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xii. tired of feeling crazy

▂▂▂▂▂▂▂ 𝐜𝐡𝐚𝐩𝐭𝐞𝐫 𝐭𝐰𝐞𝐥𝐯𝐞

𝒕𝒊𝒓𝒆𝒅 𝒐𝒇 𝒇𝒆𝒆𝒍𝒊𝒏𝒈 𝒄𝒓𝒂𝒛𝒚  ▎💐:: 2700 𝖜𝖔𝖗𝖉𝖘

















































































⚝ QUANDO VEDI LE NUVOLE CHE FORMANO PIOGGIA, sgretolandosi pian piano e non lasciando più parte a sé stessi pensi a quanto siano depresse?

Se vedi una vespa che, in caso di pericolo, si catapulta contro all'amica a rischio e punge l'allerta morendo all'istante per via del pungilione che esce dal suo corpo, pensi a quanto sia depressa?

Allora perché queste persone mi guardano con questi occhi così compassionanti mentre chiamano la mia terza psicologa questa settimana? Perché hanno firmato un modulo in cui affermano un leggero stato di depressione in me? Cos'ho fatto di sbagliato se non essere in lutto per la mia famiglia? Incolpartene. Direte voi, ma non credo sia questo il concetto.

Le persone odiano l'anormalità, odiano vederti in uno stato alla quale non avevano neppure pensato di dare un nome, quindi tirano fuori malattie, problemi, pazzia, per giustificare la loro ignoranza.

Io non mi sento depressa, né tantomeno pazza per essermi fatta del male, era una reazione fisica, una necessità, qualcosa che sentivo all'interno, e questo non può essere giudicato come un problema, perché problema è qualcosa di irresolubile, qualcosa che ti crea reazioni negative, ma io provavo sollievo, poi sentivo la tristezza, ma la tristezza era dovuta dal pentimento, non dal dolore, ed era un sentimento secondario.

Ho dovuto pregare mia madre in ginocchio a non mandarmi in un ospedale psichiatrico dove mi avrebbero iniettato idee fuori dal normale; e probabilmente cedette solo perché ero la sua ultima figlia rimasta in casa, ma io lo considero comunque un passo avanti.

Non sono sicuramente andata avanti, però, all'ormai suicidio di mio fratello; neanche il dolore più straziante che io abbia mai provato fisicamente fronteggiava con il dolore di perdere mio fratello e mio padre lo stesso giorno.

I miei occhi rossi faticavano a chiudersi ogni giorno verso le tre, e non provavo nemmeno a farsì che accada, essendo che essi bruciavano da morire. Non riuscirei neppure a stabilire se questo fosse un fenomeno scatenato dai farmaci che mi davano ogni notte per farsì che io dorma senza supervisione o se era per il fatto che mi opponevo al sonno da parecchie notti.

Spesso alzavo lo sguardo sulla finestra che giaceva proprio dietro di me e osservavo la notte stellata pensando:"cazzo! Queste erano le condizioni nella quale Van Gogh ha dipinto il suo più famoso quadro" e ridevo tra me e me, certa che io non sarei mai riuscita neppure a muovermi per prendere la bottiglia.

Difatti le mie doti artistiche erano parecchio scarse, da più piccola sapevo ballare, ma la danza classica era un trauma per me, e mio fratello convinse mia madre a farmi smettere, sennò avrei sviluppato un disturbo alimentare per il canone di bellezza della ballerina, ed ero ad una briciola di pane dal cadere e non rialzarmi più, ma grazie a lui, che mi ha salvato la vita, ne ho fatto a meno.

Per il resto sapevo disegnare discretamente, del livello di un bimbo piccolo, ma pur sempre un buon livello.

E giorno e notte pensavo ad una cosa, quando mi avrebbero lasciato andare?

