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xvii. haven't i given enough

▂▂▂▂▂▂▂ 𝐜𝐡𝐚𝐩𝐭𝐞𝐫 𝐬𝐞𝐯𝐞𝐧𝐭𝐞𝐞𝐧

𝒉𝒂𝒗𝒆𝒏𝒕 𝒊 𝒈𝒊𝒗𝒆𝒏 𝒆𝒏𝒐𝒖𝒈𝒉? ▎💐:: 10204 𝖜𝖔𝖗𝖉𝖘





















IL MONDO È UN PIANETA IN CONTINUA ROTAZIONE; lui ruota di suo assieme a tutti i pianeti del sistema solare e, indipendentemente dal fatto che uno di loro smetta di ruotare, loro continuaneranno a roteare, finché non sfideranno la loro sorte, facendo la loro fine.

La cosa più particolare, però, sono le tante regole, posizioni, satelliti che vi sono presenti in un semplice moto di rotazione.

La complessità di un gesto apparentemente così semplice, ma allo stesso momento così fondamentale.

Ogni tanto potremmo paragonare questo fenomeno a qualsiasi cosa, ma in ogni caso non sarebbe equo.

Credo che molte persone si ritengano a livello di qualcosa, quando invece questo è troppo per il soggetto stesso; il gesto poi amplifica il nostro senso di angoscia, che viene provocata dall'insoddisfazione dei risultati ottenuti e, di conseguenza, dal poco orgoglio che dimostrano i propri cari.

Ricordo quando ero più piccola, e tutto dipendeva dal modo in cui più persone vedevano la mia immagine e, fidatevi, forse non c'era sensazione peggiore di vedere qualcuno deluso o schifato da te.

Questo ti portava a sminuire gradualmente te stesso, iniziando ad avete una brutta visione di te.

L'autostima è una bestia e la vita è paragonabile ad una lotta continua, se non hai l'arma letale, sei in svantaggio o, nel peggiore dei casi, perdi.

Ma io avevo le mie armi, la ricchezza e la bellezza, che secondo la maggiorparte delle persone era ciò che mi contrastingueva da molti: una persona ricca non può essere anche bella di naturale e viceversa, ma le poche eccezioni sono viste come vittime dall'occhio di una preda, cioè puoi considerare la tua vita un pratico inferno.

Per esempio nel mio caso l'inferno si avverava con la mia paura più grande ripetuta più e più volte: vedere persone care morirmi davanti agli occhi.

Ed era per questo che, in questo preciso momento stavo piangendo tenendo stretta la mano di John B, mentre mi guardava con gli occhi socchiusi e, nonostante ciò, sorrideva. "John B, scusa" sussurrai con le labbra sulla sua fronte, dopo aver spostato i suoi capelli in alto.

Lui sapeva ma non sapeva che stavo piangendo; era certo, ma non mi aveva ancora vista, stavo solo respirando e le lacrime più pesanti erano già secche sulla mia pelle.

"Sky ti prego no, non è colpa tua" mi guardò seriamente, ma io mi nascondevo dalla sua vista, nascondevo la me colpevole.

"Avrei potuto perderti" gli ricordai, un senso di sollievo mi pervase completamente il corpo, da testa a piedi. "E sarebbe stata colpa mia" aggiunsi.

"Sky, non sei stata tu a spingermi da quella scala" sospirò, cercando di alzarsi, ma io lo bloccai, accarezzandogli la guancia che fissavo da quando i suoi occhi si sono aperti.

"Sai anche tu che è colpa mia, ti ho avvertito due minuti prima" continuai a mostrare prove della mia maledizione, o qualsiasi cosa sia questo inferno.

"Tu non lo sapevi!" Alzò la voce, alzandosi di scatto sulla schiena. "Ti prego, siediti qui" sussurrò poi, spostandosi di lato, ed io lo feci in modo silenzioso, accettando di guardarlo negli occhi, per vincere questa lotta, o perderla.

Il punto è che avevo bisogno di sentire il suo calore, per capire che non era spacciato, la situazione era diversa dalla morte di Richard, John B non era morto.

Nello stesso momento in cui il mi corpo venne in contatto con il suo, lui allargò il braccio, facendomi mettere con la testa sul suo petto per poi abbracciarmi. Era caldo, quindi sospirai di sollievo. Il suo profumo, merda, quello è il profumo della mia persona preferita nel mondo. "Non è colpa tua, Sky. Non lo è mai stata" sussurrò sulla mia fronte, accarezzandomi i capelli e giocherellandoci con le dita.

E vorrei crederci, davvero, avrei voluto credere a quelle parole e ricominciare a vivere; ma feci ciò che ho sempre fatto: fingere. E, molto probabilmente, qualsiasi rapporto che ho sarebbe migliore se io lo fossi.

Ma con i Pogues? Davvero con i Pogues sarebbe migliore? Potrebbe mai essere meglio di così? Non credo.

Tuttavia qualcuno bussò alla porta, interruppendo il nostro discorso. "Non volevo rovinare il momento, ma un uomo vuole parlare con il signor. Routledge" mi sorrise l'infermiera e io ricambiai, dando uno sguardo al mio ragazzo.

Poi mi alzai, accarezzando il braccio di John B con il pollice, ma lui mi bloccò con la mano e alzò pian piano lo sguardo sui miei occhi. "Puoi rimanere, saranno gli assistenti sociali" sussurrò, io annuii.

Quindi aspettammo assieme che la porta si apra, ma, quando questo accadde la figura di Ward ci destabilizzò. "Ciao figliolo, buongiorno signorina Boseman" ci fece un cenno di saluto.

Io abbassai lo sguardo, fissando il pollice di John B, giocherellare avanti e indietro sulla mia coscia. È strano, davvero tanto, pensare a quanto abbiamo vissuto per arrivare a questo; pensare che, se John B non mi avesse fermata nel corridoio, tra noi due non sarebbe così e nessuno dei due sarebbe così.

Il mio stomaco faceva rotoli che mi facevano stare bene ad ogni suo tocco.

"Vorrei parlare con John B" mi sorrise Ward, sottintendendo la loro privatezza in questo argomento; io annuii, e mi alzai definitivamente dal letto, sorridendo dolcemente al castano più giovane.

John B mi bloccò. "No, lei resta" provò a controbattere, ma fui io a scuotere la testa.

"Va bene così, io sono fuori dalla porta, se succede qualcosa chiamami subito" lo avvertii, per farsì che tutto si risolva, ma sorrisi con conforto a John B, mandando poi un'occhiataccia a Ward.

Andava bene, finché non sarebbe finita, sarebbe andata bene così.

Io uscii dalla porta, accompagnandola alla chiusura per farsì che non sbatta e, con leggerezza, mi sedetti accanto a JJ, che fissava la stanza di John B da prima che io entrassi. "Tutto bene?" Domandò con agitazione nel tono. Io posai una mano sul suo ginocchio per tranquillizzarlo e annuii.

"Sta bene, ha un braccio rotto" feci un mezzo sorriso, come se il mio ragazzo non fosse caduto dall'altezza di un palazzo.

JJ respirò a fatica, alzando lo sguardo sul mio. "So che- sembra scontato" introdusse, cercando di scontrare i suoi occhi azzurri con i miei. "Ma non è colpa tua" continuò. E la cosa più strana è che, davvero, mi sono sentita così male quando lo sentii dalle sue labbra.

Abbassai lo sguardo e mi venne da piangere. Anche lui sapeva. Tutti sapevano. "JJ, tutto bene?" Domandai poco dopo, notando il suo sguardo leggero, abbassarsi e raggiungere il mio obiettivo. "Sei strano da quando io e John B stiamo assieme"

Lui sorrise, ma non di felicità, era più che altro un cenno, e lo notai dai suoi occhi spenti. Ero davanti a lui, a meno di un metro, e sentivo come se fossimo distanti chilometri e chilometri. "Sono così
fiero di voi- di te- di tutto quello che avete creato, ma- è strano pensare che ora vi preferite l'un l'altro è che non ho più un vero e proprio migliore amico" sospirò. Io lo guardai e capii all'istante che era sincero, e mi sentii terribilmente in colpa.

I miei occhi iniziarono a lacrimare lentamente e mi ritrovai in poco con due occhi lucidi. "Jayj" iniziai, cercando di pulirmi le lacrime, ma ogni volta che ricordavo ciò che mi aveva detto, mi sentivo sempre più colpevole. "Scusa" gesticolai, per cercare di concentrarmi, ma nulla era più sensato di questa piccola parola, da cinque lettere, che dimostrava a pieno il sentimento che provavo.

