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4 Luglio 2014
"Harry, dov'è Louis?" chiese Anne, vedendo il proprio figlio rientrare in casa da solo.
"Ciao anche a te, mamma" rispose ironico, andandosi a stendere sul divano, con le gambe incrociate sul tavolino di fronte.
"Harry!" lo richiamò seria. Lo raggiunse in salotto con le mani sui fianchi e un'espressione allarmata in viso. "Dov'è Louis?" ripeté.
"Credo sia ancora a scuola" rise.
"Ma sei scemo o cosa?" Anne gli diede uno scalpellotto sul collo. "Louis non conosce nessuno, è minorenne e noi abbiamo la responsabilità su di lui" prese un bel respiro profondo e continuò a parlare. "Adesso esci e vai a prendere Louis!"
"Neanche morto!" rise Harry scuotendo la testa.
"Harry!"
"Okay, vado" sbuffò e si alzò "...che rompiscatole!" borbottò ruotando gli occhi al cielo.
Quando Harry scese dall'autobus e camminò verso la scuola, trovò Louis seduto sugli scalini con la testa nascosta fra le mani. Quest'ultimo infatti era uscito da scuola due ore prima e si era seduto proprio in quello stesso punto aspettando Harry per tornare a casa insieme.
Louis sentendo dei passi alzò immediatamente la testa e, sorpreso di trovarselo lì, fissò i suoi occhi nella figura alta e slanciata di Harry.
"Hey, andiamo a casa" disse solamente, come se non lo avesse lasciato lì da solo qualche ora prima.
Louis era amareggiato e molto confuso, perché nel giro di pochi minuti si era ripetuto spesso nella sua testa cosa avesse fatto di male per meritarsi un trattamento del genere e voleva dirgli tante di quelle cose, voleva urlargli contro, dirgli che il suo atteggiamento e il suo comportamento facevano schifo e non sarebbe mai andato da nessuna parte. Ma in quel momento nessuna parola inglese fuoriuscì dalla sua bocca, quindi si alzò dallo scalino su cui stava seduto borbottando parole insensate in francese, si pulì i jeans con entrambe le mani e guardò in cagnesco Harry, sperando di inquietarlo almeno un po'. Ma ad Harry sembrò solo un adorabile cucciolo di cane indifeso.
Tentativo fallito, Tomlinson!
"Perché non mi hai aspettato?" provò a domandare, gesticolando con le mani.
"Sei qui da due giorni... Non pensavo fossi così incapace nel prendere un autobus e fermarti vicino casa" rispose, alzando le spalle.
Se potesse uscire del fumo dalle orecchie e gli occhi potessero divenire rossi dalla rabbia, beh, a quest'ora Louis sarebbe in uno stato davvero spaventoso e non avrebbe risparmiato la vita di Harry. Come poteva un ragazzo così bello fuori, essere così stronzo dentro?
"Non conosco ancora la città" si giustificò.
"E cerca di conoscerla in fretta perché non ho intenzione di tornare a casa ogni santo giorno con te" disse utilizzando un tono che preannunciava la fine della discussione.
Ma Louis, armatosi di coraggio, rispose "Beh, allora la prossima volta andrò con Liam anziché aspettare te" ed incrociò le braccia al petto, continuando a camminare.
"Liam? Cosa c'entra?" domandò allora Harry.
"A quanto pare non sono tutti stronzi come te" si morse il labbro dopo averlo insultato, ma non si lasciò intimorire dalla brutta occhiata di Harry "Liam mi ha chiesto se avessi bisogno di un passaggio, ma ho rifiutato dicendogli che tornavo a casa con te" spiegò.
"Stupido Liam" borbottò. "Da questo lato, idiota" disse subito, notando che Louis aveva preso la direzione sbagliata. "Ragazzino, se non vuoi perderti devi ascoltarmi e seguirmi" dopo di che non parlò più nessuno.
