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Capitolo 1

<<Tesoro, sveglia sono già le otto! Siamo in ritardo!>> dice mia mamma un po' agitata. Le piace pianificare sempre tutto. E d'altronde anch'io sono fatto così. Mi alzo dal letto e fisso la valigia già pronta. Ma io sono pronto ad abbandonare la mia vecchia vita ? Vado a sciacquarmi la faccia, scrollandomi di dosso un po' di tensione. Torno in camera mia e apro l'armadio. Ormai è quasi vuoto: solo qualche tuta che ho deciso di lasciare qui e i vestiti per oggi stirati e ben ripiegati.Avevo già programmato di indossare pantaloni color cachi, una polo bianca e un cardigan abbinato. Indosso i vestiti. Odio i miei capelli la mattina,sono sparati da tutte le parti. Per questo preferisco tirarli indietro. Prendo il gel e li fisso,lasciando però la riga al centro. Mi siedo sul letto e infilo i mocassini marroni. Pronto. Scendo di sotto portando con me la valigia che lascio all'ingresso. Appesa alla parete dell'ingresso di casa vi è una mia foto. Avevo ricevuto un attestato per avere vinto una gara di matematica alle medie. Mi è sempre piaciuta la matematica. Sono iscritto, infatti, al primo anno di ingegneria all'università di Milano. Raggiungo la cucina e mi siedo al solito posto, anche se da ora diventerà il mio "vecchio"posto. Chissà quando rifarò colazione con i miei. Questa sarà l'ultima in questa casa. Almeno per il momento.Tutto sta per cambiare. Già mi manca l'apprensione di mio padre e l'affetto di mia madre. Finisco di fare colazione. <<Ti aspettiamo in macchina>> dice mio padre, dandomi una pacca sulla spalla. Mi ha lasciato un po' indolenzito, non vado in palestra da più di un anno ormai. Sono sempre stato impegnato a studiare o giocare alla play con Guido. Raggiungo la porta di ingresso e riguardo la mia casa cercando di fissarne nella mia memoria ogni minino dettaglio. Forse sono un po' esagerato ma non sono mai stato via per tanto tempo. E ora starò via per sempre. Chiudo la porta e cerco di non pensare al peggio. Salgo in macchina e per tutto il tragitto, da casa fino all'aeroporto, guardo fuori dal finestrino per non scordarmi niente di questa città. Il volo è previsto per l'una, ma all'aeroporto di Catania c'è sempre confusone. Sarò a Milano, se tutto va bene, alle 2 e mezza. I miei genitori si ostinavano ad accompagnarmi fino a lì. Meno male che sono riuscito a fare cambiare idea a loro. Una volta arrivati, insistono per accompagnarmi fino a dentro. Ma non voglio. Li saluto all'ingresso stringendoli in un grande abbraccio e tentando di trattenere le lacrime. Entro dentro l'aeroporto e mi metto in fila per il check-in. L'aeroporto è affollato, come immaginavo e vedo gente correre da tutte le parti. Il mio sguardo si posa su una famiglia che scherza e ride aspettando in fila, mi mancheranno molto i miei genitori e i nostri piccoli momenti d'intimità.
<< Il prossimo?>> la voce dell'hostess mi distoglie dai miei pensieri. Dopo aver controllato i documenti, mi porge il biglietto. Mi dirigo verso il gate, dopo aver fatto il controllo al metal detector, in cui puntualmente è suonato l'allarme a causa delle mie scarpe. Non è la prima volta che mi capita... Aspetto che chiamino il mio volo, giocando come al solito a clash of clans. Mia mamma mi ha appena mandato un messaggio chiedendomi come sto. Le rispondo velocemente e spengo il telefono. Mangio un panino al bar verso le 12 e mezza. Finalmente chiamano il mio volo. Salgo sull'aereo e mi accorgo che il mio posto si trova in mezzo a un signore anziano e una bambina petulante. Cerco di riposarmi ma la voce della bambina mi tiene sveglio. L'hostess annuncia che stiamo per atterrare. Una volta sceso dall'aereo cerco l'uscita e mi metto in fila aspettando il taxi. Riferisco all'autista l'indirizzo del mio nuovo appartamento. Dal finestrino vedo la città che diventerà presto casa mia. Già mi manca Catania. Spero di abituarmi presto a questo nuovo stile di vita. Il taxi si dirige verso il centro e mi accorgo di essere arrivato. Pago l'autista e prendo le valigie che mi porge. Lo ringrazio e entro dentro l'appartamento. Prendo l'ascensore e spingo il bottone del terzo piano. Esco dall'ascensore e mi ritrovo davanti l'interno "I". Infilo la chiave nella serratura e apro la porta. Davanti a me c'è un piccolo soggiorno ben arredato. Più avanti c'è la cucina con un tavolo rotondo al centro. Poso le valigie davanti alla soglia della cucina. Mi giro e mi ritrovo davanti un ragazzo in boxer neri. Sto per mettermi a urlare quando mi ricordo che devo dividere l'appartamento con il mio nuovo coinquilino. Anche lui all'inizio sembra un po' confuso, ma poi si presenta.
<<Piacere, Alex>> ha un'aria divertita. Mi sta squadrando dalla testa ai piedi << Bei mocassini.>>
<<Grazie mille>> rispondo accennando un sorriso.<< Comunque, io sono Tommaso>> gli porgo la mano e lui la stringe, un po' disorientato.
<<Ti ho svegliato per caso?>
<<A dire il vero no>>. In quel preciso momento esce dalla camera una ragazza con i capelli biondi, un po' ondulati e arruffati. Sembra essersi rivestita in fretta. Ah, forse ora ho capito... << Va bene Alex, io vado.. Ci sentiamo. Ciao anche a te.>> dice la ragazza, facendomi un occhiolino. Accenno un sorriso e la saluto con la mano.
Alex mi indica la mia camera. Prendo le valigie e le poso su letto. Esco dallo zaino il computer e controllo gli orari dei corsi di domani. Sento bussare <<Senti, io sto uscendo con i miei amici, ti va di venire?>>
<<Ehm...non so, sono un po' stanco; preferirei riposarmi>>
<< Fai come ti pare! Ciao>> chiude la porta e non ho neanche il tempo di salutarlo. Poso i vestiti nell'armadio e nei cassetti. Sistemo un po' la stanza.Mi distendo sul letto e mi addormento.

Apro gli occhi e controllo l'orologio: sono già le otto. Ho dormito tutto il pomeriggio. Cerco su Google il numero di una pizzeria qui a Milano. Chiamo il primo numero che trovo. Mi dicono che ci vorrà almeno un'ora e mezza. Fantastico. Nell'attesa scelgo di vedere un film. Opto per " The Imitation Game".
Finalmente alle dieci arriva la pizza. Vado ad aprire e pago il fattorino. Mi accorgo che Alex non è ancora rientrato. Chissà che starà facendo. Mangio tutta la pizza seduto in cucina. È già tardi. Decido di rimettermi a dormire,domani dovrò svegliarmi alle sei.

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