La notte ora pareva un distacco dal mondo, mi sembrava come se il timer si
azzerasse e dovessi ricominciare a contare il tempo da zero, ma in generale preferivo la notte al giorno, perché di notte non c'era quel uomo di mezz'età che riusciva a trovare una malattia pure per il mio dolore pacato alla testa. Peggio delle madri su Google. E di notte ero come abbandonata a me stessa, sentimento che avevo imparato ad apprezzare da tanto tempo.

Ma una cosa che mi divorava di notte era la paura. La paura non era basata su nulla in particolare, in realtà, ma quando arrivava il momento in cui si spegnevano le luci e tutto sembrava terminare, la pressione mi saliva e non riuscivo a fare a meno di pensare, pensare ovviamente a cose senza senso, ma nonostante fossero cose sciocche io la paura la avevo.

"È il giorno" sussurrò mia madre, ma non avevo neppure più voglia di ascoltare, era strano e snervante, volevo tornare a casa e chiudermi in camera senza rispondere a nessuno. "Oggi torni a casa amore" mi sorrise, spostando i capelli dal mio viso.

"Dopo due settimane" sospirai. Mi faceva male il polmone.

"Sky, ne avevi bisogno" sussurrò dispiaciuta, ma no. Il fatto è che non ne avevo nemmeno bisogno.

"Avevo bisogno di mio padre e di mio fratello. Avevo bisogno anche di mia madre. Te n'è mai importato qualcosa? Della loro morte. O solamente di come sarei sembrata davanti agli altri? Perché non sembro una buona ragazza che l'ha superata, sembro una maniaca" gridai.

"Smettila Sky"

"Vattene via" la rimproverai. "Via!" gridai con tutta la mia forza. E lei scoppiò in lacrime.

. . .

"No, JJ, no! Non farò finta di essere innamorata di Rafe Cameron" sbuffai sonoramente, continuando a camminare per cercare di sorpassarlo, ma lui mi stava alle calcagna, senza abbandonarmi.

"Ma dai! Sarebbe divertente, immaginati la reazione di John B!" rise di gusto il biondo.

"Ok, allora tu fai finta di essere innamorato di me" ribattei sarcasticamente.

"No, che schifo" commentò ed io mi bloccai di colpo.

"Scusami?" lo guardai storto.

"Cioè, non per il tuo fisico. Sei bella, però sai, è strano che tu me lo chieda così sfacciatamente, io pensavo ti piacesse John B" si provò a giustificare ed io alzai gli occhi al cielo.

"Zitto, no" troncai la discussione.

"Bugiarda" commentò tra sé e sé, ricominciando a camminare. "Dai Sky, perché non ammetti che ti piace?" mi posò due mani sulle spalle.

"Perché non-" mi bloccai quando lo vidi. John B era fermo a parlare con Pope e Kiara e wow, il suo sorriso era ampio e rideva per una battuta che probabilmente avevano fatto.

"Nono, non ti piace" commentò sarcasticamente.

"Smettila"

"Cosa?"

"Mi dà fastidio la tua presenza assolutamente indesiderata" gli feci sapere.

"Mi hai letteralmente invitato tu" sbuffò ridacchiando, sapendo di aver vinto.

"Stronzo" commentai ripartendo la mia marcia verso i Pogues, e John B.

"Un giorno comincerai ad apprezzarmi!" mi gridò dietro ridendo.

"Già lo faccio!" ricambiai, allontanandomi sempre di più, poi mi raggiunse secondi dopo, sollevandomi da terra.

"Mi stai simpatica" commentò, ed io sorrisi.

"Anche tu, fumatore seriale."

. . .

Non appena giungemmo sulla barca ed entrammo in mare aperto, una forte bufera scoppiò sulle nostre teste, minacciando di ucciderci in qualunque momento.

"Cazzo" sbottai quando la barca mi spinse addosso a John B.

"Tutto bene?" domandò afferrandomi in tempo.

