Capitolo 6 - Seconda Parte
La corsa proseguiva con ritmo serrato: al quinto giro, Xanter continuava ad attaccare la seconda posizione, ma Vernon Zala riusciva a coprire i buchi delle sue traiettorie in modo egregio e accelerava con vigore durante i rettilinei.
Dopo tre giri senza superare, Losh Gani perse terreno rispetto al gruppo di testa. Tra gli sbuffi, Aran disse: «Credo che non gli abbia portato molta fortuna.» Alzò le spalle.
Nei successivi cinque giri, Numal raggiunse Xanter e lo superò proprio sul rettilineo finale, ma non vi fu nessun applauso a osannarlo.
«Sta rallentando... Aran, perché sta rallentando?» chiese Elidana in tono incuriosito.
«Ha voluto strafare. Ha terminato l'energia e non può più proseguire;» spiegò, «per lui è finita qui.»
Marmorel, intanto, approfittò della breve quiete per appoggiare la testa sulla spalla di Aran. La bottiglia di idromele le scivolò dalle mani, semivuota.
«Ehi, stai male?» domandò Cora, ma non ricevette risposta. Marmorel era rossa come un peperone e rimase con gli occhi socchiusi.
Giro dopo giro ogni pilota spinse al massimo: Losh e Vincent riuscirono a superare Laratt che in quel momento manteneva la distanza da Xanter dietro di lui.
Al ventitreesimo giro, in pista, rimasero solo Xanter Roha e Laratt Tena; gli altri si erano già ritirati, impossibilitati a continuare la competizione: la loro Seorite era totalmente esaurita.
In quel frangente, Laratt stava affrontando le curve con precisione. A metà del ventiquattresimo giro, però, la pressione di Xanter lo spinse a ritardare la frenata in una curva. Il pilota delle Ali di Edel approfittò dell'errore, si infilò dall'interno e uscì dalla curva in testa alla gara. Una buona fetta degli spalti esplose in un unico urlo di festa.
«È la prima volta che un esordiente guida la corsa nei giri finali» commentò lo spettatore davanti Cora.
Marmorel si voltò verso Aran che esultava. Cora osservò quel gesto. Le guance della ragazza erano rosse, il petto incandescente. Fez, al contrario, deglutiva, stringendo il bullone come se lo volesse strangolare. Anche lui aveva gli occhi su di lei. «Ehi» mormorò Cora a Elidana, quando Marmorel prese un lungo respiro e si avvicinò lentamente alle labbra dell'amico.
Xanter rallentò; aveva dato tutto. Laratt lo superò con estrema semplicità.
«Un po' mi spiace per Xanter. È stato bravo, ma la sua gara è finita. Peccato, gli è mancata l'esperienza» concluse Aran con un po' di amarezza, ma sembrava l'unico del gruppo a non accorgersi di Marmorel.
Il pilota delle Ali di Edel si fermo sotto la penultima curva, sulla ghiaia che ricopriva la zona antistante gli spalti. Aran scattò insieme agli altri tifosi, lanciandosi a bordo pista, a pochi metri da lui. Xanter Roha colpì la parte anteriore della vaasp, sopra lo scompartimento che custodiva la Seorite.
Marmorel chiuse gli occhi, ma Aran non era più seduto al suo fianco. Si propose lentamente, dopo un lungo respiro. «Aran, io...» sussurrò, ritrovando delle calde labbra.
Elidana e Cora divennero spettatori impotenti. Il bacio dell'amica era stato troppo veloce per fare qualcosa.
«Aran, io... ti amo» sospirò Marmorel con voce sincera, suggellando il momento. Ma quando riaprì gli occhi, la sua espressione divenne quella di una persona a cui avevano appena strappato i capelli... uno per uno. Le mancò il respiro. C'era qualcosa di sbagliato. Non era Aran la persona che aveva ricambiato il suo gesto d'amore. «Fez!» esclamò lei tirando indietro il capo; la sua chioma rossa si staccò dal volto appiccicaticcio del giovane.