"Non è colpa vostra" sussurrò, sospirando, e fui io, stavolta, ad allargare le braccia e guardarlo avvicinarsi, finché non lo sentii sul petto, lo abbracciai forte, sentendolo ricambiare con potenza.

Non appena ci staccammo, ci fu qualche secondo in cui rimanemmo pensierosi, a guardare a terra, ma il momento di silenzio venne interrotto da John B, che uscì dalla porta accanto a Ward e, con velocità, anche Sarah si aggregò a loro. Io lo guardai da lontano e, quando si avvicinò a me, mi fece cenno di venire con lui.

Io scambiai uno sguardo confuso con JJ, che non capiva decisamente di cosa si stesse parlando, ma come anche io. "Vai, vai" mi fece cenno di andare.

Io sorrisi. "Ti scrivo quello che succede" gli sorrisi, e mi avvicinai a passo svelto a John B, alla quale mandai uno sguardo confuso.

"Mi ha difeso con i servizi sociali e ha detto che posso vivere da lui per qualche giorno" spiegò brevemente, io sospirai.

"E dove stiamo andando?" Domandai, ma la risposta mi parve davanti al viso non appena viddi Ward aprirmi la porta della sua macchina bianca. John B mi fece passare per prima ed io entrai e lo stesso fece lui, qualche secondo dopo.

Ward si sedette davanti e, di fianco a lui, giaceva Sarah, che mi sorrise tramite lo specchietto. Io ricambiai un po' sforzatamente, per poi concentrarmi nuovamente su John B, che fece lo stesso, ma mostrando entrambe le fossette.

Nei suoi occhi leggevo emozioni di ogni tipo, ma per lo più quelle forti e, in un secondo non vidi più gli occhi e sentii le sue labbra sulle mie in un cenno veloce. Io abbassai lo sguardo, anche se il gesto era veloce, mi emozionavo tutte le volte.

Poi sentii le sue dita abbassarsi fino alla mia coscia, dove giaceva la mia mano, che afferrò saldamente, accarezzandola con il pollice.

Io capii che mi andava bene, ma, c'era quella paura nell'intrudurlo nella vita da Kooks; avevo paura di qualcosa che non esisteva, ma, questo, in un qualche modo, avrebbe significato mostrargli la mia vita prima, che non era niente di che, ma mi donava un senso di disagio che non sapevo come gestire.

. . .

Eravamo a casa, da poco arrivati nella nuova camera di John B e Sarah gli sorrideva e lui sorrideva a lei e io- non lo so. "Comunque ora vi lascio soli, a parlare di- sapete cosa, non riesco ancora a credere che siate una coppia!" Sclerò lei, uscendo dalla camera mentre io ridacchiai semplicemente.

Poi lui si sedette sul letto, trascinandosi con un braccio per via dell'altro fasciato, afferrando con l'indice le codine dei miei jeans per avvicinarmi di più a lui. Io gli sorrisi, facendo un mezzo passo in avanti, per farsì che il suo naso tocchi i miei addominali. "Mi piaci tanto" sussurrò, per poi darmi un bacio sulla pancia e abbracciarmi, facendomi cadere sul letto con lui.

"Anche a me piaci tu, tantissimo" ricambiai, ridendo mentre prendevo il suo viso tra le dita e lo baciavo. L'unica mia certezza ora era appoggiarmi a quelle di John B.

"Ti va di fare discorsi seri?" Domandò per sicurezza, io alzai lo sguardo sul suo viso, scuotendo poi la testa. "Immaginavo" ridacchiò, ed io lo zittii baciandolo.

Mi piace, mi piace, mi piace, mi piace tutto di lui.

Ma ad interrompere il nostro bacio, il più duraturo fino ad adesso, furono tre battiti alla porta e tre finti colpi di tosse. "Scusate ragazzi" ci richiamò, e di colpo ci staccammo, allontanandoci l'uno dall'altro con fiatone.

"Tranquilla, farò finta di niente con tua mamma Sky, prevedo che tu non gliel'abbia ancora detto" sorrise con dolcezza ed io finsi un sorriso di cortesia; avrei voluto continuare a baciare John B fino all'infinito. "Ragazzi, Sarah mi ha detto che stavate cercando le mie mappe quindi, volevo chiedervi, ma voi state continuando le ricerche dei vostri genitori?"

La domanda sul momento mi destabilizzò, nel senso, si, il papà di John B faceva ricerche sul Royal Mercheint, ma due quesiti ora mi si illuminavano sulla testa: Come faceva Ward a saperlo? Si, era ovvio che Big John stesse facendo qualcosa di strano e che, forse, sia morto proprio per quello, ma nessuno sapeva di preciso ciò che faceva; e la seconda, che mi tuonò in mente appena sentii la frase, era più infantile, qualcosa che non comprendevo; i vostri? Da quando i miei genitori avevano ricercato il Royal e perché non me l'hanno mai detto?

Subito dopo mi convinsi che fosse solo un errore e che intendesse Big John.

"Io sono un fanatico della storia, me l'ha tramandato mio padre, e Sky ed io stiamo assieme, le ho fatto vedere uno stile di figura architettonica e lei disse di averlo già visto da qualche parte, e, come si suol dire, il resto è storia" spiegò con elaboratezza John B, cercando di dare dettagli ma non troppo pensati.

"Ha senso" fece spallucce l'uomo, dandoci una pacca sulla spalla e, finalmente lasciandoci soli, ma l'imbarazzo ora era tanto. Io abbassai lo sguardo sulle mie mani, che avvolgevano le mie ginocchia come delle protezioni ciclistiche.

"I tuoi genitori hanno indagato per il Royal?" Domandò John B, dando uno sguardo ai miei capelli prima che mi girassi nella sua direzione e gli mostrassi la mia espressione più confusa.

"Credo si sia sbagliato" feci spallucce, provando a sembrare risoluta, ma niente, la curiosità mi uccideva a tal modo da essere ad un passo da chiederlo a mia madre, ma lì avrebbe scoperto tutto, e non potevo permetterlo.

"Ora dormirò a casa mia?" Domandai. Il fatto era proprio che avevo il terrore di tornare a casa per più di una notte, come se ci fosse una parte di me lì dentro che potesse uccidermi ed io fossi completamente indifesa davanti al suo sguardo.

"Come preferisci. Sky, tutto ciò che è mio è anche tuo, il Chateau è la tua seconda casa, puoi andarci quando vuoi." Parlò chiaramente, avvicinandosi a me, spostando una ciocca rossa da davanti al mio viso.

Io sorrisi, mi sentivo così speciale davanti al suo sguardo, sembrava che fossi qualcosa di fragile, qualcosa che amava tanto da voler proteggerlo con tutto sé stesso. "Grazie John B" abbassai lo sguardo, e realizzai quanto freddo possa sembrare il suo nome per intero, come se io e lui non stessimo assieme. "Amore-" lo richiamai poi, come per correggermi, con leggero imbarazzo nel tono, come se fosse un passo per me, un passo per qualcosa di talmente serio da lancerarmi il petto.

Il sorriso gli si estendette su tutti i muscoli del viso e abbassò lo sguardo, provocando un solco nel mio petto che mi fece scuotere dai brividi. E la cosa più terribile è che mi piacevano tanto quelle sensazioni, tutto quello che provavo con John B per me era sacro.

"Sarà così terribile renderle amiche?" Domandai poi, riferendomi a Kiara e Sarah. Lui sorrise e scosse la testa, poi abbassò lo sguardo.

"È stata così terribile con te?" Mi chiese poi, tornando spaventosamente serio, facendomi ribollire qualcosa nello stomaco.

Io sorrisi come per sdrammatizzare, ma poi dovetti annuire. "Ha detto qualcosa di molto privato su di me" spiegai brevemente, dandogli un bacio sulle labbra.

"Si puo' sapere cosa?" Domandò. Io mi avvicinai a lui, sedendomi sulle sue cosce, avvolgendo le gambe alla sua schiena ed abbracciandolo forte.

"Forse più avanti" non gli diedi false speranze, l'avrei davvero detto più avanti, ne ero convinta.

E lui mi baciò la testa, capendo all'istante che non fosse una cosa leggera; e forse un'altra delle cose che amavo di John B era il modo in cui tutto per lui era un continuo rispettarsi a vicenda.

Non credo sia strano amare John B, chiunque lo farebbe se non fosse superficiale riguardante i suoi soldi; lui non aveva tanto, ma aveva un cuore d'oro, e, onestamente, era la persona più bella sulla terra, bella in qualsiasi senso.

