Capitolo 29
Mi risvegliai intorpidito e sbattei un paio di volte le palpebre prima di capire dove mi trovavo.
Credevo di trovarmi nella casa abbandonata dove avevo fatto l'amore con lei... Ricordavo di essermi sdraiato sul letto e aver acceso la candela perché avevo freddo e che poi... Niente.
Ricordavo la voce di Julian e dei singhiozzi.
Che fossi diventato matto e che abbia sognato tutto quanto?
"Ehi, sei sveglio."
La voce di Luna mi fece sgranare gli occhi dalla sorpresa, non era mai entrata in camera fino a quel momento e soprattutto non con quel tono così dolce.
Sembrava di nuovo lei, la ragazza che aveva rubato il mio cuore quasi un anno e mezzo prima.
"Perché mi sento così stordito?" Chiesi cercando di mettermi a sedere, ma un gelo improvviso mi fece tremare.
"Tranquillo il peggio è passato, ti ho portato un po' di brodo di pollo per riscaldarti. Non credo che sia stata una bella esperienza congelare lì fuori." Le sue parole come il suo sguardo erano tristi, i suoi occhi evitavano i miei ed erano vaghi o fissi altrove.
"Quindi non ho sognato!
Ero davvero sul punto di andarmene in ipotermia. Io ero uscito solo a fare un giro e sono andato lì per ricordare, poi mi sono addormentato e mi sono svegliato che era tardi, ma la tempesta era già cominciata e sono rimasto bloccato e senza cellulare... E.." Cominciai a parlare a raffica, ma Luna fece una cosa che mi lasciò senza parole.
Mi abbracció.
"Tutto questo è solo perché io sono stata egoista con te, credimi che non me lo perdonerò mai Aron. Tu mi hai salvato ed io ti ho quasi fatto morire." I suoi occhi cominciarono a diventare lucidi, ma non avrei più permesso al suo viso di bagnarsi di lacrime.
"Non pensare neanche per un secondo questo Luna, io vorrei solo che tu capissi che i miei sentimenti per te sono sempre stati reali e che non hanno mai smesso di esserlo. Non sarei tornato altrimenti." Interruppi l'abbraccio per guardarla negli occhi.
"Lo so Aron, ti credo. Mi sei mancato così tanto davvero... Io.. Mi è sembrato di impazzire senza di te. È stato un veleno e ogni giorno mi è sembrato di diventare pazza. Sono cambiata perché ho cercato di andare avanti e consolarmi in qualche modo per un motivo che non era neanche giusto. Sono stata una bambina capricciosa. Ti prego perdonami. Ho fatto tante cose sbagliate, ho fumato e ho bevuto. Ho dato la mia nuova opportunità di vita in mano a quella vita che ho sempre odiato.
E non ti nego che un po' di carattere fuori è uscito sai? Anche se così." Luna cominciò a piangere e io lì non potei più trattenermi.
La baciai.
Spalancó improvvisamente gli occhi e prima di chiudere i miei per lasciarmi andare a quel meraviglioso bacio di ritrovo notai che pian piano li chiuse, ricambiando e approfondendo il bacio rendendolo più passionale e famelico.
Voglioso.
Proprio come quando ci eravamo trovati a parlare nella sua stanza un paio di giorni prima.
Le sue lacrime bagnarono le mie guance, ma poco mi importava.
Tutto quello che volevo si era appena realizzato, chiarire con lei ed averla fra le mie braccia.
Ora avrei voluto solamente farci l'amore per ore senza fermarmi.
"Aron, abbiamo tempo per questo. Ora devi riprenderti, il brodo è lì ed è ancora caldo. Ti prego." Uno sguardo tenero da parte sua fu tutto quello che mi convinse a farmelo abbassare.
Accidenti!
"Luna, ma è mezzanotte inoltrata e i tuoi sono ancora svegli?" Le dissi godendomi quel caldo brodo che mi scendeva giù per la gola ad ogni cucchiaiata.
"Papà è indaffarato per delle cose di lavoro, la mamma ha cucinato appositamente per te e per Julian che ha lamentato la fame per non aver cenato.
Sai, ti abbiamo cercato e niente..." Rispose sarcastica.
Rivedere il suo sorriso fu la cosa più bella che potei rivedere dopo così tanto tempo.
Volevo condividere quel momento con Ginevra ed Evan, era così strano non averli attorno come quel periodo addietro.
Erano come due guardie del corpo pronti a proteggerla.
"Ginevra ed Evan." Dissi alzando lo sguardo su di lei.
"Oh, sì certo loro. I tuoi nuovi amici ed i miei vecchi amici.
Verranno qui domani, ho detto a Julian di mandare un messaggio ad Evan. Credo di dover delle scuse generali a molta gente e credo di dover mandare a fanculo anche tanta altra gente.
Ma soprattutto non voglio più staccarmi un solo secondo da te, ti ho detto di essere fidanzata solo per... Vabbè dai lasciamo perdere."
Si avvicinò nuovamente per poi baciarmi tirando leggermente le labbra inferiori e mordicchiandole, provocandomi una seconda erezione.
"Vedo che avevi molta fame." Disse poi allontanandosi e prendendo il piatto dalle mie mani.
