xi. watch my heart burn
▂▂▂▂▂▂▂ 𝐜𝐡𝐚𝐩𝐭𝐞𝐫 𝐞𝐥𝐞𝐯𝐞𝐧
𝒘𝒂𝒕𝒄𝒉 𝒎𝒚 𝒉𝒆𝒂𝒓𝒕 𝒃𝒖𝒓𝒏 ▎💐:: 2030 𝖜𝖔𝖗𝖉𝖘
⚝ LA TERRA IMPIEGA 365,256 GIORNI PER FARE UN GIRO COMPLETO ATTORNO AL SOLE. È tanto, davvero tanto. Ma non si stufa? Si parla tanto dell'uomo, che ci mette anni a mettersi assieme alla sua cotta, che non è neppure certo che diventi la persona della sua vita; ma vogliamo parlare della terra? È da 4560 milioni di anni che la terra gira ininterrottamente attorno al sole, ricominciando ogni anno da zero, con il rischio che esso esploda e danneggi le sue rotazioni.
A volte vorrei avere la determinazione della terra, ma altre volte mi ritrovo a riflettere sul cosa comporti tutto ciò, nella risolutezza c'è tanta sofferenza, e sono sicura che non riuscirei a resistere ad ulteriore strazio.
In questo momento eravamo tutti e cinque sul Twinkie, diretti verso un hotel cinque stelle per i Kook, per farsì che potessimo utilizzare il Wi-Fi dopo giorni di completa assenza di elettricità nel Cut.
Quando il castano frenò, io, Pope e Kie ci affrettammo ad uscire e, mentre JJ caricava la pistola, gliela tolsi dalle mani frettolosamente. "Faremo tutto alla vecchia maniera" sorrisi innocentemente.
"La vecchia maniera è la tortura" mi fece sapere il castano ridacchiando divertito. Io spostai le mie ciocche rosse dal viso e sorrisi nuovamente.
"Tortura morale, JJ." dissi, sistemando il vestito argenteo che avevo addosso.
"Oh sì, certo Sky, ti crediamo tutti" scherzò il biondo, dandomi una pacca sulla spalla.
Tutti entrarono nell'hotel mentre io rimasi qualche minuto ad aspettare John B. "Tutto bene?" domandò, io alzai lo sguardo dall'asfalto e annuii.
"Beh sì, stiamo per fare una cagata, JJ approverebbe" ridacchiai, lui si avvicinò a me e mi poggiò una mano sulla spalla, sorridendomi.
"Sei sdolcinato!" commentai ridendo. "Poi penseranno che siamo una coppia" sussurrai scherzosamente al suo orecchio.
Lui sorrise copremdosi la bocca con la mano, fingendo di essere stupito."Comunque non mi dispiacerebbe se pensassero che fossimo una coppia." disse velocemente, scappando via dopo aver pronunciato la frase, lasciandomi lì a sorridere al vuoto.
"Davvero maturo da parte tua!" gli gridai dietro, vedendolo scomparire dietro la porta. Ridacchiai.
Non appena raggiunsi l'entrata, sorpassai la porta ed andai alla reception con Kie. "Scusi" le sorrisi, la donna mi donò uno sguardo abbastanza stupito. Il potere della principessa Kook. "Potremmo avere quattro birre, una bottiglia d'acqua e la password del vostro WiFi?" domandai dolcemente, poggiando i gomiti sul bancone.
"Certamente" sorrise la ragazza abbassandosi per prendere il foglietto da sotto al bancone, poi mi passò l'acqua e le birre assieme alla password, io in cambio le diedi una banconota da quaranta dollari, lasciandole il resto e io e la riccia ci girammo e ci dirigemmo verso la sala dei computer.
"Avete la password?" domandò John B, io saltellai per arrivare alla sua mano alzata e gli passai il foglietto ridacchiando. Lui sorrise.
"Gesto teatrale" mi tirò contro il suo petto e io risi.
"Pazzo" gli puntai il dito contro sarcasticamente.
"Coordinate" pronunciò Pope, mostrandoci di volere le coordinate, John B gliele passò, lui le digitò ed aspettò che carichi.
"Secondo voi è fattibile?" domandò John B, quando sullo schermo si avvicinò al mare e mostrò esattamente la profondità di quel pezzo dell'acqua, sopra la macchia di acqua più scura.
"Se sono solo 270 metri di altitudine è fattibilissimo" commentai alzando lo sguardo sugli altri. Tutti avevano la stessa espressione, una sorta di richiesta di conferma.
"Se si ha il materiale giusto sì" affermò Kie, donandomi un piccolo sorriso che io ricambiai lentamente.