Ed io ero fortunata ad averlo, perché curava ogni mia ferita con il suo sorriso, le sue parole, le sue carezze, i suoi baci e i suoi abbracci.

. . .

Io e John B avevamo da poco capito che la casa di Sarah era il posto meno sicuro in cui parlare del Royal, anche per via di Sarah che, per darci un grosso vantaggio nella discussione con Kie, abbiamo deciso di non coinvolgere più finché non l'avremmo aggiunta ai Pogues.

A proposito, ne ho parlato con Sarah ed era entusiasta, a parte per Kie, ma le ho detto che avremmo chiarito la situazione prima che si facesse . . . troppo.

"L'unica cosa ora è decodificare il codice" sospirò John B, facendo passare le dita fra i capelli. Io poggiai la testa sulla sua spalla e gli diedi un bacio sopra, per mostrargli il mio totale appoggio. "È che proprio non si capisce"

"Basta solo vedere oltre" recitai sarcasticamente, ricevendo un accenno di risata da parte del mio ragazzo.

"Magari fosse semplice . . ." parlò, mostrandosi in disparte, quasi sul punto di mollare tutto. Intanto sfogliava le mappe con delicatezza, aiutandosi con le foto e con tutto ciò che poteva portarci nella pista giusta.

"Ehi, tranquillo, ce la faremo" gli sorrisi, addolcendo la sua espressione e, di conseguenza, mi sono guadagnata un bacio sulle labbra. Al Wreck c'era tanta gente, quindi Kie era obbligata ad andare avanti e indietro per il bar, distribuendo cibo in quantità industriali.

John B andò verso il tavolino alla quale serviva i piatti per comunicare con Kie, mentre io rimasi al bancone, guardando le persone, per lo più Kook, passare avanti e indietro per la sala, con vestiti estivi e occhiali da sole addosso, mentre sorseggiavano i loro cocktail alcolici.

Se devo essere sincera erano molte le volte in cui mi sentivo come in questo momento e il fatto che nulla cambi, neanche dopo anni e anni di tempo, mi fa sentire come se ci fosse qualcosa di sbagliato in me.

Il fatto è che la situazione era a livelli alti, e i Pogues sembravano preparati a correre, nascondersi e a fare qualsiasi cosa che implichi il movimento, mentre io ero una mezza Pogue, non sapevo fare nulla del genere e nessuno mai mi aveva chiesto di farlo, ma il fatto che il giorno in cui la mia probabilità di fallire si avvicinerà di più al 100% stia pian piano arrivando, mi stressa molto.

Chiusi gli occhi per via del bruciore che mi provocava l'aria condizionata e le due ore di sonno. Credo di non aver mai dormito così poco, ma la stanchezza era anche nettamente collegata al pianto per il ricovero di John B e per i pensieri che mi tornano in mente pian piano.

Pensavo che avrei dimenticato del tutto qualsiasi cosa mi avesse fatta soffrire, ma mi rendo conto solo ora che tra non molto tutto mi sarebbe tornato addosso più forte di prima e che, se non avrò abbastanza forze per resistere, ci ricadrò più affondo, e forse sarà la volta buona in cui Sky smetterà di danneggiare la vita delle anime buone.

Odio ammetterlo, ma qualsiasi pensiero avessi prima ora sta ritornando in una forma che non riconosco; tutto il dolore, tutta la sofferenza non mi è stranamente famigliare, e il fatto che non riesco a riconoscerla, questo non mi permette di capirmi e di dare soluzioni.

Ho paura che il mio dolore arrivi ad un punto massimo, in cui tornerò a tentare di farlo e me ne pentirò dopo, oppure no, forse questa volta non me ne pentirò; la cosa mi terrorizza, ma allo stesso tempo mi fa rendere conto di quanto sia giusta come scelta. Ma stavolta ho qualcuno a cui importa di me, John B, lui ne uscirebbe distrutto, ma in quel momento la sua opinione non varrà quanto la vocina che avrò in testa ed essa avrà la meglio sulla qualunque, vincendo.

Muori, muori, muori, muori, muori, muori, muori, muori, muori, muori, muori, muori, muori, muori, muori,muori, muori, muori, muori, muori, muori, muori,muori, muori, muori, muori, muori, muori, muori,muori, muori, muori, muori, muori, muori, muori,muori, muori, muori, muori, muori, muori, muori.

La lametta toccherà il mio braccio fino a quando il mio ultimo respiro sarà seguito da un singhiozzo e l'oscurità prevalerà tra tutto. Gli occhi si chiuderanno, ed io non mi impegnerò nemmeno a tenerli aperti, le mie mani cadranno a terra assieme alla lametta e, in pochi secondi, i miei vestiti saranno fradici, sporchi; tutto lo sforzo sarà terminato, non dovrò più soffrire.

Non appena l'immagine di Sky a terra dissanguata si fece spazio nella mia mente, un conato di vomito mi fece piegare a metà e, a passo svelto, raggiunsi la porta del bagno, spingendo le due porticine che mi fecero entrare in un bagno singolo dove mi piegai sul water e vomitai.

Questi giorni erano pesanti, stressanti e dolorosi, ma avrei dovuto resistere ancora un po'.

Il gusto aspro del vomito mi fece contrarre le budella e, quando ebbi terminato, con i capelli leggermente sporchi di vomito, mi sedetti accanto al water, mandando giù l'acqua.

Mi venne voglia di piangere semplicemente, sarebbe stato più facile, ma non usciva alcuna lacrima dai miei occhi, quindi mi limitai a guardare la porta di legno bianco sporca e un po' rotta del bagno delle donne, seduta con il sedere sul pavimento ghiacciato e anch'esso lercio.

Il vuoto mi invase da dentro, facendomi sospirare. Aiutandomi con le mani, mi alzai in piedi, e, con la testa che mi girava un po', andai a pulirmi le mani, sciacquando la faccia e ripulendo con attenzione i capelli.

Poi diedi qualche minuto a me stessa per osservarmi allo specchio, quello incrostato di muffa, con goccioline di acqua sulla superficie, ma mi vidi perfettamente, vidi le occhiaie che contornavano i miei occhi umidi, le ciglia attaccate tra di loro per via dell'acqua, le labbra gonfie e arrossate, insomma, vidi il mostro che ero diventata, e mi schifai di me stessa. "Va tutto bene" mi convinsi, spostando i capelli all'indietro, guardandoli attentamente, ed anch'essi erano terribili: tutti sporchi, di un rossiccio stancante. Sospirai.

Vorrei solo non vedermi più. Il mio cuore batté più e più volte e, con grande sforzo, staccai lo sguardo dal mio riflesso, riprendendo a respirare.

Devi solo farti una doccia. Mi ripetei, uscendo dal bagno con sguardo basso, ora indossavo una felpa di John B, con le maniche tirate sui polsi, tenendo l'elastico della manica tra le dita. La felpa mi ricopriva persino il pantaloncino e ne andavo quasi fiera. "Amore, dove vai? Tra un po' arrivano JJ e Pope." Mi fermò John B, avvolgendo il braccio alla mia vita per poi baciarmi il collo.

"Non mi sento molto bene. Vado a farmi una doccia e ci incontriamo allo Chateau?" Domandai un po' frettolosamente. Lui mi guardò un'attimo perplesso, tenendomi ancora salda per la schiena, adesso, involontariamente, un po' più giù.

"Sky, tutto bene? Hai bisogno di me?" Mi chiese, e mi si spezzò il cuore a non avere le forze ad unirlo alle mie crisi, parlargli del mio carattere, spiegargli che non c'era più nulla da fare: sarebbe tutto finito in me.

Ma accennai un sorriso, nonostante in me fosse tutto spezzato, gli sorrisi e scossi la testa. "Ti prometto che arrivo tra un'oretta allo Chateau" sussurrai, poi lo baciai.

E lui sforzò un sorriso, l'ho notato e il cuore mi si spezzò ancora di più nel rovinarlo, mi sentivo come se ogni mia reazione lo demoralizzasse ma lui stesse comunque con me perché gli piacevo. "John B, sai che mi piaci da morire?" Sussurrai, cercando di fargli capire che c'ero, anche se non c'ero.

"Anche a me piaci, Sky." Sussurrò. Io accennai un sorriso e il suo braccio mi avvicinò a lui, il suo naso mi toccò l'addome; avevo bisogno di quell'abbraccio, avevo bisogno di aggrapparmi a lui, ma lui non aveva bisogno delle mie problematiche, non aveva bisogno di sentirmi cadere in pezzi per cose come queste, per qualcosa che nessuno sarebbe riuscito a reggere.

