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17.

- Steven tiene la seconda chiave della sua stanza da qualche parte - spiegò Niall mentre frugava malamente tra le cose personali del soggetto in questione. Harry lo osservò contrariato, se l'avesse scoperto non l'avrebbe presa bene.
- Sbrigati! - urlò dalla porta dove l'aveva lasciato a fare il palo. Sembrava fosse tutto un gioco per lui, quelle strane azioni sembravano divertirlo. Mai quanto Steven si sarebbe divertito a fargli il sedere a strisce se li avesse beccati.
- Trovata! - lo superò di corsa mentre lui si accertava che tutto fosse nello stesso ordine in cui era stato lasciato. - Muoviti! - neanche il tempo di voltarsi che l'amico gli aveva già afferrato un braccio e lo stava trascinando velocemente lungo i corridoi, fortunatamente deserti.
La sua camera era un piano sotto la loro suite. Niall continuava a camminare a passo veloce e deciso davanti a lui fin quando non fermò la sua corsa bruscamente, Harry non riuscì a frenare in tempo e gli finì addosso tanto da spingerlo di qualche passo più avanti.
- Ma che...? -
- Accidenti! - restò interdetto per qualche secondo, in attesa di spiegazioni, ma non appena vide in lontananza la sagoma di Steven ergersi in tutta la sua minacciositá, spalancò gli occhi e la bocca si chiuse da sola in maniera ermetica. - Se ci vede siamo finiti - grazie Niall, per fortuna ci sei tu, avrebbe voluto dire, ma la bocca era rimasta ancora chiusa. - Senti io lo distraggo, tu vai da lei! - ordinò l'amico risoluto, era tornato zero zero Niall. Sapeva che quello era proprio il momento giusto per ricominciare ad articolare le parole ma non ebbe il minimo tempo necessario per pensare un possibile rifiuto, che l'amico gli aveva lasciato la chiave in mano ed era già alla fine del corridoio ad intrattenere o meglio distrarre, Steven con la sua incredibile parlantina, tutto a velocità supersonica.
Magnifico.

Rimase imbambolato davanti alla porta come un idiota. Cosa avrebbe dovuto dirle? Non era neanche lui quello preoccupato. Era sicuro che fosse nella sua camera, andiamo, dove altro poteva essere andata altrimenti?! Scosse la testa, i capelli, lasciati liberi di cadere lungo il collo, ondeggiarono accompagnando il movimento disordinatamente.
Bussò con la solita arrogante decisione, di chi era abituato a trovare porte aperte, come se fosse un suo diritto.
Silenzio.
Bussò con maggiore forza, tanto che il legno massiccio vibrò tramortito dalla tenacia dei suoi colpi. Ancora un silenzio percosso solamente dall'echeggiare sordo di ogni impatto. Bastò un secondo alla preoccupazione per travolgere anche la sua mente. Dove diavolo era finita? Non che gli importasse ma...dannazione! Se le fosse successo qualcosa come avrebbe placato il suo senso di colpa? Lei, accidenti, un'altra non sarebbe stata così complicata. Invece lei, lei sembrava incasinare la sua vita di proposito, sembrava goderci. Tirò i capelli dalle radici continuando a sfogare il crescente nervosismo sulla porta, che inutilmente continuava a rimbombare la forza della sua paura fendendo l'aria ancora tiepida del tramonto. Non sarebbe rimasto lì fuori come un imbecille. Osservò la chiave coprire metà del palmo della sua mano prima di stringerla.
La porta si aprì accompagnata da un leggero cigolio. Sinistro. Immediatamente il tetro silenzio fu sostituto da una fracassante scia di note. Musica. Mosse un passo dietro l'altro pesantemente, i suoi occhi verdi saettarono ad ogni lato della stanza vuota con attenzione, le luci ancora accese, finché una voce non giunse alle sue orecchie superando perfino il volume della canzone.
Spalancò la porta del bagno senza soffermarsi a valutare ipotesi. La aprì e basta.

