò il braccio, alzandolo tra di loro mentre osservava il taglio nella sua pelle, "Questo."

Draco avvolse le braccia intorno alla sua vita, alzandola sulle sue labbra, e la baciò gentilmente, "Piacere mio," disse, prima di inclinare il collo, guardandola di nuovo, "Ma ora che sono stato onesto con te - tu devi essere onesta con me."

Occhi sgranati mentre lo guardava sospettosamente, "Su cosa?"

"Tua madre," disse, e poté sentire il suo corpo congelare nella sua presa, "So che ti ha turbato ieri, e non volevo spingerti oltre, ma voglio che tu mi dica cosa sta succedendo."

Le sue labbra si schiusero, rilasciando un sospiro debole, e il consenso dominò dentro di lei.

Amelie sapeva di non poterlo tenere nascosto al biondo. Non poteva mentire o tenerlo all'oscuro su una questione severa come questa. Aveva bisogno di lui - di farlo, di essere la migliore e la più sicura versione di lei, sapeva di aver bisogno di Draco al suo fianco. Non c'era altra via d'uscita.

Era con lui o non andare affatto.

"Ho trovato un indirizzo. Credo che appartiene a mia madre e io-" distolse lo sguardo, sentendo il suo sguardo fisso su di lei incendiare la sua anima, "Io voglio andare lì."

"No."

Fu tutto quello che disse prima di staccarsi dalla presa in cui lei lo teneva, e si voltò, uscendo dal bagno.

Amelie deglutì con shock mentre saltava giù, seguendolo, "Draco-"

"Ho detto no," marciò verso la sua poltrona, atterrando con forza. Una gamba riposava sull'altra mentre afferrava il libro sul tavolo accanto a lui, e la ignorò semplicemente.

Espirando, frustrantemente, lei scosse la testa, incrociando le braccia al petto, e rimase lì, fissandolo con disappunto per dei minuti.

"Beh, disse, zittendosi dopo mentre camminava verso il loro armadio, spalancando le ante, e prese un vestito, "Non devo ascoltarti."

Draco sbuffò sarcasticamente alle sue parole mentre teneva lo sguardo basso sulle pagine del suo libro, "Sì? Lo vedremo."

"Immagino di sì," scattò Amelie, togliendosi la camicia da notte dalla testa prima di posarla sulla sedia della scrivania. Scomparve nel bagno per lunghi momenti, e Draco non riuscì a non a spiare la sua schiena nuda mentre lo faceva.

Si spostò un po' nella sua posizione per la sua pelle esposta, ma cercò di non cedere mentre sentiva l'acqua che veniva aperta e il suo silenzioso canticchiare mentre si faceva la doccia.

Cosa avrebbe fatto per unirsi a lei nel bagno.

Amelie chiuse l'acqua, asciugandosi prima di vestirsi, e uscì dal bagno verso la porta.

Draco alzò la testa, alzando un sopracciglio mentre lo sorpassava, e nel secondo in cui vide il vestito che stava indossando, le scarpe, e una felpa per legare tutto, impazzì.

"No, Amelie-" volò dalla sua posizione seduta, e la bloccò dall'uscire, "Dove credi di andare?"

Incrociando le braccia, stringendo gli occhi nei suoi, contrattaccò, "A vedere mia madre, quindi se puoi scusarmi-" mormorò, cercando di sorpassarlo, ma Draco la afferrò semplicemente per la vita, riportandola davanti a lui, "Draco, smettila-"

"O cosa?" la prese in giro. Uno sguardo divertito si posò sul biondo mentre l'angolo della sua bocca si piegava, "Cosa farai, eh? Mi sorpasserai? Ti smaterializzerai? Credo che abbiamo confermato che posso trovarti ovunque-"

Amelie lo guardò cupamente, "Oh? Adesso puoi? Beh, mi chiedo dov'eri quei tre mesi-"

"Amelie, cazzo-" strinse, realizzando quello che aveva detto, e la lasciò andare, facendo un passo indietro mentre distoglieva lo sguardo da lei. Imbarazzato per averla delusa così tante volte e non era nemmeno mezzogiorno, "Io non-"

Anche lei distolse lo sguardo, il suo tono arioso mentre cercava di nascondere che le sue parole l'avevano confusa, "No, allora non andare lì," finì, abbassò lo sguardo, "Draco, solo-"

Prolungando il silenzio Draco studiò lei e quanto la infastidiva, sentendo come se lei non avesse voce in capitolo per decidere se andare a trovare sua madre o no - Draco cedette.