Non appena ci staccammo, io uscii dal Wreck, facendo qualche passo per poi raggiungere un posto isolato, un parchetto, che divideva la strada da casa mia. Il parchetto dove tutti giocavano, dove chiunque si sarebbe divertito, dove io ho camminato per la prima volta, dove ho incontrato Sarah, e poi Rafe.

Lo sorpassai, fingendo che quel piccolo pezzo di erba non fosse un pezzo dei miei ricordi più profondi, come se non centrasse nulla con me, con così tanta non curanza che quasi mi facevo paura. Nulla era più uguale, nessuno di noi era più piccolo e ora a nessuno importava di rimanere qualche minuto in più seduto sulla sabbia e semplicemente farla passare fra le dita, divertendoci così.

Ora ero a casa e, non appena aprii la porta mi fiondai in camera, senza salutare, non so neppure se ci sia mia mamma in casa, ma non credo nemmeno mi importi.

Mi spogliai lentamente dai vestiti ed entrai nella doccia e, nonostante il caldo che provavo, la misi al caldo, poi mi godetti i brividi del primo impatto, sedendomi a terra sulle piastrelle della doccia, con le ginocchia al petto e le braccia che avvolgevano le gambe. L'acqua mi scorreva tra i capelli, mi bagnava la fronte, mi entrava negli occhi.

E il bruciore che provavo alla pelle non era neppure lontanamente paragonabile a quello che provavo dentro.

Non riuscivo nemmeno a spiegare quanto mi sentivo stranamente triste in questo periodo: il fatto è che tutto collegava John B alla mia vita e la cosa mi faceva paura, la mia vita passata mi faceva paura.

Non volevo ritrovarmi parte dei drammi che mi tormentavano sin da piccola, non volevo che John B vedesse ciò che ho fatto prima di incontrarlo, non volevo che collegasse tutte le cicatrici che baciava per proteggermi ad un periodo preciso, non volevo che ne capisse il motivo; ma ora era vicino al scoprirlo, ed io non potevo impedirli di fare il passo in avanti.

Ora mi apparì chiaro il perché di quelle cicatrici, il perché la mia mente mi imponesse a farle, ed ora mi sentivo allo stesso modo; voglio abbracciare John B, stringerlo a me e piangere sulla sua spalla, ma se lo facessi, dovrei anche spiegargli quanto sono vicina a ricominciare tutto da capo e come più nulla mi avrebbe fermato.

Ora, assieme all'acqua piena di calcare, dai miei occhi cadevano molteplici lacrime salate, che si dividevano dall'acqua come l'olio, facendomi provare il loro dolore come se incidessero una scia dietro a loro. Ma nessun rumore sospetto uscì dalle mie labbra, niente, neanche un respiro.

Niente mi avrebbe sconcentrato, c'era solo bisogno di sorridere, e con John B non era difficile, con lui tutto mi riusciva più facile.

Istintivamente sorrisi, sentendomi ricoperta di così tanto amore da percepirlo nelle vene, da sentire il suo profumo inciso sulla mia pelle, da sentire le sue mani nei miei capelli, da avvertire le sue labbra sulle mie. Ed il sentimento mi fece scuotere dai brividi, facendomi realizzare quanto fossi fortunata a provare quel qualcosa per una persona come John B.

Spostai i capelli dal mio viso e gli strizzai, poi gli misi in un turbante che subito dopo slegai, vestendomi con una felpa per farsì che i capelli bagnati non mi facciano venire la febbre e, con passo veloce, mi diressi verso lo Chateau.

. . .

Sky, non appena hai finito, vieni al Lotto Nove, a casa della Crein.

Ed ecco come sono arrivata a casa di un'assassina colposa ceca che da anni terrorozzava Tenny Hill e tutti i suoi abitanti.

La sua storia è stata probabilmente revisionata con il tempo, anche perché le prime volte si parlava di omicidio, ma poi la storia ha iniziato ad estendersi ai fantasmi e agli spiriti e chi ne ha più ne metta. Non so cosa ne penso, ma so che ha ucciso suo marito e ha tagliato la sua testa, ma la cosa non mi spaventa.

"John B, dove sei?" Lo richiamai, ma da dietro sentii le voci del gruppo, che si avvicinarono sempre di più, fino a raggiungere la mia visione.

Quando John B mi vide aumentò il passo, per poi stringermi a lui. Io sorrisi sul suo petto. "Ciao amore, ciao ragazzi" gli salutai sorridendo. Lui mi guardò negli occhi e mimò un tutto bene? Alla quale io risposi annuendo e sorridendo.

"La Boseman!" Mi richiamò JJ, solo lui mi chiamava per cognome e, anche se era strano, mi faceva piacere. "Perché non c'eri alla riunione dei Pogues?" Domandò, scompigliandomi i capelli, mentre John B mi teneva stretta dalle spalle, girando la testa verso JJ.

Io distolsi lo sguardo da John B per alzarlo su JJ. "Ero stanca" sorrisi. "Almeno avete avuto una giornata come ai vecchi tempi" commentai, riferendomi al fatto che sono stati loro i Pogues originali.

John B scosse la testa, ma a parlare fu JJ. "Si è sentita la sua mancanza, principessina" commentò, ed io sorrisi, fingendo un inchino.

Al che tutti andarono avanti, lasciando me e John B alla fine. "Sky, non ti ossessionare con la cosa dei Pogues originali, tu sei speciale per me e per tutti come se fossi qui dal giorno uno"

Io sorrisi abbassando lo sguardo. "Ti va di parlarne?" Domandò, mentre sorpassavamo le erbacce del boschetto che dovevamo superare prima di arrivare a casa Crein.

"Avremo mai un momento da soli?" Domandai, guardando i miei piedi, superare un ramo che si spezzò di colpo. I discorsi di JJ, Pope e Kie riguardavano qualcosa che c'entrava con il racconto del marito morto.

John B avvolse le sue dita tra le mie, facendo coincidere le nostre dita come in un puzzle e mi guardò per qualche secondo. "Lo spero" ammise.

Ed io capii che anche lui voleva affrontare con me qualcosa di importante, ma riguardava la coppia? Voleva che ci lasciassimo?

Non appena il pensiero mi sfiorò la mente riflettei su tutti i motivi per la quale potrebbe volermi lasciare e mi sorprendei nel trovarne così tanti. "John B-" iniziai, fermandomi d'un tratto, e facendo sì che lui facesse la stessa cosa.

"Si?" Domandò un po' preoccupato.

"Vuoi che ci lasciamo?" Domandai poi, non volendo neanche pensarci, ma se non l'avessi fatto, avrei sofferto il triplo.

"No!" Rispose con una dinamicità spaventosa, che mi fece capire che non era questo. "No, no" ripeté poi, con meno euforia. "Tu?" Domandò.

"No, no" risposi poi io, con tono fermo e convinto.

Lui annuì. "John B, mi sento in imbarazzo" ammisi, sinceramente. Lui mi avvicinò a sé, avvolgendo il braccio alla mia spalla, facendo sì che potesse darmi qualche bacio rubato da qualsiasi parte con facilità.

"Sky mi piaci tanto e nulla cambierà quello che provo per te" sussurrò al mio orecchio. Io sorrisi, e l'imbarazzo se ne andò di colpo.

Facemmo qualche altro passo, dove iniziammo a scherzare e, non appena raggiungemmo il resto del gruppo, notammo che ci aspettavano da più di cinque minuti. Io e John B ci guardammo e trattenemmo una risata. "Che coppietta!" Commentò sarcasticamente Pope. "Entriamo o vogliamo accoppiarci qui?" Domandò poi.

"Ha paura della signora Crein" ridacchiai, guardando John B con tono complice. Lui sorrise.

"Sky, è una cosa seria, lei è una maniaca" mi ammonì JJ, guardandomi con gli occhi sgranati. Anche lui credeva alla storiella?

"So che ha ucciso il marito, ma ti ricordo che è ceca" non lo giustificai minimamente. JJ mi guardò con disappunto, credo sarcasticamente, poi fece passare davanti John B, che guardò la porta, analizzandola con attenzione e, quando fu certo che non c'era nulla, si girò nella nostra direzione, abbassando la voce.

"Allora, questo è il piano, trovare il grano vicino all'acqua" ci spiegò brevemente, aspettandosi delle domande.