"Mh" mugulai in imbarazzo. "Solo che dobbiamo muoverci"

"20 metri" ci informò Kie, continuando a mollare il cavo della telecamera.

"La corrente sta cambiando" gli informai, dopo essere tornata alla mia posizione, incollandomici su come colla.

"Ki tieni il cavo lontano dall'elica"la canzonò JJ.

"ci sto provando" ribatté lei come risposta.

"Sky come sto andando?" mi chiese il biondo mentre controllavo la corrente dell'acqua.

"Bene,continua così" gli risposi guardandomi attorno aspettando il cenno di John B.

"200 metri" gridò Ki ma facendo sentire solo un filo di voce. La bufera stava iniziando a farmi uscire pazza.

"JJ mantieniti stabile" gli ricordò John B guardando il foglio delle coordinate assieme alla bussola nell'altra mano.

"270 metri" continuò a mollare la lina Kie.

"Cazzo" sbuffai, mentre guardavo i nuvoloni avvicinarsi sempre di più.

"Che c'è?" chiese il biondo molto probabilmente sentendomi.

"Ragazzi c'è troppa corrente, rischiamo di perderla" risposi.

"Gira a nord-ovest 10 secondi" non mi sentì John B continuando a dare ordini consultando la cartina.

"Ehi tranquilla, faremo in fretta" mi rassicurò JJ.

"Sud-ovest- ORA JJ" diede il segno John B ed io guardai la corrente.

"A terza forza mantieni quest'andatura" alzai la voce riferendomi a JJ.

"Pope vedi qualcosa?" chiesi io torturandomi le mani
"Non vedo nulla" rispose.

"Dovremmo esserci sopra" ci ricordò John B.

"280" fece il conto alla rovescia Ki

"295"

"300"

"Sono al fondale" ci informò disperato Pope indicando lo schermo da dove si vedeva tutto nero.

"JJ FERMO" disse alzando la voce John B, nervoso quasi più di me.

"Ragazzi! il royal merchent c'è, ma il tesoro no" disse Pope soffermandosi sulla magnifica immagine della royal merchent proiettata dalla telecamera.

"Dovremmo tornare indietro" gli ricordai.

. . .

Oggi era una giornata strana; il caldo rimbombava nelle mie orecchie come le palline di un gioco per bambini; o come le mie, anche se non ce le ho.

"John B, rispondi" parlai con la segreteria del caro castano che si era deciso di non rispondere proprio il giorno in cui i servizi sociali sono entrati a casa sua. "Cazzo!" imprecai. Il telefono si era spento dalla carica ed ero fuori casa; lo buttai nella borsa e cominciai a guidare alla ricerca di un power bank.

Guidai per nemmeno due minuti e mi trovai davanti ad una scena squallida, John B, a terra, affiancato da una bici per bambini? Con una ferita allo stomaco e tutti i bambini che si allontanavano a gruppi.

Uscii di corsa dalla macchina e gli corsi incontro. "Cazzo John B" commentai alzandoli la maglia.

"Dobbiamo scappare Sky" mi prese la mano come se fosse uno zombie.

"Va bene?" lo guardai storta. Poi lo sollevai da terra e, davvero, vorrei una statua per essere riuscita a trasportare settanta o ottanta chili senza aver mangiato e senza una preparazione fisica.

"Dimmi tutto, ora" lo incitai, spostando il sedile indietro per farlo stare comodo, poi gli alzai nuovamente la maglia e gliela tolsi direttamente.

"Credo di sentirmi a disagio ad essere l'unico senza maglia qui" commentò guardandomi un po' male.

"Vuoi che la ferita si infetti?" domandai sarcasticamente dopo essermi seduta sul posto del guidatore.

"No, però mi farebbe piacere se non fossi l'unico senza maglia." fece spallucce mettendomi una mano sulla coscia.

"Oh quindi cosa suggerisci? Di togliermi la maglia davanti a te?" risi divertita. Aumentando di velocità.

