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xxi. murder of the station

▂▂▂▂▂▂▂ 𝐜𝐡𝐚𝐩𝐭𝐞𝐫 𝐭𝐰𝐞𝐧𝐭𝐲 𝐨𝐧𝐞

𝒎𝒖𝒓𝒅𝒆𝒓 𝒐𝒇 𝒕𝒉𝒆 𝒔𝒕𝒂𝒕𝒊𝒐𝒏  ▎💐:: 2417 𝖜𝖔𝖗𝖉𝖘










⚝ GIOVANNI PASCOLI UNA VOLTA SCRISSE: "Manina chiusa, che nel sonno grande stringi qualcosa, dimmi cosa ci hai!
Cosa ci ha? cosa ci ha? Vane domande:
quello che stringe, niuno saprà mai."

E da lì spesso analizzo questa frase. La mia manina chiusa stringe il passato, stringe mio fratello e il mio papà forte tra le nocche, cercando di non farli scappare, nonostante lo fecero da tempo. Sono scappati, o mi sono stati strappati via, poco importa, il punto è che non erano qui.

Forse Pascoli aveva ragione, nessuno saprà mai cosa c'è davvero tra le dita, cosa una persona tiene saldamente. Vane domande. Che nessuno nemmeno si preoccupa a porre perché, infondo, a nessuno importa.

Perché a qualcuno dovrebbe importare della mia vita, della mia sofferenza, del mio dolore, se esso non influenza in alcun modo la loro vita?

Perché a qualcuno dovrebbe interessare di mio fratello o del mio papà se la mia stessa madre me li ha portati via?

Socchiusi gli occhi quando raggiunsi il bagno. Il disgusto. Un sentimento sviluppato da tempo riguardo a me. Mi odiavo.

"Sky" mi richiamò John B. Io sospirai, mugulando un verso che gli consentiva di indirizzarmi in un luogo e lasciarmi il tempo esatto per potermi dare pace.

Non mi sentivo sicura, mi sentivo violata. Per più di dieci anni ho pensato di essere persa ma ora ho perso tutto, davvero.

Non avevo più una famiglia. La mia psicologa, colei che provava a comprendermi più di tutti era morta per colpa mia, perché aveva osato entrare negli affari di famiglia, quelli che mi avrebbero portata alla morte pur di mantenere un'immagine dignitosa. Ed ora avrei voluto solo parlare con qualcuno, ma a nessuno importava di Sky.

Sky ha sempre avuto dei problemi, le passerà. Ma davvero lo farà?

Forse tra quelle dita un giorno ci sarà un arma e punterà dritto verso il cuore di Sky, forse in quel momento passerà, forse lì Sky avrà chiuso quella cerchia di morti interminabile.

"Amore" mi richiamò nuovamente John B, posando il mento sulla mia spalla mentre il suo sguardo iniziava a posarsi sulla mia sagoma che si fissava allo specchio con disprezzo. Individuò all'istante quel sentimento di disgusto ed il suo sguardo si addolcì, impietosì.

Non sapette cosa dire, perciò girò la mia sagoma nella sua direzione, obbligandomi ad osservarlo con cura. Quando sostenziò che nel mio corpo Sky non era presente mi abbracciò, riportando un briciolo di stabilità in me. L'unica persona in grado di farlo era lui.

"Sei la mia persona" sussurrò quando ricambiai l'abbraccio, temendo di scoppiare in lacrime. Queste parole bastarono, per legare il mio cuore ad un altro animo.

A nessuno importava di Sky. Ma a John B, per un qualche strano motivo, si. Lui amava Sky.

John B staccò il contatto fisico e posò le mani sulle mie spalle, fissandomi negli occhi, che celavano una quantità indefinita di lacrime. Notò la mia espressione distrutta.

"Non devi farlo" parlò poi. Non gli importava dell'oro come quantità di ricchezza, o almeno non più. Questa è sempre stata una lotta per suo padre.

"Voglio farlo" affermai sicura.

. . .

Così, muniti di ogni speranza nel riavere quell'oro, ci incamminammo verso una realtà ben diversa. "C'è Sarah" sussurrai sbalordita. Non me lo sarei mai aspettata.