"Ma che tipo di acqua? Stagno, fiume-" iniziò Pope, cercando di trovare più dettagli possibili all'inizio, così da non dover parlare non appena saremmo entrati.

"Bagno" lo interruppe JJ, continuando la sua teoria della testa del marito che cadde dal secondo piano e raggiunse il bagno.

"JJ, falla finita! C'è solo scritto vicino all'acqua" lo rimproverò John B, abbassandosi poi all'altezza della porticina in legno mezza rotta, puntando la torcia verso l'abitazione chiusa, che sembrava per lo più una stalla.

Lo stesso facemmo tutti uno alla volta, stupendoci di quanto contrasto di luce ci sia tra i due posti. Non appena entrammo io, John B e Pope, sentimmo da dietro JJ, iniziare a canticchiare. "La signora Crein le nostre teste taglierà e le ritroveranno quando il sole sorgerà . . ."

Io e John B ci girammo per mandargli un ochiataccia, ma fu lui a rimproverarlo. "Ti dispiace- smetterla?"

JJ si zittì, alzando gli occhi al cielo, mentre Kie sbuffò. "Vedete dell'acqua da qualche parte?" Domandò poi, schivando una zanzara che le ronzò accanto alla testa. "Un altro vicolo ceco?" Domandò poi, come provocazione.

Io alzai lo sguardo e con il palmo della mano toccai un tubo. "Non c'era acqua nemmeno nei tubi" constatai subito dopo.

"Qui non c'è mai stata acqua" affermò Pope.

"Nemmeno una goccia" aggiunse JJ, dandogli ragione.

"Sapete perché non lo troviamo?" Domandò subito dopo Kie, con un sorriso soddisfatto stampato sul viso. "Karma negativo" continuò.

"Oddio ci risiamo" alzò gli occhi al cielo John B, cercando di ignorarla.

"Davvero pensi che il Karma funzioni così?" Sbuffai, invece, io.

"Stavamo andando bene" iniziò, girandosi verso me e John B. "Voi coinvolgete Barbie e ora siamo in un punto morto. Coincidenze? Non credo proprio."

"Ecco perché Sky non voleva dirti di Sarah" La sfidò, rimanendo fermo mentre lei si avvicinò a lui.

"Ah si?"

"Si" Le diedi conferma.

"Che problema avete?" Domandò poi, guardando me, io feci spallucce, sapevo qualcosina, ma nulla di concreto.

"Nessuno"

"Nessuno?" Domandò subito dopo John B. "È perché io e te ci siamo baciati?" Domandò alzando gli occhi al cielo John B. Si sono baciati? Pensai all'istante, ma realizzai che, avendolo detto ad alta voce, sapeva che l'avrei sentito, quindi era passato.

Il rumore di uno schiaffo risuonò nella stanza silenziosa. "Smettila di trattarmi come una persona ossessionata da te" pronunciò Kie, guardando John B con sguardo freddo. Una veloce scossa di brividi mi percorse la spina dorsale. "Al posto di vedermi come la tua migliore amica che cerca di proteggerti" continuò.

"Mi hai schiaffeggiato?" Le restituì uno sguardo di odio.

Lei alzò lo sguardo, alzando il palmo all'aria, mostrando una zanzara appiccicatasi sopra. "Zanzara"

"Zanzara?"

"Si, la vedi?"

Un'altro schiaffo, stavolta da parte di John B. "Dove sono le prove?" Domandò Kie, dopo aver rigirato la testa verso il mio ragazzo.

Poi iniziarono una vera e propria lotta, in cui avevano iniziato a scherzare, ma sul serio, era pieno di zanzare e grattarmi la pelle ormai mi faceva male. "Perché ci sono così tante zanzare qui?" Sbuffò Pope, schiaffeggiandosi la pelle con agressività.

"Ma infatti!"

"Piccoli stronzi vampiri, lasciatemi stare" sbuffò JJ, aggrappandosi alle mie spalle per potersi grattare il polpaccio, ma io mi bloccai a pensare. "Ce ne andiamo? Sto posto mi fa venire prurito" domandò poi.

Io puntai la torcia a terra, dove vi erano delle travi che risultavano poco sicure, mi abbassai fino a poterle toccare con la punta delle dita, ed iniziai a colpire quel punto con il tallone. Poi, mentre JJ raccontava della bambola di vudù della Crein, John B rideva assieme a Kie e Pope si grattava per via delle zanzare, io feci un buco nelle travi, lanciandoci poi dentro un sasso, ascoltando il rumore. "Ehi, ehi!" Li richiamai, sgranando gli occhi.

I quattro si girarono nella mia direzione, zittendosi all'istante. "Pope, JJ, aiutatemi ad alzare queste" indicai sbattendo due volte l'unghia sulla trave.

"Ok, ma non ti agitare, Boseman" Fece spallucce JJ, mettendosi dietro di me e, con cura, aiutandomi a spostare tutte le travi.

Poi si aggiunsero anche John B e Kie e tutti e cinque iniziammo a spostare le travi di legno, scoprendo, a strati, un pozzo davvero profondo. Tutti ci affacciammo speranzosi e ci emozionammo nel vedere acqua, parecchia acqua. "Non rimpiango di aver studiato i climi in scienze" commentai sorridendo.

John B fu il primo a rialzare lo sguardo sul mio, il sorriso gli provocava due fossette che amavo, amavo alla follia, tutte le volte che le vedevo mi veniva voglia di baciare lui e le fossette. "Bene bene bene, sento puzza di pozzo" sorrise Pope.

"Questa è buona" commentò John B, tornando serio, ed io capii all'istante ciò che provava, era fiero, ed io lo ero di lui.

"Ci hanno costruito proprio sopra" disse Kie, non staccando lo sguardo dal buco in pietra.

"Ha nascosto qui i corpi" sorrise JJ, con il suo solito ruolo.

"Oh andiamo!" Sbuffammo tutti quanti.

"Non saprà nemmeno che è qui!" Continuò Kie, difendendo, per una volta, la signora Crein, e anche io ero di quest'idea, se l'avesse saputo avrebbe speso tutto quanto.

"Abbiamo trovato l'acqua" annunciai, guardando John B.

"Ci servirà una corda davvero lunga" sorrise, con uno di quei sorrisi complici, che io amavo alla follia. E, sul serio, sono tante le cose che amo di lui, ma tra queste c'è il suo sorriso e tutto quello che vi è legato.

. . .


Ora il piano era bloccato, fino a domani o fino a stasera, probabilmente, perché il nostro piano ora era un'altro, riconciliare Kie e Sarah e continuare la caccia al tesoro con la principessa.

"Il pozzo era profondissimo" commentai ridendo; io e Sarah stavamo camminando nel boschetto che divideva lo Chateau dal resto del Cut e, con questo, le raccontavo un po' di ciò che era successo, per tenerla al corrente con i piani.

Lei ridacchiò, trascinando in avanti la sua bicicletta. "Avrei voluto esserci" sorrise, mostrando le fossette.

"Ehi, da stasera farai parte del piano" le posai una mano sulla spalla. Lei mi mandò uno sguardo di disappunto. "Sicura?"

"Ma certo! Bisogna solo convincere Kie" Era tra le cose meno probabili in questo momento, ma molte cose sono improbabili ma non impossibili e alla fine riescono, quindi perché non tentare finché non ce la faremo?

"No, davvero, riguardo agli altri" precisò. "Anche John B"

"A John B va benissimo, è stra felice che tu faccia parte del gruppo" la assicurai, ma lei si fermò sul posto, obbligandomi a fare lo stesso.

"È stra felice lui o tu?" Mi fece questa domanda, e il mio umore cambiò di colpo, ricordai John B, su un lettino di ospedale, mentre mi guardava con occhi luminosi e stanchi, un sorriso leggero e le dita rigide avvolte al mio medio; gli occhi mi si bagnarono di lacrime che scacciai di colpo, mascherando le mie emozioni con un sorriso.

"Fidati di me" le sorrisi.

John B stava sfinendo le sue forze per far felice me, e, come tutte le volte, ero io a rovinare la vita di qualcuno, ma stavolta volevo migliorarne un'altra; ma a che costo?

. . .

"Non se ne parla, cazzo!" Furono le prime parole di Kie non appena vide Sarah.

"Mi aspettavo peggio" sorrisi a John B, dandogli un bacio a stampo, per poi sedermi accanto a lui e indicare a Sarah di sedersi accanto a me.