"Perché no" commentò ridacchiando con me.

"Non farti insegnare mai più come provarci con qualcuna da JJ, è un po' patetico" risi girando a destra.

"Però ti piace" mi guardò, io alzai gli occhi al cielo e troncai questa discussione imbarazzante.

"Da chi stai scappando?" trattenni un sorriso. Lui fece lo stesso, probabilmente notando questo mio cambio improvviso di discorso.

"Dai servizi sociali, cazzo, volevano presentarmi ad una famiglia. Scusami se te lo chiedo, ma potresti andare da una parte?" domandò. Io la guardai un secondo e annuii.

"Perché?" domandai mentre seguivo le sue indicazioni, e, dopo due minuti neanche, mi dovetti bloccare, lui cercò di uscire dalla macchina ma io lo sbloccai.

"Non vorrai che ti vedano, e per giunta senza maglia, sembra che abbiamo appena- sai" mi bloccai di colpo sentendomi in imbarazzo.

"Scopato? Oh fidati che sarebbe più un inbarazzo per te" commentò. Io alzai gli occhi al cielo.

"Sei bello" gli feci sapere.

"Anche tu Sky, davvero tanto" ribatté come se fosse stupito. Io sorrisi ed uscii dalla macchina. "Cerco una foto!" gridò con un sorriso, ed io corsi verso il dietro della macchina, cercando la foto della quale parlava e, appena la trovai, la esaminai con cura. Erano Big John e John B.

Una fitta al cuore. Lo volevano dividere da suo padre. Come la morte ha fatto con il mio.

. . .

"John B, ascolta, ora abbiamo due cose da fare, correre velocemente nella mia stanza e stare zitti finché non ci arriviamo, capito?" lo avvertii, poi lo resi per mano e lui la strinse forte, probabilmente dal dolore, poi, affiancato a me, corse, raggiungendo la scala.

"Eri bella pure da piccola!" commentò dolcemente.

"Zitto" risi, correndo su per le scale.

Poi, appena raggiungemmo la mia camera, lo lasciai lì da solo, a frugare tra la mia roba mentre io, a passo furtivo, corsi a cercare l'acqua ossigenata.

E, non appena la trovai, tornai da John B, seduto sulla scrivania mentre teneva in mano una mia foto con Josh e Richard: io ero in mezzo e venivo tenuta su da loro due mentre ridevo a crepapelle, le labbra di Josh erano posate sulla mia guancia e quelle di Richard erano sulla mia testa, accanto all'attaccatura del miei capelli.

"Oh Josh e Richard" alzai gli occhi al cielo ridacchiando, con una scrollata di spalle.

"Io gli conosco . . . si! Loro erano i proprietari della barca in cui lavoravo!" esclamò sorpreso. "Ma- loro sono morti" sussurrò guardandomi negli occhi. Le lacrime, nei miei occhi.

"Lui è Richard . . . Boseman" realizzò.

"Sono Richard e Josh, mio fratello e il suo migliore amico, nonché il mio ex ragazzo. Eh si, sono entrambi morti" sussurrai. Poi mi pulii le lacrime dagli occhi e bagnai il cotoncino con l'acqua ossigenata.

"Ti va di parlarne?" domandò con la mano poggiata sulla mia guancia. Io scossi la testa.

"Non è importante." sussurrai, scuotendo la testa.

"Si parla della tua vita, Sky, è importante per me" mi disse, le sue labbra erano spaventosamente vicine alle mie. Mi sono sentita in confusione, per un secondo.

Un secondo perché un botto alla finestra non ci bloccò all'istante, e ci dividemmo con un colpo. "Tutto bene? Era un uccello, o un sasso" sussurrò prendendo la mia faccia tra le sue mani.

"No" sentimmo una voce femminile. Sobbalzai nuovamente dallo spavento.

"Cazzo!" imprecai.