"Fammi preparare, e ne parleremo con Theodore," mormorò, spiacevolmente ma presto le pupille scure brillarono mentre guardava il suo viso cambiare in anticipo,

"No-" avvertì, "Non agitarti già troppo, non prometto niente. Vedremo cosa dirà Nott, e andremo da lì."

____

"Sì, totalmente," Theodore si piegò all'indietro sulla sedia, passandosi entrambe le mani sui suoi capelli spettinati, "Non vedo perché no. È stata quasi uccisa già due volte, quindi perché non farne tre-"

Draco sbuffò, sapendo che il ragazzo stava dicendo la verità, eppure non apprezzava il tono che aveva usato con lei, "Controlla la tua stupida bocca," sibilò rabbiosamente, "Tu sei andato con lei, non osare incolpare lei."

Theodore non sembrava troppo infastidito mentre roteava il collo, fissando con provocazione il biondo, "Beh, se lei vuole farlo, allora lasciaglielo fare."

Strinse il poggiabraccio della sedia e grugnì, "È così allora? Vuoi due decidete questo, e io devo sistemare?"

"Sì-" dissero entrambi i migliori amici in sincronia mentre i loro colli guizzavano per guardarsi.

"Che cazzo-" Draco sospirò, roteando gli occhi mentre la sua pelle fumava dalla furia, "Può essere ferita, spero tu lo sappia."

"Molto bene," Theodore si inclinò in avanti, i suoi gomiti contro il legno, e il suo mento appoggiato sul palmo, "Ma prova a discutere con lei. Ti farà fare qualsiasi cosa."

Amelie sbatté velocemente le palpebre mentre restava calma nel suo proprio posto, svanendo un po' nel suo proprio mondo mentre i due ragazzi bisticciavano. Pianificando uno schema nella sua testa nel caso non la lasciassero andare, come lo avrebbe fatto da sola.

Venne buttata fuori dai suoi pensieri da Malfoy, che afferrò la sua sedia e la trascinò, girandola così che potesse guardarlo.

Si inginocchiò davanti a lei, le sue mani sulla sua mascella, "Non farlo. Lascia andare me, e lo aggiusterò. Cercherò quella casa per te, ma non posso-"

La sua voce scivolò, facendo un suono acuto mentre contrastava il suo tono rauco, "Non posso rischiare che vieni di nuovo ferita. Non posso-"

Tracciando le punte delle sue dita sulla sua pelle grigiastra, le sue mani si posarono al lato della sua testa e il suo pollice accarezzò la parte sotto il suo occhio, "Sei stanco..." sussurrò, sporgendosi in avanti, "Sei tanto stanco, Draco..."

I suoi occhi guizzarono sui cerchi violacei, "Come me, e voglio solo che questo finisca. Voglio trovarla, sapere se sta bene, e poi voglio riposarmi con te."

Malfoy lasciò che la sua testa riposasse sulla sua mano, muovendo le mani fino alle sue gambe, e si piegò sul suo grembo, posando la testa sul suo stomaco, "Non posso più farlo," disse piano, "Non posso vederti ferita."

Amelie portò le mani intorno alla sua testa e lo abbracciò, "Lo so, Draco. Lo so, ma devo farlo..." anche lei stava sussurrando, "Lasciamelo fare così che poi possiamo riposare, d'accordo?"

Seppellendo la testa nel suo grembo, Draco annuì rigidamente. Non voleva farlo. Non una volta aveva accordato, ma il pensiero che tutto questo finisse - di avere finalmente la pace che meritava con la sua Amelie era più che allettante.

