Inferno
È morto.
Luca è morto.
Per salvare la mia stupida vita.
Non avverto nemmeno il gelo pungente della neve.
Non percepisco le parole che Marianne mi rivolge.
Riesco a vedere solamente lui, il suo corpo, steso sul freddo e morbido biancore che ci circonda.
《No...》
La mia voce rotta assomiglia più al guaito di una bestia ferita.
L'altra metà del mio cuore giace scompostamente davanti a me.
《Salvalo!》Grido all'indirizzo della mia mentore.《Tu puoi salvarlo!》
Marianne mi fissa sconsolata, le orecchie lunghe, da coniglio, sono abbassate come ogni volta che si sente impotente.
《Tu. Puoi. Salvarlo.》
Scandisco bene le mie parole nel caso fosse ancora intontita dallo scoppio della bomba, che ho azionato pochi istanti fa.
Peccato che l'esplosione non avesse ucciso tutti.
Uno si è salvato.
Uno ha sparato a Luca.
Dritto al petto.
Ora di quell'assassino rimane soltanto la sagoma bruciacchiata sul terreno.
L'ho incenerito.
Letteralmente.
《Posso... ma...》mormora Marianne, inginocchiandosi accanto a me.
Prendo la mano di Luca fra le mie, senza percepire il suo calore.
È così...
Freddo...
《Fallo》le ordino con voce metallica.
Lei mi rivolge una veloce occhiata.
I suoi occhi purpurei, che una volta mi inquietavano tanto, ora li trovo quasi rassicuranti.
La donna non commenta e si mette lavoro.
Intona una cantilena strana e ipnotica, alzando le braccia al cielo.
Immediatamente il corpo di Luca si innalza e risplende di luce dorata, cadendo poi al suolo con un rumore sordo.
Un altro tonfo fa eco a quello del mio amato: Marianne.
《Cos'hai fatto?》Le chiedo in tono pressante, senza curarmi del suo ansimare e della sua tangibile stanchezza.
《Stasi... L'ho bloccato. Nel suo ultimo minuto di vita...》mi spiega in tono affaticato, mettendosi a sedere.《Dobbiamo portarlo al Monastero.》
Ed è quello che faremo.
Lancio un fuoco magico in cielo, che lo illumina di luce rossastra: il segnale convenuto con Jew.
Un respiro dopo sentiamo il caratteristico rumore di un elicottero in avvicinamento e scorgiamo le luci abbaglianti che ci investono con tutto il loro gelido calore.
Appena il velivolo tocca terra, Jew balza fuori dall'abitacolo con agilità e corre verso di noi, giungendo in scivolata accanto a Luca.
《Amico mio...》La voce del ragazzo è flebile e colma di lacrime inespresse.
《Lo salveremo》affermo, sicura delle mie parole.《Ma dobbiamo portarlo subito al Monastero.》
Jew punta i suoi luminosi occhi grigi, dalla pupilla verticale, nei miei per capire le mie intenzione, ma trova solamente la ferrea volontà di salvare Luca.
Non dice nulla, anche se forse ha compreso il folle piano che ho fatto attuare a Marianne.
Il ragazzo, molto più forte di quanto appaia, prende il corpo inerme del mio compagno fra le braccia e torna di corsa all'elicottero.
Io, invece, aiuto la mia mentore a rialzarsi prima di raggiungerlo a bordo.
Il viaggio è breve e silenzioso.
Non ho voglia di parlare.
Così come non ho voglia di fare null'altro che abbracciare Luca.
Gli faccio posare la testa sulla mia spalla mentre gli carezzo la guancia ispida a causa della barba incolta.
Sa che mi piace e così se la spunta il meno possibile.
Ti amo, Luca...
Resta con me...
《Ci siamo quasi》annuncia Jew, facendomi sobbalzare.
La sua voce risuona nelle mie orecchie più forte di una deflagrazione.
È priva di condanna.
Priva di incertezze.
Priva di dubbi.
È la voce di un amico.
《Lasciaci qui e vai a fare rifornimento. Sta pronto per ogni eventualità. I Monaci non saranno contenti quando il Rituale sarà concluso.》
Marianne sbuffa a queste mie parole perché sa che i Monaci cercheranno di ucciderci dopo che avranno realizzato cos'abbiamo fatto.
Non appena l'elicottero atterra sullo spunto roccioso, unico accesso al Monastero della Vita Eterna, io salto giù dal velivolo e aiuto Marianne a trasportare il corpo di Luca giù dal mezzo.
Mi passo un suo braccio sulle spalle e la donna fa lo stesso così riusciamo ad arrivare più agevolmente al grande portone in legno scuro.