"Se avessimo un immergibile da Kook sì, ma dubito fermamente che una di voi due lo abbia" Pope alzò lo sguardo su di me e su Kiara. Io scossi la testa e lo stesso fece Kie.
"Non avranno un immergibile privato, ma mio padre allo sfaccia carrozze ha un drone, scende fino a 300 metri e possiede una telecamera a 360 gradi. Si utilizza per le immersioni profonde, è quello che ci serve." rispose JJ, all'accusa che ci era stata donata da parte di Pope.
"E se tuo padre decidesse di metterci le sue lercie manine?" domandò Pope. Stava diventando sempre più irritante, ma questo? Era davvero troppo.
"Pope!" lo rimproverai, fulminandolo con lo sguardo, lo stesso fece John B, che con le mani incrociate osservava Pope come se non riconoscesse questo suo carattere.
"Va tutto bene" sorrise il biondo. "Non lo farà, perché con le sue lercie manine si è fatto licenziare, immagino che il capo non approvi che si venga ogni giorno ubriachi al lavoro. Però il drone è li" rispose con freddezza.
"Quanto avevamo detto che erano i soldi del Royal?" domandai guardando le loro espressioni, che aspettavano una mia risposta, loro erano già certi di farlo, però a me serviva una motivazione, volevo sentirglielo dire.
"Quattrocento" rispose Kie, aspettando una mia risposta per essere d'accordo con me.
"Quattricento milioni, Sky" mi guardò negli occhi John B, in lui vedevo speranza, e questo mi motivò parecchio.
Sospirai. "Ok, fanculo tutto, io ci sto" mi diressi verso la porta, ma la viami venne ostacolata da Pope, che continuava a ripetere "no, non vi farò fare questa cazzata" a raffica, facendomi quasi innervosire.
"Pope, spostati" lo avvertii prima di spostarlo con le mie mani.
Dietro di me sentii John B fischiare e ridacchiare mentre pronunciava parole come:"Questa ragazza ha il potere" facendomi ridere a mia volta. John B fu il secondo ad uscire e, mentre sorpassava la soglia fece spallucce e poggiò le labbra sulla mia spalla. Dopo uscì JJ che ci indicò e ridacchiò, pensando a qualcosa come "oh, che sdolcinati" o qualcosa del genere. Poi uscì Kiara che avvertì Pope di uscire, e fu quello che fece.
. . .
"Non so quando vi deciderete a fare qualcosa di legale, ma so che quel giorno il destino vi ripagherà" sbuffò Pope, buttandosi nei sedili posteriori. Io ero accanto a John B che teneva il volante in una mano e la mia coscia nell'altra. La sensazione che provavo in quel momento era straziante, sentivo un forte dolore piacevole allo stomaco, sentivo le mie labbra incurvarsi in un sorriso quando la sua mano si mosse e scese più sotto, sul ginocchio.
Mi girai di colpo per vedere se qualcuno stesse prestando attenzione su di noi, su quel gesto insolito e vidi JJ fissarci confuso, quando incrociai il suo sguardo arrossii, ma non feci nulla, perché lo vidi sorridere e mi fece l'occhiolino, come cenno ed io ricambiai il sorriso estremamente imbarazzata.
Ormai nessuno più ascoltava Pope, da quando avevo sentito la frase di Alber Bernstein, che avrei assolutamente commentato, se non fossi estremamente concentrata a non impazzire sotto la mano di John B, forse lui era abituato a tenere la coscia alle ragazze quindi non provava nulla, ma io? Io ho avuto un fidanzato e.. e lui è morto. Sospirai. Perché sono ancora oppresso John B? Io uccido tutti quelli che mi sono attorno.
Tutte le psicologhe da cui sono andata mi dicevano che nessuno meritava di soffrire quanto ho sofferto io, ma avevano ragione? Perché se dobbiamo essere precisi, sono io che porto il dolore, allora perché io non lo merito? Sarei la prima persona che merita di soffrire.
Sangue, pozza di sangue, lacrime, John B.
Un botto mi risvegliò dai miei pesnieri più macabri, John B aveva frenato bruscamente e, per proteggermi mi aveva messo una mano sul petto, essendo che il Twinkie non aveva le cinture. "Grazie" sussurrai con la sua mano ancora stretta al petto.
Lui sorrise e capii perché non riuscivo a star lontano da lui. Ma se lo amavo, perché non riuscivo a lasciarlo andare? Perché dovevo essere così egoista?
"Sky?" sussurrò John B. Io alzai lo sguardo, pulendomi alla svelta le lacrimucce formate, senza mostrarmi, e sorrisi. "Si?" domandai.