In silenzio si diressero a casa, dove trovarono già il pranzo pronto e una Anne preoccupata. Infatti raggiunse subito Louis e lo abbracciò, cominciando a blaterare frasi veloci che Louis non capì. Infatti sciolse l'abbraccio e guardò Anne imbarazzato "Scusami Anne, ma non ho capito nulla" si grattò il retro del collo e chiese gentilmente di poter ripetere.
"Ho solo detto che ero preoccupata per te" gli accarezzò lentamente i capelli e "Mio figlio è un incapace" disse, guardando male Harry che sbuffò e si diresse in cucina.
"Che c'è per pranzo?" urlò.
Anne alzò gli occhi al cielo e si rivolse a Louis "Vai a lavare le mani, ci aspettano le lasagne. Ti piacciono?" chiese speranzosa.
A Louis gli si illuminarono gli occhi e annuì contento "Certo, arrivo subito"
Quando entrò in cucina, si accomodò in quel posto che era divenuto suo in quei due giorni e salutò Des con un sorriso timido.
Per la gioia dei suoi occhi -e del suo stomaco- la sua porzione di lasagne era completamente priva di formaggio e besciamella. "Ti sei ricordata!" esclamò ad Anne.
Il pomeriggio precedente la donna aveva preparato a Louis un toast con prosciutto e formaggio, per fare merenda, ma il ragazzo aveva aggrottato la fronte e, imbarazzato e perdendosi tra le parole, aveva spiegato ad Anne che fosse intollerante al latte e che quindi doveva evitare qualsiasi alimento contenente le proteine derivate del latte -aveva però aggiunto che, a volte, poteva stranamente e tranquillamente mangiare alcuni prodotti contenenti proteine del latte perché il suo sistema immunitario non reagiva. Allora Anne, mortificata, era tornata in cucina per togliere tutto ciò che stava dentro al toast per metterci dentro della lattuga e del pomodoro. "Scusami tanto," gli aveva detto non appena Louis l'aveva seguita in cucina "non lo sapevo!"
"Non potevi saperlo" le aveva risposto, cercando di tranquillizzarla con un sorriso e dando un morso al toast.
"Certo che mi sono ricordata!" rispose la donna, riportando Louis fuori dai suoi stessi pensieri.
"Come mai?" chiese Harry, curioso, indicando il piatto di Louis con la forchetta.
"Intollerante al latte" spiegò brevemente Anne, sedendosi definitivamente al suo posto "Così gli ho preparato una porzione di lasagne integrali con della salsa" continuò sorridendo a Louis e augurando a tutti un buon pranzo -non notando però un ghigno sul viso di suo figlio.
"Stasera vengono Liam e Niall a dormire" se ne uscì Harry, dopo aver bevuto un sorso d'acqua.
"Non voglio vedere una singola bottiglia di birra" disse Des con un sorriso che non era per niente rassicurante, anticipando qualsiasi cosa avesse da dire suo figlio.
"Che palle!" sbuffò allora Harry "Che vuoi che sia una bottiglia per tre persone?!"
"Pensi che io sia scemo?" gli diede uno scalpellotto dietro al collo prima di alzarsi ed aiutare Anne a sparecchiare. Louis, in silenzio, si alzò pure, posando il suo piatto e le sue posate dentro al lavello. "Sono stato anche io giovane" continuò, lasciando intendere ad Harry che pure lui da ragazzo ne combinava tante all'insaputa dei genitori.
"Appunto per questo!" rispose Harry, alzando le braccia, esasperato. "Dai su, solo tre piccole bottiglie... Ti prego" lo pregò con le mani giunte, avvicinandosi al padre.
"Adesso da una bottiglia siamo passati a tre?" Des rise e scosse la testa come per dire "Che devo fare con te?!" e poi acconsentì alla richiesta del figlio.
"Oh, grazie!" Harry andò ad abbracciare il padre e Louis, dall'altra parte della cucina, sorrise a quella scena davvero adorabile: non aveva ancora visto Harry nei panni del figlio che prega i genitori per ottenere qualcosa. Pensava che fosse più il tipo da non mi frega niente di quello che dici, faccio quel che voglio.
