Capitolo 16
Il viaggio in auto lo passo prevalentemente a guardare fuori dal finestrino mentre Mila e Ben cantano a squarciagola vecchi successi degli anni 80.
Fra una canzone e l'altra mi hanno detto la nostra meta ovvero la cittadina di Kiskill, che non ho mai sentito nominare ma che pare avere una buona nomea in fatto di shopping.
Almeno a sentire Mila.
Comunque sia, il tragitto è breve e ci porta via poco più di tre quarti d'ora. La ragazza parcheggia il pistacchio a quattro ruote alle porte della piccola città perché, mi spiega, che vi sono un sacco di sensi unici e più di una volta è stata multata.
Io arriccio le labbra in quello che spero essere un sorriso comprensivo e annuisco con la testa.
Dopotutto camminare un po' non mi dispiace affatto.
Ci siamo fermati accanto a un minimarket frequentato da vecchietti che ora ci stanno fissando come se fossimo gli animali di uno zoo.
《Ma è normale che ci guardino così?》domando a Benjamin, con voce bassa.
《Sì, sì. Essendo la città più vicina al college, molti studenti vengono qui a fare shopping e i cittadini li amano e li odiano in ugual misura》risponde lui, senza curarsi di abbassare il tono di voce.
Mila, dal canto suo, non si interessa minimamente alla nostra discussione: recupera una borsa fucsia con inserti verdi e chiude l'auto. Dopodiché si volta verso di noi con un sorriso enorme in volto.
《Allora? Andiamo?》E si mette in cammino senza attendere la nostra risposta.
Ben ridacchia e le si affianca subito mentre io sospiro e rimango qualche passo indietro. Mentre loro due chiacchierano di gente che non conosco, io ne approfitto per dare un'occhiata alla cittadina. Kiskill è carina e tranquilla, nonostante vi sia più di un gruppo di studenti a zonzo per le strade.
Pare che molti abbiano avuto la stessa idea di Mila.
Abbandonato il minimarket, seguiamo il marciapiede fino a un semaforo e, dopo aver attraversato, svoltiamo a sinistra in quella che Mila chiama "la via del caffè".
Suppongo perché ci sono un sacco di bar.
《Eccoci arrivati》 annuncia Ben, spalancando le braccia in un gesto plateale che attira gli sguardi di alcuni passanti.
Mila non se ne cura mentre io arrossisco lievemente e cerco di mimetizzarmi col panorama. Odio stare al centro dell'attenzione.
《Devi sapere, amico, che questo è l'unico bar con libreria incorporata》aggiunge il ragazzo, tirando su e giù le sopracciglia in un gesto comico.
Sbatto le palpebre un paio di volte e rivoglio lo sguardo all'insegna a forma di libro che capeggia sulla facciata dell'edificio.
《Dato che hai sempre un libro in mano abbiamo pensato di venire qui 》afferma Mila con un sorriso 《anche se poi andremo a fare shopping. Non te lo scordare!》
Mi scappa una risatina nel rendermi conto che hanno scelto questo locale per me. Nonostante io fossi scostante e sgarbato il più delle volte, loro avevano deciso di prendere un caffè al Bar Lovat soltanto perché io adoro leggere.
《Ragazzi... io...》balbetto senza sapere cosa dire.
Vorrei ringraziarli, ma sembrerebbe sdolcinato quindi chiudo la bocca, annuisco con un cenno del capo e spalanco la porta a vetri del bar.
Il locale è davvero molto bello. A sinistra vi è un'area con poltroncine e divanetti mentre a destra vi sono tavolini e sedie come in ogni bar. Il bancone è moderno e lucido con una fila di sgabelli in metallo quasi tutti occupati.
In fondo al locale scorgo una scala a chiocciola rossa che mi incuriosisce parecchio.
《Andiamo a sederci sul divano》suggerisce Mila e subito mi sento strattonare per un braccio.
La ragazza ha preso me e Ben sottobraccio e ci sta trascinando dove vuole come se fossimo dei bambolotti.
La cosa dovrebbe irritarmi, però mi fa solo sorridere.
《Ecco qua》 sospira non appena ci sediamo su un divanetto bordeaux a tre posti.
Davanti a noi un tavolino ovale in vetro e legno con un paio di menù plastificati e un vasetto con due garofani rossi.
Mila è seduta fra me e Ben. Recupera i menù e ce li mette in mano con un gesto deciso.
《Decidete cosa volete. Alla svelta perché ho un calo di zuccheri 》ci ordina con aria minacciosa.
《Sissignora》mugugna Benjamin, abbassando lo sguardo sulla carta delle vivande.
Lo imito e mi perdo fra i mille e più tipi di caffè e dolcetti che il bar offre.
《Buongiorno. Benvenuti al Bar Lovat. Avete deciso oppure volete qualche altro minuto?》Una voce bassa e delicata interrompe il mio esame accurato del menù.
Alzo gli occhi e mi ritrovo davanti una ragazza con due codini neri che le donano un'aria sbarazzina e il grembiule nero col logo del locale.
《Allora, per me un caffè freddo alla vaniglia e un croissant al cioccolato》risponde subito Ben per poi guardare Mila.
《Per me una crema al caffè e una fetta di crostata.》
E dopo tutti si rivolgono a me, che arrossisco fino alla punta dei capelli.
《Oh, ehm... un caffè nero e... un brownies》dico con difficoltà, spiando il menù con la coda dell'occhio.
《Perfetto!》esclama la cameriera con un sorriso radioso 《fra qualche minuto vi porto tutto.》
《Allora, ti piace?》mi domanda Mila, facendomi l'occhiolino.
《È fantastico》affermo con sincerità 《vi ringrazio per avermi portato qua.》
《Sei nostro amico. E tutti i nostri amici devono passare per il Lovat prima o poi》sentenzia Benjamin, facendoci ridere.
Tutti i miei buoni propositi stanno andando lentamente alla deriva. Non volevo rimanere invischiato nella vita del college e mi ritrovo con una tutor straordinaria e misteriosa, un coinquilino che sopporta tutte le mie fobie e una ragazza solare e coinvolgente.
Ho promesso a me stesso di non affezionarmi più a nessuno.
Eppure loro tre si stanno facendo strada nella mia vita e nel mio cuore.
Ogni giorno che passo con loro mi sento sempre più legato e sprofondo in una dolce quiete chiamata amicizia. D'altro canto so quanto possa far male perdere tutto e non voglio ripetere l'esperienza: la mia anima non lo sopporterebbe.
L'arrivo delle nostre ordinazioni interrompe il flusso dei miei pensieri. Meno male perché stavo diventando malinconico e non vorrei rovinare la giornata a Ben e Mila.
《Allora, come va con la tua tutor?》
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