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8 Luglio 2014
Harry, ne era certo, sarebbe impazzito prima o poi. Forse più prima che poi.
Il pomeriggio precedente aveva constatato che Louis non fosse poi così male come pensava. Si era trovato bene, avevano passato più di un paio d'ore insieme nonostante il piccolo stesse facendo i compiti e avesse alcune difficoltà ad esprimersi in inglese. Avevano riso, scherzato insieme ed Harry aveva anche pensato, per un millisecondo, che Louis avesse un bellissimo sorriso. A quel pensiero, con una stupida scusa, si era dileguato.
Louis dal canto suo era rimasto davvero felice dal tempo trascorso insieme al riccio. Non c'era stato un minimo di imbarazzo tra i due, dopo quel bacio al gusto di limone e sale -probabilmente Harry nemmeno lo ricordava tanto era ubriaco, pensò Louis-, sembravano amici di vecchia data, come se nei giorni precedenti non fosse successo nulla tra loro due. E tutto ciò rilassava Louis, si sentiva bene, ma bene davvero.
Lo stesso Louis che era diventato un costante pensiero fisso nella testa di Harry in pochissime ore, e quest'ultimo credeva di avere una qualche strana malattia incurabile perché non gli era mai capitato.
Non era stupido, ovviamente sapeva cosa gli stava succedendo, semplicemente non voleva che tutto quello succedesse davvero perché lui non era abituato, non era capace e considerava tutte quelle sensazioni per gli sfigati o semplicemente non erano fatte per lui. Non era un tipo sentimentale, perché lui lo sapeva che quella sensazione che non voleva chiamare col proprio nome fosse esattamente come il più insidioso dei mari: non voleva immergersi nell'acqua ghiacciata e rischiare di annegare, senza alcun appiglio a cui aggrapparsi per potersi mettere in salvo. Quindi preferiva stare lontano da tutti questi impicci e vivere sereno con la propria vita -magari era una vita superficiale, ma era la sua vita, senza rischi e pericoli. Ma nella vita non era lecito rischiare?
Quella mattina in casa Styles era tutto tranquillo: nessun battibecco tra i due ragazzi e nessun evento imbarazzante. Semplicemente rapidi sguardi a colazione. Ogni volta che gli occhi azzurri di Louis incontravano quelli di Harry, quest'ultimo sentiva la pancia rivoltarsi per il nervosismo e cercava di non pensarci più di tanto, convincendosi che non fosse qualcosa di cui preoccuparsi. D'altro canto, a Louis imbarazzava da morire avere addosso gli occhi di Harry: erano così profondi, penetranti, misteriosi, e belli allo stesso tempo che il piccolo si sentiva quasi messo a nudo. Così cercò di mettere a freno la sua timidezza e il rossore sulle sue guanciotte e si concentrò sulla sua colazione.
"Hey Har," Liam gli diede una gomitata, risvegliandolo da chissà quali pensieri "che ti succede?" chiese a bassa voce, senza farsi scoprire dalla professoressa di matematica che in quel momento stava spiegando chissà quali cose assurde dell'altro mondo.
Harry corrugò la fronte e alzò là spalle "Che mi succede?"
"Sei silenzioso da quando sei arrivato," si intromise Niall, seduto alla destra di Harry, mentre scarabocchiava qualcosa sul suo quaderno anziché prendere appunti "e non hai nemmeno fumato" puntualizzò, girando la matita dalla parte della gommina per poter cancellare qualcosa.
"Non ho niente" rispose semplicemente. Per Harry era facile mentire...
...ma non ai suoi migliori amici. "Certo, ed io sono ricco e famoso" roteò quindi gli occhi Niall.
"Ma tu sei ricco" sottolineò Harry "e pure famoso... per le cazzate che dici ogni santa volta" rise, facendo ridere pure Liam e imbronciare Niall.
"Styles, ci vuoi deliziare con i tuoi discorsi, dato che saranno sicuramente più divertenti della mia lezione?" si intromise la prof, che nel frattempo si era tolta gli occhiali da vista e aveva incrociato le braccia al petto aspettando una risposta dal riccio.
"Oh" disse Harry, preso in contropiede.
"Questo è il karma"gli sussurrò divertito Niall.
Ma Harry se ne uscì pulito anche in quella situazione, come sempre "No, in realtà stavo giusto dicendo ai miei amici che oggi, prof, è più raggiante del solito" sorrise a trentadue denti, cercando di essere il più convincente possibile.
La professoressa, lusingata da quel complimento, portò una mano sul suo viso per toccare la sua pelle e sorrise. "Oh, grazie Styles"
Probabilmente quel complimento la destabilizzò perché continuò a sorridere fino alla fine dell'ora e tra l'altro finì la lezione pure dieci minuti prima.
Mai successo.
"Sei un fottuto leccaculo, ti odio" borbottò Niall, una volta fuori dalla classe, spintonandolo.
"Che ci posso fare se ho questo potere di ammaliare le persone?" alzò le spalle con sguardo civettuolo.
"Lo sappiamo bene" rispose Liam, riferendosi chiaramente alla persona che avevano a pochi metri di distanza.
"Che vorresti dire, scusa?" Harry si voltò verso il punto in cui stava indicando il suo amico. Quindi i suoi occhi incontrarono la figura bassa e magra di Louis che, vestito perfettamente, li stava aspettando sorridendo verso di loro. Verso di lui.
E in un attimo sentì fastidio al basso ventre e i muscoli gli si irrigidirono, rallentando poi il passo. "E quindi?"