"L'hai portata qui? Ora è parte di noi?" Domandò quasi schifata la riccia. E John B guardò JJ e Pope, aspettandosi una loro opinione.

"Ok, non guardare me, mi importa solo che, se la avrà, la sua quota sarà divisa fra le vostre" fece spallucce JJ, facendomi sorridere.

"Sai, non ricordo di aver fatto una votazione" ci guardo Kie, sempre con quello sguardo disgustato. "Questa è una cosa nostra, una cosa da Pogues"

"Devo dire che la cosa mi mette molto a disagio" ammise Pope, stando, ovviamente, dalla parte di Kie.

"Grazie!" Gridò lei di rimando.

"Quand'è che qualcosa non ti fa sentire a disagio?" Prese le mie parti John B, con voce innervosita.

"Quando sono sul retro della bici di JJ" rispose onestamente Pope.

JJ annuì. "Vero, non l'ho mai visto così rilassato in tutta la mia vita" ridacchiò solo al pensiero il biondo.

"Sapete, eravamo così a nostro agio prima che portaste lei qui" preannunciò Kie, cercando di ferire Sarah o noi, non lo sapeva nemmeno lei, a parere mio.

"Smettila di parlare come se non fossi qua a sentirti!" Si innervosì Sarah, quindi parlò, alzando un po' la voce.

"Allora vattene!"

La bionda sbuffò. "Te l'ho detto" mi guardò, con sguardo deluso.

"Cosa le hai detto, esattamente? Che sei una bugiarda?" Domandò Kie, cercando di demoralizzare la bionda, che più che infastidita era incazzata.

"No, che sei una stronza che spara cazzate" rispose Sarah a tono, facendo innervosire Kie.

"Oddio!"

"Merda!"

"Ah si? Quando avrei mai mentito? Fai l'amica per un mese e poi volti le spalle..." Commentò Kie.

"Che cazzo dici!" Sbuffò Sarah.

"Smettila Kiara!" La rimproverai.

"Ora state tutti zitti!" Gridò John B con le lacrime agli occhi, e mi sentii come se gli stessi rovinando la vita. "Kiara tu sei la mia migliore amica, e Sky è la mia ragazza e so che vuole il meglio per me e come lo vuole per me, lo vuole per tutti noi. Vero JJ?" Iniziò il suo discorso John B, indicando JJ, sapendo che siamo una sorta di migliori amici.

"Ha senso" commentò il biondo.

"Credo che non sappia bene cosa sia davvero meglio per te, o per noi in generale" ammise Kiara, indicandomi come se mi volesse umiliare.

"Almeno non provo rancore per qualcosa di dieci vite fa, cazzo!" Risposi a tono, alzando anche la voce.

"Beh, dato che la mettiamo così, Sky, sei una persona facilmente manipolabile, hai un'anima debole e qualsiasi cosa ti dicono la prendi per buona, non credo che tu debba esporre un giudizio sul modo in cui prendo le mie decisioni" mi giudicò Kiara, gesticolando tanto. "Tu e il tuo pensiero di rimanere con John B per sempre! Se ascolteremo il tuo piano di merda, quando vi lascerete, i Pogues saranno storia!"

"Oh quindi ora io e John B saremmo un capriccio?" La sfidai a dirlo con le parole che intendeva davvero.

"Perché, no?" Domandò retoricamente.

"Ti concentri sulle cose sbagliate, il problema non siamo io e John B, ma è il tuo modo di ragionare!" Alzai la voce definitivamente.

"Sei una bambina del cazzo, Sky, cresci!"

"Oh tu sei una bugiarda di merda, e non so quale delle due sia peggio!"

Kiara scoppiò a ridere. "Sentila la tua ragazza perfetta! Se loro sono dentro, io me ne tiro fuori"

"Kiara non puoi farmi questo- io- non posso" sospirò John B, i suoi occhi lucidi mi facevano sentire in colpa, tanto, ma so che se Sarah fosse rimasta in quel buco di merda le sarebbero successe le peggio-cose.

"No, sul serio, sono davvero interessata, sceglierai me o Sky?" Lo sfidò, sorridendo come se fosse una gara.

"Entrambe" sospirò John B, facendo spallucce.

Kiara trattenne le lacrime, mentre JJ sussurrò un mossa disperata. Poi Kie lasciò la stanza e Pope la seguì.

"Sky, i-io me ne vado, non dovete fa-"

"Sarah, tranquilla, risolviamo tutto, ora si, sarebbe meglio che tu te ne vada" le sorrisi e lei annuì, seguendo la direzione opposta dei due Pogues.

John B sbuffò, ed io abbassai lo sguardo mentre le lacrime iniziavano a farsi sentire, le trattenevo più che potevo. "Voglio solo dire che l'avete gestita alla meraviglia" commentò sarcasticamente il biondo.

Io alzai lo sguardo su di lui e poi su John B, avevo paura che fosse arrabbiato. "Siete arrabbiati?" Chiesi poi, i due si girarono nella mia direzione con velocità e il primo a rispondere fu JJ.

"No piccola Sky" ammise, dandomi una carezza sulla spalla mentre usciva di casa per arrivare alla veranda di entrata, capendo di doverci lasciare soli.

John B, invece, non rispose; e il panico si fece sentire, tanto che stetti quasi per piangere. "Vieni qui" sussurrò, aprendo le braccia, ancora seduto ed io strisciai come una bimba sul divano, infilandomici dentro.

Le sue labbra mi toccarono la testa, ed io aspettai ancora una risposta. "Scusa John B" sussurrai poi. "I-io volevo aiutare" quasi scoppiando in lacrime.

"Lo so amore" sussurrò.

Poi io mi girai verso la sua direzione, per vederlo perfettamente in viso e capii che era il momento. "Io mi facevo del male" iniziai il discorso. "C'era questa lametta con cui mi tagliavo la pelle" continuai con voce calma, ma dai miei occhi uscivano miliardi di lacrime.

"E- e lei lo sapeva, era l'unica a cui l'avevo detto, perché- perché i suoi sapevano che c'era qualcosa che non andava e- io stavo per morire" spiegai, quasi giustificandomi. "Il giorno dopo lo sapevano tutti, lei l'aveva raccontato a tutti- a tutti." terminai la storia, non alzando nemmeno lo sguardo sul viso di John B, ma sapevo che mi stava guardando e che tratteneva le lacrime.

"Sky-" sussurrò, non alzai lo sguardo, non mi sarei mai permessa di farlo, per me stessa, e per lui. John B posò il suo naso sulla mia spalla nuda, scoppiando definitivamente a piangere; indossavo un maglione con le spalle scoperte che mi permetteva di sentire le sue lacrime sulla mia pelle, lo vedevo rimbalzare per i singhiozzi, e fui io a consolarlo, perché era colpa mia se si sentiva così.

Consolarlo in questa situazione sarebbe stato come sdebitarmi di essermi unita a loro in qualcosa di talmente grande da rischiare di uscirne morti.

"Va tutto bene" sussurrai, infilando la mano tra i suoi capelli ed accarezzandoli.

Lui pianse per qualche minuto, ed io rimasi impassibile, con le lacrime agli occhi, ma non mi importava, tra le braccia avevo la persona che stava sacrificando la sua vita per me, la persona di cui mi importava di più nel mondo, e sentirlo così vicino, sentirlo a qualche passo dal mio cuore, mi svuotava da qualsiasi altro sentimento. Pensavo solo a lui.

Vedere John B in questo stato mi faceva sentire uno schifo, un grande schifo, volevo solo smettere di ragionare e avere in mente solo lui e la sua salute, non dipendere dal rovinare la sua vita in un qualsiasi modo. Sentivo le sue lacrime scivolare lungo la mia spalla, scendere e arrivare fino a quando non venivano risucchiate dalla lana, le sue dita stringere forte il tessuto del maglione dietro alla mia schiena mentre tremavano, le sue palpebre chiudersi in modo violento, e questo indicava che voleva smettere di piangere, ma io non volevo, non volevo che si trattenesse.

"Sky-" sussurrò nuovamente, ma non mi aspettavo avrebbe finito la frase, era complicato parlare della morte, specie se si parlava della propria morte, inflitta da sé.

Non sapeva cosa dire e come dirlo, ma io non mi aspettavo alcuna risposta, volevo solo che sapesse, come se avessi bisogno di sapere di essere stata sincera con lui, anche se c'era molto della mia vita che non avevo il coraggio di raccontare e so che lui mi avrebbe capita, l'avrebbe fatto, sprattutto dopo oggi.