Lui al contrario, si afflosciò sul sedile, soddisfatto in volto.
«No...» mormorò Cora, stupito. Elidana non aveva parole.
Marmorel tornò in sé. Tremava come un filo d'erba, ma trovò la forza di alzarsi dal posto. Con sguardo minaccioso diede a Fez un possente schiaffo che lo risvegliò dal torpore. Senza dire altro, si voltò verso l'uscita, allontanandosi a passo spedito.
«Ehi, Fez. Riprenditi» gli disse Elidana afferrandolo per le spalle. «Vado da Marmorel, ci vediamo all'entrata.» Gli diede un buffetto in testa. «Grazie a te, adesso, io devo raccogliere i cocci!» Inseguì l'amica. Fez rimase impietrito e si limitò ad annuire quando lei era già lontana.
«CORA!» urlò Aran a pochi metri da Xanter, il giovane scosse il capo e corse in direzione della pista. Una volta lì, anche lui prese a incitare il pilota.
Xanter provò nuovamente ad accelerare, ma nulla. Si voltò verso lo stuolo di gente che l'acclamava.
«Sarà per il prossimo Gran Premio» fece Aran.
D'un tratto, mentre stava per perdere l'equilibrio della vaasp, Xanter dovette spostarsi di lato per controbilanciare il peso. In quegli istanti, lo stridio della Seorite tornò: le venature dei sistemi Cec ripresero la luce perduta e le ali gialle, che fino a pochi istanti prima erano spente, tornarono a pulsare con vigore.
L'acceleratore rispose ai comandi e lui riprese la corsa, fuggendo come una scheggia impazzita.
«È ripartito?» chiese Cora, sbalordito.
«È ripartito, sì!» rispose Aran, altrettanto dubbioso in volto.
In metà giro, le ali gialle e luminescenti superarono Laratt Tena. Dalla tribuna d'onore, i generali e i rappresentanti governativi si alzarono dai posti.
Ventisei, ventisette giri. Xanter era rimasto il solo corridore in gara.
«Guardalo, è stupefacente!» esclamò Aran, restando con gli altri tifosi poco fuori dalla pista.
Xanter passò nuovamente davanti allo spicchio di platea dove poco prima si era fermato. Trenta giri fatti e l'ultimo tratto di pista davanti.
Alzò il pugno e scese dalla vaasp. «Gli basta così» fece Aran.
«È il nuovo campione» aggiunse Cora.
I tifosi scavalcarono le transenne e lo portarono in trionfo.
«Andiamo anche noi!» gridò Cora e Aran lo seguì senza farselo ripetere due volte.
All'arrivo, adagiarono il pilota a terra. Xanter si tolse il casco e si voltò verso la tribuna d'onore ancora in piedi.
«Fez e le ragazze sono rimasti sugli spalti» fece Cora, voltandosi.
«Io da qui non mi muovo, ci pensiamo dopo» rispose Aran. Anche volendo, non avrebbero potuto tornarci. Erano proprio sotto al palco e la folla alle spalle diventava sempre più compatta.
Xanter salì la scalinata con un ampio sorriso. Aprì l'attaccatura anteriore della tuta; sotto di essa indossava la maglietta zuppa di sudore con lo stemma della sua squadra. Biondi capelli rasati e il volto ben squadrato, ricoperto da un sottile strato di barba che si accentuava nel mento e sopra le labbra. Saltò colmo di emozione sul primo piedistallo. Subito dopo, Laratt e Vincent occuparono rispettivamente il secondo e il terzo posto del podio. Entrambi si complimentarono con il vincitore. Uno degli ufficiali prese dalle mani dell'assistente l'ingombrante trofeo dalla forma rettangolare.
Xanter lo ripose davanti al podio. Strinse la mano a ogni membro del governo che si presentò davanti a lui.