"Sembra obbligata ad andare" sospirò John B.

"Stanno litigando" spiegai, pensando in fretta e furia ad un piano sufficientemente buono da salvare Sarah, ma l'unica cosa che mi venne in mente era pericolosa e, in parte, senza senso. Ma andava bene per ora. "Cazzo" sbottai, entrando nel Twinkie, alla guida.

"Cos'hai intenzione di fare?" Chiese Pope, guardando me e John B già dentro alla macchina pronti a partire.

"Salvo Sarah" risposi cercando di trovare del buono in quella frase. Sembrava tutto fatto per essere buttato all'aria.

Così, pochi secondi dopo, partii a tutta velocità, sfondando il muro di ferro che ci divideva dalla pista di decollo dell'aereo privato di Ward Cameron che, con tutta la sua meschinità, era ancora lì a lottare per quell'oro, a costo di farsi odiare dalla sua stessa famiglia.

Guardai davanti a me e con John B riflettei ad un piano sufficientemente buono da poter essere utilizzato, poi pensai a quest'ultimo. "John B con questo mio piano potremmo morire" sussurrai andando a massima velocità per rincorrere l'aereo che era già partito.

"Fallo" sussurrò John B, stringendomi una delle due mani, l'altra era al volante mentre girai proprio davanti all'aereo frenando.

Sentii il cuore fermarsi per qualche istante, girai lo sguardo verso John B che non ebbe alcun ripensamento. Io e John B eravamo a poco dalla morte ma nessuno sembrava terrorizzato. Nel mio cuore sentivo adrenalina pura.

Ward ebbe due scelte in quel momento: confermare la sua nomina da assassino o frenare e salvare la coppia.

Nel momento cruciale John B strinse ancora più forte la mia mano e, con sguardo deciso, osservammo Sarah guardarci terrorizzata mentre piangeva a dirotto.

Avrei solo voluto che le circostanze fossero diverse. Che Ward non avesse ucciso il papà di John B ed il mio ex ragazzo. Avrei voluto che le cose fossero andate diversamente.

Ward frenò e riuscii a notare la sua rabbia anche solo dalle labbra corrugate. Sarah uscì dall'aereo e la seguì anche Ward, ma essa si buttò accanto a noi, non permettendogli di fare niente. John B stringeva ancora la mia mano, forse per sè stesso, o forse per farmi capire che era presente. "Cosa pensate di ottenere così? Eh? Niente!" Gridò ad alta voce Ward Cameron.

La mia espressione era immobile e dura mentre osservavo il viso di colui che uccise la famiglia di John B. Guardavo quell'assassino come se non avessi mai odiato nessuno come lo facevo in quel momento.

Ma in quel preciso momento, dove uno di noi avrebbe dovuto ribattere, si sentì l'auto della polizia ed io sospirai di gioia. Per una volta la giustizia sarebbe stata fatta. "Andatevene" tremò la bionda, con la paura che John B ed io venissimo arrestati, ma qualcosa ci fermò.

"Oh grazie al cielo, Susan te l'avevo detto che era impazzito" parlò con tono lagnoso Ward, facendo arrabbiare ancora di più John B. Le cui mani tremavano dalla rabbia che reprimeva in sé.

"Mani in alto" pronunciò freddamente la Peterkin, osservando fisso Ward Cameron. Il suo tono era talmente freddo da non percepirlo nemmeno umano.

"Fate come vi ha detto" comandò Ward, ma in quel caso a rispondere fu John B.

"Ce l'ha con te"

Così Ward si girò con il sorriso che si affievoliva sul suo viso per incontrare una pistola puntata proprio addosso a lui. "Sei in arresto per l'omicidio di Big John Routlege e di Josh Henderson"

Sarah si agitò, così la guardai negli occhi e strinsi anche la sua mano. "Sta tranquilla" sussurrai.

"Sta scherzando?" Domandò Ward con espressione terrorizzata sul viso. Per la prima volta doveva affrontare tutte le morti che aveva implicato.