Ma la cosa che mi sorprese era il realizzare che non avevo paura, forse per la prima volta nella vita non avevo paura. Non provavo terrore nel pensare al modo in cui mi vedrà in futuro, nella versione distorta che poteva acquisire di me, perché John B non l'avrebbe mai fatto a me, alla sua Sky.

. . .

"Mamma, perché abbiamo invitato la signora Grabbs per il giorno del ringraziamento?" Domandai, ero piccola, poco più di dodici anni, capivo ben poco del modo in cui la solitudine potesse distruggere una persona.

Il profumo di tacchino arrosto mi invase le narici quando la mamma passò con un vassoio bollente di varie pietanze arrosto. Da dietro venni sollevata e sentire il profumo di papà mi fece scoppiare a ridere. "Sai che Scooter non potrà esserci a questo ringraziamento, sarà meglio fare compagnia alla signora Grabbs, vero?"

Io annuii con un enorme sorriso sul viso. "Mh" mugulai poco prima che entrasse mio fratello, con una macchinina di plastica.

Io mi avvicinai a lui e iniziammo a chiacchierare del più e del meno. "Secondo te cosa ci da Babbo Natale per regalo?" Domandò poi lui, ed io ridacchiai imbarazzata.

"Non lo so" ammisi tra le risate, spostando una ciocca rossa dal mio viso, mio fratello ridacchiò, qualche giorno prima mi aveva confidato che gli piaceva quando facevo quella risata, diceva che sembravo una fragola. "Io ti ho fatto un regalo bellissimo" mi vantai fiera, facendo comparire qualche rughetta sul naso che copriva le mie lentiggini già poco visibili.

"Anche io" fece lo stesso Richard, reggendomi il gioco.

Il regalo che mi aveva fatto era un braccialetto di pietrine, ematite più precisamente, mentre io gli avevo regalato una collana con, come ciondolo, un lego muratore;

Il braccialetto lo indosso tutti i giorni dall'accaduto, mentre la collana ora giace appesa sul suo collo, con il ciondolo stretto tra le dita fredde di un essere umano privo di vita.

. . .

Quando le acqua si calmarono e Pope fu tornato al Chateau dopo aver parlato con Kie e averla accompagnata a casa, tutti ci incontrammo in cucina. "Sky, non credo sia necessario aggiungerla al gruppo, non ora e non credo che mai accadrà" ammise Pope.

"Si, non è una cosa possibile, non puoi far scegliere a John B fra te e la sua migliore amica" affermò JJ, io mi strinsi le ginocchia al petto e mi infilzai le unghie sulla pelle del ginocchio prima di parlare.

"Lui non dovrà scegliere, credetemi, so quello che sto facendo, so che è la cosa migliore per entrambe aiutarle a riconciliare" parlai con voce tremante, avevo paura di sbagliare qualcosa, perché John B aveva lasciato l'incarico a me, con fiducia, ed io non potevo incasinare tutto, non con Pope, non con JJ, non con Kie e nemmeno con lui.

"Beh, buona fortuna, Kie non è nemmeno intenzionata a rivolgere la parola a te, hai toccato il fondo Sky" mi indicò con una lattina di birra, dalla quale poi sorseggiò.

"Ascoltami, hanno sbagliato entrambe in questa storia, va ammesso, ma io so come rimediare e mi servirà il vostro aiuto" annunciai, alzandomi in piedi e spostando con cura la felpa che si era arrotolata tutta sulla parte superiore del pantaloncino.

"Sentito? Andiamo ragazzi" gli incoraggiò John B, avvolgendo il braccio ai miei fianchi, toccandomi l'addome con l'indice.

JJ fece un verso di disapprovazione, misto al lamento. "Se partecipate cena gratuita per tutti" proposi.

"Pasta al sugo" Mi indicò, dandomi una condizione.

"E che pasta al sugo sia!" Annunciai ridendo divertita.

. . .

"Amore, hai bisogno della chiave inglese?" Domandai, per rendere la scenetta più credibile, Sarah era già chiusa nella mansarda della barca, rigorosamente bloccata da una scopa, che Kie avrebbe sbloccato, ritrovandosi obbligata a discutere della situazione con lei.

"Si amore" mi sorrise, poggiandosi con la schiena su una parete metallica, mentre mi guardava dal basso sorridendo.

Io mi girai verso la cassetta degli attrezzi e presi una chiave inglese, sedendomi accanto a lui, per poi poggiare la testa sulla sua spalla. "Molto belle le coppiette! Viva l'amore!" Fischiettò sarcasticamente il biondo.

Io misi una mano fra i suoi capelli biondi e lo tirai verso di me con la forza, stringendolo in un abbraccio. "Aia! Aia!" Si lamentò lui, mentre John B ci guardava divertito.

Mollai la presa dai suoi capelli solo quando eravamo nell'abbraccio, e lo sentii sospirare di sollievo. "Sempre bello ricevere coccole dalla mia cara amica piccola Sky" commentò sarcasticamente, facendomi ridere, e lo stesso fece John B. "Comunque, parlando di Sarah-" continuò il discorso.

"Non ci pensare neanche Jay!" Lo ammonii, dandogli uno schiaffetto sulla guancia.

"No! No! Non parlavo di quello Sky! Intendevo, se Kiara si rifiutasse di aprire a Sarah? Sky sciocchina!" Mi rimproverò, facendomi ridere.

"Non avrà realizzato di averle aperto finché non la vedrà in carne ed ossa" sorrisi con una specie di sapienza che era quasi scontata in me. Intanto una barca parcheggiò affianco alla nostra HMS Pogues, quella in cui vi erano Pope e Kiara che legarono la loro barca alla nostra e, con passo svelto, Kie salì sulla nostra barca.

La riccia si avvicinò a noi, mentre iniziavamo la nostra recita. "Cos'è successo?" Domandò infastidita, come se non fosse tutto apposto nel fin dei conti.

"L'alternatore non alterna più" spiegò brevemente JJ, alzando lo sguardo sulla sua figura snella, che osservava il punto che tutti stavamo squadrando con attenzione.

"È scarico" confermò John B, dandomi una carezza sul fianco.

"Avete controllato le spine?" Chiese Kie, accovacciandosi alla mia altezza. Al che John B e JJ si guardarono e fecero spallucce.

"No. Controllale tu." Rispose JJ, facendo confermare la stessa cosa a John B che sussurrò un già mentre si alzava.

"Siete inutili" sbuffò la riccia, mentre John B e JJ si spostavano per farla avvicinare alla presa della spina.

"Scusa" sussurrò John B mentre usciva di corsa, seguito da JJ. "Scusa anche a te amore!" Gridò il castano, mandandomi un bacio volante mentre si buttava in acqua iniziando a nuotare verso la barca, dove dovevamo incontrarci tutti e quattro.

"Mi stai prendendo per il culo?" Gridai, e al che Kie si girò e corse nella nostra direzione.

"Merda!" Gridò Kie.

"Usare il mio piano contro di me? Molto astuto!" Mi innervosii, aprendo subito a Sarah, ormai non c'erano più possibilità di raggiungerli, quindi anche Sky Boseman avrebbe fatto parte della riconcigliazione, perfetto!

Ma appena la testa di Sarah sbucò dalla cabina, si buttò in mare cercando di rincorrere la barca ormai partita a tutta velocità. Sarah nuotò per mezzo minuto prima che un gemito di dolore interrompesse il suo piano, la bionda si sbilanciò, rischiando di affogare.

"Che c'è?" Sbuffò Kiara, alzando li occhi al cielo.

"Mi ha punto una medusa" piagniucolò la bionda, mentre la riccia la guardava con disappunto. "Che trauma" commentò poi la ferita, raggiungendo la nostra barca e sedendosi per terra assieme a me e a Kie, facendoci cenno di accendere l'erba preparata da JJ.

Noi tre fumammo fino a notte, soffocando i pensieri più vani con dell'erba scadente. Quante cose non avremmo mai detto se non avessimo fumato.

"Allora ragazze, preferireste avere i capezzoli al posto degli occhi o gli occhi al posto dei capezzoli?" Balbettò ridendo Sarah, con gli occhi socchiusi. Eravamo fatte. "Immaginati se fossi vecchia, se avessi le tette flosce e gli occhi al posto dei capezzoli riuscirei a vedermi le scarpe" rise a crepapelle.

Kiara la guardò con odio. "Cos'è? È la prima volta che fumi?" Domandò con disprezzo e un leggeero sentimento di fastidio mi subentrò nelle vene.