"Non quanta ne ho adesso di te." Risposi fissando profondamente i suoi occhi leccandomi le labbra.
Era tutto un gioco di seduzione e passione.
Un gioco che mi sarebbe piaciuto volentieri cominciare.
Sapeva quello che volevo e sapevo ciò che voleva anche lei.
Lo volevamo entrambi.
Volevamo sentirci ancora e ancora, per tutta la notte.
Come una volta, o forse anche peggio.
"Toc toc è qui il mio migliore amico pazzo?" Julian aprì la porta entrando con non chalance, con sua sorella e il mio piatto fra le mani... Ai piedi del letto ed io intento a leccarmi le dita e un erezione nascosta sotto le coperte.
Nemmeno fossero le fonzies e d'altro canto notai il tempismo perfetto di interrompere ogni volta qualcosa fra me e Luna.
Preciso.
"Ho interrotto qualcosa?" Chiese notando il silenzio prolungato da parte di entrambi.
"Tu interrompi sempre qualcosa." Rispose improvvisamente Luna, facendomi restare a bocca aperta e guadagnandosi un'occhiataccia da parte di Julian.
"Fila in cucina e poi in camera tua, la tua gemella ti attende su Netflix." La prese in giro.
"Ancora con questa storia? Lei ha i capelli lunghi ed io non più!
E poi non le somiglio nemmeno!
Smettila di fare questo paragone assurdo." Rispose lei ed io nel frattempo non avevo la minima idea di che cosa stessero parlando.
"Oh andiamo Cheryl." La prese in giro ancora Julian.
"Va bene me ne vado. Oh non farci caso, per lui ormai sono la gemella di Cheryl Blossom." Rispose questa volta Luna rivolgendosi a me.
Ah serie TV, la conoscevo fin troppo bene.
"Ciao ciao Cheryl." La sfottei salutandola e guadagnandomi uno sguardo truce.
Mi lasciai andare a peso morto sul letto con un sorriso ebete stampato in faccia.
"Deduco che tra di voi le cose si siano finalmente calmate." Ruppe il silenzio Julian.
Finalmente, mi sentivo rinato e liberato da un peso colossale.
"Avevo dimenticato che eri qui." Gli dissi sentendolo rovistare fra le mie cose.
"Ehi metti giù le mani coglione!" Dissi lanciandogli un cuscino.
"D'accordo va bene, sai sono contento. Forse serviva una cosa così tragica per risvegliare la vecchia lei, forse in fondo non è stato vano." Disse venendosi a sedere al bordo del letto.
Beh se avessi saputo che bisognava farla preoccupare avrei inscenato qualcosa di meno pericoloso, anziché rischiare davvero la vita e persino per caso!
"Si direi che potevamo inscenare pure che ti bruciavi una mano."
Fissai il mio amico sconcertato, perché in quel momento mi resi conto che mi aveva appena letto nel pensiero.
"Sei inquietante! Hai pensato una cosa sullo stesso argomento che stavo pensando io." Gli tirai una calata sul collo.
"Beh c'è di peggio, una cosa ben più inquietante a dire il vero." Rispose mettendosi la mano sotto il mento con finto fare di riflessione.
"E sarebbe?" Sbadigliai stropicciandomi gli occhi.
"Che potrei diventare tuo cognato e magari poi mi chiami pure cognatino! Poi mi scrivi ogni giorno per andare a fare colazione insieme e magari pure a fare shopping come fanno le ragazze." Julian fece una finta faccia fra l'offeso, lo sconcertato e il divertito.
"Non fare la Checca rosso!"
Ormai il sonno mi aveva raggiunto ed io ero felicemente tranquillo dopo tanto tempo.
"Direi che puoi ringraziarmi per averti fatto muovere il culo da laggiù, ma grazie Julian sei davvero un amico fantastico. Soprattutto perché ora potrò chiavarmi tua sorella tranquillamente adesso, dico bene?"
Lo guardai scioccato!
"Vai a fanculo Julian, sul serio!" Gli dissi alzando il medio.
"Come se non lo sapessi, so quanto è cresciuta e so quanto basta per capire che tutto il vostro dolore non era fondato su un amore mantenuto sulle nuvole dello spirito. Ma per favore Aron, credi che ti prenderei a cazzotti?" Ironizzó indicandosi.
"Amico sei logorroico pazzo e stupido. Perché ho sonno e vorrei dormire e tu continui a blaterare!" Gli tirai un altro cuscino cercando di farlo andare via.
Non avevo intenzione di parlare delle mie prestazioni sessuali con sua sorella, tanto meno ammettere che lo avevamo già fatto.
"E cosa stavate per fare poco prima che entrassi? Non mi pare che tu avessi così tanto sonno." Ammiccó.
"Ok ora basta, fuori!"
Mi alzai dal letto e lo tirai per il braccio facendolo alzare per poi spingerlo verso la porta.
"Vai a dormire, muoviti! Sei irritante e peggio di me quando mi lamento." Dissi frustrato e chiudendogli la porta in faccia.
"Aaarroooon!"
Ma era ubriaco per caso?
Cosa diamine si era fumato?
Forse la neve gli aveva congelato i neuroni.
"Buonanotte Julian!"
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