"Solo un'altra volta," affermò, piegando il collo e guardandola, "Lo farò, solo un'altra volta e poi-"

"Lo so," le sue mani intorno alla sua testa lo portarono di nuovo più vicino, tenendolo fermo, "Lo so, Draco, anche io..."

"Beh, quando ti sei messo in ginocchio, ho pensato che questo andasse in una direzione totalmente opposta," Theodore ghignò accanto a loro mentre sia Amelie che Draco sbuffavano, roteando gli occhi contro il moro, "Cosa c'è? Sembrava-"

"E tu sembri un maledetto idiota. Ti chiamo così tutto il tempo?" Draco ribatté, spingendosi via dal pavimento mentre trascinava Amelie con lui.

"In realtà-" Theodore cominciò ad accigliarsi e sbatté i palmi contro il tavolo, "Lo fai."

"Io non-"

"Sì, mi chiami così almeno una volta al giorno-"

"Oh vaffanculo, io non-"

Amelie scosse la testa, roteando gli occhi mentre li sorpassava, e alzò la mano in aria, porta per smaterializzarsi all'indirizzo menzionato, non troppo lontano da dove erano già stati.

"Voi due venite o...?" inclinò la testa mentre loro si zittivano, guardandosi l'un l'altro, e la mano di Theodore avvolgeva la sua vita, tenendola vicina.

"Puoi non farlo?" Draco strinse la mascella alla vista di lui, che abbracciava Amelie per la vita così vicino, "Non è necessario-"

"Oh per l'amor di Dio, Malfoy, è la mia migliore amica-"

"Esattamente, lasciala andare-

"Basta!" gridò Amelie in un mezzo sussurro. Il suo sguardo penetrava dentro di loro mentre schioccava la bacchetta, smaterializzandoli dove credeva che fosse sua madre.

La luce morbida e accogliente che li abbracciava al maniero cambiò rapidamente in oscurità, e la brezza che soffiava intorno a loro, si rinfrescò.

Rimasero sul terreno ghiaioso, le sue scarpe affondavano nei piccoli sassolini mentre si guardava intorno con paura e Amelie vide quasi subito la casa caduta.

Era stata attaccata e cadeva debolmente in rovina, mattoni sparsi nel cortile, e i mobili che erano stati bruciati era stati lanciati in giro.

Ciò che sembrava essere una enorme, bellissima casa ora era disordinata - non una cosa in ordine mentre lei iniziava a fare dei passi tremanti più vicino verso il cancello rotto. La polvere allagava intorno a loro, svolazzando nel vento.

Draco la riportò indietro, afferrandola per la spalla mentre lei era costretta a voltarsi per affrontarlo, "Non ti lascio andare per prima," disse aspramente e lei poté sentire Theodore dietro di lei mugugnare in accordo, "Fammi guardare, e poi tu-"

Amelie non si preoccupò di ascoltare mentre finiva quello che voleva dire. Tirò semplicemente via la presa in cui la teneva mentre, con passi incessanti, camminava verso il cancello.

Con sorpresa, Draco rimase a bocca aperta nello shock per come si stava comportando ma con una pacca sulla schiena da parte del moro, invece si accigliò.

"Te l'ho detto che è testarda," Theodore si scusò, marciando dietro la ragazza mentre Malfoy buttava la testa all'indietro, ringhiando nella sua bocca. Non era mai stato con due persone così imprudenti come loro.

Amelie aprì il cancello rumoroso, e camminò con esitazione nella proprietà. Il terreno fumava intorno a lei e la casa davanti cadeva, puzzando di ciò che era stato lasciato sul tetto.

"Attenzione-" mormorò Theodore, afferrandole il braccio e tirandola di lato, impedendo che lei inciampasse sui resti dei mobili davanti a loro.

Amelie forzò un sorriso e continuò ad entrare, le travi del pavimento producevano rumori sordi mentre camminava su di esse, "Hanno distrutto tutto..." sussurrò a se stessa, "Credi che mia madre l'abbia fatto prima di andarsene o credi che i mangiamorte abbiano trovato-"

Qualcosa catturò il suo occhio, una cornice intoccata nel centro dell'ambiente caotico, e fu quasi avvolta da quella vista.