L'ultima barriera che ci divide dal Rituale.
Non faccio nemmeno in tempo a sfiorare con le nocche il portone che subito questo si spalanca.
Un Monaco è pronto ad accoglierci.
《Un giorno》afferma Marianne mentre l'uomo, avvolto in una veste scarlatta, la aiuta a distendere Luca su una barella di iuta intrecciata.
All'apparenza debole ma, in realtà, molto forte.
Quello che mi diceva sempre Luca.
Sei così bella e delicata, Erika, che alle volte mi dimentico che sei una strega tosta e combattiva...
Un amaro sorriso mi solca il volto mentre silenziose stille salate mi rigano le guance.
《Andiamo...》
Avverto la mano di Marianne prendere la mia e mi lascio trasportare.
Senza Luca, il mondo è grigio e privo di ogni attrattiva per me.
Lui era...
Lui è tutto.
La camera di meditazione che ci assegnano è adatta al nostro scopo: i simboli incisi sul pavimento in marmo serviranno a bandire qualsiasi interferenza maligna.
Ora ci serve solo la pergamena con il Rituale.
《Ci penso io》afferma Marianne, lanciando un incantesimo di invisibilità su di sé per poi uscire dalla stanza.
Io e Luca rimaniamo soli, ma la cosa non mi dispiace affatto.
Mi siedo accanto a lui e li carezzo i capelli scuri e scompigliati, in cui i fiocchi di neve sembrano piccoli diamanti.
《Tornerai da me. Te lo prometto.》
Inizio a canticchiare sottovoce la nostra canzone, quella che suonavano quando ci siamo baciati la prima volta.
È stata una serata indimenticabile.
Magica.
《Possiamo cominciare.》
La voce di Marianne interrompe il flusso dei miei ricordi, facendomi sobbalzare.
Abbandono il mio posto accanto a Luca e prendo la pergamena nera che la donna mi porge: la scorro velocemente, per assicurarmi che si tratti del Rituale giusto, e poi mi stendo a terra, vicino al mio compagno.
《Sono pronta》dico decisa a Marianne, che mi rivolge uno sguardo preoccupato.
《D'accordo...》mormora lei, sedendosi a gambe incrociate ai piedi di Luca.
Chiude gli occhi e intona una sorta di filastrocca dai toni cupi e malvagi.
Avverto subito la potenza del Rituale invadere la stanza mentre un vento caldo avvolge il mio corpo, sollevandolo.
Mi ritrovo a galleggiare qualche metro sopra a Luca.
Una scarica di magia nera e densa mi penetra nell'anima per poi riversarsi dentro di lui.
Nel giro di cinque minuti è tutto finito.
Rovino a terra, ammaccandomi il fondoschiena.
Marianne accorre in mio soccorso mentre Luca, il mio amore, si risveglia.
《Ma... Cosa... è successo?》domanda in tono confuso, massaggiandosi il petto.
《Sei tornato...》gli rispondo senza forze a causa del Rituale, che mi ha sottratto molta più magia di quanto credessi.
Lo raggiungo, con l'aiuto di Marianne, e lo stritolo in un abbraccio colmo di gioia e amore.
《Erika...》mormora lui, cingendomi con le braccia e affondando il volto fra i miei capelli fuori taglio.
《Ragazzi! Mi dispiace interrompere ma dobbiamo andarcene! Subito!》
Martina ha ragione: i Monaci stanno venendo a cercarci.
Se ci trovassero, ci ucciderebbero.
Dopo averci maledetto, ovviamente.
Con la poca energia che mi rimane, lancio un fuoco magico fuori dalla piccola finestrella posta dall'altra parte della stanza. Subito sentiamo il rumore dell'elicottero che viene a prenderci.
Jew è il migliore.
《Te la senti di correre?》chiedo a Luca, aiutandolo ad alzarsi.
《Certo, amore.》Annuisce prontamente lui, facendomi addirittura l'occhiolino.
Proprio in quel momento la porta della stanza esplode in una miriade di schegge di legno: i Monaci sono arrivati.
Marianne erige una barriera difensiva mentre io e Luca ci diamo alla fuga.
Solo quando siamo al sicuro a bordo dell'elicottero di Jew, possiamo tirare un sospiro di sollievo.
Marianne è uscita indenne dallo scontro con i Monaci.
Io sono stanca ma felice.
Luca è vivo!
Cosa potrei volere di più dalla vita?
Lo scopro quando torniamo a casa, alla routine di tutti i giorni.
Quando iniziano gli attacchi.
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