"Sky, merda! Pensavo fossi da sola! Non ti si vede da una vita!" si sedette sulla finestra Sarah.

"Sarah?" domandò John B, guardandomi storto.

"Siamo amiche" gli risposi.

"Oh sì" esclamò. "Tornando a voi due, siete fidanzati?" domandò guardandomi fissa negli occhi.

"Dio! No!" mi coprii la faccia con le mani, dall'imbarazzo.

"Chiedevo! Eravate letteralmente a due centimetri di distanza!" si giustificò Sarah.

"Okok" bloccò le nostre grida John B. "Non diamo fidanzati!"

"Però ti piace. E anche a te" ci indicò.

"Sarah, smettila!"

"Oddio che carina questa foto!" corse verso la foto che raffigurava me e lei da piccole.

"Sarah!" la rimproverai di nuovo.

"Okok!" si arrese. "Cosa stavate facendo?" domandò, poggiandosi sulla scrivania accanto a John B, d'impulso lo tirai per la mano e lo spostai lontano da lei, per precauzione, anche se era fidanzata ed era mia amica.

John B sorrise. "Un po' gelosa, eh?" ridacchiò.

"Si è fatto male, devo disinfettargli la ferita" le risposi, con tono leggermente stufo.

"Sky!" gridarono da sotto. "Tutto bene?Arrivo!" Mia madre! Cazzo!

"Andate nell'armadio" sussurrai, spingendoli nella cabina armadio. "Ah e cercate di non baciarvi" aggiunsi, poi chiusi la porta dell'armadio, poggiandomici sopra.

La porta della camera si aprì, rivelando il volto di mia madre. "È da tanto che non ti vedo, amore" mi sorrise mia madre.

"Ciao mamma" sorrisi.

"Tutto bene?" domandò avvicinandosi a me.

"Mhh, sì! Sì!" esclamai, con troppa euforia.

"Mhh, come va con i tuoi nuovi amici?" domandò sorridendo.

"Mhh bene" ricambiai il sorriso, con tono imbarazzato.

"E . . . Beh, con quel ragazzo?"

"Quale ragazzo?" domandai confusa.

"Quel castano con la quale parlavi l'altra volta, quello della porta" mi stuzzicò con le dita.

"John B? Mamma non mi piace!" esclamai esausta, ma allo stesso tempo scioccata; era la seconda volta che qualcuno mi chiedeva del mio rapporto con John B, erano tutti fuori di testa? Probabile.

"Va bene, va bene . . . Io vado alla riunione, credi di tornare per cena? Anche perché dobbiamo discutere sul vestito per la festa di mezz'estate." mi ricordò. Io sorrisi.

"Sisi, forse verso il tardi, ma sì" le feci un segno di rassicurazione, e lei se ne andò fopo aver sorriso.

"Cazzo!" commentò John B, facendomi sobbalzare.

"Sarah, c'è qualcuno a casa tua? Così finiamo di curare John B e lui torna a nascondersi dai servizi sociali" domandai stanca.

"Mio padre"

"Oh, ok"

"Pensi di riuscire a nasconderlo?" mi colse alla sprovvista. Sarah che rischia per noi? Non l'avrei mai detto.

"Oh ehm . . . credo di sì" risposi, un po' scossa.

"Allora va bene" mi sorrise ed io annuii, ricambiandola.

"Così grato di essere scambiato per il tuo ragazzo" ridacchiò John B che, evidentemente, teneva una battuta da quando era entrata Sarah.

"Oh sta zitto" ridacchiai.


































































































spazio autrice

okk, mi piaciucchia questo capitolo, kinda romantico, però mi piace, il prossimo sarà una bomba, spero che riuscirò a descriverlo il meglio possibile, come spero di aver descritto bene la sensazione di pazzia, che in me si manifesta in questo modo. vi amo tanto e ci sono, non siete pazzi, solo nessuno vi capisce in fondo.

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