La sua gonna svolazzava nel vento. I brividi trafiggevano la sua pelle mentre si accovacciava, solo per, un secondo dopo, essere trascinata su dalla mano di Draco, che la prese rudemente per il braccio.

"Non toccare niente cazzo," sibilò, assicurandosi che lei stesse ferma prima di puntare la bacchetta contro la cornice dorata, e, con una regolazione verso di essa - la alzò magicamente in aria.

"Può essere maledetto, Amelie," mormorò amaramente mentre la studiava, chiudendo gli occhi e leggendo se fosse stato stregato, "Ecco, è pulito."

La fece cadere, proprio sulle mani tremanti di Amelie, e si mosse per stare dietro di lei. Il suo petto premuto contro la sua schiena, guardando oltre la sua spalla, "Quella non è-"

Ansimando, abbasso la fotografia, e si voltò, "È..." le sue sopracciglia unite, una curva sulla sua bocca mentre ci pensava.

La capanna.

Per tutto il tempo, era stata la capanna.

Non ci aveva semplicemente mai pensato. Non le era venuto in mente nemmeno una volta che la cabina, nascosta nelle profondità della foresta - potesse essere il posto dove lei si stava nascondendo.

Che fosse andata lì per cercare protezione quando i mangiamorte vennero per cercarla.

Raddrizzò la schiena, e gettò la testa all'indietro, "Ha senso adesso..." sussurrò mentre Draco le stava vicino, la sua camicia nera tesa intorno alle sue spalle, "Deve essere lì, vero?"

"Amelie, io non-" Malfoy esitò, solo per un secondo, guardando la luce nei suoi occhi, "Non lo so."

"C'è solo un modo per scoprirlo, no?" Theodore camminò al loro fianco, il suo viso freddo, non divertito per il fatto di incontrare sua madre, "Dobbiamo vederlo con i nostri occhi."

Theo non perse tempo con la verità di aver bisogno di smaterializzarsi, e fu veloce ad alzare la bacchetta, allungando il gomito perché lei lo prendesse sotto braccio - lei lo fece, con le dita intrecciate con quelle di Draco.

I suoi occhi guizzarono per guardare il biondo, e lui, come sempre, la stava già guardando, studiandola al massimo mentre la tirava più vicino, "Sei sicura?" chiese, suonando severo.

Fece un cenno del capo, e Theodore schioccò la bacchetta, facendoli passare per la realtà finché non furono circondati da una strada di alberi.

La foresta intorno a loro era verde per quanto il suo occhio potesse catturare, e il piccolo sentiero quasi invaso dalla vegetazione che conduceva alla capanna le intrappolò i sensi.

Sembrava davvero strano per lei - tornare dove non era stata per mesi e tutto era cambiato da quando aveva abbandonato la piccola casa.

"Amelie," Theo scostò una ciocca ondulata dalla sua guancia, vedendo quanto sembrasse spaventata, quanto sembrasse debole, "Non dobbiamo farlo oggi. Va più che bene aspettare finché non sei pronta."

Lei strinse la mascella. L'aria silenziosa intorno a loro soffiava, e si impegnò per capire cosa significava. Cosa significava tutto questo alla fine - tutti i tipi di pericolo in cui Theodore e Draco sarebbero se sua madre, la quale credeva fosse morta sette anni prima, fosse infatti viva.

Non sarebbe più stata un'orribile storia della buonanotte per lei. Sarebbe reale, non discutibile. Non poteva giocare con la propria mente e riorganizzarla come voleva.

Tutto sarebbe cambiato.

"Sono-" deglutì abbondantemente, "Sono pronta."

Eppure, tremava. Draco lo notò, ma pensava anche che questa era una cosa che doveva fare. Non poteva evitarlo ancora a lungo. Era passato quasi un anno da quando aveva saputo la verità su sua madre, e non era mai stata così vicina.

"Noi siamo qui," disse Malfoy con empatia, "Saremo proprio qui."