Quella mattina si era costretta ad alzarsi quando la sveglia aveva rintoccato avvisandola del mezzogiorno. La mano era già in aria pronta a scaraventare il malcapitato aggeggio in qualche parte remota della stanza, quando un pensiero si risvegliò nella sua testa, riportandola alla realtà. Se avesse dormito tutto il giorno...poi la notte cosa avrebbe fatto, un solitario?! Si era alzata talmente rapidamente dal letto che aveva avvertito la testa vorticare. Era proprio un bradipo, pensò con amarezza ed invidia verso tutti coloro che amavano alzarsi con la luce del sole e lo facevano senza alcuna difficoltà.
Immediatamente i ricordi della notte precedente, sfortunatamente passata quasi insonne, le colpirono la testa con parole, urla, liti. Ancora una volta la morsa di delusione la colse alla bocca dello stomaco, propagandosi per tutto il colpo. Le aveva detto che era una maestrina so tutto io, che si divertiva a giudicare tutto e tutti senza neanche criterio. Ricordò di quando quella sensazione orribile l'aveva aggredita per la prima volta, al pensiero che qualsiasi cosa avesse detto non avrebbe cambiato la sua opinione. Poggiò le mani sul freddo marmo del bagno, normalmente avrebbe puntato gli occhi allo specchio, si sarebbe convinta ad andare oltre, a farsi scivolare addosso ogni critica. Alzò la testa anche quella volta, nonostante sapesse che non avrebbe potuto vedere il suo riflesso. Louis non aveva una buona considerazione di lei. E allora? La sua opinione non doveva neanche toccarla, ma lui non si era neanche sforzato di guardarla. Un giudizio è facile da esprimere dalla superficie. È quello che si nasconde sotto ad essere complicato. Battè un pugno sul marmo e la pelle al contatto si riscaldò, come scottata. Il cuore accelerò la velocità del suo battito, spalleggiato dalla rabbia che fluiva liquida nelle sue vene. Aveva portato il famoso mp3 da museo e alzato il volume al massimo dalla cassa esterna, che solitamente faceva compagnia al suo rito giornaliero. Cantò sotto la doccia, mentre l'acqua scivolava sulla sua pelle, lavando via gli ultimi residui della notte. L'essenza agrodolce del limone e miele rivestì l'odore appiccicoso del letto. Si sforzò di lavare via anche i brutti pensieri, si sforzò di scrollarsi lui dai pensieri. Santa Elene la chiamava, e dalla sua bocca usciva con un tono arrogante e dispregiativo, tagliente come una lama che sa dove affondare il suo colpo, che sa come centrare il bersaglio. Non era mai stata tanto vulnerabile, aveva evitato di lasciarsi intaccare, crogiolandosi nell'illusione di risultare simpatica quasi a tutti. Certo, non poteva esserlo proprio a tutti. Sapeva di avere un carattere difficile, la sua vita era stata sempre perfetta, una famiglia perfetta, nel suo piccolo e nelle sue battaglie quotidiane, una vita comoda nella sua normalità. Aveva vissuto nel suo mondo rosa e vellutato. Crescendo poi lo scontro con la realtà cruda e per niente rosa era stato ancora più doloroso. I primi anni si era sentita come il pesce rosso che nuotava nella vasca degli squali, impossibile sopravvivere. Aveva avuto delusioni, vissuto il dolore dell'abbandono quando aveva perso una delle persone più importanti della sua vita, fasciandosi delle lacrime del non ritorno. E non si era mai innamorata. Aveva avuto storie e tragiche separazioni, credeva di aver a mala pena sfiorato l'amore senza mai essere riuscita a toccarlo. Con il tempo, era arrivata alla conclusione che la vita non era un cartone animato, che forse l'amore che lei desiderava non era mai esistito, una mera illusione creata dalla fantasia umana. Eppure lei continuava a credere in quel sentimento unico e travolgente, quello che durava per sempre. Ne aveva bisogno, esattamente come aveva bisogno della fede, aveva bisogno di aggrapparsi a quelle convinzioni per proseguire il suo cammino, e trovare la forza di alzarsi dopo ogni caduta. Ora aveva un salto nel buio letteralmente da compiere, per la prima volta forse aveva davanti un vero scontro per se stessa. Era caduta centinaia di volte ma non si era mai fatta nulla di grave e non solo metaforicamente. Come i bradipi, appunto, lentamente si era sempre alzata ed aveva continuato per la sua strada giusto con qualche livido in più. La vista era stata sempre fondamentale. E di ragazzi come Louis, che si credevano superiori ma in realtà non capivano nulla, ne aveva conosciuti e superati fin troppi. Non si sarebbe lasciata toccare ancora dai suoi commenti, anzi la strategia che avrebbe adottato sarebbe stata quella di non dargliene più modo. Non avrebbe più voluto...beh vederlo...anche se non era proprio il termine appropriato.
Ancora con il mini asciugamano avvolto addosso, cantava a squarcia gola, lanciando urli non troppo melodiosi alcune volte. Si era concessa il lusso di un bagno dopo la doccia, perché solo allora si era resa conto che la "doccia grande" in realtà fosse una vasca! Si era data della stupida per quel desiderio di farsi il bagno, ma infondo non aveva molto altro a disposizione per tenere occupata la sua giornata, così aveva deciso di crogiolarsi nel calore dell'acqua tiepida fin quando non aveva rischiato di addormentarsi anche lì. Che diamine! Allora si era messa a cantare e aveva dedicato più tempo del necessario alla cura dei capelli. Quante spazzolate doveva dare? Ah 100....quante?! La canzone della Sirenetta era partita a tutto volume, sapeva da lì sarebbe cominciata la sfilza di infinite colonne sonore dei cartoni animati. Che poteva farci...li adorava.