Cora, una volta riemerso dalla marea di gente che continuava a spingerlo giù, intravide Fez e alzò la mano.
«Ehi, hai visto che è successo?» gli domandò Cora, facendosi spazio.
«Uhm no... mi spiace, credo di essermi perso il finale della gara» rispose Fez con un filo di voce. «Dovrei dirlo ad Aran?»
«Del bacio di Marmorel?»
«Sì, se potessi dirglielo tu... magari non mi colpisce con qualcosa» continuò. Aveva staccato il dado dalla vite e teneva entrambi i pezzi nel palmo.
«Non possiamo parlarne dopo?»
«No, te lo chiedo per favore, fallo adesso» concluse Fez rannicchiato e con la testa incassata tra le spalle.
Cora si intrufolò in mezzo al gruppo di tifosi davanti e afferrò Aran. «Ehi! Marmorel ha baciato Fez» gridò.
«Ah, va bene!» disse Aran, ancora distratto dalla premiazione.
«Fez... non mi sembra stia tanto bene e anche Marmorel era sconvolta.»
«Ha bevuto?!» urlò Aran.
«Chi? Fez o Marmorel?»
Xanter salutava la folla con il trofeo in mano, Vincent l'aveva inondato con il contenuto di una grossa bottiglia e il campione tossì, impossibilitato a reagire.
«Come chi? Xanter... sembra che abbia bevuto e gli sia andato di traverso» rispose Aran.
Cora non ci stava più capendo nulla. Marmorel, Fez, Xanter. Forse era meglio lasciar perdere.
I festeggiamenti in pista proseguirono per un'ora buona e l'inno kharzaniano venne intonato più volte. I tre ragazzi di Lud si aggregarono ai cori e scambiarono abbracci anche con chi apparteneva alla tifoseria di un'altra squadra.
Quando l'entusiasmo delle folle iniziò a scemare, ormai esausti, Cora, Aran e Fez si diressero verso l'uscita.
«Dove sono le ragazze?» chiese Aran all'improvviso.
«Elidana ha detto di incontrarci all'ingresso dell'Alveare» mormorò Fez. «Ecco, Aran, dovrei dirti una cosa... però non te la prendere. Vedi, Marmorel mi ha baciato» continuò con l'espressione di un cane bastonato, ma Aran non fece alcun segno di stupore.
«Beh e allora? Tutto qui?»
«Quindi non ci sono problemi?» chiese Fez, questa volta con più vigore. Erano giunti fuori dall'Alveare e la folla prese a disperdersi.
Aran alzò un sopracciglio. «Macché, tranquillo.»
Come promesso, i tre ritrovarono le ragazze ai cancelli: Marmorel piangeva a tal punto da non riuscire a parlare ed Elidana a consolarla. Cora e Aran si avvicinarono di corsa, ma Fez rimase in disparte.
«Marmorel, perché stai piangendo?» urlò Aran preoccupato. La ragazza non ebbe il coraggio di alzare lo sguardo, ed Elidana li mandò via con un gesto della mano. «Chiamate Mansell, ne parleremo dopo» sussurrò.
Aran si spostò con Cora e grattò il biglietto dell'autista con gli occhi fissi sulle due ragazze. Fez si avvicinò lentamente a Elidana che alzò le spalle scuotendo il capo. «Noi cerchiamo un altro passaggio. Ci vediamo in albergo» concluse lei in tono pratico. Entrambe si allontanarono rapidamente verso il folto gruppo di auto che si trovava nel parcheggio.
Il viaggio di ritorno dei ragazzi venne riempito dalle supposizioni di Mansell sulla vittoria di Xanter Roha. Saltò fuori una tesi complottistica che legava il nuovo campione al Generale dei Distaccamenti Esteri Janus Zakin. Ma nessuno gli diede conto. Arrivati in albergo, salirono in ascensore e Fez ne approfittò per osservare bene l'autografo di Laratt.