"Noi andiamo, tu e Kie dovrete distrarre quel uomo per un quarto d'ora, ok?" domandò sorridendomi, io annuii ricambiandolo. "Fate attenzione" sussurrò.
"Tranquillo. Anzi, fate attenzione voi, se vi farete scoprire- lo sai." lui ridacchiò e di girò.
. . .
Io e Kie dovevamo convincere l'uomo di avere le ruote bucate, e ci volette tanto a farci scoprire, ma eravamo comunque riuscite a distrarlo per venti minuti, il minimo che mi aveva chiesto John B.
"Kie, stanno tornando, abbiamo fatto del nostro meglio." e fu così, tornarono tutti e quattro e ci dirigemmo nuovamente verso il Twinkie, sapevamo dove andare e cosa fare.
. . .
L'agonia è un sentimento che in pochi provano, ma quando si prova è un sentimento crudo, che sollecita la mente a sentirsi in ansia, e l'ansia aiuta davvero poco con tutto ciò.
Un giorno avevo letto un libro, che descriveva alcuni aspetti davvero interessanti e altrettanto stupidi sulle reazioni delle persone che tentano il suicidio. Più del settanta percento che vogliono farla finita, utilizzano un sacchetto di plastica perché è il modo più utile con la quale farlo, avvolgi il sacchetto alla gola e il dolore non c'è, ma l'agitazione che c'è nel corpo è tanta; la maggior parte di quel settanta percento pieno a metà opera si pentono, ma per l'ansia e la paura del gesto appena fatto, si dimenticano del materiale facilmente distruttibile dell'oggetto che ora gli toglie l'aria, ed essi muoiono cercando di togliersi tutto lo scotch che avvolge la loro gola, ma il tempo è poco, ed essi muoiono spaventati e agitati, mentre le dita stringono i cinque strati di scotch che non erano riusciti a togliersi in tempo;
La vita è corta, più corta di un secondo, la lancetta lunga ed esile si sposta dal numero cinque al numero sei e il rischio che tu muoia si alza sempre di più, potresti essere morto prima di vedere la stessa lancetta spostarsi sul sette, e non saperlo, ma in tutto ciò non hai assaporato il momento di vedere la lancetta tremare sul sei, emanando un rumore che spesso è definito fastidioso, prima che accada la disgrazia peggiore che l'essere umano teme. La morte.
Come ho già ripetuto più volte, ho tentato la morte parecchi più di una volta, ma una di quelle ero sul punto del precipizio, ero ad secondo dal morire, sul serio.
Quel giorno era uno di quei soliti giorni in cui la lama del temperino era entrata a contatto con i miei polsi già pieni di cicatrici orribili, ma la differenza tra gli altri giorni era presente in un dettaglio cruciale: non avevo più spazio in cui farmi del male e, in parte ero felice, ma d'altra parte ero terrorizzata, se non avessi trovato un posto il prima possibile, sarei caduta in una crisi isterica.
Quindi strizzai forte gli occhi e passai la lama sulle cicatrici da poco cicatrizzate in una crosta marroncina davvero orribile. Le cicatrici si riaprirono subito, rivelando il sangue, tanto sangue, più di quanto mi aspettassi, piansi forte, avevo paura, ora il sangue mi aveva bagnato i vestiti, e lo guardavo gridando; alla porta entrò mia madre, ma mi ero occupata a chiuderla con cura prima di procedere alla mia autodistruzione.
In poco tempo mi sentii debole, e pensai che non fosse nulla di grave, ma ciò che mi rendeva cosciente era mia madre che ora gridava piangendo. "Apri la porta Sky, ti prego! Ti prego!" ma io non ne avevo le forze, finalmente, quando vidi il mio polso schizzare gocce rosse, con sfumature nere, realizzai ciò che fece mio fratello il giorno della morte di mio padre. L'aveva fatto lui, non era entrato nessuno ad ucciderlo, era stato lui stesso.
Non appena realizzai cadei a terra, i miei occhi si chiusero e finalmente mi sentii in pace con me stessa, per la prima volta dopo tanto tempo.
spazio autrice
so che ho ritardato come sempre, ma volevo descrivere al meglio possibile la sensazione e so che è corto ma giuro che ci ho messo molto a scriverlo. 🫶🏻
vi voglio bene e sappiate che ci sono per tutto, non arrivate mai al momento in cui vorreste sacrificare la vostra vita per sempre, perché dopo un gesto del genere non si torna in dietro e io sono disponibile a farvi stare meglio, per quanto io riesca, ci proverò con tutto il cuore perché meritate tutti di vivere, siete tutti abbastanza, anche se non vi viene detto spesso.
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