Provavo spesso fastidio in questo periodo, ma soprattutto quando sentivo Kie giudicare Sarah senza motivo. Anche soltanto dal suo viso si poteva vedere che questa è lei che prova a cambiare.

"No" Sarah abbassò lo sguardo e mi sentii terribilmente male per lei, tanto che poggiai la testa sulla sua spalla. "Ehi, Kiara" sussurrò poi.

"Oh mio dio, hai rotto con sti ehi Kiara. Dimmi perché l'hai fatto" sbottò incazzata Kiara, non guardando nemmeno in faccia la bionda, che risultò sorpresa.

Io decisi di non intromettermi per stavolta, anche perché avrebbero dovuto risolverla qui, in questo momento. "Eravamo migliori amiche, rubavamo le birre a tuo padre, ridevamo per i film e piangevamo per i ragazzi, e non so come sono arrivata al punto di guardare il tuo compleanno su Instagram"

"Era solo una stupida festa" provò a giustificarsi Sarah, ma Kie non ne voleva sapere.

"A cui hai inviato tutti tranne me e mi hai dato la colpa se è finita di merda"

"E chi ha avvisato la polizia se non tu?" Ribatté di colpo Sarah, con tono innervosito.

"Potevi chiedere se ero stata io invece di darmi della spia. Eri la mia migliore amica e poi sei sparita senza dirmi neanche il perché!" Alzò la voce Kie, sul punto di scoppiare a piangere.

"Ti volevo bene. Quando- le persone si avvicinano troppo a me mi sento in trappola e- me ne vado e poi gli addosso la colpa" iniziò Sarah, e nel suo tono notavo qualcosa di assoluto, qualcosa che mi diceva che nulla sarebbe stato più uguale d'ora in poi. "Mi dispiace tanto Kie e mi dispiace Sky"

"Non fa nulla" abbassai lo sguardo, non volendo nemmeno affrontare il discorso.

"No, davvero, meriti anche tu delle spiegazioni. Io- avevo paura che tu trovassi qualcosa di pessimo in me e lo mostrassi a tutti- non volevo essere così cattiva, non mi ero resa conto della gravità" pianse. Ed io la guardai negli occhi con gli occhi lucidi.

"Mi mancate da morire. Pensate che le cose si sistemeranno mai?"Domandò poi Sarah.

"Sinceramente non lo so. " rispose freddamente Kie, ed andammo tutte a dormire, cercando di dimenticarci dei momenti bui messi a risalto oggi, durante il discorso.

. . .

Ora era notte buia, nessuna delle tre riusciva a dormire serenamente e si capiva dai sospiri regolari che facevamo.

"Ehi Sarah" La richiamo Kie.

"Eh Kiara" sospirò Sarah.

"Promettimi che non abbandonerai mai noi pogues. So che non sembra, ma quando si affezioneranno, lo faranno in un modo familiare e morirebbero per te. Promettilo." Continuò Kiara, guardando in alto.

"Te lo prometto" sussurrò Sarah.

Ci furono un paio di secondi di silenzio e poi Kie sospirò. "Mi dispiace di aver chiamato la polizia quel giorno" disse poi.

"Lo sapevo!" Scoppiò a ridere Sarah, facendo ridere anche me e Kie.

Ridemmo per tanto tempo e, dentro tutte noi capimmo che avevamo fatto pace, davvero.

. . .

In uno schiocco di dita, o almeno così mi era sembrato, la notte passò e ci trovammo sedute in tre a ridere e scherzare mentre vedevamo tornare la barca di John B, Pope e JJ. "Non diamoli la soddisfazione di essere apposto, non se la meritano." Disse Kie, iniziando a guardarci male ironicamente.

"Esatto" affermai.

"Avete dimenticato le chiavi?" Ridacchiò John B. Io rimasi seria, come tutte le altre.

"Quindi è stata una tua idea, John B" lo guardò in tono di disapprovazione Kie.

"Ho preso ispirazione dalla migliore!" Mi fece l'occhiolino il mio ragazzo, facendomi ridere.

"Quindi ci volete ancora bene?"Domandò JJ, noi ci guardammo e scuotemmo la testa.

"Nah"

Poi scoppiammo a ridere in coro, e con noi si aggiunsero anche i ragazzi. Salimmo sull' HMS Pogues e ci sedemmo sulle panchine mentre tornavamo, finalmente, sulla terra ferma.

"Sky, ti sta squillando il telefono!" Gridò JJ, lanciandomelo dalla cabina, io lo afferrai al volo e mi stupii nel leggere il nome Jane🫶🏻 sullo schermo, ma risposi senza esitazioni.

"Sky, raggiungimi domani mattina in ufficio, ho delle scoperte sconcertanti sull'omicidio di tuo padre" parlò con voce tremante, e persi all'istante un battito, la sua voce parve ovattata e, allo stesso momento, alta e chiara. "Non- non posso dirle per telefono. Sono troppo importanti"

La mia voce si rinchiuse all'istante e non riuscivo a formulare una frase a senso compiuto. "C-certo Jane, ci vediamo domani" dissi semplicemente. Il terrore mi pervase dalla testa ai piedi.

Pensavo che il caso Boseman fosse chiuso per sempre per mancanza di prove concrete, ma ora, la mia psicologa aveva delle svolte per le indagini, e, dal suo tono di voce, sembravano verificate.

Non appena staccai la chiamata un brivido di adrenalina mi percosse la spina dorsale, e, quando il rumore della chiamata terminata subentrò nelle mie orecchie, torturandomi i timpani, staccai il telefono dall'orecchio, con un'improvvisa voglia di piangere. Dopo qualche secondo alzai lo sguardo e riuscii all'istante a scrutare un'espressione preoccupata sul volto di John B.

Io non mi preoccupai nemmeno di rassicurarlo, sapeva che la chiamata mi aveva scosso e nessun tipo di discorso gli avrebbe fatto cambiare idea.

Decisi però di sedermi a terra, con le ginocchia al petto, e guardare un punto fisso, e questo mi avrebbe aiutato a remurginare e riflettere sul prossimo passo, realizzando che qualcuno stava cercando di mandarmi dei messaggi su questo omicidio, e l'unica cosa che avrei dovuto fare era ascoltare Jane domani e ricollegare ogni cosa.

Perché la questione ora era vincere o perdere, e perdere in questo caso poteva essere indolore, oppure lentamente, uccidendo le persone che ho accanto per poi farmi assaporare l'ultima morte rilevante per il mittente. Quella di Sky Boseman.

"Sky amore, tutto bene?" Domandò John B, poggiando poi le labbra sul mio ginocchio, io lo guardai qualche secondo, con espressione incantata, poi sussurrai un dopo ti spiego, accarezzandoli i capelli dietro la nuca, per poi, avvicinarlo al mio viso per poi far sfiorare le nostre labbra.

Il nostro respiro si fuse per qualche secondo, quei pochi secondi prima di venir scoperti dai ragazzi, e facemmo finta di nulla, facendo ridacchiare i presenti sulla barca.

Io, con una leggera nota di imbarazzo schiacciai la testa sul suo petto, sorridendo dolcemente, e lui mi strinse forte a sé.

So che sarà dura domani, remurginare su una storia che mi tormenta da tutta la vita, ma so che John B capirà che provo un sentimento strano riguardo a questo discorso, voglio inseguirlo fino in fondo, e il mio ragazzo mi accompagnerà e mi aiuterà con i suoi baci quando toccherò l'apice della sofferenza. Perché lui è John B, io a lui piaccio, e non mi lascerebbe mai sola in un momento del genere.
























note dell'autore

non posto da tanto, ma lavoro su questo capitolo da mesi, sono 10'100 parole e, davvero sono sfinita, ma questo capitolo è forse uno dei miei preferiti in assoluto🫶🏻 perché da qui parte il plot twist vero e proprio, tutto si rivolge ora verso la storia dell'omicidio, non che prima non c'entrasse niente, ma se prima c'era del mistery, ora ce ne sarà il doppio se non il triplo. 😻😻

se devo essere sincera mi piacerebbe troppo trovare del tempo per scrivere, ma sono messa molto molto male con la scuola e temo di venir proprio bocciata e questo mi spaventa tanto.🥹

comunque sto per fare una cosa che cambierà finalmente tutto, spero solo che vada bene 🫶🏻🫶🏻 comunquee come state stellinee?? vi amo tanto e noi ci rivediamo ad un prossimo capitolo ( di cruel probabilmente sarà lo speciale natale però non spoilero niente 🤫🤫🤫🤫)

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