Una folata di umidiccio vapore aveva arrestato i suoi passi, costringendolo sulla soglia. A pochi, pochissimi metri da lei. Quel drago che sembrava sempre pronto a sbranarlo cantava a squarcia gola canzoni a lui completamente sconosciute, era avvolto da un misero asciugamano bianco, le copriva appena il fondo schiena, era sicuro che sarebbe bastato piegarsi appena per poter riuscire a vedere l'attaccatura delle gambe. La guardò, come se fosse stata la prima volta. La guardò per la prima volta assecondando il reale desiderio di guardarla. Le gambe erano lunghe e snelle, si soffermò più del dovuto ad osservarne ogni centimetro quasi i suoi occhi potessero sopperire quello strano desiderio di contatto che sembrava essersi attaccato alle sue dita.
Qui tutto è perfetto, non c'è un perché in armonia è con me. La quercia va in alto ma verso il cielo sola crescerà, ed io lo so è come me, ecco perché da solo sto!
Lei cantava. Sorrise improvvisamente, era buffa, urlava un pò troppo per le sue orecchie, ma non era male. Usava il phon come microfono. Certo, perché lei non poteva usare la spazzola come facevano tutti. Doveva sempre complicarsi la vita!
Notò poco dopo delle strane pantofole ai piedi. Erano fuxia e sopra vi era disegnato un buffo animale che sorrideva. Gli occhi saettarono in alto, lei si toccava i capelli di tanto in tanto, e quelli oscillavano tra le sue dita, dovevano essere morbidi al tocco. I riflessi cangianti tra dorato e caramello brillavano sotto la luce bianca e quando li alzò per scoprire il collo, lui provò uno strano formicolio, una tentazione dolce e amara allo stesso tempo. Voltò il viso di colpo, in modo che lui potesse tracciare il suo profilo con una scia infuocata di lava negli occhi. Dalle bende, fino a morire sulle sue labbra, erano carnose e rosee, non se n'era mai accorto, eppure non era lui quello bendato. Sentì improvvisamente caldo. Il vapore forse.
Lei cantava ancora e mimava una strana canzone muovendo le mani in strani gesti, completamente ignara della sua presenza alle spalle. Avrebbe dovuto chiudere la porta e abbandonare quella stanza. L'aveva trovata, era viva, vegeta, canterina e...mezza nuda.
E anche se voi siete deboli lavoreremo ancor di più, si vedrà l'uomo che non sei tu!
Stranamente si muoveva sicura davanti allo specchio, passi lenti ma ben assestati. Sembrava potesse vedere. Un brivido lo percosse avvolgendo ogni arto. Solo la sua mano che si poggiava ripetutamente sul lavabo alla ricerca della spazzola poteva testimoniare il contrario. Eppure i suoi movimenti apparivano più sicuri, spigliati e decisi.
Dal riflesso riuscì a vedere l'asciugamano abbassarsi lentamente, scoprendo a poco a poco un centimetro di pelle. Seguì come ipnotizzato quel lento scivolare, quasi spaventato che potesse regalargli qualcosa di più, fin quando lei non lo afferrò per portarlo maggiormente in alto.