"Metti le mani sopra la testa" alzò la voce stavolta la poliziotta, zittendo quella insopportabile di Ward.

Così lo sguardo di Ward si spense e alzò le mani sulla testa. "Ora girati" e lui seguì l'ordine, fronteggiando il suo sguardo con il mio e quello di John B.

Il mio era colmo di odio. Era la persona che odiavo più nel mondo. "Mettiti in ginocchio" continuò, tirando fuori dalla tasca le manette.

"Non mi piace essere usata" ammise la poliziotta, ammanettando Ward che si staccò,  provocando una reazione improvvisa alla donna, che tirò fuori la pistola.

Ma prima che potesse farlo, si sentì uno sparo.

Io, John B e Sarah sobbalzammo assieme. Chiudendo li occhi dalla paura. Non appena li riaprimmo, fummo sorpresi a scoprire che non fu la Peterkin a sparare, ma Rafe Cameron.

La Peterkin cadde a terra mentre Sarah scoppiò in lacrime, osservando suo fratello tenere in mano una pistola, quella che aveva sparato alla poliziotta.

"Rafe" sussurrai fra le lacrime, mentre ogni vana speranza di giustizia si sgretolava fra le mie mani.

"Rafe cos'hai fatto?" Domandò terrorizzato Ward e Rafe sorrise fra le lacrime.

"Ti ho salvato papà" sorrise fiero di sé, stava per piangere, ma qualcosa mi diceva fosse tutto frutto dell'adrenalina che possedeva in corpo, come se si assaporasse la morte da lui inflitta, le ossa della schiena contorcersi prima che il corpo cadda a terra con violenza. Subito dopo puntò l'arma addosso a me e John B, alternandola fra i nostri due corpo. Io mi misi davanti a John B, prima che Ward lo fermasse definitivamente.

"Ei, ei, fermo" parlò terrorizzato il padre, guardando suo figlio come se nemmeno lo riconoscesse.

Io Rafe lo conoscevo. Era stato completamente offuscato dalle sue problematiche famigliari. Suo padre l'ha sempre disprezzato, non gli ha mai mostrato amore. E forse, per lui, questo gesto era il modo migliore per acquisire la sua fiducia.

Ma il mio cuore si strinse in una morsa istantaneamente solo a pensare quanto cazzo fosse psicopatico.

Ward cercava di convincere Rafe a mollare l'arma, così io, John B e Sarah approfittammo per buttarci addosso alla Peterkin, cercando ancora ad aiutarla, ma era tutto troppo tardi, era come un deja-vu.

John B si tolse la benda dal braccio e la posò sul cuore della Peterkin, cercando di fermare il sangue che scorreva alla velocità della luce mentre Sarah ed io tremavamo sul posto.

Io scoppiai a piangere silenziosamente. Ogni morte che vedevo davanti ai miei occhi, mi riportava alla precedente, e poi alla precedente ancora, e poi quella ancora fino ad arrivare alla prima. Le sensazioni che provavo, tuttavia, erano le stesse. Ogni volta che mi trovavo davanti quel cadavere morente con il respiro spezzato, il sangue che gli soffocava, il petto che oscillava su e giù ed il dolore che li affliggeva, sentivo il mio cuore spezzarsi per ogni battito che non riuscivano più a percepire.

"Chiedi aiuto" balbettò la donna in agonia, con il sangue che le cadde dalle labbra non appena si diede forza di aprirla, indicando il bordo della sua giacca, facendo sì che John B afferri la radio attaccata al suo petto. Ma questo gesto fece arrabbiare Rafe, che puntò l'arma addosso a lui.

"Non provarci stronzo" scandì ogni singolo termine, con la mano ferma. Lui avrebbe sparato.

Il castano lo guardò con le lacrime agli occhi ed il mio cuore non riuscì a reggerlo. Questo era il primo cadavere che vedeva, il primo che toccava e il primo che non avrebbe salvato. "John B dammi la radio" lo manipolò una nuova volta Ward, con la sua espressione calma, quasi esperta. Ward sapeva fottutamente l'arma che poteva usare contro John B, le parole calme, lente, che usava con lui erano tali e quali a quelle di un padre, come se sapesse il punto debole di John B. La continua mancanza di una figura paterna.