In silenzio salì al piano di sopra per cambiare i suoi vestiti e scaricare una mappa online della città: non avrebbe più chiesto aiuto o un passaggio alla famiglia Styles. Non voleva essere d'intralcio, un peso così come gli faceva pensare il suo essere insicuro, e inoltre non voleva che Harry gli facesse un'altra sfuriata: aveva ragione e doveva imparare ad orientarsi al più presto.
Così, con la mappa sul telefono e una tracolla, scese di nuovo giù e cercò Anne, che trovò in giardino intenta ad appendere alcuni vestiti su un filo. "Hey," richiamò la sua attenzione "io vado a fare una passeggiata!"
"Vuoi che Harry ti accompagni?" chiese la donna premurosamente, guardando suo figlio, il quale stava steso all'ombra del piccolo albero che avevano lì.
Harry alzò gli occhi al cielo e "No!" disse, contemporaneamente al no! di Louis che aggiunse "Vado da solo" sorrise, cercando di essere sicuro delle sue stesse parole. Non poteva di certo fidarsi del suo scarso senso dell'orientamento, ma qualcosa dentro di sé voleva dimostrare ad Harry che non fosse un incapace e che se la sarebbe cavata pure da solo.
Perciò, dopo che Anne gli raccomandò di stare attento -e "Chiama se hai bisogno di aiuto!"- uscì di casa.
Quando rientrò erano circa le otto e mezza di sera. Le luci del salotto erano accese, così come quelle della cucina. Si chiuse la porta alle spalle, si guardò intorno e notò due caschi poggiati a terra, sotto l'appendiabiti. Poi sorrise ad Anne che in quel momento stava passando dal salotto alla cucina. "Ciao Louis!" il ragazzo ricambiò alzando la mano e poi salì al piano di sopra. Sentiva delle risate sguaiate già a metà scala e intuì che Liam e Niall fossero insieme ad Harry, grazie tante.
Aprì la porta di scatto, senza badare all'educazione impartitagli dai suoi genitori quando era più piccolo, e ciò che trovò all'interno gli fece stendere le labbra in una smorfia di disgusto. A terra c'erano cartacce di merendine? patatine? caramelle?, e chissà quante altre cose. Harry era steso sul suo letto, con dei pantaloncini da basket e una canotta bianca -quasi trasparente- che lasciava intravedere dei piccoli tatuaggi sul braccio che prima di allora non aveva notato, e stava mangiando quella che a lui sembrava fosse una patatina al formaggio; Niall invece stava steso sul letto che era diventato di Louis, anche lui con dei pantaloncini neri da basket e una t-shirt bianca e nera, teneva il telefono in mano e le labbra stirate in un sorriso; mentre Liam stava seduto sulla sedia della scrivania, con un denim di jeans a coprire le cosce e una maglietta a fantasia.
"Non si usa bussare?" chiese Harry, inarcando un sopracciglio.
Louis strinse una mano attorno al manico della tracolla e "È anche camera mia" disse con un tono lieve.
"Ma sentitelo," si rivolse a Liam e Niall "si crede a casa sua!"
Louis sbuffò e si diresse verso la sua parte di camera per poggiare la borsa su una sedia e togliersi le scarpe.
Liam scosse la testa e si alzò, andando ad abbracciare inaspettatamente Louis "Ciao!" e lo salutò con un sorriso. Il più piccolo, preso alla sprovvista boccheggiò appena e, con le gote appena più rosa, strinse le sue braccia attorno ai fianchi di Liam.
Muscoloso, il ragazzo!, pensò Louis.
"Come stai?" chiese.
"Sto bene!" ma se non fosse per il tuo amico rompiscatole starei molto meglio però, avrebbe voluto aggiungere.