E sarai veloce com'è veloce il vento, un uomo vero senza timori, potente come un vulcano attivo, quell'uomo sarai che adesso non sei tu!!
Ma così facendo l'asciugamano già precario, scoprì la prima cosa che lui aveva immaginato di poter vedere. Immediatamente il suo coinquilino dei piani bassi battè un colpo di approvazione non appena l'immagine di quella piccola porzione scoperta di natiche si proiettò nella sua testa. Basta era troppo. Sembrava un dannato stalker pervertito! Ma che diavolo gli prendeva?! Era sempre la stessa insopportabile persona! Scosse la testa contrariato da se stesso e dalle reazioni del suo maledetto corpo traditore. Desideroso di uscire immediatamente da quella vaporosa nebbiolina di assuefazione e inganno, mosse bruscamente un passo verso la porta, tanto bruscamente da sbatterci contro.
In quel momento sia lui che Elene ebbero la stessa reazione, si raggelarono sul posto.
Se guardo gli occhi tuoi nei quali poi si specchiano i miei. Puoi dirmi quel che vuoi, sei magica così come sei. Se chiudo gli occhi penso a te perciò vorrei sapere se pensi a me.
- C'è qualcuno? - si voltò di colpo, terrorizzata. Afferrando i lembi dell'asciugamano ancora attorcigliato addosso. Quel rumore non proveniva da lei, ne era certa, o era definitivamente impazzita, oppure non era stata lei l'artefice di quel colpo. Il sangue le si raggelò nelle vene al solo pensiero di poter essere spiata.
- Sono H.... - rispose lui immediatamente, attento solo all'intenzione di non spaventarla, senza neanche trovare il tempo di pensare. Lei urlò nella piena consapevolezza di non essere sola mentre lui mentalmente ringraziava il suo stridulo e assordante grido per aver coperto la terribile gaffe che stava per commettere. Stava per mordersi la lingua e darsi dell'idiota rimbecillito quando una spazzola, di un materiale che sicuramente non era plastica, dato il peso e la consistenza, non gli finì in faccia, proprio sulla bocca.
L'ennesimo cartone animato lasciò che le sue note rimbombassero in quel bagno.
In quest'avventura un segreto c'è e vorrei scoprirlo insieme a te.







Buonasera! Due parole per ringraziare ancora tutti coloro che leggono in silenzioso, votano o commentano questa storia. Siete voi a renderla speciale❤️

Ne approfitto per consigliarvi alcune letture che a me hanno fatto impazzire fin dalle prime righe, non sono riuscita a copiare e incollare perché sono una frana! E non sapevo come mettere le stanghette che presentano alcuni titoli, perdonatemi! Non sono finite, ma siccome sono tante le spezzetto nei vari capitoli così non viene un elenco infinito!

Little Things di FraViolet

Oystaperl - Il Regno perduto di imadreamer04

Promise di Aurora00HAZZA

Cursed, Dirty Love: Passion di MissFriitzenwalden

Merci Beaucoup di donutssprincess

A Beautiful Dream di DonyRora

L'amore è una cosa semplice di Light_Blue_

She'is not afraid di misslightblu

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