Si avvicinò a lui con cautela, aprendoli la mano e prendendola, John B non su oppose, anzi, sembrò talmente sotto shock da non riuscire a reagire a quel gesto. La Peterkin si agitò, gridando a squarciagola. "Va via!"

Pronunciò. "Andate via" terminò, mentre Ward passava la radio a Rafe con troppa tranquillità. Quasi riuscisse a non provare più nulla alla vista di un cadavere.

"Scappa" ripeté la donna.

"Non posso lasciarti qui" sussurrò fra le lacrime John B, le mani colme di sangue li tremavano come foglie d'autunno e scommetto che il suo cuore battesse talmente forte da uscire dal petto.

"Scappa" lo rammentò, così John B la ascoltò, si alzò e prese la rincorsa, afferrando il mio braccio saldamente, facendosi notare dai due Cameron, che vennero bloccati da Sarah in persona. L'unica persona che Ward non avrebbe mai ucciso.

Io e John B fuggimmo lontano e, quando fummo ad una distanza radicale, lui sbatté la nuca contro la mia spalla, simulando un abbraccio. Io lo strinsi a me mentre scoppiava in lacrime e singhiozzi addolorati.

La vista del cadavere era stato un terribile momento per lui e questa cosa mi spezzava a metà. Avrei voluto che le cose fossero andate diversamente, ma semplicemente ciò che volevo non importava, in quanto ogni cosa accadesse per una ragione.

Nonostante io creda che la giustizia non sia più una ragione valida per far accadere una determinata azione.

"Sky lei è morta" pianse più forte, sedendosi a terra, ed io lo seguii cercando di rendere l'impatto più tranquillo possibile.

"Lo so" sussurrai con le lacrime agli occhi mentre gli baciavo la punta della testa. "Lo so" ripetei.

"Lui deve soffrire per quello che ha fatto. Deve marcire in carcere" mi fece sapere, come se avesse ancora fede nella polizia, come se i soldi di Ward non contassero. Ma non era così, quelli contavano eccome ed il fatto più clamoroso era appunto il fatto che contavano parecchio.

Noi non avevamo speranza in quella lotta, avevamo perso.

"Hai ragione" riuscii solo a dire, mentre mi tenevo dentro tutta la realtà, tutta la cruda verità. Con le dita fra i capelli di John B lo baciai, cercando di calmarlo, ma la realtà era che questo episodio era troppo per lui, come lo era per tutti noi.

Lo fissai fremere fra le mie braccia, mentre l'unica cosa che potevo dargli era anche l'unica che io non ricevetti mai da nessuno tranne lui: amore.

Perché il nostro amore ci avrebbe portato alla distruzione, ma forse in questo mondo la morte era la più grande conquista. In un mondo di ingiustizia, di casi irrisolti, di omicidi improvvisi e ingiustificati, la morte era l'unica cosa che ti permetteva di sentirti ancora qualcuno e non un burattino, che doveva sottostare alla legge tremenda di uomini senza senno.

Perché, forse, io e John B eravamo nati per morire, perché sopravvivere era una condizione troppo cruda per il nostro essere.







author notes

sono tornata di nuovo dopo un paio di mesi di assenza perché questa storia, per quanto mi piaccia, mi appesantisce scriverla.

non so se è normale questa cosa, così, ogni tanto, quando mi sento un po' come sky, riprendo a scrivere fino a formare un capitolo sensato.

questo è cortino, ma è quello che sono riuscita a fare per non lasciarvi senza finale. probabilmente il prossimo capitolo arriverà più in fretta, ma chi lo sa?

intanto ho anche cambiato il layout e sto già scrivendo un nuovo capitolo. tra due capitoli l'atto si concluderà. si, dopo più di un anno e mezzo ho concluso solo un atto, ma consideriamo che è una vittoria, soprattuto per l'impatto che ha la storia abbastanza importante.

ci vediamo al prossimo capitolo♥️

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