"È già tanto se non si è perso per le strade di Holmes Chapel" rise, facendo ghignare anche Niall, che in quel momento aveva stappato una bottiglia di birra.
Liam si voltò immediatamente verso Louis "Lo sai che per qualsiasi cosa puoi contare su di me" gli portò le mani sulle spalle.
"Grazie mille" sorrise sincero. Poi si allontanò e si incamminò in silenzio verso la porta.
"Hey, non rimani con noi?"
"È piccolo," rispose Harry al posto di Louis "potrebbe traumatizzarsi" rise.
"No, tranquillo, è la vostra serata!" rispose il ragazzino, non badando alle parole del suo host-brother.
Louis non aveva messo in conto, però, che avrebbe passato la notte sul divano del salotto perché "Niall dormirà sul tuo letto" gli aveva detto Harry "quindi ti toccherà dormire sul divano" aveva proseguito con finto dispiacere. Louis aveva sbuffato e in silenzio aveva accettato quella decisione -alla fine sarebbe stato solo per una notte.
5 Luglio 2014
Harry, l'indomani mattina, si svegliò contemporaneamente ai suoi amici -strano evento dato che Niall, per esempio, solitamente non apriva gli occhi prima di mezzogiorno- e scesero insieme al piano inferiore per fare colazione.
Sul bancone della cucina erano già pronte tre tazze piene di latte e una di tea -perché Anne ormai conosceva i gusti dei suoi figli acquisiti.
Harry ghignò e si rivolse ai suoi amici "Stamattina assisterete a qualcosa di epico" il biondo e il castano lo guardarono interrogativo "Louis è intollerante al latte" disse prendendo un cucchiaino e lo immerse nella sua tazza, prendendo un poco di latte.
"No Harry, che diavolo vuoi fare?" Liam sgranò gli occhi e cercò di fermare l'amico, senza riuscirci: Harry aveva già versato il contenuto del cucchiaino dentro la tazza di tea, mescolandolo poi, per bene. "Sei impazzito?" si portò una mano tra i capelli, tirandoli indietro.
"Sarà lo scherzo più bello di sempre"
Louis si svegliò di soprassalto, sentendo parlottare in cucina. Si mise a sedere e si stiracchiò portando le braccia in alto. Sbadigliò e poi si alzò, trascinandosi stanco in cucina.
"Buongiorno!" esclamò in francese, non curandosi del fatto che lì ci fossero tre inglesi.
"Ahhh, che bello sentirti parlare in francese" disse Anne, sbucando dalla porta sul retro con una vasca vuota. "Buongiorno a tutti!"
Louis prese posto di fronte alla sua tazza e imbarazzato augurò una buona colazione a tutti, che quella mattina sembravano davvero strani perché Harry non lo aveva ancora preso in giro, Liam non lo aveva salutato calorosamente come suo solito e Niall non sorrideva.
Impugnò la sua tazza e bevette il liquido caldo all'interno -anch'esso gli sembrò così strano e insolito, ma non disse nulla ad Anne perché sapeva che l'aveva preparato con amore.
Gli bastarono dieci minuti per sentire lo stomaco fare male e farsi scappare una piccola puzzetta che lo imbarazzò a morte. Tutti smisero di parlare e lo guardarono come se fosse un fenomeno da baraccone. Harry e Niall scoppiarono a ridere puntandogli un dito contro, mentre Louis -tenendosi la pancia- corse in bagno per evitare altro disagio.
Che figura!, pensò coprendosi la faccia con le mani. Sentiva le risate derisorie di Harry e Niall volteggiare nella sua testa e gli sguardi compassionevoli di Anne e Liam.
Louis poteva essere ingenuo, ma non stupido. Aveva capito che qualcuno gli avesse messo del latte nel suo tea, perché prima di allora non si era mai sentito così e sapeva che quello fosse un sintomo dovuto alla sua intolleranza al latte.
Non sarebbe più uscito da quel bagno per la troppa vergogna.
Era lì solo da tre giorni e già non ce la faceva più.
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