«È arrivato secondo, ma lo volete vedere?» domandò in tono sommesso, mostrando il braccio agli amici.
«È pur sempre l'autografo di Laratt Tena» disse Aran asciutto.
«"Sporco traditore della Zalesia, ritorna nel deserto"» lesse Fez d'un fiato. Per un attimo rimase con un sorriso festoso in volto, alzò lo sguardo verso gli altri due. Ritornò sulla scritta e s'incupì in una smorfia desolata.
«Che significa?» chiese Cora ancor più stupito.
Aran afferrò il braccio dell'amico e rilesse la frase di Laratt. «Ma che bastardo!» abbaiò.
L'ascensore arrivò al loro piano e i ragazzi si precipitarono in stanza.
«Perché dovrebbe avercela con lui?» chiese Cora, sedendosi sul letto. Fez andò in bagno e si udì il rumore dell'acqua scorrere.
«È un soldato, uno di quelli che passano tutto l'anno nei distaccamenti esteri. Magari è di stanza vicino al deserto zalesiano e avrà avuto qualche problema con gente fuggita come gli Shadid» spiegò Aran. «Non saprei come altro giustificare quel gesto.»
Dopo aver ripulito per bene il braccio ed essere tornato dagli altri, Fez rimase con lo sguardo fisso sul pavimento, si cambiò e si mise sul letto senza dire una sola parola.
Cora non sapeva come comportarsi.
«Andiamo fuori» fece il giovane Allet mentre apriva la porta della stanza.
Nel corridoio, Marmorel ed Elidana erano in procinto di entrare nella loro camera.
«Non ho intenzione di parlare con nessuno!» ringhiò Marmorel, sbattendo la porta alle sue spalle. Elidana rimase fuori e dopo alcuni sguardi colmi d'incertezza, i tre si sedettero a terra, sconsolati.
«Si è ripresa?» chiese Cora a bassa voce.
«No che non si è ripresa. Già so che passerò la notte in bianco» rispose Elidana. Si voltò verso l'altro. «Ah, grazie, Aran... ti costava molto ricambiare quel bacio!» concluse voltandosi.
Aran poggiò la nuca al muro. «Ma che significa? Non ho nemmeno capito cosa stava per fare!» disse. «E poi non ho intenzione di affrontare l'argomento con te!»
«Mah, nessuno ti sta forzando la mano. Però, penso che dovresti mettere in chiaro le cose, una volta per tutte» rispose lei. «Non puoi illuderla tutto il giorno, portandola in giro, e comportarti in questo modo la sera.»
«Per adesso abbiamo problemi più gravi di Marmorel» intervenne Cora indicando la porta della loro stanza.
«Eh? Più gravi? Qualche pilota ha bucato una gomma e non può fare più cinquantadue giri?» ribatté Elidana.
«No, ma Laratt ha lasciato una frase poco piacevole sul braccio di Fez» rispose Aran seccato.
«Perché, che ha scritto?»
«Sporco traditore della Zalesia, ritorna nel deserto.»
Elidana portò le mani al viso. Lasciò i due a terra e corse davanti la stanza di Fez. Bussò ed entrò di fretta.
«Scusa Aran, ma non c'era una delegazione zalesiana sul palco? Non sono in buoni rapporti?» chiese Cora giocando con il tappeto.
«Sì, ma sono solo apparenze. Il governo kharzaniano ha appena dimostrato che l'equilibrio energetico è vicino. L'equivalente di un dispiegamento di forze davanti ai confini, nulla di più, nulla di meno.» Aran andò alla porta della stanza delle ragazze, bussò ed entrò subito dopo.
Le luci del corridoio ebbero un picco d'intensità e un calo di tensione subito dopo. Cora rimase da solo, seduto a grattarsi la schiena e con in mano il piccolo sasso che, vista l'impossibilità di darle la buona notte, avrebbe voluto donare a Elidana.
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