Lei annuì mentre si voltava lentamente, le sue dita afferrarono l'orlo della sua felpa, tenuta sopra il vestito, e camminò con insicurezza per il sentiero. I suoi passi erano deboli, le sue ginocchia quasi cedevano sotto di lei mentre vedeva la fine degli alberi.

Amelie prese un respiro, raccogliendo tutto quello rimasto dentro di lei mentre camminava sotto il sole, e i suoi occhi caddero sulla capanna. Il calore misto con una sensazione pungente la lacerava dentro mentre camminava in avanti, sull'erba alta.

Dei movimenti catturarono la sua attenzione, e si fermò. Il suo petto si strinse mentre realizzava cosa stava vedendo.

Un'altalena appesa dall'albero su cui era solita sedere e leggere.

Ma non fu l'altalena stessa a causarle dei dubbi. Fu il bambino, il bambino dai capelli castani che giocava con essa, a farla fermare.

Era come se lo riconosceva - come se stesse vedendo qualcuno che aveva guardato così tante volte prima. Sembrava proprio come lei.

Il vento la afferrò, e i suoi capelli svolazzarono intorno a lei finché non li prese, portandoli dietro le orecchie solo per vedere che il bambino era immobile a fissare proprio  lei.

Amelie non osò muovere un muscolo, e i pensieri spaventosi cominciarono a annuvolarle la mente. Il suo battito del cuore raggiunsero le sue orecchie, e le sue dita diventarono insensibili.

Il bambino, che non sembrava essere un giorno più grande dei suoi sette anni, si avvicinò lentamente a lei.

Se non lo conoscesse meglio - sarebbe presa dal panico.

Amelie sarebbe scappata via, si sarebbe nascosta da qualche parte e sarebbe stata in una costante lotta di negazione, ma non sapeva farlo adesso.

Cadde semplicemente in ginocchio mentre lui si avvicinava a lei. Le sue guance erano rosee, e la sua pelle arrossata. Le lentiggini coprivano il suo naso e i suoi capelli erano una replica dei riccioli disordinati di Theodore.

Il bambino non si fermò finché non si fermò a un passo da lei, e i suoi occhi brillarono leggermente mentre guardava Amelie, inclinando un po' la testa, studiando la ragazza mentre rimanevano in silenzio, solo guardandosi.

Tante emozioni si increspavano selvaggiamente dentro di lei.

Come se lo conoscesse già.

"Io sono-" si schiarì la gola, ancora con un ginocchio affondato  nell'erba, il suo labbro inferiore tremava. Era veramente la sua copia, "Il mio nome è-"

"Amelie," lui disse, e una curva timida crebbe sulle sue labbra, incrociando nervosamente le braccia, "Lo so."

Ridacchiò mentre lei teneva uno sguardo terrorizzato. La sua pelle perse colore, ed era come se le sue ossa si stessero sgretolando, fino alla polvere, "La mamma mi ha detto che saresti stata qui, prima o poi."

Lei annuì dubbiosamente mentre si piegava verso la capanna, il suo sguardo non lasciò mai il bambino, "La tua mamma," ci fu una dolorosa pausa mentre parlava, "È qui?"

Il bambino scosse la testa mentre i riccioli volavano intorno a loro prima di annuire invece, "Ha detto di non dire agli sconosciuto se è a casa." contorse leggermente il suo corpo e sembrava timido.

"Ha fatto bene," la sua voce gentile e dolce, "Non dovresti mai dire niente agli sconosciuti."

"Ma tu non sei una sconosciuta, vero?" ridacchiò, avvicinandosi a lei, "Tu sei Amelie."

"Sì-"

"Amelie?"

Il suo corpo si congelò.

Il suo respiro si bloccò mentre i suoi polmoni si riempivano difficilmente d'aria.

Uno sguardo spettrale si posò su di lei mentre fissava il bambino, sorprendentemente alla voce che parlava dietro di lui.

"Amelie, sei tu?"

Impiegò tutta se stessa per alzare il mento, staccando lo sguardo dal bambino davanti a lei mentre invece guardava la donna in piedi sul portico.

"Madre?"

____

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