Il castano aprì la bocca per dire qualcosa, ma poi la richiuse e scosse la testa "Nulla, tranquillo!" e si allontanò per andare a salutare Louis prima degli altri due.
Harry guardò la scena e si morse il labbro. "Amico, ti piace?" rise Niall, dandogli una gomitata sul fianco.
"Che?" disse con un tono di voce più alto di un'ottava "Non mi piace Louis!"
Niall quindi rise di gusto ed accese la sigaretta che aveva preparato prima. "Ma nessuno ha parlato di Louis" sghignazzò ed Harry sgranò gli occhi, arrossendo a vista d'occhio. Poi borbottò un vaffanculo Niall e si allontanò.
"Hey, Harry!" un Louis tutto trafelato si avvicinò con un mega sorriso al contrario del riccio che invece cercava di restare impassibile. Il piccolo si sistemò gli occhiali da vista e riprese fiato "Dove vai? Non torniamo a casa insieme?"
"No, ho altro da fare" bugia.
Louis annuì titubante e "Okay," rispose "però mi aiuterai con gli esercizi di inglese?" domandò speranzoso.
"Lewis, non ho tempo da perdere con te" voleva solo allontanarsi.
"Ma pensavo che-"
"Che cosa? Che saremmo diventati migliori amici? Che avremmo passato i nostri pomeriggi insieme?" domandò retorico. Louis stava per annuire, quando Harry continuò il suo monologo "Ti sbagli!" concluse in modo secco.
Louis allora si ammutolì e "D'accord!" mormorò in francese, facendo retro front e raggiungendo la sua nuova amica Giulia.
Harry lo guardò allontanarsi e sentì un peso all'altezza della gola, lo stesso peso che si prova mentre si è in procinto di piangere e che impedisce di deglutire correttamente.
Perciò prese un bel respiro e distolse lo sguardo per poter prendere il suo cellulare e digitare un messaggio.
Harry:
Prendo qualcosa da bere da Andy e vengo a casa tua.
Luke:
In tutti i sensi, babe ;) ti aspetto xxx
Non sarebbe diventato un sentimentale come sua sorella: le stupide cotte, le farfalle allo stomaco, i nodi alla gola, l'amore non facevano per lui. Non sarebbe stato uno stupido ragazzino a cambiarlo.
Niall ha creato "I fantastici quattro 👬👬"
Harry è stato/a aggiunto/a
Liam è stato/a aggiunto/a
Liam:
Niall?
Niall:
Aggiungi Louis!
Louis è stato/a aggiunto/a
Niall:
Ciao Louissss!
Louis:
Niall?
Niall:
Sì! Sono io!
Louis:
Oh mon dieu!
Allora Louis cliccò sul numero non più sconosciuto e lo salvò in rubrica.
Liam:
Come mai hai creato un gruppo?
Niall:
Domani pomeriggio siete invitati ufficialmente nella mia piscina!!!
Louis:
Hai una piscina? Figo!
Niall:
Allora, ci siete?
Liam:
Ovvio che sì, non posso rifiutare!
Niall:
Grande, Payno! Louis?
Louis:
Io non so...
Niall:
Harry? Dov'è Harry?
HARRYYYY
H A R R Y
HAROLD
Di solito se lo chiamo in questo modo si incazza lol
Louis:
Harry non è ancora tornato a casa
Liam:
Ma sono le sette di sera!
Quando Harry rientrò a casa erano da poco scoccate le dieci e mezza di sera ed Anne lo stava aspettando.
"Harry! Dove sei stato?" gli si avvicinò preoccupata e severa allo stesso tempo.
"Da Luke, mamma" rispose indifferente. Infatti il ragazzo aveva raggiunto il biondino in casa sua, avevano bevuto e fumato un po' ed erano finiti per fare gli stupidi a letto. A Harry serviva fare certe cose, per scordarsi di ciò che aveva dentro la testa.
Poi però era andato via da casa di Luke e aveva raggiunto il parco poco lontano da casa, per prendere una boccata di aria fresca e farsi passare la sbronza e la puzza di fumo dai vestiti. Sapeva quanto Anne non sopportasse tutto questo.
"Da Luke..." ripeté. "Lo sai che non mi piace per niente quel ragazzo, perché continui ad uscirci?"
"È un mio amico"
"Certo..." annuì distratta "Potevi almeno inviarmi un messaggio, chiamarmi, inviarmi un piccione viaggiatore e avvertirmi che non saresti tornato! Sono stata in pensiero per te!"
"Non mi ha ucciso nessuno, sono qui adesso!" e si dileguò, entrando nella sua stanza.
Ciò che trovò fu la lampadina della scrivania accesa e Louis addormentato con la testa poggiata sulle braccia incrociate. Harry si morse il labbro e gli si avvicinò per svegliarlo, ma Louis non accennava ad aprire gli occhi.
"Lou...is?" mormorò, ma nulla da fare. Così, indeciso sul da farsi, si alzò e con delicatezza gli accarezzò i capelli. Poi, pian piano, lo tirò verso il suo petto e passò una mano sotto le ginocchia per poterlo prendere in braccio. Si sorprese dalla leggerezza del corpo del piccolo, ma d'altronde cosa doveva aspettarsi?
Lo adagiò su quello che era diventato ormai il suo letto, gli tolse gli occhiali e gli rimboccò le coperte. Poi si allontanò nuovamente e andò a spegnere la lampadina, ma i suoi occhi finirono sul libro aperto e notò che parte degli esercizi non fossero svolti. Così, mai successo in vita sua, si mise lì a svolgere gli esercizi al posto di Louis, forse per allietare i suoi sensi di colpa che gli ricordavano di essere stato scontroso con il piccolo.
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