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15::Louis

Non ho mai pensato di poter conoscere una persona così persa nell'innocenza, così colpita dalla vita e così tristemente secca. Ma a sua volta così accogliente e bella come la neve che bagnava gli alberi di cristallo che ci circondavano; così freddi e pieni di segreti che entrambi abbiamo creato, e che l'unica cosa a cui potevano assomigliare erano quel paio si occhi volatili che ho tanto amato.

Mi piacerebbe sapere cosa passasse nella tua mente quando credevi che tutto questo fu una buona idea, ma ancora adesso mi rendo conto che è qualcosa a cui neanche tu puoi risponderti.

Sono nella mia stanza in questo momento. Credo che non serve dire che non sono voluta uscire in tutti questi mesi che sono passati, non voglio parlare con nessuno né vedere tutti quei visi che non sono te. Non sono pronta e comincio a pensare che non lo sarò mai. Sono rimasta qua, all'ombra di una stanza che non sento del tutto mia anche tutte le mie cose stanno qui, con il chiavistello della porta impendendo l'entrata di qualcun altro.

A volte cammino in questa camera immaginando che tu stia nel letto dormendo o semplicemente osservandomi mentre parli di qualsiasi cosa che ti viene in mente, ma con il fine che anche a me interessi. Immagino che sei tu chi mi abbraccia tutte le notti e non il mio piumone. Ti cerco nei miei libri, nelle sfere di neve di mamma, nelle stelle ogni notte e in ognuno dei miei sogni.

Sei reale, quello che ci è successo lo è stato, io lo so.

Perché sei stato la prima persona che ho chiamato quando mi sono svegliata; avevo i miei genitori difronte a me e l'unica cosa che feci fu chiedere di te. E forse non capirono, perché solo dissero che già ti avevano, che non mi avresti fatto più del male.

Come spiegargli che fu l'unica cosa che non mi facesti?

Dopo ci furono domande e aneddoti di come se la passarono senza di me, come tutto questo casino stava su ogni giornale della nazione; come molti si commossero per la sparizione dell'unica figlia di Clarisse y Bernard Bradley, e che le uniche piste erano dei video di sicurezza dove mi vedevano camminando insieme ad un uomo. E che anche arrivarono a pensare che fossi morta.

Però nonostante tutto questo l'unica cosa a cui potevo pensare eri tu. Dove stavi, che ti avrebbero fatto, come ti sentivi... Volevi vedermi? Volevi parlare con me? Perché io sì, era la cosa che più desideravo in quel momento.

Passò qualche settimana prima che uscì dall'ospedale e tutto quel tempo in cui stetti lì, una psicologa mi visitò affinchè parlassi di te. E stavo per farlo, però mi fermai nel momento in cui cominciò a chiedermi cose brutte, cose che qualcuno inumano farebbe ed più che chiaro che niente di questo mi ricordava te.

Riuscì a vederti quando mi chiesero di indentificarti; sapevo che non potevi vedere dall'altra parte di quella finestra scura, ma quando io ti vidi seppi che era meglio così. Sembravi emaciato e con gli occhi caduti, la tua peluria sul viso era così cresciuto che potrei giurare che sembravi vari anni più grande, il tuo sguardo si opacò e il tuo sorriso si sfumò. Desti un rapido sguardo alla finestra e potevo sentire come questo mi attraversò; ero lì, giusto lì e non ti rendevi conto di questo. Toccai il cristallo e sul mio riflesso c'era la tua tristezza.

Fu quando incominciai a piangere con la speranza che mi lasciassero abbracciarti. Ma non fu così, non potevo, non dovevo.

Continuarono a chiedere di te e anche se gli dicessi la verità nessuno riusciva a credermi. Nessuno credeva nei racconti, neanche nei giochi; molto meno nella libertà.

Cercai di far si che ti lasciassero in pace, convincerli che non eri qualcuno di pericoloso, ma quanto più cercavo di farlo, più mi vedevano come una completa pazza. Ti eri dichiarato colpevole e questo bastò per loro.

Louis William Tomlinson, ventisei anni. Accusato del sequestro di una minore il 10 Dicembre 2005.

Accettasti la tua colpa, accettasti il fatto che mi avessi contro la mia volontà e mi sostenesti lì solo perché avevi voglia. Era chiaro per me che avessi mentito. Potevo sentirlo anche se non ascoltai le tue parole uscire dalla tua bocca.

Nessuno volle dirmi più di te, dovevamo ritornare a Doncaster dando per finito il giudizio; la mia famiglia era felice perché mi avevano di nuovo, ma l'unica cosa che potevo sentire era come tutto questo è così estraneo, e adesso dico, questo sta succedendo sul serio? Che mi avevi fatto?

Non smetto di pensarti, non smetto di cercarti, non smetto di viverti. Dormo tutti i giorno con l'illusione di svegliarmi con l'odore di pino e legna impregnata nel mio naso, con la sensazione del tuo respiro sul mio collo e con il freddo opacato dal tuo calore. Vedendo Peter felice quando ci vedeva svegliare... Peter, mi sarebbe piaciuto sapere cosa fosse successo con lui, avrà trovato un'altra famiglia? Perché noi lo siamo stati, lo siamo stati per lui.

Vorrei poter togliere il tuo sguardo dalla mia mente. Poterla strappare da lì e lasciare di tormentarmi perché non era giusto, non era giusto volerti bene in quel modo. Non so se ti ho amato, ma sì ho amato quello che c'era lì, quello che solo gli alberi di cristalli ne saranno testimoni.

Vedo una psicologa ogni settimana e cerca di convincermi che tutto questo sia normale, ci sono volte dove la vittima crea un vincolo affettuoso con il suo sequestratore, ma io non voglio che questo sia così, non voglio che tutto rimanga come una stupida Sindrome di Stoccolma, non voglio che siamo questo.

Louis, non lo siamo, io lo so. Siamo stati tutti quei racconti che non mi hanno raccontato e tutte quelle storie che non ho letto.

Credo che non mi basterebbero tutte le parole del mondo per spiegarti, quindi solo te lo dirò con una frase che ascoltai una volta; la solitudine ci fa sentire che tutto è amore.

So che non leggerai mai questo, so che mai ti arriverà perché quando lo finirò probabilmente lo butterò o lo incendierò. Non è un'idea mia, ma è una delle forme in cui io posso terminare con questo, devo farlo, devo lasciarti andare.

Mi sento come una pazza scrivendo, perché le mie mani tremano quando lo faccio, i miei ricordi su di te mi colpiscono e mi metto a piangere. E lo sto facendo in questo momento perché non voglio finirla, non voglio finirti, ma devo farlo, davvero ne ho bisogno.

"Non dire addio perché dire addio significa andarsene lontano e andarsene lontano significa dimenticare."

E definitivamente questo è un addio da parte mia, con tutto il dolore della mia anima.

Addio, Louis.

-Jessica M. Bradley. Settembre 2006.



domani pubblicherò l'ultimo capitolo c:


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